Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 19/10/2010 alle 10:21
 
Mi sbaglierò di grosso ma, al punto in cui siamo, gli appelli a recuperare un certo grado di unità d’azione fra Cisl e Uil da una parte e Cgil dall’altra, per quanto saggi e motivati, serviranno a ben poco. Forse è anche meglio lasciar stare i contratti e scegliere un terreno su cui l‘intesa è possibile. Quello giusto sarebbe il fisco. Le differenze sono sottili. Il bersaglio è chiaro, giusto, comprensibile a tutti: meno tasse per il lavoro dipendente, per gli autonomi, per i pensionati, lotta vera all’evasione, imposte agevolate per chi reinveste nell’impresa e per chi assume a tempo indeterminato, aliquote più alte per le rendite finanziarie. E’ una piattaforma simile a quella del Pd, approvata dall’assemblea nazionale.
Tra poco si aprirà il cosiddetto “tavolo” sul fisco e comincerà il confronto delle parti sociali col governo, controparte ostica e spesso ostile. Di solito l’avversario comune è una molla verso il compattamento sindacale. Sarà così?  Potrebbe risultare la carta vincente se il confronto non si trascinasse all’infinito. Il decreto mille proroghe sarà varato a fine anno. Qualche misura sul fisco dovrebbe essere contemplata. L’occasione è ghiotta per lo stesso governo. A meno che non prevalga la volontà di dividere i sindacati, che è stata una costante della sua linea. Ma l’effetto boomerang dovrebbe prenderlo in esame anche il ministro Sacconi. Solo un clima da fine impero potrebbe togliere questa lucidità.

N.B. ho messo oggi sul sito uno scritto di Mariuccio Bianchi dal titolo: “Il Pd dopo piazza del Popolo e piazza S. Giovanni”, che tratta i problemi sindacali del momento.
Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 28 commenti -
Si, ripartire dal fisco potrebbe essere una buona idea. E' il solo campo dove non si siano divisioni profonde fra i sindacati.
Scritto da Rodolfo D. il 19/10/2010 alle 12:17
I sindacati criticano il governo e l'opposizione perchè sono divisi al loro interno e non possono dare buoni risultati. Loro sono ancora più divisi. Sono anche loro una casta che prende in giro gli operai.
Scritto da Un operaio incavolato il 19/10/2010 alle 13:00
Bella la foto di "quarto stato". Dà l'idea di un movimento dei lavoratori in marcia. Purtroppo oggi il lavoro è frammentato. Le masse operaie non sono così compatte. E' il portato della società attuale ma pure dei sindacati troppo politicizzati o troppo pragmatici.
Scritto da Dioscuro il 19/10/2010 alle 13:28
Se ci fosse la volontà di ricucire i rapporti la materia fiscale dovrebbe fare da catalizzatore delle buon intenzioni. Ho paura che succeda il contrario per ragioni di orgoglio di appartenenza.
Scritto da Luigi Crespi il 19/10/2010 alle 13:45
Pur non nascondendo problemi e difficoltà, invito a riflettere su quanto ha scritto l'operaio incavolato, che mi ha preceduto. Con una sola nota aggiuntiva: uniti si può vincere e si può perdere; divisi si rischia di perdere sempre.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 19/10/2010 alle 14:33
Come sostengono fortemente la Cisl e la Uil, una politica economica rigorosa del Fisco darebbe sicuramente slancio ai consumi dettati dalla classe media italiana. La forbice fiscale tra i liberi professionisti e i lavoratori autonomi non si riesce proprio a ridurre ( a sfavore degli ultimi). E' dal 1994 che il premier parla di diminuire le imposte e non ha fatto una riforma in questa direzione. Quindi bene Bersani che mette il lavoro ( impresa, privato e pubblico) al primo posto nell'agenda pol
Scritto da Simone82-Angera il 19/10/2010 alle 14:51
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo (nel post) è un dipinto straordinario, un'icona del movimento operaio italiano. Non rappresenta tanto e solo lo "sciopero", ma è un simbolo che evoca lotte, sacrifici enormi, ingiustizie profonde. Quando lo guardo mi prende sempre un'emozione. Sono abbastanza giovane ma mi torna subito in mente mio papà.
Scritto da Il pirata il 19/10/2010 alle 15:22
Faccio mie le considerazioni di Mariuccio Bianchi e ho anche letto il suo articolo che sostanzialmente condivido; aggiungo però che, pur essendo a mia volta un militante Cisl, non mi spiego l'acquiescenza di Bonanni nei confronti di questo governo. E in tanti anni di militanza non mi è mai capitato di assistere all'esultanza di dirigenti sindacali per una sentenza sfavorevole a dei rappresentanti di fabbrica.
Scritto da Angelo Eberli il 19/10/2010 alle 16:10
D'accordo con Simone82 di Angera. Almeno uno che sottolinei l'importanza della battaglia dell Cisl per il fisco. Bonanni sarà anche antipatico ma su molte questioni ha ragione lui.
Scritto da Colombo A. il 19/10/2010 alle 16:40
Mi fai tenerezza. Non ti rendi conto che l'unità sindacale è finita per sempre? Dove vivi? Pensare che ormai non sei più nella torre dorata delle istituzioni.
Scritto da Bossiano doc il 19/10/2010 alle 16:49
Non riesco a capire perchè dovremmo vedere sempre e comunque i sindacati uniti e per giunta contro il governo. Mi sembra un'immagine da inizio '900. Non possiamo dimenticare che la CGIL è stata da sempre considerata cinghia di trasmissione del PCI e oggi di una generica sinistra.
Scritto da ex sindacalista CISL il 19/10/2010 alle 16:56
Quante volte Berlusconi ha promesso di abbassare le tasse? Invece la pressione fiscale è aumentata. Sacrosanta la battaglia sindacale per diminuire le tasse sul lavoro, anzi sui lavori. Bisognerebbe concentrarsi su questo obiettivo. Il sindacato acquisterebbe un credito che negli ultimi anni ha perso.
Scritto da Sommaruga Giuseppe il 19/10/2010 alle 17:34
E’ più che fondamentale che le sigle sindacali trovino un punto comune d’accordo. E’ necessario che i personalismi (presenti nel mondo sindacale in pari misura a quello politico) facciano uno, due, più passi indietro e avanzino, invece, proposte serie e concrete di tutela del diritto al lavoro e del lavoratore. E’ un vero peccato che la Cisl sia rappresentata da Bonanni che, come è evidente, è impegnato ad assicurarsi un suo futuro in politica. Il risultato è che l’inasprimento dei conflitti interni al mondo sindacale danneggia tutti noi. @Mariuccio Bianchi scrive osservazioni pertinenti, di buon senso e condivisibili. Però i buoni intenti sembrano sempre disintegrarsi nelle mani di tutti gli attori coinvolti (sindacati, partiti politici, associazioni di categoria, rappresentanti del mondo dell’industria e dell’impresa). E alla fine, ciò che conta sono i comportamenti concreti. Ad esempio, in tema di lotta all’evasione fiscale, come giudicare il comportamento dei 20 parlamentari del PD che lo scorso autunno, in occasione dell’approvazione del provvedimento sullo “scudo fiscale”, non erano presenti in aula? Ne ricordiamo qualcuno? Lanzillotta e Melandri pare fossero a Madrid per una missione del partito (non istituzionale, del partito!) mentre il giorno successivo, entrambe, venivano immortalate mentre erano ad un convegno della fondazione di Cordero di Montezemolo. E la giovane promessa Madia, pupilla di Veltroni, così politicamente inconsistente ma pur sempre un voto … Insomma, caro Adamoli, gli intenti sono buoni, gli uomini li avremmo ma sarebbe utile, quando si parla di lavoro e di relazioni sindacali, pensare di più ai lavoratori che ai tatticismi di partito o ai posizionamenti personali dei nostri dirigenti sindacali. @Maria Rossa: per dimostrarti che i “confronti letterari” si possono effettuare anche su questo blog, “Il tallone di ferro” è stato scritto da Jack London e non da Mark Twain come hai asserito tu in un commento di ieri. Avendo letto il libro e ritenendolo una “pietra miliare” pensavo fosse giusta una rettifica, anche per rendere giustizia a London … La mia copia è edita dalla Feltrinelli, con prefazione di Goffredo Fofi e lettera di Lev Trotzkij a Joan London. Mi scuso con Adamoli per questa precisazione non pertinente all’argomento del post.
Scritto da Mafalda il 19/10/2010 alle 18:38
@ Bossiano doc. Adesso nella torre dorata delle istituzioni non c'è più Adamoli ma il Trota. Chiunque fa il confronto si rende subito conto dell'enorme differenza.
Scritto da Cittadina cattolica il 19/10/2010 alle 20:28
@Mafalda-Hai perfettamente ragione, Jack London,in effetti qualcosa non mi tornava..pazienza per la magra figura rimediata..E pensare che "Il richiamo della foresta"di London con il cane Buck era uno dei miei libri preferiti d'infanzia, subito dopo Pinocchio e prima di Ciondolino (una formica). Beh...almeno stasera ho un buon motivo per diventare "Rossa".Ottimo il tuo commento sull'unità sindacale,tutto da condividere ...
Scritto da Maria Rossa il 19/10/2010 alle 20:50
Caro ex sindacalista Cisl, forse hai perso la memoria. Sulle controversie di carattere generale la controparte dei sindacati è sempre stata il governo in carica.
Scritto da L.C. il 19/10/2010 alle 21:35
Pieno di slancio passionale l'articolo di Mariuccio Bianchi. Credo però anch'io che queste perorazioni morali servano a poco. Più utile prendere il bandolo della matassa di qualche problema serio: il fisco, misure concrete sull'occupazione, aiuti alle famiglie che non ce la fanno più. Se si affrontano le cose dal punto di vista politico le differenze aumentano invece di diminuire.
Scritto da Giovanna Magri il 19/10/2010 alle 21:46
I sindacati fanno parte delle grandi organizzazioni sociali in crisi come i partiti. Questa società frammentata, come ha scritto qualcuno, crea questi enormi problemi a soggetti collettivi che facevano la forza della sinistra. La crisi anche politica della sinistra sta qui. Quando lo capirete?
Scritto da Iscritto Udc il 19/10/2010 alle 23:40
@ Angelo Eberli e Mariuccio Bianchi. Ma sui contratti a chi date ragione alla Cisl o alla Cgil? Troppo bello criticare Bonanni per eludere i problemi veri. Per me ha ragione da vendere la Cisl. Mi sembrate francamente dei pavidi preoccupati di non dirvi troppo cislini altrimenti da sinistra vi criticano,
Scritto da Un cislino di base il 19/10/2010 alle 23:51
Adamoli è uno dei pochissimi che porta avanti alcuni contenuti della cultura sindacale della Cisl. Gli altri del Pd stanno tutti al caldo della Cgil. E gli stessi sindacalisti Cisl tacciono. Mi dispiace di non averlo mai votato.
Scritto da Luigi R. il 20/10/2010 alle 09:20
Susanna Camusso sarà eletta segretario generale della Cgil il tre novembre prossimo. Auspico che l'occasione sia propizia per avviare una svolta nei rapporti tra le forze sindacali. Non ritengo infatti che si siano deteriorati solo per responsabilità di Bonanni e Angeletti. Credo che vi sia stato un concorso di colpa. Forse la maggior parte dei lettori non la pensa così ma io confermo cocciutamente la mia convinzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/10/2010 alle 09:51
L'occasione per una convergenza tra Cisl, Uil e Cgil può essere il fisco, ma può essere anche altro. Il problema non sta qui, ma nella prospettiva strategica. Che sindacato e che politica sindacale vogliamo. Per semplificare un sindacato partecipativo o uno antagonista? Un sindacato che accetta di fare accordi a prescindere dal colore politico della controparte, o che si riserva di giocare un ruolo nell'aggregazione del movimento politico di opposizione, anche se questo dovesse indebolire la sua credibilità di agente contrattuale? Durante l'esperienza del governo Prodi, Cgil, Cisl e Uil trovarono delle sintesi interessanti a questi problemi, soprattutto con l'elaborazione di proposte e contenuti rivendicativi unitari. Le sintesi si trasformarono in piattaforme. La prima sul welfare, che portò all'accordo con il Governo Prodi nel luglio del 2007. Seguirono una piattaforma sul fisco nel novembre del 2007 e una sulla contrattazione e sulla rappresentanza nel maggio del 2008. L'accordo con il governo Prodi fu molto sofferto in casa Cgil, perché la Fiom era ovviamente contro, ma alla fine ci fu, e fu premiato da una valanga di consensi tra lavoratori e pensionati. Le piattaforme successive non poterono essere discusse con il governo di centro-sinistra, che cadde all'inizio del 2008. Con l'insediamento del governo di Berlusconi si apriva un contesto politico diverso, dentro il quale il sindacato era chiamato a proseguire la sua azione rivendicativa, sulla base delle piattaforme che aveva già definito. Cisl e Uil cercarono un percorso, pur tra grandi difficoltà, la Cgil si fermò. Nel nuovo contesto fu di fatto premiato l'ostruzionismo della Fiom, che non aveva invece avuto successo nel contesto politico precedente. Del resto, che ci fosse coerenza tra l'accordo di riforma della contrattazione e la precedente piattaforma, lo dimostra il fatto che, tranne che nel comparto dei metalmeccanici, in tutti gli altri comparti (54) i contratti sono stati rinnovati unitariamente sulla base delle nuove regole. Come per la riforma della contrattazione, anche su fisco e rappresentanza, ci sono le basi per posizioni unitarie. Tuttavia in tutte e due queste vertenze sarà necessariamente “controparte” anche il governo e si riproporrà il problema della possibilità di un accordo, con contenuti realistici, con un governo che non è “amico”. La Fiom senz'altro sarà contro a prescindere, coerentemente del resto come lo fu con Prodi. La Cgil?
Scritto da Sergio Moia il 20/10/2010 alle 10:23
Ottima l'analisi di Sergio Moia. La condivido. Ripeto la domanda, che ne dicono Angelo Eberli e Mariuccio Bianchi. Nel sindacato la politica deve venire dopo gli interessi dei lavoratori.
Scritto da Un cislino di base il 20/10/2010 alle 12:10
e io ripeto : "10, 100, 1000 pomigliano". è questa la sorte che la CISL vuole per tutti i lavoratori di questo paese ? è questo il futuro che vuole per le relazioni sindacali ? che pena e che vergogna, per quello che una volta era un sindacato, che rappresentava i lavoratori, ed ora cerca solo di sopravvivere come struttura diventando erogatore di servizi pubblici. i lavoratori se ne accorgeranno, ma intanto la svendità sarà stata fatta.
Scritto da marco. il 20/10/2010 alle 13:24
Meno male che qualche sindacalista Cisl si è svegliato. Era inquietante il loro silenzio mentre la Fiom attacca in modo volgare e, qualche volta, violento.
Scritto da Furino M. il 20/10/2010 alle 14:03
All’ ”amico” cislino di base direi in primo luogo che a volte il non firmarsi con il proprio nome (a me piace guardare in faccia i miei interlocutori) è frutto di quella pavidità che egli rimprovera ad Angelo Eberli ed a me. Se inoltre mi conoscesse un po’ di più saprebbe che ho difeso l’accordo di Pomigliano in maniera decisa e convinta; ho difeso la riforma della contrattazione e condivido, come è ovvio, la linea generale della CISL sulla partecipazione in materia di gestione aziendale. Questo per fare qualche esempio. Naturalmente vedo anche delle criticità nelle scelte della confederazione, che ho sempre esposto con altrettanta chiarezza, come si addice ad un uomo libero che milita in un organizzazione di uomini altrettanto liberi. Per concludere, condivido anch’io l’analisi di Sergio Moia, con il quale fortunatamente ho la possibilità di confrontarmi, guardandoci negli occhi, quasi tutti i giorni. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 20/10/2010 alle 14:28
A chi mi interpella e mi critica, rispondo: sono un iscritto e militante Cisl; negli anni 70 sono stato segretario provinciale del sindacato scuola SISM-Cisl che ho contribuito a fondare; mi ostino a pensare che l’unità sindacale sia preferibile alla disunione e ogni volta che in assemblee pubbliche di zona lo ribadisco, raccolgo consenso; considero non negoziabili alcuni diritti conquistati dai lavoratori; non sono tifoso né del calcio (biasimevole per un italiano) né di Bonanni. Detto questo, aggiungo che sottoscrivo sempre le critiche che mi capita di rivolgere direttamente alle persone.
Scritto da Angelo Eberli il 20/10/2010 alle 15:33
La riflessione importante di Sergio Moia riaprirebbe un'altra discussione molto interessante. E' vero, è questione di strategia sindacale. Sul sindacaco partecipativo o antagonista ci torneremo. Mi ero limitato a segnalare il fisco come possibile terreno di intesa volendo indicare un problema concretissimo da tutti sentito e molto popolare. Gli sono grato per l'arricchimento del dibattito. Grazie anche a Mariuccio Bianchi e Angelo Eberli per le loro precisazioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/10/2010 alle 19:05
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