Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 4/11/2011 alle 09:00

 

Siamo sicuri che Umberto Bossi sia così poco colpevole della crisi di governo e della sua agonia, come sembra leggendo i giornali?
C’è più senso di responsabilità in alcune parti del Pdl che in lui. Se sente il nome di Mario Monti fa una pernacchia, se gli chiedono del governo di responsabilità nazionale alza il dito medio.
La particolare gravità della crisi italiana è attribuita generalmente anche alla rottura profonda e insanabile fra il premier e il ministro dell’economia. Bossi sorregge l’uno e l’altro con la sua soavità, senza avvedersi della profonda contraddizione e minacciando una rivoluzione dietro l’altra (padana ovviamente).
Rivoluzione per le pensioni di anzianità, ma intanto non si muove per le piccole imprese che rischiano di chiudere. Rivoluzione se non arriva il federalismo fiscale, ma intanto sono arrivati i tagli uguali per tutti senza curarsi di chi è virtuoso. Rivoluzione se si tocca la povera gente (del Nord) ma intanto non si  tassano i grandi patrimoni.
In tutto questo bailamme la sinistra continua con il suo strabismo indulgente e incomprensibile.
Sono a favore di un grande partito nazionale. Sennò, per sabato a Roma pregherei Bersani così: dì qualcosa di padano, che abbiamo più voti noi dell’ideologo del dito medio.
 
 
Commenti dei lettori: 47 commenti -
Caro Giuseppe, sono d’accordo con te, in riferimento allo strabismo per cui con Bossi e con la Lega siamo più indulgenti che con Berlusconi ed il P.D.L. Bossi e Berlusconi sono uno dei problemi del nostro Paese, non solo quindi il piazzista di Arcore, ma anche l’imbonitore di Leggiuno. Del resto vediamo come, nonostante l’insofferenza della base, Bossi ed il suo cerchio magico non riescano a sganciarsi da Berlusconi. A proposito sempre di Bossi e del suo linguaggio, vorrei fare una sottolineatura. Sacconi è per me uno dei peggiori ministri del governo Berlusconi, soprattutto per il suo livore ideologico, contro tutto ciò che sa di sinistra (tipico di chi vuol farsi perdonare i suoi lontani trascorsi socialisti) e recentemente ha tuonato per allertare contro un pericolo terrorismo, sostanzialmente smentito dagli stessi nostri servizi e dalla Digos. Colpevoli di fomentare la nuova stagione terroristica sarebbero tutti coloro che usano un linguaggio e delle parole di violenza, magari in occasione di una mobilitazione di forze sociali o politiche, ove è facile agitarsi più del dovuto. Peccato che Sacconi, proprio per il suo livore che rende anche lui strabico, nulla abbia da dire sulle frasi e sulle esternazioni proprio di Bossi, ultime quelle contro i giornalisti da prendere a legnate. In ordine di tempo poi si potrebbe scrivere un’antologia delle frasi “violente” di Bossi, a partire da quelle in cui, tanti anni fa, minacciava di far scendere dalle valli bergamasche i suoi legionari armati. Insomma Berlusconi e Bossi sono della stessa pasta politica. Per questo mi auguro che fra pochi giorni enrtrambi siano messi a riposo: “simul stabunt, simul cadent” per dirla in latino.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 4/11/2011 alle 09:35
Questa volta, d'accordo su tutto. Anche Sel non morde abbastanza su questo punto. Quanto al Pd meglio lasciar perdere.
Scritto da Ambrogio L. il 4/11/2011 alle 09:36
Il bello è che si arroga il diritto di parlare a nome del "popolo padano". Ridicolo e disgustoso.
Scritto da Albertone da Giussano il 4/11/2011 alle 09:45
@Ambrogio L, meglio mille volte il Bossi anche non in forma del poeta pugliese, un poeta di serie B, capace solo di spendere i soldi nostri e di assumere per clientela. Smettetela tutti. Umberto si dovrebbe clonare.
Scritto da Leghista vero il 4/11/2011 alle 09:52
Sottoscrivo @Mariuccio Bianchi in particolare per la critica pesante a Sacconi.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 4/11/2011 alle 10:18
Caro @Mariuccio, l'idea di un'antologia delle "cazzate violente" di Bossi è buona. Oltre ai milioni di padani che imbracciano i fucili contro il governo (della Lega), le perle sarebbero quelle che usava dedicare al Berluscao. Se non fosse per la mia pregiudiziale contro le cose troppo lunghe la metterei sul blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/11/2011 alle 10:34
Adesso ti arriverà una dura reprimenda dalle segreterie provinciale e regionale. Ah, ah, ah.
Scritto da Iscritto Varese il 4/11/2011 alle 10:45
@Leghista vero: che meriti avrebbe per essere clonato? discutiamone :)
Scritto da Federico il 4/11/2011 alle 11:01
"L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengono, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera!" (Antonio De Curtis, in arte Totò).
Scritto da Angelo Eberli il 4/11/2011 alle 11:06
Giuseppe, Bossi va trattato per quello che è e che era: oggi è un malato con evidenti problemi neurologici; ieri era un bullo di paese che ha trascorso la sua esistenza tra i bar e le trattorie del varesotto, senza aver conseguito nessun titolo di studio (pur avendo ripetutamente festeggiato una improbabile laurea) e senza aver mai lavorato un giorno in vita sua. Il classico barlafuss: l’unico lombardo che non ha mai lavorato in vita sua che si mette a rappresentare gli interessi del laborioso Nord. Ma va là ! Se poi l’arguta sinistra (varesina e non) gli sta appresso come fosse un fenomeno della politica non è un problema di Bossi, ma un problema della sinistra (uno dei tanti).
Scritto da Larpi il 4/11/2011 alle 11:54
L'indulgenza, vero, è politicamente è inaccettabile. Ma non sarà dovuta al fatto che la Lega è un partito popolare e perchè molti elettori sono amici, vicini di casa, colleghi con i quali,nelle cose di tutti i giorni,si va d'accordo? C'è un detto popolare che parla di responsabilità da condividere : "l'è ladar chi ruba e chi tegn ul sàcc". Non si usa mai in senso letterale. Nemmeno in questo caso.
Scritto da FrancescoG. il 4/11/2011 alle 12:07
Risveglio tardivo. Il Pd regionale è muto come un pesce. A Milano il Pd poco ma si sente, quello lombardo non esiste.
Scritto da D.M il 4/11/2011 alle 13:02
Ma caro Adamoli, c'è poco da dire. Bossi è semplicemente una persona malata, un vecchio leone stanco ed affaticato. Lo portano in giro come un' icona, ma ha perso lucidità politica ed i suoi gesti volgari, con i quali ci ha deliziato fin dagli albori della Lega, oggi sono ancora più patetici. Una volta certa sua gestualità induceva persino a simpatia. Oggi lascia solo il posto ad un' infinita tristezza.
Scritto da paperoga il 4/11/2011 alle 13:37
Caro Giuseppe, Bossi e i leghisti portano non gravi, gravissime responsabilità sullo stato del nostro Paese. Bossi è quello che, prima di Berlusconi, ha volgarizzato la politica. L’ha ridotta a chiacchiera da bar e, volutamente, ha dato il via libera ai bassi istinti della gente. L’uomo è un tattico che ha saputo sfruttare bene, anche per interessi personali, la crisi della politica e dei partiti. Si è trovato al posto giusto al momento giusto, ma, siccome non è un politico vero, e questo non vuol dire che non sappia fare politica, ma neanche uno statista, ha sempre pensato di più a radicare il suo “sceiccato” che al bene comune. Così tra un mito celtico, tra dei presunti padri nobili mai esistiti, un “Dio Po’” pagano e una messa in latino, tra la guerra ai meridionali, suoi primi nemici, ed una all’islam e alla globalizzazione, passando anche al complotto plutocratico, massonico, finanziario dei burocrati di Bruxelles, ci siamo ritrovati a sentire da più parti che Bossi e la Lega sono quelli che hanno in testa la modernizzazione dell’Italia, Paese che non amano e che vorrebbero diviso. Scritto questo però io non credo che solo la sinistra, come scrivi tu, abbia qualche problema di strabismo. Anzi. Che dire del mondo cattolico ambrosiano che non ha saputo fare argine all’egoismo leghista? Sappiamo tutti, perché tutti vediamo e viviamo le nostre comunità, come Martini prima e Tettamanzi dopo erano isolati nelle loro prese di posizione a favore dell’accoglienza. Quante volte abbiamo visto i nostri parrocchiani uscire dalla messa domenicale e recarsi ai gazebo della Lega a firmare contro l’immigrazione. E che forse anche il centrodestra che si vuole casa dei moderati non è responsabile per non aver fatto argine alla Lega anti-Italiana?. Io credo che anche nei moderati che stanno dall’altra parte ci sia responsabilità. Responsabilità a cui anche loro devono essere chiamati a rispondere. Chirac e il suo partito ( i gollisti ) si sono sempre battuti contro il Fronte Nazionale, non hanno mai fatto accordi anche quando potevano perdere. Da noi, invece, Berlusconi ha lavorato per tenerseli. Li ha foraggiati, li ha alimentati e li ha coccolati nei loro progetti. Di ben altro centrodestra avremmo bisogno. Così come avremo bisogno di un ben altro ceto industriale e di una altra classe dirigente che non è solo quella politica, ma anche quella che si dice della società civile, che poi tanto civile a me non pare essere….
Scritto da roberto molinari il 4/11/2011 alle 13:38
Caro Giiuseppe il mio pensiero,dopo essersi garantito il pane quotidiano non solo a lui ma anche alla che alla sua famiglia ( figlio fratello ecc )ho l'impressione che il dito medio sia riferito ai leghesti "dura guera che mi resisti" questo è lo spessore culturale della sua politica (a parte Ti invio un m io pensiero sul blog è troppo lungo.)
Scritto da luigi il 4/11/2011 alle 13:50
Le rivoluzioni di Bossi fanno ridere oggi come dovevano far ridere 10 anni fa quando i Ds parlavano di "costola della sinistra". Irresponsabili e opportunisti
Scritto da Piera Giudici il 4/11/2011 alle 13:57
Stimolante articolo. Giuseppe vorrei sollevare l'argomento sulla situazione delle aziende medie del varesotto che attualmente sono colpite dalla crisi (Inda a Caravate, Whirlpool ecc...). Sembra che la politica e gli amministratori locali (maggiormente leghisti) non siano focalizzati su questa questione. Ora c'è bisogno dell'unità civile per salvare il salvabile e per mettere al primo posto l'industria, il lavoro e "il saper fare" che ha sempre contraddistinto noi italiani. Cosa ne pensi?
Scritto da Simone Franceschetto il 4/11/2011 alle 13:59
@D.M. ha centrato il problema. Chi è il segretario regionale del Pd? Un tale Martina che non ha mai lavorato e che è vissuto sempre al caldo del partito. Ma andate al diavolo.
Scritto da Uno di Brescia il 4/11/2011 alle 14:04
E adesso buttiamo il bambino - la riforma federalista - insieme con l'acqua sporca - i modi grevi dei celhannoduro-? Se lo strabismo indulgente serve ad aprire un canale di confronto costruttivo con quella parte di amministratori leghisti capaci e che non sono disposti a precipitare nel gorgo in cui sprofonderà la parte di LNord che ha tollerato le richieste di SB, ben venga lo strabismo. Ripuliamo il progetto dalle incrostazioni di secessionismo e lavoriamo per realizzarlo.
Scritto da nicoletta il 4/11/2011 alle 14:19
Maroni dove si è messo, nel sottoscala? Non dice più una parola. Magia del cerchio magico.
Scritto da Elisabetta C. il 4/11/2011 alle 14:21
Quando stigmatizziamo la pochezza degli avversari, rileviamo anche e soprattutto la nostra, perché soltanto la nostra insipienza ha permesso a così mediocri competitori di conquistare ampi consensi tra i nostri concittadini. Insomma, la critica non può andar disgiunta dall'autocritica, la quale - come ognun sa - è virtù rivoluzionaria.
Scritto da ulderico monti il 4/11/2011 alle 14:41
concordo con Ulderico, aggiungo che oltre ai proclami (alcuni della lega hanno fatto sognare molti) occorrono cervelli per attuarli: su questo sono carenti, vedi realizzazione del federalismo(bello!): a rovescio, ammazzando i comuni virtuosi. Hanno messo lì qualche bel titolo di tema, delle idee, ma non sanno svolgerle (si diceva "asan" in lumbard?). Invece il Pd ha i cervelli ma non ha i proclami...
Scritto da beatrice il 4/11/2011 alle 16:33
Deve essere chiaro che non me la prendo con la persona malata ma con chi simboleggia ancora la leadership della Lega, quindi con Bossi come personaggio politico. Se la Lega è diventata così decisiva per il governo nazionale, meriti e demeriti sono mescolati, meriti di Bossi e demeriti di tutti gli altri, compreso in prima linea il variegatissimo mondo cattolico, come dice bene @Roberto Molinari. Ma la sinistra, dal mio punto di vista, ha responsabilità del tutto particolari. Quando @Ulderico Monti chiede (anche @Beatrice) l’autocritica ha senz’altro ragione. Posso però dire senza iattanza che la formula dalemiana della “Lega, costola della sinistra” interpretata alla paesana è stata l’equivoco della timidezza eccessiva e di tante furbizie della sinistra? Certo che abbiamo vicini perbene che sono leghisti, caro @Francesco, perché, non sarebbe perbene la massa che vota Pdl? E i voti della Lega non sono forse venuti in maggior parte da territori “bianchi” che votavano Dc? Grande rispetto per gli elettori, sempre, ma quanti errori e quante omissioni abbiamo compiuto verso la Lega!
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/11/2011 alle 16:59
Cara @Nicoletta, una risposta a parte merita il tuo richiamo al federalismo. Sono totalmente in sintonia. L'ho scritto in un post del 26 ottobre dal tittolo "Salviamo il federalismo". Oggi non se ne parla più nel marasma finanziario nel quale l'Italia s'è cacciata. Ma questa riforma va realizzata con coraggio, lucidità, e tempi non infiniti. La mia opinione è che sia necessaria per dare nuova linfa all'unità nazionale.
Scritto da Giuseppe Admoli il 4/11/2011 alle 17:02
@Uno di Brescia, tu parli del segretario regionale, io ti potrei parlare del vice segretario che è di Varese. Sempre attaccato alla greppia della politica. In questo modo non si va da nessuna parte.
Scritto da Uno di Varese il 4/11/2011 alle 17:12
Siete sempre lì a criticare la Lega. Se non ci fosse stata sarebbe stato molto peggio per tutti noi.
Scritto da Basso Luca il 4/11/2011 alle 17:22
Bossi è campato tutta la vita su un'intuizione, quella del federalismo, capace di avere vasti consensi anche in molte persone lontane dalla Lega. Purtroppo il biglietto della lotteria che aveva in mano l'ha gettato inseguendo chimere secessioniste prima e siglando "patti leonini" poi col cavaliere per ragioni di potere e di cassa. Oggi il senatur è finito e i suoi non hanno il coraggio di metterlo in minoranza. A questa Lega testarda vassalla del premier nessuno sconto va più praticato.
Scritto da cesare chiericati il 4/11/2011 alle 17:31
Se l’Italia è ridotta alla caricatura della democrazia, oltretutto in bancarotta, il problema non evidentemente Bossi ma chi lo vota. I manicomi erano pieni di personaggi che si ritenevano inviati per salvare il mondo, ma nessuno veniva mandato in Parlamento e fatto ministro. Non è la prima volta che accade nella storia; succede nei periodi di decadenza quando i cittadini perdono in tutto o i parte i riferimenti con la realtà e con l’etica. Così il “governo dei migliori” si capovolge nella “peggiocrazia” e la società regredisce a un livello di comportamento di tipo tribale; nessun statista come De Gasperi o Moro o gli stessi Draghi e Monti non riuscirebbero vincitori in una competizione elettorale. Si affermano le “maschere” (altrimenti detti “responsabili”) come quelle della commedia italiana che serviva per distrarre il popolo dalla mediocre realtà del vissuto. La terza potenza industriale d’Europa da dieci anni è in balia di una compagnia di dilettanti che non sa assicurare la “governance”del Paese neppure di fronte ad una delle crisi economiche più serie: facciamo notizia in tutto il mondo ma continuiamo a votare come in un quiz televisivo e a fare il tifo come nel campionato di calcio. Ci hanno detto che le competenze non servono, che l’equilibrio dei conti pubblici è solo per i gonzi, che tutto si sarebbe risolto con un pastrocchio di federalismo che assomiglia al modello jugoslavo più che a quello svizzero. Abbiamo bevuto la favoletta del “capo carismatico” solo perché il ragionamento è stato sostituito da una sequela di volgarità cucite insieme da un bla-bla-bla privo di filo logico; ci hanno detto che siamo eredi de celti un popolo antico ed estinto da secoli e che apparteniamo ad un a nazione mai esistita chiamata Padania. La politica è stata ridotta a stereotipi: i “rom” con la Mercedes rubano, gli immigrati delinquono, i meridionali non hanno voglia di lavorare e, prima dell’unità, c’era un’età dell’oro dove tutti vivevano felici e contenti, ma soprattutto benestanti. Se noi italiani avessimo il senso dell’umorismo, né Bossì né Berlusconi (imprenditore creato dalla politica) non sarebbero mai arrivati a Palazzo Chigi, anche se una parte di responsabilità va ai giornalisti lecchini che scrivono quel che non capiscono e ai politicanti che invidiano sempre il successo scambiandolo per un valore. Da quando c’è stata la trasformazione epocale della globalizzazione, con la fine della società fordista, la rivoluzione della tecnologia e dell’elettronica, la politica e l’ “intellighenzia” hanno smesso di pensare. Così è riemerso l’antico vizio del “familismo amorale” per cui la politica è la continuazione, con altri mezzi, del conseguimento degli interessi privati in una società frammentata e corporativa. La frase di Ennio Flaiano è abusata ma sempre attuale: ”La situazione è tragica ma non è seria”.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 4/11/2011 alle 18:19
@Simone Franceschetto - Tu poni un problema grave: le difficoltà dell’industria. Dire che oggi la produzione manifatturiera è poco importante è una bestialità. Sui casi che indichi le responsabilità delle amministrazioni locali sono davvero limitatissime: possono solo fare qualcosa per alleviare il peso che è caduto sulle spalle dei lavoratori in difficoltà. Condivido la tua opinione: bisogna “mettere al primo posto l'industria, il lavoro e il saper fare che ha sempre contraddistinto noi italiani”. Dovrebbe essere il fulcro del programma di qualsiasi “governo di ricostruzione nazionale”. E’ fondamentale per tutti e soprattutto per i giovanissimi come te
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/11/2011 alle 18:30
Come sempre da incorniciare il commento sintetico e pregnante di @Cesare Chiericati. Vorrei saper scrivere come lui.
Scritto da Vittorio (Luino) il 4/11/2011 alle 18:36
SEL di Vendola non sarà il partito che avevo sognato ma almeno è un partito che queste cose le dice apertamente. Il Pd spesso è in preda alla confusione.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 4/11/2011 alle 18:41
SEL di Vendola non sarà il partito che avevo sognato ma almeno è un partito che queste cose le dice apertamente. Il Pd spesso è in preda alla confusione.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 4/11/2011 alle 18:41
Mi dispiace assai di non essere d'accordo con Camillo M. Fiori. Mi pare, il suo, un argomentare qualunquistico: gli italiani sarebbero una massa di creduloni, preda di illusionisti e incantatori, e non ascoltano i saggi consigli dell'esile schiera di illuminati che, pensosi della sorte nostra, si prodigano invano e subiscono l'amaro destino di esuli in patria. Ho già avuto modo di argomentare che sminuire l'avversario, sminuisce noi stessi: se gli altri sono così imbelli, perché noi perdiamo sempre? Ma argomentare che il Paese sia composto da una massa incolta e credulona che non ascolta gli apostoli della saggezza, è irricevibile e non posso accettarlo. Ragionava così anche il generale Cadorna prima di Caporetto! Perdio, questa non è la repubblica di Platone, è una democrazia parlamentare. Se non funziona è anche, se non soprattutto, responsabilità nostra.
Scritto da ulderico monti il 4/11/2011 alle 18:59
Giuseppe, mi dici perché i dirigenti provinciali del Pd a partire dal segretario Taricco non intervengono mai sul blog anche quando gli argomenti toccano le politiche provinciali come l'atteggiamento con la Lega?
Scritto da Lorennzo il 4/11/2011 alle 19:41
Siamo sotto attacco della speculazione, il FMI praticamente ci ha commissariato, nel Pdl sono in atto discussioni feroci e la Lega tieme su il governo senza fiatare. Dovrebbero vergognarsi. Maroni dov'è?
Scritto da Giorgio il 4/11/2011 alle 20:39
Non vedo nessuna schiera di illuminati pensosi, apostoli di saggezza, che si ispirano ai sacri testi di Platone; anche Cadorna leggeva Clausewitz. Stanno scomparendo i grandi soggetti politici capaci di offrire ai cittadini riferimenti valoriali e obiettivi politici; le preferenze e le opinioni prevalgono sui ragionamenti e la cultura diventa vuota erudizione. Non ci sono neppure la masse di “creduloni” che ieri riponevano la loro fiducia nel “sol dell’avvenire”e che oggi diffidano pure dell’effetto magico del “federalismo”, dietro il quale intravedono l’ombra non tanto della secessione ma della frammentazione sociale. Anche la sinistra è rimasta drammaticamente spiazzata dalla trasformazione produttiva e dal ridimensionamento della “centralità operaia”; ha smesso semplicemente di pensare e si chiede incredula qual’ è ( o quale è stato) il segreto del successo dei capi populisti; qualcuno si propone ( o si è proposto sino a ieri) di imitarli e di capovolgere il fronte delle alleanze. Per andare dove ? Nella società post-moderna, al posto delle “masse” di marxiana memoria, c’è soltanto l’individuo solo, con le sue scelte, i suoi progetti, i suoi tentativi di sopravvivere: tra lui e il mondo la politica è scomparsa perché ha lasciato il posto alla propaganda. Si è rinunciato a cambiare il mondo per conquistare il governo. Per che farne? Se viene meno la cultura della responsabilità, torna a prevalere la cultura del privilegio per pochi e del lassismo per molti. Lasciato solo il “popolo” ridiventa un pulviscolo di schegge; la conseguenza è l’arroccamento a difesa di ceti e di gruppi, la molecolarizzazione dei corpi sociali e la frammentazione della società. Prevale il qualunquismo alla rovescia di chi, non sapendo leggere la nuova società, si affida all’antico mito del” buon selvaggio” e della buona società, corrotti dalla civiltà e dall’etica. L’eclisse della ragione dà fiato ai tromboni.
Scritto da Cmf. il 4/11/2011 alle 22:49
Sono anch'io curioso di leggere la tua risposta a @Lorenzo. Questa segreteria provinciale mi pare totalmente assente dal dibattito sui problemi veri.
Scritto da Lucky il 4/11/2011 alle 23:06
@Roberto Molinari, la tua analisi è abbastanza convincente ma tu sei segretario Pd della città di Varese, culla della Lega, che cosa proponi? Non lo dico in tono di sfida, i tuoi interventi su questo blog mi fanno capire che sei una persona preparata, ma cosa si può fare concretamente?
Scritto da Gianni M. il 4/11/2011 alle 23:24
Caro Giuseppe chi usa gesti o pernacchie propabilmente ha poco da dire,inoltre se parla non si capisce una mazza. Inoltre è sulla scena politica con la creazione (sempre) di un nemico : prima il meridionale,poi il lavoratore dell'Est,poi l'immigrato,poi Roma Ladrona(quando non è al Governo,e negli ultimi 10 anni ne è stato 8). Certo qualche beneficio al Nord l'ha portato se si guarda nella sfera familiare,e poi si offende quando qualche giornalista lo dice. Meglio perderlo che trovarlo !!!
Scritto da Giò il 5/11/2011 alle 08:18
@Angelo Eberli, la citazione di Totò è giusta in sè ma è più giusta che mai se riferita a quelli che avrebbero dovuto opporsi alla Lega e non l'hanno fatto. In questa fascia ci sono sicuramente uomini e caporail. Chi rincorre i ministri della Lega per un "zichin" di pubbliciità sono caporali e opportunisti nel peggior senso della parola.
Scritto da F.L. il 5/11/2011 alle 10:06
@Lorenzo e Lucky - Perché la segreteria provinciale intesa come organo collegiale non interviene sul blog? Dovreste chiederlo a loro. Probabilmente non credono molto in questo strumento, o preferiscono altri modi di comunicare, o hanno cose più importanti da fare. Ho aperto questo blog più di tre anni fa, quando ero consigliere regionale, per parlare con i cittadini e di questo mi sento soddisfatto. Se qualcuno della segreteria intervenisse sarei davvero contento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/11/2011 alle 10:37
@Camillo Massimo Fiori, non perdo mai un suo commento e ne sento la mancanza quando non lo trovo. Lei scrive da Dio ma al termine della lettura mi coglie un senso di impotenza. Lei ha ragione ma il mondo va avanti, come facciamo? Ho capito che il suo compito è di far riflettere. Dopo la riflessione che cosa?
Scritto da Elisabetta C. il 5/11/2011 alle 11:11
AAA - Armando Diaz cercasi. (@cmf e @ulderico mi inducono a ristudiare la storia). In questo post concordo totalmente con CMF. Stando allo scenario europeo di queste settimane, qualcuno potrebbe modificare Clausewitz e sentenziare che l'economia è la prosecuzione della politica con altri mezzi... Siamo in guerra. E Cannes è forse stata la nostra Caporetto. La storia si ripete perchè purtroppo è solo l'individuo che matura, i popoli no.
Scritto da Nicoletta il 5/11/2011 alle 11:59
@ Elisabetta - @ Nicoletta - E’ più grande la differenza tra il poco e il nulla che quella tra il molto e il poco. Riflettere significa essere, poi si deve persuadere e, infine, fare le scelte giuste. Il mondo è andato avanti per le piccole cose fatte nel quotidiano da molti più che per le grandi imprese dei potenti. Nessuno conosce l’inventore della ruota e dell’aratro ma nella storia umana hanno avuto più importanza della bomba atomica. L’individuo conta, è importante; conta di più se esce dal suo isolamento e si incontra con gli altri. Individuo e popolo non sono due realtà contrapposte, ma si integrano vicendevolmente. E’indisponente l’ottimismo degli schiocchi ma è produttivo l’ottimismo critico. L’ottimismo critico cambia le cose, quello degli sciocchi le lascia come sono.
Scritto da Cmf. il 5/11/2011 alle 14:39
Qualche volta mi domando se valga la pena di fare un pò di fatica nel curare il blog. Questa discussione (anche questa) contiene una risposta positiva. Gli ultimi tre commenti di @Elisabetta, @Nicoletta e @Massimo ne sono un'altra conferma.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/11/2011 alle 15:08
@ Giuseppe Adamoli: rispondo alla domanda (retorica, immagino): "perché, non sarebbe perbene la massa che vota Pdl?". La preferenza politica non penso sia, in democrazia, la discriminante tra buoni e cattivi. Questa la mia esperienza diretta, quasi giornaliera. Grazie per lo spunto, che mi ha dato la possibilità di specificare. Un caro saluto.
Scritto da FrancescoG. il 7/11/2011 alle 09:57
Sig. Adamoli, ritengo che discutere della Lega Nord sia come lavare la testa ad un asino: si perde tempo e sapone. Il disprezzo spesso esternato dai politici e dalla base di questo partito nell’evidenziare le incolmabili diversità che caratterizzano gli usi, costumi e mentalità degli italiani è condensato nella loro avvilente convinzione che il padre della patria non è Cavour bensì ARLECCHINO. Vorrei solo puntualizzare alcune verità incontrovertibili. Il “popolo leghista” sicuramente avrà usufruito per la sua formazione scolastica di strutture pubbliche dalle elementari all’università che questo stato ”arlecchino” ha messo gratuitamente a disposizione. Sempre a loro disposizione trovano sanità, viabilità, sistema pensionistico, acquedotti, energia elettrica, trasporti ecc. (non posso elencarli tutti !) Si dimenticano che molti loro concittadini “arlecchini” del nord-centro-sud diedero nel passato e sicuramente altri daranno nel futuro grandi contributi in settori che spaziano dalle arti alle scienze ed in virtù di questi meriti ricevettero prestigiosi riconoscimenti internazionali. Umberto Bossi propugnava lo studio dei dialetti locali nelle scuole statali a discapito della lingua inglese. Se fosse stata recepito questo orientamento linguistico, gli studenti italiani incontrando studenti di altre nazioni alla domanda “do you speak Englisch ?” avrebbero risposto: “pota” se bresciani, “belin” se liguri, “minchia” se siciliani, “mona” se veneti ma nessuno avrebbe risposto “yes” Un vecchio detto popolare recita “non sputare nel piatto in cui mangi” mi sembra che i leghisti ci stiano defecando. Contenti loro … Cordiali saluti
Scritto da Ernesto Alberichi il 12/11/2011 alle 09:01
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