Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/6/2011 alle 08:41

 

Ho scelto questo titolo apposta. Da ragazzo mi impressionava la sua accezione negativa in molta gente comune. E in seguito non ho mai compreso la posizione arcigna e chiusa della Chiesa cattolica verso le persone divorziate. La negazione della comunione non è che una singola manifestazione.
Abbracciare una religione implica un atto di fede e l’accettazione delle regole conseguenti. Ma non è di questo che sto parlando, non mi permetterei. Sto parlando delle implicazioni sociali e del dolore causato ad un numero crescente di famiglie cattoliche che hanno conosciuto questa condizione.
Ora qualcosa sta forse lentamente cambiando. Don Paolo Gentili, non uno qualsiasi ma il direttore dell’ufficio Cei per la famiglia, a conclusione di un grande convegno nazionale, ha dichiarato che “la situazione è irregolare, non le persone”; ...“se finora li abbiamo visti come un problema, separati e divorziati sono risorse preziose, alcuni aiutano i fidanzati nella preparazione del matrimonio dando loro maggiore consapevolezza”.
Sembrerebbero cose del tutto ovvie in una società come la nostra. Invece non lo sono affatto. Io dico purtroppo, ma probabilmente sono uno “scettico”. La chiesa millenaria è prudentissima al riguardo. Eppur si muove. Mi fa molto piacere.
 

 
Commenti dei lettori: 27 commenti -
Sposati nel 63. Due giovani provenienti da famiglie con problemi. Nel 64 abbiamo fondato la LID, lega italiana per il divorzio. Prima la legge, poi il referendum nel 74, e finalmente per volontà popolare il divorzio. Su quanti altri argomenti la chiesa, ancora dovrebbe riflettere, per dare AMORE a tante singole persone?
Scritto da ulivista ad oltranza il 28/6/2011 alle 09:15
La Chiesa si sta muovendo troppo lentamente. Una volta la società era quasi immobile, oggi non più. Per contribuire ad una crescita ordinata è necessario che la Gerarchia stia al passo con i tempi.
Scritto da Cattolico adulto il 28/6/2011 alle 09:45
Non mettiamoci a discutere anche i precetti della Chiesa. Con il disordine che c'è, va bene che si continui così.
Scritto da Gaetano Migliorini il 28/6/2011 alle 09:58
Caro Adamoli, lei è un estremista positivista: alla luce dei fatti dico che la chiesa non è prudente, è giurassica.
Scritto da signoraoscura il 28/6/2011 alle 10:13
Conosco persone divorziate che hanno sofferto moltissimo per l'ostracismo della chiesa ma devo dire che molto dipende dalle singole parrocchie. Ci sono dei parroci che li trattano esattamente alla pari degli altri credenti.
Scritto da Caravati Piero il 28/6/2011 alle 10:25
Caro @Ulivista ad oltranza, nel 1974 avevi ragione. Pur giovane, avevo contestato Amintore Fanfani che, da segretario della Dc, aveva guidato lo schieramento anti-divorzio con toni da crociata. Anche oggi riterrei più opportuno che la Chiesa facesse prevalere la "carità cristiana" sull'intransigenza dottrinaria.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/6/2011 alle 10:47
Discussione inutile. Chi appartiene alla Chiesa deve accettarne le regole. Altrimenti se ne stia fuori. So che sono dura, però sono chiara.
Scritto da Rosa R. il 28/6/2011 alle 10:53
Sono d'accordo con @Signora oscura. Essere prudenti è un conto, restare fuori dalla storia è un'altra cosa. Dire che la gerarchia è arretrata è dire poco.
Scritto da Luciana S. il 28/6/2011 alle 12:00
Anche il Vangelo è chiaro ma problenatico:" Chi ripudia la propria moglie, se non per impudicizia, e sposa un'altra donna commette adulterio ... Gli dissero i discepoli. Se tale è la condizione ... conviene non sposarsi. Egli disse loro: Non tutti capiscono questo insegnamento; lo accolgono soltanto quelli ai quali Dio dà la capacità di farlo. Chi può capire, cerchi di capire" Matteo, XIX, 9-12. L'importante è credere che Gesù vuol bene a tutti, non respinge nessuno. Camillo Massimo Fiori
Scritto da Casmillo Massimo Fiori il 28/6/2011 alle 12:29
Il problema di fronte al quale si trova la Chiesa è molto difficile. Se non diventa più flessibile rischia di perdere tanti fedeli, ma sui sacramenti non si può nemmeno scherzare. Se si tradisce quello del matrimonio religioso, perchè si dovrebbe consentire quello della comunione? Un bel dubbio. L'importante è che se ne parli. La Chiesa è gerarchica ma la discussione deve essere ammessa.
Scritto da Cittadina cattolica il 28/6/2011 alle 14:20
Post condivisibile, critico ma rispettoso. E' un modo positivo di ragionare in mertito ad argomenti delicatissimi anche sul web. Porre il problema senza la pretesa di facili soluzioni è giusto ed equlibrato.
Scritto da Ernesto Losa il 28/6/2011 alle 14:38
Si parla tanto di Chiesa ma alla fine è l'essere Comunità ad essere Chiesa. Allora preferisco rifugiarmi nella Carita Cristiana. Pensare prima all'ultimo degli ultimi e molto spesso nella nostra società italiana sono i divorziati. Buona riflessione Giuseppe
Scritto da Francesco Calò il 28/6/2011 alle 15:13
La Chiesa è fatta da uomini e tante volte bisogna far toccare con la mano il problema. Io sono divorziata da 16 anni. Sono risposata con rito civile e ho tre figli. I primi anni ero ferita e rancorosa perchè sapevo di non meritare l'ostracismo e mi ero un po' allontanata dalla Chiesa. Atteggiamento emotivo e un po' infantile per dire 'se non mi volete ... non mi meritate'. Oggi partecipo e sono ben accolta in Parrocchia per attività di Chiesa o in Oratorio senza dovere chiedere permesso.......
Scritto da Nicoletta il 28/6/2011 alle 15:57
2.Conosco e osservo con scrupolo le disposizioni del Vaticano: non faccio la catechista, non leggo le Letture, non faccio la testimone di nozze nè la madrina. Il peso maggiore resta sempre il divieto della comunione. E pesa molto più del non poter sposare mio "marito". Quindi ho deciso di dover fare qualcosa. Quest'anno i miei due figli gemelli hanno fatto la Cresima. E io mi sono messa in fila per ultima dopo tutti i comunicandi e mi sono presentata davanti al Vescovo. ....
Scritto da Nicoletta il 28/6/2011 alle 15:59
Io "Eccellenza, io sono divorziata." Il vescovo un po' stupito, un po' imbarazzato e ritirando la particola " Ma... signora ... io non posso" Io: " Eccellenza, non si preoccupi, io non la chiedo. Chiedo solo la sua benedizione. " Il Vescovo mi ha benedetto, poi mi ha messo una mano sulla spalla e mi ha detto "Auguri, signora". Lo rifarò, e mi piacerebbe che a farsi avanti fossero anche tante altre/i che si sentono di farlo. Cordialmente Nicoletta
Scritto da Nicoletta il 28/6/2011 alle 15:59
"L'importante è credere che Gesù vuol bene a tutti, non respinge nessuno" scrive molto bene @Camillo Massimo Fiori. E rileggo il profondo e commuovente triplice intervento di @Nicoletta.
Scritto da Un idealista deluso il 28/6/2011 alle 17:43
@Francesco Calò ha toccato un tasto importante. Le persone divorziate, forse soprattutto le donne, dicono le statistiche, sono in condizioni economiche e sociali difficili per motivi facilmente comprensibili. Perchè mai aggiungere a questo stato di cose anche la sofferenza di cui parla @Nicoletta? Lei è una donna di fede che ammiro e quasi invidio. Non ho questa fortuna, non mi inginocchierò davanti al vescovo come ha fatto lei, vorrei semplicemente essere guardata con maggiore comprensione, o almeno con minore diffidenza, nella mia parrocchia
Scritto da M. S. il 28/6/2011 alle 17:46
Tema spinoso trattato con garbo e finezza. Mi hanno colpito in particolare gli interventi di @Nicoletta e di @M.S. Di @Nicoletta sottolineo il coraggio e il conforto che ha ricevuto dalla fede. Di @M.S. rimarco il senso di solitudine e di ingiustizia che ha sentito e sente. Dico che tutto questo non è caritatevole ma crudele.
Scritto da Roseto senza rose il 28/6/2011 alle 18:42
@Camillo Massimo Fiori mi piace sempre. Quando scrive è chiaro ed esprime sempre un'opinione. Questa volta se la cava con un paio di citazioni, fatte da par suo, ma che mi lasciano insoddisfatto. Lo invito però ad essere presente sul blog più spesso. Il suo contributo è importante.
Scritto da Lorenzo il 28/6/2011 alle 18:50
Dalla Prima Lettera ai Corinzi di san Paolo (cap. 13): Se anche parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho l'amore, sono un bronzo sonante o un cembalo squillante. (...). Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e l'amore; ma la più grande di esse è l'amore.
Scritto da ulderico monti il 28/6/2011 alle 19:21
Purtroppo l’intervento di @Nicoletta è sintomatico dell’assurdità del rigore della Chiesa (non di Dio) verso regole che oggi sono ampiamente superate. Mi immagino che si sia sposata giovanissima e magari sia rimasta sposata pochissimo (se non è così, lo è in molti altri casi). Essendo ancora giovanissima, si è risposata e ha fatto la sua vera famiglia: un marito amato e tre figli. Sono felici e sono una famiglia cattolica. Però no! La Chiesa, con le sue regole fatte da uomini, non le permette di andare oltre una certa soglia. Venga pure a darsi da fare in parrocchia, ma non pensi di accogliere ciò che per noi rappresenta il corpo di Cristo. Quello stesso Cristo che non rifiuterebbe mai – e lo dico pensando a quello che mi è stato insegnato da sempre sulla sua figura – una donna o un uomo perché per pochi mesi sono stati legati ufficialmente a un’altra persona che ha contato poco o niente nella loro vita e non hanno accettato per questo di rimanere da soli per sempre. E’ assurdo pure solo a scriverlo. Tuttavia, la Chiesa degli uomini offre a Nicoletta e a quelli come lei, un escamotage: vadano lei e l’ex davanti alla Sacra Rota, ora costa poco: con mille euro in 12 mesi possono tornare a fare la comunione e tutto il corollario di regole, stabilite da uomini – e mi ripeto apposta -, che oggi sono loro impedite. Non lo capirò mai.
Scritto da Laura S. il 28/6/2011 alle 19:25
Bravo @Ulderico Monti. L'amore è il bene più grande. Lo puoi trovare in te stessa per un uomo, lo puoi ricevere da un'altra persona. L'amore, non il matrimonio, è la risorsa del mondo. Se le cose stanno insieme, evviva. Altrimenti, perchè io, cattolica praticante, dovrei rinunciare ai sacramenti? @Laura S. scrive in modo forse spigoloso ma ha ragione.
Scritto da Maria T. il 28/6/2011 alle 20:42
Questa è la dimostrazione che anche sui blog, ben impostati e guidati, si possono fare discussioni delicate restando su un piano di qualità. Nel merito non mi sento di entrare, sono troppo giovane ma ho letto tutti i commenti con interesse.
Scritto da Andrea A. il 28/6/2011 alle 21:08
Non sono un credente praticante. Sono rimasto affascinato da @Nicoletta ma ho condiviso la requisitoria di @Laura S. Una cosa è sicura: il mondo cattolico, malgrado tutto, ha ancora una bella vitalità
Scritto da Pietro (di sinistra) il 28/6/2011 alle 22:17
A proposito di mondo cattolico, cosa ne pensi del nuovo arcivescovo di Milano? Mi pare molto diverso da Tettamanzi e Martini. Sarebbe cresciuto alla scuola di Don Giussani.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 28/6/2011 alle 22:19
Mi ha anticipato @Pietro (di sinistra). Anche a me interessa il suo parere. Quello del Senatore Rossi, per esempio, mi è noto perchè questi sul argomento ha scritto un post duro e chiaro qualche tempo fa. Lei mi pare meno irruente (ma apprezzo l' onestà del nostro parlamentare). Il mio parere di cattolica non praticante di sinistra conta poco ma un Arcivescovo ciellino nella Diocesi da sempre più progressista e aperta al mondo qualcosa vorrà pur dire sulle scelte di questo Papa restauratore.
Scritto da E.F. il 29/6/2011 alle 08:38
Ringrazio le lettrici e i lettori che sono intervenuti per la serietà dei commenti. Non cito nessuno in particolare per non fare torto a tutti gli altri. Aggiungo solo che sono stato colpito anch'io dalla toccante testimonianza di @Nicoletta. Sono problemi difficili da trattare, come è stato segnalato nella discussione, perchè rischiano di scatenare polemiche astiose che moltiplicano i commenti ma che dequalificano il blog. Vi sono grato che questo non sia affatto successo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/6/2011 alle 10:34
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