Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/10/2009 alle 15:26

Nei giorni scorsi alcuni dirigenti del Pd hanno dichiarato che chi dice che la crisi è alle spalle è un criminale. Il pensiero va subito al governo in carica, ma anche qui in Lombardia l’ottimismo della maggioranza si spreca. La domanda è: perché questo atteggiamento? Negare che siamo ancora nel tunnel non vuol dire essere “anti-italiani”, ma al contrario cercare di non sprecare altro tempo prezioso. Non è questione di opinioni, ma di fatti e numeri. Cito solo alcuni dati diffusi dal gruppo Pd in Consiglio regionale nei giorni scorsi. La riduzione degli ordini per le piccole e medie imprese lombarde ha causato pesantissime ripercussione sull’occupazione: nei primi sei mesi del 2009 sono stati licenziati più di 31mila lavoratori e il tasso di disoccupazione è passato dal 3,2 al 5 per cento (ancora tutto sommato abbastanza buono in Lombardia). Nello stesso periodo si sono moltiplicate di più di quattro volte rispetto allo stesso semestre del 2008 le ore di cassa integrazione. Sono poi più di 50mila i lavoratori in mobilità, senza contare i più di 10mila precari che hanno perso il lavoro senza alcuna tutela.
Questo è semplicemente realismo. Le nostre proposte per affrontare in modo più severo le profonde difficoltà occupazionali sono cadute nel nulla e questa è semplicemente sottovalutazione delle reali condizioni economiche.

Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 8 commenti -
Senza contare le piccole imprese (artigiani e commercianti) che chiudono, o i liberi professionisti (architetti, avvocati e consulenti) che lavoravano presso grandi studi e che hanno perso il lavoro. Questi ultimi nemmeno risultano nelle statistiche (si parla di 300 mila i posti di lavoro a rischio in tutta Italia, e buona parte di questi proprio in Lombardia) ed essendo i più titolari di partita IVA nemmeno godono di ammortizzatori sociali: è la classe media che sparisce nell'indifferenza.
Scritto da Pino il 7/10/2009 alle 15:51
Negare la crisi = non affrontare i nodi della questione. L'unico strumento utilizzato è la cassa integrazione, istituto presente solo in Italia e che funziona per alcuni e su richiesta degli imprenditori, che mettono a carico della collettività il problema che li coinvolge (anche se a volte viene utilizzata strumentalmente). Serve una riforma degli ammortizzatori sociali e del mercato del lavoro. Sacconi per tagliare la testa al toro dice che non ci sono risorse (tanto la flessibilità l’ha già portata a casa) e Ichino può tranquillamente continuare a blaterare di modello Danese. Intanto abbiamo risolto il problema del precariato, li hanno lasciati tutti a casa! Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa! Ma quando affronteremo seriamente la questione? Dobbiamo aspettare Montezemolo?
Scritto da Lele il 7/10/2009 alle 16:08
Finché stanno rinchiusi nelle stanze dorate del Pirelli non possono capire la situazione reale.
Scritto da Lucky il 7/10/2009 alle 17:14
si facciano avanti i Galli...
Scritto da ema il 7/10/2009 alle 17:58
La crisi occupazionale la sentiremo di più nei prossimi mesi anche in Lombardia.
Scritto da Rotondi G. il 7/10/2009 alle 20:21
L'anno scorso un fratello in mobilità per Malpensa, da settimana prossima io sarò in cassa integrazione. Per fortuna la famiglia può provvedere per qualche tempo.
Scritto da Corvi M. il 7/10/2009 alle 20:25
Sicuramente c'è la crisi. Lor signori non la sentono perchè non hanno precari in casa e degli altri se ne freagano.
Scritto da Rossi T. il 7/10/2009 alle 21:45
Questa maggioranza non legge nemmeno un quotidiano Comunista come Il Sole 24 ORE dove spesso sono segnalate le, purtroppo, difficoltà dell'industria lombarda. Figuriamoci se ascoltano la minoranza!
Scritto da Penna 42 il 8/10/2009 alle 17:37
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