Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 7/2/2012 alle 11:07

 


Ieri sera all’ultimo momento non sono potuto andare alla riunione pubblica di Stefano Fassina, responsabile economico del Pd.
Ho letto le cronache della giornata di ieri e faccio riferimento, per comodità dei lettori, a Roberto Rotondo su Varesenews. L’immagine che emerge è quella di un Pd distante e distaccato dal governo di Mario Monti. Al punto che molti potrebbero chiedersi se questa è la linea di tutto il partito.
No, non è la linea di tutti e non è la mia per quel poco che vale. Non alludo tanto al controverso art. 18 che, anche per responsabilità del governo, ha assunto un carattere simbolico troppo centrale in questa fase. (Personalmente sono per cambiare qualcosa senza cancellarne completamente gli effetti)
Alludo alla dichiarazione secondo la quale nel Pd ci sarebbe stato e ci sarebbe (?) chi non vuole più avere rapporti con il mondo del lavoro e le sue organizzazioni e questa sarebbe stata la causa dei voti andati alla Lega. Analisi sbagliata e autolesionistica di chi non ha compreso per niente la nostra situazione.
Alludo al fatto che Fassina ha definito gravi, sorprendenti ed estremiste le ultime dichiarazioni del premier e al suo tono complessivamente troppo polemico.
Fassina dimentica che il governo si è cimentato con l’impresa di trattenere per i capelli l’Italia sull’orlo del precipizio e ci sta forse riuscendo.
All’Assemblea nazionale del Pd di due settimane fa avevo applaudito Bersani che concludeva così: “Il Pd sostiene il governo senza se, senza ma e senza tacere le sue idee”.
Ma a Fassina dico che queste idee non possono essere contrapposte a quelle del governo che il Pd sostiene in Parlamento.
 
 
Commenti dei lettori: 59 commenti -
Condivido e ti dico che questo fra gli elettori non è una posizione minoritaria.
Scritto da Lorenzo il 7/2/2012 alle 11:14
NO, con Fassina con fermezza , invece. è l'unico in questo momento dal quale mi sento rappresentato nel partito, al di là delle inaccettabili timidezze di Bersani -anche se oggi, su Repubblica, qualche puntino lo mette, ma troppo, troppo timidamente. la direzione liberista verso la quale Monti vuole muoversi va contrastata, e non è la nostra : io spero che l'ambiguità che anima il PD si risolva, per ora non rinnovo la tessera 2012
Scritto da marco il 7/2/2012 alle 11:32
Certo, con Monti con fermezza come dice il titolo di oggi. Ma non lasciamo che ad imporre soluzioni governative siano solo Berlusconi ed Alfano."Fermo restando il nostro sincero sostegno a Monti dobbiamo cercare di invertire la rotta su alcune rigidità di questa politica economica". ha detto Fassina ieri sera al De Filippi. Non mi pare sbagliato. Lo ha detto anche Bersani che il PD non debba tacere le sue idee. E su lavoro e sviluppo ce ne sono tante. Ascoltiamole.
Scritto da A. Vaghi il 7/2/2012 alle 12:14
D'accordissimo. Monti ha salvato o sta cercando di salvare i risparmi delle famiglie italiane. E questo viene prima di tutto . Mi preoccupa che nel PD ci sono dei dirigenti che fanno tutti questi distinguo. Prima viene L'Italia e gli Italiani poi il partito. Ci siamo Intesi Sig. Fassina !!!
Scritto da Pietro il 7/2/2012 alle 12:32
Al dunque i nodi vengono al pettine. Il PD sostiene il governo di salvezza nazionale, ma si accorge che questo oltre a fare il lavoro sporco che nessun avrebbe avuto il coraggio di fare, mette le mani in alcuni dossier che rappresentano la sua condizione esistenziale. Che fare? Io non condivido la tua affermazione, ci dici che il PD dovrebbe fare un po’ di cagnara ma poi deve votare tutto e fare silenzio, così si sancisce la propria inutilità e si mettono le basi per la propria sparizione. Quello che mi è chiaro è che nel PD coesistono punti di vista mooolto lontani tra loro e l’ubriacatura Berlusconiana ha impedito che si mettessero bene a fuoco le decisioni, che sono state prese ma mi pare che si faccia fatica ad accettarle. A me piace la politica americana, chi vince le primarie porta a casa tutto, ecco vorrei che il PD facesse così, si discuta, si litighi poi, una volta prese le decisioni, per favore chi non è d’accordo taccia o almeno eviti di fare guerriglia.
Scritto da Lele il 7/2/2012 alle 12:33
Ultima annotazione. Questo governo sta seguendo, e lo ripete ad ogni piè sospinto, l'aveo delle decisioni prese dal precedente, ecco, s ele cose stanno così, credo che il PD debba tracciare un confine oltre il quale non si può andare e, nel caso, prendere le decisioni necessarie. Ritengo che la coerenza e lo stabilire un nuovo patto sociale con "una parte" degli Italiani sia la cosa necessaria. Ma perché alla fine a pagare devono essere sempre gli stessi?
Scritto da Lele il 7/2/2012 alle 12:37
A questo punto siamo arrivati per la débacle della politica targata Berlusconi ma un piccolo contributo lo ha dato anche il centrosinistra con il fallimento del grande Ulivo di Prodi che nel 2008 ha riconsegnato il Paese alla destra dopo solo due anni.
Scritto da Ferdinando il 7/2/2012 alle 13:37
Una voce parzialmente dissonante dalle tesi di Fassina ci voleva, l'ho ascoltato a Milano qualche settimana fa, concordo con te.
Scritto da Pd Pavia il 7/2/2012 alle 13:52
Fassina è il classico rappresentante neanche dell Cgil ma della Fiom. Che militi nel Pd va benissimo, che pretenda di dare la linea NO.
Scritto da Francesco il 7/2/2012 alle 14:04
I commenti al post restituiscono una certezza: su lavoro, welfare ed economia nel PD vi sono due linee distinte e distanti. Finchè c'era Berlusconi si poteva far finta che così non fosse. Ora Berlusconi non c'è più: i liberal facciano i liberal, i "sinistri" facciano i sinistri. Il vero bipolarismo deve essere questo, sui contenuti, non su Berlusconi. E in un vero bipolarismo fondato sui contenuti il PD si spacca, per forza.
Scritto da Mattia il 7/2/2012 alle 14:54
Mi pare, caro Giuseppe, che sostenere Monti "senza se e senza ma", salvando nel contempo la nostra "anima" , cioè le nostre idee programmatiche di fondo, sia un po' come navigare tra Scilla e Cariddi. Sono d'accordo che non ci siano alternative migliori al momento. Certo è che se i vari ministri frenassero le loro esternazioni, spesso fuori luogo, se si lasciasse lavorare in pace le forze sociali, senza "intimidirle", come talvolta fanno qualche ministro e spezzoni della vecchia e mai morta maggioranza P.D.L.-Lega, sarebbe senz'altro meglio. Due sono i terreni in ogni modo, su cui darò personalmente un giudizio definitivo sul governo Monti e sulla opportunità che arrivi fino al 2013. L'approvazione del decreto sulle "liberalizzzioni", che, per quanto timido, è un primo e discreto passo in avanti per togliere le ingessature che lobby e corporazioni hanno creato al mercato; se il Parlamento (e quindi le forze politiche) lo snaturassero, il governo dovrebbe trarne le conseguenze. Il secondo terreno è ovviamente il mercato del lavoro. Ho già detto dell'opportunità di misurare le parole e le esternazioni da parte dei protagonisti di una trattativa assai complessa. Personalmente mi auguro che non si cada nel "buco nero" dell'art.18. del quale si può discutere, pensando anche ad una robusta "manutenzione", come ha dichiarato il leader della Cisl Bonanni. Essenziale è non non pensare che l'alfa e l'omega di tutti i nodi della complicata materia sia appunto l'art.18, senza guardare a tutte le altre variabili per una possibile e auspicabile ripresa della crescita o dello sviluppo nel nostro paese. Quanto infine a Fassina ieri sera al De Filippi, a prescindere dalle mie personali preferenze per le proposte del senatore Ichino, debbo dire che egli almeno ha fatto uso di quella cautela e di quella misura che una materia così difficile richiede, auspicando che la decisione , cui il governo arriverà, abbia il sostegno di tutte le parti sociali e quindi possa essere largamente condivisa.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 7/2/2012 alle 14:56
Far sentire la voce anche di chi non è della Cgil in un partito come il Pd è necessario. Nei militanti sono in maggioranza i cigiellini ma negli elettori la musica cambia
Scritto da Gaetano Migliorini il 7/2/2012 alle 15:11
Ma siamo sicuri che Fassina sia ancora "l'uomo di Bersani"? Non vorrei che, fra poco, a tenerli insieme, sia solo la Associazione Nens. Su "la Repubblica" di oggi, Goffredo De Marchis chiede a Bersani: "Ma all'articolo 18 ci arriverete?" Risposta di Bersani: "I PARTITI NON POSSONO PERMETTERSI DI ACCENDERE FUOCHI. (Ci mancherebbe! Mica faccio il segretario nazionale per appiccare incendi. L'unico falò che accendo è quello del martedì grasso quando vado su in Alta Val Nure, a Solaro di Ferriere, dove c’è il compagno Gigin, lo storico segretario della sezione del PCI del paese. I partiti li abbiamo costituiti per fare un po' di passerella, conoscere qualche pulzella, cuocere qualche salamella e prendere finanziamenti alla più bella). NOI STIAMO ZITTI E NON INTERFERIAMO SU QUESTO TEMA. (Ci mancherebbe, noi interferire su questo tema! Ma dico, non siamo mica pazzi, ragazzi!). C'E' UN TAVOLO DEL GOVERNO CON LE PARTI SOCIALI. (Il mazzo glielo facciamo fare alla Camusso e a Landini, porco boia! Io non ci metto il becco, non sono mica pazzo. Loro vogliono fare quelli della sinistra imperitura? E allora sono cavoli loro. E poi al tavolo c'è anche altra gente qualificata, tutta d'un pezzo, Bonanni, Angeletti, Marcegaglia). ACCETTEREMO QUALUNQUE ACCORDO NATO IN QUELLA SEDE. (E se ho detto qualunque, ho proprio detto qualunque, ragazzi! Con tutti i problemi che ho io, per colpa della neve e del gelo mi si è anche incastrato il cancello automatico della mia villetta di Bettola e ieri non riuscivo più a uscire, porco boia, ho chiamato il Ninin per aggiustarla ma è malato, qui la gente non vuole lavorare più, si ammala come niente, l'art. 18 darà una bella raddrizzata ai lavativi. Non siamo mica qui a spargere il sale sul ghiaccio del freezer). ABBIAMO LE NOSTRE PROPOSTE INNOVATIVE CHE NON TOCCANO L'ARTICOLO 18. (Come faccio a dirgli allo Stefano che non sono le sue. Lo Stefano non mi piace più. Am pias menga. Sta prendendo una brutta strada, insieme a quell’Harrison Ford di provincia che è Epifani e quel belloccio sciupafemmine che è Folena. Am pias menga.). MA NON ESCLUDIAMO PERFEZIONAMENTI NELLA SUA GESTIONE A COMINCIARE DAI PERCORSI GIURISDIZIONALI. (Cosa caspita ho detto? Percorsi giurisdizionali? Io tutt'al più conosco il percorso da casa mia al bar tabacchi latteria del Cechin in piazza di Bettola. O arrivare fino a Calendasco quando il Giro d'Italia passa sulla Francigena). MA VORREMMO RIVOLTARE L'AGENDA PARTENDO DALLA DOMANDA: COME SI CREA UN PO' DI LAVORO? (Sempre che gli elettori e gli iscritti non rivoltino me come un calzino. Io ci lascio la pelle, ragazzi! E' rischioso, ragazzi, fare il segretario nazionale del Pd per conto di D'Alema, porco boia, ragazzi, se è rischioso. Ma che razza di domande mi sta facendo 'sto De Marchis! Ma di che giornale è? A me mi sembra uno del Paese delle Meraviglie, a me mi)”.
Scritto da Alice in wonderland il 7/2/2012 alle 15:14
Vai Giuseppe, che siamo in tanti con te.
Scritto da Nicola il 7/2/2012 alle 15:18
Fantastica @Alice in wonderlad. Dovresti scirvere anche tu le sceneggiature di Crozza.
Scritto da Giovanni Costa il 7/2/2012 alle 16:04
Ieri sera, lunedì 8, ero al De Filippi di Varese. Ho ascoltato Fassina e non mi pare che abbia assunto particolarmente posizioni ostili al governo Monti. La mia impressione è che la polemica sia tutta dentro al Partito Democratico. In un intervento gli è stata presentata la questione che riassumo così: nel PD sulla questione del lavoro c'è una linea Fassina e c'è una linea Ichino, che cosa avrebbe da dire Fassina? Fassina ha replicato che non esiste una linea Fassina: nel PD c'è una linea Ichino e c'è una linea del Partito. E dopo questo po' po' di diplomatizzazione della dialettica interna del partito ci ha spiegato lo stato dell'arte: oso dire che si è barcamenato tra il cerchio della demagogia e del burocratismo sindacale e la botte del sostegno a un governo a cui non c'è alternativa. Venerdì sera Ichino sarà a Gallarate (tra gli organizzatori il circolo Garibaldi di cui mi pregio far parte) e penso che gli riproporremo la questione. Lunedì il Corriere apriva con un articolo di Galli Della Loggia in cui si denuncia il fallimento della politica italiana e l'inerzia dei partiti annichiliti dagli eventi. Concordo e approvo.
Scritto da ulderico monti il 7/2/2012 alle 16:05
Il PD non è li a fare da "passacarta" ed approvare a testa bassa in automatico qualsiasi proposta di legge che arriva dal Governo. Il mercato del lavoro in Italia è fermo non perchè le aziende hanno le mani legate nei licenziamenti ( la maggioranza purtroppo è composta da piccole aziende, sotto i 15 dipendenti, dove l'articolo 18 non è presente) ma perchè gli investimenti sono bassi e non c'è una seria politica industriale. L'articolo 18 non è il problema. Bene invece la flessibilità in entrata
Scritto da Simone Franceschetto il 7/2/2012 alle 16:06
@Ulderico Monti - Comincio da te perché ho una sottolineatura da fare. Ho parlato della comunicazione della giornata di ieri, non della serata. Alle riunioni sono presenti i militanti ma Varesenews (ho linkato l’articolo di Roberto Rotondo) e Prealpina sono letti da tutti. Comunicare, ad esempio, che nel Pd, in queste terre, c’è chi ha rotto e vuole rompere i ponti con il mondo del lavoro è un’accusa grave. Rivolta a chi? Semmai c’è chi afferma che il sindacato non può più essere la cinghia di trasmissione del partito, ma questo è un altro discorso che condivido e che è stato uno dei capisaldi su cui si è costruito il Pd. Negarlo significa regredire di dieci anni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/2/2012 alle 16:39
Ad oggi, la linea di Fassina sui temi di sua competenza e' la linea del Pd. Nelle sedi competenti interne al partito i suoi documenti, e le sue tesi, sono quelli approvati a maggioranza. Se questa non e' piu' la linea del partito, sarebbe interessante capire quali sono le sedi competenti in cui questa nuova linea e' stata discussa e stabilita. Non entro nel merito di quanto Fassina propone, ma vorrei davvero capire nel PD chi decide cosa e in che modo. Perche' la trasparenza non e' un optional.
Scritto da Lorenzo M. il 7/2/2012 alle 16:41
@Lele - Si facciano le primarie e poi chi non è d’accordo taccia? Vorrebbe dire non parlare più neanche in questo momento perché Bersani è stato eletto direttamente dal popolo. Io sostengo ancora Bersani, ma chi ritiene di doverlo criticare ha il dovere, non solo il diritto, di farlo. D’altra parte, lo stesso Fassina dice cose in parte diverse dal segretario e a me va bene se posso manifestare liberamente il mio disaccordo. Non so davvero a chi ti riferisci quando parli di guerriglia. Non la vedo all'interno del Pd. Accetto lo spirito costruttivo di @A. Vaghi e, nel merito delle relazioni sindacali, le riflessioni di @Mariuccio Bianchi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/2/2012 alle 16:43
@Mattia - Mi riconosco in un partito moderno e plurale nel quale ciascuno afferma le proprie idee e il leader fa la sintesi. Se questa è accettata da tutti senza strappi clamorosi il partito sta insieme positivamente. Guarda la decisione cruciale di Bersani qualche mese fa. Poteva spingere verso le elezioni anticipate con buone probabilità di diventare capo del governo. Si è reso conto che, con una maggioranza probabilmente sbilanciata a sinistra e un Paese spaccato, non avrebbe tirato fuori l’Italia dalla crisi. Ha preferito la strada impervia della coesione sociale e nazionale. Ora si trova a far valere giustamente il peso del Pd dentro un Parlamento che ha ancora la vecchia maggioranza di centrodestra. Una scelta difficilissima che gli fa onore e una sintesi alla fine accettata da tutti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/2/2012 alle 16:50
Fassina (e Bersani, non vedo distanze tra i due) hanno ragione: non si capirebbe cosa sta a fare un PARTITO DEMICRATICO se non sà riportare all'odg il tema dell'uguaglianza (leggi equità) e della sicurezza del lavoro. Purtroppo la debolezza della politica e anche del PD rende tutto difficile. La linea sul lavoro che traspare dalle battute dei ministri non è la nostra, ma non vedo come possiamo farla passare se non con la forza della persuasione: che senza i numeri in parlamento è poco...
Scritto da roberto caielli il 7/2/2012 alle 17:04
Tu insisti con la solita ostinazione, ma nel tuo partito è destinana a prevalere la linea dell'ammucciata a sinistra che è già fallita due volte.
Scritto da Maurizio il 7/2/2012 alle 17:06
Mi trovo da parecchio tempo a condividere le tue idee. Strano, perchè le nostre culture di origine erano molto diverse essendo sempre stato, tu, un cattolico di sinistra e io un liberal in senso classico. Per me questa mescolanza di culture è un buon segno anche per il futuro.
Scritto da Bortoluzzi il 7/2/2012 alle 17:06
A Fassina andrebbe bene una bella maggioranza Pd, Di Pietro, Vendola, Ferrero e magari Grillo. Auguri.
Scritto da Umbertone il 7/2/2012 alle 17:39
Il Centrosinistra e poi il PD, forza maggioritaria a trainante, da sempre, sui grandi temi fondamentali non riesce a definire una linea unica e unitaria. Questo la condanna a essere definita come una forza inadatta a governare. Io qui non parteggio per uno o per l’altro, dico che un partito di governo deve avere una linea unica! Discutiamo, litighiamo ma arriviamo ad una decisione! Se poi uno non è d’accordo, no problem, dica “La linea del partito è questa, io però la penso così…”. Guerriglia? What’s guerriglia? Scusa ma quella che ha subito Prodi da parte di tutti i partiti cos’era? La mattina usciva una proposta e poi passava una settimana durante la quale tutti giocavano a smarcarsi e a segnare punti per la propria parte. Montanelli, quando fece outing a favore di Rutelli diceva: “«Naturalmente la mia scelta è più che discutibile perché l’esercito di Rutelli è una brancaleonesca accozzaglia di forze (si fa per dire) impegnate a combattersi tra loro, come sempre è avvenuto nel campo delle Sinistre, senza che mai riuscissero a darsi un capo e un programma. Mentre quelle della destra, il Polo, sono molto più compatte, come lo erano, ai loro tempi, quelle fasciste e naziste. [...] Sicché l’Italia si trova di fronte alla solita eterna scelta: una Destra che regolarmente finisce per elevare a oggetto di culto il manganello, e una Sinistra con la vocazione del bordello. [...] «Ora, nella mia lunga vita, io ho già fatto esperienza di entrambe le cose. Da ragazzo ho visto volteggiare molti manganelli, e ne ho conservato un ricordo ispirato al disgusto. Poi sono stato un buon frequentatore di bordelli, e ne ho conservato un ricordo ispirato al rimpianto. Ecco il motivo della mia attuale scelta. Questa sinistra (con i suoi gaglioffi alla Bertinotti), non mi fa nessuna paura: non tanto perché è destinata alla sconfitta, quanto perché, anche se arriva al cosiddetto Potere, non riesce a usarlo. La Destra, se ci arriva, ha in mano tutti gli strumenti per restarci. E che volto abbia la destra italiana, che ha perfino il coraggio di proclamarsi “liberale”, lo abbiamo ben visto in questi ultimi giorni. No, meglio – cioè meno peggio – il bordello». Caro Giuseppe perché non proviamo a far tacere il bordello, così evitiamo un altro futuro manganello?
Scritto da Lele il 7/2/2012 alle 17:40
@Umbertone ha ragione.
Scritto da Luigi il 7/2/2012 alle 17:56
@roberto caielli non so se è più grave dire che non c'è distanza tra Fassina e Bersani o scrivere "sa" con l'accento (ah la cara e vecchia grammatica...). Quando Bersani sacrificherà Fassina ci accorgeremo che gli elettori e anche il gruppo parlamentare sono molto più avanti del gruppone di iscritti con doppia tessera PD-CIGL.
Scritto da gino roberti il 7/2/2012 alle 18:02
Sono giovane, non ho vissuto né i DS né la Margherita, e non faccio nemmeno parte del gruppetto dei rottamatori: tuttavia, ieri sera mi sono trovato profondamente a disagio. Sembrava veramente di essere ad una riunione della CGIL, non di un partito di centrosinistra riformista e moderno. E poi l'arroganza con cui ha fatto capire "la mia linea è quella del partito, quella di Ichino non esiste e, se esiste, è minoritaria" mi ha parecchio deluso. Quando staccheremo la linea diretta Bersani-Camusso?
Scritto da giovane varesino il 7/2/2012 alle 18:31
@Roberto Caielli - Non discuto che sia utile e necessaria la dialettica su equità e mercato del lavoro. La mia preoccupazione è che pian piano prendiamo le distanze dal governo Monti dando l’idea che stia semplicemente attuando il programma di Berlusconi. Questo sarebbe esiziale. Se fosse così, ma non è così, sarebbe meglio toglierli subito l’appoggio.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/2/2012 alle 18:34
@Lele - Avevo capito che tu il bordello lo vedessi oggi nel Pd. Se ti riferivi alla maggioranza di Prodi, con Mastella, Dini, Bertinotti, Ferrero ed altri della sinistra antagonista hai ragione. Semmai il Pd dovrebbe definire con più nettezza la linea perché dire che tutto è chiaro e definito è propaganda. Penso che la “pausa” del governo Monti potrebbe aiutare molto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 7/2/2012 alle 18:37
Mariuccio Bianchi è sempre pacato e costruttivo. Per me il problema si riduce a questo : può il PD, partito che coniuga solidarismo cattolico e riformismo socialista, cioè il LAVORO in tutte le sue espressioni, sostenere decisioni governative assunte in netto contrasto con le tre centrali sindacali dei lavoratori ? Dico le tre centrali, non la sola CGIL. E se afferma che NO, non può, fa male o fa bene ? E se qualcuno preme un pò di più nel PD fa male o fa bene ? Riflettiamo un attimo.
Scritto da A. Vaghi il 7/2/2012 alle 18:41
un giorno, signor adamoli, dovrà spiegare perchè sta con il boia. la facezia del "trattenere per i capelli l'Italia" è buona per i grulli. un tempo i colpi di stato erano violenti e spargevano sangue. ora si sparge terrore e il risultato è lo stesso: cambiano i governi. hanno inventato che eravamo morti per ucciderci veramente.
Scritto da Claudio Ennam il 7/2/2012 alle 19:23
Se dovessi scegliere tra Monti e Fassina non avrei dubbi: starei anch'io "con Monti, con fermezza" (!!) Questo non vuol dire che il PD non dabba trovare lo spazio per far sentire la sua voce, navigando tra Scilla e Cariddi, se necessario. Ma qual è la voce del PD? Io vorrei un PD capace di guardare avanti e di proporre soluzioni per il futuro, per la società che c'è e che ci sarà, senza restare ancorato a un passato ormai superato. Per questo mi piace più il PD di Ichino che quello di Fassina !!
Scritto da Giacomo il 7/2/2012 alle 19:54
ho appena sentito al tg7 di Mentana che la figlia del ministro fornero ha un posto fisso. anche il figlio del ministro cancellieri ha un posto fisso e persino un figlio di monti ha un posto fisso. auguro a questi signori ministri di avere presto, prestissimo un posto fisso anche loro. un posto talmente fisso che non li schioderà più nessuno per l'eternità.
Scritto da Claudio Ennam il 7/2/2012 alle 20:10
Evviva Landini e la Fiom.
Scritto da Carletto il 7/2/2012 alle 20:41
@Roberto Caielli, questa sera ho sentito Bersani dalla Gruber e mi ha soddisfatto. Ammettiamo che c'è una bella differenza con le cose dette da Fassina ieri sera.
Scritto da Luca il 7/2/2012 alle 21:14
@Claudio - La lista dei "figli di" dotati di posto fisso è lungha, lunghissima. Anche Paolo Maldini aveva un posto "fisso" nella nazionale del padre, ma nessuno ne ha mai messo in dubbio il valore. Perché siamo capaci di applicare la regola del merito allo sport e non riusciamo a farlo fuori dagli stadi? Con l'effetto che, se anche non sappiamo nulla delle capacità e delle competenze di alcune persone, le (pre-)giudichiamo "immeritevoli" della loro posizione solo perché sono "figli di" ministri.
Scritto da Giacomo il 7/2/2012 alle 22:00
@Giacomo, eccellente la risposta a @Claudio e non perché sono milanista. Dire che i figli dei ministri hanno il posto fisso solo perchè sono figli di ministri può essere una sciocchezza. In Italia non abbiamo l'abitudine alla mobilità come esiste in America e in tanti altri posti. Ma dovremo farcela questa abitudine.
Scritto da Giorgio T. il 7/2/2012 alle 22:38
signor giacomo, il discorso è diverso. perché deve valere la regola del posto fisso per i figli dei ministri e non per i figli di...? perchè deplorare il posto fisso, come hanno fatto quei ministri, quando i propri figli ne occupano uno e, in alcuni casi, addirittura due? capito adesso? non parlavo di merito, parlavo dell'opportunità di fornero, cancellieri e monti di stare zitti. speriamo zitti per sempre.
Scritto da Claudio Ennam il 8/2/2012 alle 07:07
un esempio che forse il signor giacomo può capire meglio. se io bevo champagne non posso permettermi di dire agli altri lo champagne dovete scordarvelo, per voi c'è solo gazzosa. capito? no, eh? pazienza, vorrà dire che per lei, signor giacomo, c'è maria de filippi.
Scritto da Claudio Ennam il 8/2/2012 alle 07:10
Io mi aspetto che il governo metta in campo efficaci politiche industriali di sviluppo che favoriscano l'occupazione e non che vanno nel senso opposto ( tolto l'articolo 18-->inasprimento dei licenziamenti senza giusta causa-->maggior disoccupazione, soprattutto giovanile). Bersani è intelligente per far valere la linea maggioritaria del partito: ok con maggior flessibilità in entrata(tutti devono partire allo stesso livello-meritocrazia) ma ognuno ha il diritto di programmarsi un futuro.
Scritto da Simone Franceschetto il 8/2/2012 alle 08:12
@Vaghi (18.41) - Mi va benissimo l’affermazioni di Bersani “c’è un tavolo governo - forze sociali, lasciamoli lavorare, abbiamo fiducia in loro”. Auspico fortemente, come te e @Mariuccio Bianchi, che almeno i tre sindacati maggiori trovino l’accordo, ma vorrei farti notare che il mercato del lavoro non è materia esclusiva dei sindacati. Riguarda tutti, riguarda il modello di sviluppo e il disegno di futuro della nostra società. In questo senso va ben oltre la rappresentanza sociale dei sindacati e direi che investe soprattutto i partiti politici che rappresentano la totalità della popolazione. Con la politica così in crisi e l’antipolitica così prorompente questa sembra una bestemmia, ma è la mia idea, pensando alla politica di domani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/2/2012 alle 09:19
@Simone Franceschetto (08.12) - Il prossimo impegno del governo è sicuramente rappresentato dalle politiche industriali di sviluppo. Lo ha ribadito con forza ieri Bersani. Hai ragione, un giovanissimo come te ha il diritto di programmarsi il futuro. Che questo sia necessariamente legato al famoso art. 18 ho i miei dubbi. Purtroppo questo argomento ha assunto un simbolismo ideologico, da una parte e dell’altra, che rischia di annebbiare la strada verso l’approdo vero che è quello di aumentare l’occupazione, soprattutto giovanile.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/2/2012 alle 09:22
Per qualche settimana non vorrei più sentire parlate dell'art. 18 da parte di nessuno. Non è decisivo né nel bene né nel male.
Scritto da Giuseppe Brielli il 8/2/2012 alle 09:43
Per forza si deve stare con il Governo. L'abbiamo cercato, come momento di transizione verso qualcosa di diverso. Questo non significa digerire ogni cosa, come giustamente ha più volte sottolineato Bersani. Si sta al Governo ed in questa maggioranza particolare per portare le proprie idee, non per essere commissariati. Resta il fatto che le vere sfide politiche sono e saranno sempre più in Europa. O siamo dentro, o siamo fuori. Sia come passo, che come convinzione.
Scritto da FrancescoG. il 8/2/2012 alle 09:56
@Alice in wonderland, scusami la domanda: il pezzo che hai mandato al blog sull'intervista di Bersani l'hai fatto tu o l'hai preso da qualche parte? E' eccezionale. Se è tuo complimenti, ma sei comunque bravissima per tutti gli altri pezzi.
Scritto da Il pirata il 8/2/2012 alle 10:24
Caro Giuseppe, come mai riunisci di solito due o tre commenti? Non sarebbe meglio farne uno solo alla volta intervenendo più spesso?
Scritto da Lorenzo il 8/2/2012 alle 10:47
Condivido l'opinione di Giuseppe Adamoli che “il mercato del lavoro non è materia esclusiva dei sindacati” e che “riguardi tutti e riguardi il modello di sviluppo e il disegno del futuro della nostra società”. Non si può dire meglio! In tale ambito la discussione sull'articolo 18 è legittima e necessaria. Tale articolo, che è originato d una concezione arcaica e demagogica del rapporto di lavoro, blocca artificiosamente il modello di sviluppo ed è eticamente iniquo. L'iniquità dell'art. 18 consiste nella frattura verticale che determina tra i lavoratori: quelli che sono in qualche modo “garantiti” e quelli che invece sono abbandonati alle logiche perverse del mercato globale. La responsabilità è pesante per i sindacati confederali che difendono burocraticamente le loro rendite di posizione. Sono convinto che la sinistra (o quel che ne resta) dovrà compiere uno sforzo di analisi, di critica e autocritica e di proposta per superare gli immobilismi che non reggono più alle dinamiche sociali e ricercare soluzioni nuove, anche ardite, per assicurare il massimo livello possibile di tranquillità e pace sociale, nel rispetto della dignità delle persone. Perché i nostri burocratosauri non guardano alla Germania?
Scritto da ulderico monti il 8/2/2012 alle 11:06
scusate l'intelligenza ma perché dovrebbero esistere i sindacati? non dovrebbe essere lo stato il "sindacato di tutti"? in una società che contemplasse la giustizia sociale, lo stato dovrebbe pensare a tutti i suoi lavoratori: casalinghe, operai, impiegati, liberi professionisti, imprenditori e SOPRATTUTTO commercianti. Non so perché ho citato i sindacati. forse ne parlava il monti buono, l'ulderico; non il monti cattivo. come si chiama? mario. mario!!!
Scritto da Claudio Ennam il 8/2/2012 alle 12:14
Pienamente d'accordo con Ulderico Monti. Aggiungo: e' inutile passare il tempo in dibattiti ideologici, in lottare per ideali astratti (irraggiungibili) che spesso servono solo a tutelare rendite di posizione. Il problema e', come e' stato detto, lottare per chi il lavoro non ce l'ha, per chi se lo merita, per i tanti che sono in panchina, anche se bravi, perche' sia nel privato che nel pubblico ci sono intoccabili che non se lo meritano. Giusto guardare ai paesi piu' avanzati.
Scritto da andreus il 8/2/2012 alle 12:16
Caro Giuseppe, attento alle bestemmie. Anche altri che non la pensano come te sono altrettanto convinti di pensare alla politica di domani ! E finiamola di partire con l'art. 18. Pensiamo veramente che per garantire TUTTI e non i POCHI si debba cominciare a togliere l'art. 18? Negli USA la flessibilità è massima. Come andiamo con l'occupazione ? Mi pare che si debbano avviare politiche che garantiscano FISSO il lavoro e non tanto il posto. Differenza non da poco.
Scritto da A. Vaghi il 8/2/2012 alle 13:09
Caro @Ambrogio (13.09), condivido totalmente le due ultime righe. Ma quale sarebbe la mia bestemmia? Che i sindacati non rappresentano tutta società? Bestemmiare sarebbe dire il contrario.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/2/2012 alle 14:37
Caro @Lorenzo (10.47), metto insieme due o tre repliche per la semplice ragione che non sono sempre al computer. Questo mi permette anche di non invadere lo spazio della discussione in quanto quasi tutti i commenti meriterebbero una chiosa.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/2/2012 alle 14:40
Caro Giuseppe a proposito di bestemmie forse ho letto un po' male le ultime due righe della tua risposta delle ore 9.19 di oggi. O forse sono stato un po' criptico nella mia risposta.
Scritto da A. Vaghi il 8/2/2012 alle 17:39
@Claudio. Innanzi tutto mi scuso due volte: (1) per la latenza di reazione che temo possa rendere già obsoleto questo mio intervento e (2) per la mia ignoranza che non mi permette (forse) di capire l'esempio che mi propone visto che non bevo champagne e non conosco Maria De Filippi. A me sembra che il problema sia "finto", inventato per sollevare un po' di (inutile?) polemica. Che il posto fisso sia ormai un'illusione lo dicono i dati (per esempio quelli dell'INPS http://tinyurl.com/7pb6agy) ...
Scritto da Giacomo il 8/2/2012 alle 21:28
... Trovo giusto che lo dica anche il ministro del lavoro, e certo non mi preoccupa quale sia la forma contrattuale in cui sono inquadrati i suoi figli, nipoti o parenti qualsiasi; mi sembra una dimostrazione di serietà e competenza e cerco di non dimenticare gli anni passati in cui capo del governo e ministri tutti raccontavano favole e proponevano illusioni. Trovo infine estremamente sgradevole l'augurio al silenzio eterno, ma questo è solo un problema di sensibilità personale.
Scritto da Giacomo il 8/2/2012 alle 21:29
Caro @Giacomo, ti rassicuro. Non so se ti leggerà @Claudio Ennam, ma una buona fetta di lettori segue anche le pagine arretrate, anche di qualche giorno, figurati di un giorno solo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 8/2/2012 alle 23:30
Chissà quando Adamoli riuscirà a scrivere, come ha fatto per @Claudio Ennam: “Alice in wonderland, piacevolissimo il commento delle 15.14. Dire quel che si pensa facendo divertire è una bella qualità. Non riuscivo a smettere di sorridere allegramente. E' un complimento sincero”. Chissà mai quando! Ciò vorrà dire che: 1) In questo blog ci si può prendere gioco, simpaticamente, del segretario nazionale del partito del padrone di casa senza che quest’ultimo si imbarazzi o si irriti. 2) In questo blog sono rari i “grigioni di partito” e si tenta di arginarli offrendo un prodotto che riesce ad essere innovativo senza che lo si snaturi; 3) In questo blog, alle donne vengono garantite pari opportunità degli uomini: se esistono gli uomini intelligenti, perché mai non dovrebbero esserci anche le donne intelligenti? Così come la stupidità, in questo mondo, è stata pari modo distribuita: esistono le donne stupide ma anche gli uomini stupidi. 4) In questo blog non si mandano messaggi incomprensibili: io se fossi in @Giacomo, non comprenderei come mai un commentatore come il signor @Ennam, che lancia strali di morte a destra e a manca, venga così accarezzato da Adamoli. Anche il Coniglio Bianco è d’accordo con me. Altro che merito, altro che equilibrio, altro che moderazione: due pesi, due misure. Ma d’altronde, come pensa il Reverendo Dodgson, le antipatie, anche se non nascoste, sono solo un peccato veniale. E se lo dice il Reverendo, gli credo.
Scritto da Alice in wonderland il 10/2/2012 alle 00:51
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