Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 12/1/2011 alle 09:07

 

Tra l’allarme di Tremonti di una settimana fa per la situazione finanziaria ed economica internazionale ed italiana e i comportamenti reali del governo corre un abisso. L’immobilismo è palpabile. La svolta Fiat è stata vissuta e si sta consumando con il governo spettatore. Paradossalmente l’atto legislativo più importante degli ultimi anni è rappresentato dalla discutibilissima riforma dell’università. Oggi viviamo l’ennesima giornata di vigilia di un pronunciamento che riguarda i processi del premier. L’idea che mi sono fatta è che, qualunque sarà la decisione della Corte Costituzionale, Berlusconi cercherà di sopravvivere raccattando voti qua e là, senza quella svolta programmatica e politica che sarebbe necessaria.
In questo quadro Casini ha offerto un piano di “pacificazione nazionale”. A chi? Al Paese, dice lui. Che ce ne sia bisogno, uno come me non ha bisogno di tanti sforzi per convincersene. Ma al governo c’è un signore che ha sempre fatto della guerra il suo piatto forte, che ha sempre eretto degli steccati tra i fedelissimi e il resto della politica. Come può illudersi Casini che la sua offerta di pacificazione abbia successo, se non è un espediente per guadagnare tempo e tentare il rientro nell’area della maggioranza?
Quando parlo del mio partito dico che è essenziale definire l’approdo, ma che le alleanze, se si vogliono perseguire, danno il senso di marcia, connotano il progetto, ne sono una parte integrante. La stessa cosa vale per Casini, anzi di più perché è a capo di un piccolo partito. Anche lui, dentro questo sistema politico, deve scegliere con chi stare. Diversamente il sospetto che sia ormai tutto preso nei giochi di Palazzo apparirà sempre più fondato e reale. Parlo di Casini, e non di terzo polo, perché fatico ad avere un’opinione su quello che, per ora, è solo un fantasma politico.
 
 
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Avevo sperato in Casini. Mi sta deludendo al pari tuo. Andando avanti in questa maniera perderà, non guadagnerà, consensi anche tra i cattolici. Ad un certo momento deve pur decidere se non vuole stare fuori dalle cose che contano.
Scritto da Nicora Luigia il 12/1/2011 alle 09:26
La pacificazione nazionale con Berlusconi non è possibile. Casini si illude di ricevere da lui l'eredità ma sbaglia di grosso.
Scritto da Vittorio (Luino) il 12/1/2011 alle 09:47
Concordo pienamente con Nicora Luigia e non aggiungo altro.
Scritto da Cittadina cattolica il 12/1/2011 alle 10:44
"Anche Casini, dentro questo sistema politico, deve scegliere con chi stare", questa è la frase chiave del post. Ma se vuole stare al centro e lucrare su questa posizione non accetterà fin quando non avrà capito chi è il miglior offerente. Questo è un grave equivoco per la politica italiana.
Scritto da Brielli Giuseppe il 12/1/2011 alle 12:05
Perchè mai Casini dovrebbe decidere da che parte stare quando le due parti sono inaffidabili: Berlusconi che, come giustamente tu dici, vuole solo i fedelissimi e il Pd che ha una politica ondivaga e non si capisce mai cosa vuole?
Scritto da Elettore Udc il 12/1/2011 alle 12:12
Difficile aggiungere un commento al tuo post le cui argomentazioni condivido in pieno. Pongo solo l'accento sulla domanda che hai posto: a chi? Domani, se la Corte Costituzionale darà un parere non gradito al monarca, questi andrà ben oltre il raccattare voti qua e là, ma cercherà di muovere guerra a "comunisti" che lì allignano; il suo unico pensiero sarà come sottrarsi ai processi che lo attendono. Della crisi e di tutto il resto non gli importa niente. Casini offre "pacificazione"? Ma mi faccia il piacere direbbe Totò…
Scritto da Angelo Eberli il 12/1/2011 alle 13:47
quando ho scritto il mio commento non avevo ancora avuto modo di conoscere il contenuto della conferenza stampa rilasciata da Berlusconi. eccone uno stralcio:" Il premier sulla Consulta: "Dalla sua decisione nessun pericolo per il governo, c'è una patologia del sistema giudiziario". E aggiunge: "Nel nostro Paese impossibile parlare con l'opposizione". "Per la nostra economia irrealistica una manovra correttiva". Sono stato facile profeta.
Scritto da Angelo Eberli il 12/1/2011 alle 14:10
Il ricorso a “patti di pacificazione nazionale” nella storia d’Italia è avvenuto per contesti decisamente diversi da quell’attuale e trovo francamente fuori luogo che Casini debba far ricorso a quest’espressione semplicemente per giustificare un proprio smarcamento tattico dall’opposizione propedeutico all’eventuale ingresso dell’UDC nella maggioranza. Ma Casini, si sa, come tutti gli altri centristi, da Rutelli a Fini, passando per Fioroni e per quanti all’interno del PD oggi scalpitano per un proprio smarcamento, non lavora alla costruzione di un autonomo progetto politico, ma solo a posizionarsi quale futuro baricentro di una qualsivoglia maggioranza di governo. Già, perché il bipolarismo imperfetto che caratterizza il nostro sistema elettorale favorisce il libero pascolo di alleati disponibili al miglior offerente. Le alleanze, infatti, hanno oggi ben poco di politico, ma sono soltanto una questione di “prezzo”. Di questo occorre che il PD abbia piena consapevolezza prima di lasciarsi andare alle lusinghe di chi, come Casini, da un lato pone veti su Di Pietro e Vendola e dall’altro tratta per tornare all’ovile berlusconiano.
Scritto da Leonardo C. il 12/1/2011 alle 14:38
L'operazione Fini - Casini è nel suo complesso fallimentare, non sta producendo alcunchè di significativo. Casini poi, perennemente lusingato dalle poltrone di governo, offre la "pacificazione" a Berlusconi che oggi, in Germania, attacca i giudici e applaude Marchionne gettando ulteriore discredito sul Paese. Si deve prendere atto che Il Berlusconi al crepuscolo è il peggiore di quelli sin quì conosciuti. Vada avanti se riesce ma senza ruote di scorta fornite dall'opposizione in zona Cesarini.
Scritto da cesare chiericati il 12/1/2011 alle 15:36
Concordo con il post. Mi duole dirlo ma Casini si sta preparando la volata all'agognata leadership tenendo apert le porfe sia di quà che di là. Ma di là, cioè da Berlusconi non otterrà niente. E di qà se va avanti così neppure.
Scritto da Umbertone il 12/1/2011 alle 16:51
A quando, chiedono alcuni, un elenco aggiornato sul numero dei partiti, movimenti, gruppi misti e/o autonomi, alleanze, poli... Non è per disfattismo ma, in tutta sincerità, il polso della gente qualsiasi sembra indicare che l'opinione pubblica non è (più) interessata granchè alle vicende dei partiti, quindi anche a quest'ultima vicenda. E' una diffusa sensazione soltanto? Forse sbagliamo perchè non siamo... addetti ai lavori.
Scritto da Legnanesi & Bustocchi il 12/1/2011 alle 17:07
Vedo che la pazienza con Casini si sta esaurendo anche da parte tua. Mi fa piacere. Anch'io sono per un'alleanza con lui ma non si può aspettare fino all'infinito.
Scritto da Il pirata il 12/1/2011 alle 17:41
Mi pare ovvio che Casini abbandoni Fini per andare con Berlusconi: «Perdi se andrai con Fini» è l'anagramma di Pierferdinando Casini.
Scritto da Adriano il 12/1/2011 alle 18:00
Come può essere credibile l'offerta di pacificazione fatta da Casini e rivolta poi a chi? Appare un chiaro espediente per guadagnare tempo essendo lui un abile stratega dei giochi di palazzo. Non scordiamo che Pierferdi è stato presidente della Camera per 5 anni e alleato di Berlusconi e Bossi.Il cavaliere poi col gioco del predellino l'ha scaricato.Va ricordato pure che Casini a livello europeo è nel PPE insieme al PDL, FLI e compagnia di destra.Allora di che parla?
Scritto da Ravani il 12/1/2011 alle 18:27
Ma perché stupirsi di Casini? Mi pare stia facendo bene il suo “lavoro di equilibrista”, in perfetta coerenza con la sue idee e la sua storia politica. Possiamo, forse, chiedergli altro? Lo trovo molto più serio di Fioroni. Un po’ più distante, su un altro pianeta, anche Vendola sta, coerentemente, costruendo qualcosa. Centro e sinistra, dunque, sono in movimento. Gli unici ad essere “fermi come semafori” (per citare la parodia di Corrado Guzzanti su Prodi) sono quelli del Pd (ad eccezione della stesura della mozione di sfiducia a Bondi che ha consumato tutte le loro energie …). Con il cuore potrei essere d’accordo con quanto scrive @Leonardo C. (complimenti per lo stile, da ideologo?) ma, razionalmente, davanti allo spettacolo indecoroso che ci offre tutti i giorni il Pd, non me la sento di attaccare Casini. Quest’ultimo ha un “suo” programma. Il Pd no. Il Pd ritiene sia operazione troppo rischiosa sbilanciarsi con un proprio programma. Preferisce quello mutuato ora da Confindustria, ora dagli economisti della Yale University, ora da Mannheimer, ora da Fli, ora dagli editorialisti riformisti (ad esempio Galli della Loggia che, opinione condivisa anche dai miei colleghi, “ne azzecca poche, molto poche!”). Il Pd non ascolta @Un artigiano inferocito che, alle 00.33 di questa notte, ha lasciato un commento nel post precedente. Commento apparentemente semplicistico e sanguigno ma serio e vero. Il Pd non ascolta la gente. Il Pd ascolta gli esperti in accountability e in policy evaluation. Casini no, non è mica matto. Lui il consenso lo cerca sia nel Palazzo che sul territorio, offrendo in cambio ciò che dispone. Mi scuso, Adamoli, per il cinismo di cui è impregnato questo mio commento. Ma se non si è cinici, si è sognatori (e, quindi, “vendoliani”). Non c’è una terza via …. E forse il Pd è più cinico di me (sicuramente lo è D’Alema). D’altro canto, ognuno vede la realtà con il proprio filtro. E ciò che vedo io tutti i giorni fa sì che io scriva (e pensi) questo. P.S.: Interessante il dibattito che ha scatenato ieri @Roberto C. Ce ne fossero tutti i giorni di dibattiti così su questo blog …
Scritto da Mafalda il 12/1/2011 alle 19:11
Temo anch'io che Casini stia preparando in maniera soft il proprio rientro nella maggioranza berlusconiana, prima (difficilmente) o dopo (più probabilmente) le eventuali elezioni vittoriose, ma non trionfali, per Berlusconi. Certo è che a volte il P.D. con la sua posizione ondivaga sulle alleanze e sui contenuti offre a vari Casini di casa nostra un pretesto o un alibi perfetto. Spero che il P.D., che è anche il mio partito, con la sua indecisione non faccia la fine dell'asino di Buridano.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 12/1/2011 alle 20:51
@Mafalda. Mi dai l'impressione di tifare anche tu un pò per Casini e un pò per Vendola, in perfetto stile Pd. Lo fai bene e dunque sei leggibilissima.
Scritto da Il pirata il 12/1/2011 alle 21:19
La pacificazione è un escomotage in tradizione centrista per guadagnare più forza contrattuale. Casini deve solo stare attento a non tirare troppo la corda. Alla fine qualche buon risultato lo raccoglierà.
Scritto da Formenti Giuseppe il 12/1/2011 alle 23:00
Ottimo lo stile di scrittura di @Leonardo C. Sui contenuti non sempre sono d'accordo ma è un altro commentatore che qualifica il blog. @E.F. dirà che l'aristocrazia si è alzata. In realtà si sta alzando ulteriormente la qualità della discussone.
Scritto da Valceresio il 12/1/2011 alle 23:10
Chiericati afferma che l'operazione Casini-Fini è fallimentare. Non ha torto. Mi domando però se l'operazione Ds-Margherita non stia avendo lo stesso esito. Ne deduco che le operazioni di assemblaggio sono quasi sempre negative e che l'inclinazione alla frammentazione politica è invincibile. Se fosse così, sarebbe meglio tornare al proporzionale.
Scritto da Mario S. il 12/1/2011 alle 23:18
Lo scorso luglio ho sentito a Milano un intervento di Casini. La prima cosa che ha detto è che lui non è in politica per fare testimonianza. Fa politica concreta. E’ l’unico che ha tenuto alta la bandiera del centro. Bene o male che abbia fatto, spesso con persone inaccettabili, ma questo merito gli va riconosciuto. Adesso traccheggia. Lasciamolo traccheggiare. Non illudiamoci che Fini rappresenti il centro. Fini rappresenta la nuova destra, non il centro. L’analisi di Mafalda è oserei dire perfetta, si vede che c’è dietro un ragionamento o uno studio ma non so se viene compresa dal militante del Pd. Non è un ragionamento da circolo ma da istituto di sociologia.
Scritto da Ex democristiano il 13/1/2011 alle 10:34
Ex democristiano coglie il bersaglio. Non sono più tanto sicuro che il militante del Pd, spesso preso da troppa fede, sia un rappresentante affidabile dell'elettore potenziale del Pd. In fondo la validità del metodo delle primarie sta esattamente in questa situazione.
Scritto da Cancelli Luca il 13/1/2011 alle 14:26
Ex democristiano coglie il bersaglio. Non sono più tanto sicuro che il militante del Pd, spesso preso da troppa fede, sia un rappresentante affidabile dell'elettore potenziale del Pd. In fondo la validità del metodo delle primarie sta esattamente in questa situazione.
Scritto da Cancelli Luca il 13/1/2011 alle 14:26
L'ironia di Mafalda è pesante ma il Pd la merita tutta. Bisogna far sentire ai vertici questa insoddisfazione. Stare zitti, oppure parlare solo nei circoli interni, il che è la stessa cosa che stare zitti, è assolutamente negativo. Il malcontento è forte. Fingere di non renderseno conto è un rimedio peggiore del male.
Scritto da Iscritto Busto il 13/1/2011 alle 15:13
Ieri sera più o meno a quest'ora ho messo un mio commento che adesso non trovo più. Non so cosa sia successo, probabilmente ho fatto un clic sbagliato e invece di postarlo l'ho eliminato. Mi scuso per il ritardo e sintetizzo molto il mio intervento di ieri. Riguardava il cinismo richiamato da @Mafalda. Mitterand diceva che un politico che non è un poco cinico è uno che è un poco coglione (mia libera, ma corretta interpretazione). Gli davo ragione, ma è questione misura. Quando l'ha superata, Bettino Craxi, che era stato un ottimo dirigente (lo dico sapendo di pronunciare una bestemmia per molti lettori del blog), è diventato Ghino di Tacco con tutto ciò che ne è seguito per il partito socialista e per la politica italiana. Da allora diffido di chi è troppo cinico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2011 alle 23:10
Grazie. Apprezzo il Suo implicito consiglio. Il Suo ragionamento sull'esule italiano in Tunisia non fa una grinza.
Scritto da Mafalda il 14/1/2011 alle 00:04
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