Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/1/2011 alle 15:08

Che Sergio Marchionne dica «se vince il “no” al referendum, andiamo via da Torino» può suonare sgradevole, ruvido, arrogante, ricattatorio, a seconda dei gusti. Dovrebbe sempre ricordare che l’impresa svolge una fondamentale funzione sociale. Ma lui è un imprenditore che lavora in un mercato globale con competitori potentissimi. Ha scelto una strada discutibile, ma legittima.
Che la stessa minaccia sia rivolta dal premier italiano al suo Paese,  è assurdo, paradossale, drammatico o ridicolo. Oltretutto potrebbe risultare, per reazione, una spinta verso gli incerti per votare “no”.
Ho detto domenica, molto chiaramente, come mi comporterei nell’urna. Mi auguro che prevalga il “sì”. La partita difficilissima inizierà il giorno dopo. Tutti dovranno accettare il responso elettorale. E poi bisognerà riportare la Fiom al “tavolo” e verificare giorno per giorno che gli impegni di Marchionne siano integralmente rispettati.
La Fiat ha mancato troppi appuntamenti decisivi per responsabilità dei suoi manager. Questa volta non può sbagliare scaricandone il peso sui lavoratori. Berlusconi dovrebbe dirglielo fermamente. Il governo, Lega compresa, è invece troppo ansioso di dividere il sindacato sperando di lucrare vantaggi politici ed elettorali. È una deriva pericolosa da evitare ad ogni costo.

Commenti dei lettori: 35 commenti -
Queste cose di solito accadono nei paesi in via di sviluppo dove non vi è democrazia e dove lo stato non fa avanzare il paese per mantenerlo povero e poterlo controllare... Ops... Ma noi invece stiamo nel G8 e non abbiamo né una strategia né tanto meno una politica industriale per garantire la sopravvivenza e il rilancio della vecchia fabbrica, né tanto meno un piano industriale di sviluppo delle cosiddette nuove economie verdi! E questo da circa 20 anni...
Scritto da Federico Antognazza il 13/1/2011 alle 15:38
Berlusconi ha perso una buona occasion e per tacere. Dire queste cose all'estero è demenziale. Malgrado questo continua a governarci.
Scritto da Lodovico il 13/1/2011 alle 16:16
Caro Adamoli, la gente è smarrita per tutti questi distinguo, separazioni, sì, no... giustamente "derive da eliminare" mentre leggiamo su Internet di poco fa: "Direzione Pd. I veltroniani votano contro. Fioroni e Gentiloni lasciano gli incarichi. Pippo Civati: Quella in campo è una strategia che ci allontana dagli elettori".
Scritto da Roscar il 13/1/2011 alle 16:45
La tua posizione è chiara e l'ho capita. Non la condivido, pazienza. Qual'è la posizione del Pd? Non lo so proprio.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 13/1/2011 alle 17:01
La deriva devono evitarla tutti i sindacati. La Fiom ma pure la Cisl e l'Uil Il Pd non era nato con l'ambizione, tra l'altro, di accompagnare e rafforzare l'unità sindacale? Che Berlusconi e la Lega la sabotino è naturale ed è nei loro piani politici. Tocca a noi evitare una divisione che gioca solo a favore di Berlusconi.
Scritto da Vittorio (Luino) il 13/1/2011 alle 17:11
Caro Giuseppe, sulla vicenda Mirafiori tutti i partiti hanno una opinione ... tutti, tranne uno: il PD. Il povero Bersani, non sapendo cosa dire, ha detto che "bisogna comunque rispettare l'esito del referendum". Caspita, che bella scoperta ! Come si può pensare che l'alternativa a Berlusconi sia rappresentata da un partito che su tutte le questioni cruciali non riesce ad assumere una posizione chiara ?
Scritto da Larpi il 13/1/2011 alle 17:11
“Nella nostra era l'incapacità d'adattarsi viene punita“. Così, parafrasando la tesi evoluzionista, il neodarwinista Marchionne ha dichiarato pubblicamente la sua verità, che considera quale motore dell’evoluzione sociale l'adattamento dei rapporti di produzione all’ambiente/mercato circostante, prodotto dall’effetto combinato della selezione naturale operata dall’economia e delle mutazioni aleatorie generate dalle dinamiche del capitalismo globalizzato. Un chiaro messaggio che non lascia dubbi sul futuro che ci attende e sull’idea di società che sopravanza. Un futuro nel quale non sarà più la politica a decidere gli indirizzi economici, ma l’economia a dettare le politiche, che governi, partiti ed istituzioni dovranno limitarsi ad attuare. Certo, Marchionne “è un imprenditore che lavora in un mercato globale con competitori potentissimi” e , aggiungerei, coerentemente impegnato a curare gli interessi propri e degli azionisti che rappresenta. Ma in questo momento l’A.D. della Fiat, non è solo un imprenditore come tanti, così come quella di Mirafiori non è una semplice consultazione tra operai. La posta in gioco è decisamente più grande e, rispetto ad essa, è avvilente che il PD riduca il confronto ai favorevoli e contrari all’accordo.
Scritto da Leonardo C. il 13/1/2011 alle 17:45
Spero prevalga il SI, come te...ma credo che quando si chiedono "sacrifici" si debba mettere sul piatto una prospettiva diversa...una partecipazione ai dividendi per esempio, azionariato come negli USA ecc. Non subito magari. Ed efficienza vera nella competizione qualitativa e in R&S...I nuovi modelli sono tutti in ritardo...e di sicuro non li progettano gli operai...Quando ci si accorda bisognerebbe avere la decenza di mostrare il piano e non tenerlo in un casseto col beneplacito della politica
Scritto da GianMarco il 13/1/2011 alle 17:47
Che la FIAT rimanga o meno in Italia è l’ultimo dei pensieri del capo del governo e dei suoi sodali. Lo impensierisce, semmai, il pronunciamento della Corte Costituzionale. Quel covo di comunisti sovverte la democrazia! E il Pd? Si spacca!
Scritto da Angelo Eberli il 13/1/2011 alle 18:48
La posizione espressa dal Segretario Bersani, e quindi è la posizione del PD, pubblicata da tutti i giornali (e chi finge non sia così è in malafede), ritengo sia corretta. La partita che però può dare uno spazio al PD è quella di affrontare ciò che succederà domani, quando il modello Pomigliano vorrà essere utilizzato anche in altri, forse tutti, i settori lavorativi. Allora cosa diremo? Cerchiamo almeno una volta di non essere presi in contropiede.. e non abbandoniamo i lavoratori.
Scritto da Lele il 13/1/2011 alle 19:15
La situazione è drammatica e il Pd si spacca. Poi ci sono quelli che, come Roberto C. nei giorni scorsi, vogliono minimizzare. Per loro basta essere fedeli al PARTITO. La casa brucia ma non si accorgono. A CASA TUTTI I DIRIGENTI e gran parte dei parlamentari, anche quelli lombardi, compreso Varese. Così siamo morti.
Scritto da Uno ancora (forse) Pd il 13/1/2011 alle 20:40
Siete, a livello nazionale, delle anime in pena. Comincia a piacermi il sindaco di Firenze. Rottamare, Rottamare, Rottamare.
Scritto da Gianni L. il 13/1/2011 alle 20:47
Vorrei sapere cosa pensi della spaccatura della direzione nazionale di oggi pomeriggio. Ormai Franceschini, cuor di leone, si è messo in maggioranza mentre l'opposizione è portata avanti da Veltroni, Fioroni e Gentiloni. Dare a questi la colpa delle cose che non vanno perchè non c'è unità mi sembra ridicolo.
Scritto da Mariani R. il 13/1/2011 alle 21:43
Sul premier ha perfettamente ragione. Lui pensa ai suoi processi e alla sentenza dell Corte. Dalla Germania sostiene Marchionne senza tentennamenti, invece dovrebbe chiamarlo a dire chiaramente qual'è il piano industriale come dice @GianMarco. E poi controllare che sia eseguito. Ma la sua testa è altrove.
Scritto da Alessia il 13/1/2011 alle 21:50
@Leonardo C. scrive “Un futuro nel quale non sarà più la politica a decidere gli indirizzi economici, ma l’economia a dettare le politiche, che governi, partiti ed istituzioni dovranno limitarsi ad attuare”. A tale proposito, gli ricordo una delle citazioni più note di Ezra Pound, quella in cui definisce i politici quali camerieri dei banchieri. Anche il contemporaneo Marco Ferrando (Partito Comunista dei Lavoratori) sostiene ciò. Bene, finalmente una verità che unisce destra e sinistra ... Mi pare interessante la presa di posizione odierna di Adusbef e Federconsumatori che hanno annunciato di essere pronte ad esporre denuncia qualora dovessero configurarsi lesioni di diritti costituzionalmente garantiti nonché vere e proprie iniziative di boicottaggio delle produzioni. Mi vengono in mente le iniziative di boicottaggio nei confronti di Nestlè, Del Monte, Nike, Chicco/Artsana. Veri boicottaggi etici aventi lo scopo di denunciare le produzioni realizzate nel Terzo Mondo che non garantivano il rispetto dei diritti umani e civili, oltre che sfruttare la manodopera minorile, in un contesto di norme di sicurezza carenti o, addirittura, inesistenti. Oggi, nell’era dell’aggressivo Marchionne, il nostro Paese sembrerebbe avvicinarsi sempre più al Terzo Mondo, come evidenzia anche @Federico Antognazza.
Scritto da Mafalda il 13/1/2011 alle 22:10
Molto sommessamente segnalo imprecisioni gravi nel post di Adamoli. Marchionne non è un umprenditore, ma un manager con una fretribuzione minima garantita di 4,5 milioni di €/anno + stock Options per decione di milioni di €/, in gran parte indipendenti dai (deludenti) risultati che raggiunge. Che Marchionne abbia "scelto una strada" industriale è alquanto dubbio: dica Adamoli quale è. La vittoria del "si" non porterà alcun vantaggio alla FIAT, proprio perchè manca una politica industriale.
Scritto da E.Giufa il 13/1/2011 alle 22:32
@ Leonardo C. scrive" Un futuro nel quale non sarà più la politica a decidere gli indirizzi economici, ma l’economia a dettare le politiche, che governi, partiti ed istituzioni dovranno limitarsi ad attuare." Visione descritta con parole praticamente identiche da Piero Sella su "L'Uomo Libero", pubblicazione nazionalsocialista. Ma era il 1988... e anche Sella era già in ritardo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/1/2011 alle 22:36
Tutte le svolte importanti nel mondo del lavoro sono avvenute contro la Cgil e la sinistra. Non si rendono conto che il mondo cambia e che bisogna adattarsi. Ero un ragazzo ai tempi dell'abolizione della scala mobile. Sembrava che dovesse cadere tutta l'impalcatura dei diritti e invece era semplicemente una maniera per andare avanti. Gli operai pagheranno un prezzo con questo accordo ma l'alternativa quale sarebbe?
Scritto da Gino Bucci il 13/1/2011 alle 22:48
chi scopre che il passaggio di Torino è difficile per il PD non si rende conto di quanto sia forte lo tsunami della globalizzazione che ci investe. Certo è più facile per Vendola, andare ai cancelli fare un comizio e poi tornare in Puglia, o per Renzi che sposa la posizione vincente senza sottilizzare tanto su cosa significhi umiliare un pezzo importante del sindacato. c'è un detto tibetano che dice "spesso la via giusta è la più difficile". Parla di scalare una montagna, ma questa cos'è?
Scritto da roberto c. il 13/1/2011 alle 23:03
Ho rimesso un attimo fa un commento al pezzo su Casini che credevo di aver postato ieri sera. Devo aver sbagliato qualcosa tecnicamente. Riguarda il cinismo politico che era stato richiamato da @Mafalda. Mi scuso per il ritardo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/1/2011 alle 23:26
(Marzo 1998) Il disegno di legge Treu sulla riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 35 ore, non garantendo a tale riduzione la parità di salario (che viene rimandato alla contrattazione), fa traballare il Governo Prodi. (Gennaio 2011) Il giuslavorista Michele Tiraboschi - docente universitario, stretto collaboratore di Marco Biagi nonchè consulente del Ministro Sacconi – nel pubblicare l’altro ieri alcune sue considerazioni sul caso Fiat ricorda uno dei casi che ha fatto più scalpore nel panorama internazionale: l’accordo stipulato dalla Siemens con la IG Metall, il sindacato tedesco dei lavoratori metalmeccanici. Accordo che prevede la “protezione illimitata dai licenziamenti” e considerato storico per il momento di crisi che stiamo vivendo. Il prof. Tiraboschi, però, quasi a guastare questa bella notizia, sottolinea che “nel 2004, per restare competitiva, la Siemens firmava con il sindacato tedesco dei metalmeccanici uno dei tanto contestati accordi in deroga al contratto nazionale relativo all’aumento dell’orario di lavoro, da 35 a 40 ore, a parità di salario”. Insomma …. come dire …. il mondo sotto-sopra …..
Scritto da Mafalda il 13/1/2011 alle 23:54
Bel tema. A mio parere, il futuro in cui l'economia decide e la politica esegue è già arrivato. Chi vuole altro fa fatica ad imporsi. L'onda sta arrivando forte nel quotidiano, non solo per via indiretta (finanza + club nascosti). E' la degenerazione del modello di sviluppo: turboconsumista, applicato anche ai rapporti tra le persone. Ci sono troppi "liberali" senza regole, egoisti. Inquinatori della società. A chi ha buona volontà tocca il compito rinforzare gli anticorpi e ripartire.
Scritto da FrancescoG. il 14/1/2011 alle 09:33
@ Mafalda. Ezra Pound, grande ammiratore di Mussolini e dei fascismi europei per la loro visione economica anticapitalista, scriveva: «Il governo fascista ha preceduto gli altri in Europa e in America, raccomandando che quando le industrie hanno bisogno di meno addetti dovrebbero ridurre il numero delle ore giornaliere di lavoro per tutte le categorie, o solo per alcune in particolare, piuttosto che ridurre il numero delle persone occupate. E invece di richiedere straordinari a persone già sul registro paga, dovrebbero assumere nuovi dipendenti» Cosa dici, Mafalda, mandiamo questo pensierino a Marchionne? Capirà? ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/1/2011 alle 09:45
Trovo l'accordo un passo indietro sui diritti dei lavoratori. Alla fine si potrà anche accettarlo purchè non venga inteso come una regressione permanente. Il discorso deve restare aperto.
Scritto da Lavoratore Agusta il 14/1/2011 alle 09:50
Amici che leggono con noi post e commenti, tutti sempre interessanti: chissà perchè l'attenzione inevitabilmente si sofferma sull'intervento di @E.Giufa, soprattutto per la parte relativa alla "retribuzione minima garantita" (sic!) di quel signore in questione.
Scritto da Legnanesi & Bustocchi il 14/1/2011 alle 11:06
Sono marcato a uomo da @Mafalda e @Valmaggia, che con uno scarto di 26 minuti (a favore di Mafalda, si sa, le donne hanno il pensiero veloce) si soffermano entrambi sulla stessa frase. Mafalda, politically correct, mi propone due opzioni: Pound e Ferrando. Essendo due poli estremi, li ritengo poco appetibili ma almeno posso scegliere … Valmaggia, non avevo dubbi, con Sella ne impone uno solo ;-)
Scritto da Leonardo C. il 14/1/2011 alle 11:14
@ Leonardo C. ... e non ci siamo consultati, Mafalda e io; né, tanto meno, avrei potuto leggere il suo commento, pubblicato insieme al mio. Con Mafalda c'è un rapporto telepatico, non solo telematico. ;-)
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/1/2011 alle 14:48
@E. Giufa - Formalmete hai ragione, Marchionne è un manager, non rischia in proprio, ha il super stipendio "minimo" garantito. Ho usato la parola "imprenditore" nel senso di "guida di un'impresa". Sulla politica industriale della Fiat ci sono delle insufficienze. I sindacati ne hanno parlato arrivando a conclusioni diverse che non sono in grado di giudicare. Il governo è stato assente, oppure ha avallato tutto. Questo è un grave danno per l'economia e per la comprensione dell'accordo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/1/2011 alle 15:29
@Leonardo C. - Una volta ho sentito Ronaldo (quello vero che giocava purtroppo nell'Inter) dire che Maldini e Costacurta erano marcatori durissimi ma che per lui era gratificante giocarci contro. Tu dovresti sentirti soddisfatto di questa attenzione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/1/2011 alle 15:41
Di solito non ho la pretesa che i miei commenti ne suscitino altri, ma uno degli ultimi, quello con la citazione di Ezra Pound tratta da “Oro e Lavoro”, meritava un seguito. Il poeta e filosofo anglosassone esprime concetti cari alla sinistra e, in tutti i casi, a chiunque sia critico del modello capitalista, così bene impersonato oggi da Marchionne. Comprendo che in questo tempo sia un’idea talmente irreale da diventare puro lirismo romantico, eppure questo pensiero prese forma e si concretò prima che le bombe al fosforo lo ricondussero a pura astrazione. Forse questo blog non è frequentato da persone di sinistra, forse lo sono ma soltanto “veltronianamente”, “americanamente”. O forse sono persone così imbibite di ideologia che non possono ritrovarsi con chi collaborò spiritualmente con il “Male Assoluto”.
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/1/2011 alle 19:49
Caro Filippo, non mortificarti se la tua generosità intellettuale non è corrisposta. La blogosfera ha i suoi limiti. Di più, qui, non posso dire. Piuttosto, ti invito a non dimenticare l’aspetto ludico delle cose ... A questo proposito, ti lascio le parole di “Ogni favola è un gioco” di Edoardo Bennato: “Ogni favola è un gioco / se ti fermi a giocare / dopo un poco lasciala andare / non la puoi ritrovare / in nessuna città / perché è vera soltanto a metà!... / Universi sconosciuti, anni luce da esplorare / astronavi della mente, verso altre verità!”. Perdona se dopo Pound cito, molto prosaicamente, Bennato. E fatti quattro risate andando a leggere cosa ho scritto sul post di oggi.
Scritto da Mafalda il 14/1/2011 alle 22:25
Cara Mafalda, dal tuo ultimo commento "di più, qui, non posso dire". Spero che non sia per limiti intrinsici al blog. Ho i miei argomenti, il mio linguaggio, il mio stile, la mia cultura costruita nella vita molto più che nella scuola e nelle biblioteche. Però ci tengo che il blog sia da tutti considerato come uno spazio libero. L'ospitalità calorosa a Filippo Valmaggia ne è una prova.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/1/2011 alle 09:28
@Valmaggia ha ragione. Oggi la "sinistra" è incapace di un proprio pensiero. Chi si colloca al "centro" si limita ad interpretare il moderatismo come rinuncia alla conflittualità sociale e politica; quanti rappresentano ancora l'anima radicale e antangonista sono troppo imbibiti di ideologia e privi di una lettura critica del mondo che cambia. Sulle scelte per fronteggiare le dinamiche del mercato il problema è che la flessibilità delle soluzioni riguarda solo i lavoratori, mai le imprese.
Scritto da Leonardo C. il 15/1/2011 alle 09:30
Caro Adamoli, il significato della mia frase “Di più, qui, non posso dire” è, ovviamente, riferito ai “limiti strutturali” di un mezzo come il blog che non consente dialoghi interpersonali con un altro blogger, se non impegnando Lei e tediando l’universo-mondo. “Di più, qui, non posso dire”, nel senso che non volevo appesantire con un aneddoto (che, quindi, racconto ora). Tempo fa, una donna del Pd postò un’opinione spalmata in tre commenti. Quindi, 500x3=1500 battute. A mio giudizio, queste 1500 battute non descrivevano nulla, neanche un’idea. Addirittura, andavano al di là del politichese. Magari avessero contenuto cavolate (come i miei commenti, ad esempio ...). Le cavolate hanno una sostanza (discutibile, ma pur sempre sostanza). Di lì a poco giunse il commento di un esponente del Pd che esordì dichiarandosi d’accordo con il commento della donna. D'accordo? Ma su cosa? Non c’era scritto nulla su cui essere o non essere d'accordo! Io dico: liberissimo un blogger di parlare del Niente ma che, addirittura, ci sia un altro blogger ad essere d’accordo su questo Niente …. non mi torna. Insomma, a me parve un caso di conclamata malafede. E di superficiale complicità di partito. Infatti, l’esponente maschile è un ruvido notabile cittadino del partito e, forse, muove opinioni. Questo esempio, per me clamoroso, mi è venuto in mente ieri sera nel leggere lo sconsolato inizio del commento di Filippo Valmaggia. Quando ho scritto di “generosità intellettuale” intendevo l’accoglienza e l’apertura intellettuale verso chi la pensa diversamente. Accoglienza ed apertura che Lei ben dimostra (non so quanti altri Suoi colleghi ospiterebbero Filippo). E tu, Filippo, converrai con me: se anche avesse scritto il redivivo Pound in persona, il militante integralista del Pd l’avrebbe, pregiudizialmente, ignorato. Di solito si relazionano fra loro. Magari perché hanno firmato, la sera prima, una mozione condivisa …. Salvo poi litigare di lì ad un mese ….. Il Pd è anche questo … Fortuna che questo blog è partecipato anche da persone culturalmente aperte, curiose e ricettive. Forse anche indipendenti dal Pd. Un’interlocuzione soddisfacente si dovrebbe attingere da lì. Vede, caro Adamoli, che non avevo torto quando scrivevo: “Di più, qui, non posso dire”: le avrei risparmiato la lettura di questa spataffiata che qualcuno definirà inutile (si sa, riflettere sulle dinamiche relazionali è sempre impegnativo). E su tali dinamiche ci sarebbe ancora da dire …. ma chissà di quante altre battute avrei bisogno ;-) Pertanto, chiudo qui, non senza aver precisato, per evitare equivoci, che la donna del Pd non è la Oprandi che, tranne nei casi in cui parla politichese (motivo per il quale abbiamo battibeccato su questo blog), mi piace come persona e mi auguro possa essere la candidata-donna per il Pd di Varese.
Scritto da Mafalda il 15/1/2011 alle 17:59
@Mafalda - Ho letto con gusto la "spataffiata" e ti preciso, sicuro di farti piacere, che il blog è frequentato da tante persone che non sono del Pd. Questo è un motivo di forte soddisfazione che mi spinge a continuare. Per quanto riguarda Filippo, magari ce ne fosse qualcuno in più sul blog, non per le sue idee naturalmente, ma per il dono che ha di coinvolgere emotivamente i lettori (quando non esaspera troppo i toni). Ma io lo accetto volentieri anche quando fa così perchè non è finto, è autentico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/1/2011 alle 18:39
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