Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 2/8/2010 alle 11:16

Governo tecnico di transizione, governo delle larghe intese, governo di responsabilità nazionale. Il passato che ritorna? Semplicemente la constatazione che il bipolarismo italiano non è finora riuscito a plasmare poli omogenei in grado di produrre governi stabili. Non sono per abbandonare questa strada, ma devo ammettere che questa pensiero è messo a dura prova.
Sulle formule che ho menzionato c’è molta confusione. Meglio fare chiarezza almeno fra noi. Per larghe intese si intende un governo politico che si fonda su un patto stipulato dai partiti più importanti. Il governo di responsabilità nazionale è una variante semantica di questa formula. Dentro questa prospettiva il PDL avrebbe certamente un ruolo decisivo. Nelle scorse settimane Pierferdinando Casini era arrivato al punto di non escludere la presidenza di Berlusconi. Era contro questa ipotesi che mi ero scagliato. Ora anche Casini la rifiuta.
Il modello del governo tecnico di transizione è quello di Lamberto Dini del 1995/96. Si basa su un programma circoscritto e preciso per preparare le elezioni (legge elettorale, federalismo fiscale, provvedimenti economici urgenti). I voti del PDL sarebbero necessari, ma il baricentro politico non sarebbe più quello di oggi. In questa temperie particolarissima non sarebbe affatto da disdegnare. Il PD ci proverà, pur scontando la volontà contraria di Di Pietro. Però, attenzione. Dobbiamo approvare le leggi che ci convincono veramente senza cedere a compromessi di cui potremmo pentirci, specie per il federalismo fiscale.
Ma il premier non mollerà l’osso e piuttosto porterà l’Italia alle urne, che il Presidente della Repubblica gradisca oppure no. In ogni caso non abbiamo un minuto da perdere per scegliere il leader della coalizione di centrosinistra e il progetto di un governo autenticamente riformatore. Non vorrei un giorno essere risvegliato dal fantasma del secondo governo di Prodi.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Né larghe intese né governo di transizione. Meglio le elezioni anticipate. Però il problema del leader bisogna risolverlo.
Scritto da PD Luino il 2/8/2010 alle 11:59
Il fantasma del secondo Prodi aleggerà su di voi per molto tempo perchè per tentare di vincere sarete costretti a mettere insieme tutto e il controrio di tutto. Meglio questo Berlusconi anchilosato e ferito.
Scritto da Ferdinando S. il 2/8/2010 alle 12:11
D'Alema ha ragione. Governo di transizione a qualsiasi costo. Per la legge elettorale e anche per strappare la Lega al PDL concedendo il federalismo fiscale. Si aprirebbero spazi anche a Milano e a Varese per le lezioni comunali.
Scritto da Giulio Mentasti il 2/8/2010 alle 12:27
L'impostazione del post mi sembra corretta. Non è il caso di essere estremisti nel volere le elezioni e neanche nel ricercare ad ogni costo la transizione.
Scritto da Mariani R. il 2/8/2010 alle 12:33
Sono fermamente contrario all’ipotesi “elezioni subito” . Con questa legge elettorale sarebbe molto pericoloso. Comprendo, tuttavia, che il Sovrano giocherà il tutto per tutto, avvalendosi del potere mediatico che un centro-sinistra imprevidente e imbelle gli ha gentilmente concesso: le campagne elettorali sono la sua specialità. Quanto a Prodi, non lo ritengo colpevole di alcunché; credo invece che la destra debba essere eternamente grata a Bertinotti & C per i favori ricevuti. Ora occorrono nervi saldi, compattezza, capacità di discernimento e un Leader in grado di vincere la sfida che, prima o poi, si dovrà affrontare.
Scritto da Angelo Eberli il 2/8/2010 alle 13:38
Dal 1994 ad oggi il bipolarismo italiano, che doveva produrre governi stabili e duraturi, ha prodotto 5 pessime legislature: due (1994-1996 e 2006-2008) fallimentari e chiusesi con largo anticipo, una (1996-2001) con 3 premier del centrosinistra e formule politiche variegate (si è passati dall'Ulivo del 1996 all'alleanza tra D'Alema e Cossiga), una (2001-2006) caratterizzata da tensioni infinite tra alleati che non ha fruttato nulla se non un'infinità di leggi ad personam. L'attuale vive dopo due anni di una inguardabile contabilità dei singoli deputati pro o contro. Insomma, dopo 16 anni il bipolarismo italiano mostra tutta la sua pochezza. La causa sta nel fatto che non è un bipolarismo "all'europea" dove popolari e socialisti si dividono sui contenuti; in Italia ci sono 2 squadre: berluscones e antiberlusconiani. Urge cambiare. E intanto vice al CSM, dopo tanto tempo, non è un popolare (Galloni, Rognoni, Mancino), ma un UDC: Vietti. Meditare ...
Scritto da Larpi il 2/8/2010 alle 13:55
Nel leggere che i vertici del PD sono d’accordo con governi tecnici, a larghe intese (o, data la stagione, perché no anche balneari?) mi viene da pensare che l’autolesionismo del PD non abbia limiti. Al di là di questo, vorrei soffermarmi sul commento di G. Mentasti che, da ermeneuta di D’Alema, prefigura un’alleanza PD-Lega. Magari questa alleanza può avere un senso per il "partito del nord" di Cacciari ma non per l’intero PD. Il federalismo è e rimane solo un terreno di possibile confronto
Scritto da Mafalda il 2/8/2010 alle 14:15
ma dubito possa portare ad alleanze, quantomeno a Milano o a Varese. I due partiti sono culturalmente e politicamente distanti. Leggo che Veltroni (intervistato da Casadio - la Repubblica) fa “fatica ad immaginare un’alleanza elettorale riformista da Fini a Vendola”. Ebbene, il sig. Mentasti si immaginerebbe un’alleanza elettorale “da Borghezio a Vendola”? O lasciamo fuori il governatore della Puglia?
Scritto da Mafalda il 2/8/2010 alle 14:18
Governo tecnico o di (ir)responsabilità nazionale, per l’opposizione potrebbe essere il modo di aggiustare la legge elettorale, ma non penso che il premier accetti. Quindi tirém innanz, ma verso cosa? A tutt’oggi pare che il consenso per PdL e Lega sia calato ma non in maniera significativa, più per demerito degli avversari che sono visti dalla gente “normale”come una accozzaglia rissosa, forcaiola e opportunista. Io sono convinto che fintantoché gli italiani non gireranno le spalle al “Berlusconismo”, il centrodestra continuerà a vincere. Allo stato attuale il blocco sociale che supporta l’alleanza PdL-Lega tiene ed è ben delineato, se il PD e il centrosinistra non si decidono a delimitare il proprio blocco sociale di rappresentanza e ad elaborare una offerta di governo, non c’è speranza. L’unica via è fare una legge elettorale dove ogni voto del PD valga doppio o triplo sennò… ahahaha.
Scritto da Lele il 2/8/2010 alle 14:56
Mi sembra che a sinistra non c'è un progetto di società alternativo per cui il Pd spera di mettere in piedi un governo, al di là del nome, il più ampio possibile; non credo possa arrivare al pdl soprattutto con riferimento alla legge elettorale.(salvo un bipolarismo vero accettato dal pd). In questo caso il leader di sinistra per palazzo Chigi o è Prodi o un altro dmocristiano, se no non passa. Un accordo Pd -Lega : sono solo sogni di Marantelli, Maroni e ... Mentasti trasmessi da D'Alema
Scritto da democristiano il 2/8/2010 alle 16:09
Il gioco lo comanda ancora Berlusconi. O, almeno, le carte le distribuisce lui. Se vuole andare alle elezioni, ci va. Con questa òegge elettorale? Certamente. A lui cosa interessa. Anzi, questa volta sceglie lui tutti i parlamentari e sarà una campagna che non lascerà feriti nel suo campo. Con lui o contro di lui, alla morte.
Scritto da Formenti Giuseppe il 2/8/2010 alle 16:36
@ Angelo Eberli. Anch'io come te non ho niente contro Prodi, però il suo secondo governo era un colabrodo. Pensa che Berlusconi sarebbe ancora un deputato di opposizione! E' irresponsabile essere a favore delle elezioni subito, tu dici. OK, ma non a qualsiasi costo!
Scritto da Brielli Giuseppe (Lecco) il 2/8/2010 alle 16:47
@ Larpi - Tu dici che in Europa il bipolarismo si fonda sulla competizione fra popolari e socialisti che si dividono sui contenuti. E' vero, sia pure con qualche eccezione. In Italia, dove il campo popolare è in mano al premier, tu pensi che abbandonando il nostro sistema bipolare le cose si riaggiusterebbero? L'anomalia è politica più che di sistema elettorale. Meglio che le modifiche riguardino, per ora, solo la scelta dei parlamentari. Prevedendo che non si farà niente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/8/2010 alle 17:11
Io voto per Lele. Sciegliamo da che parte stiamo e poi vinceremo le elezioni. Fra Veltroni e D'Alema incompatibilità continua. Lasciamoli stare ne loro brodo che di danni ne hanno già fatti troppi, soprattutto Veltroni.
Scritto da Giacomo il 2/8/2010 alle 17:15
Sig Formenti G. "Con lui o contro di lui, alla morte." queste sono le parole di una persona che ama la pace e il vivere comune. Mai più con la sinistra, la mia scielta sarà la Lega alle prossime elezioni!!!!
Scritto da Serafino il 2/8/2010 alle 17:42
Preferibili le elezioni anticipate e Casini candidato premier. Fini faccia quello che vuole. Non è assimilabile al centrosinistra. Doveva staccarsi da Berlusconi quando si era staccata l'UDC, non fare il partito del predellino.
Scritto da Elettore UDC il 2/8/2010 alle 17:55
Accettereste anche Tremonti pur di mandare a casa Berlusconi, ma Bossi sarà il suo scudo. Prima delle elezioni il federalismo fiscale. Poi vedremo.
Scritto da Luigi leghista il 2/8/2010 alle 19:16
Serafino, guarda che non hai capito bene. E' Berlusconi che imposterà la campagna "con lui o contro di lui, alla morte". Questo volevo dire. Se lo facessero i suoi avversdari sarei contrario. E' chiaro adesso?
Scritto da Formenti Giuseppe il 2/8/2010 alle 19:24
Andare alle urne nell’immediato sarebbe per noi un ulteriore sconfitta.Quale leader quale progetto proporre al Paese?L’elettorato cambia idea molto lentamente e solo i pochi che leggono i giornali e si interessano di politica conoscono la reale situazione del Paese.Le “consorterie”dirotterebbero ancora i voti verso gli “amici compiacenti”.L’attuale legge elettorale non consente preferenze e i parlamentari verrebbero ancora una volta scelti tra i “fidi”dellle Segreterie.Molto meglio a mio avviso puntare su un governo di transizione in grado di ridare dignità alle istituzioni ma soprattutto di guidare il Paese fuori dalla recessione economica.
Scritto da Maria Rossa il 2/8/2010 alle 20:14
Detta in parole povere:lavoriamo al meglio con i parlamentari che abbiamo e cerchiamo alleati a tutto campo purchè onesti. Andare alle elezioni con questo sistema bipolare sarebbe suicida, l'unico collante l'"antiberlusconismo" che a mio avviso quanto danno doveva fare ha gia fatto.IlFANTASMAdel2°governo Prodi io lo vedo come l'accozzaglia litigi.che comprendeva le svariate specie litigiose di comunisti incapaci sia di dettare un'agenda sociale al governo, sia di fare opposizione nelle piazze.
Scritto da Maria Rossa il 2/8/2010 alle 20:27
Non si scambia il federalismo fiscale con la possibilità d realizzare una fase di transizione. Il governo tecnico dura sei mesi, il federalismo ce lo teniamo tutta la vita. Se è buono dobbiamo votarlo altrimenti contrastarlo indipendentemente dalla vicenda in corso.
Scritto da Mario il 2/8/2010 alle 22:26
Buona spiegazione. Ho capito qualcosa di più. Resta l'incertezza grave su che cosa fare. La partita la deciderà ancora Berlusconi. Mi sento lontano da questa politica.
Scritto da Un astensionista il 2/8/2010 alle 22:34
Giuseppe, anche questo nuovo post è da “scuola” : per sintesi , chiarezza ed efficacia di comunicazione. Lo testimonia la ricchezza degli interventi ed anche la forte contrapposizione di posizioni che si registra tra i numerosi commenti. Detto ciò mi permetta di aggiungere che non condivido per niente l’ottimismo che pare albergare nella sua mente. E cioè che sia in qualche modo possibile un governo di larghe intese ( a prescindere dall’esatta definizione ) senza la Presidenza di Berlusconi. Io credo invece che si tratti di uno scenario assolutamente irreale e ho spiegato il mio modesto perché commentando il post del 30 luglio. Non ho cambiato idea: Berlusconi non accetterà di farsi da parte e senza questa disponibilità non può essere possibile alcun governo di larghe intese. E’ la soluzione che preferisco, in questo perfettamente d’accordo con quanto scrive Mafalda ed in particolare che “ Lega e PD sono culturalmente e politicamente distanti”esattamente come PD e PDL . E direi di più: alternativi, e per chiarire ulteriormente : “ o noi o loro !”. Lo stesso federalismo fiscale non può essere oggetto di scambio, sarebbe un mercimonio indecente a danno della gente , di chi sta peggio ! L’idea di federalismo che ha la Lega è opposta alla nostra. Il federalismo della Lega è solo una variante della secessione impossibile, figlia politica dell’egoismo di un popolo ricco che si sente accerchiato, minacciato, derubato dei suoi privilegi. Il federalismo del PD è nato invece dalla voglia di far crescere il livello di partecipazione democratica : è figlio del decentramento e dell’autonomia locale, è un salto di qualità della democrazia, per questo, sotto il profilo fiscale lo definiamo “ solidale”. Non vuole lasciare per strada nessuno, non abbandona a sé stessi i meno fortunati ! Pieno accordo quindi con Mafalda ( e ne sono contento ! ) e con Mario ( sintetico e chiarissimo) e con tutti coloro che non si lasciano contagiare dal politichese, ma hanno capito che oggi il PD può vincere solo con un linguaggio nuovo, semplice, ma che non parli solo alla “pancia” , né parli solo dell’ieri o dell’oggi, che definisca meglio e non disperda il suo immenso patrimonio ideale e culturale e politico.
Scritto da Giovanniderosa il 3/8/2010 alle 00:14
Caro Giovanni, nessun ottimismo. Anzi ho scritto "Ma il premier non mollerà l'osso e piuttosto porterà l'Italia alle urne, che il Presidente della repubblica gradisca oppure no". Peraltro nessuno sa oggi come finirà questa ordalia. Sul federalismo fiscale dirò ancora qualcosa in un post dei prossimi giorni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/8/2010 alle 08:26
@ Giuseppe. Dici: "il campo popolare è in mano al premier". Già. E' il motivo per cui persone come me e te si sono alleate con i post-comunisti. Ma quando non ci sarà più Berlusconi, cosa facciamo ? Sono convinto che la risposta la abbiamo guardando fuori dall'Italia: tra la CDU e la SPD tu con chi stai ? In sintesi: prepariamo il dopo Berlusconi ridando forza e dignità, anche in Italia, al popolarismo. Che non può ridursi a mendicare posti dai post-comunisti, come avviene oggi, anche a Varese.
Scritto da Larpi il 3/8/2010 alle 09:06
Caro Larpi, dopo Berlusconi ci saranno ancora centrodestra e centrosinistra , con i loro valori e le loro idee, diverse e alternative. Io spero che la scelta di Giuseppe Adamoli, Paolo Rossi, la tua e quella di centinaia di migliaia di militanti non cambi, come se si trattasse di cambiare la cravatta, per intonarla ad un nuovo abito. Di certo comunque non cambierà la mia scelta, che non è dipendente dai successi di Berlusconi, ma dai Valori in cui credo e ritrovo nei documenti fondativi del PD !
Scritto da Giovanniderosa il 3/8/2010 alle 14:01
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