Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/11/2011 alle 12:26

 


Infuriava la discussione questa mattina al bar: c’è più rabbia o disistima verso i politici e la politica? Dapprima, me la sono cavata dicendo che i due sentimenti non sono generalmente disgiunti.
Poi, “interrogato” sul 2011 e il 1992, ho risposto che 20 anni fa c’era più rabbia e oggi più disistima.
Perché? Hanno continuato. Nel 1992 i cittadini si sono sentiti traditi da una classe politica verso la quale avevano avuto fiducia. Oggi, molti dicono, “da quelli lì cosa volevi aspettarti”.
Il martellamento non era finito: più grave la rabbia o la disistima? La rabbia può produrre il cambiamento, la disistima, l’assuefazione al qualunquismo, il che è molto negativo.
“Non pensare che il tuo partito sia estraneo a questi umori”,  mi ha redarguito una donna. La differenza con l’ex maggioranza parlamentare è sostanziale - ho concluso prima di uscire - ma il Pd non ne è certamente immune.
E’ esattamente ciò che penso e lo tengo sempre bene a mente.



 
Commenti dei lettori: 44 commenti -
concordo parola per parola
Scritto da ale il 15/11/2011 alle 12:40
recuperare la stima è la sfida del prossimo decennio, non per i 50enni, ma per i 15-20enni perchè loro è il futuro e senza un ideale, senza una prospettiva dove andranno i giovani?Forza, rimbocchiamoci tutti le maniche, sforziamoci tutti di abolire i privilegi e diamoci da fare per recuperare terreno, considerato che ai ragazzi già lasciamo un mondo problematico (inquinamento-stato sociale- politico/finanziario...).E' il minimo che possiamo fare, per loro!!!
Scritto da speranza50 il 15/11/2011 alle 13:28
Riconquistare la fiducia sarà molto dura. E' quello che si sente per strada, sui luoghi di lavoro e sui treni. La novità, forse, è che non ci sono più differenze di classi e di ceti nella sfiducia montante. Concordo che l'allarme non debba essere avvertito solo da una parte - quella che è stata al governo - ma da tutti i partiti.
Scritto da Sala Pietro il 15/11/2011 alle 14:13
Forse è peggio la situazione odierna di quella del 1992. Quell'anno chiudeva una lunghissima stagione democratica che aveva prodotto il boom economico e molto di buono come la riappacificazione nazionale. C'erano stati i tempi durissimi della guerra fredda eppure tra Dc e Pci la lotta politica si era mantenuta entro limiti accettabili. Dal 1992 in poi la coesione nazionale è diminuita e i fatti positivi sono stati minori e ben più modesti.
Scritto da Bianchi Carlo il 15/11/2011 alle 14:14
Caro Giuseppe, il titolo del blog "Rabbia e disistima", nella sua genericità, mi permette di spaziare alquanto nelle mie riflessioni. In primo luogo, per quanto mi riguarda, in me covano sia rabbia, sia disistima per gran parte del ceto politico. Quando penso ai nostri parlamentari (ma anche ai consiglieri regionali), il pensiero mi va alla situazione francese alla vigilia del 1789: la Francia stava affondando sotto una montagna di debiti, a causa delle spese folli di Luigi XIII prima e di Luigi XIV, il re Sole, poi; la borghesia e quello che sarà il "quarto stato"si massacravano di lavoro, erano oberati dalle tasse e non avevano alcun riconoscimento politico; la nobiltà e l'alto clero, beati nei loro privilegi, vivevano alla corte di Versailles, godendo e gozzovigliando alle spalle del resto del popolo francese. Ecco il nostro ceto politico, in gran parte almeno, nella sua grave irresponsabilità, mi ricorda i ceti privilegiati dell'ancient regime: anche in Francia allora per nobili ed alto clero vitalizi, nessuna tassa, lussi e sprechi. Ho detto questo perchè uno dei punti per me indispensabili del nuovo governo, se vuole acquisire subito fiducia e credibilità da parte dei cittadini, sarà di mettere mano ai costi ed ai privilegi di "lor signori"; solo così il professor Monti potrà chiedere i necessari sacrifici a tutti noi, non eludendo neppure la spinosa questione delle pensioni di anzianità. E' triste peraltro osservare i contorcimenti delle forze politiche che devono sostenere questo " governo di salute pubblica", preoccupate di perdere consensi al momento della scadenza elettorale. Ancora più triste e deprimente il comportamento della Lega di Bossi (o di Bossi e Maroni): a parte la rozzezza istituzionale di rifiutare l'incontro con il presidente del consiglio incaricato, c'è poi la carnevalata della riesumazione del Parlamento padano e della secessione (naturalmente nessuno dei Leghisti si sogna di abbandonare le laute prebende ed i privilegi vuoi romani, vuoi nei consigli regionali, vuoi nelle aziende di stato o nelle municipalizzate). L'auspicio è pertanto, a dispetto dei "Padani" o dei Celti nostrani, che le altre forze politiche alla fine siano così responsabili da posporre gli interessi del Paese ai propri interessi di parte. Non dico che la cosa sia semplice (in politica nulla è facile). Se però il professor Monti riuscirà nel compito di risanamento del Paese e di rilancio di un minimo di crescita, senza dimenticare l'equità nella distribuzione dei sacrifici, mi auguro che la parte più consapevole degli Italiani, che credo sia la maggioranza, non potrà che essere grata a lui ed alle forze politiche sociali (dispiacciono ancora una volta gli eccessivi distinguo della Cgil) che l'avranno sostenuto nella immane fatica. Cordialmente, Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 15/11/2011 alle 14:16
Il quadretto del bar è descritto bene ma soprattutto è del tutto verosimile perchè chiunque può sentire discussioni del genere. Spero che i partiti se ne accorgano subito.
Scritto da Emanuela il 15/11/2011 alle 14:25
Alla redazione: c'è un macroscopico errore nel mio testo: Verso la fine ho scritto "posporre", anzichè "anteporre"; potreste correggermi l'errore (troppo vistoso per far finta di nulla). Basterebbe anche aggiungere un semplice "non", così da risultare "non posporre" Grazie, Mariuccio Bianchi.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 15/11/2011 alle 14:34
@Mariuccio Bianchi - Anziché correggere il testo, meglio pubblicare la tua nota sull'errore. Questa mia precisazione gli dà ulteriore evidenza. E' già successo varie volte anche nei miei scritti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2011 alle 14:42
L'osservazione finale sul Pd può dispiacere a uno come me iscritto al partito ma è un'avvertenza senz'altro opportuna.
Scritto da Iscritto Busto il 15/11/2011 alle 14:51
Letto l'articolo. E quindi? Cosa proponi, in concreto, per uscire da questa situazione? E, soprattutto, assodato che alla direzione nazionale questi sentimenti e umori non arrivano, cosa intendi fare perche' se ne parli e si affronti il problema?
Scritto da Lorenzo M. il 15/11/2011 alle 15:33
La disistima della gente verso i politici ha le cause messe in evidenza da @Mariuccio Bianchi nel suo commento. Per risalire la china bisognerebbe cominciare da lì.
Scritto da Baroffio Loredana il 15/11/2011 alle 15:40
Penso che la differenza vent'ani dopo tangentopoli e Mani pulite sia stata messa in luce bene. La sinistra non ripeta gli errori del 1994. Bersani mi pare che si sia comportanto bene, lo hai già detto anche tu qualche giorno fa.
Scritto da Broggi Mario il 15/11/2011 alle 16:13
Caro @Lorenzo, intanto tu sei d'accordo? Non pensare che tutti la pensino così. Ho già ricevuto qualche messaggio che che mi dice che sono troppo severo col Pd. Per uscire da questa situazione bisogna anzitutto avere questa consapevolezza e manifestarla in tutte le sedi. Nell'epoca di internet questa non è cosa da poco. Per quanto mi riguarda questo pensiero lo esprimo anche nelle riunioni ufficiali. Sulle cose da fare in Parlamento, nel commento di @Mariuccio Bianchi ci sono suggerimenti che ritengo assai validi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2011 alle 16:22
Non solo sono d'accordo, ma quello in questione e' un sentimento e stato d'animo largamente diffuso che e' stato lasciato tranquillamente crescere, come certificano fior di sondaggi. Affrontarlo significherebbe affrontare tematiche dirompenti che la dirigenza nazionale pare non voglia manco sfiorare, per non turbare i suoi delicati equilibri interni. Veramente deprimente.
Scritto da Lorenzo M. il 15/11/2011 alle 16:37
io ho l'impressione che la memoria degli elettori sia abbastanza corta e che venga sempre influenzata da quanto accade negli ultimi mesi di campagna elettorale. Per contro, la rabbia e la disistima influiscono senz'altro sulla percentuale dei votanti. In questo momento però io resto con le dita incrociate pensando a cosa succederà in Parlamento quando Monti presenterà provvedimenti invisi a destra e/o a sinistra.....
Scritto da bm il 15/11/2011 alle 17:34
Questa mattina, sul treno per Milano si sono affiancate a me due giovani studentesse; prima ho sentito discorsi frivoli, ma poi sono approdate alla politica. Che cosa hanno espresso? Rabbia e disistima. Sono stato quasi tentato di interloquire, ma mi sono astenuto; un po’ perché eravamo nei pressi di Cadorna, ma anche perché, sinceramente,mi sarei trovato a corto di argomenti da contrapporre.
Scritto da Angelo Eberli il 15/11/2011 alle 18:26
D'accordo con @Angelo Eberli. Io saprei dire ancora meno di lui a chi criticasse la classe politica anche di centrosinistra.
Scritto da Giacomina il 15/11/2011 alle 19:10
Passavo proprio questo pomeriggio su questa via. Una via che divide due mondi. Due mondi opposti. Da una parte il mondo della sofferenza e della speranza, rappresentato da un Cristo in croce, senza braccia (vorrà forse servirsi delle nostre braccia per costruire il destino del mondo?) ospitato in una cappellina dell’Ospedale San Raffaele. Dall’altra parte della strada, proprio di fronte all’Ospedale, sorge l’Olgettina Residence (chiamato anche Orgettina Residence), il domicilio più o meno dorato delle escort di Berlusconi. Ormai si sarà capito che sto parlando di via Olgettina, Segrate. Qui, a Milano Due, è iniziata la storia del Berlusconi-imprenditore; sempre qui, è finita l’avventura del Berlusconi-politico. A proposito di rabbia e di disistima nei confronti di politica e politici, io non voglio parlare di Berlusconi in sé ma della fase politica che lui ha rappresentato (e attraversato) ossia l’epoca post-tangentopoli e la Seconda Repubblica (che coincidono), per terminare con l’amara vicenda della sua “abdicazione”. Il degrado non porta solo il nome di Berlusconi. Parliamo anche di: rifiuti in Campania (Bassolino), villa di Montecarlo (Fini), appartamento vista Colosseo (Scajola), degrado transessuale (Marrazzo, Sircana), ricostruzione de L’Aquila (Bertolaso & Co.), centri massaggi e benessere (sempre Bertolaso), lap-dance ad Arcore (Minetti), high responsability (Razzi e Scilipoti), questione nord-est (Calearo), “sistema-Sesto” (Penati), ecc. ecc. ecc. (l’elenco è lunghissimo), che hanno quasi fatto retrocedere a banale commedia all’italiana i soldi nascosti nei puff della signora Poggiolini. Sono d’accordo con Adamoli, novello Che Guevara: “la rabbia può produrre il cambiamento”, mentre il qualunquismo genera l’indifferenza che è l’humus ove proliferano i peones, i portaborse, i parassiti, le persone di scarso valore e, per dirla alla lombarda, i barlafus (i quali riempiono anche gli emicicli istituzionali). Caro Adamoli, tutto questo per rinnovarLe la mia stima.
Scritto da Mafalda il 15/11/2011 alle 20:21
Primo punto: tagliare i privilegi dei politici. Si raccoglierà poco ma darà credibilità al governo. Ha ragione @Mariuccio Bianchi.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 15/11/2011 alle 20:24
@Mafalda scrivi benissimo che è un piacere leggerti. Però dare del Che Guevara ad Adamoli....Di solito è ritenuto un moderato di centro da molti del Pd.
Scritto da Vittorio il 15/11/2011 alle 21:09
@mb ha ragione, quando certi provvedimanti arriveranno in Parlamento saranno dolori per i partiti. Chi voterà la patrimoniale? chi voterà la riforma delle pensioni? chi voterà le modifiche al mercato del lavoro? Oggi i partiti delegano molte cose spiacevoli a Monti ma in Parlamento i voti sono dei partiti.
Scritto da Bortoluzzi il 15/11/2011 alle 21:10
Divago. Ho appena postato da Alfieri. Rincuora il fatto che lo spirito unitario che aleggia in questi giorni intorno al costituendo Governo-Monti, in Lombardia abbia trovato conferma nell’unanime approvazione della mozione contro l’allevamento delle ovaiole a Busto Garolfo e a Canegrate, approvata oggi in Consiglio Regionale. Inoltre, proporrei una diversa chiave di lettura delle vicende politiche di questi giorni. Tanta accelerazione e la determinazione con cui si sta andando a formare questo Governo non può essere il frutto del solo operato di uomini ma credo ci sia una regia occulta tutta rosa. Sto parlando di Elsa (Monti) e Clio (Napolitano). Perché sospetto questo? Sulla forza di Clio mi ero già espressa qualche giorno fa quando riportai una sua “uscita” vincente fatta in una intervista (“Io gelosa? Giammai! Ma dove va quello (Napolitano) senza di me?”. Un servizio del Tg2 di questa sera ci ha descritto una signora Elsa molto incisiva nella vita del marito al punto che un rassegnato Monti, mentre ricopriva la carica di Commissario europeo per la Concorrenza, avrebbe affermato di accettare, nonostante il libero mercato, una sola posizione dominante: quella in famiglia, di sua moglie. Ebbene, forza Clio e forza Elsa, che stanno riscattando l’immagine di Veronica Berlusconi, infangata dal marito.
Scritto da Mafalda il 15/11/2011 alle 21:38
Caro @bm, hai segnalato la vera questione intorno alla quale si stanno scervellando i partiti in questi giorni e ore. @Bortoluzzi tocca tre problemi delicatissimi ma ce ne sono molti altri. Con questo post ho soltanto indicato il tema ma non ho fatto lo svolgimento. L'incipit sarebbe stato l'argomento trito e ritrito del costo della politica toccato da @Mariuccio Bianchi. Trito e ritrito ma ormai da risolvere. Non per i risparmi reali che può generare ma per il valore di simbolo che ha assunto. Siccome è vera la descrizione (parziale) di @Mafalda delle cause "etiche" del discredito della politica, da lì bisogna cominciare. Inutile affermare che è demagogia o antipolitica, i cittadini non capirebbero. Aggiungo che, mentre le questioni istituzionali (riduzione dei parlamentari, per intenderci) sono a carico del Parlamento, una parte dei tagli alla politica può benissimo essere sulle spalle del governo. In conclusione, facciamo sentire a Monti il calore di una appoggio largo e convinto. E' tutto quello che possiamo fare noi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 15/11/2011 alle 22:08
@Speranza50, "rimbocchiamoci le maniche" è uno slogan di Bersani. Non sono del Pd e voto "Italia dei valori" ma questa volta lo slogan lo sento mio. Se Di Pietro non appoggerà Monti fino in fondo non lo sosterrò più.
Scritto da Un dipietrista il 15/11/2011 alle 22:24
Grazie, @Vittorio, per la considerazione. Troppo gentile. Non sei d’accordo sul Che di Vedano? Su dai, è una battuta. La moderazione, spesso, rivoluziona, con il buon senso, il mondo.
Scritto da Mafalda il 15/11/2011 alle 22:39
Caro Adamoli, io penso che era meglio il 1992.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 15/11/2011 alle 22:58
Sto ascoltando Ballarò. Maroni è da prendere a schiaffi. Lui non c'entra niente. E' all'opposizione. Va al Parlamento della Padania. Incredibile.
Scritto da Botti Giulio il 15/11/2011 alle 23:06
D'accordo con @Botti Giulio. A Ballarò ieri sera sembtava che Maroni non c'entrasse niente con il governo Berlusconi che ci ha portato a questo punto.
Scritto da Caravati Piero il 16/11/2011 alle 08:05
@Botti Giulio, dovete abituarvi ad una Lega di nuovo combattiva a difendere gli interessi del Nord. E' finita la pacchia per voi.
Scritto da Bossiano doc il 16/11/2011 alle 08:30
Al bar “Rabbia e Disistima” si sarà apprezzato l'aumento dello spread francese oltre 190 punti. L'evento ridurrà la propensione allo sghignazzo dell'ilare Sarkozy, sempre che non si riesca a dimostrare, anche in questo caso, la responsabilità del diabolico Berlusconi. Ci si augura che le magagne francesi pongano fine all'idillio con la Merkel, perché – se proprio dobbiamo avere un dominus – preferisco la Germania che, se non altro, annovera la miglior musica anti-depressiva ch'io conosca, da Bach a Beethoven a Wagner. Pare che tra qualche ora avremo il governo tecnico che però dipenderà dalla volubilità della politica, fallimentare a destra e impotente a sinistra. Un governo di emergenza nazionale richiederebbe una misura straordinaria: la chiusura a tempo indeterminato del Parlamento e il licenziamento senza indennità di tutta la banda dei responsabili. Certo che il bar “Rabbia e Disistima” è un bel covo di eversivi!
Scritto da ulderico monti il 16/11/2011 alle 08:36
Sono curioso di vedere la lista di governo.Avere rappresentanti politici dei partiti principali sarebbe un gesto di coesione nazionale, per costruire con una sana dialettica e,poi,salutarsi.Post-bellici.Con la disistima e l'inefficienza di certa politica,c'è possibilità che la democrazia sia sostituita dalla tecnocrazia? (PS: noi dei piccoli comuni ci salviamo grazie alla conoscenza personale. Nonostante gli estremi - sinistri e destri - tirino bordate a "correttezza zero").
Scritto da FrancescoG. il 16/11/2011 alle 09:46
@FrancescoG - Poco prima di conoscere la lista dei ministri dico anch'io che non vedrei male qualche rappresentante dei partiti più importanti. Questo al solo scopo di rafforzare Monti. Se invece la loro presenza dovesse tramutarsi in un sostegno più blando, meglio solo tecnici.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/11/2011 alle 10:41
Rispetto al '92 oggi c'è più rassegnazione, manca perfino la voglia di impegnarsi non solo di combattere.
Scritto da Mentasti Enrico il 16/11/2011 alle 10:52
Ma certo,Candido @Bossiano doc, nonché novello Pangloss: la lega ci farà vivere "nel migliori dei mondi possibile". Colpa nostra se non ce ne accorgeremo.
Scritto da Angelo Eberli il 16/11/2011 alle 11:46
Meglio la rabbia della rassegnazione, secondo me.
Scritto da Turconi L. il 16/11/2011 alle 11:55
Disistima e talvolta rabbia erano sentimenti normali dei cittadini verso i politici nelle società assolutiste e autoritarie, mentre in democrazia i cittadini hanno la possibilità di scegliere rispetto ad una offerta politica abbondante. Se la classe dirigente liberamente eletta è considerata, nella sua globalità e salvo eccezioni, come una massa di cialtroni, poco competente e spesso disonesta; se c’è una netta spaccatura tra “paese legale” e “paese reale” vuol dire che la responsabilità non può stare da una sola parte. Il fatto che l’Italia sia il Paese degli “uomini della provvidenza”, dei “leader carismatici”, dei “potenti investiti di poteri salvifici” significa che è assai carente nei cittadini la capacità di autogoverno e che gli italiani non sanno o non desiderano sapere di quale progetto nazionale vogliono far parte. La politica, pur considerata da tutti come una cosa importante, in realtà viene svilita nella superficialità con cui la gente la pratica. Nella vita normale di tutti i giorni le persone sono attente ed oculate, ma nella vita pubblica non c’è sensibilità verso il bene collettivo, attenzione verso i problemi comuni, vaglio critico delle personalità politiche Spesso vengono accettate anche le panzane più improbabili. Altri sono i criteri di scelta: la simpatia, un certo servilismo e il calcolo di ingraziarsi i potenti per ottenere dei vantaggi personali, anche minimi. E’ il retaggio del “familismo amorale” che si è sedimentato nelle coscienze durante i secoli di dominazione dispotica, spesso straniera, e della diffusa condizione di miseria e di arretratezza culturale. Questo dato culturale di fondo è rimasto anche quando le condizioni ambientali sono cambiate; ciò che in Italia è avvenuto da neppure settant’anni, mentre nei Paesi evoluti la conquista della democrazia data da alcuni secoli. La politica italiana non “fa cultura” anche se l’esercizio della democratica è di per sé un fatto educativo. Soprattutto ai giovani servirebbe, oltre la riflessione critica, la lettura di alcuni testi fondamentali per sapere chi siamo. Ad esempio alcuni libri di avvincenti e veridici come: “Cristo si è fermato ad Eboli” (Carlo Levi), “Un anno sull’altipiano” Emilio Lussu), “Il sergente nella neve” (Mario Rigoni Stern), “Se questo è un uomo” (Primo Levi), “Lettere di condannati a morte della Resistenza” e pochi altri. Quello che viviamo è un momento cruciale, una svolta storica; usciremo dalla crisi morale, politica ed economica se ci sarà una profonda rivoluzione culturale degli italiani; i politici da soli non possono farcela.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 16/11/2011 alle 12:02
Sul filo di lana della nomina aggiungo. Guardo con favore un eventuale ministro dello sviluppo economico e quello dell'ambiente in un siano un unico soggetto. In Italia lo sviluppo economico e l'ambiente devono essere insindibili (Lo so, sono di parte: ingegnere ambientale e assessore del ramo). @ Giuseppe Adamoli. E' vero: necessità primaria sono persone che portino ad un sostegno "solido" al governo, indispensabile per cercare (e sono convinto ci si riuscirà) di rimettersi in carreggiata
Scritto da FrancescoG. il 16/11/2011 alle 12:19
La disistima è il danno maggiore specie se si conclude con il TUTTI EGUALI. E' il tutti eguali che dobbiamo contrastare documentando e convincendo. Errori SI, commessi anche dal PD dalla sua posizione di OPPOSITORE ma non vanno trascurate le enormi differenze ai fini delle responsabilità. Senza questa paziente opera non si fanno progressi e non usciremo da questa drammatica situazione. La melassa serve soltanto ai nostri avversari.
Scritto da A. Vaghi il 16/11/2011 alle 12:53
@CMF Laddove si e' potuto scegliere veramente, come alle scorse amministrative, i risultati per certa politica nazionale sono stati pesanti, con la sconfessione dell'operato delle segreterie dei grandi partiti. Dove i cittadini non hanno potuto metter bocca, al massimo una crocetta sulla scheda, ecco venir fuori gli Scilipoti. Una bella differenza.
Scritto da Lorenzo M. il 16/11/2011 alle 14:50
@ Francesco G. Posso essere d'accordo col contenuto del suo commento,però le suggerisco di rileggere prima di inviare.Un ingegnere ambientale è obbligato anche a rispettare l'ambiente grammaticale. Perdoni la petulanza di una vecchia maestra.
Scritto da G.B il 16/11/2011 alle 16:32
L’amico @A.Vaghi ha perfettamente ragione, non si può fare la melassa. D’altra parte con nobile distacco, dobbiamo pur convenire che, in questi ultimi tempi, al governo c’erano i COMUNISTI e la Lega (poverina) era all’opposizione. Solo da oggi può finalmente sentirsi in maggioranza trastullandosi nel parlamento padano dove darà il meglio di sè. Da lì già promanano i raggi del nuovo ‘sol dell’avvenir’. @ LorenzoM. Sintetico e perfetto.
Scritto da Angelo Eberli il 16/11/2011 alle 17:00
Caro @Massimo, rilancio il tuo invito alla lettura dei libri da te segnalati. Che bello se qualche associazione si mettesse a disposizione dei giovani per delle conversazioni guidate su quei contenuti!
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/11/2011 alle 18:55
Bella l'idea della lettura e del commento dei libri. Partire dal basso. Io mi impegno a fare mettere a disposizione senza spese lo Spazio Scopricoop di Varese in Via Daverio. Massimo ed altri potranno fare le presentazioni. La comunicazione la faremo e-mail. Può andare ?
Scritto da Ambrogio Vaghi il 16/11/2011 alle 19:18
@ G.B. Nessuna petulanza: ha perfettamente ragione :-) Ho scritto di fretta e mi sono restate le correzioni nella tastiera. Chiedo scusa.
Scritto da FrancescoG. il 17/11/2011 alle 08:34
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