Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 26/9/2010 alle 10:11

Pubblico molto volentieri un pensiero di Camillo Massimo Fiori sui cattolici democratici nel PD. Per chi non è di Varese informo che Fiori è un intellettuale noto e stimato che ha avuto ruoli importanti nei partiti e nei movimenti di ispirazione cristiana.

Non sono un abituale frequentatore dei blog. Scrivo solo per amicizia e stima verso Adamoli e per simpatia verso i giovani che si sentono strumentalizzati. Se il PD deve essere "plurale", la cultura dei "cattolici democratici" si deve vedere e toccare con proposte che superino la gestione dell'esistente. Noi siamo alla ricerca di "nuovi cieli e di terre nuove" (Ap.21, 1-2). La cultura politica cristiana è "un di più" che deve unire e non dividere. Distinguersi va bene, dividersi no assolutamente (apprezzo la posizione di Letta e Franceschini).
Hanno torto gli ex popolari che si appiattiscono sulla "routine" del tirare a campare ma hanno anche torto quelli che vogliono contarsi per contare di più. Ma ci rendiamo conto che il "berlusconismo" a causa del nostro conformismo sta contraendo un'assicurazione per altri quindici anni?
L'alternativa si costruisce con le idee, la discussione, la cultura, il progetto, i programmi; non  facendo l'occhiolino a destra e a manca. Le scelte devono essere la logica conseguenza di una chiara strategia. Personalmente cerco di contribuire a questo sforzo mandando dei contributi che vengono pubblicati dalla stampa locale, non certo dai siti ufficiali del partito. La politica è vita che si trasmette con l'esperienza; non si impara sui libri!
Datevi una scossa; non capite che questa può essere l' ultima occasione per cominciare a costruire un'alternativa allo sfascio che il berlusconismo sta provocando nello Stato, nella società e nelle stesse persone?. Il PD. può vincere solo se impara ad educare,se segue una strategia e non fa solo tattica.
Infine non confondete la Democrazia Cristiana con la cultura dei "cattolici democratici". Auguri!
Camillo Massimo Fiori

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 29 commenti -
"La cultura politica cristiana è un 'di più' che deve unire e non dividere". Sembra un richiamo a quel grande Papa Giovanni XXIII, che certo non si riferiva (soltanto?) al mondo politico: cercate ciò che ci unisce, non ciò che ci divide? In ogni caso, un forte invito, che vale sempre, non solo in politica: "Datevi una mossa!". Anzi, diamoci una mossa, non solo in politica ma nell' impegno quotidiano di coerenza alla serietà e all'onestà individuale. I risultati positivi saranno conseguenti...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 26/9/2010 alle 12:36
Camillo, amico caro che ascolto sempre con attenzione e rispetto nei nostri abituali appuntamenti per "un caffè" in Corso, pone l'accento sul bisogno di dare voce ed evidenza, nelle scelte e nelle proposte politiche del PD, anche ai valori cattolicodemocratici, che sono una componente importante della identità di questo partito. Molto bella la sintesi "sbagliano coloro che vogliono contarsi per contare di più", che dice molto di vero.
Scritto da Luisa Oprandi il 26/9/2010 alle 12:57
"L'alternativa si costruisce con le idee, la discussione, la cultura" ecc. Condivido. Ecco se il Pd si dedicasse a questo anzichè alle liti basate sui personalismoi come quella tra Franceschini e Fioroni, o tra Veltroni e D'Alema, sarebbe molto meglio.
Scritto da Valceresio il 26/9/2010 alle 13:29
Mi va benissimo questo pezzo. Non capisco però perchè quando a farsi contare era Franceschini tutto Ok e ora che è Veltroni tutto sbagliato. Non mi riferisco a Camillo Massimo Fiori che non conosco e che dice cose sagge ma ai tanti ex popolari che dopo aver sparlato in lungo e in largo di Bersani adesso corrono sotto le sue ali protettrici. E incolpano Veltroni di nefandezze che non ha commesso.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 26/9/2010 alle 13:37
Ritenevo che i cattolici nel Pd dovessero stare uniti in una corrente per contare di più. Adamoli la pensava diversamente e per questo l'avevo criticato aspramente un paio di anni fa in una riunione a Lecco con lui relatore. Adesso comincio ad avere i miei dubbi anche se penso che Fioroni abbia forse qualche ragione. Molto più di Franceschini che è troppo instabile ed egoista. Pensa solo a se stesso.
Scritto da Emilio il 26/9/2010 alle 14:03
@L&B. -Darsi una "scossa" è molto di più che darsi una sia pur positiva "mossa". Scuotersi, dal profondo, dal di dentro, sostanzialmente, non solo un semplice (s)muoversi e/o darsi da fare. Abbiamo tutti bisogno di darci una scossa, se vogliamo cercare di modificare questo piattume generale, di "status quo". Quel papa, un cristianesimo sociale, un impegno concreto nella società civile dove davvero occore una scossa generale verso ideali di umanità, giustizia, uguglianza, rispetto e senso civico.
Scritto da Rosella e Carlo il 26/9/2010 alle 14:17
L'idea di tenere insieme i cattolici nel Pd è vecchia e assurda. I cattolici sono nel Pdl, nell'Idv, con Bersani e così via. Ha ragione Fiori, così si fa solo la conta numerica. L'errore era stato commesso qualche anno fa all'atto della costituzione del Pd. Però dal punto di vista della coerenza apprezzo più Fioroni di altri.
Scritto da Rosangela M. il 26/9/2010 alle 15:38
@ Rossella e Carlo. La vostra precisazione a Legnanesi e Bustocchi la ritengo corretta ma lieve. Dite in fondo la stessa cosa che riassumo così: ci vorrebbe buon senso ma ce ne è in questa politica? La domanda per me è retorica. La mia risposta è chiara.
Scritto da Alfredo Martini il 26/9/2010 alle 16:38
Il post è centrato. Sono un cattolico inquieto che vota Pd senza entusiamo più che altro per amicizia con Adamoli. Non vedo, caro Fiori, il progetto dell'alternativa né a Roma né a Varese. Sottoscrivo tutte le tue parole.
Scritto da Massimo S. il 26/9/2010 alle 16:54
Interessante spunto di riflessione. Come ho già avuto modo di scrivere su questo blog, non ho mai identificato l’essere cattolici con l’appartenere alla Democrazia Cristiana. Da giovane (lo sono ancora, però ora mi ritengo “cresciuta”), quale cattolica praticante e catechista non avevo mai contemplato l’ipotesi di votare per la DC, il partito di Andreotti ….. In verità accadde solo una volta ed in modo indiretto. Sfoglio, con commozione, il mio album dei ricordi. Correva l’anno 1989, si votava per il Parlamento Europeo. Con il permesso del presidente del seggio, entrai nella cabina elettorale due volte. La prima volta per aiutare mia nonna (che ormai era anziana ed aveva problemi deambulatori) ad apporre, secondo la sua volontà, una croce sullo scudocrociato ed a scrivere il nome del democristiano bergamasco Ruffini (che purtroppo era già malato e non riuscì a condurre il suo mandato elettorale sino in fondo). Poi entrai nella cabina per esprimere il mio voto. Da cattolica convinta, ero incerta tra votare il partigiano “Nullo” (Giancarlo Pajetta, PCI) oppure il missionario Padre Eugenio Melandri (Democrazia Proletaria). Ho optato per quest’ultimo (erano anche gli anni in cui aderivo ad una ONG terzomondista). Questo per dire che - a maggior ragione ai giorni nostri - la “categoria” di cattolico non rimanda ad una soggettività omogenea ed ideologicamente unitaria ed univoca. Tra i cattolici esiste un pluralità di visione politiche: c’è il cattolico conservatore, quello moderato, quello leghista, quello progressista, quello radicale, ecc. Sono definizioni piuttosto sbrigative ma è per dare un’idea della geografia composita del cattolico italiano. Poi possiamo metterci a disquisire su come un leghista possa essere cattolico ma dopo - solo dopo - aver fatto un reale esame di coscienza sulla nostra effettiva adesione quotidiana ai dettami evangelici (che non sono, a mio parere, quelli della Chiesa). Ci sono i cattolici nel PD? Ebbene che saltino fuori, che diventino visibili e che incidano sulle idee e sui programmi. La divisione tra Fioroni e Franceschini non significa nulla con l’essere cattolici nel PD ma è piuttosto un atto di subalternità a Bersani o a Veltroni. P.S.: Ora @Filippo Valmaggia penserà: “Arghhh, un altro partigiano fra gli idoli di Mafalda!!!”. E sicuramente la sua ammirazione, per la quale lo ringrazio, sicuramente avrà un contraccolpo.
Scritto da Mafalda il 26/9/2010 alle 18:24
Fiorangela M. non faccia l' ingenua. Guardi che Fioroni, lo stesso Veltroni, anche se ora non lo possono naturalmente dire, tengono aperta una porta al centro e sono pronti a fare trasloco. Bonanni sta organizzando la rientrè tutti insieme con Casini, Rutelli, Montezzemolo e Fini. Non so se ci riusciranno ma ci stanno provando. Quello che è avvenuto nel PD per il documento dei 75 è scandaloso con Bonanni a obbligare i cislini PD a firmarlo.
Scritto da Un anziano il 26/9/2010 alle 18:58
Ho 67 anni quasi e ne ho sentite sempre di queste cose.Poptrebbe dirle chiunque di qualunque partito. L'altrenativa si costruisce con l'idee, i programmi, i progetti bla bla bla. Unire e non dividere bla bla bla. L'ultima occasione, datevi una scossa bla bla bla. Non leggo mai una vera proposta originale, fa bene quel signore a farci gli auguri, ne abbiamo bisogno. Senza idee solo bla bla bla e non chiedetele a me io sono un pensionato e non faccio il politico.
Scritto da Claudio Ennam il 26/9/2010 alle 18:59
Valceresio, mi sembra che più che liti personali, indubbiamente ci sono anche quelle, tra Franceschini e Fioroni o D'Alema e Veltroni ci sono in ballo idee, modalità di vita partitica, linee politiche e concezioni molto diverse. Comprendo la necessità delle persone di pretendere meno litigate interne e più operatività esterna, pensare però che queste siano solo dispute per poteri e supremazie personali mi pare semplicistico e come si usa affermare, di -farla davvero un pò troppo facile-.
Scritto da Borghi S. il 26/9/2010 alle 19:06
@Valmaggia-Nel post precedente Sicurezza e sicurezza. “Sono questi i dati più eclatanti elaborati dal Viminale e diffusi ieri dal Ministero Pari Opportunità in occasione della tavola rotonda intitolata "Violenza sulle donne", PECCATO che invece la tavola rotonda intitolata "Violenza sulle donne" si sia tenuta a Roma mercoledì 25 febbraio 2009 come si può evincere da link del quotidiano che riporto : http://www.ilgiornale.it/interni/viminale_60_stupri_commesso_italiani/25-02-2009/articolo-id=331358-page=0-comments=1 Non essendo io una buonista né una bella anima della domenica, non ho posizioni preconcette, ne mi sento in dovere di difendere nessuno e di conseguenza non devo confutare un bel nulla ma semmai controllare (quando mi si cita la fonte) e prendere atto dei dati da lei citati che riconosco essere esatti almeno fino a febbraio 2009. Cordiali saluti.
Scritto da Maria Rossa il 26/9/2010 alle 20:50
I corsi di formazione alla politica languono. Gli oratori si sono impovertiti di iniziative culturali. Le parrocchie stanno lontano dalle discussioni di carattere sociale. Il nostro Arcivescovo tiene delle belle relazioni ma sono un urlo nel silenzio che lo circonda. Questo a è la società lombarda. L'esito delle urne è una pura conseguenza.
Scritto da Riccardo Bina il 26/9/2010 alle 21:56
@Alfredo Martini. Non vogliam affatto coltivar illusioni, ma se ci toglie anche la speranza... allora sì che siam arrivati al capolinea. Tutti. E dovremmo semplicemente scendere. Tutti. Meglio allora cercare almeno quella scossa... nonostante tutto e tutti. Cordialmente.
Scritto da Rosella e Carlo (2) il 26/9/2010 alle 22:47
@ Maria Rossa. "Sono questi i dati più eclatanti elaborati dal Viminale e diffusi ieri dal Ministero Pari Opportunità in occasione della tavola rotonda intitolata "Violenza sulle donne", organizzata dal network Tandem generation”. Con ieri questo articolo da me riportato intendeva proprio il 24 febbraio 2009, come si evince dal mio commento nel post Sicurezza e sicurezza. Ergo, nessun peccato e nessuna inesattezza. Riconoscere la bontà di ciò che ho citato era, da parte sua, un atto dovuto. Mi auguro che questi numeri aiutino, lei e non solo lei, signora, a comprendere meglio il flagello dell’immigrazione nel nostro Paese e a considerare più seriamente il pericolo di violenza sulle donne che si è quasi raddoppiato per causa di questi lupi famelici.
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/9/2010 alle 22:51
Leggo qualche volta gli articoli di Fiori sui giornali locali. Li leggerei più spesso perchè sono intressanti se fossero più brevi. Se potessi vedere i suoi commenti sul blog sarei contento.
Scritto da Sara Colombo il 26/9/2010 alle 22:52
@ Mafalda. No, cara Mafalda, nessun contraccolpo. E poi hai citato un partigiano che nel nome li riassume tutti: Nullo ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 26/9/2010 alle 23:01
@Borghi S. Non dico che le divisioni interne sono soltanto il frutto di personalismi, però i personalismi contano di sicuro. Lasciamo stare il dissidio permanente D'Alema/Veltroni. Come mai Fioroni e Franceschini andavano d'accordo fino a ieri su tutto e adesso uno è entrato in maggioranza e l'altro è rimasto in minoranza? Le differenze di giudizio sono nate dalla sera alla mattina? Non fare torto alla tua e alla mia intelligenza.
Scritto da Valceresio il 26/9/2010 alle 23:04
Datevi una scossa..ben detto ma qua al nazionale e in provincia abbiamo un partito che sbadiglia..di fronte all'abisso..Stasera mi sento particolarmente concorde con Rienzi nel desiderio di rottamare..bada bene Adamoli, a ragion veduta però!Ci sono auto d'epoca d'inestimabile valore,da tenersi in grande considerazione e da ammirare...
Scritto da Pasquino il 27/9/2010 alle 00:03
Sempre pieni di calore gli amarcord di Mafalda. Già, l'89, un anno da ricordare anche per la "svolta della Bolognina", forse l'ultimo autentico processo di autoriforma di un partito, prima che i cambiamenti cominciassero ad essere indotti dalle leggi elettorali, dai tatticismi istituzionali o dalla magistratura. Allora, come oggi, i "cattolici democratici" s'interrogano sulla loro collocazione politica. Oggi però, il PCI è solo un ricordo e forse i cattolici nel PD dovrebbero fare molto di più.
Scritto da Leonardo C. il 27/9/2010 alle 08:24
Stralcio del documento programmatico del futuro segretario provinciale del PD, Taricco: "Io sto con chi è antiberlusconiano. L’antiberlusconismo è un valore. Il PD è diverso e noi vogliamo restare diversi." Un cattolico democratico non potrà mai condividere tali affermazioni invero deliranti e non potrà quindi mai votare per Taricco, se non per salvare la cadrega. Salvare la cadrega: unico obiettivo di tanti finti cattolici democratici nel PD.
Scritto da Larpi il 27/9/2010 alle 09:16
La frase di Taricco, citata da Larpi, è davvero una perla di insipienza. Sono giovane, quindi non oso di incultura politica profonda. Forse voleva dire un'altra cosa. Spero che si spieghi. Il congresso però è già finito, la discussione sarà piuttosto accademica. Nel documento di Frigoli e altri queste castronerie non ci sono.
Scritto da F.C. il 27/9/2010 alle 09:30
@Larpi-D'accordo con te, ma che ne dici di quest'altra chicca?Dall'INDIRIZZO PROGRAMMATICO del prossimo candidatoa segretario provinciale"Vorrei un partito UNITO, anche in provincia di Varese: Da quando è nato il nostro partito abbiamo avuto tanti motivi e tante occasione di divisione: primarie, elezioni, nascita di correnti."chi spiega a Taricco che primarie ed elezioni non sono fonte di divisione ma di chiarezza e DEMOCRAZIA?Penso che la piattaforma programmatica del PD in provincia è meglio che la scriviamo noi nei Congessi di Circolo e provinciale..
Scritto da Pasquino il 27/9/2010 alle 10:08
Pasquino e Larpi hanno perfettamente ragione. Se questo Taricco è il nostro segretario provinciale cè da stare poco allegri. E' l'esito del congresso a tavolino fra quattro persone, che è la negazione stessa del concetto di "congresso". Complimenti a tutti voi.
Scritto da Giovane Varese il 27/9/2010 alle 10:35
Mi sono sempre rifiutato di parlare dei “cattolici” come di una categoria politica. Non sono mai stati una comunità politicamente omogenea. E’ sbagliato anche affermare che i cattolici siano tutti, o debbano essere, dei moderati. Chi l’ha detto? Partito moderato, a democrazia occidentale, è stata la DC durante tutta la guerra fredda ma perfino a quei tempi l’unità dei cattolici non era una realtà assoluta. Ha ragione Fiori: ha molto più senso parlare di cattolicesimo democratico se vogliamo individuare una cultura politica. Che questa cultura sia ancora debole nel PD mi sembra chiaro. La si era rafforzata con la corrente organizzata degli ex popolari? La mia risposta non è positiva. Se avessi avuto una differente opinione sarei rimasto nel loro gruppone. La divisione troppo drammatizzata fra Franceschini e Fioroni è la dimostrazione che quella strada non era la più efficace. Ha ragione Fiori. Più che i posti, da contrattare con la forza dei numeri, servono le idee e il coraggio nel perseguirle. Io credo nel partito plurale. Spero che ci credano presto anche la gran parte degli ex DS. Se fallisse, tornerebbero forse in voga le formazioni mono culturali. Ma già la Margherita aveva opportunamente superato questa tipologia di partiti dando spazio alla cultura liberaldemocratica, ambientalista e di tradizione "laica".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/9/2010 alle 10:54
Ringrazio tutti gli intervenuti alla discussione. Parlando di cultura politica c’è davvero il rischio di fare dei bla,bla,bla. Però nel Novecento i partiti socialdemocratici e socialcristiani hanno cambiato in meglio la realtà dell’Europa; senza le loro idee e i loro valori le democrazie liberali non avrebbero retto al fascino dei totalitarismi. Solo a partire dalle tesi di Keynes e di Beveridge si è realizzato uno sviluppo economico diffuso e lo stato di sicurezza sociale. Oggi è diverso: quelle soluzioni non sono più applicabili in un mondo globalizzato e interconnesso; non possiamo più vivere isolati in un realtà di povertà e di disperazione; abbiamo un destino comune. Bisogna cambiare il nostro modello di sviluppo e anche il nostro modo di vivere per assicurare vita e lavoro alle future generazioni. Come? Non lo so! Ha tentato Blair con la “terza via” di Giddens ma non c’è riuscito. Significa che è difficile ma non impossibile. La necessaria austerità deve essere coniugata con l’equità, cioè con la giustizia sociale. Il mondo è già diverso e lo sarà di più in avvenire. Ho richiamato l’esperienza dei cattolici democratica perché essa ha affermato con forza che anche in politica occorre una misura etica sottratta all’arbitrio umano; ma essa significa anche: persona, pluralismo, comunità, confronto. convivenza e tensione verso l’unità. Essa ha introdotto il metodo dell’analisi della realtà per individuare i problemi da risolvere, la direzione di marcia e il progetto. Non significa evadere dal concreto, ma piegare con la persuasione e l’esempio le cose che ci sono verso obiettivi umani. A differenza del berlusconismo che vuol lasciare le cose come stanno, anzi peggiorarle allungando le distanze sociali, la sinistra riformista deve costruire un modello alternativo. Se no a cosa serve? Il Partito democratico deve esistere prima di tutto come fatto umano; non è solo uno strumento, sta insieme perché è comunità organica che precede e guida la società. La politica non si fa, si vive. Camillo Massimo Fiori
Scritto da Camillo Massimo Fior il 27/9/2010 alle 16:30
Sempre a sparare contro Taricco... Ma potevate candidarvi voi, politici da tastiera, che vi coprite dall'anonimato. Codardi.
Scritto da Andrea Franzinoni il 30/9/2010 alle 10:52
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