Imperversa il doppio incarico parlamento-enti locali. Soltanto in Lombardia ci sono Daniele Molgora (Lega), sottosegretario all’economia e presidente della Provincia di Brescia; Adriano Paroli (Pdl), deputato e sindaco bresciano; Ettore Pirovano (Lega), anch’egli deputato e presidente della Provincia di Bergamo. Cito solo i più importanti. Dopo le elezioni del 28 e 29 marzo, rischiamo di avere Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture, come sindaco di Lecco (oltre al ministro Renato Brunetta sindaco di Venezia ed altri).
Il sistema delle incompatibilità della Regione è molto più rigido: nessun consigliere e nessun assessore può sedersi in Parlamento e può essere eletto sindaco nemmeno di un piccolissimo comune. È ben vero che il grado di interrelazione delle autonomie locali con la regione è più alto di quello con il parlamento, ma mantenere due incarichi di questa portata significa non svolgere bene né l’uno né l’altro. Ciò che il sindaco-parlamentare è più incline a trascurare, o a delegare, è la mole di rapporti con i cittadini, le associazioni, le organizzazioni comunitarie. In realtà questa osmosi è la sostanza stessa della carica di sindaco. Ne va della conoscenza dei problemi e della capacità di affrontarli e risolverli. Solo un’interpretazione burocratica e di potere può mettere in ombra queste obiezioni.