Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/7/2011 alle 11:44

 

 
Ho scritto tante volte sulle primarie del Pd e del centrosinistra. Dopo le amministrative mi conviene ricapitolare.
Intanto sembra che abbiano fatto breccia perfino nello schieramento avversario che le aveva derise. Il premier ha promesso di usarle per le sue candidature nel Pdl e poi di istituirle per legge. Non ci credo e dunque è meglio non perderci troppo tempo e tirare avanti per la nostra strada.
Le primarie non sono la terapia per tutti i mali, ovviamente. Ma sono uno strumento utilissimo, a volte irrinunciabile. Devono però essere regolamentate e gestite meglio. Il vergognoso esempio di Napoli, dove sono state annullate per brogli, non deve mai più ripetersi.
Nessuno può discutere il successo che hanno ottenuto prima a Firenze e in Puglia e quest’anno a Torino, Bologna, Milano e in altre città. Alcuni chiarimenti sarebbero però necessari. Ne cito qualcuno:
- le primarie dovrebbero essere, in via ordinaria, di coalizione. Abbandonata la linea della “vocazione maggioritaria”, il Pd non ha un’altra strada davanti a sé.
- in linea di principio andrebbero decise con le primarie le candidature per sindaci, presidenti di regione e di provincia, parlamentari (se resta questo sistema elettorale), segretario del Pd. Per i sindaci la discrezionalità dei dirigenti locali è necessaria soprattutto nelle realtà medio-piccole.
- sul leader nazionale, il cui nome si scrive sulla scheda elettorale, o c’è un accordo generale, oppure le primarie diventano inevitabili.
Quest’ultimo punto è il più delicato. Richiede che si determini per tempo il perimetro delle alleanze. Ci saranno Vendola e Di Pietro? Probabile. Ci sarà anche Casini? Accetterà le primarie? Difficilissimo.
Questi sono i nodi da sciogliere che spettano alla direzione nazionale. Per quanto riguarda, invece, il candidato del Pd alle eventuali primarie, la linea è già chiarissima. A meno di una sua rinuncia sarà Pierluigi Bersani a gareggiare per noi.
Se con il nostro segretario avessimo paura di perdere, significherebbe che meritiamo di perdere.
 


 
Commenti dei lettori: 36 commenti -
Le primarie del pdl sono una bufala. Le nostre pensiamole bene per non fare figuracce.
Scritto da Iscritto Varese il 1/7/2011 alle 12:16
OK, ma le regole devono essere rigide e per tutti. Diversamente, i furbi e i paurosi non faranno mai le primarie.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 1/7/2011 alle 12:24
Caro Giuseppe, condivido abbastanza il tuo pensiero sulle primarie. Non facciamone un totem, ma neanche un tabù. Ti pongo però una serie di domande e riflessioni. Primarie di coalizione non esistono in nessun paese che ha adottato il sistema delle primarie. Anche perché le primarie sono proprie di paesi maggioritari o tendenzialmente maggioritari e bipolari. Negli Stati Uniti esistono per legge e sono solo di partito. I socialisti francesi che si avviano a scegliere chi sarà a sfidare Sarkosì se le fanno solo tra loro. Questo per citare solo due esempi. Dunque che si fa? Secondo problema. La giustificazione delle primarie passa da un sistema che abolisce la preferenza. E se ritorna la preferenza? Terzo problema. Con le primarie certamente i partiti fanno un passo indietro e rinunciano ad una loro importante prerogativa. Possibile e anche questo non è un tabù. Dunque i militanti contano solo per organizzare le primarie? Sono solo le braccia da manovalanza? Sono quelli che forniscono, ad esempio, attraverso il lavoro alle feste i soldi per organizzarle? Cosa diciamo ai nostri poveri militanti? Problema ulteriore e politico di cui abbiamo discusso spesso. L’idea di coalizione è compatibile con le primarie quando uno o più soggetti sono contrari? Se si vuole allargare le alleanze si pagano dei prezzi politici e le mediazioni sono necessarie, ma con le primarie? Non ci sono mediazioni. Nelle primarie prevale chi è più organizzato ( i gruppi più ideologici ) o chi è più popolare, ma chi è più popolare non necessariamente è il più preparato e meritevole, è solo quello più emozionante e/o telegenico. Ultimo riflessione. Esiste in Italia una cultura delle primarie? Negli USA se le danno di santa ragione, ma il giorno dopo sono tutti insieme contro l’avversario. E il programma è di chi ha vinto, mica dei perdenti. Qui stiamo ancora a raccontarcela su quello che è accaduto all’ultimo congresso, dunque? Che si fa?
Scritto da roberto molinari il 1/7/2011 alle 13:37
Il Pd ha fortemente voluto le primarie. Si dice che le abbia inventate Veltroni, in realtà preesistevano a Veltroni. Quelle di Prodi erano primarie. Col risultato già scontato ma pur sempre primarie. Sono previste nello Statuto del Partito eppure si fa una gran fatica e realizzarle. Il problema è di regole ma innanzitutto di volontà politica.
Scritto da Iscritto Varese il 1/7/2011 alle 15:18
Le primarie esigono che i partiti cambino rispetto alla tradizione. Non credo che Pdl e Lega le faranno mai, ma il Pd è pronto a questo cambiamento?
Scritto da Brielli Giuseppe il 1/7/2011 alle 15:23
Votai Bersani, ma sulla gestione delle primarie ho riserve. D'Alema affermò che, spiegando i nostri procedimenti ad un esponente del partito democratico USA, questi esclamò "Ma siete matti?". Primarie di coalizione: sono contrario; il maggior partito di una coalizione esprima il candidato premier con proprie primarie regolate da norme severe di selezione dei partecipanti al voto.
Scritto da ulderico monti il 1/7/2011 alle 15:24
Condivido tutto. Avanti con determinaziione.Ormai ci da ragione anche il Pdl che però con Berlusconi non farà mai una consultazione aperta.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 1/7/2011 alle 15:34
Certamente non possiamo paragonare un deteriorato Di Pietro a Vendola. Se ci dovessero essere domani le primarie, non avrei dubbi a scegliere Vendola. Neanche un dubbio. La mia sarebbe una scelta dettata dal cristianesimo radicale (non ho scritto cattolicesimo bensì cristianesimo). Mi piace Vendola e la sua visione evangelica - e, di conseguenza, egualitaria - della vita. Però, però, c’è un però. La mia adesione alla “narrazione vendoliana” non mi impedisce di rimanere con i piedi per terra. La conosco la politica. Seppur protesa al bene di tutti, è fatta di patti, interessi e sostanza concreta. Ed è poco egualitaria. Molto cattolica, poco cristiana. In questo caso, la mia valida alternativa al “modello vendoliano” trovo sia rappresentata dal “modello pragmatico” (per certi aspetti, clientelare) di una certa politica tradizionale. E qui ci vedo bene il cattolico Casini (o chi per lui, anche Cordero di Montezemolo è cattolico ... e piace a Bertone). Come ho sempre scritto in questo blog: o il puro Vendola o, tappandomi una narice (almeno una), il pragmatico Casini. In mezzo, per il momento, non vedo nulla. Lei vede Bersani? P.S.: Mi sta venendo il dubbio di non aver postato il mio primo commento nel post su Scola ma in questo post. Se è così, mi scuso, in quanto il mio commento risulterà un pot-pourri fuori tema.
Scritto da Mafalda il 1/7/2011 alle 15:51
I partiti, i militanti ok, ma il mondo è girato tanto su se stesso ed è cambiato. Molinari ci fa una disquisizione dotta sulle primarie poi lui ed i suoi a Varese difronte al risultato straordinario di Luisa Oprandi cosa fa? Propone Mirabelli capogruppo del pd in Comune dimostrando che non si è in grado di intercettare invece l' opinione chiara della gente. A questo livello e con questi presupposti disquisire di primarie conta poco. E' la politica che deve cambiare, non solo i suoi strumenti.
Scritto da Un rottamatore il 1/7/2011 alle 16:23
Caro Ulderico Monti, immagino che tu intenda che "il maggior partito di coalizione" sia il PD... il problema è che se si va avanti così non so quanto possa continuare a dichiararsi il maggior partito di coalizione... E l'atteggiamento come il tuo mi ricorda ancora troppo la superiorità altezzosa della fase della "vocazione maggioritaria" PS: ma tu sei l'Ulderico che ha rischiato di incasinare la coalizione a Gallarate con quell'uscita contro la falce e martello e persino contro SEL?
Scritto da Davide il 1/7/2011 alle 16:56
@Roberto Molinari ho posto una serie di precise domande ( che condivido ). Ad esse dobbiamo dare, se possibile, precise risposte. Tutto il resto mi sembra poesia e narrazione. O andare a caccia di farfalle sotto l'Arco di Tito.
Scritto da A. Vaghi il 1/7/2011 alle 18:59
Mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato i commenti di oggi. Diciamo per cause di forza maggiore. Le risposte a domani mattina.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/7/2011 alle 00:29
Caro Davide, credo d'essere quell'Ulderico lì. La falce e martello è stata esclusa, ma non certamente da me, dalla coalizione che ha eletto Guenzani. Noi l'avevamo proposto, ma altri l'hanno attuato. Confermo l'opinione che il maggior partito indichi il candidato premier: si fa così in tutte le democrazie occidentali. Sono contrario alle primarie di coalizione. Non faccio parte del PD. Ho molta diffidenza per SEL e IdV. Non ho tentazioni di "superiorità altezzosa": sono sempre in minoranza!
Scritto da ulderico monti il 2/7/2011 alle 00:48
Gentile Adamoli, per una serie di circostanze, assai variegate e complesse da spiegare, il sottovalutato Bersani, è divenuto un vincente, e tutto mi fa ritenere che lo possa essere ancora. "A caval donato non si guarda in bocca", dice il proverbio: rinunciare a Bersani, per il centrosinistra, sarebbe follia. Il centro in sé non è un valore, una certezza; in Italia tira un vento nuovo, che si nutre di nuovi valori, oltre il vecchio nordismo, il liberismo dogmatico: bisogna coglierli questi valori
Scritto da Carlo il 2/7/2011 alle 03:26
1) Le primarie sono opportune dove i partiti non hanno autentica vita democratica, come in Italia dove sono screditati. Esse si risolvono in una delega personale anzichè in fiducia verso l'organismo collettivo. Vanno nella direzione della personalizzazione della politica dove conta di più il successo che la capacità. L'idea (astratta) del candidato prevale su quella (concreta) del programma. Moro e, forse, De Gasperi non sarebbero passati al vaglio delle primarie.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 2/7/2011 alle 07:57
2) La personalizzazione della politica favorisce il successo più che le capacità; dà l'illusione di un rapporto diretto con i cittadini e indebolisce le istituzioni rappresentative e partecipative. L'orizzonte delle persone è più breve di quello delle società dove servono programmi di medio e lungo termine. In America, dove le primarie sono nate, non è più possibile un "New Deal". Roseevelt e Kennedy avevano un progetto, Obama dice: il programma sono io. Possono far vincere ma anche a governare?
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 2/7/2011 alle 08:04
Di quello che avviene nel Pd sono uno spettatore interessato ma solo uno spettatore. Approvo invece il concetto di primarie di coalizione. Non si può tornare indietro, non perchè non sia possibile cambiare strada, ma perchè soltanto una partecipazione di popolo può in questa fase migliorare la politica e far vincere il cemtro-sinistra.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 2/7/2011 alle 08:58
Devo dire che la discrezionalità che tu attribuiresti ai partiti locali sui sindaci in provincia di Varese l'hanno utilizzata alla grande. Varese non le ha fatte a costo di polemiche incredibili dentro e fuori del partito. Qualche coraggio in più sarebbe stato necessario.
Scritto da Iscritto Varese il 2/7/2011 alle 09:12
Ci hanno raccontato per anni, soprattutto Veltroni e Franceschini, che le primarie erano nel Dna del Pd. Che il Pd, in quanto partito dell'avvenire, le considerava una pietra fondante. Da qualche mese c'è un rovesciamento di tendenze. E' una gran cavolata. A Milano si è vinto con le primarie.
Scritto da Giovane rottamatore il 2/7/2011 alle 09:22
@Roberto Molinari - del tuo interessante commento colgo i due aspetti che ritengo più rilevanti. Sugli altri interverrò interloquendo magari con altri lettori. Primo: ritengo che tutte le cariche locali del Pd vadano decise dagli iscritti. Come tu sai bene un anno fa avevo votato in questo modo nella Commissione nazionale Statuto prendendomi qualche critica nella nostra provincia, dove allora erano tutti per le “primarie”. Anche per il segretario regionale credo che si debba abbandonare la strada del voto aperto a tutti gli elettori e tornare alla pratica congressuale in una tornata appositamente dedicata. Per il leader nazionale del partito ritengo invece irrinunciabile il voto degli elettori del Pd. In questo caso candidati e programmi sono notissimi e gli elettori che accettano di farsi registrare ai seggi sono in grado di partecipare consapevolmente alla scelta. Abbiamo fatto così sia per Veltroni sia per Bersani. Non vedo una sola ragione per cambiare sistema. Secondo, per i sindaci e i presidenti di regione e di provincia, se si è già deciso per una coalizione precisa si può, secondo me, rinunciare alle primarie solo in caso di accordo generale preventivo sul candidato. Che senso avrebbero le primarie di partito? Sarebbero un ostacolo invece di un ausilio importante. Avremmo vinto in Puglia con il mio amico Francesco Boccia invece che con Nichi Vendola? Rispondo razionalmente di no. Nelle realtà medio-piccole nessun automatismo obbligatorio sulle primarie ma nessun ostracismo pregiudiziale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/7/2011 alle 10:26
Sottoscrivo con entusiasmo l'ultima riga. Aver paura della concorrenza sarebbe un segno di enorme debolezza.
Scritto da Beatrice il 2/7/2011 alle 12:32
Camillo Massimo Fiori, che non conosco afftatto, fa come sempre considerazioni intelligenti. In questa occasione però sono solo parzialmente in accordo con lui. Bisogna guardare avanti. Il mondo politico è cambiato e le primarie non è detto che siano nel segno di una personalizzazione negativa. Possono servire a rafforzare la guida di un partito o di uno schieramento.
Scritto da Roseto senza rose il 2/7/2011 alle 12:40
Aggiungo che se l'alternativa è fra un congresso deciso da 7/8 persone e le primarie aperte a tutti, allora meglio aprirlo a tutti.
Scritto da Iscritto Cairate il 2/7/2011 alle 13:49
Forse non sono riuscito a mandare il mio primo commentodi qualche minuto fa. Avevo scritto che domenica scorsa a Cairate avevi detto che chi sostiene l'ipotesi delle primarie e poi fa il congresso provinciale a tavolino è in grave contraddizione. Sono d'accordo completamente con te.
Scritto da Iscritto Cairate il 2/7/2011 alle 13:54
Le primarie sono state dapprima enfatizzate e successivamente svalutate. Sono uno strumento utile ma ci vuole la politica, cioè progetti e programmi, altrimenti sono solo l'occasione di una sfilata di personaggi in cerca d'autore.
Scritto da Bernasconi Luisa il 2/7/2011 alle 19:25
@Mafalda - Si, io vedo e voterei Pierluigi Bersani se ci fossero le primarie oggi. Se poi ci sarà un accordo generale (difficilissimo) in favore di Casini non mi straccerei certo le vesti, anzi. Questo accordo escluderei che possa esserci per Vendola o Di Pietro. Loro vogliono le primarie. E’ il modo legittimo ed efficace che hanno di conquistare il palcoscenico. Bene, una bella competizione metterebbe in chiaro chi ha più filo per tessera la tela del governo in Italia in e per conto del centro sinistra.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/7/2011 alle 20:10
@Camillo Massimo Fiori - Prendo spunto dalle tue considerazioni su Aldo Moro che abbiamo entranbi stimato moltissimo. Tu affermi che non passerebbe al vaglio delle primarie. Concordo e dico di più. Forse non passerebbe neanche all’esame di un congresso. Te lo immagini Moro (anche Berlinguer per certi aspetti) nei talk show televisivi a dialogare con La Russa, Gasparri, Di Pietro, Bossi ? O a rispondere con poche battute alle provocazioni di Sallusti, Belpietro, Travaglio, Santoro? O a salire sui tetti delle università per manifestare solidarietà ai precari? O a semplificare i problemi difficili per adottare il linguaggio cosiddetto popolare (spesso solo volgare), perché così si prendono i voti? Moro era un (il) leader di quell’epoca non di oggi. In questa mia opinione c’è amarezza, ci può essere nostalgia culturale a valoriale, certamente c’è la presa d’atto che le primarie sono uno degli effetti piuttosto che la causa del grande cambiamento intervenuto. Tra questi effetti le primarie non sono tra i peggiori, tutt'altro, sono il tentativo di rafforzare leadership traballanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/7/2011 alle 20:20
Ero uno del partito popolare prima di votare Lega. Tu mi conoscevi. Nella Lega ho trovato un leader. Ero stufo di discorsi belli ma inconcludenti. Le primarie avevano dato forza a Prodi ma non è servito a niente. E' crollato miseramente. Le primarie possono aiutare ma poi contano solo gli uomini.
Scritto da Basso Luca il 2/7/2011 alle 22:14
Sui parlamentari servono le primarie. Basta con questi che non sono votati da nessuno e fanno i bauscioni (e le figuracce).
Scritto da G.S. il 2/7/2011 alle 22:49
L'interesse sulle primarie purtroppo va scemando. Hanno tutti qualcosa a che ridire. Si dimenticano che i momenti più importanti di mobilitazione del centrosinistra sono avvenuti con queste consultazioni aperte. I tempi richiamati da quel galantuomo colto e intelligente di @Camillo Massimo Fiori non esistono più. Le osservazioni di @Adamoli, che gli ha risposto, sono pertinenti. Non abbandonate le primarie!
Scritto da Elisabetta C. il 3/7/2011 alle 10:18
Isruttive le risposte a @Roberto Molinari, @Mafalda, @Camillo Massimo Fiori. Te lo ripeto un'altra volta: intervieni di più nella discussione. E' importante che tu lo faccia non tanto per gratificare i lettori che scrivono ma per arricchire i contenuti del dibattito.
Scritto da Cittadina cattolica il 3/7/2011 alle 10:39
Temo di essere stato frainteso: non sono contro le primarie nè un nostalgico dei "bei tempi andati", che tali non erano. Moro ha scritto che la politica deve produrre risultati (voti), se no è testimonianza; ma ha pure detto che in politica tutti devono poter avere uno spazio. Con le primarie lo spazio finisce dopo aver gettato la scheda nell'urna. Servono anche strumenti di vera partecipazione democratica, come i partiti (rigenerati). La politica "personalistica" ha potenzialità e limiti.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 3/7/2011 alle 12:20
Mi domando perchè queste riflessioni non si facciano nel Pd e negli altri partiti. Il pdl ne ha parlato dopo le amministrative e i referendum per gettare sabbia negli occhi dei propri elettori. Parlarne sul blog è utilissimo ma non basta. Serve urgentemente smuovere le acque di un Pd provinciale che, su queste cose, si mostra silente e imbarazzato.
Scritto da Maria il 3/7/2011 alle 15:00
Non raccontiamoci storielle. I parlamentari sono i primi a non volere le primarie per se stessi, al massimo le vogliono per gli altri.
Scritto da Giovanna G. il 3/7/2011 alle 16:31
@G.S. e @Giovanna G. - Per i parlamentari serve da parte mia un supplemento di analisi. Se si adottasse il sistema delle preferenze le primarie sarebbero inutili. Se si ritornasse al Mattarellum, cioè al maggioritario con collegi uninominali, le primarie di coalizione servirebbero se e dove la coalizione si presentasse con un unico candidato di collegio. Se resta (probabilissimo) questo sistema, la consultazione aperta (si vedrà come) è opportuna ma dovrebbe essere del solo Pd perchè gli altri partiti presenterebbero le proprie liste di candidati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/7/2011 alle 18:07
I partiti che non prevedono le primarie al loro interno (SEL e IDV) insistono per le primarie indette dal PD. Un pò come se uno, che per svariati motivi non vuole l'auto, continuasse ad insistere per salire su quella del vicino e farsi trasportare. Anch'io credo che le primarie siano strettamente legate al tipo di legge elettorale. Sul rischio dell'emergere dei più mediatici, condivido @ Camillo Massimo Fiori e @ Bernasconi Luisa.
Scritto da FrancescoG. il 4/7/2011 alle 09:30
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