Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 5/6/2009 alle 12:00

Il saluto in arabo, il riferimento al testo guida dell’Islam come al “Sacro Corano”, la parola “pace” nominata venti volte e quella “terrorismo” neanche una, il ricordo della chiamata dell’azaan ascoltata tante volte negli anni vissuti da bambino in Indonesia (nell'immagine una rappresentazione grafica delle parole pronunciate più frequentemente nel dicorso) . Ancora il riconoscimento «all’Islam che ha avuto una parte importante nella storia americana» e l’ammissione che dopo l’11 settembre «la paura e la rabbia sono state comprensibili, ma in alcuni casi ci hanno spinto ad agire in modo contrario ai nostri stessi ideali». Ma ora qualcosa è cambiato: «Stiamo operando concretamente per cambiare linea d’azione». Sono le parole di Barack Obama nel discorso che è già passato alla storia come “il discorso al Cairo” (ecco la versione in italiano).
Ma la parte forse più importante è quella dedicata al delicato e difficile rapporto fra israeliani, palestinesi e mondo arabo. «Minacciare Israele di distruzione è profondamente sbagliato […], d’altra parte è innegabile che il popolo palestinese ha sofferto anch’esso nel tentativo di avere una patria e giorno dopo giorno affronta umiliazioni piccole e grandi». Il messaggio è chiaro e arriva poco dopo: «L’unica soluzione possibile per le aspirazioni di entrambe le parti è quella dei due stati».
Barack Obama è stato interrotto 33 volte per essere applaudito. Ha parlato con sincerità al mondo arabo, a Israele, all’Occidente e all’America. È vero, è “solo” un discorso. Ma qualcosa forse sta davvero cambiando.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 8 commenti -
Che differenza fra Obama e Berlusconi. La differenza non sta soltanto nell'importanza dei due Paesi ma nello stile di vita e di comportamento.
Scritto da Luisella S. il 5/6/2009 alle 13:35
Messo a confronto il discorso di Obama con le sciocche dichiarazioni di ieri di Berlusconi a Milano sull'Italia multietnica, fa venire tanta tristezza
Scritto da Pino il 5/6/2009 alle 14:36
Da Bush ad Obama il clima è cambiato. L'alternativa scelta dagli americani è coraggiosa e forse l'unica possibile. E' l'alternativa che manca in Italia, fìnora.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 5/6/2009 alle 15:49
Per respirare bene, politicamente parlando, devi rivolgerti all'estero. Non è solo questione di "veline e Noemi", manca la statura culturale che il premier contribuisce ad abbassare.
Scritto da Nadia il 5/6/2009 alle 16:13
Fino ad ora non ci è giunta notizia alcuna, da parte del nostro presidente del consiglio, riguardo le dichiarazioni di Obama. Questa volta il giovane abbronzato ha parlato in prima persona e la redazione dell'intervento non è stata opera o suggerimento di Berlusconi. E' ufficiale, un giovane trentenne ha redatto l'intervento di Obama. Condivido e avrei espresso le medesime considerazioni di Pino ma mi sono lasciato prendere la mano.
Scritto da penna42 il 5/6/2009 alle 18:31
Noi non abbiamo un Obama perciò dobbiamo fare opera collettiva di intelligenza ed azione. Domani voto PD, spero non per l'ultima volta. Avanti con il blog che mi ha convinto a votare ancora così.
Scritto da Pietro B. il 5/6/2009 alle 21:54
Voglio crederci anch'io ma sono più scettico di te. Il sogno americano mi affascina sempre.
Scritto da Bianchi Giò il 6/6/2009 alle 10:43
chiusura in Europa, e apertura di Obama. Vedremo se vincerà alla lunga la chiusura che gli elettori stanno dando in Europa, votando per partiti quali lega nord e simili..o se alla lunga avrà avuto ragione il popolo americano ad affidarsi a queste aperture.
Scritto da emanuele martini il 6/6/2009 alle 12:09
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