Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 8/7/2011 alle 08:14

 

Seguo poco e malvolentieri le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Non mi va di leggere frasi carpite a due persone che conversano con una intimità che meriterebbe il riserbo. Molti di noi potrebbero ammettere di essersi lasciati andare in privato a battute, iperboli e spavalderie.
La prudenza e la discrezione di magistrati e “addetti ai servizi” è pertanto un dovere irrinunciabile. Eppure non accetterei restrizioni legislative che non siano assolutamente giustificate dall’etica pubblica. L’investigazione di polizia non può essere ridotta alle micro spie, ma oggi non può prescindervi, soprattutto per i reati dei cosiddetti colletti bianchi.
Cito due casi scoppiati ieri a causa delle intercettazioni. Uno a Londra con Rupert Murdoch, il più potente editore del mondo costretto a chiudere News of the world, il tabloid più letto, e l’altro in Italia con la richiesta di arresto dell’on. Marco Milanese ex consigliere di Tremonti.
La vicenda della P4 di Luigi Bisignani è emblematica. Se c’è reato, oppure no, lo deciderà la magistratura. Ma adesso sappiamo dei traffici di un potere gelatinoso che si parla addosso, che è immobile, che si sorveglia tra i sospetti, nel quale i ministri non hanno la forza di imporsi senza l’aiuto di qualche eminenza grigia.
Non è insignificante che in molti di questi contesti le fughe di notizie che bloccano le intercettazioni siano a vantaggio degli indagati e non degli investigatori.
Il governo dovrebbe, si, pretendere il rigore nella pubblicazione delle trascrizioni, ma prima ancora agevolare le indagini e non tentare di boicottarle.


 
Commenti dei lettori: 23 commenti -
Questo governo è ossessionato dalla giustizia. Le ultime tre righe sono sacrosante.
Scritto da Gianluca il 8/7/2011 alle 10:05
Questa volta sono completamente d'accordo col post.
Scritto da Una lettrice il 8/7/2011 alle 10:45
Caro Giuseppe, ti ho sentito dire qualche mese fa in una riunione affollata che la situazione di oggi è meno grave di quella del 1992 che tu hai vissuto da protagonista in Lombardia e poi anche drammaticamente e ingiustamente con Mani Pulite. Non sei un pò ottimista? Non vedi analogia tra oggi ed allora?.
Scritto da Giovanni Costa il 8/7/2011 alle 10:55
Questa sera a Cassano Magnago sarai intervistato sul tuo libro. Spero che si parli anche della nuova emergenza morale come hai fatto a Cairate 10 giorno fa. E' necessario. A proposito mi dici l'ora esatta dell'incontro?
Scritto da Iscritto Cairate il 8/7/2011 alle 11:25
Caro Giovanni, gli avvenimenti giudiziari degli ultimi mesi mi hanno reso più pessimista, o almeno pochissimo ottimista. Sulle analogie con gli anni 92/93 riporto le parole di Marco Follini, che condivido: "La Prima Republlica non finì per i suoi difetti. Finì quando cominciò a vivere i suoi difetti con protervia, senza più misura, in modi alle volte sfacciati. Fino a quando la coscienza aveva tenuto sulla corda le grandi forze politiche, la loro sorte era stata più sicura. Tutto scricchiolò non appena la coscienza smise di farsi sentire. Siamo ancora lì, qualche passo più indietro".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/7/2011 alle 12:06
Caro amico di Cairate, stasera parleremo anche di questo, ne sono certo. L'incontro si terrà alle 18.30 (al chiuso), presso l'area della festa del Borgorino, a Cassano Magnago. All'aperitivo parteciperà anche Enrico Letta, prima di trasferirsi a Varese alla festa provinciale che inizierà alle 21.00.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/7/2011 alle 12:10
La situazione inglese è pazzesca. Per soldi. L'italiana anche. Per potere. La gelatina avvolge. Con presidenti di regione che si vantano di fare da testimonial a stilisti che gli regalano i giubbotti. Una cosa piccola, nulla di illegale. Legittima. Ma che eticamente non mi piace. (PS: tre volte nella storia d'Italia alcuni socialisti sono andati a destra. Ed hanno sempre puntato ad essere imprendibili).
Scritto da FrancescoG. il 8/7/2011 alle 12:21
Gentile Adamoli, post interessante, che sfiora diverse questioni. Nelle intercettazioni di Bisignani qualche reato fa capolino? Lo deciderà la magistratura. Ciò che però ciascuno può constatare è che la maggioranza al potere in Italia si comporta come la corte di Francia dell'ancien regime. Ci sono le madame de Pompadour, il duca di Richelieu, il re, ed allora ci si chiede:è questa la nuova politica? O ancora:come possono questi, in tale situazione, operare davvero scelte in coscienza per il bene comune?Più probabilmente opereranno scelte per il loro bene,magari dei loro letti,magari della loro pensione, magari dei tycoon del cemento loro amici,scelte che però ricadono come macigni sui cittadini italiani e sull'Italia intera. E ancora:come è potuto accadere che la democrazia italiana toccasse tali e tanti vertici di bassezza? Certo questa disgraziata legge elettorale ha creato l'humus per una tale degenerazione, certo il berlusconismo imperiale, ma non basta, ci vuole anche spregiudicatezza, carrierismo,ignoranza, servilismo di giovani e meno giovani, donne e uomini.. Sul tentativo di limitare le intercettazioni poi, in un'Italia in cui almeno tre regioni sono in mano alla criminalità organizzata, ed altre (come la Lombardia ed il Piemonte),a sentire gli esperti, iniziano ad esserlo (chi non l'ha fatto si legga l'intervista al boss pentito Anacondia, apparsa su Sette del 7 luglio) si può solo dire che è pura follia, rischiamo di diventare come certi paesi sudamericani. Aggiungo che, dati alla mano, al contrario di quanto propala la demagogia di matrice berlusconiana, le intercettazioni sono il mezzo d'indagine meno costoso.
Scritto da Carlo il 8/7/2011 alle 13:01
Caro Adamoli. Le esprimo la mia semplicissima opinione, quasi elementare. Sono per le intercettazioni (utilissime, anzi fondamentali) ma non dovrebbero mai finire sui giornali in piena fase investigativa, eventualmente durante il momento processuale. Mi considero di sinistra ma che i giornali pubblichino anche i verbali della Polizia o dei Carabinieri qualche ora dopo l' interrogatorio di un imputato o di un qualsiasi testimone non è da Paese civile.
Scritto da Borghi S. il 8/7/2011 alle 13:28
Bello il brevissimo pezzo di Marco Follini riportato nella risposta delle12,06. L'accettazione di tutto ciò che avviene senza più la forza dell'indignazione è segno che la coscienza di moltissimi "ha smesso di farsi sentire".
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 8/7/2011 alle 13:49
In Gran Bretagna Cameron non sta reagendo con misure che inpediscano le intercettazioni telefoniche ma in Italia il governo ci sta provando da alcuni mesi. Quello che mi preoccupa è il lento sonno dell'etica. Ciò che dice @FrancescoG, che leggo con interesse, sono i piccoli compromessi che poi diventano grandi; questo mi preoccupa.
Scritto da Valceresio il 8/7/2011 alle 14:00
La nostra pazienza è messa a dura prova. Bossi deve inventare qualcosa.
Scritto da Bossiano doc il 8/7/2011 alle 15:24
@Carlo - No, questa non è la nuova politica. Se ne stanno accorgendo anche nel centrodestra. Siamo ormai ai titoli di coda. La domanda che mi faccio è se il berlusconismo cadrà con Berlusconi o gli sopravviverà. Questo interrogativo, a cui non so rispondere, richiederebbe un’opposizione forte, possibilmente unita, che si batta non per vincere con un voto di scarto ma per cambiare il governo del Paese attraverso una svolta del costume politico. Una profonda azione culturale, insomma. Si dice, abusando spesso di questa frase, che dove non arriva l’ottimismo della ragione bisogna provvedere con l’ottimismo del cuore. Proviamoci ma è dura.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/7/2011 alle 15:49
Si, anche secondo me l’unico campo nel quale si potrebbe e dovrebbe intervenire per legge è quello pubblicazione degli atti di polizia che diventano pubblici solo quando l’indagato assume la veste di imputato. Voglio però ripetere un concetto che avevo richiamato nel post. Nel caso di Napoli la fuga di notizie che ha dato il via alla pubblicizzazione di tutto quanto è stato probabilmente a danno degli inquirenti e a vantaggio di alcuni indagati.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/7/2011 alle 15:52
Con la illegalità così diffusa le intercettazioni sono indispensabili. Non si può girarci in giro. Chi non le vuole ha la coda di paglia. Anche se si chiama D'Alema.
Scritto da Sinistra orgogliosa il 8/7/2011 alle 16:49
Più di metà delle intercettazioni sono inutili. I dati quantitativi sono sbalorditivi rispetto alla media europea e agli Usa. Bisogna selezionare meglio e non gettare i solldi dalla finestra.
Scritto da Giorgio L. il 8/7/2011 alle 17:34
Condivido fino in fondo. Le intercettazioni vanno proseguite assolutamente.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 8/7/2011 alle 17:54
Giorgio L. solleva un problema reale. Si alle intercettazioni ma chi le autorizza deve assumersene la responsabilità nel senso di rispondere degli eventuali abusi.
Scritto da Franca il 8/7/2011 alle 23:24
Ritorno adesso dalla festa del Pd della Schiranna. Mia ha sorpreso che Letta non abbia dedicato neanche un pensiero a questi problemi che sono molto importanti. La questione morale per lui non esiste? Mi sembra fuori dal mondo. Non sembra anche a lei?
Scritto da G.V. il 8/7/2011 alle 23:56
Aggiungo che mi è sembrato un avvio di festa piuttosto scialbo. Pochi applausi, poca tensione partecipativa.
Scritto da G.V. il 8/7/2011 alle 23:58
Mi pare molto grave il caso dell'on. Milanese. I deputati contano poco ma lui era stato consigliere di Tremonti occupando una posizione chiave del potere ministeriale. Voglio vedere se la Camera concederà l'autorizzazione all'arresto. Da qui capiremo qualcosa di più nei rapporti di forza all'interno della maggioranza e del Pdl.
Scritto da Tombolini Augusto il 9/7/2011 alle 08:51
Se con le intercettazioni si facesse fuori metà Parlamento sarei contento. Un'altra parte dovremmo farla fuori noi con la nostra volontà. Chi è nominato dai capi romani, chi ha pochissimi meriti e fa solo il bauscia, quando non fa figuracce (ne abbiamo qualche esempio anche a Varese) non merita di stare a Roma.
Scritto da Giovane rottamatore il 9/7/2011 alle 09:25
@G.V. - Ieri sera Enrico Letta ha risposto alle domande del giornalista Alessandro Casarin sulla manovra economica del governo, sulle infrastrutture, sui costi della politica, sulle province. Non è stato interpellato sul rapporto politica-Giustizia. In merito all'inizio della festa regionale, devo dirti che, a differenza tua, sono soddisfatto. Malgrado il cattivo tempo il tendone era pressoché pieno. Sono convinto che la festa avrà un andamento in ascesa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/7/2011 alle 10:49
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