Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/10/2010 alle 10:06

Dopo l’aggressione al taxista di Milano è aumentato il numero delle persone che dicono: basta non se ne può più, è urgente un’azione di controllo, repressione e condanna. Giusto. Altri dicono: è necessario elevare il civismo dei giovani. Le due cose si legano benissimo. Dalla discussione sulle mafie e su altri temi sociali questo concetto è stato condiviso dai lettori del blog.
Il problema c’è tutto e coinvolge in primo luogo la scuola. Bisognerebbe affrontarlo senza infilarlo dentro la discussione sulle grandi  riforme. Lo spunto mi viene dalle conversazioni che Gherardo Colombo, l’ex pm del pool “mani pulite” di Milano, tiene regolarmente con gli studenti (settimana scorsa a Busto Arsizio). Perché non far entrare nella scuola personalità della cultura e del diritto per parlare agli studenti? Non tutti avrebbero l’appeal di un magistrato famoso, ma le nostre città sono ricche di persone che con il lavoro, la genialità, l’onestà, il rispetto assoluto della legalità, possono rappresentare un esempio contagioso.
Questo potrebbe essere un modo, non barboso e non pedante, per dare un aiuto concreto ai tanti insegnanti che già si impegnano meritoriamente nel campo dell’educazione civile qualunque materia insegnino. E si potrebbe fare senza squilli di tromba e senza tanti orpelli organizzativi. O forse sono un ingenuo che non conosce la scuola italiana?

Commenti dei lettori: 23 commenti -
Io conosco abbastanza bene la scuola italiana. Mi sembra che sia refrattaria ad iniziative simili. C'è l'ostacolo del colore politico delle persone da invitare. Sai che polemiche se scegli uno anziché un altro. L'idea è buona ma penso irrealizzabile su larga scala.
Scritto da Ex insegnante liceale il 12/10/2010 alle 11:26
Purché tutto non si risolva in temi scritti da fare a casa. Le "chiacchierate" di persone esterne dovrebbero avere un seguito in classe, Una discussione fra studenti e insegnanti che si protragga nel tempo e dia il senso quasi di un corso "civico". E' possibile? E' una domanda da girare a chi nella scuola vive ed opera.
Scritto da Giuliana (mamma) il 12/10/2010 alle 11:32
Invece di un commento, il tuo interessante e post oggi ha il nostro voto: 10 + (in lettere: dieci più). Materia: senso civico.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 12/10/2010 alle 11:42
Sono preoccupato di come crescono i nostri giovani e giovanissimi. Una volta le famiglie avevano il tempo di stare più vicini a loro. Era un'epoca diversa solo 10 anni fa. Oggi con internet e tutto il resto vivono in un mondo a parte. Sono più svegli, sanno un sacco di cose, pensano di sapere tutto della vita, anche quello che non sanno. Il senso civico latita, ma non solo. Per stare però al civismo penso che la scuola dovrebbe fare molto di più. Sul come sono anch'io abbastanza impreparato.
Scritto da Polli Luigi il 12/10/2010 alle 12:14
La scuola ha tralasciato da molto tempo di fare formazione civile, civica, costituzionale. Non credo che basterà qualche iniezione dall'esterno per colmare la lacuna. La scuola nel suo insieme deve essere ripensata.
Scritto da Giovanna Magri il 12/10/2010 alle 13:36
Gherardo Colombo è stato a colloquio con gli studenti del Liceo Manzoni (Linguistico e Sociopedagogico) l'anno scorso al teatro Vela e il suo libro "Sulle regole" è stato un testo, "il testo" , comune di educazione civica, letto nelle classi del triennio e commentato con i ragazzi dai docenti di varie discipline, proprio per valorizzarne la trasversalità. Esperienza bellissima: solo due o tre genitori si sono "indignati".
Scritto da Luisa Oprandi il 12/10/2010 alle 13:40
Quando si parla di legalità ragazze e ragazzi drizzano le orecchie. Capiscono che ce ne è un bisogno estremo. Forse questo è un veicolo per parlare al loro cuore senza stancarli, anzi avvincendoli.
Scritto da Elisabetta il 12/10/2010 alle 15:00
Si, ho paura che non conosci bene la scuola. Se ci si mette a parlare di queste iniziative cominciano le polemiche. Il caso descritto da Luisa Oprandi non è facilmente ripetibile. Come qualcun altro, penso che il problema si debba risolvere con veri corsi di studio specializzati e affidati a insegnanti preparati.
Scritto da Un prof deluso il 12/10/2010 alle 16:47
La struttura che ospita la scuola è in uno stato di fatiscenza. Gli ambiti sono umidi; i bagni puzzano di orina e di fumo. I mezzi pubblici che riportano a casa gli studenti sono in grande ritardo, la gente si accalca. Facce tristi. A casa li attende un genitore disoccupato o cassintegrato. Non li ascolta. I ragazzi accendono la tv. MTV trasmette video musicali violenti: si vedono periferie degradate, travestiti, scimmie che ballano … no, sono rapper. Tedio. Si vaga su internet (la democratica internet!). I video sono ancora più violenti e la stupidità tracima. Facebook, Youtube, Youporn. Finalmente la sera. I ragazzi escono. Una birra. Due birre. Un superalcolico. Tre superalcolici. Discoteca. Rumore. Qualche pasticca. Nessuna connessione sinaptica. Tante pasticche. Pochi neuroni. Tanto rumore. Il giorno dopo. In aula. Gherardo Colombo, o chi sia, siede di fronte agli studenti. E’ suasivo, simpatico (non come in tv), persino interessante. L’allocutore accetta qualche scambio dialettico poi lascia l’aula. I ragazzi sono di nuovo soli.
Scritto da Filippo Valmaggia il 12/10/2010 alle 17:26
Valmaggia estremizza, come sempre, ma quando parla dell'attualità osserva con spietatezza ma con un fondo di verità.
Scritto da Roberto il 12/10/2010 alle 18:11
Caro Adamoli, è esattamente così come dice: il rispetto degli altri e la tolleranza sono da “insegnare” addirittura anche ai piccoli. Persino la cultura della legalità – che sembrerebbe cosa grossa nella mente e nelle mani di un/a bimbo/a – dovrebbe essere seminata in tenera età. Oltre alla scuola, grandi responsabilità hanno le famiglie. E lì si entra in un terreno ignoto in quanto ogni famiglia è un piccolo mondo (a volte, più piccoli mondi). E poi, come contemperare il “civismo” con i caratteri individuali? Con chi, per esempio, nasce “bullo”? E come la mettiamo con tutte le “Viola” del mondo (personaggio femminile inquietante) ben descritte ne “La solitudine dei numeri primi” di Giordano (e presenti in molte delle nostre scuole e delle nostre case)? E’ colpa delle famiglie? E’ colpa degli insegnanti/educatori? E’ difficile dare una risposta. I caratteri individuali sono determinanti ….. Ciò nonostante, ben vengano le utili lezioni di Gherardo Colombo. Anzi, siamo sicuri che tali lezioni non siano utili anche agli adulti? Ad esempio, facciamogli fare un giro presso i circoli del PD dove non è infrequente avere a che fare con segretari un po’ discutibili …. Mi dicono di segretari inclini al potere e vendicativi. Inoltre, abili nel piegare le regole formali di funzionamento del circolo, al fine di manipolare il consenso interno a proprio favore, in modo da determinare l’esclusione e l’emarginazione di chiunque minacci tale loro ruolo. Quindi, caro Adamoli, che fine fanno i tanti insegnamenti etici, nonché gli appelli al rispetto dell’altro e della dignità del prossimo? Questo mio commento può apparire un po’ “forte” ma è per dire che il civismo è sicuramente necessario per elevare l’animo umano ma non è sufficiente, da solo, ad evitare o contenere la “volontà di potenza”, ogni qualvolta questa promani dall’esuberanza di un “ego” che le regole non riescono a contenere e normare, oppure, peggio ancora, nel caso in cui esso, per calcolo e convenienza reciproca, incontri un “nos”, attraverso il quale imporre il proprio arbitrio, celandosi dietro la comoda veste di una “maggioranza” formalmente democratica. Con buona pace per le lodevoli lezioni di Gherardo Colombo.
Scritto da Mafalda il 12/10/2010 alle 18:39
Illegalità e reati di "comportamento" stanno riempiendo i tg anche stasera. Si dirà che è sempre stato così mentre prima c'era meno attenzione mediatica. Ma al progresso economio, tecnico, scientifico dovrebbe corrispondere anche una migliore civiltà. Non mi sembra che sia così.
Scritto da Servillo Giuseppe il 12/10/2010 alle 19:51
@ Filippo Valmaggia Tu scrivi bene come nessun altro ma i tuoi pensieri sono uno strazio. Inneggi un regime di morte ormai sepolto, sei cinico, cupo, pessimista. Che p... ! Ma perchè non ti spari che fai prima.
Scritto da Ranuccio il 12/10/2010 alle 20:28
Ho messo anche questo commento di Ranuccio. Però invito tutti, a cominciare da Filippo Valmaggia fino ad alcuni lettori che interloquiscono con lui, ad una forma di responsabile autocontrollo. Altrimenti mi vedrei costretto a censurare dei commenti. Non quest'ultimo di Valmaggia, che non taglierei mai, ma altri che abbiamo letto nei giorni scorsi. Il rischio è un piano inclinato troppo su cui diventa difficilissimo arrestarsi in tempo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/10/2010 alle 20:46
Bravo Adamoli. Giusto richiamo. Sono convinto che sarà rispettato. Non bisogna drammatizzare ma è meglio mettere dei paletti.
Scritto da L Antonini il 12/10/2010 alle 21:31
In fondo tu parli di una scuola più integrata con la comunità. Di un reciproco aiuto. Non so se è fattibile ma in teoria mia pare una idea saggia.
Scritto da Alessandro Vitelli il 12/10/2010 alle 21:34
L'esempio portato da Luisa Oprandi è istruttivo perchè, mi pare di aver capito, vi è stato un seguito alla "lezione" d Gherardo Colombo. Bisognerebbe fare sempre in questo modo. Penso però che anche altre personalità, come dice il post, possano contribuire a rianimare la finalità educativa della scuola.
Scritto da Carlo B. il 12/10/2010 alle 22:28
Il fatto è che di Gherardo Colombo ce ne sono troppo pochi. Sono molto contento, e non esagero, che Adamoli abbia ricordato la sua attività nelle scuole e nella società. Chi conosce la storia di Adamoli sa perchè dico questo.
Scritto da Giovanni B. il 12/10/2010 alle 22:39
Cara Mafalda, poni una serie di interrogativi a cui non so proprio rispondere. Per brevità due sole considerazioni molto parziali. Il potere (con le sue tentazioni), è più forte e lusinga di più del sesso (con le sue proprie), dicono psicologi e sociologi esperti. Il civismo in questo campo è soverchiato da ben altre pulsioni ed è impari alla bisogna. Ma c’è un civismo che, come dici tu, si può insegnare fin dalla tenera età: è la coscienza dei propri doveri, il rispetto delle regole e della legalità. Mi accontenterei che si facesse qualche passo avanti in questa direzione. Tu no?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/10/2010 alle 22:54
Ho seguito solo superficialmente (qui le cose sono tante), il fatto del tassista ridotto in fin di vita a Milano, credo che gli assalitori fossero italiani,e non mi sembra in età scolare. Questo per dire che è certamente giusto partire dai bambini nell’abitudine alla legalità e al rispetto delle regole,(su quali mezzi siano più efficenti si può discutere), ma rimane tutta una fascia giovanile e in età adulta difficilmente recuperabile. Queste persone si apprestano a divenire o sono già genitori, le figure di maggiore riferimento per un bambino e la cui influenza sulla crescita è certamente superiore a quella del migliore e motivato insegnante. La mia impressione, ricavata dalla lettura dei giornali e da qualche inchiesta televisiva è che ormai non ci sia più molta differenza tra alcuni quartieri popolari di Milano e i classici quartieri degradati di Napoli, dove vivere di espedienti è da tempo il metodo tradizionale per potere sopravvivere. Io credo che per migliorare la società bisogna cominciare con l’esempio dato dall’alto (di questi tempi non sembra proprio),e intervenendo con leggi per migliorare la qualità della vita delle persone.Nessuno si dovrebbe sentire abbandonato a sé stesso, in particolare in questi momenti di crisi economica che genera paura per il futuro e di conseguenza stress e depressione.Si potrebbe cominciare con il garantire a tutti una casa ad affitto adeguato o meglio a riscatto , questo eviterebbe anche la separazione di tante giovani coppie, il cui amore viene strangolato da mutui che rendono la vita insopportabile.Nelle scuole, lezioni di legalita sì, ma soprattutto, musica, pittura, fotografia,letteratura, poesia insomma educazione al bello che predispone l’animo all’amore verso il prossimo.Per tutti cultura diffusa, spettacoli, musei accessibili,sport e soprattutto un palinsesto televisivo degno di un Paese civile.
Scritto da Maria Rossa il 13/10/2010 alle 01:08
Giuseppe Adamoli scrive: "Il potere (con le sue tentazioni), è più forte e lusinga di più del sesso (con le sue proprie)" - Meglio comandare che fottere è un detto mafioso. I politici sono tutti su questa linea? ...
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/10/2010 alle 06:57
Le considerazioni di Maria Rossa sono condivisibili. Ma il mio post, pur partendo dall’episodio drammatico del taxista di Milano, aveva un focus ben più limitato: che cosa si può fare nella scuola per “educare” meglio i giovani e i giovanissimi. Sono del tutto consapevole che l’azione più concreta e incisiva ricada sulle spalle delle famiglie. Sono altrettanto convinto che l’esempio debba venire “dall’alto”, e qui purtroppo i fatti positivi latitano moltissimo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/10/2010 alle 12:35
Ma certo, caro Adamoli, come scrivevo anche ieri, ogni tentativo deve essere fatto, soprattutto per stimolare il senso di responsabilità non solo di se stessi ma anche per/verso gli altri. Una sorta di "I care" permanente che proprio in questi nostri difficili tempi si rende necessario, non solo nella società ma anche nelle nostre famiglie. Mi piace - anche se denso di nubi nere – il commento di Filippo Valmaggia (h. 17.26). Devo dire che è una immagine un po’ metropolitana. Vorrei rassicurarlo: le realtà di paese sono meno a tinte fosche (anche se tutto, ormai, sta diventando hinterland della ostica Milano). Riguardo alle "tentazioni", se Filippo si lasciasse meno indurre in tentazione da interlocutori incalzanti e "cedesse" sugli affreschi come quello che ha dipinto in questo post, potrei stare a leggerlo per ore per l’ottima capacità analitica, introspettiva e descrittiva.
Scritto da Mafalda il 13/10/2010 alle 20:38
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