Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/10/2011 alle 09:00

 

 
Certe riflessioni è meglio farle qualche giorno dopo. Nel caso delle pagine dei giornali comprate da Della Valle per gridare “Politici ora basta”  il clamore è diminuito ma non cessato. Solo un fenomeno mediatico? Sarebbe riduttiva questa interpretazione.
Ha ragione Susanna Camusso quando sostiene che la presa di posizione di Della Valle è indicativa del giudizio che gli imprenditori incontrano quando vanno all’estero. Purché si aggiunga che anche molti italiani pensano come lui e non solo riguardo a Berlusconi. 
E' una verità che è bene tenerci sempre in testa. Per questo non ho condiviso la reazione durissima dell'Unità. Ci sono però due ricadute potenzialmente negative dell'iniziativa di Della Valle. La prima è che la gente si rafforzi nell'idea che tutti i partiti sono uguali. E’ il terreno di coltura del qualunquismo, non il solo naturalmente.
La seconda è che si dilati il messaggio fallace della superiorità della società civile. La politica è in gran parte il riflesso della realtà sociale e la professionalità conta in politica come negli altri campi.
Che basti spazzar via quelli che ci sono (in maggioranza come all’opposizione) per migliorare lo stato delle cose è una illusione. Quella che ha alimentato lo stesso Berlusconi nel 1994 facendolo vincere per ben tre volte.
L’urlo di Della Valle, il manifesto della Marcegaglia, l’abbandono di Versace, sono elementi che punteggiano un tramonto politico inarrestabile. Ingrati vero il leader una volta coccolato? Risponda la loro coscienza.
Io mi limito ad utilizzare le belle parole di Sergio Escobar dette in un contesto assai diverso “Stupida è una società che ignora i problemi e chiede alla politica di anestetizzarli”.
 

 
Commenti dei lettori: 29 commenti -
Giusto, L'urlo di Della Valle non è solo contro Berlusconi. L'opposizione non è né carne né pesce. Se il premier regge ancora non è solo per responsabilità di Scilipoti. Contano anche l'inconsistenza e le divisioni delle minoranze.
Scritto da Bortoluzzi il 4/10/2011 alle 09:29
Il qualunquismo non viene alimentato da Della Valle ma dalla distanza della politica dalla gente.
Scritto da Alessia il 4/10/2011 alle 09:55
Se l’elettore è brutto, non si può pretendere che l’eletto sia Brad Pitt. Questo è uno di luoghi comuni più diffusi e frequentati dalla classe politica. I loro rappresentanti, dunque, sarebbero riflessi della società che è brutta e cattiva, e loro cosa ci possono fare?... Una tesi irresponsabile. La democrazia ci ha purtroppo abituati a questi atteggiamenti proprio perché si fonda sulla mancanza di responsabilità. E di autocritica. Tornando alla tesi del nostro ospite, brutta la società, brutti noi politici, dovrei pensare che in Sicilia sono tutti mafiosi, essendo questi soltanto un riverbero della loro terra. Ma chi pensa così è un idiota.
Scritto da Filippo Valmaggia il 4/10/2011 alle 10:37
Il manifesto passato sui giornali con il nome di Emma Marcegaglia l'avevano scritto e approvato anche le organizzazioni dell'artigianato, del commercio, delle cooperative, delle banche. Da quella piattaforma bisognerebbe ripartire, non dalle chiacchiere di Della Valle.
Scritto da Caravati Piero il 4/10/2011 alle 10:42
La frase che condivido di più è questa: "Che basti spazzar via quelli che ci sono (in maggioranza come all’opposizione) per migliorare lo stato delle cose è una illusione. Quella che ha alimentato lo stesso Berlusconi nel 1994 facendolo vincere per ben tre volte". Si, l'alternativa è tutta da costruire e dire che la società civile è pronta a sfornare un'altra classe dirigente, a prescindere da quella che c'è, è una fesseria.
Scritto da Piera Giudici il 4/10/2011 alle 11:12
Caro Giuseppe io proverei a fare questo tipo di ragionamento. Nel nostro Paese la politica è in crisi da diverso tempo. Lo è perché i partiti non sono stati capaci di mutare pelle rispetto al XX secolo, né di assumersi la responsabilità di dire alla gente dei difficili no e degli altrettanti difficili si. Insomma, quando De Gaulle parlando dei suoi “leghisti” ( poujodismo ) diceva “una volta i bottegai votavano i notai, oggi i notai votano i bottegai”, al di là dell’evidente insofferenza elitaria tipica del personaggio, denunciava la facile caduta della politica nel populismo e nella demagogia e di come le persone erano altrettanto facilmente preda degli istinti del “basso ventre”. La Lega, il berlusconismo e un certo populismo di sinistra ( radicale ) nel nostro Paese hanno peggiorato la situazione dopo la caduta del muro di Berlino e dopo la crisi di sistema del 92/94. Il mondo politico è lo specchio ( e neanche il peggiore ) della nostra società civile. Non esiste una supremazia morale della società civile rispetto alla politica, anzi, molte volte bisognerebbe prendere atto che in Parlamento, come in altri luoghi istituzionali ci sono anche persone che svolgono il loro mandato con puro spirito di servizio, rispetto a tanti ben pensanti della società civile che invece pensano solo al proprio “particulare”. Scritto questo quello che mi sento di aggiungere è anche che il “partito degli industriali” non è esente da responsabilità oggettivo nella decadenza del Paese. Quando gli industriali anziché “produrre” si trasformano in “finanzieri” che cosa si vuole dalla classe politica? Quando le fabbriche sono chiuse e si procede a sostituirle con investimenti immobiliari esiste una responsabilità anche della proprietà oppure no? In questo gioco al massacro gli industriali non si possono chiamare fuori. Troppe aziende a gestione familiare alla terza generazione chiudono, troppi industriali pensano non a “creare” qualcosa di nuovo, ma solo a innovare quello che già hanno immesso sul mercato. In troppi, poi, ritengono che la competizione sia solo ridurre il costo del lavoro a livelli cinesi e non invece a migliorare l’organizzazione del lavoro. E mi si passa la battuta: ma a Vicenza, qualche anno fa, all’assise degli industriali che esaltavano il “populista” Berlusconi chi c’era? Un ultima riga: spero che a nessuno venga in mente che dalla crisi si esca mettendo a capo del Governo un industriale, un “uomo del fare”. Grazie abbiamo già avuto. Meglio che ognuno faccia il suo. I politici i politici, gli industriali gli industriali e che tutti guardino al “bene comune”
Scritto da roberto molinari il 4/10/2011 alle 11:35
Della Valle ha detto quello che la maggior parte della gente pensa, è stanca di un governo che procrastina e di una opposizione che fa melina. Mi preoccupa una sola cosa, avremo un altro industriale al posto del Berlusca? Uno ha dimostrato che la politica serviva ad evitere processi, ma l'altro? Come si fa ad aver fiducia nei nostri politici? Venderebbero la loro madre pur di conservare la sedia, si possono comprare con le mazzette e se presi, tutti uniti non si fanno processare ne si dimettono
Scritto da melvit il 4/10/2011 alle 11:53
Meno male che fra @Giuseppe Adamoli e @Filippo Valmaggia c'è una contrapposizione netta, garbata ma evidentissima in tutti i post. I buoni rapporti personali non possono annebbiare le storie politiche e i punti di riferimento culturali che sono totalmente in contrasto. Leggendolo sempre, mi sono convinta che Valmaggia ami il braccio di ferro. Ottimo così.
Scritto da Elisabetta C. il 4/10/2011 alle 12:20
articolo molto stimolante ,variegate le risposte,emerge comunque la necessità di un rinnovamento radicale della classe politica. Io penso al 45 vi erano alcuni politici validi in tutti gli schieramenti,a questi se ne sono aggiunti dei giovani freschi e innamorati dell'Italia e degli Italiani,abbiamo visto nascere un nouvo Stato sino ad arrivare ad essere la 7° potenza industriale.Questa è l'occasione e il momento di copiare dai ns padri se il PD è riformatore deve riformarsi dal di dentro
Scritto da luigi il 4/10/2011 alle 13:21
ogni popolo ha i governanti e i padroni che si merita. noi popolo bue italiano ci meritiamo questi. tutte le elucubrazioni mentali di molti che avendo "la coda di paglia" cercano di smarcarsi,producono un solo risultato, ALLONTANARE DALLA POLITICA tante persone che per lunghi anni hanno creduto nella politica con la P maiuscola e oggi si ritrovano a fare i conti con una intera classe politica incapace di uscire dal buio attuale. nei sondaggi circa il 50% non si esprime, vorrà dire qualcosa ?
Scritto da franco zanellati il 4/10/2011 alle 14:14
Mi chiedo, il Signor Molinari è a casa in malattia?
Scritto da Aspide il 4/10/2011 alle 14:33
Sottoscrivo completamente la tua riflessione. L’obiettivo scollamento tra rappresentanza politica e rappresentati non è riducibile alla semplice qualità dell’attuale classe politica. Si tratta, piuttosto, di un problema strutturale che riguarda il modello della democrazia rappresentativa nell’attuale fase storica, con l’aggravante che il nostro è un Paese nel quale la politica, da sempre, riflette lo scarso senso delle istituzioni ed il basso livello di coscienza civica atavicamente presenti nella società italiana. Così, non c’è da stupirsi se dal giorno alla notte talune voci isolate escono dal coro ed esternano, con clamore, il proprio disgusto per i politici e la politica, con il palese intendimento di cavalcare il diffuso sentimento, definito di “anti-politica”, molto spesso vero e proprio coagulo di umori e sentimenti contraddittori: delusione, disimpegno, qualunquismo, disincanto, saturazione, ecc. Ieri è accaduto con Beppe Grillo ed oggi è la volta di Diego Della Valle. Due personaggi pubblici notoriamente diversi, ma accomunati dall’alone populista delle loro clamorose iniziative. Personalmente, però, diffido da questo tipo di grida, così come non condivido le facili rottamazioni. Certamente, la politica dovrà mutare percorsi e comportamenti. E non dimentichiamoci di ciò che ha recentemente detto Prodi: ''La politica ha perduto completamente il senso della storia.” Lo stesso Prodi che ha sempre sostenuto che la società civile non sia migliore dei propri rappresentanti. Però ciò che più addolora è l’imbarbarimento e la volgarità che sembrano non avere fine. E a poco servono i moniti – tardivi – di Bagnasco. Io sono molto pessimista.
Scritto da Leonardo C. il 4/10/2011 alle 14:38
@roberto molinari. C'è anche un populismo di sinistra che non è "radicale". E' quello di certa chiamiamola "socialdemocrazia di maniera" che sul territorio, nonostante la Tua provenienza democristiana", oggi tu sostieni in prima linea.
Scritto da un rottamatore il 4/10/2011 alle 14:44
Ho capito che @Roberto Molinari non è molto amato a Varese ma i commenti che scrive, magari non sono sempre condivisibili però sono fatti bene da uno che conosce la politica.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 4/10/2011 alle 15:23
CHIST'È 'O PAESE D' 'O SOLE ! 1. A Barletta una casa crolla su se stessa, i segnali di rischio era stati ignorati. Le operaie vive e morte lavoravano in cantina: con quale contratto? 2. Amanda e Raffaele – per i quali era chiesto l'ergastolo – son stati assolti per non aver commesso il fatto. 3. Marchionne se ne va dalla Confindustria. Fino a quando costruirà automobili in Italia? 4. Della Valle, che fa le scarpe per i ricchi, fa anche i comizi sui giornali: fa la guerra a Montezemolo per candidarsi per il posto di Silvio? 5. Parisi, alla Direzione del partito, afferma “Se il PD fosse un partito serio, il segretario si dimetterebbe”. 6. Berlusconi governa ... CHIST'È 'O PAESE D' 'O MARE !
Scritto da ulderico monti il 4/10/2011 alle 15:51
Alcuni commenti (@Molinari, @ Melvit, @Zanellati) toccano l’eventuale incarico di un industriale come premier italiano. Benché abbia riconosciuto per alcuni aspetti l’utilità dell’intervento di Diego Della Valle, voglio subito precisare che sarei totalmente contrario a questa possibilità anche nel caso di un governo temporaneo d’emergenza. Un conto sarebbe Mario Monti, commissario dell’Ue per 10 anni, un altro conto sarebbe il patron della Tod’s, un eccellente imprenditore che è benvenuto se da una mano a scuotere la politica ma che farebbe bene a continuare nel suo lavoro. Non mi sembra però che Della Valle abbia queste mire. I nostri problemi sono piuttosto quelli toccati da @Leonardo C e @Luigi, oltre che dai commenti che ho già citato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/10/2011 alle 16:12
Bella la frase di Escobar. E' una chiamata alla responsabilità delle migliori forze sociali, inclusa la politica.
Scritto da Francesca Colombo il 4/10/2011 alle 16:56
Per il terzo polo tra Casini e Montezemolo chi preferiresti?
Scritto da Lorenzo il 4/10/2011 alle 19:46
@Aspide, perchè non depositi il tuo veleno anche sui compagni provenienti dai Ds che se lo meriterebbero tutto?
Scritto da G.S. il 4/10/2011 alle 20:26
Tremonti ha dichiarato oggi che in Spagna l'annuncio delle elezioni anticipate e il ritiro di Zapatero hanno migliorato enormemente la situazione. Poi ha ritrattato ma il senso era chiaro: a casa Berlusconi.
Scritto da Baroffio Loredana il 4/10/2011 alle 20:35
@Filippo Valmaggia, devi avere in mente che la classe politica è un élite come succede sempre nelle dittature. Perchè è così che succede nelle dittature, non è vero?
Scritto da Il perfido il 4/10/2011 alle 21:42
@Il perfido. Io vivo in questa dittatura. Purtroppo il destino non me ne ha concesse altre.
Scritto da Filippo Valmaggia il 4/10/2011 alle 22:55
Caro Lorenzo, fra Casini e Montezemolo sceglierei Casini senza esitazioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/10/2011 alle 08:14
@G.S. Provvederò con molto piacere. Del resto basta chiedere, si dice così?
Scritto da Aspide il 5/10/2011 alle 08:18
@G.S. e @Aspide - Per carità, nel Pd di Varese di veleni ne circolano già in abbondanza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/10/2011 alle 08:46
A proposito di "padroni" mi interesserebbe un tuo post sul caso Fiat-confindustria. Grazie.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 5/10/2011 alle 09:11
@Lavoratore Malpensa - Bel tema. Non ne ho parlato perchè ieri i giornali avevano i titoli di prima pagina sullo strappo della Fiat. Quando il fragore si sarà abbassato dirò la mia opinione su un post. Ti posso dire per il momento che mi convincono più le tesi della Marcegaglia che quelle di Marchionne.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/10/2011 alle 11:33
Caro Adamoli, mi sembra che spesso non guardiamo fuori dal nostro cortile. Mi sembra strano che non si consideri che la crisi è globale, che i "soldi" sono diventati la vera merce, che un oscuro giovane trader a Londra può perdere 2,3 miliardi( miliardi!) di dollari... Dove è rimasta la Tobin tax ( o meglio la TTF: Robin Hood tax) che Francia Germania, Olanda...(Italia?) vorrebbero applicare?( Vedi il sito wwwzerozerocinque.it) Non basta indignarsi(??)Cosa ne pensi?
Scritto da Rodolfo Veneroni il 9/10/2011 alle 23:29
Caro Rodolfo, sono d'accordo, non basta indignarsi. Ero d'accordo sulla Tobin tax. Se n'è fatto un gran parlare e poi niente di concretro. La realtà è che una imposta del genere va applicata su scala mondiale o quasi. In ogni caso per introdurla in Europa ci vorrebbe un vero governo europeo che non c'è.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/10/2011 alle 17:22
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