Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 10/3/2010 alle 10:47

La protesta, le denuncia, la rabbia, lo sdegno. C’è tutto in queste ore dalle nostre parti. Il decreto elettorale che il governo ha varato venerdì contiene qualcosa di barbarico che fa ribollire gli animi di tutti noi e induce perfino uno come me a rovistare nell’armadio per vedere se per caso da qualche parte c’è una cravatta viola. Poi però c’è la politica, che induce a pensieri più calibrati. E c’è l’idea che soprattutto di questi tempi, buttati per aria tutti i parametri, la misura è tutto. È la cifra della nostra virtù e forse anche il metro della fortuna che ci può arridere.
Io mi sono fatto l’idea che il Cav stia pensando ancora una volta di ricorrere alla sua arma più affilata: la dismisura, appunto. Una campagna velenosa, esagerata, tutta sopra le righe deve sembrargli ormai l’unico modo per rianimare la sua politica e il suo governo che sono esangui. Quanto più gli offriremo il destro di una battaglia campale, tanto più gli riuscirà di chiamare a raccolta le sue truppe nascondendo per quanto è possibile la imbarazzante pochezza di molti dei suoi candidati e la ancor più imbarazzante pochezza dei risultati della sua azione di governo.
Questo non significa che ci dobbiamo far intimidire . Né che dobbiamo protestare flebilmente , sottovoce, quasi con imbarazzo. Tutt’altro. Al governo e alle sue forzature dobbiamo una risposta forte. Ma la forza che il Pd può mettere in campo in campo è soprattutto, insisto, il suo senso della misura (e delle istituzioni). Contrastare l’arroganza di Berlusconi sparando contro il capo dello Stato è un non senso. E difendere il capo dello Stato, la sua funzione di garanzia, scendendo in piazza a fianco di chi ne chiede la messa in stato d’accusa è un controsenso non da meno. (Quanti hanno incensato Di Pietro meno di un mese fa per la “svolta di Salerno” sono pregati di prendere atto).
Berlusconi, ancora una volta, vuole portarci lì. Lui è maestro di radicalizzazione politica ed elettorale. Vuol rappresentare agli occhi del Paese due scalmanate tifoserie intente a darsele di santa ragione. Capisco l’istinto di rispondergli per le rime. Ma la ragion politica esige di lasciarlo da solo a giocare il derby con se stesso. Noi dobbiamo disputare un’altra partita, in nome di altre regole. E dobbiamo farlo col garbo che si addice ad una grande e democratica forza di popolo.

Questo pezzo è di Marco Follini. Avrei potuto scriverlo (meno bene) io stesso tanto lo condivido.

Commenti dei lettori: 32 commenti -
Capisco che questa è la linea giusta ma per il vecchio partito della sinistra andare in piazza era la regola. Col drappo rosso di Berlusconi agitato davanti ai nostri occhi chi ci ferma più? Per te, per voi, è diverso, è più facile parlare così.
Scritto da Pietro.D. il 10/3/2010 alle 11:29
Sono d'accordo. Di Pietro ci porta fuori strada. Dobbiamo essere sempre un partito riformista, non a corrente alternata. Prendersela con Napolitatno è l'ultima cosa che dobbiamo fare.
Scritto da Giorgio F. il 10/3/2010 alle 11:37
Ma perché vuole anche questa volta assurgere Follini a guru del centrosinistra? Abbiamo già Letta, suo fac-simile! Non entro nel merito dei parametri e delle virtù di Follini ma mi soffermo sulla misura “quale metro della fortuna che ci può arridere”. Ho capito bene: più sei misurato, più sei fortunato? Cosa vuol dire essere fortunati in politica? O, addirittura, essere fortunati perché si è stati misurati? Una risposta mi viene ma, per educazione, la tengo per me. Cordialità.
Scritto da asfodelo1964 il 10/3/2010 alle 13:17
In Follini c'è qualche enfasi di troppo ma condivido il punto centrale del ragionamento. La radicalizzazione premia solo Berlusconi.
Scritto da Bianchi C. il 10/3/2010 alle 13:51
Secondo me fare bene a insistere su questi punti. Il grosso del partito organizzato non vi seguirà mai però potete riequilibrare lo strabismo verso la piazza usato come se fosse risolutivo.
Scritto da Un PD traballante il 10/3/2010 alle 13:54
Di Pietro ci porta fuori strada ? In parte è vero, dunque evitiamo questo errore. Ma Il Presidente della Repubblica dovrebbe licenziare tutto il suo staff di uomini addetti al servizio legale-costituzionale. E' bastato un semplice TAR ( quello del Lazio che in passato ha collezionato gaffe stratosferiche ) a ricordare che la materia elettorale è di spettanza delle Regioni che hanno legiferato in proposito. Certe cose dobbiamo dirle. E' un modo per essere vicini al nostro Presidente e sostenerlo.
Scritto da A. Vaghi il 10/3/2010 alle 14:00
Le prime notizie che arrivano dalla conferenza stampa del capo del governo confermano questa interpretazione ... ciò non toglie che la "misura" possa essere esercitata anche indossando una cravatta viola.
Scritto da Giacomo il 10/3/2010 alle 14:04
Nobile battaglia la tua ma temo persa in partenza. Però non mi piace più il centrodestra. Se Bersani tenesse la barra su una politica concreta e pragmatica lo potrei forse votare anche se, purtroppo, non ci sarai tu. (Così accontento Ambrogio V.)
Scritto da Bianchi Giò il 10/3/2010 alle 14:15
Ho capito, un dubbio però rimane, ma è così sbagliato andare in piazza? Se lo si fa attaccando il Presidente della Repubblica e insultando gli avversari lo è di certo. Se invece si fa una manifestazione per dire cosa pensiamo e in cosa crediamo, non vedo cosa ci sia di male. Se poi dovesse servire per segnare una "diversità" (così vituperata e irrisa).... non ci vedo niente di male. Niente battaglie campali ma un'iniezione di "anima" popolare in una politica che ormai tutti schifano. Scusate ma perché uno dovrebbe votare PD, perché fa politica con garbo? Il garbo con cui il Governo rifiuterà l’allungamento della CIG? Prego chiedere a Follini di passare in Lombardia a parlare con i lavoratori che votano la Lega, potrebbe essere educativo e … garbato.
Scritto da Lele il 10/3/2010 alle 14:28
Si può essere moderati tra persone civili, non con chi ti prende a insulti e bastonate (mediatiche) dalla sera alla mattina. Solo la presenza di uno stato di legalità consente di opporsi ai soprusi, ma ce lo stanno togliendo un pezzo ogni giorno, questo salvagente dai prepotenti e dai tiranni. Reagire con fermezza assoluta è l'unica risposta a questo bullismo e ben ricordo le vuote parole che a scuola non fermavano i bulli nella mia classe. Di Pietro ci ricorda che non sempre basta il fioretto.
Scritto da Mark il 10/3/2010 alle 15:10
Come sempre, A. Vaghi ha colto nel segno. Mi associo totalmente alle sue considerazioni. Credo anch'io che ci volesse poco per capire che la materia era di esclusiva competenza regionale.
Scritto da Angelo Eberli il 10/3/2010 alle 15:37
Sono d'accordo con Follini e con tutto il PD che è stato un errore da parte di Di Pietro parlare di impeachment. Ma non sono d'accordo con coloro che vogliono una separazione da Di Pietro. Anche se con toni a volte un po' duri Di Pietro rappresenta la difesa della legalita' e della Costituzione, contro chi sta distruggendo entrambe. E stare a guardare e condannare dai salotti o dai blog non basta piu'. Saro' in Piazza Sabato 13 a Milano con tutte le forze che dicono basta a questo schifo.
Scritto da Riccardo Demaria il 10/3/2010 alle 15:44
Si, la radicalizzazione è il terreno scelto da Berlusconi perchè li è un fuoriclasse. Specularmente ne giova anche Di Pietro. Non sciupiamo la fatica di essere Partito Democratico. Misura misura misura, dovrebbe essere lo slogan della nostra campagna elettorale e..sorpresa , potrebbe anche essere vincente. Le piazze le riempiremo per festeggiare i risultati elettorali.
Scritto da mirco il 10/3/2010 alle 16:59
Il senso della misura di cui parla Follini non è altro che senso dello Stato. Ne ha poco il premier, noi dovremmo seguirlo su questa stessa strada? Nel braccio di ferro a chi grida di più, la contesa l'ha già vinta lui. Noi dobbiamo seguire un'altra strada. Andare in piazza? Perchè no? Ma non con le velleità di Di Pietro.
Scritto da Giovanna G. il 10/3/2010 alle 17:34
Io ci capisco poco, ma ho letto che il decreto l'hanno scritto quelli del governo. Il presidente ha firmato perchè non è contro la Costituzione. Per questo non capisco A.Vaghi. Sarebbe come dire che il presidente condivide tutte le leggi che firma.
Scritto da Luigi Bernasconi il 10/3/2010 alle 17:39
Il succo del discorso è: stiamo attenti a non farci risucchiare in una spirale di contrapposizione totale. Berlusconi dice: è una scelta di campo. Noi dobbiamo parlare di democrazia e anche di progetti. programmi, candidati. E' una via in salita ma è l'unica che abbiamo.
Scritto da C.F. il 10/3/2010 alle 17:51
Sono d’accordo con chi sostiene che non dobbiamo cadere nella trappola di Berlusconi, che ora cercherà di radicalizzare lo scontro, di infiammare la sua piazza e di creare per l’ennesima volta un clima da scontro finale tra le forze del bene e le forze del male. Immagine di fermezza e sobrietà, di forza che difende la democrazia con chiarezza , ma senza cadere nell’esasperazione dei toni della destra populista è il messaggio che dobbiamo inviare all’elettorato; senza trascurare di parlare dei contenuti, cui gli elettori sono interessati. In tal senso avrei anche organizzato una manifestazione a Roma, ma non necessariamente con Di Pietro; non avrei sicuramente fatto ricorso, come ha fatto Penati, contro la decisione dei giudici di Milano che hanno riammesso le liste di centrodestra. Va bene contestare il decreto interpretativo;non capisco però che voglia dire contestare anche la decisione dei giudici. E infine:non c’è alquanto di contraddizione nel difendere Napolitano da un lato e nel contestare il decreto da lui firmato dall’altro? Insomma, cari amici e compagni, più razionalità e meno reazioni di istinto. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 10/3/2010 alle 19:25
Follini avrebbe anche ragione, ma sospendere ora la manifestazione vorrebbe dire lasciare a B. tutta la dimostrazione di forza (che sarà pompatissima dai telegiornali amici, cioè il 90%) . poi, non è mica detto che una manifestazione non possa essere, propositiva, razionale, non estremista...
Scritto da marco 2 il 10/3/2010 alle 19:28
Ho fatto decine e decine di manifestazioni nella mia vita. Quelle sindacali hanno portato quasi sempre dei risultati, quelle politiche quasi mai. Si diceva che servivano per lo spirito di classe e va bene ma oggi la "classe" non esiste più. Sabato andrò a Milano forse per l'ultima volta. Temo che Adamoli non abbia torto quando ci richiama (spesso) ad avere attenzione per la maggioranza silenziosa. Una volta per me era una bestemmia, oggi non più.
Scritto da Antonio A. il 10/3/2010 alle 21:04
Non sempre ti condivido ma apprezzo la tua cocciuta coerenza. Non sei uno che dice una cosa in privato e un'altra in pubblico. Tu sai bene che queste tue posizioni non sono amate nel tuo partito eppure continui. Forse predichi nel deserto, però meglio così che adagiarsi sugli andamenti opportunisti. Non so ancora per chi voterò.
Scritto da Montalbetti il 10/3/2010 alle 21:13
Avete ragione quando dite che la destra è stata inefficente, stupida, prepotente e chi più ne ha più ne metta. Ma non era possibile non tentare di fare delle elezioni serie con tutti gli schieramenti in campo. Anzi questa avrebbe dovuto essere la proposta del PD. Avrebbe guadagnato un sacco di consensi.
Scritto da Un UDC incerto il 10/3/2010 alle 21:38
sbaglio o il presidente della repubblica firma se non nota lampanti storture costituzionali e non se non è d'accordo con quello che firma?
Scritto da emanuele martini il 10/3/2010 alle 21:41
Penso che Follini abbia ragione: Lui stesso quando appoggiava ll governo Berlusconi tentò di contrastarlo duramente , ne uscì a pezzi e abbandonò anche Casini. Sbaglia, invece, pensando di suggerire alla sinistra di non andare in piazza: La sinistra ha la piazza nel DNA; diversa è la tradizione di Follini e di Adamoli che hanno il senso della misura (di governo) ereditato dalla lunga militanza nella democrazia Cristiana. La differenza fra ieri e oggi è che una forza di governo scende in piazz
Scritto da Pensionato il 10/3/2010 alle 21:50
Ottimo il comento di Mariuccio Bianchi. Lo sottoscrivo pienamente. Se la mettiamo sul piano della rissa ha già vinto Berlusconi. Forse per il potere che ha, forse perchè la destra oggi è più attrezzata per queste cose, forse per altri motivi ma questa è la realtà.
Scritto da Mariarosa il 10/3/2010 alle 22:19
Il primo commento di Pietro D. leggetelo bene, è molto significativo. Un compagno riflessivo. C'è troppa ipersensibilità per i drappi rossi che vengono agitati davanti a noi. Abbiamo come un riflesso condizionato. Quello dei cortei. Ne ho fatti anch'io tanti come Antonio A. Forse è ora di dire basta. Io non andrò né a Roma né a Milano e voterò convinto PD.
Scritto da Andrea Rossi il 10/3/2010 alle 22:30
Ho stima di Follini e di Adamoli da tempo punto di riferimento. Il ragionamento è giusto, ma noi PD oggi abbiamo il compito di tenere aperta la prospettiva di un'alternativa per l'Italia, il rapporto con l'IDV ha questo orizzonte. E' vero le manifestazioni politiche non hanno mai raggiunto gli obbiettivi per cui vengono convocate. Oggi però l'Italia vede seriamente in pericolo la Democrazia, lo dico con estremo rammarico. L'elettorato moderato, se esiste, DEVE assumersi le sue responsabilità.
Scritto da angelo ruggeri il 10/3/2010 alle 22:41
Io non andrò in piazza Duomo anche se ci abito vicinissimo perchè sono di sinistra e Di Pietro (che pure non ci sarà) ci sta succhiando il sangue e i voti. Lui non è di sinistra, è solo un capitano di ventura che sfrutta i buoni sentimenti di chi crede ancora nella giustizia sociale. Sono incerto fra PD e Federazione della sinistra.
Scritto da Servillo Giuseppe il 10/3/2010 alle 22:45
Mariuccio Bianchi dice una cosa giustissima. Perchè Penati ha fatto ricorso contro i giudici di Milano? Fa il dirigente nazionale o il candidato presidente? Si impegni più da noi e smetta di fare il luogotenente di Bersani che vale molto più di lui.
Scritto da PD Sesto S. Giovanni il 10/3/2010 alle 22:55
bè dire che chi scende in piazza non ha cultura di governo mi pare quantomeno azzardato. e anche dire che chi non scende in piazza ha sicuramente cultura di governo è allo stesso modo azzardato!
Scritto da emanuele martini il 10/3/2010 alle 23:04
@ Emanuele Martini. Chi ha detto questo? Non lo dice il post e tantameno i commenti.
Scritto da Giovanna G. il 11/3/2010 alle 09:11
D'accodo a Mariuccio Bianchi ed a quelli che la pensano come lui. Detta alla contadina, il metodo: "Chi vusa pusèe, la vacà l'è sua" ci vede perdenti in partenza. La gente è stanca delle urla: vuole concretezza. La Confindustria si lamenta, i sindacati anche, la gente comune pure.Le PMI pure. C'è uno spazio enorme per l'attività di costruzione, visto che la stanno facendo in pochi. Stare in mezzo tra Di Pietro e la destra è scomodo. Se ci smarchiamo un pò, si scontrano tra loro. E noi lavoriamo.
Scritto da FrancescoG. il 11/3/2010 alle 09:16
bè giovanna si dice che Follini ha senso dello Stato perchè dice di non andare in piazza, perchè la piazza fa parte della cultura non di governo del PCI-DS etc. mica come la Democrazia Cristiana... Tra l'altro dopo la conferenza stampa di ieri di Berlusconi, direi che la piazza è un'ottima risposta.
Scritto da emanuele martini il 11/3/2010 alle 12:05
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