Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/6/2011 alle 08:30

 

 
La grande novità delle elezioni amministrative non si è fermata al cambiamento politico voluto dai cittadini. La formazione delle Giunte ha messo in evidenza un’altra originalità: metà degli assessori a Milano (foto), Torino, Bologna, sono donne, quasi la metà a Napoli.
Aveva cominciato Matteo Renzi due anni fa a Firenze.
Il centrosinistra ha imboccato decisamente la “via paritaria”. Ciò che non hanno fatto gli elettori, con la conferma che donna non vota donna, lo hanno fatto i sindaci con le loro scelte. E’ un profondo cambiamento di stile e di mentalità che mi fa molto piacere.
L’opera dei sindaci, però, può essere solo un primo passo e mi spiego. Poiché le donne elette nei consigli comunali sono quasi dovunque pochissime c’è un contrasto stridente della presenza femminile nei Consigli e nelle Giunte. Una contraddizione che a lungo andare potrebbe creare un sacco di problemi nel corretto rapporto fra i due Organismi comunali.
Nei prossimi anni, un equilibrio fra rappresentanza politica (Consigli) e potere esecutivo deve essere trovato. Se i sindaci hanno praticato il principio delle “quote rosa” per le Giunte, non vedo perché non debba essere stabilito (magari con percentuali diverse) anche per le assemblee consiliari.
A meno che queste ultime non vengano ulteriormente svilite, ma sarebbe un grave vulnus democratico da evitare assolutamente.



 
Commenti dei lettori: 34 commenti -
Non avevo pensato al "contrasto" di cui parla. In effetti è strano, l'elettorato non vota le donne e i sindaci le danno gli incarichi più importanti. Misteri della poltica per me.
Scritto da Giacomina il 13/6/2011 alle 09:33
Bella foto ricordo. Spero che siano tutte brave per il bene di Milano e per dimostrare che le donne sono capaci. Sulle quote rosa sono disorientata e non so cosa dire.
Scritto da Giovanna G. il 13/6/2011 alle 11:10
@Giacomina. Ai sindaci rossi hanno detto: "fate subito qualcosa di sinistra". E i sindaci hanno ubbidito. Non faranno altro. Di sinistra, intendo.
Scritto da Filippo Valmaggia il 13/6/2011 alle 11:27
La presenza delle donne nei consigli comunali è assolutamente carente. In provincia di Varese è quasi nulla. A Varese nessuna donna sarà presente in consiglio salvo, obbligatoriamente, la candidata sindaco del centrosinistra. A Busto e Gallarate pochissime. Nelle giunte di queste città sarà la stessa cosa. Così non va bene.
Scritto da G.S. il 13/6/2011 alle 11:32
La differenza della presenza delle donne fra le città che tu citi e i comuni della nostra provincia è enorme. Non è tanto una questione di partiti, di destra o sinistra. E' l'atteggiamento complessivo di sottostima delle donne che da noi non va. Forse le quote rosa sono una soluazione
Scritto da Vittorio (Luino) il 13/6/2011 alle 12:01
a gallarate le donne sono poche ma c'è cinzia colombo che vale per dieci per attivismo e competenza (chi ha letto i giornali degli ultimi due anni sa cosa dico... da piazza risorgimento in avanti)
Scritto da Davide il 13/6/2011 alle 13:02
forse è la mancata interazione tra esperienza femminile e cultura codificata il problema. L'esperienza femminile resta esclusa dalla sintesi sociale. Senza un linguaggio autonomo le donne saranno terra di conquista del potere per cui prima erano femmine ed ora la parte migliore della società
Scritto da mirina il 13/6/2011 alle 13:31
...tranne la candidata sindaco del centro sinistra a Varese che rischia di essere messa in ombra per non meglio precisate alchimie partitiche. Mia moglie è stupefatta soprattutto dopo avere tentato di tradurre in italiano le motivazioni della possibile declassazione riportate dai quotidiani locali.Per Gabriella(e per me) non cè spiegazione che tenga:è (in)comprensibile come una coalizione chieda di votare un sindaco anche perchè donna e in quattro e quattr'otto la releghi nelle retrovie
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 13/6/2011 alle 13:48
Il problema è molto complicato. E' giusto che se ne parli e non solo nei blog. Per me, che ero contaria alle quote rosa, ciò che è successo nelle elezioni amministrative mi sta convincendo che è una strada possibile e forse necessaria.
Scritto da Elisa il 13/6/2011 alle 14:04
D'accordo, però in Regione è la stessa cosa. Come lo spiega? Lei era il presidente che ha elaborato e fatto approvare lo Statuto, non è vero?
Scritto da Donna Pdl il 13/6/2011 alle 14:08
Se tutte queste donne nelle giunte sono così brave perchè non si sono messe nelle liste per farsi eleggere dai cittadin normali?
Scritto da Giovanni Costa il 13/6/2011 alle 14:40
"Una contraddizione che a lungo andare potrebbe creare un sacco di problemi nel corretto rapporto fra i due Organismi comunali". Scusa Giuseppe, ma non capisco proprio il perché... Forse non ho capito proprio quale messaggio ci stai mandando. Grazie per un'ulteriore spiega.
Scritto da Laura S. il 13/6/2011 alle 15:07
Anziché scrivere in generale di donne, mi soffermerei, in particolare su una donna. Lo spunto me lo fornisce @Andrea Bortoluzzi. Così scrisse Luisa Oprandi nel post "Triplo salto mortale" (27.07.2010): “So solo una cosa Giuseppe: personalmente ho scelto di fare politica pochi anni fa (dopo una breve parentesi giovanile e fino a Tangentopoli) quando il progetto ‘democratico’ mi ha affascinata con la spinta della sua apertura, della voglia di modificare quel che c'era prima. Faccio politica con passione e lavoro negli ambiti istituzionali in cui sono inserita dando il mio contributo di idee, di proposte, di azioni. Credo nel valore dell'essere se stessi e del dire chi si è alle persone che ci votano (soprattutto quando sono obbligati da liste bloccate e non possono scegliere). E' un dovere non nascondersi, palesare i propri valori. A me viene naturale raccontare il mio pensiero in lettere al giornale. Lo ritengo un modo di essere partecipi, come cittadini, alla vita del territorio. Eppure proprio nel mio partito "democratico" questa cosa non è accettata e la dignità di donna e di persona libera è soffocata da giudizi che, per questa autonomia di espressione sono spesso pesanti e ingrati. Sono ‘cretina’ e ‘non capisco niente’, mi prendo troppe libertà. A 50 anni ho imparato a fare spallucce. Forse il limite del centrosinistra è in una reale volontà di non cambiare, di non scardinare l'esistente. Io ci ho creduto al progetto PD e continuerò a starci, forse ancora più isolata, forse voce fuori dal coro, ma con la dignità del sentirmi libera. Non anarchica, ma libera”. Non ho dimenticato questo bel commento di Luisa Oprandi. Non ha avuto paura di mostrarsi come un libro aperto. Anche i varesini lo hanno capito. Purtroppo, come dice Luisa Oprandi, c’è sempre dietro l’angolo (anche in questo blog?) qualche ometto e qualche donnetta che considerano cretine le donne sincere e senza padroni. Mi spiace e non riesco a capire perché Luisa Oprandi non faccia la capogruppo in comune. P.S. per Adamoli. Mi scusi, poi Le rispondo anche nel post precedente. Ero via e sto leggendo solo ora il blog.
Scritto da Mafalda il 13/6/2011 alle 15:41
@Andrea Bortoluzzi e @Mafalda - Non voglio "scantonare" il problema serio e delicato che avete posto. Dal mio punto di vista il candidato o la candidata sindaco della coalizione non vicente ha il diritto-dovere di assumere la leadership dell'opposizione. Questo sempre in ogni città. A Varese, a maggior ragione, visto il buonissimo risultato conseguito. I consiglieri discutano pure sulla formazione dei gruppi politici (se la coalizione è ampia di solito ce ne sono più di uno) e sui ruoli specifici, ma la direzione politica, piena, riconosciuta e visibile dell'opposizione, appartiene alla figura di vertice dello schieramento elettorale. Questo vuole la logica della Politica al di là di vere o presunte alchimie dei partiti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/6/2011 alle 15:44
@Donna Pdl - Ti ringrazio per questa domanda. L'art. 11 dello Statuto d'Autonomia della Lombardia è intitolato "Uguaglianza fra uomini e donne. Pari opportunità" e prevede il "riequilibrio tra entambi i generi negli organi di governo della Regione". Per attuare pienamente questo indirizzo sono necessarie alcune leggi ordinarie fra cui quella elettorale. Sai perchè nella passata legislatura dopo lo Statuto e il Regolamento non abbiamo concluso con la legge elettorale? Soprattutto per tre ragioni. Il limite di mandato per il Presidente (Formigoni), l'eliminazione del listino (Nicole Minetti e altri), le "quote rosa" nelle liste elettorali. Tira tu le conclusioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/6/2011 alle 15:49
Cara Laura, è giusta la tua richiesta di ulteriore spiegazione. Il mio messaggio vuole essere semplice. Ad una (benvenuta) presenza massiccia delle donne nelle giunte deve corrispondere una presenza femminile signifcativa, se non altrettanto consistente, nei consigli dove risiede la rappresentanza politica. Lo squilibrio fra potere esecutivo e potere consiliare non può essere accettato come un fatto ordinario. La mia idea è di correggere la legge elettorale fin dalle prossime elezioni amministrative prevedendo qualche meccanismo per faciltare la presenza femminile. Per gli enti locali questo compito è di competenza del Parlamento e non della Regione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 13/6/2011 alle 15:55
Secondo me il tuo discorso è chiarissimo. Io non lo approvo ma è trasparente.
Scritto da Rodolfo il 13/6/2011 alle 16:29
Vado controcorrente. I sindaci hanno esagerato con le donne. Quelle che vogliono entrare nelle Giunte, almeno in parte, dovrebbero misurarsi con gli elettori.
Scritto da Brielli Giuseppe il 13/6/2011 alle 17:51
E’ ovvio che sono completamente d’accordo con la massiccia presenza di donne in giunte e se possibile d’ora in poi pure in consigli. Comunali, provinciali, regionali e su, fino ai due rami del Parlamento, fino al Governo, dove finalmente – e mi spingo oltre – sarebbe ora di un presidente del consiglio donna. Però ancora non capisco il discorso sullo “squilibrio”: se è sempre e solo legato alla presenza/rappresentanza, sono d’accordissimo. Per il resto, se nel frattempo cominciamo dalle giunte e lavoriamo per incrementare il novero di donne in consiglio, non vedo che ci sia un reale “squilibrio”. Potenzialmente potrebbe esserci una giunta tutta in rosa e un consiglio quasi completamente maschile. Perché no? E’ ovvio che sarebbe il risultato di una democrazia schizofrenica che non riesce a ragionare senza metterci di mezzo il discrimine del “genere”, ma altri sbilanciamenti non ne vedrei. Invece, il problema di come garantire questa rappresentanza è davvero complicato: per legge? Orribile. Mettendo in lista chiunque basta che risulti donna? Inutile. Conto sulle giovani generazioni dove ragazze e ragazzi, egualmente, si spendono in politica e hanno tutte le possibilità per arrivare. Solo allora, tra qualche tempo, grazie a loro, ci saranno veri equilibri dentro le nostre amministrazioni.
Scritto da Laura S. il 13/6/2011 alle 18:03
Sono d’accordo su quanto dici e, anche, sulle perplessità che esponi, ma non riesco a capacitarmi del fatto che le donne non votino le donne. A Varese, però, Luisa Oprandi i voti li ha presi. Per quale dissennata alchimia vetero partitica non dovrebbe essere Capogruppo dell’opposizione?
Scritto da Angelo Eberli il 13/6/2011 alle 18:46
Caro Adamoli, a Varese gli ex ds devono piazzare Mirabelli. Stanno perdendo consensi ovunque e a Varese, per il buon Marantelli, è troppo importante avere quel posto. Molinari si è alleato con Marantelli perchè se passasse Oprandi come capogruppo rischierebbe il posto. Ecco questa è la vera situazione nel pd di Varese. Evidentemente per molti il grande risultato ottenuto da una donna come Luisa Oprandi non conta nulla, contano invece le vecchie logiche che porteranno il pd a sconfitte sicure.
Scritto da una rottamatrice il 13/6/2011 alle 21:15
A Varese si è ottenuto un buon risultato anche per merito del partito che ha deciso le alleanze, le candidature, che ha organizzato la campagna elettorale. Nessuno nega l'apporto fondamentale della candidata ma bisogna vedere tutto l'insieme delle cose.
Scritto da Luca il 13/6/2011 alle 23:22
Vorrei tornare al post che non riguardava Varese ma la formazione delle Giunte con un alto numero di donne. Vedo un rischio: che si sentano staff del sindaco che le ha nominate piuttosto che responsabili di fronte alla città intera. Questo fatto potrebbe nuocere all'amministrazione e creare un cortocircuito con i gruppi politici presenti nel consiglio. Dico a @Laura S. che leggo con attenzione che questo rischio è reale e va tenuto sotto controllo.
Scritto da Roseto senza rose il 13/6/2011 alle 23:41
Accadrà un giorno che si faticherà a tutelare la quota "celeste", ovvero maschile. Sono convinto della superiorità della donna rispetto a noi poveri maschi: le trovo generalmente più attraenti! Ma fissare che negli organismi debba essere presente una quota del 50% di uno dei due sessi, mi pare (è) dogmatismo ideologico.
Scritto da ulderico monti il 14/6/2011 alle 06:38
Saluto @Laura S. ;-) e rispondo a @Roseto senza rose ove paventa il rischio che le donne individuate da Pisapia per ricoprire incarichi assessorili diventino unicamente il mero staff del sindaco. Io credo di no. Non mi immagino la Castellano (direttrice di diverse carceri italiane) assumere un ruolo di inferiorità rispetto al sindaco/uomo Pisapia. E nemmeno la Guida, che ha raccolto le redini di un altro uomo, don Colmegna, nella gestione della Casa della Carità di Milano. E nemmeno la Benelli, che fa politica da una vita, è stata anche consigliere regionale e Presidente della Casa della Cultura. Io sono incuriosita dalla Bisconti. Prima che sulla materia “Sport”, vorrei vederla all’opera sul concetto di politiche temporali e benessere organizzativo (e di vita …), anche se il Comune ha competenze limitate. Piuttosto, si parla dell’ingresso nello staff del sindaco del banchiere Modiano, marito (secondo marito) della Pollastrini. Ecco, sono questi gli staff che mi inquietano un po’ ... Per non parlare di Profumo ... Veniamo agli uomini della Giunta. Sono contenta dell’apertura alare dimostrata da Pisapia nel nominare Tabacci. Preferirei però che quest’ultimo – se proprio non riesce a rinunciare al doppio incarico – quantomeno rinunciasse alla doppia indennità, sacrificando quella parlamentare, la più corposa, per devolverla in opere utili. Di questa gli rimarrebbero, comunque, i benefici previdenziali. Che bastano ed avanzano, per un uomo della sua età e con un importante e ben monetizzato curriculum politico. Tutto qui. Le dimissioni di Penati dalla carica di consigliere provinciale, dimissioni date proprio in questi giorni, fanno solo sorridere. Ormai è già un anno che è Vice Presidente del Consiglio Regionale, un ruolo certamente non da poco.
Scritto da Mafalda il 14/6/2011 alle 10:27
Amo le diversità, quindi auspico sempre più presenze femminili ma allo stesso tempo mi dorrei per loro: poco potrebbero fare in questo sistema bloccato.
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/6/2011 alle 10:36
@Laura S. - Colgo il cuore del tuo ragionamento. Ecco, bisogna evitare una democrazia schizofrenica. Sono totalmente d'accordo. Qualche misura legislativa, al riguardo, potrebbe essere utile come nei Paesi europei nordici alcuni decenni fa. Si può fare senza ricorrere al dogmatismo ideologico a cui si riferisce @Ulderico Monti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 14/6/2011 alle 10:54
Ostentato il reiterato femminismo di valmaggia. Commovente. Le donne, deluse o compiaciute? Occhio agli autogoal, valmaggia!
Scritto da Frank Slade il 14/6/2011 alle 11:34
Però @Mafalda cara, @Roseto senza rose mi ha fatta trasalire: sì, accidenti, un po' di senso di inferiorità connaturato, ancestrale ce l'abbiamo. Poi mi ha risollevata leggere il tuo commento: ma ti immagini queste fior di donne abituate a dirigere istituzioni toste, farsi dire ciò che debbono fare da un singolo uomo che per altro ne avrà abbastanza per sè? Staremo a vedere. In attesa che la democrazia schizofrenica a sud delle Alpi diventi normale.
Scritto da Laura S. il 14/6/2011 alle 12:23
@Al Pacino, in arte Frank Slade. La mia voleva essere una stoccata a Vendola e ai suoi simili ma non pretendo che lei, Slade, abbia compreso. Troppo difficile.
Scritto da Filippo Valmaggia il 14/6/2011 alle 12:23
Cara @Laura S., devi sapere che @Roseto senza rose è uno dei blogger più acuti. Pensa che quando è arrivato su questo blog ha raccontato l'origine del suo nickname: sua nonna diceva che il proprio roseto era sempre senza rose ... Il suo nickname è, quindi, il tributo ad una donna, in questo caso ad una nonna. Bello, non trovi? @Frank Slade. Io delusa, ovviamente ;-) Se serve, però, a diversificare il pensiero della destra sul ruolo della donna nella politica e nella società, ben venga anche il pensiero di @Filippo Valmaggia. D’altro canto, non possono mica pensarla tutti come il mio amico parà (istruttore di centinaia e centinaia di parà) che pensa che gli “uomini femministi” siano una iattura, peggio di quelli che, nel dilettarsi di poesia, si crogiolano e si avvitano su se stessi. Altro che Fernando Pessoa ... Ma il mio amico parà è un uomo di destra e sappiamo tutti qual è il pensiero di una certa area politico-culturale. Che sia la stessa del colonnello @Frank Slade? ;-) Altra personalità è, invece, quella di Nichi Vendola, verso il quale nutro rispetto e tenerezza. E non capisco come mai venga citato.
Scritto da Mafalda il 14/6/2011 alle 18:30
Vendola è un omosessuale e asserisce di amare la diversità. Non è così. Io, in quanto eterosessuale, amo la diversità, amo ciò che è diverso da me: amo la donna; e la donna eterosessuale ama ciò che è diverso da sé: ama l’uomo. Nei giorni scorsi è sfilato l’ennesimo carrozzone dell’”orgoglio gay”, dipinto dagli organizzatori come un inno alle diversità. Ma, sebbene travestiti, gli omosessuali sono tutti uguali e vogliono stare fra uguali: uomini con uomini e donne con donne. Anche negli ambienti militari si respira aria di omosessualità recondita, lo dica Mafalda al suo amico istruttore. E gli ricordi clamorosi precedenti storici quali il Battaglione Sacro di Tebe, composto da 150 coppie di omosessuali, sconfitto da Filippo e Alessandro (uno che usava la “spada” sia con gli uomini che con le donne … ); e le SA, Sturmabteilungen di Erst Roem, sconfitte, una volta diventate troppo ingombranti, da un Asceta.
Scritto da Filippo Valmaggia il 15/6/2011 alle 09:43
@Filippo Valmaggia, mi pare di capire che il tuo commento delle 9.43 di questa mattina sia indirizzato a me. Così come quelli che, in questi giorni, hai disseminato in tema di "contestazioni dell'anonimato". O forse mi sbaglio. Filippo, avrai sicuramente letto "La casa degli spiriti" dell'Allende. Ebbene, queste tue modalità di comunicazione mi ricordano Clara del Valle che, tremendamente arrabbiata con il marito Esteban Trueba, decide di non rivolgergli più la parola per il resto dei giorni e di comunicare con lui attraverso altre persone. Non starà succedendo questo? :-( Dovrò prendere atto che sono finiti i tempi dell'"ammirazione", delle "mafalde rare e preziose" e degli scambi solidi ed arricchenti? Mah ... Mi preme, infine, dirti che la tua battaglia contro l'anonimato, così come viene fatta, non la comprendo. C'è forse qualcosa che mi sta sfuggendo? :-)
Scritto da Mafalda il 15/6/2011 alle 14:19
Mafalda scrive: "C'è forse qualcosa che mi sta sfuggendo? :-)" Sì, di avere la coda di paglia. ;-)))
Scritto da Filippo Valmaggia il 17/6/2011 alle 09:14
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