Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/1/2011 alle 15:53

 

Sui giornali infuria la polemica sulla mancata estradizione di Cesare Battisti dal Brasile. Continuerà per un po’ di tempo, poi si spegnerà con una cocente sconfitta italiana. Non avendolo fatto durante la pausa natalizia voglio dire oggi la mia opinione.
Considero Battisti un criminale. Sono sempre stato contrario al riconoscimento del partito armato come entità politica. Chi ha combattuto il brigatismo rosso, a destra, al centro e a sinistra, merita il plauso incondizionato degli italiani. Ritengo che il presidente Lula abbia totalmente sbagliato.
Ma quante responsabilità ha questo governo! Spiace dirlo, ma all’estero siamo considerati poco o niente. Il Brasile può permettersi di offenderci senza temere nessuna pesante conseguenza.
Del resto, che considerazione può avere la Giustizia italiana - che ha condannato inequivocabilmente Battisti – quando lo stesso premier la presenta ossessivamente come un potere marcio, politicamente avvelenato? Il governo italiano sta raccogliendo ciò che ha seminato.
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 18 commenti -
Pienamente d'accordo. Quanto hai scritto contiene tutto.Ogni aggiunta mi sembrerebbe pleonastica. Provo molta indignazione verso gli intellettuali francesi come Henri Lévy che hanno brindato alla negata estradizione: A questo proposito mi sembra esaustivo l'articolo di Barbara Spinelli su "la Repubblica" di mercoledì scorso.
Scritto da Angelo Eberli il 7/1/2011 alle 17:12
Concordo. Il Brasile ha sbagliato ma la delobezza italiana lo ha aiutato a sbagliare. Questo è innegabile.
Scritto da Valceresio il 7/1/2011 alle 17:31
Ottimo post. Approvo totalmente, sia su Battisti sia sul governo italiano
Scritto da Luisella F. il 7/1/2011 alle 17:32
Condivido i sentimenti del post. Credo che Battisti sia criminale due volte. La prima, perché terrorista. La seconda perché pare che Battisti “nasca” quale delinquente comune e che poi - solo poi - abbracci motivazioni politiche (se così vogliamo chiamarle …). Battuta: se io fossi Curcio, farei causa a Battisti …… Sì, lo so, è un paradosso il mio, però rende l’idea dell’insignificanza politica di quest’uomo. In questa vicenda, le responsabilità ricadono su entrambi i governi: il nostro e quello brasiliano. Il nostro, lo sappiamo, non ha credibilità internazionale. Quello brasiliano, invece, ha abdicato al proprio ruolo politico-istituzionale assumendo, impropriamente, le funzioni di Amnesty International. In questi giorni, poi, si è scritto molto dell’immagine sorridente di Battisti. Un sorriso beffardo che, certamente, non giova alla sua causa e porta ulteriore turbamento ai familiari delle vittime. Piuttosto, per tornare a noi, sono proprio di questi giorni le notizie sulla paralisi della nostra macchina giudiziaria a causa dei tagli alle risorse per la gestione dei sistemi informatici.
Scritto da Mafalda il 7/1/2011 alle 19:05
Angelo Eberli segnala un articolo molto bello di Barbara Spinelli che anch'io consiglio a tutti. A parte questo, troppi intellettuali francesi giocano col terrorismo di casa nostra come se fosse un giocattolino.
Scritto da Franco S. il 7/1/2011 alle 19:06
D'accordo sul fatto che Cesari Battisti sia un criminale. Che la mamncata estradizione dal Brasile sia colpa di Berlusconi mi sembra una forzatura. La responsabilità è del governo brasiliano di sinistra.
Scritto da Bianchi Giorgio il 7/1/2011 alle 19:17
Il governo brasiliano di sinistra non manda in Italia nelle nostre patrie galere Battisti e la colpa è di Berlusconi. Bravi. Meno male che definisci Battisti un criminale ma questo non basta. Non puoi addossare sempre ogni colpa al premier.
Scritto da Un ciellino il 7/1/2011 alle 20:03
Una piccola soddisfazione l'Italia l'ha ottenuta. Battisti rimarrà almeno in carcece in Brasile per qualche mese ancora. Speriamo che poi lo trasferiscano in Italia e qui marcisca in galera per tutta la vita.
Scritto da Umbertone il 7/1/2011 alle 20:39
Pienamente d'accordo. Come si può pensare di essere credibili all'estero se i rappresentanti del Governo Italiano parlano sempre male delle proprie istituzioni. Chi semina vento raccoglie tempesta.
Scritto da Pietro il 7/1/2011 alle 21:53
Sottoscrivo anche l'ultimo commento di Pietro. C'è una condivisione larghissima della sostanza del post e questo mi basta.
Scritto da Giovanni B. il 7/1/2011 alle 23:26
Il sorriso beffardo di cui parla Mafalda è stampato sulla faccia mostrata nella foto. Mi pare uno che è compiaciuto di quello che ha fatto, altro che prigioniero politico. Merita la galera a vita.
Scritto da Marco Stella il 7/1/2011 alle 23:40
Concordo pienamente. Oltre a quello di Barbara Spinelli segnalo anche l'editoriale di ieri di Galli della Loggia sul Corriere della Sera.
Scritto da cesare chiericati il 8/1/2011 alle 09:48
Mi piace questa nettezza di giudizio. Eliminiamo definitivamente il "ma anche" dal nostro modo di parlare.
Scritto da Vittorio (Luino) il 8/1/2011 alle 11:18
Esiste un terrorismo di stato, creato, controllato, protetto dalle istituzioni. E’ il terrore che in Italia ha generato gli attentati in Piazza Fontana a Milano, in Piazza della Loggia a Brescia e alla stazione di Bologna. E’ quello americano che ha inventato gli arsenali di armi distruttive in Irak e che ha massacrato centinaia di migliaia di civili in ogni angolo del mondo per “(ri)portare la democrazia”. E’ il terrorismo dell’entità sionista che in Palestina, dal 1948, stermina un popolo occupato. E’ il terrorismo cinese che imbavaglia, imprigiona e uccide legalmente i suoi dissidenti. E’ il terrorismo economico di Gheddafi, il quale baratta merce umana con privilegiate partecipazioni azionarie e colossali regalie in forma di grandi imprese nel suo paese. E’ il terrorismo della Svizzera che induce all’assunzione di inutili vaccini per compiacere i suoi massimi contribuenti: Novartis e Roche. E’ il terrorismo brasiliano di Lula che ha affamato (quando non ucciso) i suoi contadini, disattendendo la promessa di riforma agraria e appoggiando il libero mercato, lui, un comunista! A questo immenso terrore, subdolo in quanto ascoso e protetto si contrappone un terrore di uomini liberi che vanno rispettati poiché l’unico loro scudo è il coraggio. Non mi riferisco a Cesare Battisti, un delinquente comune, un assassino e un rapinatore ma a quanti hanno dato la vita, morendo sul campo o morendo giorno dopo giorno in carcere, per contrastare questo sistema imbattibile.
Scritto da Filippo Valmaggia il 8/1/2011 alle 12:41
Anche in questa circostanza Adamoli ha perso l'occasione per evitare di contrapporsi alla ragione e alla logica al solo scopo di criticare l'operato della controparte senza per altro guadagnare simpatia e senza convincere con le solite farneticazioni di parte: bravo!
Scritto da Arcesio il 8/1/2011 alle 12:46
@Arcesio. Il tuo commento è oscuro almeno per me. Quale sarebbe, in questo post, la controparte di Adamoli? Il governo di sinistra brasiliano o il governo di destra italiano? Sarei interessato a capire, sul serio.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 8/1/2011 alle 15:50
“… un terrore di uomini liberi che vanno rispettati poiché l’unico loro scudo è il coraggio …”. Oppure “… a quanti hanno dato la vita, morendo sul campo o morendo giorno dopo giorno in carcere, per contrastare questo sistema imbattibile”. Che sia anche un romantico il nostro Filippo? Io lo sono e quoto interamente il suo commento. Anche per riportare l’uomo al centro delle sue scelte e non i sistemi.
Scritto da Mafalda il 8/1/2011 alle 18:17
Battisti sembra la prova di un luogo comune: più si è infami, più si è protetti. Vale fino a quando non si pestano i piedi sbagliati. Debole la nostra politica estera (Andreotti avrebbe risolto. Forse anche Prodi-D'Alema- vedasi Libano). Non si spinge per estradare tutti i terroristi latitanti. Passaggio fondamentale per aiutare a chiarire un periodo della nostra storia sul quale Ia gente vuole risposte. Gli "intellettuali" francesi ed il Brasile, anche per colpa nostra, non l'hanno capito.
Scritto da FrancescoG. il 10/1/2011 alle 14:54
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