Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 18/11/2009 alle 09:46

Ho avuto molte sollecitazioni sul blog a parlare di Francesco Rutelli e del suo movimento Alleanza per l’Italia (Api). In fondo, mi dicono, tu avevi un buonissimo rapporto con Rutelli e Tabacci. Se è per questo non è cambiato niente, ma distinguo tutto questo dalla condivisione politica, come ho sempre fatto. Già negli anni novanta Tabacci era confluito nel centrodestra facendosi eleggere deputato ed io, rifiutando la stessa offerta, avevo aderito al Partito popolare e al centrosinistra.
Detto questo, cerco di sintetizzare e in pochi punti la mia posizione.
   - Sull’ idea di Pd - Negli anni scorsi avevo sostenuto la nascita del Pd perché mi ero reso conto che la specializzazione del lavoro fra Ds, che presidiavano la frontiera della sinistra, e Margherita, che presidiava quella del centro, non funzionava troppo bene. La loro sommatoria era insufficiente e lasciava ai margini persone, soprattutto giovani, che non volevano riconoscersi in uno dei due partiti. Era ben evidente che i Ds erano assai di più la continuità di Pci e Pds di quanto la Margherita non fosse la continuità di Dc e Ppi, ma la percezione era, più o meno, quella di due partiti che affondavano le loro radici nel secolo scorso.
   - Sul sistema politico Sono contrario al bipartitismo, come ho già detto tante volte sul blog. Credo però che l’idea bipolare (per noi un polo largo, ma con un unico progetto di governo), sia valida per l’Italia di oggi e di domani. Se molliamo su questo punto risorgeranno mille partiti con la conseguenza che nel Parlamento e nelle Regioni tornerà una frammentazione profonda e nociva. Sono per l’alleanza con i partiti di centro, ma questa deve essere dichiarata prima delle elezioni. Gli elettori hanno diritto di scegliere i governi e non solo  i singoli partiti che poi si riservano di avere mani libere sulla base delle convenienze. Se il centro, quale che sia, vuole questa libertà, sono del parere che non bisogna concedergliela.
   - Sul partito laico – La laicità è un problema serissimo di questo Paese. Ho difeso pubblicamente il diritto dell’On. Paola Binetti al voto di coscienza, ma dentro il partito c’è l’obbligo della discussione franca fino all’ultimo momento. Il vincolo di lealtà verso il partito non esclude, lo ripeto, il voto in dissenso, ma questo non può essere deciso fin da prima del confronto, che deve consistere nella potenzialità di convincere e di lasciarsi convincere. Questo naturalmente vale per l’On. Binetti, così come per l’On. Paola Concia.
   - Sull’identità – L’accusa a Bersani di avere già portato il partito a sinistra è prematura e finora infondata. Che cosa vuole dire? Che Bersani dovrebbe rinunciare ad essere di sinistra? È come se qualcuno si permettesse di dire a me che non devo essere un cattolico democratico. Il problema vero è di capire qual è la direzione di marcia. Se deve essere quella della socialdemocrazia di trent’anni fa, è chiaro che questo non sarebbe più il mio partito. Ma quali sono gli atti di Bersani che autorizzano questa diagnosi?
In conclusione sono per un partito che faccia sentire ciascuno di noi a casa propria, nel senso che le culture sono plurali, come si usa dire oggi. Plurali sì, ma dentro un’unica identità da costruire, come la democrazia, giorno per giorno. Identità che non può essere quella socialdemocratica del secolo scorso, ma nemmeno quella centrista e postdemocristiana. Questa è la ragione sociale del Pd.

Commenti dei lettori: 33 commenti -
Caro Adamoli, sei una persona "tutta d'un pezzo" e riconosciuta è la tua onestà intellettuale. Sai che cosa sentiamo dire, di te, nell'àmbito dei nostri amici? che il Pd, per te, va piuttosto stretto; forse condiziona, impone regole (ancora) ideologiche mentre ovunque si cerca autonomia intellettuale di poter dire, esternare... (cose che ben fai, del resto), senza timori riverenziali. Non ti par critica il nostro dir... è, anzi, un riconoscimento del tuo valore, oggettivamente. Ciao, Giuseppe!
Scritto da Amici (bustocchi e non) il 18/11/2009 alle 10:53
Oggi l'idea di un Centro, minoritario elettoralmente ma determinante, nell'equilibrio dei due poli, nelle scelte di Governo risponde ad un esercizio politico ed ad una necessità di visibilità personale . Io non ho sostenuto Bersani ma prima di accusarlo di sbandare troppo a Sinistra lo aspetto al varco delle scelte politiche e non degli organigrammi. Ho visto amici popolari essere estremamente di Sinistra e pari "diessini" troppo liberali in materia di pubblici servizi e wefare. Aspetto le idee.
Scritto da Nicola il 18/11/2009 alle 10:53
... Ovunque si cerca autonomia intellettuale di poter dire... ovunque dove amici bustocchi? Se c'è un posto, con tutti i suoi difetti, dove si può dire, a volte pure troppo, è proprio il PD. Adamoli ve lo spiega bene nel suo post e ci mette pure quelle regole che dovrebbero riguardare tutti quelli che ci stanno dentro. Cosa volete di più? Un Lucano....
Scritto da ale il 18/11/2009 alle 11:22
@ ale - Adamoli, lui, è un grande perchè si sforza di essere coerente. Noi crediamo alle persone, assai meno agli apparati, anche se queste persone sono costrette in qualche modo ad esserci e a restarvi. Ok a tutto quanto affermi, caro Ale, ma ricordiamoci, se permetti, al valore delle persone, della persona, che ha carisma, doti, virtù, pregi e che sovente viene "sacrificata" ai dettami del parito. Qualsiasi partito. Con simpatia: ciao!
Scritto da Amici (bustocchi e non) il 18/11/2009 alle 12:23
Questa complicata relazione fra buon rapporto personale e separazione politica è interessante e intrigante. Credo che sia necessario un pensiero forte per renderla possibile.
Scritto da Una cittadina cattolica il 18/11/2009 alle 13:00
Se gli amici bustocchi intendono dire che il partito qualche volta, anche a Varese, è asfissiante, affermano un fatto vero o verosimile. Per il resto il PD si è dimostrato democratico con le primarie.
Scritto da Rosa il 18/11/2009 alle 13:50
Davvero una buonissima chiarezza. Non condivido tutto. Sarei più severo con Rutelli ma i contenuti li sottoscrivo.
Scritto da Bottini. F. il 18/11/2009 alle 14:12
Finalmente uno che parla di Rutelli senza demonizzarlo o santificarlo ma dicendo semplicemente alcune differenze interessanti da conoscere e soppesare.
Scritto da Maroni L. il 18/11/2009 alle 14:25
Apprezzo le considerazioni di Adamoli, e, in larga parte le condivido.Su Rutelli non so cosa esprimere per quest' ultima ? sua scelta.Se intende rafforzare un centro democratico e che intende collaborare con i programmi del PD, ben venga.A proposito del PD, con Bersani presidente, scelto liberamente, non mi sembra abbia fatto scelte di sinstra ( finora) per il partito.
Scritto da bruna croci il 18/11/2009 alle 15:56
Molto convincente soprattutto la parte sul bipartitismo-bipolarismo e sulla necessità della scelta delle alleanze anteriormente alle elezioni.
Scritto da Osvaldo B. il 18/11/2009 alle 16:39
Da ex Margherita mi sento più rassicurato dopo il tuo post ma ho ancora dei dubbi. Non è tanto l'essere di sinistra di Bersani e di tanti altri che mi preoccupa quanto l'occupazione del partito degli ex DS. che si comportano come se il loro vecchio partito esistesse ancora.
Scritto da Lorenzo il 18/11/2009 alle 16:56
Condivido il commento di Nicola. Aspettiamo di vedere cosa farà Bersani poi decideremo. O c'è spazio per i cattolici democratici oppure dovremo cambiare aria. Ciò che fa Adamoli per me è importante.
Scritto da M. C. il 18/11/2009 alle 17:13
Ottime le righe finali, ma perchè questa fobia della socialdemocrazia? La precisazione successiva sul partito centrista però è molto rassicurante e anche coraggiosa da parte tua.
Scritto da Roberto il 18/11/2009 alle 17:39
La Binetti resterà nel PD o seguirà Rutelli? Mi pare che resti a sentire i giornali e allora le tue precisazioni sulla laicità sono molto importanti. Qualche volta dovrà anche accettare le decisioni della maggioranza.
Scritto da Montalbetti L. il 18/11/2009 alle 19:46
Ale ha ragione. Nel PD c'è una buona libertà. Quel che non va è una certa burocrazia che qui a Milano è troppo vischiosa. Questa è la tradizione della vecchia sinistra, se ho capito bene. Io sono giovane, il mio povero papà era un comunista che si sarebbe gettato nel fosso per il partito. Non me la sento di seguirlo su quella strada perchè è sbagliata.
Scritto da Niccolò B. il 18/11/2009 alle 20:22
Aspetto anch'io di vedere i risultati prima di giudicare il nuovo PD. Ho votato Marino alle primarie pur non essendo molto convinto. Solo che mi appariva il più nuovo. Però se considero come è fresco Adamoli mi rendo conto che l'età non è tutto in politica.
Scritto da Gianni il 18/11/2009 alle 20:50
Per me Rutelli ha tradito e nel peggiore dei modi. Aveva gà deciso tutto prima delle primarie.
Scritto da Un PD di base il 18/11/2009 alle 20:55
Pensare di tenere dentro nello stesso partito la Binetti e la Concia è una pia illusione. Io sono per la Concia. Rutelli? Meno male che se ne è andato.
Scritto da Renato Albini. il 18/11/2009 alle 21:49
Sono leghista ma non troppo nel senso che la voto perchè non ho trovato di meglio. Credo che non ce la farete a convincere artigiani e commercianti. Però se ci riuscirete non sarò scontento. Questo blog ogni tanto lo guardo perchè è molto libero.
Scritto da Un artigiano di Tradate il 18/11/2009 alle 22:03
Va bene la differenza fra bipartismo e sistema bipolare. Però aggiungi "per noi un polo largo", ma quanto largo. Così non si rischia di tornare al casino dell'Unione?
Scritto da Braga Giuseppe il 18/11/2009 alle 22:42
Sei sempre stato favorevole all'alleanza con il centro. Sei coerente, non c'è dubbio. Ma non è che in questo modo il PD rinuncia a rappresentare direttamente il centro come pure tu hai sempre sostenuto?
Scritto da Federico il 18/11/2009 alle 22:57
@ Roberto. Nessuna fobia della socialdemocrazia. Nei decenni scorsi ha ottenuto in Europa risultati importanti sul piano del lavoro, dei diritti, dell'ambiente. Ma gli stessi leader socialdemocratici riconoscono che quella fase si è completata. A parte questo, che è essenziale, non si può chiedere una omologazione simile a persone che hanno una cultura diversa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/11/2009 alle 09:06
@ Braga Giuseppe. E' una osservazione critica che mi merito. Quando ho riletto il pezzo mi sono accorto che il termine "largo" era andato oltre la mia intenzione. Figuriamoci se posso avere in mente una coalizione di 9/10 partiti come quella di Prodi. La condivione vera, sincera, profonda del progetto di governo è un requisito insostituibile. E questo ridurrebbe certamente la "larghezza" della coalizione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/11/2009 alle 09:12
@ Federico. Non c'è contraddizione fra il perseguire un'alleanza di centro e il volere rappresentare il centro (ceti medi, partite IVA, micro e piccoli imprenditori, incerti di ogni tipo) direttamente. Anzi, dal mio punto di vista in questo modo si sceglie un orizzonte chiaro e preciso: si diventa centrosinistra e si delimita a sinistra verso chi ha un'altra idea di società e di governo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/11/2009 alle 09:20
Credo che le persone che lavorano in Azienda, pubblica amministrazione tutti i giorni abbiano bisogno di un movimento, di idee che dia a loro la percezione di poter almeno indirizzare a risposte concrete che portino valore aggiunto. Se il PD va a sinistra, come mi è parso anche di capire in Lombardia alleandosi con SeL, molti popolari al suo interno come la prenderanno?
Scritto da Simone F. il 19/11/2009 alle 09:33
Bersani non ha altra strada che quella di provare a conquistare gli elettori moderati. Per fare questo dovrà separare i destini del PD da quelli di Di Pietro. Qui si capirà quanto è forte e autorevole il nuovo leader.
Scritto da Bassani L. il 19/11/2009 alle 10:21
La discussione su Rutelli mi pare molto teorica e poco pratica perchè io credo che la sua uscita sia solo un problema personale di visibiltà e fuori dal PD sono convinto non rappresenti nessuno, le elezioni a Roma lo hanno dimostrato. In quanto al peso negli organigrammi tra ex DS ed ex Margherita sto notando che a parte il segretario nazionale tutti gli altri posti ....ma non è un problema perchè finite le primarie siamo tutti del PD, o no?
Scritto da ZanVa il 19/11/2009 alle 10:24
Personalmente sono stato un attivista della mozione Marino. Però credo che ora sia inutile soffermarsi su chi come Rutelli non condividendo un progetto, decide di lasciare. La priorità ora per il nostro partito è ritrovare con la segreteria Bersani l'unità interna che ci renda autorevoli, credibili ed alternativi alla destra berlusconiana. Per farlo occorre non dovere parlare più di posizioni prevalenti...ma di posizioni ufficiali. Dobbiamo essere capaci di decidere con dei SI e dei NO chiari.
Scritto da Ernesto Zappone il 19/11/2009 alle 11:43
A ZanVa e anche ad Ernesto Zappone dico che è sbagliato trattare Rutelli con troppa sufficienza. Gente che guarda al suo movimento ce ne sarà tanta. Mettere in evidenza, come ha fatto Adamoli con correttezza e senza astio, i punti fermi da cui il PD non può arretrare è utlle per diminuire la tentazione di seguire Rutelli, me compreso, forse.
Scritto da Renato C. il 19/11/2009 alle 12:28
La mia non è sufficienza, so bene che sarebbe meglio unire che dividere e trovare sempre maggiori consensi ma,uno dei problemi è il continuo distinguersi, che non è ricchezza di dibattito bensì confusione, e gli elettori colgono questa difficoltà, una delle cose che ci viene sempre rimproverata è non andate neppure daccordo tra di voi....
Scritto da ZanVa il 19/11/2009 alle 12:52
Un cattolico democratico è certamente meglio di un comunista. Possibile lei non si renda conto che della sinistra non se ne può più. Invece di menare il can per l'aia con Franceschini, sarebbe stato meglio allora far combattere Bersani. Adesso è tardi. In questo periodo di grandi incertezze occorre una figura nuova che ispiri fiducia, pulita e combattiva, che ristabilisca quella linea di buon senso, andata perduta, oltre la quale si sappia di non poter andare.
Scritto da Clara il 19/11/2009 alle 13:07
Capisco ZanVa per un certo aspetto. Anch'io ho chiesto più unità, per esempio quando Veltroni e D'Alema litigavano furiosamente. Ma non è questo che stiamo facendo con questa discussione pacata e di buonissimo livello. Se scambiamo questo con i litigi interni, addio partecipazione e dibattito. "Credere, obbedire, combattere" non è l'insegna del mio partito e credo di moltissimi altri.
Scritto da Renato C, il 19/11/2009 alle 14:24
Caro Giuseppe, ci si conosce da tanti anni ormai. Sempre trovo nelle tue parole analisi lucide e pacate, chiare e tali da poter provenire da un uomo politico di statura nazionale. E' interessante e bello fare politica perchè ci si possa confrontare con persone come te. Bene. Un abbraccio.
Scritto da Andrea Antonini il 19/11/2009 alle 15:03
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