Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/6/2011 alle 09:08

 

Mi scervellavo per decifrare bene il successo di Giuliano Pisapia. Poi ho letto qualche riga di Beppe Severgnini sul Corriere e forse ho capito meglio:
“Milano non è né il feudo di un uomo (di destra) né un campo-giochi per nostalgici (di sinistra). E’ la nostra Londra, la nostra Berlino e la nostra New York: la città più aperta ai connazionali e agli stranieri, la città-laboratorio, la città che ogni tanto si piega, ma poi scatta come un arco, e scaglia lontano le sue frecce. Ogni tanto centrano il bersaglio, per fortuna di tutti”.
Le frecce hanno colpito il bersaglio giusto. Fra qualche anno potrebbero abbattere anche il vincitore di oggi. Se il buon giorno si vede dal mattino, però, Pisapia sarà bravo a scansarle. Ha già cominciato dicendo a Nichi Vendola quel che gli andava detto per essersi improvvidamente vantato di aver “espugnato Milano”, e ricevendone prontamente le scuse.
L’arco con le frecce acuminate può aspettare un bel po’.


 
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Milano oltre alla Moratti non poteva sopportare l'idea di un vice sindaco leghista. Non è mai stata una città che ha dato tanti voti alla Lega. Il successo di Pisapia sta qui. Ma è un pastrimonio che si può perdere in fretta.
Scritto da Alfredo Martini il 3/6/2011 alle 10:24
Pisapia è stato bravo con Vendola. Deve fare attenzione a parlare ai milanesi da milanese senza farsi sovrastare dai leader nazionali. Solo così potrà mantenere il suo appeal.
Scritto da Il pirata il 3/6/2011 alle 10:33
E' verissimo che Milano è sempre stata una città aperta ai connazionali e agli stranieri. Certe asprezze su "zingaropoli" ecc. ecc. erano mal sopportate. La reazione dei milanesi è stata forte.
Scritto da Luigi Crespi il 3/6/2011 alle 12:10
Mi ero già espresso circa i toni tribunizi di Vendola che non mi erano per niente piaciuti; Pisapia continui con con la levità che lo ha contraddistinto. Fare il Sindaco sarà un compito arduo. La situazione di bilancio che eredita, qualunque cosa dica la Moratti, non è delle più rosee (lo affermano i revisori) e il governo non sarà certamente prodigo. Insomma, lo aspetta una bella sfida; speriamo davvero che riesca ad evitare gli strali. Una considerazione mi conforta: fare meglio di chi lo ha preceduto non sarà difficile.
Scritto da Angelo Eberli il 3/6/2011 alle 13:27
Convincente la frase di Severgnini e altrettanto convincente l'analisi che hai fatto ieri sulle liste civiche.
Scritto da Albertone da Giussano il 3/6/2011 alle 13:28
State facendo troppo presto il funerale alla Lega. Ve ne accorgerete presto. Bossi non è finito, ha sempre qualche colpo in canna. Ne parleremo dopo Pontida.
Scritto da Mazzoleni Luca il 3/6/2011 alle 14:00
Nel caso ci fosse stata la competizione fra Moratti e Boeri, quest’ultimo avrebbe perso. E’ una mia sensazione. Pisapia ha vinto per due motivi. Il primo. Quando si spinge sull’acceleratore dell’antiberlusconismo, è inevitabile che prevalga una posizione non moderata ma radicale ed antagonista (antisistema, antiregime, ecc.). Da questo punto di vista, la figura di Boeri sarebbe stata accompagnata da una campagna elettorale diversa e, forse, perdente. Secondo motivo: questo radicalismo, oltre a ricompattare il “popolo della sinistra”, ha consentito, al secondo turno, di captare anche l’elettorato di quel movimento liquido composto da grillini, popola viola, ecc. (al di là delle posizioni ufficiali di Grillo). Pisapia, evidentemente forte della vittoria e già dimentico di non essere il rappresentante di una lista civica ma di Sel, si è sentito in dovere di richiamare pubblicamente il suo leader nazionale. E’ vero: in piazza, Vendola ha esagerato nella sua consueta vocazione epistemologica. Ma è anche vero che Pisapia è stato fortemente ingrato e, per certi aspetti, anche scorretto nel sostenere, ad elezioni finite e vinte, che un pugliese non abbia le conoscenze per parlare di Milano. Come se in questi mesi, Vendola non si fosse mai visto a Milano … Pisapia in questi giorni, oltre a farsi aggiustare addosso, per i festeggiamenti del 2 giugno, la fascia tricolore dalla neo-consorte Cinzia Sasso (implicata negli affitti d’oro del PAT), mi sembra troppo impegnato a raccontare le sue esperienze da liceale al Berchet, ove conobbe mons. Giussani, che diventò amico di famiglia e spesso ospite a casa dei Pisapia. La verità è un’altra: come Lei saprà bene, l’ambiente politico è pieno di ingrati. Analogo trattamento capitò sempre a Vendola qualche mese fa, quando propose Rosi Bindi quale premier del centrosinistra. Subito, la Bindi, da vera donna organica del Pd, non solo non lo ringraziò ma si irritò anche. E lo invitò a non interferire nelle questioni interne ad altri “stati”. Peccato perché, a conti fatti, Vendola porta anche fortuna. Quindi, Vendola sarà pure il leader nazionale di Sel ma rimarrà sempre un “Calimero pulcino nero”, il punching-ball per sfogare le indecisioni, le frustrazioni e le nefandezze del centrosinistra. Se non fosse omosessuale fidanzato con un canadese ma coniugato con quattro figli e seduto in prima fila alla messa domenicale ….. Se non fosse figlio spirituale di Tonino Bello ma del cardinale Bertone …. Invece, per i conformisti di destra e di sinistra rimane il “figlio di un dio minore”.
Scritto da Mafalda il 3/6/2011 alle 14:14
le vittorie di Pisapia e DeMagistris hanno fatto dire nei vari commenti chenon aveva vinto il PD bensì i suoi alleati. Ma, a parte l'importanza delle due città (comunque bilanciata dalle vittorie a Bologna e Torino), vorrei vedere la statistica della provenienza di tutti i sindaci neo-eletti del centro sinistra; ho sentito in TV la Bindi dire che all' 80% sono di area PD. Se è vero, ritengo che dovrebbe essere maggiormente reclamizzato.
Scritto da bm il 3/6/2011 alle 14:59
Dimenticavo. Di solito, di Severgnini mi piace il suo sense of humour. In questo caso, questa definizione che dà di Milano mi pare un po’ troppo generosa. O è stato troppo all’estero o troppo a Castione della Presolana (ove, spesso, viene avvistato). Sicuramente non a Milano, in una stazione del passante ferroviario quando è in corso lo sciopero (sacrosanto e legittimo) degli addetti alla pulizia. Già al primo giorno di sciopero, i cestini traboccano. Al terzo giorno (che, ho notato, coincide quasi sempre con l’ultimo giorno di sciopero) la situazione diventa preoccupante ed insostenibile dal punto di vista igienico. I fogli dei giornali free-press abbandonati dai pendolari, che si librano ad ogni spostamento d’aria causato dal passaggio dei treni, in fondo non sono nulla confronto alla spazzatura che giace sulla banchina. E mi ricordano – questi fogli svolazzanti - la scena finale del film “La bufera” di Luchetti, caratterizzata dai sacchi della spazzatura che, a causa dello scoppio dell’inceneritore (dovuto all’eruzione di un vulcano), volano nell’aria, invadono il cielo e coprono la città. Questo è il nostro Paese. E il passante ferroviario è il biglietto da visita di Milano.
Scritto da Mafalda il 3/6/2011 alle 15:21
Perchè insisti così tanto su Milano? Guarda che Pisapia, così come ci ha dato questa soddisfazione, potrà domani riservarci delle brutte sorprese. Da cattolico dovresti saperlo meglio di altri.
Scritto da Elisabetta il 3/6/2011 alle 16:15
Sono curiosissimo di vedere quale giunta formerà Pisapia. Capiremo meglio se le frecce acuminate lo risparmieranno per un certo tempo. Non ho la fiducia che hai tu.
Scritto da Nicola L. il 3/6/2011 alle 16:27
Insomma ho appena scritto delle troppe lungaggini e la signora Mafalda ha scritto un romanzo poi non contenta ne ha aggiunto un'altro pezzo che poi è stato pubblicato due volte. Così non si legge più niente. Diventa difficile seguire la conversazione. Se no ditelo.
Scritto da Claudio Ennam il 3/6/2011 alle 17:12
Se fosse tutto vero che il Pd ha vinto sia a Napoli che a Milano dal Colle più alto di Roma si sarebbe mandato il governo a gambe all'aria. Il Pd non può andare oggi alle elezioni; sarebbe sbranato da altri concorrenti a sinistra.
Scritto da osservatore il 3/6/2011 alle 17:28
Pisapia avrà tanti problemi ma sta partendo con un entusiasmo della città che non ha mai avuto nessuno, nemmeno Albertini quando aveva vinto con circa il 705 dei voti.
Scritto da Osvaldo il 3/6/2011 alle 22:04
Non credo alla "svista" di Vendola: ha detto ciò che voleva dire, lasciando a Pisapia il compito di correggerlo. Divisione del lavoro di estremizzazione politica, in riferimento all'identità necessaria in vista di elezioni politiche che, se non prima, si svolgeranno tra due anni, cioè dopodomani. Se il Vendola si fingesse moderato, dove andrebbe il suo elettorato? A Gallarate hanno scritto che la città era "liberata": è la stessa logica identitaria.
Scritto da ulderico monti il 3/6/2011 alle 22:09
@Mafalda - Non credo che Vendola abbia commesso un errore perché è salito sul palco di piazza Duomo. L’euforia della vittoria era incontenibile. Secondo me ha sbagliato nettamente le parole. Non soltanto il verbo “espugnare”, ma pure il sostantivo “liberazione”. Quest’ultimo termine ha un significato storico-politico preciso e tagliente. “Liberazione dal fascismo”. “La primavera araba si libera dai tiranni”, e così via. Non ha nessun senso pronunciarla per esaltare l’uscita di scena di Letizia Moratti. Anzi, credo che Pisapia avrà molta cura nel tutelare un certa continuità amministrativa come deve fare un sindaco responsabile, per quanto giustamente innovatore.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/6/2011 alle 22:28
@bm - I dati comunicati da Rosy Bindi sono assolutamente esatti. Il Pd sta cercando di pubblicizzarli al massimo, ma la “cifra politica” del voto è data essenzialmente da Milano e Napoli. Sono state queste città, e soprattutto Milano, che hanno provocato la svolta psicologica tra il primo e il secondo turno creando l’aspettativa contagiosa della vittoria “globale”che infatti è risultata omogenea in tutto il Paese.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/6/2011 alle 22:32
@Osservatore - Il Quirinale non può fare nulla per portare il Paese alle urne in questa fase. Ci mancherebbe solo questo. Il Presidente è il garante della Costituzione non un protagonista della lotta politica. Finché il premier ha la maggioranza parlamentare, se vuole e ci riesce, ha titolo per governare. Le opposizioni chiedano pure le elezioni anticipate, ne hanno il diritto, ma è il Parlamento che alla fine decide. Malgrado la diversa intenzione di Berlusconi, siamo sempre una Repubblica parlamentare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/6/2011 alle 22:37
In campagna elettorale Pisapia si è aperto molto alla città e ha comunicato bene sollevando entusiasmo. Se lo farà anche in futuro riuscirà bene. il post di ieri, molto interessante aulle liste civiche, dimostra che stare nei partiti non basta più.
Scritto da Pietro G. il 4/6/2011 alle 10:30
Penso come @Ulderico Monti che tra Pisapia e Vendola non ci sia nessun conflitto ma solo aggiustamenti tattici e questo mi preoccupa a differenza di @Mafalda. La politica nazionale non dovrebbe immischiarsi più di tanto nei fatti amministrativi di una città, anche se si tratta di Milano.
Scritto da Broggi Mario il 4/6/2011 alle 11:12
Ho visto sul blog di Rossi l'ennesima polemica pesante tra iscritti del Pd sulle candidature a Varese. Mi pare il modo peggiore di festeggiare un buon risultato anche a Varese, benché meno buono che in altre città. Non so darmi una spiegazione. Mi aiuti tu?
Scritto da Vittorio (Luino) il 4/6/2011 alle 12:07
Caro Giuseppe, su Milano non sono ottimista come te. Su Varese, Gallarate e Malnate sottoscrivo il tuo bel post dell'altro ieri sulle liste civiche. Mi era sfuggito. Forse anche a Busto avremmo potuto ottenere un risultato migliore se fosse stata presentata una buona lista civica. Approvo le parole di Vittorio di Luino. Certe polemiche a Varese città sono incomprensibili e quasi incivili.
Scritto da Tuo amico fedele il 4/6/2011 alle 13:48
Era doveroso ( anche se da troppi anni non avveniva) che a Milano vincessere forze progressiste, appoggiate da moderati.Ho vissuto a Milano momenti importanti di vivacità e democrazia.Non si sembra realistico attribuire la vittoria a forze solo di sinistra, ma anche a persone della borghesia sensibili ed intelligente.Le periferie, un tempo, luoghi di attività, erano stata emarginate per troppo tempo, così i vari quartieri.Non vorrei che lotte tra forze politiche rovinassero un' opera importante.
Scritto da bruna. croci@fastwebnet.it il 4/6/2011 alle 14:36
La luna di miele finirà presto anche per Pisapia e allora cominceranno i dolori. Le vostre ricette sono la spesa pubblica e l'accoglienza di tutti. I milanesi, e non solo, si pentiranno del loro voto.
Scritto da Bossiano doc il 4/6/2011 alle 15:06
Caro Vittorio, abbiamo avuto un buonissimo risultato anche a Varese. Non capisco nemmeno io certe polemiche. Il Pd dovrebbe investire su donne, uomini, idee, programmi che hanno avuto successo. Dovrebbe valorizzare anche l'apporto delle formazioni civiche che ci hanno appoggiato. Coprisi dietro l'anonimato per lanciare insulti e offese a destra e a manca non è un modo per partecipare. E' pura denigrazione, indipendentemente di chi sia il bersaglio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/6/2011 alle 16:53
Cara Bruna, hai ragione. Non ricordarsi dei quartieri e delle periferie solo in campagna elettorale e non far evaporare l'entusiamo a causa delle conflittualità tra i partiti. Sembrano banalità ma sono ricette basilari da rispettare.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/6/2011 alle 16:56
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