E così, superato lo scoglio romano e archiviata la festa di ieri sera, lo Statuto d’Autonomia della Lombardia entrerà probabilmente in vigore a metà settembre. Dopo tanti anni e fallimenti, il risultato è dunque a portata di mano. Ma quale autonomia?
Sono sempre stato consapevole che la bozza di ottobre e il Progetto di Legge che ho presentato a dicembre correvano sul filo dell’interpretazione più coraggiosa della Costituzione Repubblicana. L’obiettivo però era chiaro: ricavare la massima autonomia, senza mai travalicare i paletti costituzionali.
Oltre ai traguardi tradizionali, dobbiamo ora tagliarne un altro molto rilevante. Il nuovo Statuto deve consentire alla Lombardia di essere un’istituzione in grado di esercitare le funzioni e le forme di autonomia in più che il Consiglio regionale ha già chiesto al Governo e al Parlamento sulla base delle modifiche costituzionali del 2001 introdotte dal Centrosinistra. E inoltre di praticare bene il federalismo fiscale che non ha tanto l’obiettivo di portare più soldi in Lombardia, quanto di riformare l’intera finanza pubblica e di mettere tutte le regioni di fronte alle proprie responsabilità.
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