Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/11/2010 alle 15:50


Il caso di Marcello Dell’Utri ha fatto irruzione nel blog dopo le motivazioni della sua condanna a sette anni da parte della Corte d’appello di Palermo. Era da attenderselo, quelle motivazioni chiamano in causa pesantemente niente meno che il premier. La prima considerazione è quella classica (per me un vangelo): una persona è innocente fino alla sentenza definitiva della Cassazione. Non entro nel merito della sentenza, non sarei capace di darne una valutazione motivata.
Ma la domanda dei lettori è un’altra. Può, un politico condannato in secondo grado, chiunque esso sia, restare  in una istituzione come se niente fosse? La mia risposta è articolata. Se ha una responsabilità in un governo nazionale o regionale o in una giunta locale, assolutamente no, deve lasciare l’incarico. Se è nel parlamento, in un’assemblea regionale o in un consiglio comunale, la decisione delle dimissioni dipende da tante cose: dal tipo di reato di cui è accusato, dal codice morale del suo partito, se esso ne ha uno. Infine, dipende dalla coscienza personale.
La scelta è difficilissima. Ti prende un turbinio di pensieri, un’angoscia profonda, un tormento indicibile. E’ un’ammissione di colpevolezza? E’ la fine della carriera politica? La tua professione privata ne soffrirà?
“Se lasci il seggio e vieni assolto, poi torni in politica più forte di prima” è il sentimento che può spingerti alle dimissioni. In realtà è rarissimo che questo avvenga e perciò questa vocina, anche se la senti, finisci per non ascoltarla. E chi urla “io non avrei dubbi, mi dimetterei subito”, vorrei vederlo alla prova dei fatti.
Al termine di questo sintetica argomentazione (è la regola del blog), su Dell’Utri concludo con un parere netto. Le implicazioni che chiamano in causa il premier non lo faranno mai dimettere. Eppure dovrebbe farlo. Anzi, dovrebbe averlo già fatto.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 24 commenti -
Condivido totalmente le ultime due righe. Dell'Utri dovrebbe essere fuori dal Parlamento da qualche tempo. Non lo farà e in caso di elezioni anticipate sarà ripresentato in una posizione di lista sicurissima.
Scritto da Lucky il 21/11/2010 alle 17:57
Un post da commentare con calma. Questa sera vedo alcuni amici a casa mia per una cenetta e ne parleremo certamente. Mia moglie, istintiva e impulsiva come sempre, dice che hai ragione anche se sei portato a ragionare troppo. Lei è per il bianco o per il nero. Io penso invece che le distinzioni che fai, fra cariche di governo e seggio parlamentare, siano importanti. Su Dell'Utri ti diamo ragione tutti e due.
Scritto da Bianchi Giò il 21/11/2010 alle 18:04
Un conto è se un politico è solo indagato, allora non ha obbligo di dimettersi. Nel caso Dell'Utri siamo di fronte a una sentenza in 2°grado della Corte d'Appello per un reato gravissimo:"mediatore tra cosa nostra e il premier" cioè canale di collegamento. In questo caso c'è un pericolo per lo Stato e c'è il dovere di dimettersi anche in assenza della sentenza definitiva della Cassazione.
Scritto da Ravani il 21/11/2010 alle 18:28
Ragionamento condivisibile con un pathos che lo rende suggestivo e credibile. Non occorrono altre parole da parte mia.
Scritto da Giacomina il 21/11/2010 alle 19:07
"E chi urla, "io non avrei dubbi, mi dimetteri subito", vorrei vederlo alla prova dei fatti". Si, è facile accusare seduti in poltrona o, meglio ancora, al bar con gli amici. Però se si vuole restituire dignita alla politica, sarebbe importante comportarsi in questo modo.
Scritto da Sommaruga Giuseppe il 21/11/2010 alle 19:16
Ma che balle sono? Uno rassegna le dimissioni quando la sentenza è definitiva. Altrimenti il Parlamento lo farebbero le procure e i giudici.
Scritto da Giuseppe S. il 21/11/2010 alle 19:48
Come fa a dimettersi Dell'Utri. Dovrebbe dimettersi anche Berlusconi che è il suo capo. Ciò che non avverrà mai. Illudersi è inutile. Bisogna batterlo alle elezioni.
Scritto da L Antonini il 21/11/2010 alle 20:54
Ho appena visto Luca Cordero di Montezemolo a "Che tempo che fa". Insieme a cose interessanti ha tirato fuori tanta retorica. Ha concluso dicendo che Berlusconi dovrebbe governare fin al 2013 dopo averlo criticato aspramente. Non mi è sembrato un granché.
Scritto da Borri Roberto il 21/11/2010 alle 20:59
Adamoli, ieri ti hanno fatto una domanda sulle primarie in provincia di Varese che hai lasciato cadere. Ti prego di rispondere perchè è un argomento interessante.
Scritto da Luca C. il 21/11/2010 alle 22:19
La vicenda Dell'Utri è sintomatica dello stato di salute della politica in Italia. Da questo punto di vista mi dico a volte che bisognerenne andare subito alle elezioni. Ma poi cosa cambierebbe?
Scritto da Elisabetta il 22/11/2010 alle 09:27
Caro Giuseppe, questa mattina sul treno qualcuno accennava al caso di Mara Carfagna. Nessuno al caso Dell'Utri. Questa è la sensibilità politica oggi.
Scritto da Robertino il 22/11/2010 alle 09:32
Il punto di vista metodologico, politico ed etico contenuto nel post non fa una grinza, anzi. Appartiene più alla categoria "formazione politica" che alla categoria "polemica politica". In questa considerazione sta il suo pregio e il suo limite, a seconda dei gusti.
Scritto da Brielli Giuseppe (Lecco) il 22/11/2010 alle 10:21
Giuseppe, so di toccare una argomento delicato, ma perché vi sono esponenti dei governi Craxi e marginali attori di tangentopoli ancora seduti al Parlamento?Perché nessuno si scandalizza di questo?? Perché gente che fa la predica alla prima repubblica dimentica di averne fatto parte?? Dell'Utri è solo la punta di un iceberg immenso credo... ma sappiamo che tira di piu un "pel da pota che cent cavai ca trotan" per cui tutti a parlare di Mara. Che sia una "gnocca" a far cadere B.?Sarebbe comico :)
Scritto da Federico Antognazza il 22/11/2010 alle 10:27
Le domande di Federico Antognazza non sono così peregrine. Una sola osservazione: non sono affatto sicuro che la Seconda Repubblica si migliore della Prima.
Scritto da Giulio Carlini il 22/11/2010 alle 13:28
Dell'Utri dovrebbe dimettersi anche solo per aver affermato che Mangano, per non aver parlato, deve essere considerato un eroe.
Scritto da Angelo Eberli il 22/11/2010 alle 13:57
Fermo restando la presunzione di innocenza ed il fatto che condivido le tue parole in toto, quello che mi scandalizza di più è sentire Dell'Utri commentare le motivazioni della sentenza oggi con: "È una materia trita e ritrita non c'è nulla di nuovo sono tutte cose che abbiamo già visto". Peccato che al momento dell'annuncio della sola sentenza,disse che era stato demolito il teorema accusatorio e che la sentenza era un contentino per la procura una persona del genere non darà mai le dimissioni.
Scritto da GianMarco C. il 22/11/2010 alle 14:28
L’ex Presidente della RFT Kohler si è dimesso per un’idiozia sull’Afghanistan. Sempre in Germania un ministro si dimise perché il fratello era stato coinvolto in una bancarotta fraudolenta. Sempre in Germania un altro Ministro venne messo in croce, e si dimise, perché usò i punti di Lufthansa, accumulati in missione, per pagare un biglietto aereo alla moglie. Sempre in Germania la Ministro Ulla Schimdt è stata massacrata per essere andata in Spagna con la macchina di servizio unendo missione e vacanza. Mi permetto infine di ricordare quanto è costato politicamente a Gordon Brown lo “scandalo” dei rimborsi ai Parlamentari Inglese o le dimissioni dei ministri francesi perché costringevano i loro autisti a non rispettare i rossi e il codice stradale. In Italia tutte queste cose fanno sorridere, poi però, vedendo come siamo conciati, com’è ridotta la nostra politica e la nostra amministrazione, capisco che i veri coglioni siamo noi. Quindi, anche in ossequio al motto, siamo tutti necessari ma nessuno è indispensabile, dico che io voglio un Parlamento dove NON CI SIA NESSUN CONDANNATO NE INQUISITO… è impossibile? Si? Allora continuiamo così che andiamo bene…
Scritto da Lele il 22/11/2010 alle 15:27
Caro Luca, non mi sono dimenticato della richiesta di parlare delle primarie a Varese. Scriverò presto un post su questo argomento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/11/2010 alle 15:44
@Lele. Condivido il ragionamento generale e, per quanto riguarda i condannati in Parlamento sono d'accordo, mentre per gli inquisiti sono contrario.
Scritto da Giovanni Costa il 22/11/2010 alle 16:10
D'accordo con GianMarco C. Le parole di Dell'Utri erano fuori luogo sia al momento della sentenza sia al momento delle motivazion della sentenza. Era più dignitoso se stava zitto.
Scritto da Giovanna Magri il 22/11/2010 alle 17:27
Questa sera ascolterò Dell'Utri da Gad Lerner. Voglio capire bene come giustica la sua permanenza in Parlamento. E' chiaro che non può andarsene per non trascinare con sè Berlusconi ma non dirà mai una cosa del genere.
Scritto da Gianni S. il 22/11/2010 alle 20:39
Non è Barbacetto, non è Gomez, non è Travaglio (che, a più mani, hanno scritto un libro sulla presenza degli inquisiti e dei condannati nelle istituzioni politiche) bensì è l’agguerrito @Lele che ci illustra quanto accade negli altri Paesi a differenza del nostro. Anch’io, come suggerisce @Giovanni Costa, distinguerei i condannati dagli inquisiti. Le fattispecie sono assai diverse. A proposito dell’agguerrito Lele, ho letto il vostro fitto carteggio (in epoca virtuale, il termine carteggio assume toni nostalgici) che avete postato qualche giorno fa. Che Lele sia stato colpito dalla “sindrome da burn-out”? E’ uno stress da lavoro e di solito colpisce coloro che svolgono “professioni d’aiuto” (psicologo, medico, assistente sociale, ecc.) ma gli esperti si stanno convincendo che non sia più una sindrome esclusiva di queste professioni bensì diffusa in qualsiasi organizzazione di lavoro. In parole povere, nel caso di Lele, una sorta di saturazione e di rifiuto del “mondo politico” e dei politici (tranne del suo ex capo Adamoli, ovviamente!). Comprensibile! P.S. A tutti i commentatori: non infierite su Maria Rosaria, in arte Mara (Carfagna). Si sta dimostrando audace e coraggiosa ….
Scritto da Mafalda il 22/11/2010 alle 21:10
Sotttoscrivo ciò che ha detto Lele salvo l'equivalenza condannati-inquisiti, come hanno rimarcato Giovanni Costa e Mafalda. Quest'ultima è informata su tutto. Aveva ragione Adamoli ieri nel qualificarla "documentatissima". Come può sapere che Adamoli è l'ex capo di Lele, se questo è vero? Negli ultimi mesi avevo scritto molto poco. Da una settimana mi sono riproposto di tornare. Però che rabbia vedere uno come Adamoli nel Pd e per di più quasi inutilizzato!
Scritto da Bianchi Giò il 22/11/2010 alle 23:21
ecco un esempio di stile berlusconiano: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/berlusconi-escort-ruby-taxi-milano-658892/
Scritto da Carlo Cattorini il 29/11/2010 alle 15:44
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