Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 17/10/2011 alle 10:15

 

Nella sua lettera di venerdì scorso su facebook agli elettori milanesi, Stefano Boeri (foto) parla di una “distanza siderale fra il Pd che vogliamo e il partito che esiste”.
Non si vede, dice, “una presenza vibrante, attenta e propulsiva di idee e relazioni”.
Il giorno dopo si tiene l’assemblea del Pd al teatro Smeraldo con una reazione debolissima: davvero pochi i presenti e molti sussurrano “ingrato, è stato il Pd a candidarti alle primarie e farti avere 12.000 preferenze personali”.
Queste polemiche non interessano molto.
Due le domande: 1) è vera la denuncia di Boeri? Netta e spiacevole, ma fondata. 2) vale anche per le altre realtà lombarde? Senza troppo generalizzare, è difficile sostenere il contrario.
Non solo a Milano il “partito che esiste sembra un piccolo mondo chiuso, parallelo e indifferente a quanto succede nelle città”. Questo in tutti i partiti, ma minimizzare è controproducente.
Boeri conclude la sua lettera rivolgendo un appello agli elettori: iscrivetevi e riprendetevi il Pd. Ricetta semplicistica. Sarei contento che questo avvenisse ma non sarà così.
Il successo a Milano è stato un mix di fattori favorevoli: pezzi di città, associazioni cattoliche e laiche, categorie produttive si sono mobilitati intorno ad un progetto di cambiamento e ad un leader.
Molti di questi protagonisti non prenderanno mai una tessera. Il problema vero è tenerli in qualche modo dentro circuito politico offrendo una reale cultura politica riformatrice e riducendo il peso delle burocrazie chiuse di partito. L’appuntamento sono le prossime elezioni generali.
Secondo D’Alema occorre un’alleanza del 60% tra progressisti e moderati per uscire da una crisi nera che necessita scelte impopolari. Sottoscrivo purché questo significhi non soltanto l’intesa fra i partiti ma anche l’alleanza con gruppi, organizzazioni, ambienti sociali, liste civiche che a Milano hanno fatto vincere il centro sinistra.  
Qualcuno ha scomodato Balzac: “il vero eroe moderno è diventato il padre di famiglia”. Questo pensiero coniugato anche e soprattutto al femminile è la diagnosi giusta.

 
Commenti dei lettori: 50 commenti -
Analisi cruda ma realistica. Non servono le riflessioni consolatorie. Il momento è drammatico.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 17/10/2011 alle 11:21
Se Boeri, ex candidato sindaco del Pd alle primarie, titolare di 12.000 preferenze e attuale potente assessore di Pisapia scrive queste cose, significa che bisogna cambiare parecchio anche dentro il Pd. Io sono con lui da semplice iscritto
Scritto da Nicola il 17/10/2011 alle 11:51
Non è una diagnosi spietata, è una diagnosi corretta. Anche il rapporto con le liste civiche deve essere impostato bene se non vogliamo che da punto di forza diventi punto di debolezza.
Scritto da Polli Cesare il 17/10/2011 alle 11:58
un PD che aparole è progressista e riformatore,nei fatti è immobilista e con poche idee ,tranne che nelle litanie a casa B ok ma dopo?il PD dica come intende essere progressista e riformatore,faccia un programma coraggioso e chiaro alle parole devono seguire i fatti altrimenti è come pretendere di fare i buchi nell'acqua. A mio avviso in questi 2 /3 mesi abbiamo perso un'occasione che sarà irrepetibile:Anche se non mi è simpaticissimo confido in Renzi e nei rottamatori
Scritto da luigi il 17/10/2011 alle 12:04
Nelle grandi città la situazione è questa. Sono vicino al Pd, ho sostenuto Boeri con la preferenza e Pisapia come sindaco ma a questo partito non mi iscriverei.
Scritto da Il pirata il 17/10/2011 alle 13:18
Un PD che nelle scelte importanti è troppo spesso in ritardo e non l'immagine di cosa vuole essere. Chiari esempi: Primarie Milano 2010, Primarie Napoli 2011, Primarie a Varese non fatte, Referendum Giugno 2011 ( inizialmente non l'appoggia e poi all'ultimo corre per appoggiare i 4 quesiti), Referendum anti-porcellum (1,2 Mnn firme...Bersani ha avuto un atteggiamento molto confuso) e per ultimo primarie di coalizione(poi si darà che non c'è stato tempo per farle...facciamoci fegare da Parisi!)
Scritto da Simone Franceschetto il 17/10/2011 alle 13:47
Siamo in una crisi che attanaglia tutti i partiti. E' la crisi della politica. Gli indignati di sabato voglio dire questo, non si sentono rappresentati. Forse i partiti di sinistra stanno un pò meglio ma non tantissismo.
Scritto da Tombolini Augusto il 17/10/2011 alle 13:49
Sai che percorro la mia battaglia ma il dalemiano "occorre l'alleanza del 60% dei progressisti e moderati" mi irrita. Per chi la dice perché non l'ho mai visto agire da collante da da solvente... La ricetta sarà giusta ma se sostenuta da lui perde credibilità nella gente..la fantomatica distanza del partito reale dalla società civile...lui ne è un esempio....
Scritto da Federico il 17/10/2011 alle 13:54
Condivido Giuseppe. Il Pd non va demonizzato ma criticato per l' atteggiamento non tanto di chiusura, ma di incapacità fisiologica di cogliere l' evoluzione dei tempi considerando le trasformazioni in atto. E' un partito esteriormente nuovo, ma strutturato 'alla vecchia maniera", una realtà fintamente post-ideologica, quindi divisa. 30 anni fa una sezione dc o pci rappresentava fedelmente uno spaccato territoriale. Oggi non è così. E' anacronistico, oltre che fuorviante, non rendersene conto.
Scritto da paolo rossi il 17/10/2011 alle 14:00
Pensavo / speravo il problema fosse circoscritto solo alla Capitale. Quello che accade e sta accadendo a Milano e' deprimente, quasi quanto accade a Napoli, o in Sicilia. Mi chiedo se questo partito sia realmente riformabile o non debba essere sciolto, avendo cura di spalmare pece e piume su tutti coloro che ci hanno portato a questo.
Scritto da Lorenzo M. il 17/10/2011 alle 14:14
Nei paesi il Pd è ancora in grado di esprimere il rapporto vero con le comunità ma andando in sù diventa sempre più difficile. Spero che sia una fase passeggera.
Scritto da Luciano il 17/10/2011 alle 14:59
Come non condividere quanto dice Boeri. Purtroppo è la fotografia della situazione in cui si trova il ns partito. Immobile come una statua di marmo ed in ritardo su tutte le iniziative politiche degli ultimi anni. Sensibile solo quando si tratta di salvare le "cadreghe" di chi le occupa: a Roma come a Varese, come a Castellanza. Sono per il totale rinnovamento (non è corretto chiamarla rottamazione) proposto da Renzi, Civati, Serracchiani e altri.
Scritto da Riccardo Demaria il 17/10/2011 alle 14:59
@Simone Franceschetto, ti informo che Arturo Parisi è del Pd.
Scritto da Un iscritto Varese il 17/10/2011 alle 15:01
Parole d'oro. Il Pd è fermo.
Scritto da G.S. il 17/10/2011 alle 15:50
@Lorenzo M., dove vivi se ti sembrava che il problema fosse solo di Roma o di Napoli, o della Sicilia?
Scritto da Pietro (di sinistra) il 17/10/2011 alle 16:17
@ iscritto Varese...lo so che Arturo Parisi purtroppo è del PD. Peccato che si è fatto vivo dopo 2 anni di silenzio, dopo che ha polemizzato sempre con la segreteria Franceschini ed è stato un artefice nella caduta di Veltroni. E poi si presenta da nostalgico con il simbolo dell'asinello dei democratici. A mio parere prime donne così è meglio perderle. Mi dispiace soltanto che si è fatto voce del referendum anti-porcellum. Dopo tuto doveva pur avere un momento di notorietà...
Scritto da Simone Franceschetto il 17/10/2011 alle 16:19
Il direttore del Corriere scrive oggi che il Paese ha bisogno dei cattolici e che la ricostruzione civile e morale non sarà possibile senza un loro diverso e rinnovato impegno politico. Oggi i cattolici sono irrilevanti a destra e a sinistra. Questo è un bel problema anche per il Pd.
Scritto da Bernasconi Luisa il 17/10/2011 alle 16:26
@Pietro Vivo a Roma. Della situazione del PD altrove, e dei casi piu' sensibili, mi informo attraverso quotidiani e Rete. Come scrivevo, speravo che la situazione "fuori" fosse migliore. Almeno in Lombardia.
Scritto da Lorenzo M. il 17/10/2011 alle 17:01
Inutile girraci in giro. Il Pd è una forza popolare riformista che sta e deve stare a sinistra. Deve occupare quello spazio lì. Pensare come molti di voi fanno ad un partito quasi di centro, moderato, è un errore. Veltroni ci aveva provato al centrosinistra senza trattino, non funziona. Poi altra cosa sarà trovare alleanze al centro, ma pensare di occupare come Pd quell' area mi sembra complicato. Si faccia bene a sinistra sarebbe già buona cosa. Ok, una sinistra moderna ed europea, ma sinistra.
Scritto da E.F. il 17/10/2011 alle 17:41
Simone Franceschetto ha ben fotografato un PD sempre in ritardo su temi, giusti, che altri lanciano. Il referendum anti porcellum è l'ultimo lampante esempio. Nella tiepida Varese ho incontrato, in centro, persone che mi chiedevano dove fosse il gazebo del PD che appunto non c'era. La nomenclatura nazionale e locale, anche quella varesina intendo, si è per caso chiesta quanti iscritti e simpatizzanti hanno messo la loro firma nonostante il penoso balbettio del partito sull'argomento?
Scritto da cesare chiericati il 17/10/2011 alle 18:14
Sono un vecchio con idee decrepite: mi è inconcepibile che un dirigente muova critiche radicali al suo partito su un sito aperto e non nelle strutture proprie dell'organizzazione politica. Oso dire che sono schifato!
Scritto da ulderico monti il 17/10/2011 alle 19:18
Post condivisibile. Occorre muovere una forte critica dal basso altrimenti non ce la caviamo più.
Scritto da Pd Pavia il 17/10/2011 alle 19:47
Dal mio piccolo “osservatorio” gallaratese ho avuto occasione di segnalare sul blog i disagi – direi la reale sofferenza etico-politica - di compagni e amici che, provenendo da esperienze diverse, avevano aderito al Partito Democratico. Stato d'animo e disagio che condivido, in un comune sentire di speranze deluse, di attese vanificate, di stanchezza e rifiuto di tatticismi sterili, di vaghezza di progetto e di strategia. Del Partito Democratico non avevo condiviso strategia e progetto, convinto che il Paese avesse necessità di forti partiti radicati nell'esperienza europea, di ispirazione cristiana e del socialismo riformista, ma senza preconcetti avevo seguito con attenta partecipazione il dispiegarsi della novità democratica. Da questa esperienza non mi attendo più nulla. Con vecchi compagni di vecchia scuola gramsciana ci diciamo che se l'azione dinamica della Chiesa cattolica potrà rompere la stagnazione dell'ambiguità identitaria e stimolare la formazione di una forte aggregazione politica dei cattolici, sarà una rivoluzione. Poi toccherà alla sinistra riorganizzare il partito del riformismo socialista, se ne sarà capace!
Scritto da ulderico monti il 17/10/2011 alle 20:15
@E.F., capisco cosa vuoi dire, anch'io mi sento di sinistra, ma ragionare come fai tu significa dire che col Pd abbiamo scherzato, che bisogna tornare a due partiti diversi, ex Ds e ex Margherita, che io e Adamoli, ad esempio, saremo separati in eterno, perchè? Su certe cose è più a sinistra lui di me, e allora?
Scritto da Ex Pci Gallarate il 17/10/2011 alle 20:26
Sono d'accordo con la tua analisi e sulle considerazioni di P, Rossi. Il disagio c'è ed è forte. Il pensiero di andare ad elezioni in questo stato mi preoccupa molto. Di tatticismi la gente è stufa, e di analisi ne sono state fatte tante. E' ora di agire con coraggio verso un rinnovamento dei programmi, delle forme organizzative e degli uomini per ritrovare entusiasmo di cui c'è un grande bisogno. Il partito è fermo al 27 % non credo sia da considerarsi un successo ma sintomo di malattia cronica
Scritto da un amico che ti stima il 17/10/2011 alle 20:27
Ultimi sondaggi di La7. Il Pdl in una settimana è avanzato dello 0,3% e il Pd è arretrato dello 0,5%. Complimenti a tutti. Io dico a casa tutti, per primo Bersani. CONGRESSO STRAORDINARIO.
Scritto da Giovane rottamatore il 17/10/2011 alle 20:33
I congressi provinciali così come quelli di circolo hanno sempre dimostrato ampiamente che, al di là delle elezioni formali degli organi dirigenti, quest’ultimi sono quasi sempre, di fatto, il risultato di una cooptazione da parte delle oligarchie interne al partito vigenti in quel momento. Perché mai ai dirigenti dovrebbe interessare “aprire” il partito? Perché mai i dirigenti dovrebbero desiderare un ampliamento del numero degli iscritti? Perché mai dovrebbero coinvolgere il popolo delle primarie? Dopo ogni consultazione di primarie, i nominativi dei partecipanti finiscono regolarmente in un cassetto (nel senso che non diventano nemmeno destinatari di informative o newsletter). E’ anche vero che il cittadino medio dotato di buona volontà e di buon senso dopo un paio di riunioni di circolo prova una insopprimibile esigenza di mollare tutto e di non farsi più vivo … Non sarà ovunque così … però una buona parte di realtà del Pd vivono la situazione che ho descritto. @Simone Franceschetto, giù le mani da Parisi, un prodiano di ferro che a me piace, un po’ tignoso ma coraggioso.
Scritto da Mafalda il 17/10/2011 alle 21:17
Francamente di parole ne ho lette molte ma di proposte e ho viste poche! NN è IL PD CHE VOGLIAMO, bene ma cosa vogliamo? il partito leggero ho "pesante"? Le sez. le chiudiamo come sembra suggerire Paolo Rossi, o le teniamo aperte e magari facciamo in modo che le persone partecipino? E sul lavoro che PD vogliamo, Ichino o Fassina? o Boccia? E sulle pensioni che PD vogliamo, si aumenta l'età pensionabile oppure no. E sui costi della politica, nn l'abolizione delle provincie, vogliamo dirlo
Scritto da agelo ruggeri il 17/10/2011 alle 21:45
chiaramente che stipendi, liquidazioni e vitatizi di parlamentari,e consiglieri regionali devono essere ridotti del 50% e aboliti come istituto? E sul masterplan di malpensa vogliamo dirlo chiaramente una volta che è una operazione immobiliare indecente e che questo centra zero con la questione occupazionale?
Scritto da angelo ruggeri il 17/10/2011 alle 21:50
@Ulderico Monti, nel primo intervento parli di "strutture proprie dell'organizzazione politica". Forse ti riferisci al tuo partito di 30 anni fa, oggi non è più così. Un partito se non parla attraverso i siti e i blog come questo, o come quello di Stefano Boeri, non parla a nessuno. I siti del partito sono brutti e non sono visti da nessuno.
Scritto da Lorenzo il 17/10/2011 alle 21:51
Sono un iscritto di Busto Arsizio molto riluttante a iscriversi ancora. Boeri sbaglia se ritiene col suo appello, interessante e bello, di convincere la gente a prendere la tessera. Il partito dei tesserati è in crisi, a destra e a sinistra. Ci vorrebbe altro ma nonso cosa.
Scritto da Iscritto Busto il 17/10/2011 alle 21:56
Demaria cita Castellanza. Proprio questa sera, amici che vivono in questa cittadina mi raccontavano che da quelle parti sono fioccati provvedimenti di espulsione di noti esponenti locali. Non ho ragioni di dubitare sulla veridicità della notizia. D’altronde non erano stati espulsi anche alcuni ragazzi di Uboldo, con il silenzio (assenso?) dei Giovani Democratici?
Scritto da Frank Slade il 17/10/2011 alle 21:56
Vi tiro su io di morale, nel Pdl è peggio, molto peggio. La crisi dei partiti è generale.
Scritto da Franca il 17/10/2011 alle 22:25
@Angelo Ruggeri, cosa vuoi che il programma si faccia su un blog? Rispondi a questa domanda: tu sei contento di questo Pd che non sa neanche risalire la china, anzi va giù, con questo Berlusconi sbeffeggiato da tutti?
Scritto da Fede il 17/10/2011 alle 22:48
Stasera faccio il bis. Volevo solo dire che tutti i commentatori – me compresa – sembra abbiano trascurato le parole che chiudono il presente post, che sono un inno alle persone di buona volontà, definite padri e madri di famiglia (ovviamente, a prescindere dal fatto che abbiano generato o meno). La famosa “diligenza del buon padre di famiglia” evidenziata nel Codice Civile. E’ un omaggio doveroso. Fra poco più di sei ore, alle prime luci dell’alba, l’Italia inizierà un’altra giornata. Tutte le persone di buona volontà, nonostante gli oltraggi della politica e dei suoi rappresentanti, si rimboccheranno le maniche, ognuno al proprio posto. Molti di questi fanno anche un lavoro delicato: penso agli operatori sanitari. Altri, un lavoro usurante. Altri ancora un lavoro nocivo. Per molti è sottopagato. Questa è l’Italia che va avanti, nonostante tutto, e che ogni giorno scrive una pagina nuova. Nessuna retorica la mia: chissà quante mele marce fra queste (ma il mio auspicio è che siano un numero irrilevante).
Scritto da Mafalda il 17/10/2011 alle 23:38
@ Fede: comincia tu a rispodere alle domande che ho posto io su lavoro, pensioni e costi della politica. Io nel PD ci sto, sono coscente che nn è l'eden, il programma lo promuove l'assemblea nazionale di cui fa parte chi ci ospita, sui blog si discute, è quello che avviene anche qui.
Scritto da angelo ruggeri il 18/10/2011 alle 00:11
No all’abolizione delle province, presa di distanza dal referendum contro il porcellum e via cantando sono tante le cose che negli ultimi mesi mi hanno resa refrattaria a qualsiasi tipo di partecipazione politica al di fuori della cabina elettorale.(Sul voto anche se scippato non recedo,è un mio diritto). Ieri nella trasmissione dell’Annunziata si sono visti i dirigenti giovani del PD riuniti all’Aquila, ho sentito l’analisi di Fassina sulla crisi economica e il diritto al lavoro, ho visto Raciti il segretario nazionale dei Giovani democratici partecipare al corteo degli “indignados”e spiegarne il perché, ho sentito altri con cui mi sono trovata in perfetta sintonia. Bene, se questo Partito sa ancora esprimere almeno nelle nuove generazioni idee di uguaglianza e chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori ( e ci si augura anche delle donne), forse vale la pena continuare l’impegno avendo ben presente quali sono gli immobilismi di convenienza da scalzare e a quali forze sane fare riferimento.
Scritto da Maria Rossa il 18/10/2011 alle 00:26
Caro Giuseppe, da bravo cattolico mi sembra che anche a te piaccia piangerti addosso. Personalmente dico che si fa quel che si può, soprattutto perchè la gente si lamenta ma se la chiami a partecipare non viene: come può cambiare un partito in questa situazione? Forse la politica è e rimarrà quella fatta da pochi in nome dei molti che vanno a votare e subito dopo criticano chi hanno votato.
Scritto da mauro prestinoni il 18/10/2011 alle 01:10
Rispondo a Lorenzo, ore 21,51. Se ho una situazione di crisi in famiglia, ne parlo in famiglia, non faccio una riunione di condominio o spettegolo in piazza. A meno che io non sia un cialtrone! Faceva così anche mio nonno cento anni fa e spero che facciano così anche i miei nipoti, nei prossimi cento.
Scritto da ulderico monti il 18/10/2011 alle 06:47
C'è un equivoco di fondo, si invoca il partito aperto e poi si chiede, @Ulderico Monti, di discutere all'interno dell'organizzazione. Se qualcuno critica viene bollato, @Mauro Prestinoni, come "piangersi addosso". Non ci siamo proprio. A Milano la separazione fra partito e città è nettissima.
Scritto da Agosti Rino il 18/10/2011 alle 08:14
Sottoscrivo il pensiero di @Mafalda. A livello di Pd ple, ho commesso anch'io vari errori. Da tempo condivido quanto sostiene, per esempio sulle primarie, una grande 'potenzialità umana e politica' dissipata. L' ho scritto più volte, l' ho detto in assemblee di partito, l' ho dichiarato in diverse circostanze alla stampa. Non sono il più bravo della compagnia, ma non ho visto molti sostenitori fra i dirigenti del pd, anzi qualcuno è stato prodigo a farmi intendere che ero un falso innovatore.
Scritto da paolo rossi il 18/10/2011 alle 08:15
Caro Angelo Ruggeri, sono giovane, sto nel partito perchè ci credo (ancora), non tocca a me fare i programmi (chiedilo agli organismi dirigenti) , ma posso almeno esprimere l'insoddisfazione per come vanno le cose, l'incredulità verso i sondaggi che ci danno sempre in difficoltà, dire che nella società di oggi se stai chiuso dentro le sedi, un partito non decolla? Se tu sei soddisfatto significa che del Pd abbiamo idee diverse.
Scritto da Fede il 18/10/2011 alle 08:34
Le primarie di coalizione si faranno solo se ci sarà il nuovo Ulivo con PD IDV e SEL, senza UDC. Parteciperanno Bersani (candidato naturale come PD), Di Pietro e Vendola. Possibili outsider Renzi e Serracchiani. Se il PD vuole aprirsi al centro (dubito che si farà perchè l'UDC formerà il Terzo Polo con Fini e Rutelli) allora il discorso primarie sarà più difficile. Io, dopo tutto, spero nel primo scenario del Nuovo Ulivo. Giuseppe...con Fioroni e l'UDC pensi che i voti aumenterebbero? Ne dubito
Scritto da Simone Franceschetto il 18/10/2011 alle 08:59
Caro @Simone, intanto Fioroni è nel Pd e spero proprio che non esca. Potrebbe essere l'inizio di una frana difficile da arrestare. In secondo luogo, io sono d'accordo con D'Alema nel tentare di allargare la coalizione al centro. Vincere alla Camera e non al Senato ci esporrebbe ad una condizione fragilissima nel momento nel quale le riforme strutturali da realizzare richiedono una maggioranza forte e larga. In questa caso la coesione sarebbe difficile, ma è una strada che vale la pena di perseguire..
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/10/2011 alle 09:59
M’interessava molto questo dibattito che spero continui anche dopo che avrò messo un altro post. A Milano e in altre città in pochi mesi è avvenuto un cambio di clima profondo. Prima e durante la campagna elettorale si erano visti un Pd e un centrosinistra “connessi” con l’elettorato e in grado, salvo larghe eccezioni, di lavorare in simbiosi con le comunità. A Milano, il risultato molto positivo di Pisapia già al primo turno, è stato anche il volano per ribaltare nel secondo turno risultati avversi che sembravano scritti sul marmo (Novara, Pavia). Saranno stati il caso Penati, i ritardi e le esitazioni di Bersani su molti problemi, o altro ancora, ma abbiamo perso in parte il patrimonio di fiducia che si era conquistato. I sondaggi, l’ho detto più volte e alcuni lettori lo hanno rimarcato, sono spietati. Stefano Boeri ha dato voce a questi perplessità, interrogativi, preoccupazioni. Lo ha fatto su Facebook, poteva farlo in altro modo ma non è questo il tema. Gli argomenti che porta meritano di essere discussi o no? Sapete qual è la cosa che mi ha lasciato sconcertato? Che l’incontro del Pd milanese tenuto il giorno dopo al teatro Smeraldo (questo vi dice quale fosse l’aspettativa) è (quasi) naufragato. Se restiamo chiusi lì e non ritroviamo l’ansia di una discussione aperta con la comunità saremo sempre in difficoltà. E non diamo la colpa a Boeri o ai blog che trattano questi problemi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/10/2011 alle 10:07
Quale che sia la struttura del partito, e la sua “apertura”, per funzionare occorrerà sempre un gruppo dirigente composto di professionisti della politica, di esperti e di specialisti, di burocrati che muovano e controllino la funzionalità della macchina organizzativa. La cosiddetta “apertura” del partito consiste nella democraticità del processo decisionale, indispensabile ma necessariamente tempestivo, evitando lungaggini e assemblearismi che dilatano i tempi e paralizzano l'operatività. E infine occorre un leader riconosciuto, autorevole. Se coloro che fanno parte del Partito Democratico ne lamentano la sostanziale paralisi, significa che la macchina è difettosa e, come minimo, non adeguatamente lubrificata. Dunque, “apertura” significa rapportarsi criticamente con l'opinione pubblica, ma soltanto dopo che il PARTITO ha assunto decisioni, stabilito una linea politica e organizzativa. Ovvero, in altre e più chiare parole: spettegolare su Facebook non è svolgere la funzione dirigente propria di un partito serio!
Scritto da ulderico monti il 18/10/2011 alle 10:22
So che Fioroni è nel PD. Cmq prima o pi Bersani dovrà indicare una direzione su cui tendere. Ora il periodo gli permette di usare una strategia "attendista". Lo spero (ma dubito fortemente, anche per possibili vedute di programma) che possa nascere una ccordo tra moderati e progressisti del 60%. Potebbe essere una sfida a cui tendere. Ma ho capito che 4 partiti stanno formando il terzo polo (UDC, API, MPA e FLI). Il PD potrebbe fare alleanze con gli ex MSI/AN di Fini???
Scritto da Simone Franceschetto il 18/10/2011 alle 10:50
Da ex PD mi permetto di osservare che invece di continuare a costruire a tavolino ipotesi di alleanze (cone le quali magari si vince, ma non si governa), dovreste impegnarvi in fretta a darvi una linea politica chiara e decisa. Esemplifico: il PD è il partito di Ichino o della Camusso ? il PD vuole allungare l’età pensionabile oppure no ? Le alleanze vengono dopo, altrimenti succede come con il Prodi due e la sua Unione: una maionese impazzita che ha vinto, ma non ha governato.
Scritto da Larpi il 18/10/2011 alle 11:54
@Ulderico Monti, alla definizione della linea politica deve poter partecipare anche l'elettore Pd non iscritto, altrimenti il cittadino è oggetto solo di propaganda. Se lei vedesse come sono conciate le riunioni del Pd provinciale se ne renderebbe conto. Lei ha in mente i partiti di parecchi ani fa.
Scritto da Giovane rottamatore il 18/10/2011 alle 12:18
@ giovane rottamatore. Giusto pochi giorni fa i rottamatori varesini si vantavano di stare col segretario Bersani. Oggi a causa di uno 0,3% di un sondaggio (!!!!) lo scaricano e gli remano contro. Bella faccia tosta! Si predica il rinnovamento ma è uno stile da prima repubblica
Scritto da Lorenzo il 19/10/2011 alle 16:24
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