Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 9/6/2011 alle 18:01

 

Dopo la campagna elettorale è ripresa la presentazione del mio libro “Cuore e Regione” con degli incontri fuori dai partiti e anche dalla politica (agenda nel sito evidenziato in questa stessa pagina). Uno dei temi principali, qualche volta infuocato, è il difficile rapporto Giustizia-politica, con la miccia fornita dalle drammatiche vicissitudini del 1992.
L’esasperazione dei cittadini sui ritardi e sulle inefficienze della Giustizia è al massimo. La rabbia si scarica sui magistrati che non lo meritano. Le risorse per questo settore delicatissimo negli ultimi anni sono state concesse con avarizia.
La Giustizia deve essere riformata. Certamente non come vorrebbe Berlusconi, tutt’altro, ma così non si potrà andare avanti molto.
Il potere giudiziario non può essere sottoposto al governo. Deve essere indipendente, autonomo, prestigioso. Meglio avere un giudice autorevole che sbaglia in buona fede, piuttosto che un giudice intimidito e minacciato dal potere esecutivo.
Ma nei limiti della Costituzione, la riforma della Giustizia è compito del Parlamento sovrano, non di altri. Per la verità ci sarebbe anche spazio per un’autoriforma che però non è mai arrivata, se non per alcuni aspetti secondari. Mi fa specie l’auto difesa delle associazioni dei magistrati che si comportano come un muro di gomma rispetto a qualsiasi progetto riformatore.
Tutto questo non ha giovato affatto alla loro credibilità. Si domandino i magistrati il motivo della caduta verticale della loro popolarità rispetto a 20 anni fa. Solo colpa della insopportabile e irresponsabile campagna denigratoria del premier?
Lontano dai microfoni molti alti dirigenti del Pd ammettono che la Magistratura rappresenta un freno per la riforma. Usassero di più il microfono anche per queste argomentazioni importanti sarebbe meglio per il Pd. E soprattutto per l’Italia, che è l’unica cosa che importa realmente.


 

Commenti dei lettori: 28 commenti -
Si può essere d'accordo o no, ma i tuoi argomenti non sono mai banali. Stavolta, il che non avviene spessissimo, concordo pienamente.
Scritto da Bianchi Giò il 9/6/2011 alle 18:45
Condivido le tue argomentazioni. Oltre tutto acquistano grande rilevanza perché provengono da una persona che ha provato sulla sua pelle gli errori in cui può incorrere la Magistratura. Ne sei uscito bene, ma credo che la tua “via crucis” sia stata molto dolorosa. Hai tenuto un comportamento esemplare: ti sei difeso NEL processo, non DAL processo. È innegabile che la Giustizia in Italia necessita di riforme che la rendano più agile per fornire ai cittadini il servizio loro spettante; oggi, in molti casi, più che di “giustizia” si può parlare di “denegata giustizia”. È altrettanto vero che, molto spesso, la Magistratura tiene comportamenti di stampo corporativo e di casta. Sono però convinto che non si riforma la giustizia tenendo la Magistratura sotto schiaffo e che il “processo breve” che sta tanto a cuore a chi deve difendersi DAI processi, non può considerarsi LA soluzione.
Scritto da Angelo Eberli il 9/6/2011 alle 19:22
potere scaccia potere,guai se un potere fosse sottomesso all'altro.I magistrati assolvono la loro funzione applicando le leggi fatte dal parlamento,che sicuramente andrebbero riviste a partire dalla derubricazione di alcuni reati,personalmente ritengo che non sarebbe un peccato valutare la riforma anche con chi applica la legge.Infine ridurre ,ammodernare e dotare di adeguate risorse,sia unmane che tecniche ,,i ns tribunali per avere le certezze della rapidità e del giusto processo
Scritto da Luigi il 9/6/2011 alle 20:09
Condivido tutto ma tutti dobbiamo sapere che finché c'è Berlusconi nessuna riforma seria della Giustizia potrà essere fatta.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 9/6/2011 alle 20:38
Che riforma vuoi mai che si faccia con questo premier? So che sei d'accordo su questo punto e questo mi basta. Complimenti per la relazioni di ieri.
Scritto da Flavio il 9/6/2011 alle 20:47
@Ex Pci Gallarate e Flavio - OK, però non copriamoci sempre dietro Berlusconi. Se vinciamo domani, che riforma della Giustizia proponiamo e quale grado di autonomia conquistiamo rispetto alle associazioni dei magistrati che, come dice @Angelo Eberli tengono comportamenti di stampo corporativo e di casta? I cittadini rivolgono a noi queste domande precise. Il Pd ha il dovere di rispondere adesso, non quando il premier non ci sarà più.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/6/2011 alle 20:53
L'immagine del muro di gomma è azzeccata. Io vorrei che Berlusconi andasse a casa domani mattina. Per loro è un aiuto a non cambiare niente, neanche le piccole cose organizzative che potrebbero cambiare loro se ne avessero la volontà.
Scritto da Giordano il 9/6/2011 alle 22:17
Caro Adamoli, "Cuore e Regione" mi auguro di vedertelo presentare molto presto in Biblioteca a Tradate. Sono a disposizione...se serve per l'organizzazione e per la serata. Quanto alla Giustizia (che scrivo maiuscolo anche se non lo merita)...ed al muro di gomma dei suoi "sacerdoti" ti sei risposto da solo. La credibilità è a precipizio.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 9/6/2011 alle 22:24
La sinistra ha avuto la maggioranza dal 1996 al 2001 e dal 2006 al 2008, ditemi quale riforma della giustizia ha fatto. Non ne ho visto nessuna. Berlusconi ha i suoi grossi limiti ma è anche un paravento che nasconde tante piccinerie.
Scritto da Mario Rosati il 9/6/2011 alle 22:46
Il male è la contrapposizione tra politica e giustizia. Chi è senza peccato scagli la prima pietra ma le responsabilità di Berlusconi-Bossi sono enormi.
Scritto da Stefano Gilli il 9/6/2011 alle 23:13
E' una questione che presenta più facce e che non può limitarsi a interventi tampone sui Codici di Procedura .Quante riforme sono state fatte negli ultimi vent'anni e tutte con esiti nefasti? La Giustizia continua ad essere al collasso e rappresenta uno dei maggiori svantaggi competitivi del nostro Paese .Riforma delle Giustizia significa non solo riforma del processo ma della organizzazione degli uffici e dell'avvocatura. Significa impiego di risorse economiche e umane.E unità d'intenti.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 9/6/2011 alle 23:14
Il cittadino si sente impotente verso il non funzionamento dei tribunali, di quelli civili in particolare. Non so che cosa si possa fare. Forse più armonia e unità d'intenti. Mi sembra però una pia illusione.
Scritto da Mazza Luca il 9/6/2011 alle 23:27
So poco.Leggo volentieri.Ho l'impressione che sia stata usata da molti, sulle spalle di coloro che la Giustizia l'hanno amata, la amano e si sono impegnati in anni ed anni di lavoro.E' uno dei sancta-sanctorum da riordinare sui principi della Costituzione.Sul PD.Ho letto una cosa di A. Levi, trattava di economia."E se gli italiani fossero oggi disposti a premiare chi proponesse loro, apertamente, le scelte più dure che l’Europa ci chiede di rispettare? Ci sono politici capaci di fare la prova?"
Scritto da FrancescoG. il 9/6/2011 alle 23:47
Condivido il commento di Andrea Bortoluzzi dalla prima all'ultima riga.
Scritto da Vittorio (Luino) il 10/6/2011 alle 00:05
Una volta garantito che il potere giudiziario non sarà sottomesso al governo i magistrati dovrebbero accettare che il Parlamento deliberi la riforma secondo gli orientamenti maggioritari. Naturalmente se si riesce a fare un riforma condivisa in modo largamente bipartisan è meglio per tutti.
Scritto da Lucky il 10/6/2011 alle 09:24
La Giustizia ha bisogno di essere riformata, ma sono così tanti gli attori interessati che chi ci si mette viene subito rieducato alla Pol Pot, i direi preliminarmente di vedere quali sono i macigni negli ingranaggi da affrontare: 1. La Magistratura, che ha un fortissimo interesse corporativo da difendere, ma anche una costituzione da difendere;Gli avvocati, altra casta dominante, la vera fabbrica della carta nei Tribunali, sono infatti i nostri azzeccagarbugli a creare annualmente quasi 6 milioni di cause civili!; 2. La politica, che tuttora lotta strenuamente per garantirsi le prebende necessarie ad una opulenta esistenza, ma costringe i tribunali ad operare senza strumenti e senza personale, blocca straordinari e stipendi agli impiegati, etichettandoli come fannulloni, aspettandosi poi che la qualità del lavoro migliori; 3. Gli enti locali, che, contro ogni logica di razionalizzazione, si oppongono ad ogni chiusura di tribunale, perché averlo fa fico. Lo stesso discorso vale per gli ospedali, chi ce l’ha non lo molla, peccato che in molti casi se fossi un paziente mi farei il segno della croce prima di metterci piede e i costi per mantenere queste strutture causano una riduzione delle risorse per il sistema. Allora da dove cominciamo a incidere? Io direi prima di tutto una decimazione dei Magistrati comunisti, poi però prenderei a calci nel culo i Comuni e le Città e comincerei a chiudere un po’ di tribunali inutili e infine direi che, ad esempio, le cause per un valore inferiore a 100.000€ in tribunale non ci devono andare. Esagero? Forse, ma sennò di che parliamo?
Scritto da Lele il 10/6/2011 alle 10:12
Andrea Bortuluzzi ha perfettamente ragione. La organizzazione degli uffici è certo uno dei punti fondamentali, sarebbe in proposito interessante sapere perché anche su questo problema il paese è a geometria variabile. Esistono Tribunali e Procure che funzionano, a parità di uomini e mezzi, assai meglio di altre , a Bolzano per esempio ma non solo. Una giustizia ragionevolmente rapida e dunque efficiente è una condizione essenziale di funzionamento della democrazia altrimenti zoppa.
Scritto da cesare chiericati il 10/6/2011 alle 10:14
La riforma la deve attuare il Parlamento ma con la collaborazione della magistratura. Errori ce ne sono stati da entrambe le parti con un Berlusconi che ha passato il limite della decenza.
Scritto da Elisabetta il 10/6/2011 alle 11:13
Completo il mio pensiero.Le riforme non si fanno contro qualcuno ma per raggiungere un obiettivo.Tutti i tentativi di riforma in Italia, anche quelli propuganti dal centrosinistra, sono falliti perchè propugnati e vissuti come contro qualche gruppo sociale.La riforma della giustizia può realizzarsi, per scelte politiche bipartisan e con il coinvolgimento dei gruppi sociali intermedi(ceti professionali e sindacato in primis), dei Giudici e degli operatori di giustizia.C'è del buono nella società
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 10/6/2011 alle 15:09
Lunedì Affari e Finanza de La Repubblica pubblicò una inchiesta sulla condizione disastrosa della giustizia civile, L'Espresso un articolo sul disservizio e gli sprechi del CSM, il cui presidente è il Presidente della Repubblica. Questione di risorse? No, l'Italia spende per la giustizia, seconda soltanto alla Germania. Quando Berlusconi, a Dio piacendo, si ritirerà, a chi daremo la colpa di tale improduttività della magistratura? Altro che i nostri demagogici referendum! (480 caratteri)
Scritto da ulderico monti il 10/6/2011 alle 15:15
@ Lele. A parte le ultime 5 righe di conclusioni in parte, penso, volutamente paradossali, condivido l'analisi, parziale ma concreta e istruttiva. La sintesi la dovrebbero fare le forze politiche e i magistrati stessi. Il mio augurio è che ce la facciano.
Scritto da Baroffio Loredana il 10/6/2011 alle 16:02
Sono una lettrice quotidiana e una autrice di rarissimi commenti. Ho notato l'ingresso efficace e intelligente di @Ulderico Monti circa un paio di mesi fa e di Andrea Bortoluzzi nelle settimane scorse. Molte altre persone (donne e uomini) le leggo con interesse già da parecchio tempo. Sono soddisfatta perchè la lettura del blog è sempre più stimolante.
Scritto da Rosangela M. il 10/6/2011 alle 16:24
Le risorse umane sono impiegate male.I Presidenti dei Tribunali(Giudici)debbono fare i dirigenti d'azienda(Managers),senza avere potere di fatto nella direzione del personale. Con conseguente spreco di risorse.Ma la Giustizia(come il Fisco) non può fare a meno di massicci investimenti.Per esempio nel settore della informatica.Conseguenza? L'equazione no risorse=giustizia privata.Si tende a privatizzare la Giustizia o gestirla in outsourcing.Come tanti altri settori della Amministrazione(Fisco)
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 10/6/2011 alle 17:57
L'interrogativo di @FrancescoG sugli iitaliani, se cioè sarebbero disposti a seguire le scelte più difficili che l'Europa richiede, è un interrogativo serio e basilare. Gli italiani disposti a seguire quella linea ci sarebbero, ma oggi non ci sono i leader capaci di indicare credibilmente questa strada.
Scritto da Giovanna G. il 10/6/2011 alle 22:49
Bravo Monti. Approvo e sottoscrivo.
Scritto da Prospero Carlo il 10/6/2011 alle 23:45
Condivido i primi due commenti di @Andrea Bortoluzzi ma non ho capito il terzo. Mi piacerebbe capire di più.
Scritto da Elisabetta C. il 11/6/2011 alle 00:04
@Andrea Bortoluzzi. Se fosse solo un fatto di organizzazione potrebbe bastare l'autoriforma della magistratura e il finanziamento del governo (oggo sicuramente insufficiente). Penso invece che servano misure più profonde sulle incompatibilità dei magistrati, sul consiglio superiore della magistratura, sulle carriere, sull'accelerazione dei processi. Una riforma che non mofichi la Costituzione ma che dia il senso di una cambiamento reale e sostanziale.
Scritto da Avvocato Varese il 11/6/2011 alle 09:53
@ Giovanna G. Credo anch'io, come lei, che ci siano gli italiani disposti a seguire scelte difficili. Con l'obiettivo di qualcosa di "stare meglio" qualche tempo dopo. Oppure far star meglio figli e nipoti. Gli italiani sanno di avere un potenziale inespresso nelloro paese. Enorme. E sì, qualche statista non ci farebbe male.... Anzi. Ho anche l'impressione, che qualcosa, come obiettivi e qualità delle proposte, si stia delineando. Che ne dice? Sono troppo ottimista?
Scritto da FrancescoG. il 13/6/2011 alle 10:47
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