Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 25/3/2011 alle 11:40

 

La guerra non è mai accettata volentieri dalle popolazioni. La subiscono. La ascrivono alla “Ragion di Stato”. Cedono o fingono di cedere alla Propaganda. Il capo del governo si mostra sicuro, si spende in prima persona per convincere, rassicurare, infondere fiducia, unificare forze politiche, sociali, apparati culturali. Il contrario di ciò che sta avvenendo in Italia.
In Libia si combatte solo una guerra umanitaria, si proclama. L’Italia offre le basi, fa volare i suoi aerei, ma non compie bombardamenti. Ma se c’è una guerra civile, e si sceglie l’intervento militare, si deve sapere quale parte far vincere. Senza risparmio di colpi.
Il nostro governo si fida degli insorti? Non è dato sapere. Forse il leader, ancora oggi, si fida di più dell’amico Gheddafi.
La sensazione, spero sbagliata, è quella della confusione, dell’incertezza, della mancanza di strategia. Insomma, di essere stati trainati in un'avventura che non si condivide totalmente. Il premier, che non si presenta alla Camera e al Senato per il voto decisivo sul conflitto, non è solo un’offesa per il Parlamento. E' un danno morale per l’Italia intera.   


 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 25 commenti -
Chavez è un buon socialista. Le mire imperialiste dell’America sul Venezuela sono sempre fallite: il popolo venezuelano è con il suo presidente. In Libia gli yankee hanno trovato humus adatto: Gheddafi è un farabutto. Fomentare e armare la rivolta, sull’onda emotiva delle “genuine” rivolte tunisine ed egiziane, è stato il primo passo dell’America (e della Francia) per rapinare le risorse libiche. Fomentare molto ma armare poco per potere poi giustificare l’aiuto agli insorti, schiacciati dalle forze preponderanti del rais. L’obiettivo della Banda americana è il petrolio. La Libia possiede il doppio delle riserve petrolifere statunitensi. Con l’appoggio dell’Inghilterra se le prenderanno e se le spartiranno. La Francia “è in guerra contro l’America”, non con l’America. Sarkozy sa bene che questa operazione militare intende stabilire l’egemonia statunitense nel Nord Africa, una regione storicamente dominata dalla Francia attraverso i suoi rapporti con Tunisia, Algeria e Marocco, e il disegno di Washington è quello di indebolire i legami politici di questi paesi verso la Francia e spingere l’insediamento di nuovi regimi politici che abbiano un rapporto stretto con gli Stati Uniti (questo disegno imperialista americano va visto anche alla luce della sempre più ingombrante presenza cinese nell’Africa sub sahariana). La Francia ha cercato di giocare d’anticipo. E poi c’è Total, come in Gran Bretagna c’è British Petroleum e negli Stati Uniti Exxon e le sue sorelle. Berlino si è astenuta: in Germania non c’è alcuna azienda petrolifera. La Merkel guarda a est, non a sud. Il Lebensraum tedesco è sempre stato là.
Scritto da Filippo Valmaggia il 25/3/2011 alle 12:32
Sono contro la guerra in Libia e non sono un pacifista. Non vedo il risultato che si vuole raggiungere. Se è la sconfitta di Gheddafi che si vuole, e io sarei d'accordo, tutti i distinguo del governo sono inutili e perfino dannosi. Allora è meglio il presidente francese. Altrimenti prtma di entrare in guerra bisognava persarci cento volte.
Scritto da Brielli Giuseppe (Lecco) il 25/3/2011 alle 13:09
L'Italia non ha una politica estera,ma una politica del ghe pensi mì,risultato il caos .Prima IL duo Frattini La russa,vestono i panni del siamo in guerra, poi non siamo in guerra e facciamo solo turismo aereo senza sparare,tanto un'ora di volo ncosta appena 60.000€. Il ghe pensi mi si defila e spaurito delle minaccie del Ghedafi figlio non sa più che pesci pigliare,tanto da dire mi spiace per
Scritto da Luigi il 25/3/2011 alle 13:38
Il premier e la sua maggioranza hanno puntato tutto su Gheddafi ed ora si ritrovano con un pugno di mosche in mano: un disastro. Di qui l'imbarazzato e imbarazzante silenzio di Silvio. Ma anche l'opposizione non la capisco: sono tutti (PD e UdC) favorevoli ad una guerra bislacca, senza capo nè coda, di cui non si conoscono gli obiettivi nè la plancia di comando. Vedere il PD tutto entusiasta di questa guerra lascia basiti.
Scritto da Larpi il 25/3/2011 alle 13:59
penso abbia fatto bene Berlusconi a non presentarsi in parlamento. Giustamente non vuole legarsi le mani più di quanto gli accordi internazionali gli impongono. La sua strategia è chiara : vuole che l'Italia sia presente in Libia qualunque soluzione accada. E' una situazione difficile ma non può fare altro in questo momento. E agli Italiani va bene così perchè hanno capito l'ipocrisia di certi Stati nazionali
Scritto da osservatore il 25/3/2011 alle 16:27
La confusione. Questa è la parola che descrive bene lo stato delle cose, ma non è possibile andare in guerra nella confusione. C'è uno spreco di energie enormi, c'è il rischio della perdida di vire umane, c'è il rischio di dare manforte a degli insorti di cui non si ha fiducia. Il presidente del consiglio non può mettere su una faccia contrariata e mandare gli aerei a combattere come se niente fosse. Deve assumere le sue responsabilità.
Scritto da Lorenzo il 25/3/2011 alle 17:17
@ Osservatore. L'talia entra in guerra e il Capo del governo fa bene a non andare in Parlamento, secondo te. E' una tesi assurda. Tenere il piede in due scarpe. Fare e non fare. Condannare Gheddafi ma, sotto sotto, essergli ancora amico mentre ordina di far fuori gli oppositori. E' ridicolo.
Scritto da Villa Carlo il 25/3/2011 alle 19:56
Penso che l'anti americanismo di @Valmaggia sia eccessivo. Tuttavia, che questa guerra abbia, come tutte le guerre, un enorme fondamento di interesse economico mi sembra chiaro. Che Gheddafi fosse questo figuro, le diplomazie non l'hanno scoperto oggi. E' altrettanto vero che in Tunisia e in Egitto la rivolta era di popolo mentre in Libia riguarda probabilmente solo delle tribù da sempre in lotta fra loro.
Scritto da Il pirata il 25/3/2011 alle 20:22
Aggiungo che, poichè era notorio che Gheddafi fosse un dittarore sanguinario, la grande amicizia personale ed ostentata di Berlusconi nei suoi confronti era scandalosa.
Scritto da Il pirata il 25/3/2011 alle 20:25
Era necessario intervenire e mi rammarico che il nostro governo l'abbia fatto tardi e in un modo troppo ambiguo. Anche dal punto di vista utilitaristico chiunque vinca non avrà riconoscenza verso l'Italia che si troverà comunque in difficoltà.
Scritto da Cesare B. il 26/3/2011 alle 01:09
Scrive @Larpi che vedere tutto il Pd entusiasta della guerra in Libia lo lascia basito. In realtà non me l'aspettavo ma ciò che lascia esterefatti è il comportamento del premier. Dai giornali sappiamo che è l'unico che si è comportato in questo modo. Non solo Sarkozy, anche la Merkel e Cameron e Zapatero hanno messo la faccia. Berlusconi invece l'aveva persa qualche mese prima nel fare la corte a Gheddafi.
Scritto da Giulio Carlini il 26/3/2011 alle 07:43
Sarkozy accostato al nome di Napoleone.Putin dice "si è usata solo la forza negli ultimi anni".Obama premio Nobel per la pace (resto basito. Poco da meravigliarsi: lo diedero a Kissinger).Cose incredibili. La qualità è altrove. E' naturale, con la mancanza di obiettivi oltre il consumismo delle cose e delle persone e, aggiungo, il tradimento per miopia, da parte del PPE, dell'aspirazione europea di Degasperi, Adenauer, Schuman. E i cinesi? Sul fiume, in attesa che passino i cadaveri dei nemici.
Scritto da FrancescoG. il 26/3/2011 alle 09:16
La vicenda libica è solo uno degli aspetti che palesano la totale assenza di una politica estera dell'Italia. Accodati a decisioni altrui, obbligati a subire i danni del conflitto mentre altri trarranno vantaggi: questi gli esiti del ghe pensi mi. La Francia fa shopping industriale da noi in tutta tranquillita: BNL, Cariparma, Bulgari, Parmalat. Dov'e la nostra politica industriale? Ridicolizzati di fronte al mondo, in Francia mi sorridono e mi dicono: ma come fate a avere un premier cosi?
Scritto da roberto fanzini il 26/3/2011 alle 09:30
L’analisi di @Valmaggia ha il pregio di ricordarci che questa guerra non è nata per esportare ideali democratici in un paese governato da un dittatore. Le ragioni sono ovviamente economiche e politiche, così come le divisioni in seno all’Europa ed all’ONU nascono dagli interessi che ciascun stato europeo ha nelle diverse aree del pianeta. Tuttavia non si può restare indifferenti di fronte al vento di rivolta che soffia nel nord africa e nel medio oriente ed occorre, per questo, avere una posizione chiara. Occorre prendere atto che il pacifismo ideologico con le dittature non funziona e che in una situazione, come quella libica, non c’è spazio per una soluzione diplomatica che lasci a Gheddafi il governo del cambiamento. Detto questo, l’opzione interventista non significa né dover subordinare il ruolo dell’Italia alle scelte degli altri paesi, né garantire la gratuità del voto da parte dell’opposizione ad un governo che, in una partita così importante, continua a non giocare a carte scoperte. Tre questioni devono essere poste con forza a livello europeo e sostenute dal Governo e da tutti i nostri europarlamentari: il rilancio di una politica comunitaria sull’immigrazione, che preveda che tutti i paesi si facciano carico dei flussi provenienti dalle zone di guerra; l’adozione di un piano straordinario di sostegno finanziario per il rilancio delle economie locali, d’intesa con i nuovi governi nati dalle rivolte; la definizione di una piattaforma di politica estera che restituisca ruolo all’Europa e ridimensioni le ambizioni dei singoli paesi membri. Infatti, il futuro della Libia è importante, ma altrettanto lo è quello dell’Europa e della sua effettiva capacità di governare questo nuovo corso politico dei paesi islamici.
Scritto da Leonardo C. il 26/3/2011 alle 11:17
Che figuracce abbiamo fatto col baciamano di Berlusconi a Gheddafi! Non lo sapeva che era un dittatore che negava i diritti ad una parte del suo stesso popolo? Il comportamento ondivago del governo proviene da lì. Fare la guerra al despota con cui ti accompagnavi anche al di fuori della giusta e inevitabile diplomazia internazionale crea un imbarazzo enorme..
Scritto da Borghi Mario il 26/3/2011 alle 18:16
@Roberto Fanzini - Condivido il tuo commento e sottolineo solo la mancanza di politiche industriali che denunci. Prendiamo il caso Parmalat. Sei mesi fa circa avevo ascoltato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, che paventava una scalata straniera. Ora il governo corre ai ripari ma probabilmente è tardi e l'operazione sarebbe costosa e discutibile sotto molti aspetti. Quante Parmalat ci sono state e ci saranno ancora in Italia?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 26/3/2011 alle 19:17
E' inutile che ve la prendiate col governo italiano. E' assente l'Europa. Abbiate l'onestà di ammetterlo.
Scritto da Leghista vero il 26/3/2011 alle 20:21
@FrancescoG parla dell'aspirazione europea di De Gasperi, Adenuaer e Shuman. Ma dove sono uomini di questa livello? Questa è la differenza. Il presidente Napolitano afferma che è in corso un Risorgimento nordafricano. Servirebbe una sponda europea ma non esiste.
Scritto da Lorenzo il 26/3/2011 alle 23:57
Guerra senza uno scopo preciso. Meglio, ogni Paese ha il suo scopo. Quale sia il nostro non si sa e il premier scappa. Dove vogliamo arrivare non si capisce.
Scritto da Giustino il 27/3/2011 alle 11:45
Meno male che Bossi c'è. Anche per la Libia e per Lampedusa. Dovresti cantarlo anche tu, caro Adamoli. Ma questo Marantelli, sempre a reggere il moccolo con la Lega a me fa ridere, non so a voi.
Scritto da Bossiano doc il 27/3/2011 alle 12:31
Mi convince il discorso di @Leonardo C. L'Europa è un'entità politicamente debole e disunita. Soltanto pochi anni fa si parlava di un G2 Usa-Europa. Oggi rischiamo di vederci sopravanzati da altri Nazioni-Continenti emergenti. Non è un bel vedere.
Scritto da Canziani M. il 27/3/2011 alle 13:39
Al solito @Filippo Valmaggia usa un liguaggio forte, spericolato ed ideologico ma, come ha notato @Leonardo C., c'è un fondo di verità in quello che ha affermato. Come in molte guerre, in questa più che nelle altre, l'nteresse per il controllo delle fonti di energia, e più ampiamente quello economimico e geopolitico, ha giocato un ruolo decisivo. Si è cercato di colpire il Colonnello nel momento in cui lo si reputava più debole. Azione meritoria per molti versi perchè, come tutti affermano, si tratta di un despota sanguinario, ma questa è la realtà che si percipisce leggendo le cronache. L'ntervento umanitario era forse più necessario in passato quando ha devastato intere tribù a lui contrarie.
Scritto da Roseto senza rose il 27/3/2011 alle 17:00
Sulla qualità delle persone ai vertici, segnalo Gian Enrico Rusconi sulla Stampa di oggi. Le stesse cose che si dicevano in questi giorni in famiglia ed in giro (poi l'autore analizza il caso tedesco). Si pensa alle prossime elezioni, non alle prossime generazioni (per parafrasare De Gasperi). Come sottolinea Lorenzo. Ps: una correzione. Nel mio precedente commento ho scritto "resto basito". Mi è mancato un accento, era "restò". Il soggetto era il presidente Obama. Scusate.
Scritto da FrancescoG. il 27/3/2011 alle 17:02
Consiglio di leggere il commento di @Leonardo C. Le ultime righe sul ruolo dell'Europa sono efficacissime e condivisibili. @Roseto senza rose, riprendendo @Filippo Valmaggia, rimarca il carattere utilitaristico della guerra in Libia. Non lo nego affatto, anzi, soggiungo però di riflettere anche sul pericolo dell'annientamento degli insorti a Bengasi. @ FrancescoC ha fatto molto bene, nel secondo commento, ad aggiungere l'accento su "resto". Chi non lo conosce (è un affezionato commentatore del blog) avrebbe potuto essere tratto in inganno dalla mancanza dell'accento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/3/2011 alle 18:51
L'appartenenza all'Unione Europea purtroppo non consente di non rispettare le decisioni assembleari, pero' non sarebbe stato possibile prima della guerra trattare con il rais? L'Italia dalla guerra avra' un grande danno economico in termini di export, di costo dell'energia e soprattutto dovra' ospitare migliaia di rifugiati politici. E poi da quanto si capisce i leader europei e mondiali non trovano accordo sulle strategie rossana miaschi
Scritto da rossana miaschi il 30/3/2011 alle 12:52
Archivi:
Ultimi post:
(12/6/2014 - 09:06)
(10/6/2014 - 11:29)
(8/6/2014 - 19:04)
(5/6/2014 - 12:08)
(28/5/2014 - 08:54)
(27/5/2014 - 09:40)
(26/5/2014 - 08:10)
(25/5/2014 - 09:04)
(24/5/2014 - 12:08)
(22/5/2014 - 17:23)