Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 28/7/2011 alle 09:26

 
 

Milano e la Lombardia sono stati decisivi nella politica italiana anche negli ultimi trent’anni. Il Psi di Craxi, “Mani Pulite”, la Lega, il berlusconismo, sono fenomeni nati qui che hanno avuto espansione o ripercussioni rilevantissime in tutta la penisola.
Se è vero che ha spirato un vento del nord nelle ultime elezioni amministrative, anche questo si è generato a Milano. La vittoria di Giuliano Pisapia su Letizia Moratti al primo turno ha avuto un effetto di trascinamento per i ballottaggi in tutta il nord. Clamoroso il rovesciamento dei risultati dati per scontati a Novara e a Pavia e in molti altri centri.
Ora il centrosinistra a Milano è alla prova del potere. L’esame più difficile riguarderà il volto urbano della città, la tutela dell’ambiente fisico, il recupero di una buona vita sociale,  il rapporto con gli enormi interessi immobiliari.
Il sindaco ha scelto la linea della continuità amministrativa per Expò 2015 (una grande sfida nazionale e mondiale) e la revisione  profonda per il Piano di governo del territorio (Pgt) che era appena stato approvato dal centrodestra.
Mi sento di difendere questa impostazione realistica ed insieme innovativa che è già sotto attacco. Il grande obiettivo è di consegnare ai cittadini un piano di sviluppo strategico del territorio che guardi a tutta la regione (e oltre) rafforzando la coesione sociale. E’ questo il ruolo di Milano in questo secolo.
Se ce la farà le elezioni generali del 2013 si terranno per il centrosinistra sotto i  migliori auspici. Altrimenti ci presenteremo con la propaganda gonfia ma con  le mani vuote.



Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 16 commenti -
Caro Giuseppe, ti illudi. La sinistra antagonista, da cui proviene lo stesso Pisapia, non lo farà governare bene. Stai tranquillo. si è già visto nella 2° riunione del consiglio comunale.
Scritto da Nicola il 28/7/2011 alle 09:53
Governare Milano è difficile se riusciamo qui ce la faremo anche a Roma quando ci toccherà. Boeri deve stare un pò quieto.
Scritto da Botta Carlo il 28/7/2011 alle 10:26
Caro Adamoli, tu sei un politico con una storia importante e nel contempo un buon osservatore dei fenomeni politici emergenti, ed allora dovresti aver notato da un po' che Milano è la cartina di tornasole del nuovo in politica, qui si sono affermati il nuovo corso socialista di craxi, il leghismo oltre i bar della provincia di varese, il berlusconismo sociale e politico. Ed ora? Ora il "popolo arancione" è un fenomeno nuovissimo, che si aspetta piena discontinuità dall'amministrazione Moratti, e lo conferma il successo avuto ai Milano dai referendum cittadini. C'è nell'aria un bisogno di partecipazione diffuso alla vita politica, che è la reazione a diverse crisi (crisi energetica, ambientale, finanziaria, economica e sociale), ed insieme espressione di un bisogno di verità di tanti sull'economia, sulle oligarchie finanziarie che controllano molto di questo paese, sull'ambiente, che trova informazioni in rete, datosi che i vecchi media non sono più considerate fonti attendibili. Un fenomeno imponente, che prima o poi gli psicologi sociali, i sociologi ed i politologi inizieranno a studiare. Se il centrosinistra nazionale ed il comune di milano ne rigetteranno le istanze in nome di una qualche realpolitik è facile prevedere che andranno incontro ad una sonora sberla, ad un fallimento elettorale epocale. Una nuova opinione pubblica, con valori nuovi ed antitetici a berlusconismo e leghismo, che non è possibile comprendere soltanto seguendo le tradizionali categorie di destra, sinistra, centro, è finalmente presente in Italia, sta al centrosinistra aver coraggio e seguirne l'onda e vincere, o aver paura del nuovo e perdere. Se l'expo sarà l'expo del Partito del Cemento, credimi, Pisapia avrà fatto il suo primo grande errore politico.
Scritto da Carlo il 28/7/2011 alle 10:45
Compito di una nuova amministrazione NON è disfare ogni casa realizzata dai predecessori, ma fare il bene della città. Fare l'EXPO, fare bene l'expo, è il bene della città...avanti quindi. Quanto al PGT qualche ripensamento è utile, buttare tutto a mare (o nel Naviglio) è pura follia. Piaccia o no a qualcuno. Pisapia mi pare si sia mosso bene in questa direzione.
Scritto da Fabrizio Piacentini il 28/7/2011 alle 11:01
Leggete l'articolo di oggi di Rossella Verga sul Corriere di Milano e vi renderete conto della situazione difficilissima di Pisapia. Bisogna sostenerlo senza esitazione.
Scritto da Lucky il 28/7/2011 alle 12:09
La continuità amministrativa sull'Expò andava salvaguardata. L'importante è non cedere alle brame degli speculatori.
Scritto da Lucianone il 28/7/2011 alle 13:20
@Carlo - L'expò non deve essere quella del partito del cemento. L'altro ieri a Milano ho parlato con alcune persone che conosco bene e che fanno parte dello staff di Pisapia. Mi hanno assicurato che così non sarà. D'altra parte mi hanno confermato che non c'erano margini per una scelta diversa, salvo l'affossamento dell'intero progetto. E' questa una realpolitik da rifiutare? Rispondo di no. Ho avuto un'intensa esperienza anche nel campo dei lavori pubblici e dell'urbanistica (che non cito per sintesi) ed ho imparato che nell'attuazione dei "protocolli" c'è un ampio spazio di legittima interpretazione e correzione. Ho fiducia che il sindaco ne farà un uso accorto nell'interesse generale della città. Il vero banco di prova della discontinuità sarà la revisione del Pgt.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/7/2011 alle 13:51
Caro Giuseppe, su Milano il centrosinistra si gioca tutto. Si gioca la prospettiva di recuperare il Nord ad una visione politica capace di unire solidarietà a sussidiarietà in modo lontano dal becero sentimento “secessionista” della Lega. Si gioca la possibilità di conquistare il resto del Paese alle prossime politiche in ragione di idee capaci di modernizzare veramente questo nostro stanco Paese. Si gioca tutto anche il PD perché al di là di Pisapia il PD deve dimostrare di avere una classe dirigente all’altezza delle sfide amministrative e contemporaneamente di essere capace di produrre una politica veramente riformatrice attenta al portafoglio dei milanesi, ma anche a dove batte il loro cuore. Milano è una metropoli di “frontiera” per certi versi. E’ un luogo dove si può sperimentare nuove politiche perché lì ci sono le risorse economiche ed umane per farlo e perché lì ci sono bisogni vecchi e nuovi di una umanità vecchia e nuova nello stesso tempo, una umanità di cambia e si rinnova in continuazione. Ma Milano è anche un luogo che suscita reazioni. Al craxismo imperante, alla Milano da bere rispose, nel contado e nelle valli, il leghismo con le sue volgarità, ma anche con il pragmatismo degli amministratori dei piccoli comuni. E, dopotutto, l’Italia è ancora il Paese dei municipi e non delle metropoli europee.
Scritto da roberto molinari il 28/7/2011 alle 13:55
Dò ragione a @Fabrizio Piacentini. Bisogna mettere insieme continuità amministrativa (sull'expò non se ne poteva fare a meno) e discontinuità politica sulle nuove intraprese. Milano offre mille possibilità che possono e devono essere sfruttate.
Scritto da Giacomo il 28/7/2011 alle 14:02
Mi spiace doverlo sottolineare ma a Milano uno come @roberto molinari ipotetico (per carità) segretario politico del pd, non avrebbe mai sostenuto Pisapia ma un uomo di apparato. E avremmo perso anche lì. Ai bei ragionamenti bisogna far conseguire qualche gesto, non dico coraggioso, ma almeno un po' innovativo.
Scritto da una rotrtamatrice il 28/7/2011 alle 14:21
Il riformismo lombardo sta facendo qualche falla. Perchè no, allora, dare fiducia alla sinistra? Occorre una buona operazione di "mediazione" e la figura di Tabacci e l'intelligenza di Pisapia la possono garantire. Sono d'accordo con la risposta data a @Carlo (anche se i suoi timori sono comprensibili). Non penso che con Pisapia ci sia la Milano del cemento però occorre ragionevolezza e buon senso. Come in tutto del resto.
Scritto da Ex democristiano il 28/7/2011 alle 14:42
"Altrimenti ci presenteremo con la propaganda gonfia ma con le mani vuote". E' una conclusione che sottoscrivo. Ho fiducia in Pisapia e nella sua squadra.
Scritto da Caravati Piero il 28/7/2011 alle 15:01
@Carlo colpisce giusto. La svolta a Milano non si vede, neanche col binocolo.
Scritto da Un arancione il 28/7/2011 alle 15:34
@Roberto Molinari chiude il commento sottolineando "il pragmatismo degli amministratori dei piccoli comuni. E, dopotutto, l’Italia è ancora il Paese dei municipi e non delle metropoli europee". Sono d'accordo con lui. Mi sposto dalle vicende milanesi e voglio segnalare che Legautonomie ha realizzato, recentemente, un'indagine sulla rappresentanza degli enti locali a livello locale e nazionale, intervistando un campione di 160 sindaci (campione casuale ma rappresentativo della ripartizione geografica e del numero di abitanti). Ebbene, il 54% dei sindaci intervistati giudica il federalismo municipale in maniera negativa, solo il 17% sostiene che la legge approvata in Parlamento vada tenuta mentre il 30% (non poco) è indeciso. Rispetto, invece, alla proposta di riforma costituzionale che preveda la realizzazione di un Senato delle Autonomie, il 43,9% la giudica molto positiva ed il 39,2% abbastanza positiva. Un buon numero, quindi, che guarda con favore alla costituzione di un Senato composto in modo misto da esecutivi regionali, sindaci e presidenti di provincia (41,6%). Tale risultato mette in luce l’esigenza, da parte delle amministrazioni comunali, di avere un peso maggiore e un accesso diretto alle risorse. Conferma tale trend anche quel 21,9% che vorrebbe al Senato delle Autonomie membri eletti direttamente dai cittadini, in fase di elezione dei Consigli regionali. L’indagine è interessante. Nonostante sia stata diffusa il 13 luglio, chi fosse interessato la trova ancora sull’home-page del sito della Legautonomie. Mi permetto di aggiungere anche che i “piccoli Comuni” (popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) sono 5.683 e costituiscono il 70% dei Comuni italiani (fonte “Atlante Piccoli Comuni 2011”, Ifel Anci). Questi sono una vera ricchezza in quanto favoriscono un’identità comunitaria ove prevale, più facilmente, il sentimento di appartenenza ad un insieme di valori e ad una storia collettiva. La cosiddetta “identità locale” che non è (e non deve essere) patrimonio propagandistico della Lega Nord.
Scritto da Mafalda il 28/7/2011 alle 16:41
Saranno anche importanti i piccoli comuni ma il "vento del nord" ha preso forza da Milano. E' qui che il Pd darà il segno dell'innovazione o della conservazione, visto che la maggior parte della sinistra è nei fatti conservatrice.
Scritto da Ardo V. il 28/7/2011 alle 17:30
@Roberto Molinari e @Mafalda - Sono convinto dell'importanza dei piccoli comuni anche a difesa delle identità locali. Tanto è vero che sono sempre stato per un efficiente "accorpamento delle funzioni", mentre le fusioni intercomunali, che ritengo positive, non possono risolversi in una violenza della volontà dei cittadini. Sul Senato delle Autonomie, la cosa strana è che tutti i partiti a parole sono d'accordo. Siccome non lo sono i senatori non se ne fa niente. Ci vorrebbe un bel referendum propositivo e vincolante, ma questa purtroppo è fantasia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 28/7/2011 alle 17:56
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