Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/9/2010 alle 10:15

Non rammento il mio primo giorno di scuola alle elementari. Ricordo invece nitidamente il primo viaggio in treno da Vedano Olona a Varese per l’inizio dei tre anni di “avviamento industriale”. Non riuscivo a liberarmi dalla tristezza nel vedere alcuni miei compagni di classe, più fortunati di me, che andavano alle “medie”, o almeno alle “commerciali”. Ma ringraziavo lo stesso mia mamma che, vedova da quando io non ero ancora nato e con sei figli a carico, mi mandava comunque a scuola, con sacrifici enormi. Ricordo anche il primo giorno di ragioneria alle scuole serali quando avevo 23 anni dopo otto passati in fabbrica e il primo giorno a Trento per una laurea in sociologia conseguita studiando e lavorando. La mia cultura scolastica è stata povera (ne ho sempre risentito) e quando vado all’estero cerco di passare dalle università per assaporare, estasiato, il profumo dei college e dei campus, soprattutto inglesi e americani.
Oggi per fortuna tutto è cambiato. Scuole decenti, buone, perfino eccellenti, sono alla portata di gran parte dei bambini e dei giovani. È la testimonianza di un progresso che bisogna vivere bene. Cito due passaggi di un bell’articolo di Cesare Segre sul Corriere di questa mattina. Il primo: «lo studente non è un cliente e il professore non è un venditore». Il secondo, rivolto direttamente agli studenti: «Cerca di far tacere quel senso di superiorità che ognuno ha nel suo intimo. Tu sei fiero di essere nato entro certe frontiere (di regione e di Stato), ma chi è nato al di là delle stesse frontiere avrà anche lui motivi per sentirsi superiore. Se abbiamo una qualche superiorità, non è nel nostro certificato di nascita, ma nel nostro comportamento, è nella risposta alla domanda se ho agito nel modo più giusto e utile a tutti».
Un augurio sentito agli studenti e un ringraziamento agli insegnanti per un lavoro delicato, difficile, a volte ingrato.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 19 commenti -
Si, un bel saluto all'anno scolastico che è iniziato questa mattina. Ma perchè neanche un cenno ai precari della scuola, agli edifici fatiscenti che ci sono, ai costi dei libri?
Scritto da Pietro (di sinistra) il 13/9/2010 alle 11:17
Un tempo, chi incerto fra due strade avesse chiesto quale prendere, probabilmente avrebbe udito questa risposta: “Tutte e due menano in quel luogo. Si confrontano fra loro per circa un miglio, poi si accordano e fanno capo insieme sulla via maestra.” Ora, probabilmente, la risposta alla stessa incertezza sarebbe: “vadi a destra o a sinistra tanto credo che è uguale”. Il congiuntivo è più latitante di Osama Bin Laden. La scuola non aiuta affatto, basta leggere i Blog in cui scrivono i ragazzi per rendersi conto del deserto sintattico in cui si è perduta la nostra lingua.
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/9/2010 alle 11:30
Caro Adamoli, un post che dovremmo incorniciare, sia per quell' amarcord (comune anche ad alcuni di noi, con le stesse espeirenze ed emozioni) di profonda umanità, sia per il richiamo alla realtà, di oggi, che è quella idealmente di sempre: la scuola, la cultura, il vivere protesi alla "virtute et conoscentia", alla continua ricerca di migliorarsi e migliorare perchè siamo - nella nostra stessa essenza, in qualsiasi condizione sociale - quella umanità! Grazie. Adamoli: sinceramente.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 13/9/2010 alle 11:33
Sempre questa insistenza sull'integrazione. Non c'è la volontà di castigare chi è diverso ma solo di tutelare innanzitutto chi è nato, vive, paga le tasse qui.
Scritto da Cittadino qualunque il 13/9/2010 alle 11:34
Se penso alla scuola pubblica di Adro, dedicata a Miglio, con il mosaico, gli zerbini, i banchi, la cattedra e le vetrate “abbellite” col Sole delle Alpi mi prende un senso di sconforto. Viene da pensare più a una madrassa che a una scuola della nostra Repubblica. Ma pare che gli abitanti di Adro siano contenti così. Dubito, però, che non ci sia qualcuno che non si senta a disagio. Spero proprio che succeda qualcosa, una reazione da parte della politica. Altrimenti, a togliere le castagne dal fuoco toccherà alla solita vituperata Magistratura. Passando ad altro: concordo pienamente con Filippo Valmaggia. Aggiungo soltanto che certi scritti fanno accapponare la pelle non solo per la sintassi, ma anche per la grammatica e la più banale ortografia. Il peggio è che, magari, colora che scrivono in modo così pedestre, si sentono sapienti perché sono laureati…
Scritto da Angelo Eberli il 13/9/2010 alle 12:37
Caro Pietro, avrai anche ragione ma tieni conto che non posso parlare di tutto. Il mio non è il blog di un partito che avrebbe il dovere di affrontare il nodo spinosissimo dei precari. Il mio è un viaggio personale nell'esperienza, nella comunità, nella politica. Mi baso spesso sul mio vissuto per non fare il politologo tuttologo. Da due anni e mezzo questo è il mio modo di dialogare con voi. Ho una amplissimo margine di miglioramento ma il range del mio interesse è comunque limitato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/9/2010 alle 13:13
@cittadino qualunque: magari volessero tutelare chi è nato, vive e paga le tasse in Italia. A me pare si limitino a voler tutelare chi ha la pelle bianca e dice di essere cristiano (senza nemmeno sapere bene cosa voglia dire). Le ricordo che i figli di immigrati sono nati qui e vivono qui e i loro genitori pagano spesso fior di tasse, più di tanti padani che evadono a più non posso. Non siate ipocriti e chiamate le cose con il loro nome: xenofobia.
Scritto da Larpi il 13/9/2010 alle 13:26
Il mio punto di riferimento come insegnante sono da sempre Don Milani e la sua idea di scuola come occasione e impegno per tutti (studenti e docenti), come investimento sulle abilità professionali e di apprendimento più che sugli strumenti. Un Paese che vuole crescere deve investire nell'istruzione, non tagliarne i fondi ma valorizzandone la qualità. Qualità che tutti noi docenti DOBBIAMO agli studenti e che ogni studente DEVE al proprio Paese e al suo domani.
Scritto da Luisa Oprandi il 13/9/2010 alle 13:33
Legnanensi e Bustocchi hanno scritto che questo è un post da incorniciare. Condivido, aggiungo che la cornice dovrebbe essere d'oro. Oltre al tuo pensiero sulla scuola mi ha colpito, già la conoscevo, la tua vicenda personale. Serve per capire da dove arrivano certe qualità, in parte innate e in parte forgiate da una vita, anche difficile, ma piena di dignità. Mi piacciono queste storie e in un certo senso mi commuovono. Ben oltre, ovviamente, quelle differenze che ogni tanto la politica pone.
Scritto da paolo rossi il 13/9/2010 alle 14:17
Si, Giuseppe, hai ragione...talvolta bisogna lasciar la politica a far capolino sull'uscio, per far spazio ai ricordi, alle emozioni, e così recuperare i pensieri di allora e , ancora una volta, accarezzare con affetto le premure di genitori che la voglia di allontanarsi in fretta dal passato e la fiducia nel futuro, spingeva a sacrificarsi ancora per mandare i figli a scuola. Giuseppe grazie per questi “squarci “ , peraltro frequenti nei tuoi post, che ci consentono di affacciarci anche solo per un attimo sul passato. Grazie per avermi stimolato, in questa occasione , a ricordare anche i miei genitori, i loro sacrifici; senza questo ricordo sarebbe stato meno bello e struggente il pensiero il mio coccolare con occhi un po’ umidi e un po’ fieri la mia nipotina, al suo primo giorno di scuola. Da domani busseranno i problemi: la mancanza di insegnanti di sostegno, di mediatori culturali, la riduzione di orario del tempo prolungato, ecc.. Pietro, l’importante è esserci anche domani !
Scritto da giovanniderosa il 13/9/2010 alle 15:36
Ricordi ed esperienze personali vanno rispettatti ma la scuola italiana soffre da alcuni decenni. E' una sofferenza a macchia di leopardo ma acuta per la pracarietà delle strutture, per l'accanimento riformatore di tutti i governi, per le pregiudiziali ideologiche di parte, per l'essere stata trasformata - diciamolo - in una sorta di ammortizzatore sociale senza valutare quanti e quali fossero le sue necessità.Gli esiti sono quelli descritti dagli altri. Il tempo per recuparare quasi scaduto.
Scritto da cesare chiericati il 13/9/2010 alle 17:52
La scuola ha enormi problemi. Ha bisogno di riforme. Quella della Gelmini mi sembrano inadeguate. Resto dell'idea che la nostra scuola migliore siano le elementari. Spero che il ministro non ci metta mano.
Scritto da Giacomina il 13/9/2010 alle 18:12
Cesare Chiericati parla di "accanimento riformatore di tutti i governi. Ha sintetizzato benissimo il mio pensiero. Non può succedere che la scuola cambi indirizzo ad ogni elezione. Il riformismo serio è un'altra cosa.
Scritto da Un genitore insoddisfatto il 13/9/2010 alle 18:37
Ottimi commenti. Sottoscrivo in particolare quello di Angelo Eberli. Si nota che ha una buonissima esperienza. Su Adro ha ragione.
Scritto da Lucky il 13/9/2010 alle 19:28
Caro Giuseppe, continua a parlare di questi problemi e stai lontano dalle polemiche interne del Pd. Ne guadagni tu, il blog e tutti noi che lo leggiamo.
Scritto da Lorenzo il 13/9/2010 alle 20:18
Ah, caro Adamoli, questo post muove le corde interiori. In particolare il ricordo della madre. Per associazione, mi è venuto in mente il commovente ricordo che fa di sua madre il priore della comunità monastica di Bose, padre Enzo Bianchi, intervistato dalla giornalista Maria Pia Bonanate. Il dialogo è parte integrante del libro “Preti. Alla ricerca dei dodici apostoli nelle strade del mondo” che raccoglie, appunto, interviste a diversi religiosi più o meno noti. Ecco, a me ha colpito la descrizione di questa donna dotata di una fede e forza interiore smisurate, nonostante i sacrifici. L’ho letto nel 1999, quando è uscito, ma lo ricordo perfettamente. Se Le capita, potrebbe essere una bella lettura. Tornando agli amarcord personali, io ricordo con esattezza il primo giorno di scuola delle elementari che per me sono state tutto. Ricordo, con commozione, la mia suora-insegnante. Non sarei quella che sono adesso se non mi fossi “formata” con lei nel corso delle elementari. Alzo lo sguardo verso la mia libreria. Campeggia una foto in bianco e nero della sottoscritta sul banco di scuola. Dietro, appese ai muri, dei piccoli poster con le lettere dell’alfabeto ed il relativo oggetto: Z di zebra, S di sole, M di mulino. L’H non ha un disegno corrispondente (che non ci fosse, in quegli anni, qualcosa che iniziasse con l’H?). Conservo gelosamente i fiocchi del grembiule ed i vari cerchietti che mi mettevano nei capelli. Uno di questi è lo stesso che indosso nella foto, di stoffa leggera, blu a pois (perché alle bionde mettevano il blu, rigorosamente il blu, ho passato l’infanzia in blu). A proposito di foto, bella quella che Lei ha scelto per il post. Anche lì una bimba con il cerchietto … Che altro dire? Mi sono fatta prendere dall’amarcord ma per tornare alla realtà, come evidenzia @Pietro la scuola non è tutta “rose e fiori” come i nostri ricordi. P.S.: chissà che simpatica la nipotina di @Giovanni … Che emozioni anche per il nonno
Scritto da Mafalda il 13/9/2010 alle 20:21
Per favore Adamoli, occupati ancora del Pd. E' una gabbia di matti. Capisco che vuoi startene fuori dopo tanti anni. Ma è nesessaria un pò di saggezza e autorevolezza. Speravo in Marantelli come leader ma non ce la fa.
Scritto da G. D. il 13/9/2010 alle 20:30
Adamoli@"Scuole decenti, buone, perfino eccellenti, sono alla portata di gran parte dei bambini e dei giovani"Appunto DI GRAN PARTE.Quello a cui doppiamo puntare è dare PARI OPPORTUNITA' a TUTTI.Un Paese che non investe sui giovani e sulla cultura è un paese già mortoPerchè nessuna mamma sola, come la tua,come la mia si debba letteralmente togliere il pane di bocca per far studiare i propri figliGrazie per avermela ricordata.Purtroppo oggi ancora più con la crisi,le differenze si sono accentuate
Scritto da Maria Rossa il 13/9/2010 alle 22:43
Concordo sul fatto che le elementari siano la miglior scuola italiana, come è sscritto in qualche commento. Forse perchè sono sfuggite alla frenesia riformatrice dei governi.
Scritto da Una giovane mamma il 14/9/2010 alle 08:14
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