Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/12/2010 alle 16:40

 
Da quando Milano si è vista assegnare Expo 2015 abbiamo assistito a qualche rara discussione progettuale e a una infinità di diatribe di puro potere sugli amministratori delegati, sulle aree e sui palazzi da costruire, sui rapporti tra comune di Milano, regione, governo nazionale. A livello locale, ad esempio, si sono scatenati gli appetiti più stravaganti. Che cosa ne guadagneranno Varese, Como, Bergamo, Brescia e così via. Si sono inventati improbabili consorzi per accaparrarsi qualcosa. Insomma una vacca da mungere. Di tutto questo molti cittadini hanno sentito parlare.
Quale sia lo scopo dell’Expo invece, alle persone normali che non vivono di pane e politica sfugge ancora quasi completamente. Eppure la mission è straordinariamente importante: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Si tratta delle problematiche legate ad alimentazione, agricoltura, educazione alimentare, OGM. Insomma si tratta della tecnologia, dell’innovazione, della cultura del cibo.
I dati sulla fame nel mondo, sull’agricoltura a pezzi nei Paesi più poveri, sulle condizioni infami praticate dalle grandi catene dell’alimentazione sono drammatici. E’ chiaro ciò che voglio dire: cominciamo noi in Lombardia a rivolgere finalmente lo sguardo a questa realtà. E diamo l’esempio noi del centrosinistra e del Pd. Forse, alla nostra identità culturale e politica, gioverebbe più una presa di coscienza e una assunzione  in carico di questi problemi che mille discussioni sofisticate. Se vogliamo essere davvero una grande forza popolare di innovazionee di progresso. 

Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 34 commenti -
“Nutrire il pianeta”. Sì, ma come? “Vaste problème” avrebbe detto De Gaulle. Siamo stati così improvvidi da utilizzare cereali per “sfamare” o meglio “dissetare” le automobili e non la gente. Adesso Al Gore ci ripensa. Intanto Monsanto & company intendono brevettare le sementi ogm. Carlin Petrini pensa ad un’agricoltura non intensiva e forse ha ragione. Poi esiste un non piccolo problema legato alla demografia. La nostra “alma mater” (nel senso di nutrice) non è in grado di sfamare un numero illimitato di abitanti. Questioni non da poco a cui non sono in grado di dare una risposta; mi pongono solo interrogativi. Però qualcuno una risposta se l’è data: cominciamo ad abbuffarci noi… Businnes is businnes.
Scritto da Angelo Eberli il 1/12/2010 alle 17:37
A pensarci bene questo è un tema giusto per una forza progressista. Perchè il Pd regionale e nazionale non lo fa proprio? In fondo l'agricoltura lombarda è fortissima e potrebbe svolgere un compito trainante nel mondo.
Scritto da Agosti Rino il 1/12/2010 alle 21:16
Meno male che sta lontano dal pantano del Pd varesino. Stanno dando uno spettacolo vergognoso dal primo all'ultimo. Gli uni contro gli altri con insulti e senza dare un motivo politico.
Scritto da Giovane Varese il 1/12/2010 alle 21:19
La sinistra una volta era internazionalista. Se riscoprisse alcuni temi suggestivi ed evocativi di grandi battaglie ideali avrebbe certamente una carta da giocare per attirare i giovani. Non vedo perchè trascurare la lotta alla fame nel mondo con dei megafoni importanti come quelli che l'Expo può offrire. Proporrei su questi problemi un forum on line aperto a tutti.
Scritto da Giovanni B. il 1/12/2010 alle 21:52
@Angelo Eberli. Il solito commento intelligente e acuto. Le questioni che metti lì sono tutte interessanti. Forse nessuno è in grado di dare risposte ma è già rilevante parlarne. In verità, io leggo molto, alcuni quotidiani e anche dei libri, ma gli obiettivi dell'Expo li avevo totalmente trascurati. Voglio approfondirli e conoscerli maggiormente. La cultura del cibo è fortissima in Italia. Ecco un campo dove possiamo tranquillamente non essere esterofili.
Scritto da Roseto senza rose il 1/12/2010 alle 22:03
Questo è un argomento che dovrebbe unire tutti, dalla sinistra di Vendola agli ex diesse ai cattolici democratici. Purtroppo si parla d'altro, soprattutto di tattica elettorale. Così non andiamo lontano.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 1/12/2010 alle 22:48
Sono d'accordo sul fatto che sarebbe interessante un orizzonte culturale di questo tipo. Ma in Italia in questo momento bisogna capitalizzare subito per mandare via Berlusconi e da questo punto di vista queste battaglie non servono.
Scritto da Giovanni Pini il 1/12/2010 alle 23:20
Articolata la riflessione di @Eberli sull’argomento così come amare sono le sue conclusioni. Solo una considerazione su Petrini: quanto propone è intelligente ed utile però la sua è una “filosofia di nicchia”. Gran parte degli italiani è costretta a cibarsi di cibi globalizzati e prodotti su vasta scala (riso cinese anziché pavese, salsa di pomodoro cinese anziché San Marzano, latte dei paesi dell’est, cereali con marchio inglese ma con generica dicitura “prodotti in UE”, cioccolato al latte con melamina ….). Occorre essere consumatori attenti….. Per le nostre pance. Mentre, delle pance del sud del mondo non ci stiamo più occupando …. Ha ragione @Giovanni B. a ricordare che “una volta la sinistra era internazionalista”. Una volta. Fare sempre quella “documentatissima” un po’ mi imbarazza (perché, poi, non è proprio così …) però volevo segnalare che un mese fa, a Milano, è stato presentato, in contemporanea mondiale con Germania, Francia, Danimarca, Irlanda e Stati Uniti, l’Indice Globale della Fame 2010 redatto da tre ONG (una irlandese, una tedesca e una americana). Per la presentazione della versione italiana, gli organizzatori hanno scelto proprio Milano per rafforzare l’argomento dell’Expo. Dallo studio si evince che dal 1990 ad oggi sono stati fatti dei piccoli progressi ma la strada è sempre in salita. Il numero delle persone che non hanno accesso ad una quantità sufficiente di calorie per una vita attiva scende dalla cifra simbolica di oltre 1 miliardo (stima FAO 2009) a circa 925 milioni (stima FAO 2010). Lo studio di quest’anno fa un approfondimento sulla malnutrizione infantile, sottolineando che, nei primi 1000 giorni di vita, dal concepimento fino a circa due anni di età, la mancata assunzione di micronutrienti essenziali per la crescita (vitamine, minerali etc.), può causare conseguenze negative per lo sviluppo, alle quali è molto difficile rimediare in seguito. Un bambino ed una bambina denutriti avranno minori possibilità di accesso ad un percorso educativo e, conseguentemente, ad un lavoro dignitoso. Saranno più esposti a malattie e avranno una probabilità molto alta di mettere al mondo, a loro volta, figli denutriti. Sul sito del Cesvi è disponibile il testo integrale dello studio.
Scritto da Mafalda il 1/12/2010 alle 23:35
Proprio mentre mi apprestavo a commentare Angelo Eberli è apparso sl blog il commento di Mafalda. Domande e problemi serissimi che dimostrano come sia necessario affrontare l'Expo nel merito: "nutrire il pianeta". Ah, se i partiti avesssero tempo, voglia e energia per discutere e decidere qualcosa di concreto!
Scritto da Gianna Ceriani il 2/12/2010 alle 08:04
Concordo con il giovane di Varese. Troppe polemiche dentro il Pd di Varese, troppi pettegolezzi sui nomi. Poca politica. Avanti così su questo blog.
Scritto da Ossola A. il 2/12/2010 alle 08:34
Adamoli, ti illudi perchè come sempre si parlerà solo di palazzi da costruire e aree da valorizzare. Non è senza significato che anche il Pd abbia scelto l'arch. Stefano Boeri come candidato sindaco di Milano. Pensaci e vedrai che questo vuol dire molto.
Scritto da Villa Carlo il 2/12/2010 alle 08:51
La sfrontatezza della sinistra non ha eguali. Si dice internazionalista e biasima per ragioni di bottega domestica l’operazione che porterà le “compagne serbe” a cucire le calze della Omsa. È una vittoria dell’Internazionale rossa che vede premiata la classe operaia più povera e non ammortizzata socialmente. Evviva … Ma l’impudenza della sinistra sale dai piedi e arriva allo stomaco. Il sistema capitalistico, appoggiato dai più venerati rappresentati della sinistra moderna, affama i popoli e poi stende loro una mano, più pelosa che pietosa. È uno sconcio. D’Alema, Blair, Lula, traditori dei popoli oppressi, hanno appoggiato guerre colonialiste post lettera e mantenuto rapporti d’affari con i più spregevoli affamatori della Terra. D’Alema e Blair sono a capo di fondazioni con le quali tentano di lavarsi coscienze che trasudano sangue innocente. Vergogna. E poi c’è Al Gore. Ma non capisce quell’ex numero due che girando il mondo in aereo per partecipare a simposi e promuovere libri inquina l’aria? Ma perché non fa i suoi verdi proclami in video conferenze da casa sua? Guadagnerebbe assai meno ma la sua faccia perderebbe quei connotati che lo rendono simile a un deretano.
Scritto da Filippo Valmaggia il 2/12/2010 alle 13:33
Caro Giuseppe, l’Expo potrebbe essere una grande, grandissima opportunità per la Lombardia e per il nostro Paese tutto. Non è solo un problema di utilità economica. Si sa che eventi come questi muovono miliardi di euro, prima e dopo. Io credo che l’Expo sia una opportunità culturale. Sia la possibilità di produrre “cultura” in un Paese dove c’è un “omino” che dice che il suo è il governo del fare. Già come se il “fare” non presupponesse la necessità di un pensiero, prima. Dunque, io spero che si mettano in moto energie tali da produrre cultura, eventi culturali capaci di portare al dialogo tra le diverse parti del nostro mondo. Mi piacerebbe che il PD lombardo si ponesse a capo di questo movimento di idee. Che bello sarebbe se il PD muovesse, proponesse, organizzasse eventi capaci di dare una letture “altra” e idee per i temi dell’Expo. Dopotutto il PD ha nel suo dna la voglia ( non espressa ) di voler interpretare i sogni e i desideri di chi si è affacciato da poco al XXI secolo e di leggerli con occhi nuovi. Ma perché dobbiamo lasciare ai no-global e alla sinistra radicale la possibilità di monopolizzare in senso alternativo questo evento? Noi dobbiamo porci a capo di una idea a favore della globalizzazione, ma di una idea “per bene”, una idea sensata e colma di “nuovo umanesimo” in grado di far emergere il positivo della globalizzazione e non solo i suoi drammatici costi. E’ così difficile uscire dalla trama che altri hanno scritto per noi?
Scritto da roberto molinari il 2/12/2010 alle 13:37
@Roberto Molinari. Condivido, ma tu credi sul serio che il Pd sia in grado di incarnare un "nuovo umanesimo"? Era nato per questo ma ormai è preso da una frenesia tattica che lo rende incapace di una prospettiva culturale come quella che tu proponi. In Lombardia le cose non vanno meglio che in Italia. Manca solo che Veltroni e D'Alema si riabbraccino. Quando questo succede (periodicamente) vuol dire che il futuro è buio.
Scritto da Il pirata il 2/12/2010 alle 16:35
Leggo con interesse i commenti di Filippo Valmaggia anche se spesso non li condivido. Sono fatti con verve e non sono banali. Quest'ultimo lo considero uno dei più brutti per il livore ideologico che esprime non tanto contro la sinistra ma contro una certa idea di solidarietà internazionale che merita rispetto anche se insufficiente e calata dall'alto in basso.
Scritto da Luigi Crespi il 2/12/2010 alle 17:16
In questo post che un po’ langue (peccato, perché l’argomento è estremamente interessante e il contributo dei commentatori avrebbe potuto svilupparlo nelle sue diverse sfaccettature), leggo che @Roberto Molinari ha preso alla lettera la proposta (mia e dei miei buontemponi di colleghi contenuta in “Terzo polo a Milano” - 29/11) di riconvertire il Pd in fondazione culturale. Mi pare che il suo commento – peraltro, concettualmente interessante – ne getti già le basi …. Scherzi a parte, a Lei caro Adamoli, nel caso questa sera voglia sfidare il ghiaccio (e, magari, anche il sonno) per recarsi a Varese a sentire il dibattito politico sulle primarie milanesi con il referente di Termometro Politico (mi sfugge il nome) Le chiedo la cortesia di raccontarci qualcosa, se Le va, nei prossimi giorni.
Scritto da Mafalda il 2/12/2010 alle 19:22
Condivido totalmente e sottoscrivo il commento del giovane di Varese. L'impostazione del blog è quella giusta.
Scritto da Tettamenti il 2/12/2010 alle 19:23
@Filippo ci fornisce una fotografia della politica estera. Seppur filtrata dal suo “pensiero”, tale flash potrebbe essere non solo attendibile ma anche calzante. Comunque, una grande verità la dice: le “anime belle” non esistono, soprattutto in tema di politica internazionale. A noi tutti, la riflessione. Un’altra cosa per Filippo. Questa è più ludica. Eravamo rimasti, la scorsa settimana, al “dettaglio sul taglio”, ove hai contrapposto il tuo “rasato” al mio “lungo”. Ebbene, non era solo una bella sfida tra due narcisismi ma una esacerbazione della differenza di genere. Testimonianza vivente di ciò è la nostra responsabile per le pari opportunità (Carfagna) che dopo le crude battute di Sabina Guzzanti ha dovuto riconvertirsi con un castigato taglio corto (più neutro, quindi) che le fa assumere un tono serissimo ma che, comunque, non la protegge dalla fragilità dimostrata anche in occasione delle illazioni della Mussolini. Perdoni, Adamoli, questa divagazione scherzosa con Filippo ma, considerato che non è mia intenzione candidarmi a sindaco (e, spero, nemmeno Filippo), non ho l’esigenza di tenere sempre il “ruolo” ….
Scritto da Mafalda il 2/12/2010 alle 19:28
@ Luigi Crespi. Odio le ipocrisie. Questo sistema con un mano affama e con l’altra dispensa briciole. In quanto alla solidarietà internazionale, essa rappresenta un business gigantesco che si nutre di sangue. Preferisco i malthusiani e coloro i quali pensano che le popolazioni incapaci di sostentarsi meritino l’estinzione.
Scritto da Filippo Valmaggia il 2/12/2010 alle 19:51
La politica italiana è affacendata in mille altre cose. Sperare che si occupi di questi temi è illusorio. Eppure i dati che Mafalda fornisce e il ragionamenti di Molinari sarebbero da prendere molto seriamente. Non ho più il coraggio di crederci.
Scritto da Vittorio (Luino) il 2/12/2010 alle 20:17
@ Mafalda. Corto, molto corto, ma non rasato. Con gli skin ho sempre polemizzato, anche sul taglio. E tu, lunghi e lisci? ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 2/12/2010 alle 21:10
Caro @Filippo, alla luce delle tua adesione alle teorie malthusiane, ricalibro il mio commento delle 19.28. Non ci sono popolazioni che meritano di estinguersi per la mancanza di un loro sostentamento. Ti sembrerà banale ma è il nostro egoismo che merita di estinguersi. E’ vero, al bando le ipocrisie ma al bando anche il nostro egoismo. Non c’è altra verità. Non c’è altra posizione. Voglio fornirti due spunti. Il primo è contenuto nella “Lettera a Schweitzer” che Marx scrisse nel gennaio 1865, riportata a pag. 183 di “Miseria della filosofia”, Karl Marx, Editori Riuniti, edizione del 1976 (ho ereditato il libro ….): “Prendete ad esempio il Saggio sulla popolazione di Malthus. La prima edizione non è altro che un libello ‘sensazionale’ e, per di più, un plagio da cima a fondo. Eppure quale impulso una simile pasquinata ha dato al genere umano”. Il secondo spunto è impossibile da riassumere in poche righe ed è contenuto in “Lineamenti di una critica dell’economia politica” di Friedrich Engels. L’edizione degli Editori Riuniti del settembre 1977 (sempre ereditata), a pag. 29 parla di te. Usavi lo pseudonimo “Marcus” ma sei proprio tu …. Pertanto, visto che hai giustamente decantato, qualche tempo fa, l’importanza delle biblioteche, ti invito a recarti presso una di queste per consultare il volume. A meno che tale libro non sia già presente nella tua libreria di casa ;-)
Scritto da Mafalda il 2/12/2010 alle 22:45
Valmaggia, non mi sento ipocrita e condivido Luigi Crespi.
Scritto da Valceresio il 2/12/2010 alle 23:07
Molinari non vuole trasformare il partito in una Fondazone culturale, credo, avendo letto il suo commento. E Mafalda ne è consapevole anche quando provoca (intelligentemente). Il fatto è che un partito non può vivere senza una sua cultura politica. Che cosa sarebbe l'identità? Che questi problemi possano e debbano essere dentro l'orizzonte di un partito progressista di livello europeo mi pare fuori discussione. Lo dico senza alcuna esperienza ma penso che sia così.
Scritto da Rossi Piero il 2/12/2010 alle 23:21
@Mafalda - Ti deluderò ma non ho niente da raccontarti in merito al dibattito sulle primarie di Milano. Alle 18 ho partecipato all'inaugurazione di una casa di accoglienza per giovani in difficoltà a Vedano Olona (il mio paese) e, alle 21, al lancio di una Fondazione civica in sostegno dell'ospedale di Varese che sarà istituita l'anno prossimo. Ho fatto molta politica politicante ma il mio piccolo cuore, malgrado tutto, batte ancora lì. Quanto alle "divagazioni", mi piacciono e leggo volentieri le tue (specie in coppia con Filippo Valmaggia). Di nascosto però. E' dura la vita del candidato perenne....
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/12/2010 alle 23:49
25 commenti su un tema come questo non sono pochi. Però noto che quelli che si lamentavano perchè il post sulle primarie era autoreferenziale (Ranuccio, A.Bianchi e altri) scrivono solo su quei post, mai su quelli di contenuto sociale. Perchè?
Scritto da Cittadina cattolica il 3/12/2010 alle 09:27
Non contate su balle. Nel Pd varesino state litigando sanguinosamente. Lei può dirmi: io non c'entro niente. Ha ragione ma anche lei è un capo del Pd. O no?
Scritto da M. Bianchi il 3/12/2010 alle 09:44
Caro presidente, il titolo è giusto. Finora le finalità vere dell'Expo sono state tradite. Tutti a domandarsi che cosa Milano può ricevere e pochi a ragionare su che cosa dare. La nostra cultura nel campo dell'agricoltuta e dell'alimentazione può essere di grande aiuto. Serve una consapevolezza dell'evento che per il momento non c'è. Ma noi italiani partiamo piano e poi ci mettiamo a correre. Speriamo.
Scritto da Un funzionario regionale il 3/12/2010 alle 11:10
Oh, dio, Mafalda, un giudeo che accusa altri di plagio! ... Grazie, in ogni caso, delle tue segnalazioni librarie.
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/12/2010 alle 12:08
Il commento di @Roberto Molinari coglie nella sostanza il problema del Pd in rapporto all’Expo di Milano. Dobbiamo occuparci, eccome, dei progetti architettonici, delle infrastrutture di collegamento, del pericolo della cementificazione, delle ricadute positive che possono determinarsi sul territorio. Ma se non mettiamo al centro il problema culturale anche da lui sottolineato tradiremmo lo scopo dell’Expo, da qui il titolo del post. Le questioni che @Angelo Eberli evidenzia potrebbero trovare un tentativo di risposta proprio in uno sforzo collettivo di ricerca e di elaborazione progettuale. Non si tratta di mettere tutto in un programma elettorale ma di avere una chiave di lettura e di farla funzionare con continuità. I dati drammatici, a cui facevo riferimento, li sintetizza bene @Mafalda. Sono cifre da brivido che, dal mio punto di vista, non giustificano affatto la prosa estrema di @Filippo Valmaggia, ma l’accusa di un mondo sviluppato che “affama e dispensa le briciole” non è molto lontana dal vero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/12/2010 alle 12:42
@ Cittadina cattolica Ha ragione, scrivo poco ma mi piace leggere. Sul cibo pensavo si scrivesse di più perché interessa tutti. Penso che per la fame si faccia poco di costruttivo e tanto di demagogia. Quando ero piccolo c'era il Biafra adessa di Biafra ce ne sono molti. Nessun progresso e in questo la sinistra ha una colpa maggiore perché da lei ci si aspetta un intervento maggiore. Ha fallito, la gente muore ancora di fame più di prima.
Scritto da Ranuccio il 3/12/2010 alle 13:14
Caro Adamoli, apprezzo il Suo legame con il territorio e condivido la scelta di aver dedicato, nella giornata di ieri, le Sue energie a favore di giovani in difficoltà e a favore dell’ospedale di Varese. Questi atti “di cuore” valgono molto di più di tante serate politiche.
Scritto da Mafalda il 4/12/2010 alle 00:11
Al di là delle considerazioni sui soliti palazzinari gettati a fauci aperte sull'expo, e sui vari localismi demenziali, resta un punto focale:è etico, ed opportuno, investire un'enormità di soldi in una manifestazione con l'ambizioso scopo di "nutrire il pianeta" in un'italia in cui molte persone, giovani e anziani, nelle ristrettezze economiche, non riescono a nutrire sé stessi? La politica non dovrebbe evitare di gettar via i soldi di noi tutti in un momento storico come l'attuale?
Scritto da Carlo il 5/12/2010 alle 02:27
@Carlo - Questa volta non sono d'accordo con te. Noi abbiamo i nostri problemi ma siamo ben dentro la parte fortunata del mondo. Non possiamo voltare la faccia quando vediamo la miseria e la fame che avvolgono popolazioni enormi. Il problema è spendere i soldi per le finalità vere dell'Expò. Se si fanno le cose per bene, senza opere inutili e dannose e senza smargiassate e sprechi vari, si potrebbe anche rientrare - in gran parte - dalle spese e dare un buon esempio di amministrazione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/12/2010 alle 09:26
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