Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/7/2011 alle 20:20

 

Non devo neanche dichiarare la mia solidarietà ai poliziotti o condannare le feroci violenze in Val di Susa. Stanno nel mio Dna culturale, sociale, politico.
Non so se ha ragione Marco Imarisio che sul Corriere di oggi scrive: “La scelta di mandare avanti bombaroli addestrati facendoli seguire da massaie e padri di famiglia è stata consapevole propedeutica all’esaltazione della grande manifestazione di popolo”. Che questo sia vero o no, ciò che è successo è gravissimo.
Ho atteso, letto e riletto la dichiarazione di ieri di Nichi Vendola. L’ho considerata tardiva e reticente.
Per la regione Puglia avevo fatto il tifo per le primarie che lo hanno poi incoronato candidato vincente. Alle amministrative mi ero pronunciato per un’alleanza che comprendesse Sel. Alle prossime politiche, se non si raggiunge un’intesa sul candidato fra tutta la coalizione, sono per le primarie con la partecipazione di Vendola.
Detto tutto ciò, mi tormenta ancora il ricordo dell’uscita di scena di Romano Prodi nel 1998 (con il voto negativo anche di Vendola) e lo scioglimento del Parlamento nel 2008 a causa dell’azione di una certa sinistra. Sui temi di governo, inclusa la Tav (il Pd ne aveva approvato la realizzazione) è imperativo che il programma elettorale sia chiarissimo. Sennò meglio non costruire nessun patto.
Sto facendo uno spot per l’alleanza con Casini? Chiarisco. Mi auguro che il Pd riesca nel quasi-miracolo di un’alleanza di centro-sinistra molto larga che includa l’attuale opposizione. In ogni caso, o c’è il progetto di governo di cui parlavo o l’alleanza solo con Vendola, oltre a Di Pietro, diventerebbe un azzardo. Forse anche per vincere, sicuramente per governare.

 

Commenti dei lettori: 64 commenti -
Il Vendola di oggi non voterebbe più la sfiducia a Prodi come nel 1988, ne sono arciconvinto. Inoltre la Val di Susa merita una rappresentanza politica adeguata. Vendola non può lasciarla a Grillo. Lo dicevi anche tu qualche mese fa che non si può qualificare Grillo di sinistra. E' un campione dell'antipolitica. Devi considerare anche questo.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 4/7/2011 alle 21:27
Rifondazione ha fatto benone ad affondare Prodi nel 1998 e nel 2008 la colpa delle elezioni anticipate è stata quasi tutta di Veltroni.
Scritto da Mario T. il 4/7/2011 alle 22:06
Ci vuole buon senso e domenica non ce n'è stato in Val di Susa, eccetto forse che quello della polizia. Eccellente invece l'intervento di Giorgio Napolitano, sempre efficace e preciso.
Scritto da Gloria Paganini il 4/7/2011 alle 22:07
L'hai detto, Giuseppe Adamoli, sarebbe un azzardo. Peggio, sarebbe un altro suicidio politico, come fu quando distruggemmo l'alleanza tra le forze di matrice cristiana e del riformismo socialdemocratico. E ci isolammo dalla via maestra della politica d'Europa.
Scritto da ulderico monti il 4/7/2011 alle 22:48
Se il programma elettorale fosse chiarissimo e fosse un programma di governo vero e proprio, forse tornerei anch'io ai seggi e voterei per voi. Berlusconi ormai è indigeribile. Temo però che quello che tu auspichi non si realizzi.
Scritto da Bianchi Giò il 4/7/2011 alle 23:37
Torno da un incontro a Milano incominciato alle 18, con seguito di buffet, e leggo questo post. Non voglio essere presuntuoso ma ti assicuro che ho detto le stesse cose. Essendoci stato prima l'incontro e poi il tuo intervento forse era in funzione una cimice...Scherzo ma è cosi davvero.
Scritto da Il pirata il 5/7/2011 alle 00:24
"La poesia non basta". Posto che il Vendola sia un poeta non lo si può certo annoverare tra i grandi della letteratura. E'un grande affabulatore e parolaio inconcludente come il di lui maestro Bertinotti. Ha vinto due volte in Puglia con la dx divisa e la 2° volta arretrando in % e in voti, altro che sfondamento. Ha cercato, lui x 1° l'accordo con Casini, il Sen. Tedesco non proveniente ne da DS ne da Margherita l'ha voluto lui in giunta prima che aderisse al PD. Con certa sx non si va lontano...
Scritto da angelo ruggeri il 5/7/2011 alle 00:38
Riguardo alla TAV in Val di Susa: si tratta dell'ennesima opera titanica che costerà al nostro paese una cifra spropositata (costerà circa 19 miliardi di euro in totale, in un momento di crisi nazionale in cui, per trovarne 40, dati alla mano, si tagliano i fondi a scuola, università, ospedali, servizi alla persona) e la cui utilità, dato che la costruzione dovrebbe occupare anni ed anni e le direttrici del commercio e delle merci in una società globalizzata e veloce come la nostra mutano in mesi e non in anni, è perlomeno dubbia, mentre certo è il devastante impatto ambientale che i valsusini, e quindi il Piemonte stesso, si troverebbero a sopportare. Dei black block e della loro orrida violenza nichilista si sa ormai tutto, ma cosa c'entrano i valsusini? Donne, bambini, anziani, famiglie intere, sono un problema di ordine pubblico o forse servirebbe davvero la politica?
Scritto da Carlo il 5/7/2011 alle 02:54
Che gli abitanti della Val Susa siano in parte contrari alla Tav è comprensibile. E hanno tutto il diritto di manifestare. La famosa sindrome "non nel mio giardino" colpisce la maggoranza di tutti noi. Questa è la punta dell'iceberg. La Tav mette anche in mostra il modo diverso di concepire la globalizzazione, l'interconnessione europea, la natura e il significato delle grandi opere infrastrutturali. C'è chi affronta la sfida con fiducia e spirito positivo e chi si affida alla difesa ambientale come all'ultima spiaggia per la salvezza del pianeta. Nella sinistra queste concezioni sono entrambe presenti. La fiducia nel futuro è nettamente maggioritaria nel Pd, la seconda è prevalente nell'altra sinistra. Ma appunto sono due sinistre diverse. Conciliarle in un progetto di governo non sarà facile. Da osservatore attento che non ha mai militato in nessun partito sono molto curioso di vedere quale sintesi verrà fuori. Penso che le conclusioni di @Adamoli siano logiche e fondate.
Scritto da Roseto senza rose il 5/7/2011 alle 08:01
Bisogna sempre immedesimarsi con chi subisce decisioni di questo tipo. Di sicuro la violenza non è accettabile, Vendola lo ha detto, oltre tutto è una violenza che viene da fuori e non c'entra con la giusta protesta dei valligiani. Non so se quest' opera sarà fondamentale e utile per l' Italia, so che se una situazione del genere si fosse verificata dalle nostre parti, magari a qualche centinaio di metri da casa Sua, anche lei Adamoli avrebbe protestato con vigore. Da fuori tutto è più facile.
Scritto da Guevara il 5/7/2011 alle 08:42
Caro Giuseppe, se tu pensi di bilanciare la tendenza oltranzista di Vendola (e di DiPietro?) con la moderazione di Casini, questa volta sbagli. L'Udc non si farà intrappolare. Ci conosciamo da alcuni anni. Tu sai che ho ragione.
Scritto da Edoardo S. il 5/7/2011 alle 08:50
Alcuni anni or sono, non ricordo quanti, fu inaugurata in Cina una tratta di alta velocità. I treni sono tedeschi e alla “prima” era presente l’AD della Siemens. Un giornalista gli chiese come mai un’opera così non era possibile realizzarla in Germania. Il manager rispose che in Europa, non solo in Germania, nessuno può prendere decisioni: due rami del parlamento, sindacati, associazioni, società civile tutti mettono il becco. Tutti. In Cina decide il Partito per il bene comune. Quello che sta succedendo in Val di Susa è esattamente l’opposto. Si compie un’opera devastante per tutti nell’interesse della finanza e della grande impresa. In nome della globalizzazione, l’ancella della mafia finanziaria, si compirà quell’obbrobrio. Costi che non si potranno mai nemmeno ammortizzare e che peseranno sui cittadini, impatto ambientale spaventoso, rischi per la salute ecc. No TAV! No alla globalizzazione! No allo Stato – Mercato!
Scritto da Filippo Valmaggia il 5/7/2011 alle 09:16
Vendola ha un'attitudine onirica di grande spessore e questo nel breve periodo paga in termini di mobilitazione ma è sulla lunga distanza, sulle scelte economiche di fondo che bisognerà misurarne la tenuta e l'affidabilità. Non credo che la TAV sia una cattedrale nel deserto come il Ponte di Messina bensì un'infrastruttura europea fondamentale per parecchi decenni a venire. Come lo sono state e continuano ad esserlo i trafori del Gottardo, del Sempione e domani Alptransit.
Scritto da cesare chiericati il 5/7/2011 alle 09:29
La Tav non è il ponte di Messina. Va fatta per l'Italia e per l'Europa. Su questo punto non è a rischio solo la nostra faccia (ci pensa già Berlusconi), sono a rischio i nostri interessi vitali.
Scritto da Caravati Piero il 5/7/2011 alle 09:35
Non possiamo isolarci dalla Francia e dall'Europa. La Tav è indispensabile. Si può discutere sul percorso, sulle gallerie, sulla tecnica all'avanguardia da utilizzare. Bisogna comprendere le esigenze ambientali della valle ma l'opera non può essere accantonata.
Scritto da Romano Sala il 5/7/2011 alle 10:42
@Roseto senza rose descrive lo scenario in modo realistico. La sinistra è dicotomica. Meglio della destra anche in questo modo, ma quanti limiti e insufficienze!
Scritto da Bulgheroni Carlo il 5/7/2011 alle 11:29
Problema difficilissimo. L'opera è necessaria. La gente del posto va capita. Le contestazioni fanno parte della democrazia. I BlacK Bloc sono una forza non governabile. Fin qui i dati della realtà oggettiva. L'azione politica di Vendola e della sinistra più dura, invece, si può e si deve modificare se vogliono diventare forza di governo. La strada è ancora lunga.
Scritto da Stefano Sandri il 5/7/2011 alle 11:30
La tav è un regalo alle imprese di costruzione. Il Pd non è più un partito di sinistra. E' come la destra. Evviva Grillo.
Scritto da Luchino il 5/7/2011 alle 12:08
Dice bene Stefano Sandri: "L'azione politica di Vendola e della sinistra più dura, invece, si può e si deve modificare se vogliono diventare forza di governo. La strada è ancora lunga". Quanto sarà lunga la strada dell'estrema? Dieci, quindici anni? Entro fine secolo? Il punto è che entro due anni, o prima, si voterà! E allora?
Scritto da ulderico monti il 5/7/2011 alle 13:11
I punti sono diversi:analizzarli tutti è complesso. Bisogna anzitutto dire che il risparmio di tempo netto tra Torino e Lione che si ha costruendo quel tratto in val di Susa è di ben...17 minuti. Quei 17 minuti varranno i miliardi spesi? Le scuole che non si ristruttureranno nel nostro paese in attesa della prossima tragedia? I tagli alla sanità pubblica? Perchè così è, non si tratta di sinistra o destra: nell'Italia di oggi i soldi non si tirano fuori dal cilindro, se li si spende da una parte non li si spende da un'altra. Il nostro Stato negli ultimi anni, e sono dati che si trovano agevolmente in rete, per tirar su i soldi che servono a garantire i servizi essenziali si è messo addirittura ad incrementare l'industria del gioco d'azzardo, questa è l'Italia reale. Comunque sulla TAV mi permetto di consigliare un bel libro di Marco Cedolin: TAV in Val di Susa, Arianna edizioni.Un libro che informa bene, meglio di 100 giornali.
Scritto da Carlo il 5/7/2011 alle 13:15
La Tav è la metafora della politica italiana. Anche quando le intenzioni sono buone non si riesce a realizzarle.
Scritto da Ardo Vito. il 5/7/2011 alle 13:30
E' interesssante vedere @Filippo Valmaggia ragionare come Beppe Grillo. Il primo è di destra, assodato, lo dice lui sena mezzi termini. Il secondo è di sinistra? Questo è l'equivoco che mi fa inbufalire. Grillo imbroglia migliaia di giovani in buona fede. Meglio Valmaggia.
Scritto da Baroffio Loredana il 5/7/2011 alle 15:06
Bello il commento di @Cesare Chiericati. Sa essere stringato. Ha sempre un tesi che espone chiaramente. Quasi sempre lo condivido.
Scritto da Luigi Crespi il 5/7/2011 alle 15:07
@Carlo - Nel tuo primo commento ti chiedi cosa c'entri l'orrida violenza nichilista dei Black Bloc con gli abitanti della val di Susa. Niente. Il fatto è che si è saldata una catena di alleanze che è quasi impossibile sciogliere. Sono contiguità ricercate e costruite con intento politico. Una parte della Lega (Borghezio) movimenta la piazza; la sinistra-sinistra vuol fare concorrenza alla Lega e a Grillo; quest’ultimo da copertura ai black bloc. Al di là della difesa sacrosanta dell’ambiente fisico (e sociale) queste forze hanno in comune l’idea che l’Europa sia un costoso e dannoso orpello di cui liberarci il più rapidamente possibile. Tu invochi la politica ed hai ragione. Ce ne sarebbe voluta molta di più. Ma adesso che facciamo? Fermiamo le ruspe? La mia risposta e quella del mio partito è no. Leggo sempre con interesse le tue considerazioni. Prova anche tu a valutare le mie, quelle di @Cesare chiericati e di @Roseto senza rose. Chiedo troppo?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/7/2011 alle 15:53
Molti commenti tornano sull’utilità o meno della TAV. Mi permetto di sostenere che la questione è diversa. Pur avendo seri dubbi sulla reale necessità ed utilità della TAV Torino-Lione che andrà a sostituire una tratta “tradizionale” tutt’altro che satura, qui si tratta di rispettare un’elementare regola delle democrazie nelle quali lo Stato e le sue articolazioni hanno il dovere di far attuare le scelte operate dagli organismi democraticamente eletti. Bersani l’ha capito e gliene va dato atto. Vendola l’ha capito un po’ meno. Ferrero non l’ha capito affatto. E’ la prova, l’ennesima, che la sinistra (nel suo complesso) non è credibile come alternativa di governo al centrodestra italiano, il peggior centrodestra di tutta l’Europa.
Scritto da Larpi il 5/7/2011 alle 15:55
@Filippo Valmaggia - “No Tav! No alla globalizzazione. No allo stato-mercato”. Si a che cosa? @Carlo nei suoi interventi su questo post evocava ed invocava giustamente la politica. Questa parola è inscindibilmente legata alla “mediazione”. Si media fra proposte diverse ma non inconciliabili. La sua mi pare d’averla capita. Di te ho capito l’ideologia ma non cosa vorresti nel concreto per l'avvenire. Eppure ti conosco abbastanza on pochino. Posso dire, senza scandalizzare nessuno dei miei lettori di sinistra, che ti sono un tantino affezionato? Si, è possibile esserlo anche quando le idee politiche divergono profondamente. Quando descrivi personaggi e quadretti sociali sei talvolta fantastico. Io non riesco affatto così bene. Quando parli di scenari mondiali e internazionali ti leggo volentieri ma trovo impossibile circoscrivere il campo della mediazione culturale. Eppure, ti assicuro, molti mi dicevano e mi dicono che ho una certa predisposizione per questa “arte”.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/7/2011 alle 16:01
Dialoghi interessanti. Da ex comunista, può sembrare strano, ma concordo spessissimo. Sono soddisfatto perchè significa che il Pd è davvero la nuova casa comune.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 5/7/2011 alle 16:27
Caro Giuseppe, sì allo Stato – Nazione. Sì a uno Stato che fronteggi gli interessi antinomici di classi sociali diverse e opposte e che faccia di tutto per (almeno) edulcorare al massimo le asimmetrie tra loro. Uno Stato deve dare benefici pratici e immediatamente godibili se vuole che la comunità nazionale aderisca alle sue procedure e alle sue norme. Questo è uno Stato fallimentare che non dà stabilità sociale né, tampoco, garantisce un ordine pubblico conforme alle aspettative morali. Uno Stato che non risponda a un interesse collettivo ma si appiattisca e diventi complice servile del Grande Capitale conta e vale zero. Un’economia che genera e celebra la concorrenza individuale a oltranza, la precarietà del lavoro e il salario di merito è un’economia che genera angosce e frustrazioni. Non siamo ancora al livello americano ma quasi. Aborro le privatizzazioni e gli ultimatum, più o meno occulti, della Grande Finanza e delle multinazionali che provocano danni terribili alle economie nazionali. Gli Stati occidentali (non solo l’Italia) sono sotto ricatto: se non aderiscono alle “gentili profferte” degli oligarchi del Grande Capitale, vengono immediatamente sanzionati con la fuga di capitali e la risoluzione degli investimenti. Siamo colonizzati, ce ne rendiamo conto? Ma ci distraggono, distolgono la nostra attenzione con la paura del terrorismo. Ecco un slogan martellante e anche per questo vincente: “Le democrazie occidentali, saranno anche imperfette, ma ci difendono dal terrorismo!” Ma quale? La globalizzazione E’ il terrorismo quotidiano. Avvenire, caro Giuseppe? Non lo vedo. Vedo un orizzonte piatto. La Storia è finita tanti anni fa.
Scritto da Filippo Valmaggia il 5/7/2011 alle 16:51
Adamoli-Valmaggia è l'eterna storia Dc-fascisti. Fanno finta di essere antagonisti mentre si frequentano e si "affezionano". Era successo così anche nel primo dopoguerra quando la Dc fece di tutto per accogliere i mussoliniani nel nuovo Stato nato dalla Resistenza. Il blog è bello, nettamente il migliore, ma non lasciatevi infinocchiare. L'arte della mediazione, come l'ha chiamata Adamoli, è per eccellenza arte democristiana,
Scritto da Sinistra orgogliosa il 5/7/2011 alle 17:17
Ma valmaggia scrive come un blakblock o come diavolo si chiamano. Ma è di sinistra e non lo sapevo? Io sono vecchio ma sono favorevole alla TAV e a tutte quelle cose che portano progresso. Con il progresso siamo più sani più longevi e anche più ricchi. O meno poveri se volete. Un'opera pubblica poi cme la TAV porta lavoro e un pò di benessere anche se momentaneo. Non capisco tutta quella opposizione.
Scritto da Claudio Ennam il 5/7/2011 alle 17:30
Fermo restando il principio che in democrazia le scelte della maggioranza debbono essere attuate, che le manifestazioni sono lecite, ma la violenza è sempre da condannare, anche a me sorge il dubbio già espresso in alcuni commenti: siamo sicuri che la scelta della TAV sia davvero quella strategicamente prioritaria in questo nostro malandato Paese? È un interrogativo a cui non so rispondere. Leggo le argomentazioni dei due schieramenti, ma non riesco a farmi un’idea “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Scritto da Angelo Eberli il 5/7/2011 alle 17:53
1) Nichi Vengola & Co. sono legati ai miti anti-sistema della società fordista. Riportano alla memoria una frattura epocale che non ci rende competitivi ma, se anche si vincesse, poi sarebbe impossibile governare. Nella società post-moderna la divisione politica non è più verticale e di classe (destra e sinistra) ma di ceti medi differenziati dagli stili di vita e di consumo e dai valori culturali. Anche il mondo non è più diviso tra Est e Ovest ma tra Nord e Sud:
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 5/7/2011 alle 18:26
Peccato! avevamo cominciato bene, ponendoci il problema della sinistra di non-governo, che da decenni blocca l'evoluzione democratica del Paese e, contro ogni esperienza europea, ci condanna alla egemonia della destra. Concludiamo invece con la retorica della Grande Finanza, ovviamente ispirata dal Giudaismo internazionale (come purtroppo s'è argomentato nel precedente spot). Fumo latino e latina frivolezza....
Scritto da ulderico monti il 5/7/2011 alle 18:30
2) Il "bipolarismo all'amatriciana" ha ossificato un conflitto verticale che è invece diventato orizzontale e passa attraverso le tradizionali appartenenze. Da un lato c'è chi dice: la situazione è questa e concepisce la politica come gestione dell'esistente (con più o meno riformismo); dall'altra chi crede che, dai tempi di Aristotele, la politica debba cambiare il mondo avendo una visione universale dell'uomo e della realtà. Non sono proporzionalista; per caso non siete voi i conservatori?
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 5/7/2011 alle 18:34
Gentile Adamoli, desidero risponderle da lettore, come sono, di questo blog.Spesso condivido ciò che dice. Ho una formazione scientifica, medica, ed a medicina ci insegnano anzitutto ad aver a cuore la vita delle persone ed a valutare le prove empiriche, le considerazioni si devono basare sui dati. Perciò ho l'abitudine di informarmi bene prima di parlare di un argomento, e purtroppo credo che la politica di oggi, di matrice spesso berlusconiana, decida spesso superficialmente, senza guardare i dati:una politica che, con un termine psichiatrico, si potrebbe definire "oniroide". Credo che viviamo nella complessità, semplificare, come fanno alcuni troppo populisti è sbagliato, ma anche non considerare dati elementari di realtà lo è, anche caricare donne, bambini e anziani lo è,anche domandare a valorosi servitori dello stato di risolvere questioni sociali lo è, non siamo (fortunatamente) nella Siria di Assad. Credo che siamo in un periodo storico di "vacche magre", in cui il nostro paese,se si imbarca in spese dissennate, rischia il fallimento e questo bisogna avere il coraggio di dirlo. Inoltre le varie "cricche" (vedisi Maddalena) certo non dormono, fiutano "gli affari". In Val di Susa quanto si spenderà in tutto? Venti miliardi di euro, o addirittura cinquanta come dicono altre stime. Con quali prospettive per il nostro paese? Come troveremo quei capitali senza disfare ulteriormente lo Stato? E poi: si poteva mediare con quelli che lì abitano? Lo si è fatto? Si è ascoltato anche le loro proposte per trovare una via percorribile? Non si può adesso trattarli come se fossero la mafia, come un problema di ordine pubblico.
Scritto da Carlo il 5/7/2011 alle 18:42
A seguito del mio precedente intervento, ho ritrovato il libro giusto: “Quando l'Italia era una superpotenza” di Giorgio Ruffolo (2004) dove si narra dei due momenti storici in cui l'Italia fu egemone e divenne una potenza mondiale nel mondo globalizzato del tempo. Accadde con l'impero romano e, mille anni dopo, con le Repubbliche e le Signorie. Nessun altro paese ha conosciuto questo doppio primato, quali che furono le ragioni dell'ascesa e del declino. A dimostrare che il destino evolutivo degli Stati si esplica dialetticamente nella comunità, ovvero nella “globalizzazione” che non è entità morale, ma libero confronto. La marginalità dell'Italia odierna non si risolve con la chimera fascistica dello Stato-Nazione, bensì con l'integrazione sovra nazionale: come è sempre accaduto nella Storia. A ognuno il suo!
Scritto da ulderico monti il 5/7/2011 alle 19:24
Caro Adamoli, di bene in meglio. Anziché mettere la museruola a personaggi come @Filippo Valmaggia, ti metti a dialogare amabilmente con lui. Anzi ci informi che gli sei quasi affezionato. Non sono prevenuto. Se ti fossi candidato a Varese, come avrei voluto, avremmo potuto vincere le elezioni. L'avevo detto anche sul blog. Ma sul piano politico ti sento sempre troppo distante.
Scritto da Enne enne (Varese) il 5/7/2011 alle 19:37
Ad Ulderico, che ho il piacere di conoscere personalmente, un saluto: purtroppo non conosco il libro di cui parli ma capisco la tua posizione. Un libro a cui sono affezionato io, per come spiega la "nuova politica" nel mondo moderno (o post-moderno per meglio dire) è quello di Andrew Gamble, intitolato, provocatoriamente: "Fine della politica?" .
Scritto da Carlo il 5/7/2011 alle 19:48
@Sinistra orgogliosa delira. @Ulderico Monti non è pessimista, è solo realista. Così saremo impallinati.
Scritto da Lorenzo il 5/7/2011 alle 20:15
Vi invito a leggere, se già non l'avete fatto, il commento di @Roseto senza rose. Dice benissimo le cose chi io direi meno bene.
Scritto da Lorenzo il 5/7/2011 alle 20:20
Da lettore di sinistra, affezionato del blog, voglio precisare che sottoscrivo le considerazioni critiche di @Carlo ma mi distanzio nettamente da @Sinistra orgogliosa.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 5/7/2011 alle 20:44
@Enne enne (Varese) - Museruola a @Filippo Valmaggia? Il termine "museruola" non è solo sgradevole, è orribile. Perchè non provi a contrastarlo con le idee, se ne hai? In quattro righe hai cercato anche di demolire, col pretesto di compiacermi, la bella e molto produttiva campagna elettorale di Luisa Oprandi a Varese. Chi ti manda in avanscoperta? Il giaguaro?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/7/2011 alle 21:12
Un esempio di globalizzazione “ad usum ulderici (monti)”. In passato le leggi di una Nazione riuscivano a controllare, in misura socialmente utile, il movimento di denaro. Ma ora che il finanziamento delle imprese può attingere a fondi di capitali globali, di modo che un’azienda di San Paulo o di Lione può essere finanziata con denaro depositato alle isole Cayman ma di proprietà della mafia di Hong Kong o anche di presidenti cleptocrati di qualche repubblica africana, non c’è possibilità, per le leggi brasiliane o francesi, di imporre che quel denaro guadagnato nel paese venga anche speso nel Paese, o che quello risparmiato venga anche reinvestito. Altro esempio. Un magnate dell’acciaio americano vede aumentare i suoi dividendi con la delocalizzazione dalla regione dei grandi laghi alla Cina del fiume delle Perle o dall’Ohio alla Thailandia. L’interesse per il suo Paese è nulla e lo Stato – Mercato prende ordini. Persino un minus habens, per restare nella frivolezza latina, comprenderebbe che l’Impero di Roma e le Repubbliche del mare non sono in alcun modo assimilabili a questo scempio.
Scritto da Filippo Valmaggia il 5/7/2011 alle 21:41
enne -enne significa figlio di nessuno. Non sono d'accordo. Chi si esprime come si è espresso Enne - enne di Varese è sicuramente figlio di molti padri.
Scritto da Filippo Valmaggia il 5/7/2011 alle 21:46
Arrivo da una giornata pesante ed afosa (fra un po’ anche afasica) e leggo questo bel dibattito. Pregevoli quasi tutti gli interventi. Mi colpiscono quelli di @Carlo e mi fanno riflettere quelli di @Camillo Massimo Fiori. Solo un’osservazione veloce. Mi sa che il signor @Ulderico Monti è Silvio Berlusconi sotto mentite spoglie. Già, quei cattivoni di comunisti, oggetto delle favole che il nostro Silvio racconta in ogni dove. Comunque, i commentatori diffidenti nei confronti di Vendola, Pisapia, ecc., non si angustino. Qualcuno sta pensando a loro. Al fine di purificarsi dalle contaminazioni comuniste potranno trascorrere il prossimo fine-settimana in Val Masino ove si terranno, anche quest’anno, gli “Incontri riformisti 2011” http://www.assdemxmi.it/index.php?id=32 Questo, in attesa che prenda corpo la varesina associazione ViE. A proposito, sarebbe stato interessante acquisire il Suo pensiero, caro Adamoli, circa questa costituenda associazione. Io, perplessa e curiosa, rimango in attesa di avere qualche informazione in più. Ad esempio, sulla sua forma giuridica (associazione di promozione sociale o associazione culturale?), sullo statuto, sulla mission, sulla sede legale ed operativa, sito internet, ecc. ecc. Inutile aggiungere – il consigliere Alfieri ne è sicuramente al corrente - che le associazioni di promozione sociale hanno un proprio registro regionale.
Scritto da Mafalda il 5/7/2011 alle 22:31
Ottimo @Camillo Massimo Fiori. Dire oggi che cosa è la destra e che cosa è la sinistra è veramente arduo. I paradigmi per dare questi giudizi sono diversi dal passato.
Scritto da Mario Contini il 5/7/2011 alle 22:36
Valmaggia è un fascista (boh, forse anche peggio) e come tale è un nemico politico. Ma è una persona molto intelligente, colta, sveglissima e oltretutto scrive da dio. Io lo rispetto, meglio di tante mezze calzette che non sanno di niente.
Scritto da E.F. il 5/7/2011 alle 22:40
"La marginalità dell'Italia odierna non si risolve con la chimera fascistica dello Stato-Nazione, bensì con l'integrazione sovra nazionale: come è sempre accaduto nella Storia". Sono le parole finali dell'ultimo commento di @Ulderico Monti. Le sottoscrivo anche se non piacciono a @Mafalda e @Filippo Valmaggia.
Scritto da Una lettrice il 5/7/2011 alle 22:49
Nella tua giustamente piccata risposta delle 21.12 ad @Enne enne, parli di un giaguaro che starebbe alla spalle, appunto di Enne enne. Ci puoi dire chi sarebbe il giaguaro?
Scritto da Alessia il 5/7/2011 alle 23:14
Con cristiana rassegnazione rilevo che, come m'era parso di intendere, alcuni interlocutori - se adeguatamente stimolati - reagiscono tentando la malinconica via della derisione e dell'insulto. Anch'io, molti decenni or sono, peccai per supponente autosufficienza: "Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma quando mi sono fatto adulto, ho smesso ciò che era da bambino" (! Corinzi, 13,11). Ma veramente mi son fatto adulto, oppure sono ancora come "bronzo sonante e cembalo squillante”?
Scritto da ulderico monti il 6/7/2011 alle 05:39
Alcuni compagni mi rimproverano di reagire blandamente a quelle che essi considerano "provocazioni di un paio di nazi-stalinisti" e mi chiedono se ancora sia vivo il mio orgoglio di "antico bolscevico". Cari compagni, non temete: io non dimentico di provenire, come voi, da lontano, ma dovere di ospitalità e senso dell'opportunità impongono disciplina: si vedrà poi chi sia il topo e chi il gatto! Quanto all'assimilarmi al berlusconismo è talmente ridicolo che non merita replica!
Scritto da ulderico monti il 6/7/2011 alle 08:29
Apprezzo le considerazioni del signor Fiori. La saldatura di cui parla Adamoli è evidente(la vivo), con l'impressione che il populismo berlusconiano sia attecchito in luoghi ameni. La propaganda vale più del merito. Il malcontento va guidato per evitare ulteriori paralisi. Sull'economia. Il consumismo diventa la dittattura più pervicace se non mitigato da etica, cultura, rispetto per le persone e le risorse. Un tiranno bestiale. [In merito, sempre la Charitas in Veritate].
Scritto da FrancescoG. il 6/7/2011 alle 09:20
La domanda a mio avviso irrisolta a livello internazionale è: "come vogliamo il mondo?". Senza una risposta si finisce con il "tappare le buche e verniciare i palazzi", ma niente di nuovo. E si lascia spazio ai più veloci, scaltri, inseriti. La globalizzazione è un processo inarrestabile da governare. Troppo spesso vista come immanente, quasi extraterrena. Invece non è così. Fa paura. Ma, personalmente, mi fa più paura l'inerzia.
Scritto da FrancescoG. il 6/7/2011 alle 09:28
Ho un grande rispetto per @Ulderico Monti. Sono convintissimo che alla fine sarà rispettato da tutti per la sua cultura e la sua umanità. Sei d'accordo, Adamoli?
Scritto da Vittorio il 6/7/2011 alle 09:31
Caro Vittorio, su @Ulderico Monti hai ragione. Del resto, le tesi forti chiamano reazioni forti. Ben vengano su questo blog le une e le altre, purchè senza insulti e offese. Conosco Ulderico da non molto tempo ma ho subito ammirato la sua statura morale. Non per le citazioni dei sacri testi, ma per la sua storia personale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/7/2011 alle 10:10
@Mafalda, - Mi chiedi il mio parere su Vie, “Varese in Europa”, che ha esordito brillantemente venerdì scorso a Gazzada Schianno. Non so che forma giuridica prenderà e come si organizzerà. La sua intenzione è animare un dibattito sui temi più importanti della nostra società invitando persone che non aderiscono al Pd e hanno diffidenza verso i partiti in generale. Ce ne sono tantissime. Venerdì pomeriggio ho partecipato, come correlatore, ad un confronto sul welfare comunitario alle 17.00 e la sala era piena. Poi ho lasciato, per problemi famigliari, e sono ritornato alle 22.30 ed era ancora piena. Vuol dire che c’è una forte domanda per questa iniziativa alla quale auguro successo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/7/2011 alle 10:14
@Alessia - Con “giaguaro” non mi riferivo ad una persone fisica, usavo una immagine figurata. Come quando si definisce “amico del giaguaro” chi, invece di appoggiare un amico, parteggia per un avversario.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/7/2011 alle 10:16
Quei pochi che conoscono la mia vera identità si sono fatti quattro risate circa la presunta presenza di "nazi-stalinisti" in questo blog. Io, per esempio, non sono ho mai aderito alla Fgci o al Pci. E nemmeno sono stata democristiana. Quando aderivo alle ong terzomondiste, io e i miei amici venivamo, dispregiativamente, definiti “catto-comunisti”. Devo dire che mi sentivo colma di onore in quanto tale “qualifica” veniva assegnata anche a Mons. Romero, Padre David Maria Turoldo, Mons. Tonino Bello, ai sei gesuiti salvadoregni assassinati dagli “Squadroni della morte” del governo salvadoregno (il più noto era Ignacio Ellacuria, rettore dell’Uca, l’Università del Centro-America). Non dimentichiamoci di Mons. Bettazzi, di Padre Balducci, di Padre Zanotelli e dei teologi della liberazione. Forse che il Cardinal Martini e il Cardinal Tettamanzi non siano mai stati definiti “catto-comunisti”? E Adriana Zarri? Ecco, sono sempre stata in buona compagnia ed è per questo che non mi muovo di un millimetro. Altri sono liberi di preferire don Baget Bozzo.
Scritto da Mafalda il 6/7/2011 alle 11:35
Periodicamente si ripropone il problema dell’alleanza con la sinistra cosiddetta radicale. Vendola sì/Vendola no. Vendola va bene quando conviene … E così, mentre il centro-destra versa nella manifesta difficoltà derivante dall’ingombrante ma ineludibile presenza del suo leader, il centro-sinistra, anziché approfittarne, continua ad alimentare il tasso di litigiosità interna, riproponendo divisioni ideologicamente residuali tra “forze di matrice cristiana” e del “riformismo socialdemocratico” e posizioni radical-rivoluzionarie, etichettate come tardo comuniste e anti-sistema. Il perdurare della “logica delle appartenenze”, che ostinatamente mantiene in vita matrici culturali (come quelle socialdemocratica, cristiano-moderata, ecc.) che hanno ormai esaurito la loro funzione storica, rappresenta, a mio parere, uno dei motivi del mancato rinnovamento culturale del centro-sinistra ed un fattore obiettivo di resistenza al cambiamento. Il risultato è che forze come il PD si trovano ad oscillare pericolosamente tra il voler praticare un riformismo fatto solo di pragmatico adeguamento alle logiche ed alle leggi del sistema vigente ed il lasciarsi tentare dall’irresistibile richiamo ad esprimere una propria radicale diversità progettuale inevitabilmente portatrice di istanze anti-sistema. Se si vuole fare a meno della sinistra, si lascino da parte le alchimie programmatiche e si abbia il coraggio di esplicitare una definitiva e pregiudiziale rottura politica con quest’area politica. E che l’appuntamento in Val Masino che, prontamente, @Mafalda ci ricorda, non diventi il solito bla-bla-bla.
Scritto da Leonardo C. il 6/7/2011 alle 13:50
Dopo tutto questo dibattito, i commenti del padrone di casa mi sembrano nell'insieme quelli più vicini alle mie idee. Il contenuto concreti sono essenziali, richiamare la necessità di chiarirli bene prima delle elezioni politiche che ci saranno al massimo entro due anni è una cosa saggia.
Scritto da Il pirata il 6/7/2011 alle 14:15
Leggo in questo momento il blog. Se è uno spot per Casini a me va benissimo.
Scritto da Fabrizio il 6/7/2011 alle 15:39
@Leonardo C. - Vengo subito al sodo, Sulle vecchie appartenenze ideologiche ti dò ragione. Sulla litigiosità interna, che andrebbe ridotta al minimo, pure. Però intendiamoci. La discussione sui programmi non è litigiosità. Non voglio l'ideologia. Invoco il progetto di governo. Si vuole fare un'altra Unione come quella prodiana fallita due volte? Buon viaggio. A bordo io non ci salgo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/7/2011 alle 15:47
Mi piace Prodi, e la sua famiglia, ma ci risparmino l'ammucchiata indecente di una volta.
Scritto da Agosti Rino il 6/7/2011 alle 18:19
@Tutti - Questa è una di quelle discussioni in cui avrei voluto interloquire con moltissimi commenti. Pur trattenendomi molto sono intervenuto parecchie volte. @Mafalda, qualche tempo fa, osservava che nelle repliche privilegio le persone che conosco. Forse è vero. Eppure non sono intervenuto nemmeno sul mio amico @Camillo Massimo Fiori che ha scritto, come al solito, un commento interessantissimo. A proposito, mi permetto un ricordo. Quando ero un ragazzo, e Fiori era un giovane e brillante presidente provinciale delle Acli, non perdevo neanche mezza delle sue relazioni. Tenendo conto del monito di @Mafalda, e per pareggiare i conti, cito anche @Carlo che invece non conosco. Il suo secondo commento (al primo avevo in parte risposto) avanza interrogativi che considero seri e pertinenti. Concordo con lui quando afferma che la Val di Susa non può essere trattata solo come un problema di ordine pubblico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/7/2011 alle 18:30
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