Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 29/1/2010 alle 10:38

Ho letto che in alcune interviste nei giorni scorsi Paola Binetti (la cui intelligenza stimo molto anche quando dissento) parla di una «difficilissima coesistenza nel Pd dei cattolici e della sinistra». Che lei senta disagio è noto e mi dispiace, ma non è di questo che desidero parlare oggi. Vorrei far notare alla Binetti, a cui invierò questo breve post e che qualche volta mi legge, che è sbagliato mettere sullo stesso piano cose, concetti, dimensioni culturali e sociali così diverse. La “sinistra” è una categoria politica già difficile da definire in se stessa, anche quando si fa riferimento solo al Pd. I “cattolici” non sono per nulla assimilabili ad una categoria politica. Il pluralismo è un carattere forte e ineliminabile della loro presenza politica. I valori sono gli stessi, però sono tradotti in pratica in modo differente secondo la formazione culturale, le esperienze di famiglia, le condizioni di ambiente, di vita e di scuola. Storicamente abbiamo avuto i cattolici intransigenti e quelli non intransigenti, i cattolici democratici e popolari, i cattolici liberisti (non libertari certamente) e così via. Si possono delineare i contorni di questi gruppi sociali poiché storicamente si sono realizzati. Non si può però chiedere a qualcuno di optare fra l’essere cattolico o di sinistra e a qualcun altro di optare fra l’essere cattolico o di destra.
Cara Paola, perché fare certe generalizzazioni? È meglio parlare concretamente, come fai anche tu, di concezione della famiglia, di tutela della vita, di educazione scolastica, di lotta alla povertà, di accoglienza e di integrazione degli immigrati e qui esprimere le idee e misurarsi laicamente con quelle degli altri.

Commenti dei lettori: 27 commenti -
Giuseppe, sposo in pieno il tuo pensiero su questo spinoso tema. Binetti volutamente si dimentica che di cattolici a sinistra, anche sinistra extraparlamentare, ce ne sono stati molti, il comunista Vendola per citare il piu' attuale. E ce ne saranno sempre. Come ce ne sono stati molti che hanno appoggiato il fascismo e le leggi razziali. Quindi non "cattolici o sinistra", ma cattolici di destra, di centro e di sinistra. E se lei si sente piu' a destra del PD vada a destra. Ma non cerchi scuse.
Scritto da Riccardo Demaria il 29/1/2010 alle 11:46
Giusto dialogare con la Binetti anche se è ormai pronta a lasciare il PD. Anzi forse proprio per questo. I chiarimenti contenuti nel post sono chiari e condivisibili. Purtroppo si fa sempre una grande confusione quando si parla di problemi complessi.
Scritto da Sergio M. il 29/1/2010 alle 12:00
E' vero, spesso si parla dei cattolici come se fossero qualcosa di omogeneo, facendo un grave errore. Meglio parlare dei problemi e delle scelte concrete.
Scritto da Un aclista il 29/1/2010 alle 12:04
Uno spunto naturale dal tuo post. Quanta gente, caro Adamoli, ma proprio tanta, rimpiange il fatto che non ci sia più il partito della Democrazia CRISTIANA. Molti hanno identificato in quell'aggettivo la "messa al sicuro" del loro sentirsi cattolici. L'Udc di Casini ha pressochè in esclusiva i voti di questo "zoccolo duro" (?) di cattolici. Il nostro non è un giudizio ma la oggettiva constatazione di tanta gente, certo non giovanissima, ma anche di tanti giovani, che verifichiamo sovente.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 29/1/2010 alle 12:10
L'errore della Binetti, che anch'io apprezzo per la sua attività a favore della vita, è concettuale. Mescola e confronta cose non comparabili. Resta però il problema dello spazio reale che la cultura sociale cattolica può avere nel PD. Che è altra cosa del dire "i cattolici e la sinistra" come se fossero due entità diverse e quasi inconciliabili.
Scritto da Botti M. il 29/1/2010 alle 12:10
Oggi in una rassegna stampa radiofonica si commentava il recentissimo invito del card. Bagnasco che parlava a nome della Cei in materia dell'impegno dei cattolici in poltica. E si ricordava che c'è stata una "diaspora" dei cattolici, dopo la scomparsa della storica DC: cattolici "adulti" a sinistra, cattolici a destra, cattolici al centro. Che ci sia, più o meno esplicitamente, il desiderio di riunire i "dispersi" in un unico partito? Quale? Un nuovo partito? O che altro?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 29/1/2010 alle 12:21
Il problema di tanti cattolici, "ospitati" (provvisoriamente?) nei vari partiti, sta emergendo sempre più. Binetti, certo. Poco tempo fa esponenti cattolici eletti nel Pd sono confluiti nell'Udc che continua a raccogliere consensi, adesioni e voti. Dialogo con tutti, certo. Ma poi resta, nuda e cruda, la concretezza di COME votare, degli eletti cattolici e, soprattutto, dei cittadini cattolici, fra l'altro sempre più perplessi di alleanze e "giochi" politici complicati e contradditori.
Scritto da Rosella e Carlo il 29/1/2010 alle 12:54
Il punto di vista della Binetti è molto prepolitico. In realtà da una disamina attenta della storia italiana emerge che perfino prima della DC, ma soprattutto dopo la DC, la minoranza cattolica che si occupa di politica si è distribuita in tanti rivoli. Credo che nessuno possa dare giudizi che vadano oltre il merito delle cose fatte e delle scelte compiute. Questo è un modo laico di agire che deve valere per tutti indipendentemente dal credo religioso.
Scritto da Sommaruga Giuseppe il 29/1/2010 alle 15:09
Perchè queste considerazioni si possono leggere solo su questo blog? Partecipo alle attività del PD da un paio d'anni ma sono di una noia terribile. Qui c'è fermento e confronto aperto. Io partecipo poco perchè sono ancora impreparato. Ieri ho letto delle parole interessanti di Fiori che mio padre conosce e di cui parla bene. Spero che la discussione continui qui e che anche il mio partito si dia da fare.
Scritto da Giovane PD il 29/1/2010 alle 15:17
Semplicemente per dirti, caro Giuseppe, di continuare con queste riflessioni. Secondo me anche chi non è d'accordo apprezza queste discussioni di cui c'è bisogno come dimostra il commento del giovane PD.
Scritto da Piergiorgio il 29/1/2010 alle 15:33
Caro Adamoli, tu sai quanto ti stimo ma su questo punto sono più d'accordo con la Binetti. Il sentire cattolico non è naturalmente di sinistra. Sono convinto che anche tu prima o poi tornerai al centro e io ne sarò felice.
Scritto da G.L. C. il 29/1/2010 alle 15:49
La Binetti quando esprime il suo disagio è perchè si misura proprio sui problemi concreti e avverte una certa diffidenza all'interno del Pd nel portare avanti i valori in cui crede. Le mediazioni che vengono offerte sono tali da non poterle accettare per la Sua coerenza. Meglio essere in un gruppo culturalmente omogeneo e da lì misurarsi laicamente per non essere emarginati. La scelta dove stare anche per portare avanti gli stessi valori è importante per non annacquarli prematuramente.
Scritto da pensionato il 29/1/2010 alle 16:23
@ Un aclista. Tutto quanto ruota attorno al mondo cattolico diventa di interesse politico (Acli, per esempio, o anche Caritas, infinite associazioni di impegno e carattere sociale diffuse a livello nazionale, ma anche gruppi locali attivi nelle parrocchie, decanati, diocesi...): i cattolici sono protagonisti (anche) in campo sociale. Tutti insieme una grande forza di riconosciuto impegno concreto. I problemi cominciano quando si va in politica. Ergo: la politica divide una grande forza.
Scritto da Impegno cattolico il 29/1/2010 alle 17:26
Fai bene a dialogare con la Binetti come con altri. Guai a mollare sulla capacità di stare insieme.
Scritto da Lucky il 29/1/2010 alle 19:12
Botti M. centra il problema. Resta davvero la questione di quanto il PD sia un partito capace di accettare e valorizzare culture diverse.
Scritto da Giampiero B. il 29/1/2010 alle 19:15
Alcuni rimpiangono, si dice, la scomparsa della DC ma, a quanto pare, c'è chi considera l'UDC non tanto come Unione di centro ma come Unione Democrazia Cristiana cui sembrano "tendere" molti (?) cattolici nei vari partiti. Dialogare con tutti serve per la dialettica politica ma sta emergendo piuttosto consistente il problema di identità dei cattolici, soprattutto dopo il recente messaggio ufficiale della CEI a tutti i cattolici, ovunque schierati politicamente. Adamoli, che ne pensi?
Scritto da Rosella il 29/1/2010 alle 20:19
Piergiorgio esprime un concetto che sottoscrivo. Queste riflessioni che fai sul blog per quanto brevissime sono utili e incisive. Non importa quanta condivisione raccolgano e quanta critica. Bisogna tenere viva l'attenzione sui problemi delicati, poi le analisi più ampie si fanno con altri strumenti.
Scritto da Bortuluzzi il 30/1/2010 alle 09:52
Ottimo commento, ma perchè uno come te ha finito in regione? Perchè non sei mai andato a Roma che saresti stato uno dei parlamentari migliori? Che cosa hai intenzione di fare in futuro?
Scritto da Bianchi Cesare il 30/1/2010 alle 10:29
Coloro i quali intendano propalare le loro concezioni cattoliche attraverso organizzazioni politiche, dimostrano di considerare strame i loro elettori e la comunità nazionale. Personaggi privi di scrupoli riducono la religione a strumento dei propri interessi politici. Questi miserabili giustificano così le loro manovre; spudorati politicanti che chiamano il mondo a testimonio della giustezza del loro agire in nome della Chiesa.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/1/2010 alle 11:42
(segue commento precedente) I partiti politici non devono avere nulla a che spartire con materiale religioso. I cattolici, o altri serventi le diverse confessioni, utilizzino gli istituti del loro Credo per danneggiare la comunità. Non si può servire due padroni. La democrazia, che ha per vocazione il disordine, consente e incoraggia questo stato di cose e i politici, che si ammassano in partiti senza direzione, sembrano pecore impazzite in un campo privo di cani pastore.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/1/2010 alle 11:43
L'attenta, chiara, provocatoria esposizione di Filippo Valmaggia, opinabile e soggettiva la sua parte, merita un adeguato dibattito o contradditorio che amplifica e focalizza il tema che accomuna ogni commento sul rapporto religione-politica. Sembra infatti che il "nocciolo" della questione sia proprio l'aspetto ideale di un credo religioso quando deve, o dovrebbe, concretizzarsii nella realtà sociale, soprattutto politica. Di attualità, di polemiche e contrapposizioni coinvolgenti.
Scritto da Carlo A. il 30/1/2010 alle 12:37
Bravo Valmaggia... " la democrazia ha per vocazione il disordine ". Attenti, saluto fascista e eia, eia alalà :
Scritto da Asdrubale il 30/1/2010 alle 14:30
Mi associo alle domande, per ora senza risposta, di Cesare. Riterrei strano che Adamoli non abbia progetti ma su questo non dice niente, è reticente. Credo che i tantissimi frequentatori del suo blog, del suo partito oppure no, abbiano questa curiosità. Anche io, che sono di Milano, vorrei sapere qualcosa di più.
Scritto da Il pirata il 30/1/2010 alle 15:27
Il Card. Tettamanzi a Varese è stato molto chiaro: i cattolici possono stare in tutti gli schieramenti. L'importante è la loro testimonianza di valori e principi nella vita di tutti i giorni.
Scritto da Gloria S. il 30/1/2010 alle 15:35
Mariuccio Bianchi, che spesso scrive i suoi commenti sul blog, mi ha inviato uno scritto interessante sul PD. L'ho inserito nel sito e potete leggerlo a questo indirizzo: http://www.adamoligiuseppe.it/stampa/view/400
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/1/2010 alle 17:18
@ Gloria S. Tettamanzi invita alla coerenza e alla testimonianza CRISTIANA nella quotidianità di tutti i giorni. Se poi, come tu dici, egli afferma che in politica il cattolico può stare dove gli pare, beh, siam tutti felici e contenti. Inutile continuare a disquisire di Binetti, Carra, o di alleanze e coalizioni politiche. Quello che sembra importante è ben altro, dice Gloria che dice che il cardinale dice...
Scritto da Parole e fatti il 30/1/2010 alle 17:52
Come Il Pirata e Cesare vorrei anch'io conoscere i progetti di Adamoli. Non voglio credere che non abbia in mente cosa fare quando non sarà più, purtroppo, consigliere regionale.
Scritto da Montalbetti il 31/1/2010 alle 12:19
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