Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/1/2011 alle 11:50

 

 
Non sarò certo io a negare gli errori e i limiti della magistratura. Butto lì: correnti interne politicizzate; oscillazioni dal lassismo all’ostentata inflessibilità; supervisibilità a volte ricercata ad arte; fughe di notizie intollerabili; difesa corporativa.
Eppure della magistratura negli ultimi vent’anni ho un giudizio complessivamente positivo. Migliore rispetto a quello che darei degli anni precedenti quando – le inchieste di tangentopoli ce lo hanno spiegato chiaramente - era in possesso di notizie di reato nella pubblica amministrazione ed avrebbe potuto e dovuto intervenire col bisturi per fare pulizia ed evitare le degenerazioni che abbiamo poi conosciuto. Invece non aveva fatto nulla mentre ci voleva solo un poco più di coraggio o un poco meno di ignavia.
Con Berlusconi al governo comprendo benissimo la loro diffidenza ad una riforma della giustizia che sarebbe necessaria ed urgente. La interpreto come un’azione di legittima difesa. Per questo sottoscrivo molte delle dichiarazioni di alti magistrati che ho ascoltato o letto ieri nella giornata di apertura dell’anno giudiziario. Compresa, in prima linea, la solidarietà alla procura di Milano. Non mi vengano però a dire che il loro indice di affidabilità presso l’opinione pubblica ha subito una flessione solo ed esclusivamente per la propaganda scellerata di Berlusconi. Una sana autocritica non farebbe male neppure a loro.
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 25 commenti -
La Magistratura può piacere o meno; alcune sentenze mi hanno lasciato molto perplesso. Quello che tuttavia occorre sempre tenere presente è che la Carta Costituzionale statuisce la separazione dei poteri: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario. In questo momento l’Esecutivo tenta di arrogarseli tutti e tre facendo strame della Costituzione. E tutto nell’interesse di uno che a livello internazionale è considerato una macchietta, che vuol difendersi non nei processi ma dai processi. Tutto questo è intollerabile. Se la Legge è uguale per tutti, l’accusato non può trasformarsi in accusatore. Almeno fino a quando resteremo una Democrazia
Scritto da Angelo Eberli il 30/1/2011 alle 12:16
Il post è ben fatto, ha un buon equilibrio. Si aiuta la magistratura mettendo in evidenza anche i suoi limiti. Non avrei dubbi su questo. Ciò che ritengo rilevante in questa fase è opporsi ad una riforma che serva a mettere la magistratura sotto il controllo del governo, che significherebbe sotto il tacco del presidente del consiglio.
Scritto da Roseto senza rose il 30/1/2011 alle 13:37
Le parole di ieri a tutela del lavoro e delle dignità di Ilda Bocassini erano il minimo che i procuratori generali potessero pronunciare. Sui difetti della magistratura, chi non li prende in considerazione è non vedente e non udente.
Scritto da Borri Roberto il 30/1/2011 alle 15:08
Segnalo su La Repubblica Blog "Le riflessioni di una toga" il testo dell'intervento del PM di Trento Pasquale Profiti che, da presidente dell'ANM, ha pronunciato all'inaugurazione dell'anno giudiziario, E' impressionante !
Scritto da Lodovico il 30/1/2011 alle 15:24
La magistratura italiana è piena di devianze, limiti, arretratezze, protagonismi personali, burocrazia, ha commesso errori enormi, è spesso ad orologeria ma è sempre meglio di questa politica, o meglio, di quasi tutta questa politica.
Scritto da Un anziano il 30/1/2011 alle 15:53
Caro Lodovico, grazie della tua segnalazione. Ho letto l'intervento molto bello di Pasquale Profiti e ho trovato eccellenti le citazioni di Piero Calamandrei e Luigi Einaudi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/1/2011 alle 16:11
Nel tuo libro il capitolo di tangentopoli fa emozionare uno come me che all'epoca non era stato tenero nè con te né col tuo partito e tanto meno con i socialisti. Merita di essere letto e meditato. C'è la spiegazione di quello che dici in questo post con un ammirevole equilibrio. (Ma che fatica a trovare il libro in una libreria di Milano).
Scritto da Servillo Giuseppe il 30/1/2011 alle 18:02
Condivido in particolare i concetti di @"un anziano" e di @Angelo Eberli. Non bisogna rovesciare le responsabilità. La magistratura è meglio della politica, soprattutto della politica di questo governo. Questo post è molto utile.
Scritto da Meroni G. il 30/1/2011 alle 18:13
Il direttore del Corriere oggi scrive: "Viviamo in un Paese nel quale vi sono forze politiche che vorrebbero ridurre al silenzio la magistratura....e magistrati che pensano di potersi sostituire alla volontà popolare nel decidere a chi spetti governare". E' una fotografia abbastanza precisa della realtà che putroppo deprime e scoraggia.
Scritto da Zanzi A. il 30/1/2011 alle 18:51
I padani veri sul loro giornale "La Padania" attaccano Berlusconi e difendono i magistrati. I dirigenti della Lega fanno il contrario e qualche sciocco del Pd gli va dietro. Vergogna.
Scritto da Albertone da Giussano il 30/1/2011 alle 20:48
Certo un magistrato può sbagliare ma la Magistratura ( coi sui gradi di giudizio ecc. ) no. Guai poi a squalificarla o ad autosqualificarsi : avrebbe ragione anche Berlusconi nel volere scegliere i giudici che più gli aggradino. Probabilmente in Nostro ricorda il Bertoldo che condannato a morte dal suo Re chiese come ultimo desiderio prima dell'impiccagione di essere lui a scegliere l'albero dove legare la corda. Ebbe, il furbacchione, questa concessione dal Re babbeo e si salvò la vita..
Scritto da A.V. il 30/1/2011 alle 20:53
Ho letto il suo libro e sono stata colpita, come molti suppongo, dal capitolo su "tangentopoli". Vorrei farle una domanda delicata: nel periodo 1992-94 si è mai sentito lasciato solo da chi avrebbe potuto aiutarla?
Scritto da Elisabetta il 30/1/2011 alle 22:01
Mi intriga la domanda di Elisabetta, anche se non ho letto il libro.
Scritto da Marilena M. il 31/1/2011 alle 09:29
Siete solo capaci di attaccare il governo e di difendere la magistratura di Milano anche quando è indifendibile. Non avete più argomenti.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 31/1/2011 alle 10:27
Giro la frase: "Siete solo capaci di attaccare la magistratura di Milano e di difendere il governo anche quando è indifendibile. Non avete più argomenti". Può valere anche così, no? :-) La polarizzazione non serve a nessuno, se non a chi, chiunque sia, continua a crearla.
Scritto da FrancescoG. il 31/1/2011 alle 11:09
Non sono d'accordo che la resistenza alla riforma della giustizia sia un'azione di legittima difesa. La sovranità è del Parlamento, non dell'ordine giudiziario.
Scritto da Giulio Carlini il 31/1/2011 alle 13:26
Evidentemente , ragionare e argomentare per i tifosi non serve a niente. Inutile spendere energie. Ormai la verità virtuale ha preso il posto della realtà nuda e cruda. Tutto il mondo civile ci irride, ma per il @Tuo ex sostenitore non abbiamo più argomenti. Non ci resta che arrenderci (o piangere).
Scritto da Iscritta delusa il 31/1/2011 alle 13:30
Cara Elisabetta, in certe circostanze drammatiche ci sono dei momenti in cui inevitabilmente ti senti solo con la tua coscienza. Ti domandi se, dove, come, hai sbagliato. Se fossi rimasto sulla comodissima poltrona di vicepresidente del consiglio regionale, invece di accettare la chiamata unanime alla scomodissima leadership del gruppo Dc, nell’anno del dissolvimento del partito, mi sarebbe mai successo ciò che mi è accaduto? E’ stata un’ingenuità? Un’ambizione personale? Cos’altro? Queste domande me le ponevo in continuazione. L’abbandono da parte della gente amica, però, non l’ho sentito. Una fortuna enorme rispetto al racconto di altri colleghi in disgrazia. Ricordo le telefonate immediate dell’on. Luigi Michele Galli e del sen. Aristide Marchetti. Chiamate di rimprovero perché, secondo loro, non avrei assolutamente dovuto dare le dimissioni da consigliere regionale. Ricordo la presenza alla messa domenicale nella chiesa di Vedano e il girovagare sotto i portici di Varese, con le gambe che mi tremavano, ma con il rispetto della gente. Della discussione in consiglio regionale sulle mie dimissioni conservo ancora i nastri con orgoglio. E potrei continuare. Solitudine in questo senso no, ma tanta irrefrenabile tristezza. E l’angoscia di perdere un patrimonio di stima che mi ero costruito con grande impegno e fatica. L’amore della famiglia, la coscienza a posto, la solidarietà di chi mi conosceva sono gli ingredienti che mi hanno permesso di tenere la solitudine più lontano possibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/1/2011 alle 15:16
Da un po’ volevo porLe questa domanda ma non ve n’era occasione. Ora colgo quale spunto la domanda di @Elisabetta. Quale è stato il Suo atteggiamento, nel corso di questi anni, nei confronti di Gianstefano Frigerio? Possiamo parlare di perdono? Io personalmente ritengo che il perdono sia una categoria difficile da interpretare. Certo, le parole della 89enne testimone di nozze di @FrancescoG (riportate nel post precedente) sono esemplari: “L'odio ti uccide, ti rende cattivo più di ogni altra cosa. Fa dimenticare che sei una persona”. Forse la conoscente di @FrancescoG ha perdonato perché è riuscita a tornare a casa indenne. Ma se avessero fatto, irrimediabilmente, del male ad un figlio, al marito, ad un genitore? Beninteso, sono due drammi diversi, ma ricadono sulla persona con la medesima gravità. Ecco, forse mi sto allontanando dall’argomento del post ma sono certa che se vi fosse giustizia, quella vera, forse il sentimento del perdono diventerebbe più naturale.
Scritto da Mafalda il 31/1/2011 alle 15:56
Quando ho postato il mio commento, forse per un ritardo di trasmissione (in questi giorni l'adsl funziona male), non era ancora presente la Sua risposta a @Elisabetta. Bella. Commovente.
Scritto da Mafalda il 31/1/2011 alle 16:28
Grazie, molte grazie per la risposta. Mi ha emozionato.
Scritto da Elisabetta il 31/1/2011 alle 20:48
@ Mafalda. Non so risponderle con precisione. Credo che il perdono sia una di quelle cose che stanno nel bagaglio culturale di ognuno di noi. La signora qualche segno lo porta, nel corpo e nell'anima. Ha visto amici morire ed essere torturati. Ha visto la crudeltà. Quando torna al campo di Auschwitz, sente ancora grida, rumori, voci, odori. Ci si può annientare cadendo nell'odio (non è quello che vuole l'aguzzino?), oppure scegliere diversamente. Siamo liberi.
Scritto da FrancescoG. il 31/1/2011 alle 23:50
Per chi è interessato, qui trovate qualche informazione(anche se datate): http://bibliobassone.altervista.org/wp/eventi/ines-figini/ http://www.lageredeportazione.org/testimonianze/pagina94.html Ines va nelle scuole o dove la chiamano a raccontare la sua storia.
Scritto da FrancescoG. il 31/1/2011 alle 23:52
Cara Mafalda, l'ex segretario regionale della Dc non l'ho mai più incontrato o sentito dal 1992 in poi. Ero infuriato con lui ma poi il tempo lenisce le ferite. Verso la fine del processo, che riguardava lui stesso e ben altri imputati eccellenti poi condannati, ha inviato una memoria al tribunale che mi scagionava completamente. Devo dire che anche la sua prima dichiarazione, quella che mi chiamava in causa, oggi forse non provocherebbe neanche un semplice avviso di garanzia perchè assolutamente priva di riscontri, anzi con riscontri di segno opposto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/2/2011 alle 09:17
Caro Giuseppe, mi dispiace di aver letto solo qualche minuto fa questo tuo post , i commenti dei tuoi affezionatissimi lettori e poi le tue lucide e appassionate risposte ( e forse non l’avrei mai letto se non me lo avessi segnalato tu stesso ieri sera, cosa di cui ti ringrazio) . Mi dispiace anche perché mi sono persa la “ diretta” che mi avrebbe fatto vivere con più immediatezza lo sviluppo della discussione ed il suo graduale arricchimento, fino alla sintesi “sublime” ( perché questo fa la sofferenza , “sublima”, quando non ci si lascia devastare) raggiunta con la risposta ad @Elisabetta e poi quella di oggi a @Mafalda . Commentare dopo aver letto tutto insieme, e tutto d’un fiato, non dà la stessa emozione, ma mi consente comunque di esprimere apprezzamento per questo post e per Il tuo giudizio sulla magistratura: pacato, lucido e veritiero, perciò assolutamente condivisibile . Penso che siano proprio gli ingredienti emersi in questo post (pacatezza di toni, storia tormentata, rischi , sofferenze, innocenza, accuse false, dignità, tanta dignità) a dare la misura della tua lucidità politica, che è poi il “carisma” o dono che ti fa essere ancora oggi uno dei personaggi più in vista del PD, non solo varesino, coccolato perfino dai cosiddetti “rottamatori”. Buon lavoro, a lungo , caro Giuseppe.
Scritto da giovanniderosa il 1/2/2011 alle 22:10
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)