Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 24/3/2010 alle 09:48

In queste settimane sono naturalmente le elezioni regionali che dettano l’agenda del blog. Non voglio tuttavia passare sotto silenzio l’editoriale del Corriere della Sera di domenica firmato da Ernesto Galli della Loggia dal titolo “Un’Italia anticristiana”. Dal “non possiamo non dirci cristiani” di Benedetto Croce nel 1942 un enorme salto di visione  sociale contrassegna questo articolo che, sebbene l’autore non abbia l’autorevolezza storica del grande filosofo liberale, merita non di meno di essere meditato.
La tesi di fondo (ma l’articolo va letto integralmente) è che ad una secolarizzazione silenziosa della nostra società è subentrato un atteggiamento sprezzante verso il Cristianesimo, una irrisione impaziente e un’aperta aggressività che non è più, come una volta, solo di cerchie colte e ristrette. Il bersaglio sono quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa. Lo stesso senso comune della maggioranza degli italiani pare stia diventando di fatto anticristiano.
L’autore indica tre motivi di questa trasformazione. Il primo è l’illuminismo “popolaristico”, in sostanza la modernità sembra voler dire che siamo capaci di dire noi stessi quali sono i limiti che dobbiamo porci senza che qualcuno ci insegni dov’è il bene e dov’è il male. Il secondo motivo è l’ignoranza della storia e la pretesa di applicare i criteri di oggi ai fatti di ieri con la condanna delle “malefatte” addebitabili al cristianesimo. Il terzo motivo è il classico cinismo italiano. Sappiamo noi come va il mondo e nessuno può darcela a bere. Quando si sente predicare il bene, si sospetta subito il male. 
Non desidero aprire un sondaggio per stabilire se Galli della Loggia ha torto o ragione, ma di capire semmai se vi sentite interpellati da una riflessione di questo tipo da riprendere dopo le elezioni regionali.  

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 21 commenti -
Caro Adamoli, ricordi i bellissimi tempi della nostra gioventù, trascorsa all'Oratorio, con quei preti in gamba di una volta? Le letture del Vittorioso; e tutti quei valori riconducibili ad una fede popolare, semplice? Vi era un diffuso senso comune a favore di quel "sentire" la Chiesa cattolica. Allora. Era meglio di oggi? Oggi è meglio di allora? Eravamo tutti più ignoranti, allora; oggi sicuramente tutti istruiti ed "illuminati"... Umanità, fraternità, solidarietà... ieri e oggi?
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 24/3/2010 alle 11:04
Io credo che nell'Italia moderna i valori del cristianesimo sono difesi solo per un tornaconto personale e all'occorrenza: abbiamo esponenti autorevoli del centrodestra (B per primo) che difendono la famiglia e son divorziati con amanti o altro. Poi di fronte ad episodi di spregio della chiesa nessuno dice nulla: il sindacato dei calciatori reclama la libertà negata xke la bestemmia è punita con il rosso! dove sono ora i difensori civili della fede??voglio proprio vedere! siamo un paese ipocrita
Scritto da Federico Antognazza il 24/3/2010 alle 11:24
Riferiamo il pensiero di un anticlericale convinto, da sempre, su questo argomento: "Vorrei sapere dove sono tutti gli "anti" chiesa cattolica, se la stragrande maggioranza fa battezzare i figlioll; cresima, confessione, prima comunione, matrimoni religiosi; estremi sacramenti... assidui a ogni festività religiosa, Natale, Pasqua, ecc. E quanti di loro escono dalla loro chiesa, per esempio sbattezzandosi?". Pepato, tosto, coerente... Beh, se ci è permesso, riferiamo. Senza voler giudicare.
Scritto da Carlo e amici il 24/3/2010 alle 11:35
E' un'argomento interessante e di grande attualità ..Sul Foglio del 20 Marzo ho trovato un'articolo di Padre Aldo missionario in Paraguay dal titolo CONTRO CHI SPUTA SUI PRETI. Il missionario fa u'analisi del brutto momento che attraversa la Chiesa in Italia e da delle indicazioni interessanti del fenomeno che devono far riflettere. Ritengo quindi che più avanti come ipotizzavi Tu si possa discutere il problema.
Scritto da Luigi il 24/3/2010 alle 11:37
Sono interessatissimo a questa riflessione che tu proponi. Si tratta di un tema trascurato che Galli Della Loggia ha oppotunamente rimesso in superfice.
Scritto da Iscritto Az.ne cattolica MI il 24/3/2010 alle 11:44
Il tema è assolutamente interessante. Da cristiano che vive faticosamente la fede cattolica, sostengo da tempo che negli italiani ci sia una dipendenza culturale dal cattolicesimo: la stragrande maggioranza della popolazione non si spinge al di là del "credente non praticante", eppure tutti si sentono chiamati in causa dalle posizioni della Chiesa. Il valore della libera adesione ad una fede viene così negato, la voce della chiesa ridotta a voce interessata solo al potere, il messaggio evangelico annacquato secondo il senso comune. Responsabili di questa situazione sono a mio parere, nell'ordine: gli "atei devoti" di ieri e di oggi, pronti a ridurre la religione a fatto civile e generica appartenenza identitaria, per interessi politici; allo stesso livello, una grande parte della Curia romana e i vertici della CEI dagli anni novanta in avanti ad un livello inferiore, quella parte di anticlericali che criticando non fanno che favorire il gioco di potere di una parte della Chiesa. Su tutto, l'incapacità degli italiani di definire una identità civile che prescinda dal localismo e dal vago "sentimento" cattolico. Emblematica di questo cortocircuito è ad esempio la vicenda di Samuele su Varesenews
Scritto da r il 24/3/2010 alle 12:05
E' giusto portare queste riflessioni alla nostra attenzione. Sembrano problemi lontani, in realtà ci coinvolgono moltissimo. Spero che ne parleremo ancora tanto sul blog.
Scritto da Giacomo (2) il 24/3/2010 alle 12:07
@Federico Antognazza. La coerenza è credibilità. Forse l'unica caratteristica che, con l'onestà, fa credibilità. Diversamente, come ben esponi, è soltanto ipocrisia. Riferibile, ovvio, a chiunque, non solo al B, ma anche a tantissimi altri... e non solo in quel campo specifico. Se si è onesti e coerenti si è anche persone vere. Indipendentemente da credi, religioni, filosofie, clericalismi, ateismi, anticlericalismi... PERSONE VERE. Un ottimo progetto; è ESSERE.
Scritto da Rosella il 24/3/2010 alle 12:33
Caro Giuseppe hai fatto bene a porre questa riflessione a partire dal pezzo di Galli della Loggia. Personalmente credo che nel nostro Paese ormai per tutto ciò che riguarda la fede, ma non solo, stia prevalendo la cultura del “supermercato”. Mi spiego. Oggi si pretende di prendere dalla fede solo quello che si condivide. Così, come vado al “supermercato” e prendo il prodotto che mi interessa, così faccio per ciò che riguarda la fede, la Chiesa e i suoi riti e dogmi. Questa è la nostra società. Le elité anticlericali ci sono sempre state e ci saranno sempre. Oggi non sono più aggressive di ieri. Il fatto nuovo è che “l’umanesimo popolare cristiano” è stato sostituito da “umanesimo consumistico globale” e a questo si è adeguato il Paese. E allora il problema non è solo il rapporto con la fede o la Chiesa, ma il rapporto con il senso della vita in generale. Un senso che è andato via via banalizzandosi, anzi, che è divenuto “superficiale”, talmente superficiale da trasformare tutto in “chiacchiera da bar”. E a questo non sfugge certo né la politica né sfuggono i candidati alle elezioni, tanto per rimanere in tema di ….elezioni.
Scritto da roberto molinari il 24/3/2010 alle 13:44
@roberto molinari. Un'ottima considerazione che va in profondità e che investe il comune sentire verso religione, fede, politica, valori, persone... Tutto diventa relativo, un piattume generalizzato, di superficialità, di non ideali; una banalizzazione stratosferica, in nome dell'avere, del possedere, dell'apparire. Come poter far innamorare, soprattutto i giovani, agli Ideali? Possono tentare di (ri)farlo la religione, o le fedi, la politica, il sapere, le istituzioni?
Scritto da Robecco sul Naviglio il 24/3/2010 alle 14:01
A proposito, vorrei sapere qual'è il tuo pensiero sulla invettiva antiabortista del Card. Bagnasco. Non ti sembra elettoralistica?
Scritto da Gerardo il 24/3/2010 alle 14:42
E' giusto porre la questione. Mi sembra ci siano dei moti contro lo spirito cristiano. Da anni. Ben architettati. La carità non serve al mercato, non serve al "nasci,consuma,muori".Il consumismo, legato anche all'uso delle persone,arriva dove nazismo e comunismo non sono arrivati. Nasce (ottima definizione,grazie signor Molinari) il "supermercato della cultura". La Chiesa,a volte, si complica la vita. Vadano fuori i mercanti dal Tempio e si dialoghi con la samaritana al pozzo.
Scritto da FrancescoG. il 24/3/2010 alle 14:52
Questo è quello che dice un prete: Questa chiesa di potere, questa chiesa antievangelica è alla fine della sua corsa e noi l’aiutiamo a finire la corsa staccando la spina. Ci accuseranno di eutanasia, ma una più una meno, non fa differenza. Noi vogliamo una Chiesa amante dell’umanità, specialmente dei poveri e di coloro che in qualsiasi modo soffrono, una chiesa del perdono e della riconciliazione, della misericordia e della risurrezione. Don Paolo Farinella. Io condivido!!
Scritto da dalia treviso il 24/3/2010 alle 14:59
Son interesasato all'interrogativo di Gerardo. Aspetto una tua risposta. A presto. Ciao.
Scritto da Fontana. S. il 24/3/2010 alle 15:30
@dalia treviso. Hai ragione, ma chi riuscirà a staccherà quella spina? Prova a rileggere il commento dell'anticlericale, riportato sopra da "Carlo e amici". Tutti cerchiamo umanità e fraternità e chi sa insegnarle e, soprattutto, viverle.
Scritto da Rosella il 24/3/2010 alle 15:48
La discussione di oggi credo che contenga la risposta cercata dal post. E' indispensabile riprendere il tema delicatissimo per credenti e non credenti.
Scritto da Bonfiglio Luciano il 24/3/2010 alle 17:42
Buonissimo il livello di parecchi commenti. Sarà perchè la discussione è bene introdotta oppure per altri motivi ma mi devo complimentare. Chi interviene tiene quasi sempre alta la riflessione su temi anche difficili.
Scritto da Elettore incerto Milano il 24/3/2010 alle 21:18
L'Arcivescovo Bagnasco sta esagerando. Troppe interferenze nella campagna elettorale. Manca solo che dica apertamente di votare per Berlusconi.
Scritto da Un cattolico incavolato il 24/3/2010 alle 21:27
Non credo che in Italia ci sia un sentimento anticristiano semmai tanta indifferenza agli insegnamenti della Chiesa che forse dovrebbe fare un bell'esame di coscienza collettivo. L'articolo però, che mi era sfuggito, solleva di problemi che è bene non ignorare per trovare le giuste contromisure culturali. Non c'è dubbio che dal punto di vista sociale un indebolimento dell'infuenza cristiana sarebe un brutto colpo.
Scritto da Adams il 24/3/2010 alle 21:48
Non ho mai capito perché nelle scuole la storia della creazione venga insegnata alla dieci della mattina secondo l’Antico Testamento e alle undici della stessa mattina venga presentata in una versione completamente diversa da un insegnante di scienze … Dopo Darwin anche i preti , invero, posso dare delle spiegazioni per le quali quattro secoli fa sarebbero stati arrostiti al canto di inni sacri. La Chiesa, per rispondere al povero Galli della Loggia, deve proporre le sue insensate teorie alla luce delle conoscenze moderne. Il cristianesimo si fonda su concezioni vecchie di duemila anni, offuscate e confuse dal misticismo e dal mistero, come le parabole di quel libro del deserto, quella creazione giudaica … come si chiama … ah, sì … Bibbia. E’ la Chiesa che deve stare al passo se non vuole perdere quel poco di credibilità che ormai le resta. Credo non servano spallate troppo violente per fare crollare questo Impero del Nulla. Dai pulpiti, per causa delle crisi vocazionali, si affacciano ormai sempre di più negri e sudamericani, cervelli torpidi che si rivolgono a una clientela vecchia e rimbecillita, accasciata sulle panche di chiese sempre più vuote.
Scritto da Filippo Valmaggia il 27/3/2010 alle 18:01
Cosa ci racconta la Chiesa per mezzo dei suoi neri impiegati? Dio ha creato gli uomini e ha dato loro la libertà di peccare. Per centinaia di migliaia di anni Dio è stato a guardare mentre gli uomini si strappavano gli occhi a vicenda, e solo dopo tutto questo tempo, soltanto duemila anni fa gli è venuto in mente di mandare il suo figlio unto a spiegare cosa sia il peccato. Se è davvero così come si racconta, Dio ha trattato la faccenda in maniera tragicamente dilettantesca. Ci racconta ancora la Chiesa che il paradiso è meraviglioso. Mi domando come possa essere tale se i primi (e forse unici) a entrarvi siano i mentecatti e i ritardati mentali. Sì, d’accordo, ci dovrebbero essere anche i buoni, però … purché poveri. Voi capite che il numero si restringe: la povertà incattivisce, lo sanno tutti. Andate a chiedere ai cassintegrati cosa farebbero a Berlusconi … Questo amalgama di ignoranza, ipocrisia, pedofilia e affari lucrosi che si chiama Chiesa cattolica è un braccio cancrenoso. Ancora un po’ di pazienza e si staccherà dal corpo sano. Ratzinger, questo papa dallo sguardo ferino, è l’ultimo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 27/3/2010 alle 18:44
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