Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 1/11/2011 alle 08:58



Siccome il governo di salute pubblica non dipende da noi, è meglio riflettere sul perché il Pd pure in questa situazione disperata non riesce incredibilmente a prendere slancio ed appare ai cittadini come un’alternativa poco credibile.
Da qualche tempo ci sono persone in tutta Italia secondo le quali sarebbe stato preferibile marciare separati (Ds e Margherita) e colpire uniti. Anche sul blog si risente questa nostalgia forse più a sinistra che al centro.
Non c’è una destra interna pronta ad affondare il Pd. Il passato non torna. Non è mai avvenuto nella storia italiana. Semmai stiamo molto attenti a ciò che accade fra i cattolici dopo Todi perché senza questa parte dell’Italia non si vince e soprattutto non si governa.
Non mi stupisce affatto però che qualcuno si prepari a conquistare la guida di un Pd incerto e bloccato. Matteo Renzi non è la malattia è il sintomo della malattia. Se le munizioni che usa sono le idee ben venga.
Purché sappia che la politica non si fa solo con gli effetti speciali ma con la pazienza dell’azione collettiva, con il confronto dei programmi, con i congressi veri che premiano il merito e il talento, con una classe dirigente che si afferma stando nelle associazioni, nelle organizzazioni sociali, nei consigli comunali. In una parola stando in trincea.
Questo vale per tutti, non solo per Matteo Renzi o per Pippo Civati, anche per quelli che stanno al Nazareno (sede del Pd) che scambiano il partito per il sindacato, che respingono quasi interamente la lettera della Bce, che non raccolgono la sfida delle riforme eque ma comunque dolorose, che inseguono un socialismo che non è nel nostro avvenire.
Una sinistra di questo genere non ha mai vinto alla prova del governo e nemmeno a quella delle urne. Ci sono linee diverse?
E allora è meglio un confronto aperto, dichiarato, visibile piuttosto che tante ridicole ipocrisie.

 
Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 47 commenti -
Settimana scorsa il Pd ha perso secondo i sodaggi di La7 un altro 0,4%. Considerate le condizioni dell'Italia e del governo un vero schifo. Bersani dirà che è colpa di Renzi? L'ho scritto ieri sera e lo ripeto oggi.
Scritto da Maurizio il 1/11/2011 alle 09:45
Chi l'ha detto che il socialismo non è il nostro avvenire? Voi che venite dalla Margherita e allora tornatevene là. Cosa voglia Bersani però non l'ho capito nemmeno io. Se qualcuno me lo vuole spiegare....Era meglio D'Alema.
Scritto da Francesco il 1/11/2011 alle 09:49
Il fantasma dell'Unione e del suo suicidio aleggia ancora sull'elettorato italiano. Le idee nuove, i suggerimenti, i confronti anche aspri ben vengano in un partito ancora gerontocratico, per anzianità di tessere, e sempre alla ricerca di una fisionomia precisa. Ma non si butti l'acqua sporca con il bambino. E poi il mantra del "passo indietro", peraltro auspicabile, di Berlusconi mostra i suoi limiti. Si può dissentire dalla Bce ma bisogna avere ricette alternative. La casa brucia davvero.
Scritto da cesare chiericati il 1/11/2011 alle 09:57
L'amico Ernesto mi scrive una lunga nota sulla questione dei “repubblichini” - oggetto del precedente post – e conclude: “Diglielo a Adamoli!”- Gli ho riposto così: Caro Ernesto, perché io? perché dovrei dirlo a Adamoli? perché non glielo dici tu? ma ora l’argomento è altro ed è tutto attuale e rivolto al prossimo futuro. A ben vedere il futuro è confuso, incerto, perché siamo in una confusione mentale che ci impedisce di concepire soluzioni. Se siamo confusi sull’interpretazione storica e morale degli eventi di settant’anni fa, come potremmo essere lucidi e razionali sull’attualità? Temo che finirà come sempre: gli altri faranno e decideranno anche per noi, inetti e ischemici. D’altra parte la storia d’Italia è fatta così: la fanno gli altri e noi abbiamo - qua e là, alcuni e pochi – qualche fiammata eroica, di breve durata, subito sommersa dalla melassa conformista. Come Nazione, facciamo piuttosto schifo! Come vedi, oggi mi gira male. confortami, ti prego, con nobili pensieri...
Scritto da ulderico monti il 1/11/2011 alle 10:06
Cofferati ha scritto: "Renzi non ha detto nulla di nuovo. Che noi stiamo nello stesso partito è una contraddizione che non può durare in eterno". Ecco uno votato alla sconfitta, anzi che si ciba della sconfitta, che sa stare solo all'opposizione. Gli italiani lo accontereranno presto.
Scritto da Giovane rottamatore il 1/11/2011 alle 10:20
Caro @Cesare, condivido tutto, in particolare il richiamo alle ricette alternative. A questo proposito, spero che Bersani nella grande adunata di sabato a Roma corregga l'impostazione incongrua del responsabile economico Fassina.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 10:32
Caro @Ulderico, perchè non mi mandi la nota di Ernesto? La leggerei volentieri. Quanto alla melassa conformista, conosco un solo modo, magari sbagliato, per non farsene coinvolgere: la battaglia politica.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 10:34
Caro Adamoli, non condivido quello che dici ma almeno parli chiaro e non sei un muro di gomma come i tuoi colleghi del Pd di Varese.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 1/11/2011 alle 11:07
Solo un Grazie, Giuseppe... Di questi tempi è difficile trovare una persona che oltre a parlare chiaro, da una prospettiva alle cose che accadono... Governiamo i cambiamenti, siamo gli innovatori di un partito governato dai conservatori! E non mi interessa sia Renzi o Civati o la Serracchiani o Zingaretti, dobbiamo cambiare, sennò perdiamo l'ennesimo treno...
Scritto da Pietro Resteghini il 1/11/2011 alle 11:37
Cofferati per la prima volta dopo anni che si trova a strasburgo esce fuori con questa bella intervista. Mi domando come mai proprio in questo momento. Vorrei un confronto più serio sulle idee di Renzi. Vorrei che qualcuno mi dimostrasse l'inattuabilità e l'insufficenza di quelle proposte. Perchè Cofferati dopo anni non organizza a Milano un incontro con Renzi e i propositori delle 100 proposte e ci dimostra il contrario?
Scritto da Francesco Calò il 1/11/2011 alle 11:47
Nulla da eccepire su questo post. A @Pietro (di sinistra) vorrei solo dire che, senza nulla togliere ad Adamoli, con Rossi ed Alfieri gli unici, anche se molto diversi fra loro, nel PD che riesco a stimare fino in fondo, che per Giuseppe è più facile parlare/scrivere in questo modo. Intanto perchè è sempre stato un uomo libero (una libertà a volte eccessiva perchè spesso lo hanno per questo isolato) e poi perchè stando fuori dalla mischia e non avendo responsabilità è più facile smarcarsi.
Scritto da paperoga il 1/11/2011 alle 11:51
In questa situazione non c'è altra strada che stringersi intorno al segretario che però io credevo più forte di quello che ha dimostrato di essere.
Scritto da Giovanna G. il 1/11/2011 alle 11:54
Il partito è un'orchestra, quando suona bene anche il direttore bravissimo non è sempre indispensabile. Stavolta il direttore è super necessario e spero che Bersani ce la faccia ma ho dei dubbi.
Scritto da Marilena M.. il 1/11/2011 alle 12:03
Non penso che l’impotenza del Partito Democratico derivi dal contrasto tra le due appartenenze che si sono unite senza fondersi, quella post-comunista e quella post-democristiana. Nella società post-moderna quelle matrici non hanno più molto da dire e le componenti residue fanno a gara nel dimenticare oltre le esperienze divenute superflue anche i principi tuttora validi, per evitare delle “conte” elettorali che sarebbero penalizzanti per i minoritari ex democristiani. La “sinistra-sinistra”, ancora più divisa, non è messa meglio; il suo messaggio è ancora quello ossificato della società post-fordista e, senza il P.D., resterebbe probabilmente priva di rappresentanza istituzionale. Il problema è che il Partito Democratico ha un’identità molto debole e, di conseguenza, manca di “appeal”. L’identità nasce dalla coerenza tra principi e valori e le proposte e i comportamenti messi in campo. Il P.D. non è un gruppo comunitario coeso perché non ha riferimenti valoriali a cui ispirarsi ed è quindi in difficoltà ad elaborare un programma organico che vada oltre la gestione dell’esistente. E’ un aggregato di individualità che fatica ad omogeneizzarsi, a fare squadra, perché è nato a tavolino per ragioni di opportunità (“uniti si vince”) e non si appoggia ad un tessuto democratico di regole: finisce così per configurare un assetto multiproprietario in cui prosperano i “capi-bastone”. L’identità fragile subordina la linea politica alle spinte emotive della gente che, facendo fatica a comprendere la complessità sociale, semplifica la politica identificandola nel personaggio anziché nell’impegno collettivo. Il ritorno al passato potrebbe facilitare l’intesa con il centro ma la radicale diversità rispetto alla sinistra impedirebbe, come ha impedito con Prodi, la governabilità. Le cose da fare sono anzitutto il rinnovamento della classe dirigente (responsabile di troppi fallimenti) e la trasformazione del partito in un organismo di elaborazione culturale, di iniziativa politica e di partecipazione civica, mentre adesso è un comitato elettorale autogestito dai dirigenti. Il leader solitario, invece, perpetua l’illusione italica che la “guida” possa risolvere i problemi di cui i cittadini non si sentono responsabili perché non sono stati responsabilizzati.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 1/11/2011 alle 12:30
Caro @Paperoga, conosco Giuseppe da molto tempo, se non ci fosse stato il 1992 chissà dove sarebbe arrivato. Malgrado questo è tornato in regione e ha fatto lo Statuto. Altro che isolato, Dagli elettori non è mai stato isolato, ha sempre preso caterve di voti, anche nella seconda repubblica in rappresentanza di un partito piccolo. Di voti ne prenderebbe ancora tantissimi.
Scritto da Lorenzo il 1/11/2011 alle 13:05
Caro Lorenzo, ti ringrazio molto ma non ho percepito nessuna scortesia in @Paperoga. A lui voglio solo dirgli che non avere nessun incarico operativo non significa ritenersi fuori dalla mischia politica. Altrimenti non seguirei il blog con questa cura e passione. Infine non mi smarco da nessuno, esprimo solo le mie opinioni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 13:47
“Tutto si muta e niente muore. Lo spirito erra: di là viene qui, di qui va là, occupa qualunque corpo, e dalle bestie passa nelle membra umane, e il nostro nelle bestie, e non perisce in nessun tempo. Come la cera duttile si plasma in nuove figure – non resta come era, non conserva le stesse forme, ma pure è sempre quella -, così insegno che l’anima è sempre la stessa, ma emigra in varie figure” (Ovidio, Le Metamorfosi, XV, 165-172). Si riferisce al sermone di Pitagora sulla metempsicosi? No, no, assolutamente! Questa pagina di Ovidio fa riferimento ai dilemmi attuali dei nostri politici di centrosinistra: come fare a ri-suddividere in Ds e Margherita ciò che è stato compattato nel Pd. Ma se non cambiano le anime e gli animi, a che serve cambiare di nuovo simbolo e denominazione? P.S.: In questo giorno di festa dedicato a tutti i Santi, non solo a quelli ufficiali della Chiesa ma anche a quelli che camminano accanto a noi tutti i giorni (compresi i mariti …), Adamoli si deve accontentare di essere considerato beato. Beato Adamoli che non intravede alcuna provocazione nel commento del nick Paperoga! Ah, Beato lui!
Scritto da Mafalda il 1/11/2011 alle 14:34
Caro Fiori, lei afferma che "le cose da fare sono anzitutto il rinnovamento della classe dirigente (responsabile di troppi fallimenti) e la trasformazione del partito in un organismo di elaborazione culturale, di iniziativa politica e di partecipazione civica". E' quello che sta cercando di fare Renzi. E' presto per dire se ci riuscirà ma almeno ci sta tentando.
Scritto da Lucia S. il 1/11/2011 alle 15:32
Il Pd è pieno di comunisti e anticomunisti, non possono stare insieme.
Scritto da Il perfido il 1/11/2011 alle 16:05
Lo so, lo so @Lorenzo, dai, la mia non era una critica ad Adamoli. Intendevo dire che spesso ha combattuto faticose battaglie, e contro tanti, sia e particolarmente nella DC che, un po' meno, nel Pd. Ha sempre espresso quello che pensava liberamente, quindi è uno scomodo (Il leghista rosso per esempio fa presenza ma non si espone mai, per lui conta solo farsi vedere). A Giuseppe ribadisco che un conto è parlare avendo incarichi, un conto farlo quando non se ne hanno. Si è ancora più liberi.
Scritto da paperoga il 1/11/2011 alle 17:16
L'atro giorno hai parlato della leadership europea della Merkel. Oggi del direttorio franco-tedesco ne ho piene le scatole.
Scritto da Il pirata il 1/11/2011 alle 17:34
Cara @Mafalda, hai sicuramente la pelle più sensibile della mia (non è un appunto critico). Io sono sempre stato così. Del resto, se ti offendi per ogni considerazione un poco maliziosa la politica diventa un inferno. Per me è sempre stata dura, anzi durissima, ma, salvo un certo periodo, piacevole.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 18:44
Vagheggi di congressi che premino talento, merito e crescita dal “basso”. Mi dispiace ma questo mondo non esiste più. Parliamo di federalismo da 10 anni ma siamo al centralismo assoluto, i Comuni si apprestano ad essere i boia del welfare. Lo schema che tu illustri era valido nella prima repubblica quando i blocchi ideologici portavano a calarsi nella “società civile”, tanto si viveva in una “democrazia bloccata” e non c’era rischio di sbandamenti. Ora c’è solo il vuoto. Il premier per vincere ha continuato a sbandierare l’anticomunismo che, quello si, ha resistito, ma ha preso in giro tutti, proponendo prima un liberismo compassionevole alla Reagan, per arrivare al franchising del Tesoro affidato al commercialista Tremonti. Io purtroppo vedo nero perché non abbiamo gli strumenti per compiere scelte forti. E purtroppo ora si che è importante essere presenti nell’associazionismo, ecc. ecc. ma perché si manovra il consenso, e infatti siamo ridotti ad essere un paese bloccato da lobby, poteri e interessi. Non so come finirà (temo male per molti Italiani), il Premier non mollerà se non per un TSO, il governo di irre-“responsabilità” lo ritengo una iattura. Comunque un dato sconcertante è che latitano le idee “risolutive”. Ho seguito un po’ del big-bang… mi sono annoiato. Invece noto con favore che il Governo si appresta a varare le stesse identiche misure proposte da Prodi e Visco, vorrà dire che avevano ragione loro?
Scritto da Lele il 1/11/2011 alle 19:11
Ringrazio per la chiarezza e sposo in pieno la tesi di Camillo Massimo Fiori. Il problema di scarso appeal del PD come ben spiegato da Lui non è la presenza delle due anime (ex Margherita e ex DS), ma aggiungo io la mancanza della medesima. Nessun progetto, assenza di idealità e di valori, omologazione inconscia alla politica berlusconiana (qui mi auguro non ai suoi divertissement), che tratta la Sovranità Popolare come semplice bacino elettorale a cui attingere SOLO PER CONFERME E MAI PER PROPOSTE Il “porcellum”poi, ha esasperato ancora di più la faccenda, non tanto per la “nomina” dei deputati (anche prima in fondo chi sceglieva i candidati a cui noi potevamo dare la preferenza?), quanto per la mancanza di contatto, interesse per il territorio, da parte degli eletti, (non tutti per carità),e di controllo da parte degli elettori. E’ questo “non contare nulla” da parte dei Circoli, ma anche di Assemblee e Direzioni il male del Partito, i più avveduti se ne sono accorti e o prendono le distanze, o (e ringraziamo il cielo per questa contrapposizione interna) tentano di scalzare o sgessare la Mummia. La resistenza della dirigenza al cambiamento (generazionale e intellettuale), è dovuta semplicemente al fatto che poi alla fine è un piccolo Club privè a decidere le candidature ed i regolamenti per le prossime elezioni elettorali, anche in vista di eventuali “democratiche” primarie
Scritto da Maria Rossa il 1/11/2011 alle 19:14
Adamoli, tu voteresti Renzi alle primarie per la candidatura a premier?
Scritto da Brielli Giuseppe il 1/11/2011 alle 19:34
le idee di Renzi non sono una diversa soluzione al problema, sono IL problema, quella vulgata neo-liberista che il PD, almeno nelle intenzioni di noi ex-PCI, era nato per combattere e debellare. ora invece ce le ritroviamo a contendere la guida della struttura, struttura im molte parti d'italia radicata e potente : non deve IN NESSUN CASO essere messa a servizio di idee opposte a quelle per cui è nata. che Renzi abbia la mia stessa tessera è un non senso.
Scritto da marco il 1/11/2011 alle 19:45
Questo Paperoga che si rivolge ad Adamoli chiamandolo con il nome di battesimo è lo stesso che qualche giorno fa ha scritto sul blog di Paolo Rossi che io sono una scemetta (parole testuali). Senza un motivo (non stavo partecipando al dialogo). Senza conoscermi. Senza sapere chi sono. Ma se è del giro di Adamoli posso chiudere un occhio (…) e ridimensionare il mio giudizio sul pennutino. Passiamo a @Mafalda. Ora scriveranno 1) che io sono te, 2) che tu sei me, 3) che chissà come mai io non ho mai smentito di non essere te, 4) che chissà come mai tu non hai mai smentito di non essere me, 5) che io sono Maria Rossa, 6) che Maria Rossa è venuta a trovarmi mentre era in vacanza, ecc. ecc.. Una risata li seppellirà! Ma cosa vogliono da noi questi “uomini che odiano le donne”, questi uomini che sanno solo esibire il femminino che è in loro, questi uomini che ancora devono crescere?
Scritto da Alice in wonderland il 1/11/2011 alle 20:38
Caro @Brielli, ti dirò che ho qualche dubbio sulle primarie per il candidato premier. Non sarò alla moda ma è proprio così. Se i candidati saranno: Bersani, Di Pietro, Vendola, Renzi o Chiamparino, il risultato sarà incerto. Se uno dei due fra Vendola e Di Pietro si ritirasse in favore dell'altro l'incertezza aumenterebbe ancora. Siccome m'interessa un candidato che possa vincere contro il centrodestra, capirai il mio dubbio perché io ritengo perdenti sia Di Pietro che Vendola. Poi mi domando se Renzi abbia l'esperienza per guidare il governo. Ciò detto, il modo come parti del Pd cercano di delegittimare il sindaco di Firenze lo considero demenziale.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 21:18
Cara @Alice, ti assicuro che non ho nessun giro organizzato che frequenta il blog. Non conosco @Paperoga come non conosco te. Apprezzo molto la tua finezza nel pensare e nello scrivere e puoi tranquillamente chiamarmi anche tu per nome, oltre che darmi del tu.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/11/2011 alle 21:20
@Alice, Adamoli come paperoga non mi conosce anche se mi è capitato di parlare con lui varie volte, faccia a faccia. Mi è scappato il tu, spero non sia grave.Tra te e zia @Mafalda avete a volte espresso, riconosco non direttamente, giudizi pesanti a destra a manca. Potete solo voi? @Mafalda almeno ci mette qualche volta del contenuto politico (quante volte ho scritto di apprezzarla!), tu invece mi sembri frivola. Ma è un gioco. Credo siate la stessa persona. E' lecito sospettarlo? Si può dire?
Scritto da paperoga il 1/11/2011 alle 22:03
@Alice in wonderland, un' altra cosa: non ti permettere di attribuirmi pensieri inesistenti, più legati ai tuoi di problemi che a quelli degli altri. Io le donne le amo e non le odio. Nella mai vita ho sempre avuto rispetto per loro. Le trovo straordinarie a partire ad esempio da mia nonna che se ne è andata felice a 98 anni qualche anno fa, una donna eccezionale. Vai a prenderti una camomilla concentrata con quel perditempo del tuo coniglio invece di fare sempre la permalosetta nel cortile.
Scritto da paperoga il 1/11/2011 alle 22:13
Caro Adamoli, chiarissima la risposta a Brielli, la condivido fino in fondo.
Scritto da Alessia il 1/11/2011 alle 22:41
L'Italia ha bisogno di molta coesione sociale. Purtroppo il capo del governo non è in grado di assicurarla. Abbiamo bisogno che l'unità politica ci sia almeno dentro i partiti più grandi. Sono un semplice elettore del Pd e mi piacerebbe vedere una buona unità in questo partito. La responsabilità di assicurarla è del segretario. Se Renzi con la sua contestazione trova un ampio riscontro significa che il Pd non è condotto bene.
Scritto da Roseto senza rose il 1/11/2011 alle 23:19
Sono tutti d’accordo. Sto parlando del Coniglio Bianco, delle Aragoste, del Gatto del Cheshire, del Brucaliffo, della Lepre Marzolina, del Cappellaio Matto, della Regina e del Re di Cuori, della Duchessa, dei giurati e del Dodo. Come in ogni Paese delle Meraviglie che si rispetti, abbiamo deciso di fare un referendum modello-Papandreu. L’esito è stato: diamo del tu a Giuseppe! Il nostro tutore, il Reverendo Dodgson, preposto alla nostra educazione e rigido sostenitore del rispetto delle gerarchie, era un po’ perplesso. Alla fine, l’abbiamo convinto. Grazie!
Scritto da Alice in wonderland il 1/11/2011 alle 23:52
Tu dici che il passato non torna e vuoi dire la Margherita non torna. Dall'altra parte c'è però chi vuol far tornare i Ds. Questa è la mia paura.
Scritto da Luigino il 2/11/2011 alle 08:18
La mancanza di efficaci regolatori finanzari e la debolezza riformatrice,politica, stanno dando spazio a una tendenza istintiva dell'uomo: l'avidità. La risposta non può essere nè il tentativo di un "nuovo" socialismo,nè di un "classico" liberalismo.Partire dall'uomo per costruire gli strumenti.Tentare di adeguare le persone ai modelli è fallimentare. La trincea (giusta immagine), con il tempo, logora. A volte l'impressione d'essere, come nazione e PD, nel "Deserto dei tartari" di Buzzati.
Scritto da FrancescoG. il 2/11/2011 alle 09:09
La frase più importante del post è quella in cui affermi che molti nel Pd "scambiano il partito per il sindacato..... e inseguono un socialismo che non è nel nostro avvenire". Parole nette che mi piacciono ma penso poco condivise.
Scritto da Augusto G. il 2/11/2011 alle 09:16
@Adamoli-"e inseguono un socialismo che non è nel nostro avvenire". Per questo neanche nel mio, il socialismo non è più adeguato (se mai lo è stato) a risolvere le contraddizioni di questa società universale , dinamica e complessa.Rimangono di questa ideologia alcuni valori che non possono essere messi in discussione ma che vanno integrati con le nuove istanze che provengono dalla società. (Ambiente, pari -opportunità, tutela degli animali,diritti universali dell'infanzia ecc.)
Scritto da Maria Rossa il 2/11/2011 alle 11:04
Concordo pienamente con @Maria Rossa e @FrancescoG. che vengono da due esperienze politiche molto diverse. @Francesco lo conosco, per @Maria Rossa mi avvalgo dei suoi contributi sul blog. Ad @Alice confido che nessuno mi aveva mai dato del "tutore". Aggiungerò questa definizione a molte altre. Forse un giorno le elencherò tutte sul blog, anche quelle più malevoli. Ci sarà da divertisi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 2/11/2011 alle 11:55
@Giuseppe Adamoli. No, il tutore non è lei ma il reverendo Dodgson. Così almeno ha scritto quella commentatrice.
Scritto da Giorgio Piras il 2/11/2011 alle 12:25
Vedo solo ora il seguito del blog (ieri è stata una giornatona, più fitta di quella di Silvio) e mi tocca dare ragione al trasformista con bandiera dei 4 Mori, sig. Piras. Il tutore di tutta l’allegra e sconclusionata brigata (e qui, Sacconi, si agita perché pensa subito ai nuclei clandestini) che ho indicato nel mio commento (coniglio, lepre, re e regine di cuori, aragoste, ecc.) è il Reverendo Charles Dodgson, che con lo pseudonimo Lewis Carroll, scrisse “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ahinoi, è proprio Dodgson il nostro tutore e, nel romanzo, ci fa parlare e ci fa muovere come vuole lui. Io, ogni tanto, derogo con la mia fantasia e prendo strade inesplorate. Buona giornata!
Scritto da Alice in wonderland il 3/11/2011 alle 08:00
Ancora con questa storia, Alice! Mi pare anche lei sia considerata un doppio o triplo nick, quindi smettiamola. Io scrivo con il mio vero nome e se il signor Adamoli vuole, gli mando la copia del mio documento come allegato in una mail. Lei, Alice, farebbe lo stesso?
Scritto da Giorgio Piras il 3/11/2011 alle 09:25
La mail di @Giorgio Piras è autentica. Non mi serve nessun documento, ci mancherebbe. Grazie per il commento che ha rilevato un mio errore di interpretazione..
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/11/2011 alle 09:36
Ah beh, se la mail del Piras è autentica, vuol dire che anche la persona è autentica. Eh sì, è proprio così. Proprio ma proprio così. Il Piras esiste. L'Istat - che ci sta attenzionando - il censimento lo vuole fare direttamente sul blog anzichè attraverso le vie tradizionali. Giorgio non è un nome sardo, al punto che in tutta la Sardegna ci sono solo 135 Giorgio. Uno di questi è il Piras, minatore nel Sulcis-Iglesiente. Benvenuto nel Paese delle Meraviglie, caro Giuseppe!
Scritto da Alice in wonderland il 3/11/2011 alle 21:11
Grazie a lei del suo appoggio, signor Adamoli. Finiamola qui. Il giudizio che Paperoga fece a suo tempo su Alice è stato a dir poco perfetto.
Scritto da Giorgio Piras il 3/11/2011 alle 22:21
Cara @Alice, ho detto che la mail è autentica poichè ci siamo scambiati dei messaggi. Non ho aggiunto altro. Un poco ingenuo forse lo sono, ma nel Paese delle Meraviglie non penso che mi ammetterebbero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/11/2011 alle 23:36
Alice ignora che oltre al padre che normalmente dà il cognome, c’è anche una madre che, come nel mio caso, ha dato il nome. Mia madre era di origine inglese (ora Alice ci informerà che statisticamente i sardi d’origine sposano le inglesi in numero ridottissimo e quindi è improbabile quello che affermo) e Giorgio è un nome piuttosto comune da quelle parti. Mi sono alzato molto presto perché adesso vado in miniera. Nell’”iNglesiente”, considerata la mia origine. Altro che paese delle meraviglie!
Scritto da Giorgio Piras il 4/11/2011 alle 06:42
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