Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 6/10/2011 alle 08:53

 

 
Le primarie del centrosinistra nelle città sono servite a sciogliere dei nodi intricatissimi e a farci vincere le elezioni. Basti pensare a due casi molto diversi come Firenze con Matteo Renzi e Milano con Giuliano Pisapia.
E’ giusto quindi che la regola venga confermata pur lasciando l’ultima parola alle assemblee locali. Ma per il candidato premier del centrosinistra è valido lo schema delle primarie?
Guardiamo la realtà. L’Italia è in crisi. Il governo sfinito. Berlusconi assediato da avversari che erano amici fino a poco tempo fa. La Lega è dilaniata al suo interno.
Se tutto ciò è vero, perché le opposizioni non sfondano e il Pd nei sondaggi è sotto di circa 5 punti rispetto alle elezioni del 2008?
Le ragioni sono molte, ma una è sopra tutte: manca il leader della coalizione percepito da tutti come tale e così non sappiamo nemmeno quale sarà esattamente la coalizione. Abbiamo teorizzato questo stato di cose dicendo che il candidato del centrosinistra lo decideranno le primarie ma non si sa quando.
La ragione di questa impostazione è chiara. Prima il progetto, poi il programma, poi le alleanze, poi il candidato alla premiership. Un mantra fallace.
Come se a un leader vero, prestigioso, forte, si possano servire, appunto, il progetto, il programma, le alleanze. E lui prendere tutto quanto ed essere la ciliegina sulla torta. Nel frattempo l’opinione pubblica si forma l’idea che il nostro campo è senza strategia e senza comandante.
Un solo esempio: Nichi Vendola fa il poeta da par suo. Ma la piattaforma di politica economica che vogliono i suoi, come Franco Giordano e molti altri, è distante da quella di un partito riformatore, moderno, europeista.
E' giusto rimandare tutto alle primarie? E se le elezioni ci saranno nel 2012 come è possibile se non probabile?
Vorrei far notare tre cose.
1) il segretario del Pd è stato eletto da tre milioni di elettori molti dei quali non iscritti al partito.
2) se si deve eleggere alle primarie il leader di tutto il centrosinistra non ha senso eleggere allo stesso modo anche il segretario del Pd.
3) se proprio si vogliono le primarie per le prossime elezioni bisogna indirle subito. Altrimenti significherebbe che si fa solo finta di volerle e questo sarebbe ancora peggio.
Bersani potrebbe anche non essere il candidato premier, va bene, ma questa è una decisione che dovrebbe prendere lui, con la direzione del Pd e con gli altri partiti interessati. Tenendo ben presente che senza Casini potremmo ottenere la maggioranza alla Camera ma non al Senato.
Il tempo stringe. Le elezioni anticipate non sono un’eccezione nella storia italiana. Le primarie per il leader della coalizione sono da ripensare.
 

 
Commenti dei lettori: 63 commenti -
Un' unica riflessione. Il PD è indietro di 5 punti nei sondaggi rispetto al voto del 2008 perchè Veltroni aveva avuto una nuova idea di un partito e di politica, più mediatica che di sostanza, ma popolare e riformista. Non un soggetto basato sul passato ma una realtà originale e moderna. La gente aveva apprezzato. Poi la vecchia guardia interna ha reagito e lo hanno messo con le spalle al muro. Lui non ha avuto gli attributi ed ha mollato agevolando la restaurazione socialdemocratica.
Scritto da piero ribolzi il 6/10/2011 alle 09:26
Se il Pd ragionasse come te lo voterei anch'io.
Scritto da Bianchi Giò il 6/10/2011 alle 09:31
Bersani ha ragione : prima il programma. anche perchè se il programma è quello di Letta, cioè quello della lettera della BCE, del mio voto si dovrà fare a meno. se invece è quello di Fassina, temo che molti nel PD non ci seguiranno. i nodi vengono al pettine, e lo spazio degli slogan e dei "ma anche" si riduce : chi lo pagherà il prezzo della crisi ? sulla base della risposta, cambia-ai miei occhi di elettore-la legittimità e la votabilità del candidato premier.
Scritto da marco il 6/10/2011 alle 10:31
Ottimo! così si fa e così si dice: alto e forte!
Scritto da ulderico monti il 6/10/2011 alle 11:16
Senza leader non si fa neanche il programma. Lo si prepara ma il ruolo del candidato è determinante. Qual'è la coalizione? Pd-Sel-Idv? Se questa coalizione la guida uno come Bersani è una cosa se la guida Di Pietro è una cosa diversa. Anche il programma sarà diverso.
Scritto da Bernasconi Luisa il 6/10/2011 alle 11:23
In quasi tutta Europa il capo del partito più forte diventa il candidato a governare. Gli elettori sanno chi è il leader che va alle elezioni. Lo possono contestare ma sanno chi è.
Scritto da Pd Pavia il 6/10/2011 alle 12:11
Anche Veltroni ieri sera a Otto e mezzo ha ripetuto il mantra: prima il progetto, poi il programma..... Da ultimo il leader, una sorta di notaio che prende atto e certifica decisioni di altri. E' uno schema che non sta in piedi perché la leadership non la si inventa.E' fatta di carisma, di cultura, di esperienza, di empatia con la gente che la "avverte" come un in più. Purtroppo in questo momento il PD è come la nazionale di ciclismo, qualche ottimo corridore ma manca il campione decisivo
Scritto da cesare chiericati il 6/10/2011 alle 12:41
Secondo me si voterà in primavera 2012 e in questo caso non ci sarebbe più tempo e credibilità per indire le primarie di coalizione. Penso che ormai un'allenaza tra PD-IDV-SEL sia la più probabile e più vicina come proposta politica. Penso che Bersani sia il candidato leader naturale. Non scordiamoci che il PD ha il 27%, SEL 8% e IDV 7%. Il segretario del PD ha tutto il diritto di presentarsi candidato premier. Il Terzo Polo ha fatto ormai la sua scelta (il PD non potrebbe mai allearsi con Fini)
Scritto da Simone Franceschetto il 6/10/2011 alle 13:06
Qual è il programma economico di un partito riformatore, moderno, europeo? Quello della lettera della BCE? Quello che la trimurti sta imponendo alla Grecia e che sta portando quel Paese al disastro finale? Il fatto è che da troppo tempo questi riformatori moderni ed europei non si accorgono che il turbo capitalismo finanziario globalizzato sta portando tutti allo sfascio e che l'idolatria del mercato e del liberismo non è la cura ma la malattia (mortale) dello stato sociale e della democrazia.
Scritto da Marco Cattaneo il 6/10/2011 alle 13:09
L'opposizione di sinistra è inadeguata sotto parecchi profili. Se danno vita a un nuovo Ulivo che assomiglia a quello vecchio non solo non governerà ma non vincerà nemmeno le elezioni malgrado Berlusconi sia in grave difficoltà.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 6/10/2011 alle 13:44
Caro Giuseppe tu introduci argomentazioni importanti e legittime preoccupazioni. Farei, però, una premessa. Noi vogliamo fare gli “americani” senza avere il loro sistema elettorale e il loro sistema politico. Negli USA le primarie sono codificate per legge ( anche se solo dal secondo dopoguerra sono vincolanti per le “convention” nazionali ). Sono imposte a entrambi i partiti e non esistono primarie di coalizione. In Italia il PD cosa ha fatto. Su un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza e liste bloccate, ha innestato le primarie aperte (quindi a tutti gli elettori) per eleggere il segretario nazionale. Si dichiara disponibile a fare quelle di coalizione, quindi con altri partiti e poi dice: facciamo il programma, facciamo l’alleanza, individuiamo il candidato e quindi poi si fa le primarie. Ora, premesso, che sono per programma, alleanze e candidato, io credo che, a questo percorso, bisogna essere coerenti. Il programma serve per stabilire le alleanze, quindi chi sta dentro e chi sta fuori. Il leader viene contemporaneamente. Si impone per l’apporto programmatico e per la sua capacità di leadership che porta al tavolo dell’accordo anche altri soggetti. Se questo è il percorso, e credo che lo sia e sia razionale, le primarie non servono e se si fanno sono come quelle di Prodi. Una investitura priva di competizione. Se, invece, si vogliono fare le primarie di coalizione non si può fare il percorso programma, alleanze e leadership. Gli alleati sono quelli che partecipano alle primarie. Troppo comodo il partecipare e lo sfilarsi perché si perdono. Il programma è quello di chi le vince e il leader è, appunto, chi le vince. E questo deve avvenire in assoluta lealtà. Qui però si aprono due domande. Come è possibile aggregare dopo altri alleati necessari per vincere se hai già deciso programma e leader? E, nella situazione del PD, chi partecipa alle primarie? Alla seconda domanda non posso che rispondere così: solo il segretario ci può partecipare perché questo è quello che è stabilito dallo Statuto che non può essere cambiato a seconda di chi fa il Segretario. Alla prima domanda non so cosa dire e questo mi porta a temere che non saremo in grado di vincere perché schiacciati tra il “poeta” e quelli che non votano il candidato del PD in Parlamento alla Corte Costituzionale, (IDV), alla faccia dell’alleanza.
Scritto da roberto molinari il 6/10/2011 alle 14:03
Bersani si comporti da leader e metà dei problemi sono risolti. E' non è il leader del Pd. E' stato votato o no da milioni di cittadini. Dica quello che si sente di dire e lasci una volta per tutte la tutela di D'Alema.
Scritto da Augusto Banfi il 6/10/2011 alle 14:12
E Molinari sempre a casa in malattia. O forse in pausa?
Scritto da Aspide il 6/10/2011 alle 15:04
Ottimo come sempre il commento di @Cesare Chiericati. Non s'intende solo di ciclismo, ci sa fare molto bene anche con l'analisi politica.
Scritto da Alessia il 6/10/2011 alle 15:40
Su questo argomento ho riflettuto molto perché faccio parte della commissione nazionale Statuto, che peraltro non si riunisce più da parecchio tempo. A costo di semplificare troppo dico, prendendo spunto da @Roberto Molinari, che il segretario del Pd e il leader del centrosinistra votati entrambi con le primarie sono un’incongruenza. Ammettiamo che per la candidatura a premier concorrano Bersani e Vendola e vinca quest’ultimo, il segretario del Pd sarebbe delegittimato e il Pd potrebbe entrare in crisi di fiducia proprio nel momento elettorale. Il segretario può anche rinunciare ad essere il candidato premier, per una persona del suo stesso partito o di un altro partito, ma su sua iniziativa e d’accordo con gli alleati. Se si vuole votare il leader della coalizione con le primarie, il segretario del Pd non può che essere eletto in maniera tradizionale da un congresso, come lo sono stati Di Pietro e Vendola. E’ chiaro, poi, che se ci fossero le primarie di coalizione e Bersani vi partecipasse non potrebbe concorrere Matteo Renzi. Sennò saremmo davvero come il Tafazzi che si dà le martellate dove fa più male. Il leader, come dice @Cesare Chiericati, non può essere un notaio, al contrario deve esercitare il suo carisma in un lungo periodo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/10/2011 alle 16:13
Dall'esterno il ragionamento di @Adamoli non fa una grinza. C'è una bella differenza fra il candidato sindaco di Milano e il candidato a guidare il governo nazionale. Per questo incarico è necessario che entri in gioco l'uomo (o la donna) più forte. Chi può essere se non il rappresentante del partito più importante?
Scritto da Roseto senza rose il 6/10/2011 alle 16:33
Questa girandola di primarie fa venire il mal di testa. Alla gente piace partecipare ma il voto deve avere un senso. Quando uno vota il leader del Pd questo voto deve servire anche per il governo.
Scritto da Giovanna Magri il 6/10/2011 alle 17:02
Mi accontenterei delle primarie per mandare a casa i nostri due, soprattutto il leghista rosso. sempre più insopportabile.
Scritto da Giovane rottamatore il 6/10/2011 alle 17:24
C'è forse stata un'ubriacatura di primarie e forse si sono scordate le cose più importanti per la gente che lavora e fatica a tirare a campare. Questo ritornello di Berlusconi che deve andarsene è una noia incredibile.
Scritto da Baroffio Loredana il 6/10/2011 alle 17:25
Secondo me le primarie vanno fatte. Bersani deve convincere, dimostrando in un dibattito pubblico di essere la persona migliore nel centrosinistra per il posto di primo ministro. Per il PD, le primarie dimostrebbero che si tratta di un partito aperto, aperto anche a candidati della societa' civile, o a politici di importanza minore. Molti non voteranno Berlusconi perche' sono stufi, ma questo non significa che voteranno Bersani se non li convince per quello che dice confrontandosi con altri.
Scritto da Andreus il 6/10/2011 alle 17:55
Dicono che questo è un blog aristocratico. Dal momento che lo leggo sempre e ci scrivo anch'io mi fa piacere. Dalla partecipazione vasta non direi.
Scritto da Giovanna G. il 6/10/2011 alle 18:35
Adesso che ci stanno copiando anche quelli del Pdl non abbandoniamo noi le primarie. Tu le avevi sempre sostenute, vai avanti a sostenerle.
Scritto da Formenti Giuseppe il 6/10/2011 alle 18:44
Pienamente d’accordo con le osservazioni di @Cesare Chiericati e col tuo commento delle 16,13. @ Baroffio Loredana: lei osserva che “si sono scordate le cose più importanti per la gente che lavora e fatica a tirare a campare”. Ritiene che la permanenza di Berlusconi al governo possa essere di giovamento? Per la “gente” (personalmente preferisco il termine cittadini) crede che sia di primaria importanza l’approvazione della legge sulle intercettazioni telefoniche, il processo lungo o la prescrizione breve? Perché queste sono priorità del nostro Sultano.
Scritto da Angelo Eberli il 6/10/2011 alle 18:45
Mancava la ciliegina sulla torta; quindi il nuovo partito del Sultano si chiamerà “Forza Gnocca”. Davvero una pensata strabiliante, ma ormai siamo abituati al peggio del peggio. Andiamo in Parlamento. La deputata Pd Codurelli, vedendo Berlusconi indaffarato a raccontare le solite barzellette ai suoi caudatari, richiamava gli “onorevoli” ad un contegno adeguato ad una giornata di lutto per Barletta e reclamava l’attenzione per provvedimenti inerenti alla la crisi; in un soprassalto di dignità un arguto leghista l’apostrofava così: “ Vai a farti scopare”! A quali altre prodezze dovremo assistere perché persone (che ritengo per bene) come @ Baroffio Loredana capiscano che il governo B&B deve togliere il disturbo?
Scritto da Angelo Eberli il 6/10/2011 alle 20:15
Non solo in Italia ma in tutte le democrazie occidentali la politica è ridotta a questa miseria: l’importante è vincere, prendere il potere, diventare maggioranza; governare è un “optional”. Una volta si sceglieva un progetto di società, una ideologia, un soggetto collettivo come il partito; adesso il programma è solo un abbellimento che non a caso viene chiamato “libro dei sogni”. Da questo punto di vista destra e sinistra sono uguali, Berlusconi ha fatto sognare per vent’anni gli italiani ma non ha governato perché non ha le capacità per farlo, il centro-sinistra perché è sempre stato disunito. In queste condizioni parlare di “primarie” vuol dire parlare d’altro. Innanzitutto se non si apre al “centro” la maggioranza non c’è; ma per andare oltre l’Unione occorre tutta una serie di contrappesi in cui la D.C. era maestra. Altri tempi! Non solo manca la certezza che il disfacimento del “berlusconismo” assegni la vittoria alla opposizione ma può ripetersi l’esito della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto con la nascita di qualcosa di nuovo, di imprevisto e, forse, di inquietante. Le primarie, come tutto il “nuovo” che c’è nella politica italiana, è stato copiato dall’America la quale, prima di noi, ha subito la disaffezione verso la politica dei partiti e l’ha sostituita con la politica personalista che assegna al popolo la scelta dei candidati, ma solo formalmente perché l’opinione pubblica è largamente condizionata dai media e dalle lobby che elargiscono laute prebende ma poi vogliono essere ripagate. Il risultato è che negli Stati Uniti la politica non vede oltre la prossima scadenza elettorale e nessun politico ha interesse a impostare un programma organico di medio periodo. Gli Stati Uniti, nonostante la ricchezza, il potenziale industriale e finanziario con il dollaro che ha sostituito l’oro nelle transazioni internazionali, sta perdendo il suo tradizionale primato. Nell’epoca del soggettivismo, del condizionamento mediatico, del la incapacità a comprendere la complessità sociale, la democrazia sta trasformandosi in democraticismo, cioè in un’altra cosa. La società civile non è quella che si emoziona, che applaude o che fischia, che vede la televisione, come fa la gran parte delle persone, ma quella che si impegna, che cerca di capire, che si sottrae al conformismo, che partecipa e non delega. Dopo aver gettato la scheda nell’urna, uno continua a contare nulla. Non è la stessa cosa “vincere” con Bersani, con Vendola, con Di Pietro, o … con Beppe Grillo ! Il governo è un equipe, non un uomo solo con dei consiglieri attorno. Se i partiti anziché educare le persone fanno i plebisciti, poi non devono lamentarsi se la folla, come è successo nel primo plebiscito della storia, sceglie il ladrone Barabba invece del mite Gesù. Manzoni diceva: “Italia, pentita sempre ma cangiata mai”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 6/10/2011 alle 20:19
Caro Adamoli, non snobbare quello che dice @Giovanna G. Dovresti rispondere per le rime a chi dice che sei (che siamo) aristocratici.
Scritto da Il pirata il 6/10/2011 alle 20:29
Non vedo come si possa negare che il centrosinistra è debole perchè manca la leadership. Non entro invece nel merito delle primarie perchè non conosco abbastanza la materia.
Scritto da Piera Giudici il 6/10/2011 alle 21:53
@Andreus - Non penso che il problema principale del Pd sia quello di dimostrasi aperto. E’ l’unico partito in Europa che fa eleggere il proprio segretario dai cittadini. La nostra difficoltà consiste nel convincere gli elettori che abbiamo una linea capace di portar fuori l’Italia dalla crisi. Che una volta arrivati al governo sapremo realizzare le riforme necessarie con una coalizione che stia insieme anche nei momenti più delicati. Quello che non siamo riusciti a fare con Prodi che pure era stato scelto con le primarie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/10/2011 alle 22:56
@Il pirata - Che cosa vuoi che risponda a chi dice che questo è un blog aristocratico? Non la ritengo un’offesa. Se l’intento fosse canzonatorio potrei replicare con numeri e fatti in un modo così facile facile che risulterebbe tutt’altro che aristocratico. La considerazione di @Giovanna G. è pertinente e azzeccata.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 6/10/2011 alle 22:59
Aristocratico non è il termine giusto. Diciamo che da altre parti c'è più di tutto. Qui talvolta si assiste a qualche noiosa esibizione di cultura, di troppo, ma va è ok lo stesso. Rimane un blog gestito bene, molto interessante che ha accolto quasi bonariamente anche le mie polemiche. Io non farei, per dirla tutta, paragoni con altri ed in particolare con il blog del Senatore Rossi. Hanno "stili" molto diversi. Se però Adamoli a tutti i costi ci tiene a sentirsi dire che lui è il più bravo...
Scritto da E.F. il 6/10/2011 alle 23:52
Camillo M. Fiori scrive: “Se i partiti anziché educare le persone fanno i plebisciti, poi non devono lamentarsi se la folla sceglie il ladrone Barabba invece del mite Gesù”. Vorrei intervenire per tutelare il buon nome e la reputazione di Barabba e, a testimonianza, citerò il magistero di Joseph Ratzinger. Nel suo “Gesù di Nazaret” (prima parte - 2007), alle pagg. 63 e 64, Ratzinger descrive Barabba come un “combattente della resistenza” (e s'intende, resistenza ebraica contro il dominatore romano), sulla base delle definizioni dei quattro vangeli canonici. “In altre parole, Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba non è causale: due figure messianiche, due forme di messianesimo si confrontano. Questo fatto diventa ancor più evidente se si considera che Bar-Abbas significa 'figlio del padre'. E' una tipica denominazione messianica, il nome religioso di uno dei capi eminenti del movimento messianico”. Ratzinger, dopo aver ricordato Bar-Kochba, “Figlio della stella” e l'ultima guerra messianica del 132, afferma che Barabba “si pone come un alter ego di Gesù, che rivendica la stessa pretesa, in modo completamente diverso ...”. A pagina 350 Ratzinger riprende il tema: “Proprio il processo contro Gesù dinanzi al Sinedrio mostra qual era il vero scandalo nei suoi confronti: non un messianesimo politico – quello era presente in Barabba e poi di nuovo in Bar-Kochba. ...”. Da notare che, a pagina 32-33, Giuda Iscariota è indicato come un probabile zelota, dedito “al terrore e alla violenza per ripristinare la libertà di Israele”; mentre a pagina 212 Giuda è indicato come seguace di una “variante radicale degli zeloti” che aveva a modelli i “grandi 'zelanti' della storia di Israele” da Pincas, a Elia, a Mattatia capostipite dei Maccabei. Invito, più o meno perentoriamente, a non trascinare grandi personalità nella piccolissima disputa dell'asmatica politica italiana. Grazie!
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 07:05
@Angelo Eberli. Lei non mi ha capita. Non ho mai votato e non voterei mai Berlusconi. Prima se ne va meglio è, ma penso che l'opposizione debba fare molto di più che chiederne le dimissioni.
Scritto da Baroffio Loredana il 7/10/2011 alle 08:30
Secondo me le signore del blog (non le cito tutte) lanciano spunti e considerazioni precise. Di ceto molto più concrete delle mie. E mi pare che la partecipazione femminile aumenti. Il ragionamento di Adamoli, come ripreso da Cesare Chiericati ed altri, lo condivido. L'approccio di gruppo, esposto dal signor Fiori è quello che serve.
Scritto da FrancescoG. il 7/10/2011 alle 08:58
Attenzione a quel che dice @Fiori: "Non solo manca la certezza che il disfacimento del berlusconismo assegni la vittoria alla opposizione ma può ripetersi l’esito della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto con la nascita di qualcosa di nuovo, di imprevisto e, forse, di inquietante". Spero tanto chre non consegneremo l'Italia a un altro imprenditore di successo.
Scritto da Giacomina il 7/10/2011 alle 10:10
Perchè non diciamo chiaro e netto che Bersani non è un leader.Se lo fosse stato avrebbe gestito con polso il partito,il progetto programma gli accordi di coalizione,ma sopratutto avrebbe presentato la squadra per attuare un nuovo progetto di società, durante l'unica e concreta occasione del voto di fiducia dello scorso Dicembre e non ci sarebbero ne primarie ne Berlusconi ma una fase nuova per il paese. Ahhh come rimpiango Moro e la Dc di un tempo.
Scritto da Giancarlo Bettinelli il 7/10/2011 alle 10:26
Con rispetto per i vostri travagli, vi voglio rallegrare citando Elio: “Primarie sì, primarie no, se famo du spaghi. Partito sob, Partito prot, partito dei cachi. Le primarie in compagnia, le primarie da soli; in totale due primarie e l'Italia e' questa qua”. Mentre discettate di primarie, andiamo a rotoli, guidati da un maniaco sessuale e per cacciarlo ci tocca sperare in Scajola, quello cui comprano le case di nascosto. Realtà o incubo ?
Scritto da larpi il 7/10/2011 alle 10:56
Lo sfoggio improprio di erudizione non basta per negare l’evidente tendenza delle masse, disinformate e psicologicamente condizionate, a scegliere spesso le persone meno adatte all’impegno pubblico. La situazione politica attuale è una conferma. Quando, una trentina d’anni fa, scoppiò il colera a Napoli, i “lecchini” del tempo profetizzarono: “il vibrione se ne andrà ma i Gava restano”. Il giornalista Pansa commentò: “sono sempre i migliori che se ne vanno!” Citare le grandi personalità del passato o le nullità del presente è una questione di gusti personali e di scelte culturali; serve però l’umiltà e la correttezza di non farle “straparlare” a sostegno del proprio straripante ego.
Scritto da Cmf. il 7/10/2011 alle 11:43
Vorrei dire a @C.M.Fiori, che considero un maestro, che secondo me le primarie non sono plebisciti anche se non bisogna abusarne. In questo caso ad esempio mi pare che Adamoli abbia ragione. Se si è già votato Bersani perchè votare ancora un altro leader?
Scritto da Cittadina cattolica il 7/10/2011 alle 12:21
Avrai anche ragione, caro @Giancarlo, ma non si può vivere di rimpianti. Se la situazione è quella che tu descrivi i cattolici democratici hanno la loro parte di responsabilità e bisogna reagire. Io cerco di tenere vivo un dibattito che guarda al di là della militanza del Pd e credo che tu sarai d'accordo. Il mio amico @Larpi fa lo spiritoso e lo ringrazio quando ci diverte con Elio, ma deve ammettere che anche il terzo polo condivide pienamente con noi la tristezza odierna (e il senso dell'impotenza).
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/10/2011 alle 12:31
Invidio l'amico Giancarlo Bettinelli che rimpiange Aldo Moro e la DC del suo tempo. Purtroppo io non ho nulla e nessuno da rimpiangere: non certo l'amatissimo Berlinguer che portò il partito - e tutta la sinistra - al fallimento. Per non dire di Napolitano. Giancarlo afferma che Bersani non è un leader: può essere, ma secondo me la questione è il partito, e il partito non c'è! Considero naturale che il segretario del maggior partito sia il candidato premier: le primarie di coalizione sono una aberrazione; prive di senso politico e tattico. Nel caso nostro, primarie o no, le decisioni future saranno in fatale ritardo di almeno due anni. Ma la questione è accademica, avendo io già deciso che non voterò mai più coalizioni con SEL e IdV o, ancor peggio, con Fini.
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 13:35
@Giancarlo Bettinelli devi rassegnarti. La Dc, che per altro ha avuto una storia importante e significativa nel nostro Paese, non c'è più. Già ti stava stretta la Margherita (tremendi rivoluzionari rossi), figuriamoci il pd. Bersani non è un leader? Lo era forse Forlani?, lo era Rumor? lo era Flaminio Piccoli? Di quest'ulitmo ti ricordo che Aldo Moro, in una delle sue ultime lettere dalla progione del popolo, scrisse "votato al nulla". Lasciamo stare dai!
Scritto da un pd di Gallarate il 7/10/2011 alle 13:42
Cmf, alle 11,43, ben nascosto sotto il suo anonimato, straparla di “straripanti ego e di sfoggi di erudizione” e intima agli altri “umiltà e correttezza”. Con il permesso della autorità di P.S., lo sfiderò a duello e gli lascerò la scelta delle armi, anche se altro non merita che frizzi e cachinni.
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 13:50
A proposito di coraggiosi anonimi come il Cmf, leggo sul blog di Paolo Rossi gli insulti rivolti all'on. Daniele Marantelli da quel'altro prode che si firma "Paperoga". E' molto probabile che questi campioni della verità e della denuncia, nell'atto di insultare gli altri, raggiungano orgasmi parossistici. Se non riescono altrimenti...
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 14:19
Bello il duello tra @Fiori e @Monti. Rispetto agli insulti di coraggiosissimi anonimi è un vero piacere..
Scritto da Montalbetti il 7/10/2011 alle 14:30
Ringrazio e rispondo a Montalbetti: non c'è duello tra me e Fiori, se ci fosse finirei stecchito alla prima stoccata. Sono convinto che sul tema Fiori sia assai più colto di me, che sono soltanto un "ruminatore" di testi. Confesso una piccola intenzione polemica a voler dimostrare che considero l'argomento sulla vicenda di duemila anni fa, assai più importante e attuale del balletto improduttivo su coalizione e primarie. Tanto più che siamo in gravissimo ritardo!
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 15:00
Io non ho insultato nessuno caro signor @ulderico Monti, legga bene. Ironico e duro si, insulti mai. Ho detto coloritamente la mia ma ripeto senza offendere Ripeto: rilegga, rilegga senza fare il tifoso per piacere. Lei è in ogni caso partigiano. Quando qualcuno ha attaccato il senatore Rossi lei se ne è ben guardato dall' intervenire. Ora invece.............Ah già certo, il leghista rosso è uno della vostra squadra, Rossi no, dimenticavo!
Scritto da paperoga il 7/10/2011 alle 15:09
Io sono, per ora, anonimo ma nel suo commento, signor Ulderico, chi insulta è lei. Io ad un cenno di Adamoli sparisco e non tornerò più nemmeno con altri pseudonimi o nickname che siano. Singolare che lei invece pur non frequentando il blog di Rossi interviene su di esso nella sua protetta alcova adamoliana (mi scusi Adamoli non ce l'ho di certo con Lei). Io avrò come dice lei problemi ai piani bassi, lei di certo non è eroico.
Scritto da paperoga il 7/10/2011 alle 15:17
Lr primarie per il candidato premier sarebbero un confronto sulle persone molto più che sulla linea politica. Nell'elezione del segretario erano visibili tre progetti, Bersani, Franceschini, Marino, Non sarebbe più così. Ci sarebbe solo la rissa. @Camillo Massimo Fiori forse esagera ma non è lontano dal vero. Ci sono i segretari dei partiti, decidano loro con un'ampia consultazione di chi può dare una mano.
Scritto da Emanuela il 7/10/2011 alle 16:32
Vorrei suggerire e tutti di non trasferire qui discussioni sui nomi che si fanno in altre sedi. Qualcuno potrebbe ignorare dei riferimenti che lo riguardano e quindi non essere nella possibilità di replicare. A me seccherebbe molto.
Scritto da Adamoli Giuseppe il 7/10/2011 alle 16:39
Rispondo a Paperoga, con spirito evangelico. Certamente non sono eroico: perchè dovrei esserlo, per scrivere su un blog? Ma se muovo una critica a qualcuno, lo guardo negli occhi, rispondo di atti e parole e gli riconosco il diritto di replica. Così si fa nell'ambiente che frequento io, in quello dei paperi non so. Comunque, io sono - come si diceva a Bologna . "da uova e da latte". Ogni tanto faccio un po' il bolscevico, ma mi passa subito...oggi ho anche tempo da perdere... Auguri!
Scritto da ulderico monti il 7/10/2011 alle 17:33
Mi chiedo perchè discussioni su temi così validi, importanti e attuali non si facciano mai, dico mai, nel partito. Anche i tanti rottamatori dovrebbero svegliarsi altrimenti abusano di una qualifica che non meritano.
Scritto da M.C. il 7/10/2011 alle 17:49
Enrico Letta si sta allontanando da Bersani e tu inciti il segretario a esercitare la leadership. Ti stai allontanando da Letta?
Scritto da Pd Pavia il 7/10/2011 alle 18:02
Bella la discussione sul carisma. E belle le nostre pretese sul perfetto leader carismatico. Ognuno lo vorrebbe fatto a suo piacimento. I nostri vecchi, quando non si trovavano d'accordo su un personaggio, dicevano .: "bisognerebbe farlo fare a Viggiù ..." dove come è noto vi erano buoni scultori e scalpellini.Non siamo ancora stanchi di volere un uomo solo al comando ? E siamo così certi che Bersani manchi delle caratteristiche del leader ? Concretezza e capacità di farsi capire non mancano.
Scritto da A. Vaghi il 7/10/2011 alle 19:13
Le primarie, una strategia per lustrare le stellette. Un bel passatempo. Paperoga, stordito cugino di Paperino, ti sei scolato troppi mirti Piras. Il Rau si tollera meglio. Non fare la vittimina. Tu dal blog non te ne andrai mai. Ogni ora ti rigeneri con nick diversi, sei immortale. 10 e lode per il trasformismo. Quando ti firmerai Dio, informami prima.
Scritto da Frank Slade il 7/10/2011 alle 20:30
Caro @Pd di Pavia, non ho abbandonato nessuno e non ho stretto legami con nessun altro. Ho semplicemente fatto un ragionamento politico per mettere sull'attenzione chi ritenga che tutti i problemi del centrosinistra si possano risolvere con le primarie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/10/2011 alle 21:50
Caro @FranK Slade, puoi non crederci ma ti sbagli. Ora che Mafalda è un poco assente ci sei tu a raccontarci della mia presunta presenza in rete sotto nickname differenti. Bevo moderatamente e solo con gli amici, in particolare le canne non me le faccio più dall' adolescenza. Sono un solitario, quasi, mi auguro, come te. Altrimenti saresti una delusione. Di certo non sono una vittima, è una categoria che appartiene ai remissivi. Sono di altra pasta, ma non devo dimostrarlo ad un mezzo comunista.
Scritto da paperoga il 8/10/2011 alle 00:35
Ma se anche il Pdl sta pensando alle primarie?
Scritto da Luca il 8/10/2011 alle 10:11
Si fa un gran parlare di Matteo Renzi. Mi sembra che in questa maniera si punti tutto sulla novità della persona e poco sulla qualità del progetto politico.
Scritto da Bortoluzzi il 8/10/2011 alle 13:50
Matteo Renzi è un nome controverso ma almeno a volte va controcorrente e questa circistanza è vista bene anche da me, non solo perchè sono giovane.
Scritto da Augusto G. il 9/10/2011 alle 09:41
Utilizzando le stesse argomentazioni, nel Lazio le piu' alte cariche di partito verranno decise dalla segreteria, e non dalle primarie come la volta scorsa. Con gli stessi argomenti, pure le primarie per la selezione dei candidati per le politiche sta per essere accantonata. In Sicilia, chi addirittura paventa di applicare il regolamento per consultare gli iscritti viene "commissariato". Ogni giorno, grandi piroette all'indietro. Aridatece Veltroni.
Scritto da Lorenzo M. il 10/10/2011 alle 16:00
No, caro @Lorenzo, usando le mie categorie non si arriva affatto dove dici tu. Avevo sostenuto la necessità delle primarie in Puglia pur dando per probabile la vittoria di Vendola, come quelle a Milano, a Firenze, a Bologna e altrove. Vorrei che si tenessero nel Lazio, in Sicilia e in molti altri luoghi. Penso solo che le primarie per il candidato premier siano da ripensare, oppure siano da ripensare le primarie per il segretario del Pd. Entrambe stridono e offrono l'idea di un partito perennemente in cerca d'autore. Così ci becchiamo l'accusa, in parte fondata, che non abbiamo una leadership forte e credibile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2011 alle 16:33
Ma la leadership del PD gia' ora non e' ne' forte ne' credibile. Basterebbe prenderne atto e agire di conseguenza, prima che sia troppo tardi. Quelle che oggi e' in discussione oltretutto, a tutti i livelli, e' la possibilita', o il dovere, di consultare la propria base, militanti, cittadini ed iscritti, per la selezione delle cariche di partito, candidati da proporre alle elezioni, linee politiche da seguire. Lazio e Sicilia sono casi pesantissimi a tal proposito.
Scritto da Lorenzo M. il 10/10/2011 alle 16:53
E' un continuo parlare di primarie. Ogni volta che si avvicina, o si paventa, una tornata elettorale rispunta magicamente l'argomento: le primarie, la soluzione definitiva per i problemi di mancanza di leaderschip. Fatte le primarie, si scopre successivamente che il leader eletto è semplimente inadeguato ad affrontare la situazione politica. Forse, allora, non si tratta di applicare un metodo, ma di semplice e drammatica carenze di idee.
Scritto da sergio il 25/10/2011 alle 22:30
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