Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/9/2011 alle 17:34

 


Matteo Renzi, sindaco di Firenze e “rottamatore” per antonomasia è diventato un fenomeno mediatico e politico.
Non per gli scandali e altre amenità del genere, per fortuna. E’ un fatto positivo.
Due frasi di un’intervista sul Corriere hanno scatenato molte reazioni: “Siamo pronti (plurale maiestatico) a misurarci alle primarie per il leader della futura coalizione di centrosinistra.…La maggioranza degli italiani pensa che gli attuali protagonisti abbiano esaurito il loro compito”.
Ma Renzi potrà concorrere alle primarie? Lo Statuto del Pd parla chiaro. Qualora  ci saranno, alle primarie parteciperà solo il segretario nazionale. Difendo fermamente questa norma. In Europa il candidato premier è il leader del partito più forte. E’ giusto che sia così.
Immaginate una elezione primaria alla quale Renzi battesse Bersani, sarebbe il caos. E potrebbe Bersani rinunciare alle primarie? Certo che si, ma questo sarebbe comprensibile solo nel caso in cui tutta la coalizione decidesse per un altro candidato premier.
Conclusione logica. La definizione della leadership della coalizione (con annesso progetto e programma) è un problema reale da affrontare e risolvere.
Questa è una debolezza del centrosinistra che non consente al Pd di crescere nei sondaggi malgrado la discesa dell’affidabilità di Berlusconi.
 
 
 
Commenti dei lettori: 41 commenti -
Si cambino regole non adeguate agli eventi in corso. Questo Pd è vecchio e statico. Renzi una fra le poche alternative credibili. Ma Voi non ve ne accorgete, sempre lì con il vostro "bilancino politico", dentro una logica politica vecchia di 40 anni.
Scritto da paperoga il 3/9/2011 alle 18:02
Non condivido completamento il tuo apprezzamento di Matteo Renzi. Lo considero però anch'io una persona valida di cui parleremo molto in futuro.
Scritto da Brielli Giuseppe il 3/9/2011 alle 18:10
Caro Paperoga, sono online e quindi ti rispondo subito. Forse mi sono spiegato male, ma io considero positivo il "fenomeno" Renzi . Sulla sua partecipazione alle primarie per guidare il centrosiistra non si tratta però soltanto di un problema di regole ma di sostanza. Non c'entra per niente "il bilancino politico". Abbiamo un segretario che milioni di elettori hanno votato. Se il Pd concorda su un altro candidato premier e se questo è Renzi, benvenuto Renzi. Altrimenti non c'è che una strada. Il Pd elegga un altro segretario prima delle elezioni e Renzi partecipi alla competizione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/9/2011 alle 18:20
In tutta Europa il problema non si pone nemmeno. Il leader del partito maggioritario diventa automaticamente il candidato premier. Qui la coalizione rende tutto più difficile. Di Pietro e Vendola vogliono le primarie. Casini, che potrebbe essere della partita, non le vuole. Se ci saranno, è chiaro che il segretario del Pd debba partecipare. Sennò che leader è, sarebbe solo un burocrate.
Scritto da Roseto senza rose il 3/9/2011 alle 18:35
Aggiungo che personalmente preferirei Renzi a Bersani, ma prima diventi il capo del partito di maggioranza della coalizione come in tutti i Paesi democratici..
Scritto da Roseto senza rose il 3/9/2011 alle 18:36
Ai bei tempi (sic!) della "Milano da bere", andava di moda un film dal titolo sexy-accattivante: SOTTO IL VESTITO NIENTE. Non era un gran film e non mi pare sia entrato nelle cineteche, ma il titolo PIACEVA. Chissà perchè quando leggo Renzi mi viene in mente quel titolo...
Scritto da roberto caielli il 3/9/2011 alle 18:51
Nell'intervista linkata, che non avevo letto, Renzi dice rispondendo al giornalista: «Una proposta sul finanziamento dei partiti. Basta barzellette tipo rimborsi per le legislature finite in anticipo o rimborsi a partiti chiusi come Margherita e Ds. Tagli alla stampa di partito. Trasparenza assoluta sui finanziamenti". Mi pare una proposta interessante, o no?
Scritto da Elisabetta C. il 3/9/2011 alle 19:16
Sono un sostenitore delle primarie a livello locale e per il leader del Pd ma per il leader della coalizione sono una balla. Se Di Pietro e Vendola vogliono capeggiare la coalizione si mettano insieme e diventino i primo partito.
Scritto da Pd Pavia il 3/9/2011 alle 20:23
Giuseppe, scusami, Matteo Renzi ha sempre stampata in faccia “quell'espressione un po’ così che hanno loro che hanno visto Arcore” o hai scelto la peggiore in stile "Il Giornale" di feltriniana memoria?
Scritto da Filippo Valmaggia il 3/9/2011 alle 20:29
Il problema non è Matteo Renzi, il “rottamatore” (il termine la dice lunga sulla svalutazione del concetto di dignità umana), ma la società italiana che si riconosce nei suoi comportamenti. Il giovane sindaco di Firenze corrisponde appieno ai canoni attuali della politica: è intraprendente, ha un aspetto gradevole, ha successo, soprattutto fa politica nascondendosi dietro l’antipolitica che tanto piace alla gente. Chi si meraviglia della sua ascesa e dell’attenzione che gli dedicano i giornali è perché non conosce la mutazione antropologica che la cultura dell’individualismo e del consumismo ha provocato negli italiani attraverso il braccio armato della televisione che ha plasmato una nuova società in cui successo, denaro e piacere hanno sostituito i tradizionali valori di giustizia, solidarietà, abnegazione. La “fiction” che richiama l’attenzione di milioni di telespettatori si basa su una visione distorta della realtà da parte di pochi che la impongono a una sterminata moltitudine deprivata di senso critico. L’individualismo, il “prima vengo io”, l’ “aiutati che dio ti aiuta”, hanno sancito la netta contrapposizione tra “noi” e “loro”, tra la gente e il potere, tra un’opinione pubblica disinformata e la politica, percepita come estranea ed ostile, da “rottamare” appunto. In questo senso aveva visto giusto Marshall McLuhan con l’affermazione che “il medium è il messaggio”, cioè il mezzo di comunicazione ha in sé il potere di suscitare negli spettatori una “forma mentis”, modi di pensare e comportamenti predeterminati. Siamo liberi ma la nostra libertà è condizionata dallo strumento che ci informa e ci “educa”. La crisi delle grandi agenzie educative (famiglia, chiesa, scuola, associazione, partiti) sta cambiando la qualità della nostra civiltà e, di conseguenza, sta capovolgendo il senso della politica. In fondo Berlusconi, Bossi, Di Pietro non hanno anch’essi usato dell’antipolitica per gestire la politica? Non si è ancora capito che la democrazia, prima che un modo di governo, è una forma di civiltà che può anche decadere se la società non se ne cura. Non importa chi è Renzi, “basta che funzioni”, perché la politica non ha altro fine che quello di vincere. Che tipo di società vogliamo costruire è irrilevante, che il benessere non coincida con il possesso dei beni materiali non lo crede più nessuno, che il “capitale sociale” (l’insieme di principi, valori, relazioni che tengono insieme la comunità) venga disperso non fa notizia, che la società si frammenti e le famiglie si disgreghino è un evento imponderabile su cui non possiamo fare niente. I partiti pagano lo scotto di non fare cultura e formazione, di non avere un progetto che comporti l’esistenza di riferimenti obiettivi per il nostro impegno. Se il problema della politica è “vincere” perché disdegnare l’arrivismo, il linguaggio sensazionale che richiama l’attenzione dei giornalisti, veri “guru” del nostro tempo, la rottamazione dell’avversario e dell’amico, la commistione tra affari e politica, lo stesso sistema delle tangenti funzionale a far vincere il partito e i candidati ? Gli onesti sono soltanto dei poveracci che non hanno capito come va il mondo, non fanno notizia, sono perdenti e fanno perdere. La politica è lo specchio deformato (ma non troppo) della società in cui tutti noi ci rispecchiamo. A chi vince tutto si perdona e tutto si dimentica. Così decadono le civiltà e tramontano gli Stati. Camillo Massimo Fiori
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 3/9/2011 alle 20:49
Renzi non piace ai "Padroni del vapore" perchè è imprevedibile ed un po' guascone. Va ad Arcore, se gli serve ed in politica non cita mai Berlusconi. Questo è un messaggio di indubbia novità che fà tremare "i soliti noti" Non ama SEL e Di Pietro e tutti i"sederi di piombo" della sinistra italiana. Paradossalmente è stimato e simpatico all'altra parte della barricata. Chi può permetteresi di perderlo?
Scritto da Fabrizio Piacentini il 3/9/2011 alle 21:40
Cara Elisabetta, su questo punto condivido Renzi sottolineando però che la sua è solo un'intenzione. Il finanziamento pubblico dei partiti va totalmente rivisto. Negli ulimi 20 anni è aumentato enormemente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/9/2011 alle 21:55
Caro Filippo, se la tua domanda si riferisce alla foto, ti dirò che l'ho scelta perchè mi sembra rappresentare bene la personalità di Matteo Renzi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/9/2011 alle 22:06
Credo vi sia bisogno di giovani incendiari non di maggiordomi... Non e' antipolitica dire che bisogna rottamare. E' politica radicale che si puo' condividere o meno. Il E' forse un po' netto dire che il leader del partito deve essere leader del governo..ci vuole il curriculum giusto, la storia dei leader italiani non e' la stessa di quelli stranieri, Andreotti e' stato capo del governo un po di volte ma non e' mai stato leader DC. Secondo me le primarie sono utili. Il PD sembrerebbe meno casta.
Scritto da andreus il 3/9/2011 alle 22:52
Il pensiero di @Camillo Massimo Fiori è sempre molto profondo ed articolato, mai superficiale. Per me è sempre piacevole leggerlo, ho sempre, e dico sempre da imparare. Su Renzi dice cose giuste e vere ma io non sottovaluterei affatto il giovane Sindaco di Firenze, non è solo e semplicemente il 'bel prodotto' di una crisi e di una società decadente. Mi pare ci sia di più.
Scritto da paolo rossi il 3/9/2011 alle 23:22
"Conclusione logica. La definizione della leadership della coalizione (con annesso progetto e programma) è un problema reale da affrontare e risolvere". Secondo me siamo già quasi fuori tempo massimo.
Scritto da Iscritto Busto il 3/9/2011 alle 23:44
Ho letto, di recente, un articolo sulla filosofa ungherese Agnes Heller, che viene definita la “filosofa dei bisogni radicali”. La Heller, già nell’opera “Sociologia della vita quotidiana” (1975), affermava che i bisogni fossero il punto di partenza per comprendere le trasformazioni sociali nonché il terreno di scontro tra soggettività e potere. Successivamente elaborò una vera e propria “teoria dei bisogni”, suddividendoli in tre macro-categorie: 1) quelli di tipo esistenziale, quantitativi e correlati alla sopravvivenza come il cibo, il riposo e la riproduzione; 2) quelli fondamentali o radicali, qualitativi ed attinenti la radice stessa della natura umana quali l’introspezione, l’amicizia, l’amore, il gioco e la convivialità; 3) quelli indotti o alienati, quantitativi ed illimitati, derivanti dalla società competitiva che l’uomo si è costruito, come l’esigenza di potere, di possesso di denaro e di accumulazione. Quest’ultimi crescono in misura più che proporzionale rispetto al soddisfacimento e sono in netta antitesi con i bisogni radicali e fondamentali. Questo per dire che condivido il commento di @Camillo Massimo Fiori. Il vero problema della nostra epoca è lo scarto tra i tempi obiettivi dei cambiamenti e quelli soggettivi della percezione di questi. Tutto si svolge molto – troppo – velocemente. Applicando ai nostri tempi la famosa teoria del sociologo McLuhan “il mezzo è messaggio” (richiamata dallo stesso Fiori) mi viene da pensare che il mezzo sia così veloce al punto che il messaggio nemmeno ci giunge in quanto disintegrato.
Scritto da Mafalda il 3/9/2011 alle 23:44
Non ho mai creduto che un uomo da solo risolva tutto.Questo è nella cultura di destra.La lega ha il suo capo,nel pdl il famoso ,ghe pensi mi, dice tutto.Credo che la democrazia sia altro e servano più uomini che decidano nel centrosinistra.E' il PROGETTO che conta non "l'uomo".Il leader serve per unire e guidare.Le primarie sono importanti e Milano' la Puglia, Firenze lo dimostrano.I cittadini hanno scelto con le primarie prima, col voto poi,il PROGETTO, e chi doveva guidarlo. E si è vinto!
Scritto da marco zaccaria il 3/9/2011 alle 23:45
Sono per le primarie, in generale e per tutti i partiti, ma attenti: i leader non s'inventano con le primarie, si scelgono, prima bisogna che ci siano in natura.
Scritto da Umbertone il 3/9/2011 alle 23:50
Giuseppe, grazie a te per questo post e grazie @Camillo Massimo fiori per il suo commento: un’analisi impietosa quanto veritiera della palude in cui giorno dopo giorno siamo stati risucchiati. Fosse il preambolo di un “manifesto per la rinascita” lo sottoscriverei riga per riga, parola per parola. C’è in questa analisi un quadro esatto dell’Italia che non voglio, è descritto con minuzia di particolari il sistema di anti-valori che costituiscono la melma viscida che ci fa scivolare sempre più in basso...fino al tramonto della democrazia...della civiltà. Ne sono convinto da sempre...non potrà essere un nuovo Berlusconi (che entri in scena da destra o da sinistra poco importa ) a bonificare la palude, non potrà essere un “animale politico” che si nutre ed ingrassa col fango in cui noi tutti invece rischiamo di affondare, a distruggere quello stesso fango. Non sarebbe vero cambiamento, ma il classico “cambiare tutto per non cambiare niente”. Non mi incantano le liste di guasti di questa Repubblica che ci propinano i vari “grilli parlanti ” , anche se accompagnate da altrettanto lunghe liste di proscrizione di privilegi o appannaggi. No, a me tutto ciò non basta più...non mi interessa vincere se la vittoria non è per il cambiamento, se la vittoria non è in nome degli ultimi,dei poveracci, degli onesti, degli oppressi; non mi interessa vincere se la vittoria non è in nome della pace ( contro le spese folli per riempire arsenali di bombe “intelligenti” da scaricare su popolazioni inermi ) . Non mi interessa una vittoria che non sia in nome della difesa del pianeta, della sua terra fertile, della sua acqua pura, del suo cielo limpido, dei suoi ghiacciai azzurri; non mi interessa una vittoria che non porti a ribaltare le priorità, che non metta il lavoro, la dignità e la sicurezza del lavoro al primo posto. Non mi interessa una vittoria che non sia finalizzata a ridare dignità e ruolo alla scuola, alla famiglia,alla ricerca, al volontariato, al concetto di bene comune, alla nostra vita. Non mi interessa una vittoria che non sia in nome della collaborazione tra i popoli, dell’ amicizia tra diversi, dell’ amore per l’umanità, quella più vera, che la felicità non la cerca nei bagliori della ricchezza, ma nel calore della solidarietà.
Scritto da giovanniderosa il 3/9/2011 alle 23:59
@Camillo Massimo Fiori - In altri termini, alcuni anni fa, molti di noi dicevano che Berlusconi aveva vinto, prima che nelle urne, nel cuore e nelle menti della maggioranza degli italiani con le sue Tv ed iniziative editoriali. L’evoluzione sociale simile a quella da te descritta è avvenuta però, sia pure in forme e misure diverse, in tutto il mondo occidentale. Da qui l’espressione “pensiero unico” che in Italia ha conosciuto una pessima declinazione. Un partito di centrosinistra dovrebbe abbracciare un orizzonte di formazione culturale e allo stesso tempo esprimere un progetto e una leadership per l’immediato. Da una parte, bisognerebbe tentare di raffreddare i “bisogni indotti dalla società competitiva”, richiamati da @Mafalda. Dall’altra parte, bisogna vincere per cambiare profondamente almeno la condizione politica, come asserisce @Giovanni De Rosa. Stretti in questa tenaglia credo sia utile valorizzare ogni energia che sia in grado di competere in questa società dell’immagine. In questo senso ho parlato di Matteo Renzi. Su una sola cosa ti chiederei di aiutarci a riflettere: nel mondo di internet anche i giornali e i giornalisti stanno perdendo peso specifico nel plasmare la “forma mentis”. Forse si aprono prospettive nuove per una comunicazione politica più vera e genuina. Il resto appartiene alle grandi agenzie formative da te citate.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/9/2011 alle 09:44
Matteo Renzi è una risorsa da non sprecare. Sarebbe un errore clamoroso che possa o non possa essere lui il leader della coalizione (io ho dei dubbi).
Scritto da Luigino il 4/9/2011 alle 09:59
A margine del tema proposto dal post e, magari in parallelo, ma senza forzatura alcuna o tentativo di paragoni. Seguivo altri blog dove, assieme al toscano Matteo Renzi, si cita(va) con altrettanto entusiasmo ed intensità come interessante "novità" anche il lombardo Pippo Civati.
Scritto da Carlo A. il 4/9/2011 alle 10:32
Un pò di pepe sulla coda per i capi del Pd ci vuole. Renzi serve alla bisogna.
Scritto da Bernasconi Luisa il 4/9/2011 alle 11:00
Se si vuole conquistare la leadership della coalizione si conquisti prima quella del Pd. Un esempio Idv e Sel presenteranno alle primarie se ci saranno Di Pietro e Vendola non i comprimari. Stiamo parlando della più alta carica del governo.
Scritto da Caravati Piero il 4/9/2011 alle 11:07
Sottoscrivo il commento amaro e deluso di @Giovanniderosa.
Scritto da Vittorio il 4/9/2011 alle 11:36
Credo che il punto debole di partenza in che è "diventato un fenomeno mediatico e politico" sta tutto nel continuare a vedere"un solo uomo al comando", quello che da SOLO con le proprie capacità può risolvere tutti i problemi. Sarà questo quello che vuole "il poppolo" di oggi ma mi sembra una soluzione già sconfitta in molte parti del pianeta.
Scritto da A .Vaghi il 4/9/2011 alle 11:53
Grazie alla passione per il caffè e alla congenita resistenza ai colpi di sonno ho portato a termine la lettura dell’intemerata di Camillo Massimo Fiori. E bene ho fatto. L’explicit di quel brodo si rapprende in una considerazione che merita un approfondimento. “Decadono le civiltà” quando viene a mancare il senso di un Destino comune e un leader che sappia interpretarlo e che sappia guidare verso il futuro. Il progresso è “civiltà viva”, e non decadente, se alla base c’è la Tradizione. Nessuna società ha mai prosperato dimenticando il sapere accumulato nel corso di generazioni. In tutto questo sono prossimo a Toynbee più che a Spengler, il quale vedeva declinare la civiltà alla sua acme: “D’un tratto si irrigidisce, muore, il suo sangue scorre via, le sue forze sono spezzate, essa diviene civilizzazione”. Per sfuggire al pessimismo del tedesco mi rifugio in Sofocle: “Molti sono i prodigi e nulla è più prodigioso dell’uomo, che varca il mare canuto sospinto dal vento tempestoso del Sud, fra le ondate penetrando che infuriano d’attorno, e la più eccelsa fra gli dei, la Terra imperitura infaticabile, consuma volgendo l’aratro anno dopo anno e con l’equina prole rivolta. […] Doma con le sue arti la fiera che ha silvestre covile fra i monti e piega al giogo il collo del cavallo d’irsuta criniera e dell’infaticabile toro montano. E apprese la parola e l’aereo pensiero e impulsi civili e come fuggire i dardi degli aperti geli e delle piogge. D’ogni risorsa è armato, né inerme mai verso il futuro si avvia: solo dall’Ade scampo non troverà”. L’Uomo di Sofocle è l’uomo organico, non l’individuo perduto. E’ parte di un Ordine, non particella convulsa. E sono gli dei ad accompagnarlo. Spero, anche solo per un attimo, di avere distolto la vostra attenzione da quel fesso di Renzi.
Scritto da Filippo Valmaggia il 4/9/2011 alle 11:59
@Andreus - Un sola osservazione su Andreotti. Non credo che il paragone sia possibile. Allora vi era una grande stabilità politica ma i Presidenti del Consiglio cambiavano rapidamente. Comandavano i partiti, i governi erano l’espressione dei loro equilibri interni. Credo che tu conosca bene l’Europa ma non penso che tu possa citarmi un grande Paese nel quale non assurga al potere il leader del partito che vince le elezioni. Dal mio punto di vista quando si sceglie il segretario nazionale, addirittura con le primarie, bisogna avere in mente questo possibile e concreto obiettivo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/9/2011 alle 12:06
eh, avvenisse davvero, sarei in difficoltà : ho sempre votato "bene", come si diceva una volta, ma fosse Renzi il capo della coalizione, non potrei votarlo...e chi potrei votare ? il non voto mi ripugna...ma Renzi MAI. in compenso però, un renzi che lasci aFirenze e corre -perdendole-alle primarie, otterebbe 2 piccioni con una fava .
Scritto da marco il 4/9/2011 alle 13:37
Il becco di Paperoga è impareggiabile. Chiama Adamoli il vate e fa incazzare Rossi. Perfido con tutti e due. Renzi è come Paperoga?
Scritto da Frank Slade il 4/9/2011 alle 14:00
Su Renzi mi limito ad osservare che la sua “rottamazione” è stata un’abile mossa di marketing politico grazie alla valenza evocativa del termine, che rimanda ad una serie di coppie di concetti contrapposti (vecchio/nuovo, efficace/inefficace, giovane/vecchio, positivo/negativo, etc.), assicurandogli un efficace posizionamento di lunga durata. Non a caso, ho citato il marketing, che insieme ai media è considerato, a mio parere a torto, uno dei mali della nostra epoca. Devo dire che non sono molto d’accordo con @Camillo Massimo Fiori, non tanto con la teoria della “mutazione antropologica” che lui espone, quanto sulle sue conclusioni. Infatti, Fiori, ripercorrendo i passi di Horkheimer, Adorno, Marcuse e Habermas, indica nei media e nell’industria culturale le subdole “armi di manipolazione di massa”, con le quali il “sistema” svolge la propria funzione ideologica, inducendo i bisogni ed inculcando i propri valori (individualismo, consumismo, etc.) al solo scopo di conservare se stesso. Le conseguenze di tutto questo consisterebbero, secondo Fiori, nell’inevitabile crisi di civiltà e di senso, tipica della società in cui viviamo ed i cui primi sintomi sono la crisi delle grandi “agenzie educative”, la libertà condizionata, i comportamenti predeterminati, la politica privata di progettualità e la dispersione del “capitale sociale”. Il limite che trovo in questa tesi è che anch’essa sottende il rimando evocativo a concetti contrapposti, come il bene e il male: da un lato il capitalismo distruttivo della civiltà, dall’altra un’astratta e supposta “società ideale” defraudata dei suoi valori e principi. Paradossalmente, un mito, quello del progresso, accomuna ideologicamente tanto i sostenitori acritici del “pensiero unico” liberista, quanto i suoi oppositori critici. Una solo differenza fra loro: il modo di intendere questo progresso. Il problema irrisolto, invece, a mio parere, è sempre quello della inadeguatezza dei nostri strumenti categoriali ed interpretativi, l’incapacità di capire e stare nel cambiamento, non limitandosi a giudicarlo, come fa Fiori, ma imparando ad elaborare nuovi indirizzi. Come giustamente scrive @Mafalda, “il vero problema della nostra epoca è lo scarto tra i tempi obiettivi dei cambiamenti e quelli soggettivi della percezione di questi”. Infatti, il cambiamento, di per sé, non è buono o cattivo, giusto o ingiusto, bello o brutto, positivo o negativo. Semplicemente il cambiamento è la nostra realtà e, rispetto ad esso, dobbiamo permanentemente ristrutturare le nostre risposte, senza limitarci ad un atteggiamento di “resistenza”.
Scritto da Leonardo C. il 4/9/2011 alle 15:57
Caro @Frank Slade a me Renzi piace, e da tempo, Paperoga non mi fa arrabbiare, è simpaticissimo anche se, a volte, mi bacchetta a dovere.
Scritto da paolo rossi il 4/9/2011 alle 15:57
Bella discussione, non se adatta ad un blog ma bella. Non vorrei essere accusato di accondiscendenza col padrone di casa ma la sua replica delle 9.44 mi convince molto.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 4/9/2011 alle 17:21
Sono Davide Ennam figlio di Claudio Ennam. Ma ci sono due valmaggia per caso? No perché sennò ditelo. Qui ho letto il suo ultimo commento e l’ho trovato interessantissimo. Sono ben lontano da pensarla come lui ma ammetto la sua grande capacità di interessare e di spiegare le cose. E’ proprio colto e scrive benissimo. Ma poi c’è un valmaggia che battibecco con una altra utente da un’altra parte che fa dubitare della sua intelligenza e grande cultura. Come si fa a dare retta a certe sciocchezze? Ma si diverte? Ma non vede con chi ha a che fare? E se fosse tutto combinato? Questi blog a volte sembrano taroccati. Senza offesa per chi li amministra, magari è un modo per creare più interesse e attirare più pubblico.
Scritto da Claudio Ennam il 4/9/2011 alle 17:46
Vorrei spiegare meglio quello che voglio dire. E se uno come valmaggia ma non solo lui scrivesse a comando? Cioè su un blog fa la parte della persona seria, colta, interessante. Dall’altra invece fa il goliardico, ride scherza e scrive sciocchezze. Fateci caso, io osservo molto ed è solo la seconda volta che scrivo, valmaggia per esempio ha ottimi rapporti con paolo rossi e anche con il signor adamoli. Sempre lì a farsi i complimenti e a darsi del tu. La mia teoria è che ci sono personaggi chiamti per scrivere e per interessare. Dei professionisti insomma. Ce ne sono anche altri secondo me ma valmaggia è quello che salta più all’occhio. Davide
Scritto da Claudio Ennam il 4/9/2011 alle 17:49
Ennam, Valmaggia ha il problema che abbiamo tutti noi maschietti. In caserma diciamo che tira di più …. che un carretto di buoi che trasporta tutte le opere di Sofocle. Basterebbe debellare tutte le araneidae prima che la loro tela imprigioni tutto il genere maschile. Non tutti ci riescono.
Scritto da Frank Slade il 4/9/2011 alle 20:43
Ha fatto il Presidente della Provincia Di Firenze. l'ha fatto bene ? Sta facendo il Sindaco di Firenze: lo sta facendo bene ? Se sì . Lo si giudichi su questo. Poi se è abile ad usare i mass media che male c'è ? Non credo neppure io ad un uomo solo al comando, ma le persone normali si aspettano politici che parlano chiaro e risolvono o tentano di risolvere i problemi. Poi se ci mettiamo a " far l'esame del sangue a tutti" qualche valore sballato lo troviamo sempre
Scritto da giovanni barbesino il 4/9/2011 alle 23:37
@Davide Ennam figlio di Claudio (precisazione dovuta) - Voglio rassicurarti, i blog non sono taroccati e @Filippo Valmaggia non è un giornalista. E' una persona che conosco da parecchi anni e che ho invitato a scrivere su questo blog con libertà, malgrado le sue idee siano contrastanti con le mie. Credo che capiti a tutti di alternare pezzi seri e pezzi, diciamo, più leggeri. Lui lo fa con maestria e questo mi basta. Ciascuno darà poi il suo giudizio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/9/2011 alle 23:48
Caro Giuseppe, concordo pienamente con la tua analisi. Un saluto, Riccardo
Scritto da Riccardo Genovesi il 5/9/2011 alle 12:24
A Renzi piace far prendere aria alla bocca... Almeno si guadagna i 20 secondi di gloria sul tg. sto con il segretario.
Scritto da Gianmaria il 6/9/2011 alle 17:32
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