Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 9/10/2011 alle 10:10

 

 
Ieri sera sono passato da via Bernardino Luigi nel centro di Varese. Alle 19 c’era una lunga fila di persone davanti a un edificio: alcuni anziani, due bambini e molti persone di mezza età, in prevalenza uomini.
Ho riconosciuto un uomo che una volta era iscritto alla Dc, era un piccolo imprenditore. Mi ha girato le spalle e io ho tirato diritto.
Erano in coda presso la mensa delle suore della Riparazione. Ho parlato con Luisa Oprandi (candidata sindaco qualche mese fa, per chi non è di Varese) che da anni è volontaria presso l’istituto. In pochissimi anni la coda è tremendamente aumentata. Le facce non sono più le stesse. I classici “barboni” sono pochi, gli extra comunitari una minoranza.
Cresce il numero dei disoccupati dai 50 ai 60 anni, dei padri separati che vivono soli. Una casistica variegata e preoccupante. Sono fenomeni ben raccontati dalle statistiche ma vedere i numeri trasformati in persone fa un certo effetto.
La risposta che danno gli esperti è unanime, occorre la crescita economica. Ma intanto occorre anche una risposta assistenziale seria da parte degli enti pubblici. Non tutti i bisogni possono essere soddisfatti dalle Opere di carità.
Quando lo Stato taglia i trasferimenti alle Autonomie locali queste cose le deve avere bene in testa.


 
Commenti dei lettori: 31 commenti -
A Milano penso che la situazione sia ancora peggio che a Varese. La povertà sta conquistando ceti e luoghi che fino a qualche anno fa eravamo abituati a considerare indenni.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 9/10/2011 alle 11:02
Opportuna e sensibile la citazione dell'Oprandi che il Pd ha già quasi dimenticato.
Scritto da Cittadina cattolica il 9/10/2011 alle 11:23
I comuni ormai hanno solo lacrime per piangere. Tutte le proteste dei sindaci leghisti sono finite miseramente. Il caso di Fontana, sindaco di Varese, è un caso di scuola super negativa.
Scritto da Montalbetti il 9/10/2011 alle 12:19
Il fenomeno della povertà dignitosa sta diventando preoccupante. Persone mature che hanno perso il lavoro, che hanno alle spalle una famiglia disgregata, che devono far fronte a malattie invalidanti dei familiari e che tuttavia, per il loro passato, per la cultura e l’educazione ricevute, sentono l’intollerabilità di mendicare un aiuto avvertono spesso la tentazione di farla finita. Credo che il numero dei suicidi stia aumentando, incentivato dalla crisi della famiglia, dai legami deboli, dalla “vita separata” nei condomini, dal venir meno di antichi strumenti di socializzazione (dai circolini, agli oratori, alle parrocchie, alle stesse sezioni di partito). Tempo fa, in un monolocale del condominio ove abito è stato trovato un “single”, morto da settimane senza che nessuno se ne fosse accorto; più recentemente in un bilocale che si pensava fosse vuoto, si è scoperta la presenza di un’anziana donna malata a cui la figlia, di tanto in tanto, portava delle vettovaglie. E’ vero che il Paese si è impoverito, non cresce da vent’anni; ma le disuguaglianze sociali sono aumentate e la ricchezza, spesso ostentata, fa capo a una percentuale relativamente ristretta di persone. Non credo però che la situazione possa essere affrontata solo con l’assistenza a livello locale che, del resto, è sempre stata scarsa e che malgrado le buone intenzioni mette a dura prova la dignità dei singoli (ci si vergogna del proprio stato anche se incolpevole). Occorre una revisione profonda del sistema di sicurezza sociale per renderlo veramente universale, per abbassare rendite troppo elevate e assistere tutti, compresi i giovani disoccupati. Ma nessuno vuole rinunciare ai propri privilegi, i responsabili sono sempre gli altri. Occorre una nuova politica ma soprattutto ci vuole una nuova mentalità che superi l’individualismo e il soggettivismo dilaganti. Ho incontrato un caro amico, già in là con gli anni, che ha avuto il suo momento di notorietà; ha perso recentemente la moglie, è rimasto solo e trovava qualche motivo di compensazione partecipando all’attività del Partito. Mi ha detto che lo vogliono farlo fuori perché rovina l’immagine del partito che deve essere “ nuovo e giovane”. Ho offerto un caffè ad un vecchio professore; non finiva più di ringraziarmi e quando gli dissi che non era il caso aggiunse: lei non sa quanto sia importante un semplice atto di attenzione, di gentilezza, per un vecchio solo ed emarginato da tutti. Nelle case di riposo per anziani (dove non tutti quelli che hanno bisogno riescono a trovare posto) non c’è più il volontariato, e se non c’è la badante a pagamento (oltre la retta di duemila euro al mese) rimani inchiodato a letto o in poltrona. Ha ragione Napolitano: “la politica siamo noi” e questo è il risultato!
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 9/10/2011 alle 12:26
Dignità e stima di sè anche in certe sfortunate realtà. La solidarietà fraterna deve poter dare anche e soprattutto questo...
Scritto da Carlo A. il 9/10/2011 alle 12:30
Oggi Lei e Rossi avete le antenne sintonizzate su Radiosensibilità. Due democristiani un pochino ma ino ino paraculi (si potra dire?).
Scritto da Aspide il 9/10/2011 alle 12:48
@Cittadina cattolica, la Oprandi è una piantagrane di prima grandezza. Sè è messa lei da sola in un angolo.
Scritto da Iscritto Varese il 9/10/2011 alle 12:52
Scusa se devio un pò dal post ma oggi è il giorno del congresso provinciale della Lega con un candidato solo voluto dal gran capo. Bisognerebbe denunciare questo fatto ad alta voce.
Scritto da Bortoluzzi il 9/10/2011 alle 12:57
Attenzione a non fare del vittimismo improprio. Mistificare la realtà è pericoloso. Sono da aiutare solo le Formiche (famiglie, single e pensionati) che, in dignitoso silenzio, stanno erodendo il proprio risparmio, senza piangere assistenzialismo. Le Cicale piangano di se stesse. E, in questa società liquida e opulenta, le si educhi al consumo responsabile.
Scritto da Frank Slade il 9/10/2011 alle 13:07
@Iscritto Varese tutte le opinioni vanno rispettate ma la Tua considerazione su Luisa Oprandi è indecorosa. Non so se è vero che sei del Pd, fosse così mi spiego perchè e da che tipologia di democratcici è stata affossata.
Scritto da una rottamatrice il 9/10/2011 alle 13:31
@Aspide (12:48). Sentire, esternare, manifestare, proporre sensibilità verso problemi sociali tanto coinvolgenti, delicati e gravi con un invito alla concreta solidarietà è tutt'altro che "parac*lismo"!
Scritto da Ex Legnanesi & Bustocchi il 9/10/2011 alle 13:39
@Aspide - La parola puoi senz’altro usarla. La trovi in tutti i vocabolari. Se vuol dire “essere scaltri in previsione di un vantaggio personale” non vedo però quale sarebbe il mio tornaconto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 14:07
@Bortoluzzi - Hai ragione, la Lega è un partito per molti aspetti autoritario. Però la denuncia dovrebbe risultare credibile e legittima. Faccio parte di un partito che ha tenuto il suo ultimo congresso provinciale con lo stesso metodo, cioè con un candidato unico senza nemmeno avere il pretesto di chissà quali equilibri di potere da tutelare. Potrei dire che non ero d’accordo e mi ero chiamato fuori. Ma non servirebbe a molto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 14:11
@Frank Slade - Mistificare la realtà? Ti invito a riflettere sul commento di @Camillo Massimo Fiori. In quella fila di cui ho parlato di cicale non credo che ce ne fossero molte.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 14:14
La risposta deve essere politica ma i volontari che si sacrificano meritano tutta la mia stima. Io non ne sarei capace.
Scritto da Alessia il 9/10/2011 alle 15:54
Bisogna cambiare tutto. Ho voglia di rivoluzione. Con questo assetto politico siamo al disastro. Bersani non sa né di me né di te. E' un prodotto dell'Emilia Romagna che ha la pancia piena.
Scritto da Mario T. il 9/10/2011 alle 16:38
Sul congresso provinciale del Pd sfondi una porta aperta. E' stata una farsa. Il sen Rossi fa l'anticonformista ma sul congresso è stato zitto e ha portato a casa qualche briciola. Almeno gli altri non giocano a fare gli innovatori.
Scritto da Giovane rottamatore il 9/10/2011 alle 17:05
Caro Giuseppe questa tua analogia tra l'autoritario congresso ( ? ) della Lega di Varese e quello provinciale del PD mi sembra una forzatura che non convince. Al punto che, dici, non potresti fare una denuncia credibile e legittima. Tre candidati leghisti avevano entro i termini depositato le loro candidature. Bossi ha fatto ritirare i disturbatori. Bersani ha indotto qualche candidato del PD a lasciare campo libero a Taricco ? Non mi risulta. E le diecine di assemblee dei circoli di base ?
Scritto da A. Vaghi il 9/10/2011 alle 18:33
Caro @giovane rottamatore, se e quando hai qualcosa da dire a Paolo Rossi, ti prego di rivolgerti direttamane a lui. Così, se vuole , ti può rispondere.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 18:51
Caro @Vaghi, non c'è una perfetta somiglianza tra i congressi provinciali dei due partiti e non è intervenuto il nostro segretario nazionale ma le pressioni per presentare un solo candidato al nostro congresso sono state tante e forti. Dire che siamo un partito unito solo a questa condizione significa ammettere che la disunione è dietro l'angolo. Il che è francamente riduttivo della nostra identità.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 18:53
Caro @giovane rottamatore, non sai esattamente come sono andate le cose, Ti hanno riferito male. Al Congresso ple ho cercato, come altri, di tenere insieme il Partito in un momento difficile. Non ho portato a casa nulla, anzi avevo personale convenienza politica a rompere. Non l' ho fatto per senso di responsabilità. Sul conformismo o anticonformismo non so. Io ci sono, ci metto la faccia e scrivo quello che penso.Tu sei libero di parlare come credi, ma ti nascondi dietro l' anonimato. Chiamami.
Scritto da paolo rossi il 9/10/2011 alle 19:00
Caro signor Paolo Rossi, finchè l’uomo, nel proprio agire, assumerà quale criterio di vita la ‘personale convenienza’ anziché il discernimento e si orienterà verso ciò che è utile in luogo di ciò che è giusto, la società civile è destinata ad essere peritura. Così operando in politica, che sia un congresso provinciale o la scelta dei candidati da eleggere al nostro Parlamento, non emergeranno mai i giusti e i saggi ma solo i mercanti del tempio. Pax et bonum.
Scritto da Mount Carmel il 9/10/2011 alle 20:06
Fiori narra, in particolare, della solitudine dell’uomo. Del disagio relazionale, prima che economico. Dell’allontanamento dei figli dalle fragili vite dei genitori anziani. Delle città che fanno diventare orfani delle relazioni. E uccidono. I primi a morire di solitudine sono gli anziani. E il piccolo imprenditore un tempo iscritto alla Dc e ora in coda alla mensa dei poveri? Magari ha passato la vita ad affamare i propri dipendenti.
Scritto da Frank Slade il 9/10/2011 alle 20:28
Di tutti i commenti mi è piaciuto di più quello di @Mario T. dell 16.38. Ha voglia di rivoluzione. Non so quanti anni ha ma io che sono giovane e non capisco molto di politica mi unirei a lui. Leggo il blog su invito di mio padre che vuole acculturarmi. Adamoli è indubiamente uno che sa il fatto suo e sa farsi capire ma io sono vicino a @Mario T.
Scritto da Walter il 9/10/2011 alle 20:29
@Camillo Massimo Fiori - Sono d’accordo con te che occorre una revisione profonda del sistema di sicurezza sociale. In sostanza penso che l’assistenza locale, pubblica o privata, sia necessaria ed ineliminabile ma del tutto insufficiente. Per avvicinare l’obiettivo che tu proponi penso che un partito di centro sinistra che realizzi l’incontro fra il solidarismo cristiano e quello socialista, il primo depurato dall’assistenzialismo del passato e il secondo dall’egualitarismo ideologico, potrebbe essere un evento molto positivo. Non ho ancora rinunciato a questo sogno.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 22:31
@Franck Slade - Quel piccolo imprenditore ha così affamato i suoi pochi dipendenti che è finito sul lastrico.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 9/10/2011 alle 22:33
La discussione pubblica sulle attività comunali e delle amministrazioni tratta di gestione del territorio, edifici, strade, trasporti. Poi arrivano l'inquinamento e l'ambiente. Poi, forse, arriva anche il sociale. E' un fatto che riscontro di continuo e mi da un certo fastidio. E' come se il sociale fosse slegato dalla produzione, dalla convivenza comune, dal ben-vivere collettivo. Quasi un incidente di percorso. Ma sappiamo bene che non è così.
Scritto da FrancescoG. il 10/10/2011 alle 08:52
Credo che l'Italia abbia evoluto il suo sistema sociale ed economico senza adeguare, nei fatti, il sostegno alle famiglie ed ai lavoratori.Con delega al volontariato ed all'emergenza gestita dai comuni. E capitano situazioni tragiche. Il primo passo è lavorare per ricostruire una socialità diffusa, iniziando dal piccolo. Extra tema:pensioni.Molti commentatori dicono che si deve da subito alzare l'età a livelli tedeschi, dimenticando i servizi tedeschi. Un analisi più ampia è indispensabile.
Scritto da FrancescoG. il 10/10/2011 alle 09:11
“Vedere i numeri trasformati in persone fa un certo effetto” : non si poteva dire meglio, ma i numeri non hanno sensibilità sociale. In generale, chi domina il linguaggio è egemone: se il “disoccupato” è trasformato in “operatore in mobilità” siamo assai più rasserenati! Siamo vissuti per un paio di generazioni con la cultura della spesa indiscriminata, le virtù tradizionali del risparmio e della frugalità sono state spazzate via dal culto dell'indebitamento, come inesauribile fonte di ricchezza e di felicità. Il figliol prodigo della parabola, giustamente riaccolto dal padre con grande giubilo, è assurto a modello di virtù civile: “Consumate, consumate, qualcuno pagherà!”. Il DEBITO viene definito SOVRANO: un capolavoro semantico che incute rispetto e impone reverenza. Non dimenticheremo la parabola dei talenti (o delle mine: Matteo o Luca) in cui chi non investe il capitale è giudicato malvagio e infingardo e gettato alle tenebre, al pianto e stridor di denti. Elogio opportuno di un proto-capitalismo, necessario a bilanciare ecumenicamente il Guai a voi ricchi. Quanto a noi, che dire? Abbiamo, comparati allo standard europeo, la struttura statale più costosa e inefficiente, la classe politica più pletorica e improduttiva, sulla gestione della giustizia non dico nulla: se fossimo “europei” avremmo le risorse anche per le nuove povertà. Ciò non dovremmo tollerare è il piangersi addosso!
Scritto da ulderico monti il 10/10/2011 alle 09:48
La marginalità della spesa sociale a livello locale sta entrando nella sfera patologica. Ha ragione @Francesco G. Per fortuna la propensione al risparmio in Italia è ancora buona. @Ulderico Monti fa annotazioni che condivido ma non siamo ancora il Paese delle cicale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 10/10/2011 alle 16:40
@iscritto Varese. Mi spiace che anzichè portare l'attenzione sul problema povertà si parli di me e di come siano i miei rapporti col PD. Se lei è un iscritto saprà bene che non sono assolutamente fuori da nulla. Quindi presumo che lei frequenti davvero poco. In quanto all'essere una "piantagrane"...se con questo termine intende definire chi non risponde sempre signorsì, chi non sta per forza dalla parte dei "potenti"...si sono una piantagrane e sono felice di esserlo!
Scritto da luisa oprandi il 11/10/2011 alle 13:57
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