Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/6/2010 alle 10:41

Sono bastate poche parole del presidente della Camera ieri contro qualche brutto aspetto del progetto di legge sulle intercettazioni telefoniche, perché alcuni giornalisti intonassero il de profundis a questo provvedimento. Mi sbaglierò, ma non penso che sarà così. Se lo fosse non sarebbe certo una sventura. Meglio nessuna legge che una pessima legge. Sia chiaro, gli abusi intollerabili ci sono stati da parte della magistratura e anche da parte della stampa. Ma qui mi soccorre una metafora che ho trovato azzeccata. Se una strada è piena di buche anche profonde e pericolose la si ripara, non la si chiude.
Siamo il paese delle quattro mafie e degli illeciti pubblici estesi. Ridurre troppo le intercettazioni che sono strumento necessario di indagine giudiziaria (e dunque la libertà d’informazione) è un regalo all’illegalità che non possiamo permetterci. Un aneddoto personale. Nel ’93 venni a sapere che ero stato intercettato per alcuni mesi. La circostanza non solo non mi diede problemi, ma, al contrario, mi fu di aiuto. Piccole cose e piccoli esempi tuttavia significativi.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 17 commenti -
E' una brutta legge che bisogna fermare. E' triste constatare che vale di più una frase di Fini che l'azione dell'opposizione.
Scritto da Giuseppe P. il 1/6/2010 alle 12:22
Fini magari lo farà per rompere le scatole a Berlusconi ma la sua azione è positiva per la democrazia dell'informazione. Buona anche la posizione del PD.
Scritto da Valceresio il 1/6/2010 alle 12:50
Non sapevo che eri stato intercettato. La tua testimonianza è importante. Meglio e più efficaci delle invettive giornalistiche astratte e non fondate sul vissuto concreto. I partiti in Parlamento DEVONO fare ostruzionismo feroce.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 1/6/2010 alle 12:54
Le intercettazioni servono per difendere la legalità in Italia. Qualche prezzo sul fronte della privacy si può ben pagare. Poi la stampa dev'essere chiamata, insieme alla magistratura, ad un più alto senso di responsabilità. Ma guai a comprimere gli spazi delle inchieste giudiziarie.
Scritto da Piero Bernacchi il 1/6/2010 alle 13:28
Smettetela di blaterare. C'è bisogno di una nuova legge e voi dite di no perchè siete asserviti alla magistratura. Da Lei Adamoli non me l'aspettavo perchè l'ho sempre stimata. Ma adesso frequenta brutte compagnie e si vedono le conseguenze.
Scritto da Mara il 1/6/2010 alle 13:46
La sua esperienza dimostra che sono solo i disonesti ad avere paura delle intercettazioni. Per Mara: meglio servi della magistratura che della mafia.
Scritto da Adriano il 1/6/2010 alle 14:08
Adriano è categorico ma ha perfettanmente ragione.
Scritto da Lino B. il 1/6/2010 alle 17:58
Questa è una brutta pagina che il PDL sta scrivendo con lacerazioni interne pesanti. Perchè non si fermano per un certo periodo e non riconsiderano tutto d'accapo? Se non avessero in odio i magistrati (alcuni poco dignitosi per la verità) avrebbero un'altra idea dei mezzi d'inchiesta che la giustizia deve avere a disposizione.
Scritto da Merli Luigi il 1/6/2010 alle 18:03
Fini faccia il presidente della Camera o il leader politico. Non può fare i suoi comodi sempre e comunque. Non s'è mai visto la terza carica dello stato comportarsi in questo modo.
Scritto da Raffaele M. il 1/6/2010 alle 18:25
Mario Draghi:« Nelle tre regioni del Mezzogiorno in cui si concentra il 75% del crimine organizzato il valore aggiunto procapite del settore privato è pari al 45% di quello del Centro Nord». E con questi dati si pongono grandi limitazioni anche alle intercettazioni per reati di mafia nonostante si affermi il contrario, vedi Luigi Ferrarella, un grande esperto, sul Corsera di oggi. Una nuova legge serve ma per tutelare gli onesti e non le zone grige della politica e delle amministrazioni.
Scritto da Cesare Chiericati il 1/6/2010 alle 18:50
In Italia le intercettazioni sono troppe, molte di più che negli altri Paesi europei. Vogliamo capirla o no?
Scritto da Agresti Giulio il 1/6/2010 alle 18:50
Per combattere la malavita, le mafie, la corruzione politica e pubblica le intercettazioni per quanto odiose sotto il profilo della riservatezza sono indispensabili. Bisogna scegliere il male minore e non c'è dubbio che questo prezzo molto minore sia l'occhio vigile anche se un pò intrusivo della magistratura. Che però non deve eccedere.
Scritto da Il pirata il 1/6/2010 alle 19:21
"Le vite degli altri", chi ricorda questo bellissimo film tedesco sulla DDR? A volte il nemico può dare lezioni. La gente pretende di essere libera. La gggente, con tre g e spesso con tre narici.
Scritto da Filippo Valmaggia il 1/6/2010 alle 19:40
@ Agresti Giulio: è anche vero che il nostro è il paese europeo con maggiori infiltrazioni mafiose (anzi, la mafia qui è proprio di casa). E se è per questo siamo il paese europeo con più uomini nelle forze dell'ordine: cosa facciamo? Diminuiamo le forze della polizia, dei carabinieri e della Guardia di Finanza?
Scritto da Adriano il 1/6/2010 alle 20:14
Si chiama legge per regolare le intercettazioni ma è la legge bavaglio, la legge per impedire le inchieste della magistratura. Se passa la libertà d'informazione viene limitata gravemente.
Scritto da Osvaldo il 1/6/2010 alle 21:00
La legge sarà approvata, lo credo anch'io. Spero che sia migliorata rispetto ad oggi. Se lo sarà il merito l'avrà avuto anche Fini oltre all'opposizione.
Scritto da Pierferdinando il 1/6/2010 alle 23:31
Concordo pienamente con il giudizio espresso da Cesare Chiericati. L'articolo di Ferrrella, citato nel suo commento, è molto chiaro a proposito dei limiti che sono imposti dallo strapotere mafioso. Servono leggi a tutela dei cittadini, della gente pulita e non certo in difesa a oltranza di chi, invece, spardoneggia indisturbato e, per essere tutelato, limita le libertà fondamentali di informazione e di richiesta di legalità.
Scritto da Luisa Oprandi il 1/6/2010 alle 23:42
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