Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/4/2010 alle 10:00

I prossimi tre saranno gli anni delle riforme istituzionali? Io dico di si. Le vuole la Lega, il PDL, il PD e quasi tutta l’opposizione nel Paese. Le propugna il Presidente della Repubblica. Quali riforme però? Quelle che vuole Bossi, rispondono molti politologi. E qui non sono d’accordo. La Lega ha conquistato il Veneto e il Piemonte, ma nel sud ha vinto Berlusconi tranne che in Puglia. Il premier non può cedere all’alleato, sia pure fedelissimo,  lo scettro delle riforme fatte in salsa nordista. Il federalismo fiscale resta finora un disegno confuso, senza uno straccio di analisi sui costi e sui benefici regione per regione.
E’ in queste crepe che deve infilarsi l’iniziativa e la proposta del PD per modernizzare lo Stato. Pierluigi Bersani ed Enrico Letta sostengono all’unisono che tocca alla maggioranza fare la prima mossa, indicare il tracciato, precisare e quantificare gli obiettivi. Capisco, ma così si rischia di rincorrere l’avversario anziché incalzarlo e precederlo, come abbiamo fatto bene sull’economia e sul lavoro. Sulla legge elettorale e sul presidenzialismo ad esempio cosa diciamo? Per ora balbettiamo. Ho passato una parte della mia vita politica in regione a mediare. All’inizio degli anni novanta, quand’ero presidente del gruppo di larga maggioranza relativa,  fra DC, PCI e PSI e vi assicuro che trovare un’intesa fra le due sinistre era un’impresa titanica. E più recentemente fra Lega, PDL e opposizione sull’autoriforma regionale. Una cosa ho imparato. La mediazione riesce tanto meglio quanto più parti da una tua proposta chiara, netta, precisa.
I moderati, che bisogna convincere per vincere (io vengo da lì), non li prendi con posizioni slavate e sfibrate, ma con un risultato finale utile per far funzionare meglio lo Stato, con meno soldi (sprechi), più efficienza e funzionalità. Per quanto riguarda il tavolo delle riforme (se partecipare o meno) io mi butterei perfino fra le gambe del diavolo, sapendo però che è pericoloso e quindi avendo in testa qualche diavoleria da contrapporre. Rinunciare alla battaglia con dotte disquisizioni politiche sarebbe un suicidio. Le motivazioni, se sono troppo dotte, non le capisce  nessuno. Questo è il punto che dobbiamo ficcarci in testa.  Nelle prossime settimane cercherò di discutere questi temi con alcuni post semplici e sintetici.

Commenti dei lettori: 28 commenti -
Posto che le riforme costituzionali non sono una priorità per gli Italiani (ed anche per noi le priorità dovrebbero essere altre, ad esempio il lavoro) è certo che non dovremmo giocare di rimessa sulle riforme istirtuzionali, ma formulare una nostra proposta e chiedere alla maggioranza di confrontarsi, disponibili da parte nostra ovviamente a confrontarci con le proposte della maggioranza. Ma quali sono le nostre proposte?
Scritto da Mariuccio Bianchi il 12/4/2010 alle 10:08
La tua posizione è sempre stata quella di partecipare alla discussione sulle riforme, di non tirarsi mai indietro perchè la Costituzione è di tutti, perchè fare gli schifiltosi è un errore. OK ma che cosa diciamo noi di preciso e quali garanzie abbiamo di essere presi sul serio?
Scritto da PD Pavia il 12/4/2010 alle 10:30
Gentile Adamoli, pur condividendo parte d quanto dice, credo che il suicidio politico vero sarebbe per il centrosinistra mettersi a parlare di presidenzialismo e semipresidenzialismo, processo breve, padania e company con Berlusconi ed il padano della padania per tutto il prossimo anno, mentre la gente comune viene licenziata ed ha il problema di come tirare a campare. La lega ha vinto perchè in una situazione di crisi ha proposto un welfare locale, del genere mors tua vita mea. Il paese soffre
Scritto da Carlo il 12/4/2010 alle 10:32
Fra Lega e PDL ci saranno problemi seri anche sulle modifiche alla Costituzione, non sarà tutto così semplice. Ma problemi ce ne saranno, forse ancora di più, nell'opposizione di centro sinistra, dentro il PD e fra le varie forze compresa naturalmente l'UDC. Non dovete ignorarlo altrimenti resterete fuori dai cambiamenti reali del sistema istituzionale.
Scritto da Salvatore il 12/4/2010 alle 10:39
Caro Giuseppe sono pienamente d'accordo con te: bisogna scrollarsi di dosso l'immagine di chi continua a inseguire senza avere "una proposta chiara, netta e precisa". Sottolineo un altro punto del tuo post, quello in cui poni l'obiettivo di "far funzionare meglio lo Stato". Per dirlo con uno slogan: pagare di meno per avere di più, cioè pagare meno tasse per avere più servizi (o servizi di qualità migliore). Questo dovrebbe essere il messaggio da lanciare.
Scritto da Giacomo il 12/4/2010 alle 10:44
Non possiamo rincorrere. Su nulla. Non serve al paese e ci suicidiamo. M'associo a chi chiede di mettere la maggior parte delle energie nei problemi emergenti. Oggi le riforme istituzionali appassionano poco. Resta un passaggio importante e da affrontare. Ha ragione Napolitano. Truce sintesi: per ora nulla di serio, solo giornalismo. Meglio: possiamo giocare carte serie. Segnalo, su altro : http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/il-partito-democratico-ritrovi-le-sue-radici_1421.html
Scritto da FrancescoG. il 12/4/2010 alle 12:16
Si dice: le riforme costituzionali non sono le cose più importanti e poi, magari le stesse persone aggiungono: bisogna che funzioni meglio lo stato. Fra le due cose io credo che ci sia un nesso molto forte. Non voler parlare di riforme istituzionali oggi dopo tanti anni di dibattti seri significa ammetere che non si ha un progetto credibile.
Scritto da Elettore incerto il 12/4/2010 alle 12:24
D'accordo con Giacomo. Il messaggio deve essere semplice e di facile e immediata comprensione.
Scritto da Arrigoni Giuseppe il 12/4/2010 alle 12:27
...UNA PROPOSTA CHIARA,NETTA,PRECISA... il PD dovrebbe averla,ma ho dei dubbi. Non sarà mai condivisa tra le varie anime e dovrà confrontarsi con chi, e sono tanti, propone di non sedersi a discutere con la maggioranza... Se la proposta ci fosse... Bersani forse potrebbe prendere appuntamento a Villa San Martino ad Arcore per un fine settimana. Una tre giorni di lavoro intenso...appuntamenti precisi,scadenze certe..ed ecco voilà...LA NUOVA COSTITUZIONE. E' un idea...pensateci.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 12/4/2010 alle 12:38
cominciamo col gridare che uno che è stato iscritto allaP2 non fara MAI il presidente della repubblica
Scritto da angelo m il 12/4/2010 alle 13:01
Un post come sempre stimolante anche per chi non è del PD. Che la riforma costituzionale si facca e funzioni è nell'interesse generale. Auspico un buon accordo fra tutte le forze maggiori.
Scritto da Rogora R. il 12/4/2010 alle 13:52
condivido quello che dici:le proposte devono essere non sbiadite ma in linea con i tempi e con le esigenze da soddisfare. Bisogna non pensare a Berlusconi e scevri da ogni condizionamento culturale e da ogni preconcetto capire, ribadisco capire, ciò di cui il Paese necessita.Purtroppo le proposte saranno studiate in antitesi a quello che potrebbe fare e proporre Berlusconi:Guai se si facesse una proposta che potrebbe piacere alla Lega o al Pdl.Dobbiamo assolutamente proporre il contrario.Peccato
Scritto da eliseo il 12/4/2010 alle 13:53
Mi dispiace ma non sono fiducioso, per ora abbiamo un federalismo finto, che conserva tutte le storture del passato. Mai visto uno stato federale con regioni a statuto speciale come le nostre. La Lega continuerà il suo percorso, perciò ci sarà una bozza di “Federalismo Nordista”, un “Federalismo Sudista” e poi ci sarà quello di Roma. Ai problemi del lavoro, della previdenza, dell’educazione la Lega già da una risposta ed è contenuta nell’idea di “federalismo” che offre nei paesi e nelle fabbriche, mietendo consensi. Probabilmente si arriverà ad una mediazione che scontenterà tutti, ma sarà un passettino e garantirà alla solita Lega un ulteriore aumento dei consensi. Mi sbaglierò, ma se il PD vuole produrre una proposta che si inserisca in questo quadro deve resettare gli schemi politico-mentali del secolo scorso.
Scritto da Lele il 12/4/2010 alle 14:26
@ Fabrizio Piacentini. Capisco lo spirito con cui parli che è questo: bisogna fare le riforme insieme. Ma mi spieghi perchè Bersani dovrebbe andare ad Arcore e non discutere queste riforme nelle sedi istituzionali proprie?
Scritto da Alberto Sironi il 12/4/2010 alle 15:32
Dal Tuo titolo Adamoli si può prendere il "menù" la lettera di Prodi sul Messaggero è la soluzione migliore per il Pd per 3 anni cercare con la maggioranza le riforme e poi AZZERRARE e rincominciare con il nuovo.....ma non c'è ricambio i soliti nomi forse.... ed all'ora siamo punto e capo. Chi grida ancora al piduista è indietro di qualche anno e non capisce niente di politica rinnovabile
Scritto da Armando il 12/4/2010 alle 15:37
No,non ci siamo:l'agenda istituzionale è fasulla,presid. o semipresid.non sono nè esigenze vere nè priorità:Si abolisca una Camera,si dimnuiscano i parlam.,si riducano gli emolumenti,si riformi il fisco,si facciano le opere pubbliche importanti,si imposti la green economy,non si taglino le pensioni,si faccia un grande piano per il lavoro,si riformi la giustizia senza punire i giudici, si incentivi ricerca e aree depresse,ecc.C'è da lavorare,altro che andare ad Arcore per una 3 giorni!Siamo matti
Scritto da Bernardo il 12/4/2010 alle 16:02
Le riforme istituzionali sono la condizione ineludibile per raddrizzare le gambe dello Stato. Il nostro bicameralismo perfetto oltre che costosissimo è inutile, il numero di parlamentari esorbitante e inversamente proporzionale alla competenza degli stessi. Ad oggi non si capisce quale sia l'opzione del PD: semipresidenzialismo alla francese, premierato tedesco, presidenzialismo USA. L'importante , come dice Sartori, è di non fare nuovi pasticci in salsa italiana, vedi legge elettorale vigente
Scritto da cesare chiericati il 12/4/2010 alle 16:17
@ Bernardo. Scusa ma le cose che tu indichi non sono riforme? Molte istituzionali altre economiche ma tutte riforme. Anche il fisco nella sua versione federale è riforma istituzionale.
Scritto da Amendola il 12/4/2010 alle 16:20
Mi sembra che l'intervento del signor bernardo abbia chiarito il problema: è una questione di utilizzo differente del termine "riforme": per molti del pdl e della lega si parla di "riforme" intendendo cose ben diverse da quelle di cui l'italia necessiterebbe. Un esempio fra i tanti: dicon gli economisti: per attirare investimenti di aziende straniere si dovrebbe procedere a riformare i procedimenti lunghi del processo civile (nonché a fornire risorse). E cosa vuole "riformare" invece il nostro?
Scritto da Carlo il 12/4/2010 alle 17:59
Andare ad Arcore proprio no, ma cercare di fare le nuove regole insieme certamente si.
Scritto da Bernasconi Luisa il 12/4/2010 alle 18:10
Il problema non è quindi politico ma è un problema che potrebbe risolvere soltanto Ludwig Wittgenstein.
Scritto da Carlo il 12/4/2010 alle 18:12
Ogni volta che non si sa cosa rispondere alla Nazione che chiede LAVORO,si risponde che necessita cambiare le regole e e si finge di ignorare cosa c'è veramente da cambiare. Ora delle riforme saranno anche necessarie , ma non dimentichiamo che la stesse regole di oggi (più o meno) ci hanno permesso di ricostruire il Paese brillantemente dalle macerie del dopoguerra.Pertanto forse il difetto non sta tanto nella "macchina" dello stato che non funziona ma probabilmente nei macchinisti disonesti..
Scritto da Adriana Scanferla il 12/4/2010 alle 18:50
Ancora 2 questioni. 1) è che bisogna in primis pensare a rilanciare l'economia altrimenti non ci restrà da dividere e riformare che la miseria( almeno per una gran parte della popolazione poichè il divario ricchi-poveri si sta ampliando a dismisura) . 2)io faccio davvero fatica, a considerare questa Nazione ancora un paese democraticoCapisco la mediazione tra gentiluomini/donne di idee diverse per ricercare assieme il bene comune. Ma siedereste voi a tavola a discutere con un banda di farabutti?
Scritto da Adriana Scanferla il 12/4/2010 alle 19:00
Vorrei dire ad Adriana Scanferla che con il suo ragionamento non si va da nessuna parte. Un grande partito non può chiamarsi fuori dalle riforme. Se non le condivide dirà di no ma dopo aver precisato che cosa ha in testa.
Scritto da Iscritto PD Saronno il 12/4/2010 alle 23:30
D'accordo con Cesare Chiericati. Dire che queste riforme sono inutili significa aver paura di osare.
Scritto da Una giornalista in erba il 12/4/2010 alle 23:58
Concordo con la risposta dell'iscritto di Saronno ad Adriana Scanferla. Sulle riforme non si può stare fermi. Si da la sensazione di essere incapaci di elaborare una proposta.
Scritto da Leo il 13/4/2010 alle 09:59
Io non sto dicendo che delle riforme in questo paese non siano necessarie dico che visto il cattivo stato dell'economia non sono la priorità. Poi tirarsene fuori sarà anche impossibile perchè è la maggioranza che decide l'agenda parlamentareDi volta in volta si ragionerà se convergere o dissentire su quanto ci si presenta.Rimane il fatto che bisogna avere le idee chiare innanzi tempo. Ma non vorrei che oltre all'ag. parlamentare ci venissero suggeriti anche le priorità dei temi su cui discutere
Scritto da Adriana Scanferla il 13/4/2010 alle 14:03
HABEMUS RIFORMA!! Secondo Bersani "sarebbe meglio se le riforme avvenissero in un clima collaborativo e di dialogo. Ma se anche non fosse così, voglio precisare che noi una nostra proposta ce l'abbiamo, abbiamo il disegno di legge Finocchiaro-Zanda. Mentre quella del centrodestra non mi è nota", ribadisce.
Scritto da Adriana Scanferla il 13/4/2010 alle 21:00
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