Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/9/2009 alle 12:30

“Caro Enrico,
tu mi hai convinto a sostenere Pierluigi Bersani (nella foto, Enrico Letta). Il nostro è un rapporto di stima, non organizzativo. Per questo è ancora più forte, perché basato su una condivisione ideale, culturale, progettuale. Nel Pd è in corso una conta numerica e un confronto politico aspro che non riesco ad apprezzare fino in fondo. In parte tutto ciò è fisiologico (sono esperto di congressi), ma c’è qualcosa che proprio non va. In questo momento dal fronte di Bersani (lui un po’ sottotono, forse per calcolo) si sentono soprattutto D’Alema e Penati. Troppo poco per convincere gli italiani che non vogliamo un partito “socialista classico”, come Franceschini, Veltroni e Rutelli lasciano intendere o dicono chiaramente. È solo propaganda di parte, tu mi dirai. Io ci credo, ma bisogna spiegare bene. Tu sai che se fosse così non abbraccerei questa idea neanche per un solo minuto.
Serve una voce pacata, seria e autorevole. Caro Enrico, parla!

Giuseppe”

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 35 commenti -
Bravo Giuseppe, sempre sul pezzo con immediatezza e con grande onestà intellettuale..
Scritto da Giovanni il 30/9/2009 alle 12:52
M'interessa di più quel che dici tu di quello che dice Letta. E' così per molti, credimi.
Scritto da Paolo B. il 30/9/2009 alle 12:59
Caro Giuseppe,tu sarai abituato ai congressi ma io,che mai ho avuto prima una tessera,no. E sono preoccupato. Alla gente non frega niente di Penati che litiga con Franceschini per un mese di reggenza condivisa. Dimostriamo ancora una volta di essere ritorti su noi stessi e non e' quello che gli elettori (me compreso) vogliono. Ho votato Bersani (anche) perche' tu e Letta mi avete dato fiducia.Letta avra' il coraggio e la forza di essere determinante a dare la direzione al volante?
Scritto da Andrea Botta il 30/9/2009 alle 14:02
E' una posizione schietta e pulita. Voterò forse Marino alle primarie ma sono vicino al tuo modo di fare politica.
Scritto da Gianni R. il 30/9/2009 alle 14:11
Caro Giuseppe, dopo dieci giorni sei costretto a darmi ragione. Enrico Letta è ininfluente nella mozione Bersani. E questo malgrado te...... Purtroppo quando si è abituati a parlare solo con i "ceti alti" e "tecnocratici" non si è in grado di percepire gli umori più vivi del "popolo" e di questo, ti devo riconoscere, ne avevi ampiamente avuto la percezione e non da ieri.
Scritto da roberto molinari il 30/9/2009 alle 14:21
Caro Giuseppe, Roberto ha ragione: Letta e Bindi non incidono in nulla nell'ambito della mozione Bersani, che, ricordiamolo, è tutta volta a rivendicare l'orgoglio dell'appartenenza ad una storia (alla quale dare un senso) che è la storia degli ex DS. Non è la mia, non è la tua, non è quella di due terzi degli italiani, che, quindi, non voteranno mai un partito "socialista".
Scritto da larpi il 30/9/2009 alle 15:23
Non lamentatevi troppo. Mi soddisfa il dibattito sul blog. C'è passione, voglia di discutere, ve lo dice uno che non ha mai votato per voi, salvo che per Adamoli col voto individuale e separato.
Scritto da Bianchi Giò il 30/9/2009 alle 15:31
caro Adamoli sono i medesimi timori di cui parlavamo lo scorso sabato: che si opacizzi l'intuizione originaria, PD sintesi di nuova grammatica politica. Si sta inverando una suggestiva, fuorviante semplificazione per cui “i centristi vadano al centro” stop alle estenuanti mediazioni su laicità o sui trattini del centrosinistra. “Simili con simili” è la tentazione che si annida nelle dichiarazioni di Penati e nella simmetrica risposta di Rutelli. Su questo Franceschini è distintamente più chiaro.
Scritto da carlo benetti il 30/9/2009 alle 15:41
Curioso: nello stesso giorno 2 post, in cui in uno Penati doveva stare zitto e nell'altro invece si invita Letta a parlare...
Scritto da Adriano il 30/9/2009 alle 15:49
“Dum Romae consulitur, Saguntum oppugnatur”. Non so se ho ricordato correttamente la frase di Tito Livio. Certo è che, mentre dentro il partito non solo si discute, ma ci si lacera anche con inopportune uscite, mentre nel partito si sente un preoccupante rumor di sciabole, quasi che essenziali siano i regolamenti di conto interni, si abbandona la Camera, dove si discute dell’osceno scudo fiscale, e non si focalizzano a sufficienza i problemi sociali (crisi, occupazione, lavoro) e dell’informazione. Vorrei allora ricordare a tutti i dirigenti del partito, soprattutto di caratura nazionale, che i semplici militanti, la cosiddetta base potrebbe non capirli più e abbandonare la partita, che è quella di ridar forza e spinta al P.D. Non pensate, signori Dirigenti, che qualcuno di noi, militanti di base, potrebbe dubitare di voi e della vostra volontà di rimettere in moto il nostro partito? Io, che ho votato Franceschini, dico con forza che, chiunque sia il segretario, sarà anche il mio segretario, data la mia stima politica per i tre candidati alla segreteria; comincio però a temere che non tutti, soprattutto ai vertici, siano del mio stesso parere. Ma se le cose stessero davvero così, le sorti del partito in breve volgeranno al peggio. Dio non lo voglia! In quanto a chi debba parlare, caro Giuseppe, parlino tutti gli iscritti, tutti gli elettori, tutto il popolo del P.D.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 30/9/2009 alle 15:57
Dopo la rinuncia di tutti i candidati all'"autosufficienza" (mettendo così nel cassetto uno dei pilastri del PD Veltroniano), e con la necessità di individuare una nuova via di riscatto, non mi sorprende che una delle mozioni sia vista come (Fassino dixit) "orientata verso un ripiegamento identitario" mentre la seconda partendo da 5 parole guida e da una naturale mitezza, non riesce a scaldare gli animi e ad uscire da un anonimato che condanna Dario ad esercitarsi nell’antiberlusconismo, della terza poi stimiamo tutti il richiamo al rinnovamento (e lo caldeggiamo qualunque mozione abbiamo spalleggiato) e alla laicità ma poi è un manifesto di buone intenzioni e poco più. Questo per dire che c’è ancora l’abitudine a ragionare con schemi mentali old style e sempre guardando indietro. Ma secondo voi, portando questi ragionamenti negli USA, ci sarebbe mai potuto essere Obama (infatti oggi i “blue-dog” se lo sono impallinato)?
Scritto da Lele il 30/9/2009 alle 16:00
Concordo con quanto scrive Mariuccio Bianchi; sinceramente mi sarei aspettato un congresso innovativo con un confronto chiaro, ma toni sommessi. E la diserzione dal parlamento nel momento in cui si vota uno tra i più vergognosi provvedimenti mi procura un disagio profondo. Ma qualcuno pensa al disamore delle persone oneste verso un partito che si “distrae” di fronte a questo obbrobrio?
Scritto da Angelo Eberli il 30/9/2009 alle 16:28
Caro Adriano, ho messo di proposito i due titoli uno di seguito all'altro: "Penati doveva stare zitto", "Caro Enrico, parla". Nei post lo spiego. Penati ha fatto un'affermazione assurda che "non doveva" fare. Da Letta mi attendo invece un contributo sul no ad un "vecchio partito socialista". Se ritenessi fondata questa asserzione non sosterrei Bersani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2009 alle 16:40
Non capisco come fa Roberto Molinari a sostenere che Enrico Letta sarà ininfluente. Intanto ho sotto gli occhi gli errorri pesanti di Veltroni-Franceschini.
Scritto da Alberto Fumagalli il 30/9/2009 alle 16:44
Complimenti al blog. Qui si respira un'aria politica che mi aggrada. Discussione seria, esplicita, civile. Sugli altri blog di Milano è tutto diverso. Non ti conosco ma mi congratulo
Scritto da Ceriani G. il 30/9/2009 alle 16:49
Come si sul dire...è il momento di uscire dal guscio (ci sarebbe una metafora un po piu forte ma credo si capisca quello che voglio dire)
Scritto da Antognazza F. il 30/9/2009 alle 16:57
Il dibattito sul blog vuol dire una cosa, se capisco bene. Non facciamo solo una conta. Poi meglio il linguaggio concreto di Bersani che quello tutto politichese di Franceschini.
Scritto da Adele il 30/9/2009 alle 17:05
bersani a 81/2 ha spiegato il concetto di sinistra,speriamo che ci creda.Effettivamente in questo partito c'è qualcosa che non funziona,mi pare e spero di sbagliare,che molti,troppi credono che sia un cartello antiberlusconi,se così fosse meglio fare punto e a capo.Credo che la vocazione democratica riformista sia un'utopia per molti che oltre a chiamarsi compagni danno del compagno anche allo scrivente.Tutto ma non morirò ne compagno ne socialista.
Scritto da Luigi il 30/9/2009 alle 17:31
Non vogliamo un partito socialista classico ma neppure un partito di centro classico. In questo travagliato periodo che precede non tanto l'assise nazionale quanto le Primarie senza dubbio affermazioni come quella di Penati porta acqua solamente a chi vuol dare del PD l'immagine di un non partito incapace di rifortmarsi e affrancarsi dal passato. In riferimento all' ultimo commento di Luigi vorrei riportare quanto scritto da Mario Rigoni Stern con il quale chiudere una questione di appartenenze
Scritto da Dario De Munari il 30/9/2009 alle 18:47
..proseguo- di appartenenze passate che per chi crede realmente nel progetto del PD stanno diventando un argomento stucchevole. Forse siamo più uniti e coesi di quanto spesso ci ssforziamo di negare. Penso che tutti noi, a cui stà a cuore la speranza insita nel PD non moriremo ne socialisti, ne comunisti, ne democristiani ma Democratici. Seguono poche ma significative parole di Rigoni Stern
Scritto da dario De Munari il 30/9/2009 alle 18:57
3^ e ultima parte.. «MIRA (Venezia) 20 gennaio 2007 "Cari Compagni, sì, Compagni, perché è un nome bello e antico che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. ...." Mario Rigoni Stern.01/11/21-17/06/08
Scritto da Dario De Munari il 30/9/2009 alle 19:04
Dario ha ragione. Le appartenenze sono giuste, legittime e sacrosante ma non devono essere la zavorra nelle ali di un partito nuovo, non ancora nato, un partito capace di proporre un salto di qualità alla vita civile e culturale di questo paese rincitrullito dal virus omologante dei network privati e pubblici, un paese in piena decadenza culturale, per molti versi fuori dalla modernità intesa in senso più ampio.
Scritto da cesare chiericati il 30/9/2009 alle 19:24
De Munari dice cose sagge. Non esasperiamo gli animi. Penati ha sbagliato e basta. Farglielo sapere anche attraverso i blog è giusto.
Scritto da Annarita il 30/9/2009 alle 19:26
Iarpi, vorrei domandarti se con Fraceschini o con Marini il tuo giudizio, o pregiudizio, cambierebbe. Credo di no da quello che scrivi. Spero di leggerti ancora, qualunque scelta farai.
Scritto da Franco F. il 30/9/2009 alle 19:32
La passione del PD si vede anche attraverso questo blog molto interessante. Sono per Bersani ma amch'io non voglio morire socialista. Ma questo Luigi è un rischio che non si corre.
Scritto da Raffaele M. il 30/9/2009 alle 19:52
Ti seguo sul blog, sei bravo, ho scommesso che non ti ritiri. Non voto PD ma ti voterei per la voglia che ci metti.
Scritto da Un PDL tiepido il 30/9/2009 alle 20:01
"Se fosse così non abbraccerei questa idea neanche un solo minuto", la penso come te. Spero che questo non si avveri.
Scritto da Volonté Mario il 30/9/2009 alle 23:49
La tua voglia di lottare non mi sorprende perchè ti conosco da parecchio tempo. Spero che tu abbia ragione. Dopo la Margherita non mi sono iscritto al PD. Alle primarie voterò Bersani ma potrebbe essere l'ultima volta che partecipo.
Scritto da Vittorio M. il 1/10/2009 alle 00:04
E poi dicono che i blog non servono. La vostra discussione delle ultime settimnane è stata molto utile per me che sono giovane e inesperta.
Scritto da Alessia il 1/10/2009 alle 09:22
Il dibattito è stato un'altra volta di buonissimo livello e molto costruttivo. Davvero non un dialogo fra sordi. Sostengo le mie tesi ma senza granitiche certezze. Alla mia scelta pro Bersani non è stata estranea la delusione per i primi due anni, pur sapendo quanto siano stati impervi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2009 alle 10:49
Caro Franco, avendo visto da dentro 2 anni di PD, il mio non è pregiudizio, ma giudizio. Dario, rispetto a Bersani, è persin peggio: Bersani rivendica l'orgoglio della sua storia, Dario invece non solo non rivendica l'orgoglio della sua, ma insegue grottescamente Bersani a sinistra, come la penosa esibizione alla Bolognina insegna. I cattolici democratici l'orgoglio per la loro storia l'hanno messo sotto i piedi o sotto la cadrega ? Cmq fine ingloriosa, a cui è meglio sottrarsi, per altri lidi.
Scritto da larpi il 1/10/2009 alle 11:09
Caro Giuseppe, credo che tu abbia ragione, ma al solito la scelta è tra tesi che non soddisfano mai pienamente. Mi sono fidato di Letta e di Bersani, perchè il Partito in questi due anni di gestione Veltroni-Franceschini è stato deludente. Non voglio un partito chiuso, ma un Partito dove si sappia quale organismo decide. Non accetterò un partito socialista, ma nemmeno un "non partito", che vive sull'antitesi a Berlusconi, così come prefigura Franceschini
Scritto da Angelo Senaldi il 1/10/2009 alle 17:51
lo ammetto : il "simili con simili" è seducente, almeno per me. in un altro sistema elettorale, alla tedesca, e con minore frammentazione rispetto all'italia dove tre persone fanno quattro partiti, sarebbe forse la soluzione più dignitosa, ma...io non ho rinunciato (ancora) all'idea che socialisti, democratici, cattolici, possano trovare un percorso comune...certo, interventi come quello di rutelli non aiutano.
Scritto da marco il 1/10/2009 alle 18:01
Non conosco IARPI e non comprendo se ritenga la mia posizione bizzarra o ridicola o paradossale. Spero che tutti gli iscritti del Pd siano orgogliosi del loro passato ma che non vogliano più rivendicare nulla del passato per il futuro. Sono convinto che questo non sarà il partito di chi cammina avanti con la testa girata all'indietro. Non so da quali tristi esperienze politiche proviene, di certo due anni passati nel Pd con questa asprezza.....Hai scelto un'altra strada?Percorrila senza livore.
Scritto da Dario De Munari il 1/10/2009 alle 18:38
De Munari, credo che Iarpi si riferisse a Dario Franceschini non a te, Dario De Munari. A me sembra chiarissimo. In ogni caso il confronto è interessante.
Scritto da Giovanni il 1/10/2009 alle 22:33
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