Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 17/9/2009 alle 12:00

Il costo della politica è sempre un tema che vende bene. Dopo il mio articolo sulla prima pagina della Prealpina di sabato, il giornale ha dedicato allo stesso argomento l’editoriale di domenica. Ieri il quotidiano ha pubblicato alcune mie puntualizzazioni che mirano a distinguere nettamente i costi della democrazia, che non possono essere marginalizzati dal sottobosco politico, che ha bisogno invece di un taglio netto. Difendo la democrazia comunale, richiamo il fatto che ho votato contro l’istituzione delle nuove province in Lombardia, ripropongo la necessità di una seria riforma del Parlamento e confermo la mia idea che ottanta consiglieri siano un numero equo sotto ogni profilo. In sostanza bisogna evitare da un lato la sottovalutazione del problema, dall’altro la demagogia sempre in agguato.

Commenti dei lettori: 9 commenti -
Ti faccio la stessa domanda di Bianchi Giò ieri: dove trovi la passione, la voglia, l'energia per tutte cose, tu che potresti riposarti un pò dopo tante battaglie?
Scritto da Un amico di Luino il 17/9/2009 alle 14:01
Io metto anche le province fra gli enti inutili che vanno aboliti. Solo così il discorso si completa bene.
Scritto da Lucianone il 17/9/2009 alle 14:08
Caro Adamoli, io ti rispetto, anzi ti stimo, anche se sei politicamente distante, però non fare demagogia anche tu. Perchè non ci dici tutti gli incarichi che hai avuto nel sottobosco politico che vuoi tagliare?
Scritto da Mario il 17/9/2009 alle 14:16
Infatti. Gestione, governo, amministrazione, carica, indennità, sono vocaboli del nostro dizionario giuridico - amministrativo che, ultimamente, complici campagne giornalistiche molto ben orchestrate e di successo, hanno degenerato a sinonimo di privilegio, abuso, spreco, costi e anche subdolamente a furto. Invece rappresentano le azioni concrete e gli strumenti con cui Amministrare, nel pluralismo, la Cosa pubblica. Anche i compensi (nel principio), ai vari livelli, garantiscono l’autonomia degli amministratori ed il giusto compenso per l’opera svolta. Certo, CDA con 1 dipendente, provincie con popolazione e territori piccoli, comunità montane a livello del mare, consorzi inconcludenti vanno eliminati per non dare adito a semplificazioni anti democratiche.
Scritto da Nicola Lombardo il 17/9/2009 alle 14:33
Caro Mario, ti dico subito quanti incarichi del sottobosco politico ho ricevuto: NEANCHE MEZZO. La mia biografia parla chiarissimo ed è incontestabile. Tutti i miei incarichi, nemmeno uno escluso. li ho conquistati con il voto. Ti ringrazio per avermi indotto a questa precisazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/9/2009 alle 15:05
Tra i tuoi due pezzi e l'editoriale di Coronetti c'è una bella differenza a favore tuo. A volte mi viene voglia di prendere a schiaffi i politici. Qualcuno da rispettare però c'è. Non conoscendoti ti giudico solo dal blog.
Scritto da Un agnostico il 17/9/2009 alle 15:48
Caro Giuseppe, condivido le tue affermazioni, ma mi sorge un dubbio: forse il problema sta nella qualità del "sottobosco politico" più che nella sua esistenza. Se fosse un sottobosco dove crescono e si sviluppano idee e proposte, si analizzano i problemi e se ne valutano le soluzioni, allora sarei contento di finanziarlo. Mi sembra invece che sia composto (anche nel PD, purtroppo) soltanto da una compagine di "zelanti", scelti perché fedeli alla bandiera e capaci di essere "più realisti del Re".
Scritto da Giacomo il 17/9/2009 alle 17:06
offro un piccolo contributo che penso faccia proprio al caso nostro per l'argomento del post: http://www.oggitreviso.it/asolo-sindaco-si-%C3%A8-raddoppiato-stipendio-18048
Scritto da Adriano il 17/9/2009 alle 19:01
Dal confronto fra i suoi articoli e quello della Prealpina lei esce nettamente vincente.
Scritto da Una cittadina cattolica il 17/9/2009 alle 20:52
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