Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/10/2009 alle 09:53

È vistoso il sollievo dei congressi provinciali e dei circoli per la mescolanza delle diverse provenienze politiche. Sono perfettamente d'accordo e aggiungo, di mio, la soddisfazione per il fatto che non avremo un plebiscito come quello di due anni fa su Walter Veltroni. Sono infatti persuaso che quel plebiscito e l'identificazione molto enfatizzata fra segretario del partito e candidato premier dopo un solo anno di governo, abbiano indebolito molto l'autorevolezza di Romano Prodi già alle prese con una accozzaglia di alleati quasi impossibile da governare. La conseguenza più grave di quella spinta plebiscitaria è stato l'inseguimento fra la fine del 2007 e l'inizio del 2008 di un sistema elettorale bipartitico (modello spagnolo) che ha liquidato le residue speranze prodiane. Dentro una situazione compromessa, l'idea di far da soli quando mancavano tre anni e mezzo di legislatura ha poi bruciato il tentativo di Franco Marini di esplorare le residue possibilità.
Contro questi errori nel Pd solo distinguo e mugugni. Mai purtroppo un'opposizione sincera, esplicita, leale. Quasi certamente per l'incantesimo plebiscitario, forte di 3,5 milioni di voti, che non si è voluto spezzare.
A proposito di mugugni e distinguo mai diventati confronto chiaro e trasparente, richiamo altri due casi. Primo, l'approvazione unanime dello Statuto oggi aspramente criticato. Veltroni era alla ricerca, in buona fede, di strade nuove per la forma partito. Ma già allora erano emerse dissonanze e criticità mai però manifestate apertamente. Secondo, l'adesione al referendum elettorale di Guzzetta e Segni proposta da Franceschini, già divenuto segretario del partito. C'era una forte corrente del "no", tra cui mi annovero anche io, ma la direzione ha approvato il sostegno al referendum dopo solo due ore di discussione e con quattro o cinque no soltanto. Così siamo andati incontro ad una sconfitta pesante, gratuita che ha comunicato a tutti la nostra irrilevanza.
Questi fatti ci debbono insegnare molto. Quando si dice "partito organizzato", la mente non deve correre solo ai circoli e al radicamento territoriale. Ma anche agli organi dirigenti che debbono funzionare andando oltre la logica dei "caminetti". Con l’opposizione che si esprime con piena legittimità, salvo l’accettazione della volontà maggioritaria.
Per tutto questo considero molto importante, chiunque diventi segretario, l'aver abbandonato la deriva plebiscitaria che porta sempre male ad uno stato democratico ed è esiziale per un grande partito popolare come il nostro.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 9 commenti -
Sì. gli organismi dirigenti devono funzionare. Fatto il congresso i Circoli eleggano i loro dirigenti e così via fino ai vertici. Impegni e responsabilità chiare e niente caminetti romani. Il silenzio quasi totale su uno statuto pasticciato è stato deprimente.
Scritto da A.V. il 6/10/2009 alle 13:35
Giusto il richiamo ai diritti dell'opposizione purché poi si accetti la regola della maggioranza che in democrazia ha sempre ragione.
Scritto da Un militante PD il 6/10/2009 alle 14:43
E' una critica dura ma fondata e oggettiva. A.V. semplifica e sintetizza molto bene.
Scritto da Montalbetti C. il 6/10/2009 alle 15:14
No alla deriva plebiscitaria, ma no anche al caos. In questi due anni abbiamo sommato le due cose. Bisogna andare invece verso il partito serio.
Scritto da Luigino R. il 6/10/2009 alle 15:50
E' un punto di vista che non avevo considerato e che trovo molto interessante. Ne terrò conto nella mia attività di attivista.
Scritto da Marco B. il 6/10/2009 alle 16:01
Non so se hai ragione su Veltroni. Però ti do atto che sei credibile quando fai queste critiche perchè le avevi già fatte quando nessuna osava ed erano tutti veltroniani. Sugli organi che devono lavorare e rendere conto pubblicamente delle loro decisioni hai ragioni da vendere.
Scritto da Rodolfo D. il 6/10/2009 alle 16:26
Concordo con Marco B. Se queste cose non ci vengono dette sui giornali e nelle riunioni non possiamo sognarcele. La tua ricostruzione mi pare seria e veritiera, al di là delle diverse opinioni nel merito delle scelte.
Scritto da Bianchi R. il 6/10/2009 alle 17:36
Si tratta di una analisi che mette in discussione la segreteria di Veltroni così come il modo in cui si è fatta (o non si è fatta) l'opposizione. Non è un punto di vista polemico di parte. Per questo lo accetto bene anche se io sostengo Franceschini. Caro Adamoli comportandoci in questo modo ci troveremo tutti a remare nella stessa direzione.
Scritto da C.B. il 6/10/2009 alle 20:25
Trovare l'organizzazione di partito che va bene per il prossimo decennio è difficile. Il PDL quando Berlusconi entrerà in crisi avrà lo stesso problema. Bersani ha qualche idea più chiara purché non ricalchi troppo la tradizione.
Scritto da Un PD di Milano il 6/10/2009 alle 21:36
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