Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/1/2010 alle 10:59

L’intitolazione di una via o di un luogo pubblico a Bettino Craxi non è il modo migliore per una discussione pacata e positiva sulla figura di un politico controverso che ha comunque lasciato un segno importante nella nostra storia repubblicana. Non mi unisco al circo mediatico che in questi giorni sta facendo il suo show. Non lo chiamerò mai un “criminale latitante”, né giustificherò  la sua fuga dai processi.
Sono invece interessato ad un’operazione di verità sulla sua azione di socialista europeo, di statista (si, di statista) italiano. Aveva capito prima di tanti altri il nuovo che avanzava nella società e l’esigenza di una riforma profonda delle istituzioni  (la Grande Riforma) che ha poi ricevuto un no piuttosto pregiudiziale dal PCI e dalla maggioranza della DC, in parte perché non la condividevano e in parte per difendere rendite di posizione elettorale, tendenzialmente egemoniche a sinistra e al centro.
Ho nitido, per esempio, il ricordo del dibattito feroce in Lombardia a cavallo degli anni novanta sul destino urbano, produttivo e sociale della cintura milanese delle “ciminiere”. Era allora una questione di rilievo nazionale. Il PCI, salvo la componente migliorista (Cervetti, Corbani, Borghini) si ostinava a difendere il modello delle grandi fabbriche, sorpassato e incapace di dare risposte adeguate. La DC, ormai avviata verso la crisi e sempre sensibile alle posizioni del PCI, esitava a sostenere le spinte innovative e più moderne che caratterizzavano l’alleato socialista. Chiamato spesso ad intervenire in Consiglio regionale,  con il compito di mediare e cucire fra la maggioranza e l’opposizione comunista, sentivo e affermavo che avevano ragione i socialisti, come il futuro avrebbe dimostrato chiaramente. 
Ma certo il socialismo di Craxi è stato anche (in buonissima compagnia, però) un insieme di pratiche di potere illegali che la magistratura, con anni di ritardo e per questo senza troppi meriti, ha finalmente svelato. Era un “sistema”, diceva allora Craxi e ha ripetuto Ciriaco De Mita sul Corriere di qualche giorno fa. Non mi ha mai convinto questa tesi se non altro perché era troppo comodo  attribuire al “sistema” tutte le colpe a prescindere dalle responsabilità penali che sono sempre personali. E se era un “sistema” la politica doveva  cambiarlo e non adottarlo con una certa compiacenza. Craxi è stato uomo di governo importante e innovatore (non solo per Sigonella, gli euromissili e l’autonomia dagli USA). Ma chi parla di complotto della magistratura ai suoi danni è fuori di senno.
Quando, nel 2000, Mino Martinazzoli era candidato Presidente in Lombardia, gli avevo detto che l’impresa di vincere era impossibile senza il recupero dell’anima socialista milanese e lombarda. Ecco il mio grande rammarico. Le infinite autocritiche dei post comunisti (e in parte più contenuta dei democratici cristiani di sinistra) non sono finora bastate per coprire il vuoto di rappresentanza politica dell’eredità socialista. Elezioni regionali 2010, il nodo per noi del centrosinistra è in parte ancora questo.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 41 commenti -
Si può dire che la vicenda Craxi è andata come quella Alitalia-Cai. Ci è rimasta solo la bad-company, ovvero l'esplosione del debito pubblico causata dal sistema tangentizio. La parte sana, il riformismo politico, è andata tutta persa.
Scritto da Adriano il 12/1/2010 alle 12:01
Sguardo intelligente e onesto a quegli anni. Finalmente una analisi non da tifoso ma da persdona che parla con cognizione. Quanto mi dispiace che non ti candidi più in regione!
Scritto da Bortoluzzi il 12/1/2010 alle 12:03
Condivido Adriano e faccio i complimenti ad Adamoli per la forza persuasiva dei suoi articoli. Questa mattina in ufficio alcuni che avevano letto lo stesso articolo sulla prima pagina della Prealpina ne hanno dato un giudizio positivo, indipendentemente dal colore politico.
Scritto da Luigino R. il 12/1/2010 alle 12:20
Craxi Santo subito! No no scherzo, ho cominciato a leggere il post con il dente avvelenato ma ora devo dire che, per me, il Giuseppe ha ragione. Io ho iniziato a interessarmi alla politica proprio dopo Tangentopoli, volevo capire e cercare un riscatto per quegli ideali, che in qualche modo avevano cerato di trasmettermi i miei genitori, che vedevo gettati nel fango. Craxi ha avuto la damnatio memoriae, e credo non possa essere cancellata perché appunto si cadrebbe nella tesi del sistema e quindi dell’italianissimo e tentatore “colpa di tutti, colpa di nessuno”. L’insegnamento che ho tratto dall’epoca del Craxismo e dei governi del pentapartito è stato che l’Italia era una società ingiusta, ineguale, arretrata, che solo i furbi e i paraculi ce la potevano fare (e ce l’anno fatta). Non era colpa di Craxi, ma lui rappresentava bene il modello “Milano da bere”.
Scritto da Lele il 12/1/2010 alle 12:20
Ho visto ieri sera la trasmissione su Craxi di Rai2. In breve l'articolo traccia un commento abbastanza analogo che trovo fondato. Bello il passaggio sul "sistema". Non ho mai votato Adamoli ma adesso mi dispiace di non poterlo più fare, perlomeno per la regione.
Scritto da Armando il 12/1/2010 alle 12:26
Una lettura distaccata che fa perno sull'esperienza personale. Per questo lo ritengo un contributo importante. Le ultime righe esprimono una preoccupazione che tutto il centrosinistra dovrebbe avere in Lombardia.
Scritto da Rossini Giacomo il 12/1/2010 alle 12:41
@ Adriano. @ Bortoluzzi. In due intelligenti commenti, uno assai diverso dall'altro, è condensata la realtà oggettive di Bettino Craxi. Due aspetti del personaggio, due facce della stessa moneta. La moneta, ora, è ancora o fuori corso?
Scritto da Rosella e Carlo il 12/1/2010 alle 12:41
Concordo con Bortoluzzi. Il PD è matto a perdere uno come Adamoli. Dovete guardare fuori dal partito se volete i voti.
Scritto da Bianchi Giò il 12/1/2010 alle 12:46
Craxi era un anticomunista e ha pagato insieme a molti della DC. La magistratura non ha fatto complotti ma si è resa protagonista di un forte strabismo politico che ha risparmiato largamente il PCI.
Scritto da Gino Bucci il 12/1/2010 alle 14:36
In sostanza esalti il Craxi uomo di governo e condanni il Craxi uomo di partito che usava tutti i mezzi leciti e non leciti per farsi spazio. La doppia personalità politica non è una novità ne in Italia ne in Europa. E' una interpretazione che sta in piedi più di molte altre che ho letto.
Scritto da Giovannini P. il 12/1/2010 alle 15:11
Le tangenti "erano un sistema", giusto ma qui sta il punto, chi eresse a "sistema" una pratica diffusa che la politica quasi in toto legittimò fino a farla diventare un cancro tutt'altro che estinto della vita nazionale? Il craxismo diede in materia un bel contributo. Sono fuori discussione il valore e alcune intuizioni dell'uomo, resta però da capire come mai la sua caduta coincise con la scomparsa del Psi, dissolto nella galassia berlusconiana che non mi pare una compagine di riformisti
Scritto da cesare chiericati il 12/1/2010 alle 15:35
L'anticomunismo di Craxi e del suo PSI (vedi anche l'intervista della figlia al Corriere di oggi),al pari dell'antisocialismo del PCI,non si possono cancellare/dimenticare in breve tempo.Ci vorrà un'altra generazione!Del resto la figura è controversa e l'eredità socialista è transitatata perlopiù a destra/Berlusconi. Si.caro Adamoli,il nodo è ancora questo,in parte ma non vedo,a breve,sbocchi se non quelli -ripeto- del tempo: Complimenti per il resto.
Scritto da RAFFAELE il 12/1/2010 alle 15:40
Come al solito sincere ed intelligenti le tue riflessioni. C'è molto di vero nel tuo articolo, sopratutto la parte finale...dove sono i 5 milioni di voti del PSI del '92.? Se i tuoi lettori ,che sovente non condivido, avranno il coraggio di rispondere alla domanda....si chiariranno molti perchè. Sopratutto perchè non c'è speranza per la sinistra italiana. Auguri per il nuovo anno. Cordialmente Fabrizio Piacentini-
Scritto da Fabrizio Piacentini il 12/1/2010 alle 15:48
@ Gino Bucci. "Strabismo": una felice espressione che tanti dicono storicamente oggettiva: Craxi forse ha pagato più di tanti altri, anche se è stato causa del proprio...male. Tuttavia non venne fatta "pulizia" a 360 gradi ed è il rimpianto di tanti che si aspettavano un più vasto, credibile e coerente "repulisti" di tanta corruzione che foraggiava personaggi e partitocrazia. Oggi poi si vuole inserire nella toponomastica il suo nome (già presente in varie località): la controversia continua...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 12/1/2010 alle 16:18
@ Lele. Un commento che esprime passione e sincerità di ideali, di intenti, di impegno politico e sociale. Certo, gli insegnamenti e l'esempio del passato recente non sono edificanti e giustificano in pieno la tua analisi dei fatti. E' forse passato quel periodo intenso di Tangentopoli, ma, nei fatti, è passata anche l'ideologia politica, che non esiste più, pare, in nessun partito. Che insegnamento trarre per la vita di oggi dove tutto sembra un (ri)mescolamento generale di forze, idee...?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 12/1/2010 alle 17:39
io mi ricordo fior di incheste del giudice Nordio, e Greganti nove mesi in galera per "invogliarlo" a confessare. alla fine, nulla di nulla. o ricordo male io ? se poi questo "erano tutti uguali" serve a placare 18 anni dopo, animi rimasti non pacificati, allora lo dico anch'io : "eran tutti uguali"...ma sia chiaro che non ci credo. quanto a craxi, Sofri ha ragione, in parte...ma a lui si deve Berlusconi (ricordate il decreto ?) e questo supera qualsiasi riformismo, peraltro non riuscito....
Scritto da marco il 12/1/2010 alle 17:41
Articolo che si sforza di essere oggettivo e che ci riesce per quanto si possa esserlo in una materia ancora incandescente. Bella la riflessione sulla cintura milanese che altro non era che un modo per affrontare il "nuovo modello di sviluppo" di cui si parlava giustamente a quel tempo.
Scritto da Il pirata il 12/1/2010 alle 18:04
Marco, forse ti riferisci a me. Non ho detto che il PCI non sia stato colpito, ma certamente lo è stato meno degli altri partiti. Non vorrai negare che una parte della magistratura sia "rossa", spero.
Scritto da Gino Bucci il 12/1/2010 alle 18:15
Mi aspettavo un "pezzo" di Adamoli su Craxi. Anch'io come Armando non l'ho mai votato. Quando c'era la DC non avevo l'età, poi ho votato di tutto in modo contraddittorio. Anch'io come Armando adesso lo voterei con convinzione.
Scritto da Giovane senza partito il 12/1/2010 alle 18:19
Fabrizio Piacentini, forse ex socialista, mette anche lui il dito sulla piaga. Dove sono finiti i milioni di voti socialisti? Le ultime righe dell'articolo invitono a riflettere, noi semplici elettori ma soprattutto il PD che ha delle belle responsabilità nell'aver lasciato quasi tutto questo patrimonio a Berlusconi.
Scritto da Ex socialista il 12/1/2010 alle 18:25
Non sono nemmeno io favorevole ad una via o piazza Craxi. Sul resto discutiamo. La base offerta dall'articolo è ottima, ci sono i vari chiari e scuri della vita di un leader della sinistra. Solo gli sciocchi possono o solo condannare o solo esaltare un personaggio così.
Scritto da Giovanni M. il 12/1/2010 alle 19:29
Interessante il confronto fra i tre partiti DC-PCI-PSI. I socialisti appaiono essere gli anticomunisti, i DC sono alleati col PSI ma cercano di non scontentare il PCI. In fondo è un triangolo instabile che però ha retto per molto tempo. Niente a che vedere con il bipolarismo muscolare di oggi.
Scritto da Piero C. il 12/1/2010 alle 21:29
D'accordo con Bortoluzzi e Bianchi Giò. Credo che sia stato un errore il ritiro di Adamoli dalla regione.
Scritto da Giacomina il 12/1/2010 alle 21:31
La DC aveva dietro i grandi apparati dello stato. Il PCI aveva alle spalle l'Unione Sovietica. E' così che comincia a costituirsi il "sistema". Un errore che Craxi pagherà caro ma le sue intuizioni, come lascia capire bene l'articolo, sono state utili per l'Italia.
Scritto da B.C. il 12/1/2010 alle 22:18
Craxi è stato anticomunista e nel medesimo tempo uomo di una sinistra moderna. L'episodio della cintura milanese delle fabbriche (grazie Adamoli per averlo ricordato) è sintomatico del nuovo modello di sviluppo che il PSI voleva per l'Italia.
Scritto da Ex socialista senza partito il 12/1/2010 alle 22:23
@ Giacomina (e tanti altri). Anche se fuori tema: Non rassegnatevi, Adamoli ci sta riservando qualche bella sorpresa... Intanto c'è e teniamocelo per la saggezza, onestà intellettuale, imparzialità che dovremmo sforzarci di imitare e di proporre a tanti altri politici (e non) di tutti gli schieramenti. Solo che, a nostro modesto avviso, ogni "accasamento" va sempre stretto a "gente come lui". E per fortuna che è così!
Scritto da Rosella e Carlo il 12/1/2010 alle 22:23
Se il PD ragionasse così molti che votavano socialista oggi voterebbero PD. Perchè non intervengono gli ex diessini su questo articolo? Caro Adamoli non vorrei che tu fossi una mosca bianca nel PD. Pensaci bene.
Scritto da Rossini Giocomo il 12/1/2010 alle 22:54
invidiabile sintesi su un tema supercomplesso. in 550 caratteri dico che: - ok, dopo 10 anni è ora di fare la pace con la storia di Craxi, che fu altro da quanto vorrebbero sia gli 'irriducibili, sia gli 'intitolatori dell'ultima ora' . Lo considerai sempre un avversario, ma politico; - non so se i conti con l'elettorato socialista passano + da Craxi. Il craxismo aprì una "via culturale" contigua al berlusconismo che trovò impreparata la sinistra: ora dopo 20 Bersani ci prova, ci vorrà tempo
Scritto da roberto caielli il 12/1/2010 alle 23:16
Berlinguer era un leader onesto e moralmente rigoroso ma Craxi ha avuto ragione sulla scala mobile, sull'Europa, sul distacco dalla Russia. Si è macchiato di colpe gravi sul piano dei finanziamenti illeciti ma il giudizio storico non può fermarsi a questo.
Scritto da Antonio S. il 12/1/2010 alle 23:37
Mah, Gino, io penso che sia stato meno colpito perchè era meno colpibile. E la magistratura che si occupo del PCI non si poteva certo definire "rossa" (Nordio, Titti parenti) ma non arrivò a nulla lo stesso. se si crede alla legge, le sentenze fanno testo. se no, anche le simpatie, per cui "a voi non vi hanno preso perchè vi hanno graziato". ognuno può credere a ciò che preferisce, insomma. con questo non voglio ridurre la storia degli ultimi 10 anni del pentapartito a corruzione, ma neanche
Scritto da marco il 12/1/2010 alle 23:46
credere all' "erano tutti uguali", perchè non fu vero. chi era già grande prima di tangentopoli, se lo ricorda bene...alcuni partiti erano diventati oggetto di canzonette e di barzellette, e di satire politiche. tangentopoli non fu un fulmine a ciel sereno, che nessuno si aspettava. indicare il crollo di quel sistema come un complotto di alcuni giudici vuol dire non capire le cause storiche di quel crollo, secondo me .
Scritto da marco il 12/1/2010 alle 23:51
@ Gino e altri. D'accordo. Craxi, Tangentopoli, Mani Pulite... un periodo storico che si è concluso e che ha appassionato gli onesti di tutt'Italia. Una semplice, modesta, umile riflessione che molti si fanno: nella sostanza dei fatti, oggi, quel sistema storicamente "istituzionalizzato" della partitocrazia, è morto, sepolto e riposa in pace? Dall'insegnamento del passato è nata una nuova cultura di moralità e di trasparenza? Questa sarebbe la vera eredità, di tutti gli onesti.
Scritto da Carlo l'idealista il 13/1/2010 alle 09:33
L'articolo di Adamoli è chiaro, benchè sintetico, anche sui problemi trattati da Marco e Gino. Non erano tutti uguali e il sistema non poteva essere una giustificazione per gli atti illeciti. Mi pare una conclusione soddisfacente.
Scritto da Garofani il 13/1/2010 alle 10:06
In quegli anni assistemmo a un tentativo di putsch orchestrato dalla sinistra. Il proteiforme sistema democratico voleva tagliare una delle sue tante, mostruose teste e l'Italia sarebbe diventata comunista, se bene alla amatriciana. L'effetto che sortì da tangentopoli fu però diverso da quello sperato: favorì lo sdoganamento della destra (?) di Fini e dette le ali al fenomeno Berlusconi. Come dire, di Male in Male in Male in Male in Male ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/1/2010 alle 11:09
La questione PCI-PSI ripropone una diatriba politico/culturale che solo il tempo e nuove generazioni supereranno. Gli ex socialisti passati a destra con Berlusconi sono gli stessi ex anticomunisti e non cambieranno mai idea (vedi Piacentini) neppure se Bersani andasse in convento! Sono passati 20 anni dal muro di Berlino e ogni rincorsa è vana,caro Adamoli,qui apprezzato perchè ex DC.Del resto,io ex PCI avversario di Craxi e del PSI sarei ipocrita a riabilitarlo adesso solo perchè è morto.
Scritto da ex votantePCI,PDS,DS ora PD il 13/1/2010 alle 11:31
Sono d'accordo con Adamoli sui 2 aspetti di Craxi: il politico innovatore e l'uomo di partito che come innovazione ha introdotto l'utilizzo sistematico della corruzione a tutti i livelli. Io da socialista con l'avvento di Craxi smisi di votare PSI (votai radicale o verdi, ora PD). E per me il secondo aspetto, quello della corruzione sistematica a tutti i livelli, uccide i meriti dell'uomo politico. Un po' come per Pantani, un campione non vince drogandosi e non muore per droga.
Scritto da Riccardo Demaria il 13/1/2010 alle 12:31
In un passaggio del suo articolo Adamoli di che le pratiche di potere preesistevano a tangentopoli e che la magistratura non ha molti meriti perchè è intervenuta troppo tardi. E' una opinione molto onesta che risponde ad alcuni commenti fatti.
Scritto da Ilaria il 13/1/2010 alle 12:57
Quanto espone Filippo Valmaggia può offrire una chiave di lettura oggettiva, che spiega, rendendo plausibilissimo, il prima e il dopo. Interessante.
Scritto da Robecco sul Naviglio il 13/1/2010 alle 13:22
@ Riccardo Demaria. Un finale splendido il tuo commento. Da rileggere e meditare, a conclusione di un giudizio che esprime in forma asettica e di cruda verità il confronto di due personaggi. Comunque personaggi. Anche nell'epilogo della loro intensa, personale sofferenza di umanità.
Scritto da Rosella e Carlo il 13/1/2010 alle 14:21
Il tema delle generazioni che devono cambiare per sanare le divisioni del passato è ricorrente. Ma io non mi voglio rassegnare a tempi così lunghi perché, in questo caso, in Lombardia continueremmo a perdere. Forse sarebbe sufficiente, da parte di tutti i protagonisti coinvolti nella vicenda, portare alle logiche conseguenze le autocritiche di questi anni per creare un nuovo scenario politico più gratificante e vincente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2010 alle 14:26
Sono trascorsi tanti anni da quei fatti. Credo ci si debba domandare perché non sia ancora possibile vedere, e studiare, quei fatti e quelle figure politiche in una prospettiva storica e piuttosto prevalga tuttora la polemica accesa tra opposte fazioni.Aggiungo: Craxi certo non era un populista, e nemmeno voleva esserlo, perciç non credo si debba assimilare lui e la sua politica al cosiddetto "berlusconismo". Saluti.
Scritto da Carlo il 18/1/2010 alle 11:53
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