Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 24/2/2012 alle 11:12

 

 
Stefano Fassina vuole partecipare allo sciopero generale indetto dalla Fiom-Cgil del 9 marzo?
Nessuna sorpresa. Mi ero stupito quando Bersani lo aveva nominato responsabile dell’economia. E’ vero che la Cgil è un serbatoio imprescindibile di voti che deve essere debitamente rappresentato, ma la politica economica se la deve intestare il partito non una sua parte.
Marco Follini afferma che “il suo voto per la riforma del mercato del lavoro ci sarà, Bersani o non Bersani”? Nessuna sorpresa. Metà dei senatori avevano sottoscritto tempo fa il progetto del sen. Pietro Ichino che assomiglia molto a quello del ministro Fornero. Dov’era il partito in quel lungo frangente della raccolta delle firme?
In questo scontro di tifosi si finisce solo per indebolire il confronto in corso tra governo e parti sociali quando è di vitale interesse per il Pd e per il Paese che si consegua una forte coesione nazionale.
L’errore di molti, compreso il ministro Fornero, è stato di mettere subito al centro della contesa l’art. 18 quando erano in gioco ben altri interessi (ammortizzatori sociali, apprendistato e formazione, riduzione di una precarietà devastante). E’ sempre difficile ammainare le bandiere che si erano alzate fra squilli di tromba.
Eppure una strada dignitosa esiste. Siccome non si uscirà da questa vicenda con l’art. 18   totalmente abolito oppure totalmente confermato, il Pd si concentri su delle modiche che siano utili e positive per chi lavora già e per chi è in cerca di occupazione.
Dichiarare le mani libere del Pd in Parlamento se il governo non trova l’accordo con tutti i sindacati (?), mi sembra una scelta poco assennata come tutte quelle non concretamente attuabili.
Starei molto attento alle delusioni e alle frustrazioni che può provocare.


 
Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 46 commenti -
L'art. 18 non si tocca, questa l'unica certezza che deve muovere il Pd.
Scritto da Luciano il 24/2/2012 alle 11:05
Non trovo giusto che qualche componente del PD che sostiene la maggioranza vada a manifestare proprio contro il governo. L'elettorato non lo capirebbe. Non ho nostalgie dei tempi del Governo Prodi nel 2007 dove la sinistra radicale (i vari Diliberto ecc..) faceva la stessa cosa. Il mercato del lavoro va riformato con maggior flessibilità in entrata e a mio parere l.art.18 è un falso problema: focus su una politica industriale coraggiosa (maggior innovazione, internaziolizzazione )
Scritto da Simone Franceschetto il 24/2/2012 alle 11:42
Alla fine i tre sindacati saranno difficilmente insieme se il Pd non li aiuterà con le sue proposte di mediazione. Non è difficile immaginare che la Cgil potrebbe essere un'altra volta isolata. Tocca anche al Pd un'opera di persuasione sulla Camusso.
Scritto da Raffaele il 24/2/2012 alle 12:02
Il Pd fra Fassina e Ichino, tra conservatori incalliti e innovatori, tra precari e Cgil che non fa niente per facilitare le assunzioni, mi sembra in piena confusione.
Scritto da Albertone da Giussano il 24/2/2012 alle 12:23
Mi auguro che sull'art. 18 ( di cui si deve discutere alla fine e non al principio di ogni provvedimento che sarà assunto per dare dignità al lavoro e sviluppo all'economia ) si troverà una soluzione all'italiana. L'importante è che si salvi il conceto che il lavoratore non può essere licenziato per rappresaglie o per i suoi convincipenti poliitici, sindacali o religiosi. Non mi pare troppo
Scritto da A. Vaghi il 24/2/2012 alle 12:45
E' vergognoso che si permetta ad una lobby di qualche diecina di migliaia di farmacisti proprietari, affamati di guadagni, di bloccare le liberalizzazioni in Parlamento. Il tutto mentre si vorrebbero impedire normali discussioni sul mondo del lavoro, su problemi che interessano milioni di persone. Qui, prendere o lasciare. Chiedere il permesso per manifestare insieme ad un sindacato che dice la sua sull'art.18 ( legittimamente ) e che non tanto c'e l'ha col governo ma con Marchionne ? Stranezze
Scritto da A. Vaghi il 24/2/2012 alle 13:03
@A. Vaghi - Perfettamente d'accordo. Se "soluzione all'italiana" vuol dire un saggio compromesso che favorisca la coesione sociale, ben venga e il Pd approvi unitariamente. E sproni il governo ad una "politica industriale coraggiosa", come dice @Simome Franceschetto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/2/2012 alle 13:03
sono diventato buono. improvvisamente. stavo mangiando un’arancia, molle, dolce, sugosa e mi sono illanguidito. l’aspro era appena percettibile, il sapore zuccherino mi ha ristorato e l’arrendevolezza del frutto, sotto l’azione dei miei pur discontinui denti, mi ha provocato questo cambiamento. sono diventato buono. non auguro più alla ministro severino di perdere anche l’altro braccio e di firmare i decreti con la stilografica infilata in bocca. non auspico più un’emiparesi al nostro premier che lo renderebbe umano e accessibile, ma accetto la sua natura cibernetica. non spero più che elsa fornero, la zia di monti, pianga sette notti la settimana per cinquantadue settimane. non desidero più che passera spicchi il volo su un aereo di suo suocero e deflagri sul lago lariano come gion gion chennedi si disintegrò sull’atlantico. sono diventato buono. approfittatene anche voi: non capita tutti i giorni che un uomo si trasformi in un’arancia.
Scritto da Claudio Ennam il 24/2/2012 alle 13:53
Spezzeremo le reni ai lavoratori! questa deve essere la parola d’ordine. Infatti il confronto tra le parti sociali e il Governo continua ad arricchirsi di spunti utili a rasserenare gli animi. Dopo che il ministro ha messo sul tavolo la prospettiva di una ridefinizione degli ammortizzatori sociali (scelta corretta se porta a far emergere in maniera corretta la dimensione della disoccupazione e ne delinea i percorsi di sostegno) ci tiene a puntualizzare che i sussidi dovranno essere finanziati interamente dai contributi sociali dei lavoratori e delle aziende, fantastico! Saremo l’unica nazione (in)civile dove i sussidi ai disoccupati li pagheranno gli altri lavoratori (insieme a tutto il resto che già pagano) e non la fiscalità generale, complimenti, una grande conquista. Di art. 18 abbiamo già parlato, però per essere più che razionale, mi dico, ma perché per questa riforma del lavoro non cerchiamo di assomigliare a chi lavora meglio e ai sistemi migliori? Questo per dire, perché non proviamo ad applicare il modello tedesco, che incidentalmente ha due capisaldi: CONTRATTO COLLETTTIVO e COGESTIONE (andate a vedere l’accordo della SIEMENS tedesca), perché non è applicabile? Vabbè, lasciamo stare. Intanto in Parlamento di cose ne accadono tante, ad esempio, sulle liberalizzazioni il Governo si è incartato. I taxisti hanno ottenuto che le licenze passino ai Sindaci (voglio vedere chi rischierà di trovarsi la città bloccata da sti caporioni), la liberalizzazione delle farmacie si è ridotta ad un misero +10% e restano titolari delle stese esclusive di prima. Infine le professioni, i notai sono riusciti a conservare le esclusive che avevano e forse a ridurre il numero dei nuovi inserimenti e ieri hanno manifestato gli avvocati, vediamo cosa otterranno. Ma non perdiamo di vista il tema principale, avanti! cerchiamo un accordo alto, un saggio compromesso, per i giovani , per i precari, per i disoccupati, perché trionfi la meritocrazia e sia riaffermato il solidarismo che si irradia dalla nostra Costituzione. Quante belle parole, piene di vento…
Scritto da Lele il 24/2/2012 alle 14:36
Forse non ve ne siete accorti, ma grazie alla "chiamata di Monti" le elezioni in Italia non si sono svolte. I provvedimenti che a raffica il Governo emana (tutti decreti,ma adesso non si lamenta nessuno) devono essere votati dalle camere. Le stesse in cui zio Silvio (almeno al Senato) mantiene la maggioranza. I conti bisogna pur farli...
Scritto da Controcorrente il 24/2/2012 alle 15:14
Ipocrisia, troppa ipocrisia, sembra che l'art. 18 sia l'ultima tricea dei lavoratori per non farsi sbattere fuori dagli imprenditori cattivi. Chi ragiona in questo modo vuole capirla che che questa norma è un ostacolo all'ampliamento delle imprese che restano al di sotto degli 15 occupati per non essere costrette ai salti mortali per ridurre il personale in caso di forte necessità? Che in questo modo sono portate ad abusare delle partite Iva e del precariato in tutte le sue forme?
Scritto da Luciana Binaghi il 24/2/2012 alle 15:19
Il @Reverendo Adamoli scrive "Eppure una strada dignitosa esiste". E sì, è proprio quello che ha pensato, nei giorni scorsi, anche il giovane vigile di Colnago quando ha tentato di far cambiare strada al corteo funebre, preceduto dal parroco, che dalla chiesa aveva imboccato 50 metri contromano per raggiungere il cimitero. Mica è un'aliciata questa che ho scritto, è accaduta veramente. Fra lo stupore dei parenti - e anche del morto - il neoassunto zelante vigile dapprima ha tentato di bloccare il corteo, poi, al diniego del parroco - che gli ha spiegato che quella "scorciatoia" era prassi ormai da secoli consolidata e concordata con sindaci e polizia locale ed ha proseguito per il corteo come se nulla fosse - il vigile ha raggiunto l'officiante presso il camposanto e, al termine della cerimonia, gli ha notificato la multa (concorso di colpa, 50% al prete e 50% all'agenzia di pompe funebri). Questa è la strepitosa notizia che mi è giunta dal vostro mondo, notizia che, ora, il sindaco di Colnago sta attutendo se non smentendo (salvando la reputazione del neoassunto). Non appena saputala, il saggio Brucaliffo nascosto dietro la nuvola di fumo del suo narghilè, mi ha detto: "Mah, Alice, non so come mai ma ho l'impressione che il vigile sia del Pd, data l'età, uno dei Gd, i Giovani Democratici". Saggio ma cattivello questo Brucaliffo! Si è così fissato che nel Pd ci sia tanta stupidità e ottusità, che non riesco a fargli cambiare idea! Perbacco, una strada è una strada, non ci sono dubbi. E siccome la Fiom non ha ancora indicato il percorso della sua manifestazione, ieri i dirigenti del Pd si sono interrogati tutto il giorno: "oh, tu vai?" "no, non credo. perchè tu sì?" "mah, io sì. sai se enrico va?" "no, enrico non va, le strade in salita non le fa" "e walter va?" "no, walter ha detto di no, ha i piedi tutti pieni di calli, settimana scorsa ha girato tutta manhattan a piedi, non si ricordava più l'indirizzo dell'appartamento che ha comprato per la figlia e i taxisti che sono tutti italoamericani non lo hanno raccolto" "e il pierluigi va?" "no, lui nemmeno! di litigare con uno come ichino che ha la scorta lui non se la sente" "ma quanto è lungo il percorso? io ho preso le hogan nuove, non vorrei farle fuori in un attimo" e via e via e via ... Questa è l'unica domanda che si pongono - vis-à-vis, telefonicamente, con e-mail, facebook e twitter - i dirigenti del Pd in questi giorni. La loro unica domanda.
Scritto da Alice in wonderland il 24/2/2012 alle 15:30
Caro @Lele, quanta amarezza trasudi sempre! Colpa del Pd? Eppure nelle nostre lunghe chiacchierate ce lo dicevamo che non c’era da aspettarsi rose e fiori. Sapevamo che era uno slogan la roboante affermazione secondo cui la riforma della politica e dell’intero centrosinistra si sarebbe raggiunta in pochissimo tempo. Detto questo, sulle liberalizzazioni condivido ciò che tu e @A. Vaghi avete scritto. Ma sul mercato del lavoro la mia convinzione è che la riforma sia improrogabile, compresa la modifica (non l’abolizione) dell’art.18 che mi ricorda sempre di più la difesa assurda della scala mobile negli Anni Ottanta.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/2/2012 alle 16:55
Cara @Alice, bella la tua prosa, non tento neanche di avvicinarmici. Le metafore sono forse un poco azzardate ma fanno riflettere. Nella sostanza, ti confido che io, pur avendo la gambe buone e i piedi senza i calli, quella strada indicata dalla Fiom non la percorrerei. Perché dico queste cose che sono sgradite a molti nel mio partito e che mi procurano qualche inimicizia che mi pesa? Perché detesto l’ipocrisia. “Proprio tu che sei stato democristiano per un lungo pezzo della tua vita”, qualcuno potrebbe replicarmi. Si, perché questo tipo di generalizzazioni sono delle idiozie.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/2/2012 alle 17:00
Chi pensa che senza art. 18 le aziende avranno il licenziamento più facile è troppo pessimista. In più ci sarà che qualche azienda assumerà anche con rapporto a tempo indeterminato.
Scritto da Loredana Baroffio il 24/2/2012 alle 17:38
@Controcerrente ci richiama giustamente alla realtà. Non mi piace ma è quellache lui dice. Berlusconi non è evaporato e la sua forza condiziona il governo. Chi lo dimentica, la fa troppo facile, poi arrivano le disillusioni pericolose.
Scritto da Nicola il 24/2/2012 alle 18:28
Inutile che vi scannate, lo Statuto del lavoratori sarà modificato. Una cosa del genere esiste solo in Italia e non è che gli altri Paesi siano incivili.
Scritto da Fabio F. il 24/2/2012 alle 18:51
Francamente, caro Giuseppe, mi sembra che si sia in una fase di maionese impazzita: ministri che parlano troppo e vanno sopra le righe; Marcegaglia che spara sciocchezze, quasi sia sotto effetto di allucinogeni;sindacati che tornano a guardarsi con sospetto; partiti che sembrano implodere o attaccarsi alla difesa di lobby e aziende del premier (P.D.L.). In attesa di verificare se il mio sostegno immediato e convinto al governo Monti debba proseguire (attendo la fine della vicenda liberalizzazioni e quella del mercato del lavoro) vorrei fare una riflessione sul nostro partito. Sono d'accordo con Bersani nell'auspicare e nel fare in modo che sul mercato del lavoro la riforma sia condivisa con l'accordo delle parti sociali (per il P.D.leggesi Cgil, Cisl, Uil); sono ancora più d'accordo che si debba fare di tutto per favore l'accordo con il consenso più vasto possibile. La perplessità è la quasi totale abdicazione del nostro partito ad assumere una posizione chiara e ragionevole, anche se questa possa non essere accolta totalmente da qualche parte in causa. E non mi riferisco solo alla vexata quaestio dell'art. 18, sul quale si sta scatenando la solita guerra simbolico-ideologica tra gli opposti fondamentalismi (a proposito la proposta del segretario della Cisl mi sembra interessante e tale l'aveva trovata lo stesso Fassina a Varese qualche settimana fa). Ognuno deve fare la propria parte, senza nascondersi o praticare una politica attendista in attesa che altri cavino le castagne dal fuoco per noi). In tal caso il risultato qual è? Fassina minaccia di partecipare all'ennesimo sciopero del partito-Fiom, Follini minaccia di votare comunque il pacchetto-lavoro; Veltroni ha già lanciato il suo verbo, Orfini pure. Cari amici e compagni, di questo passo non andremo molto lontano ed il P.D. Rischia di stare alla finestra, estromesso dalla partita giocata da altri.
Scritto da mariuccio bianchi il 24/2/2012 alle 18:51
Evviva Fornero, da un lavoratore che non ha paura delle riforme ma delle mancate riforme.
Scritto da Federico il 24/2/2012 alle 18:52
Riprendo qui dal post precedente, tanto sempre di art. 18… @Borghi-Se mi dice a quale categoria mi aggrega, deciderò se essere conservatrice o meno. Del resto qualcosa ci sarà pure da conservare delle nostre vite e degli impegni sindacali o politici del passato, altrimenti il nostro bilancio sarebbe ben triste. Caro Borghi sono perfettamente d’accordo con lei nel ridisegnare le nuove categorie deboli , tant’è vero , che intuendo già anch’io a priori che l’art.18 non uscirà indenne dalle forche caudine ho scritto :” Art.18 da difendersi a oltranza dunque e da barattare eventualmente , quale extrema razio con l’abolizione del precariato e del lavoro interinale, estendendo a tutto i lavoratori dipendenti il contratto a tempo indeterminato.”E per precari e interinali si intende generalmente i giovani e soprattutto le giovani. Se poi si rilegge bene il post 24/2/2012 alle 01:42, vedrà che non c’è nessuna difesa d’ufficio né della linea politica di Bersani né della CGIL. Tutt’altro, entrambi vengono criticati.
Scritto da Maria Rossa il 24/2/2012 alle 18:58
Alla fine l'art 18 non lo toccheranno. Ma non sará né una vittoria dei sindacati conservatori né una sconfitta degli innovatori; ma la presa di consapevolezza che era un falso bersaglio per distrarre il paese dai veri problemi e mettere in fibrillazione la Politica. Soluzione all'italiana? Magari. Ma non ci spero. A Sesto le fabbriche hanno chiuso con l'art 18 in vigore. Se chiudi, chiudi! Il PD? Se vince la linea Fassina io sarò più consapevole di non essere a casa mia. Ma vincerà l'ipocrisia.
Scritto da Nicola Lombardo il 24/2/2012 alle 19:22
@Mariuccio Bianchi, se un grande partito popolare abdica di fronte al compito di indicare una via risolutiva e aspetta che il miracolo lo faccia il governo i rischi che tu paventi diventano incombenti e minacciosi più che mai.
Scritto da Pd Pavia il 24/2/2012 alle 20:23
Diversamente da @Nicola Lombardo, io penso che l'art. 18 sarà modificato e che il dire e non dire del Pd ci farà pagare un prezzo salatissimo. E' forse la prima volta che mi sento di prendere le distanze da Bersani.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 24/2/2012 alle 20:41
che l'art. 18 sia un impedimento ad assumere è solo una frottola : impedisce di licenziare senza giusta causa. se lo si vuole abolire, si deve ammettere che si vuole licenziare senza giusta causa. tirare in ballo i giovani solo per poter licenziare i padri è un altro artificio dialettico che fortunatemente un pochi si bevono. Io non credo che il PD sopravviverebbe ad un mancato accordo : per quelli che vengono dal movimento operaio, come me, sarebbe impensabile dare la fiducia a monti. vedremo.
Scritto da marco il 24/2/2012 alle 21:30
e visto che siamo in tema : un abbraccio ai 3 compagni della FIOM reintegrati ieri -grazie all'art.18-contro la prepotenza di Marchionne !
Scritto da marco il 24/2/2012 alle 21:35
Caro @Mariuccio - Tu dici che il Pd rischia di stare alla finestra, estromesso dalla partita giocata da altri. Hai ragione. Riflettiamo un poco. Non è vero che questo dipende anche dal fatto che i capi massimi del partito, sbagliando di grosso, pensavano fino ad alcuni mesi fa che i nodi non sarebbero giunti al pettine? Se non fosse così come puoi interpretare che metà dei senatori hanno potuto tranquillamente firmare il progetto Ichino che successivamente è stato accantonato? Un'altra cosa: anch'io spero fortemente che il governo trovi l'intesa con le parti sociali o, in subordine, che i tre sindacati non si dividano (cosa peraltro incerta), ma ti pare giusto che un grande partito dica: facciano loro, per noi qualsiasi accordo va bene. Ma dove siamo? I sindacati fanno il loro mestiere esercitando una rappresentanza circoscritta. Sono i partiti che in Parlamento hanno il diritto e il dovere di decidere assumendosene le responsabilità. Se dir questo è lesa maestà sindacale significa che siamo indietro almeno trent'anni.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 24/2/2012 alle 22:02
@Marco, per tre reintegrati migliaia di posti non vengono attivati. Se questo è il tuo modo di stare vicino ai deboli... Non ti auguro di avere un figlio e una figlia precari come li ho io. Tu dormi pure tranquillo, tanto sei dentro e ben protetto.
Scritto da Luigi F. il 24/2/2012 alle 22:55
Post coerente con i precedenti. Non lo condivido ma questa coerenza va segnalata di fronte a tante furberie nel Pd e dintorni.
Scritto da Lavoratore Malpensa il 24/2/2012 alle 23:18
Caro Giuseppe, il PD non c'entra, è uno strumento mica il fine, se non dovesse andare bene mi dedicherò ad altro, certo che si fa fatica a non essere amareggiati. Amo la politica perché è anima, scontro e pensiero e invece mi trovo intorno gente pronta a scannarsi per un pezzettino di potere, per un attimo di notorietà, pettegolezzi, maldicenze e soprattutto una ignoranza abissale. Come si fa ad essere sereni? Una mano ignota in stazione ha scritto: Che uomo è un uomo che non rende migliore il mondo?
Scritto da Lele il 24/2/2012 alle 23:55
#Luigi senza quei tre reintegrati, mezzi operai fiat sarebbero già tutti a casa, come ci finiranno non appena l'art.18 sarà modificato. l'altrà metà ci finisce l'anno successivo. ma non l'avete ancora capito qual'è il gioco della fiat ?e sì che siete intelligenti : vuole smobilitare, e alza continuamente il prezzo sindacale per rompere e sparire, senza cacciare un soldo, perchè c'hanno solo debiti. @adamoli. sul punto dell'ultimo intervento, hai anche ragione. il problema però (segue)
Scritto da marco il 25/2/2012 alle 00:31
è che la linea del partito è molto lontana anch'essa dalle proposte governative, nella loro fumosità. il partito è autonomo, dal sindacato ? mi sta bene, allora però fa il partito : la sua linea, quella della conferenza programmatica, la difende, e se non corrisponde in niente al provvedimento, non vota. cosa ha detto Bersani, o anche Fassina, di diverso da questo ? nemmeno una virgola.
Scritto da marco il 25/2/2012 alle 00:35
@ Luigi poi se passa l'abolizione e diventi precario anche te, poi lo vedi come ti migliora la vita . i tuoi figli rimangono quelli che erano, ma ora dovranno badare anche a te, perchè intanto sei estato espulso ( e ti dicono : ricliclati. a 50 anni ? si, se li litigano, le aziende, i 50enni ) .ma perchè vi piace fregarvi da soli ? dice : il popolo sta male. ma per forza, si beve i discorsi che gli racconta chi popolo non è !
Scritto da marco il 25/2/2012 alle 00:44
@Marco-Scrivi su word e fai copia-incolla in casella, così il commento rimane intatto anche se superi i 50 caratteri. Con amicizia e rispetto
Scritto da Maria Rossa il 25/2/2012 alle 10:05
ECCO QUA IL DIAVOLO!! ART. 18. - Reintegrazione nel posto di lavoro. Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice, con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'art. 2 della legge predetta o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subito per il licenziamento di cui sia stata accertata la inefficacia o l'invalidità a norma del comma precedente. In ogni caso, la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione, determinata secondo i criteri di cui all'art. 2121 del codice civile. Il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al comma precedente è tenuto inoltre a corrispondere al lavoratore le retribuzioni dovutegli in virtù del rapporto di lavoro dalla data della sentenza stessa fino a quella della reintegrazione. Se il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso servizio, il rapporto si intende risolto. La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'art. 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile. L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo camma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, al pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore.
Scritto da Maria Rossa il 25/2/2012 alle 10:20
@Marco, ma sei proprio un disfattista, comunista della CGIL, contro il riconoscimento del merito, retrogrado! ma hai semplicemente ragione. Però è inutile la pulsione alla rovina è troppo ammalliante. Mi chiedo perché non si getti l'occhio a cosa accade in Grecia, Portogallo e Spagna, se qualcuno crede che le ricette applicate possano servire a uscire dalla crisi, è veramente un pistola, però sembra si possa fare solo quello, nonostante i richiami al buonsenso aanche del vecchio Krugman
Scritto da Risoamaro il 25/2/2012 alle 10:27
Il 90%delle imprese e' sotto i dieci dipendenti,il 76%addirittura sotto i cinque.Non passano a 16 dipendenti per colpa dell'articolo 18. E' la caratteristica del tessuto produttivo dell'Italia,non si sono magnificate le potenzialita' del "piccolo e' bello".Questa e' la salvezza dell'Italia.Su 300 casi di vertenza sull'articolo 18,dal 2006 al 2011,solo30 si sono conclusi con il reintegro.Ergo in 270 casi le motivazioni dell'impresa sonoi state accolte.Basta ipocrisia. D.O.
Scritto da D.O. il 25/2/2012 alle 11:31
@Risoamaro. La Grecia è condannata. Il Grande Capitale, attraverso il suo braccio secolare, le banche, ha prestato i soldi ai greci e ora non può permettersi di mettere a bilancio una perdita pari ai titoli greci acquistati, e di conseguenza costringe i greci a ripianare il debito, indipendentemente da quanti soldi i greci abbiano in tasca e da quanto riusciranno veramente a guadagnare. La cosa assurda è che le direttive impartite dalla BCE alla Grecia non fanno altro che peggiorare la situazione nel senso che a causa delle manovre recessive imposte dall'Unione Europea, i prestiti e gli aiuti erogati finora dalla BCE, diventeranno periodici, in quanto la recessione farà diminuire le entrate tributarie e con esse la capacità della Grecia di rimborsare i prestiti ottenuti, causando quindi una spirale che farà crescere di anno in anno il debito della Grecia fino ad arrivare comunque al fallimento, che sarà tanto più devastante quanti più in là si porterà l'attuale criterio operativo della BCE. Avrebbero dovuto consentire la conversione dell’euro in dracme. La Grecia avrebbe avuto un’inflazione molto forte, è vero, ma avrebbe avuto anche un'economia dinamica con una maggiore competitività in grado di rilanciare il Paese verso lo sviluppo. Per le banche in possesso di titoli greci ci sarebbe stata una perdita immediata dovuta al tasso di cambio, ma successivamente, per i titoli a lunga scadenza, un recupero e quindi una perdita sopportabile. Inoltre, con il criterio della BCE la Grecia diventa un Paese che non consuma e quindi diventa un pessimo cliente per gli altri Paesi europei, così come stanno diventando la Spagna e il Portogallo. Se la Spagna, il Portogallo, l'Italia e la Grecia si fermano e non consumano più cosa faranno la Germania e la Francia? A chi venderanno i loro prodotti e i loro servizi? Esaminando il comportamento dell'Unione europea davanti alla crisi attuale, non sembra vi sia una strategia di lungo periodo, bensì delle azioni scoordinate volte a tamponare nel breve termine singole emergenze, restando nel totale disorientamento per quanto riguarda la strategia da attuare e l'analisi stessa delle cause che hanno scatenato lo squilibrio economico finanziario europeo. In tutto questo il PD cosa fa? Ciaspola, scia, e beve birrette all’aperto. Speriamo venga loro una colica renale paralizzante.
Scritto da Ferdinand il 25/2/2012 alle 13:00
Proviamo a guardare oltre la Grecia e il Portogallo. In tutta Europa non esiste una norma simil art.18. Non c'è la corsa al licenziamento facile. Non vedo perché dovrebbe esserci in Italia. Pensate ai giovani e ai precari invece che spargere zizzania e pessimismo sociale.
Scritto da Chiara il 25/2/2012 alle 17:42
Grazie Maria, il trucchino in effetti l'avevo già sgamato : però se il blogmaster ha detto 500, bisogna sforzarsi almeno di restare nei 500, è questione anche di rispetto per il padrone di casa. E' anche uno stimolo alla sintesi...poi se proprio uno non ce la fa, posterà due volte...le mattonate di 800 righe scoraggiano anche la lettura, secondo me. E poi ho un computer che fa ridere, se apro anche word si pianta tutto ! :-) e addio massimi sistemi
Scritto da marco il 25/2/2012 alle 20:25
@Ferdinand. La prima parte della tua analisi è corretta, tuto ciò che dici in merito al ritorno alla dracma è un ammasso di scempiaggini. Sottovaluti tutti gli effetti macro e microeconimici e di politica monetaria. Per favore vai a ripetizioni di economia. Consiglio una visita su www.lavoce.info, ci sono alcuni articoletti che possono aiutare, forse anche te. Però basta con queste semplificazioni da bar! non se ne può più.
Scritto da Risoamaro il 25/2/2012 alle 21:17
E' superfluo dirvi che è già tutto scritto e che il mercato del lavoro verrà finalmente riformato? Sono di sinistra ma è meglio prendere atto della realtà e questa volta non mi ribello.
Scritto da Una lettrice il 25/2/2012 alle 21:37
@Risoamaro, sei imbevuto di propaganda fascioliberista e uno come te che consiglia la voce non può dare consigli a nessuno. Tanto meno a me che vivo di economia e finanza. Perché non parli di Belen e Morandi? Saresti più credibile.
Scritto da Ferdinand il 25/2/2012 alle 22:00
@Chiara. Ti sbagli, in tutte le nazioni “civili” ci sono norme contro i licenziamenti senza giusta causa, sono diversi gli effetti ma fondamentalmente sono diversi i mercati del lavoro e comunque, in tutte le nazioni europee più sviluppate le indennità sono dignitose, coprono un periodo cospicuo e sono accompagnate da reali politiche di riconversione e reinserimento. Il nostro mercato del lavoro è medioevale e da una parte espelle lavoratori anziani (con famiglia) e dall’altra tiene fuori i giovani, condannandoli ad un futuro di precari e di possibile povertà (andate a leggervi la relazione di Mastrapasqua quando afferma che i precari avranno una pensione del 40% inferiore agli altri, chi li aiuterà?) La soluzione è togliere l’art. 18, ma non diciamo stupidaggini! La migliore economia in Europa è la Germania, dove vige la cogestione, cioè i rappresentanti dei lavoratori sono coinvolti nel decidere le strategie aziendali. Alla Siemens hanno firmato un accordo che prevede il placet obbligatorio per qualunque licenziamento! Spiego meglio per chi fa finta di non capire, alla Siemens Germania (non in Italia) nessuno può essere licenziato senza il permesso dei sindacati, capito! Quindi smettetela di dire che le aziende non vengono in Italia per paura dell’art. 18, è una stronzata pazzesca. Non vengono in Italia perché abbiamo una burocrazia schifosa, manchiamo di infrastrutture, siamo ritenuti ignoranti, disonesti e poi c’è troppa corruzione e le mafie.
Scritto da Risoamaro il 25/2/2012 alle 22:10
@Ferdinand. Ok, allora leggiti la Gazzetta, comunque già ne guadagneresti qualche cosa. E cambia dieta evidentemente economia e finanza non ti fanno bene.
Scritto da Risoamaro il 26/2/2012 alle 21:54
La scritta che ha intercettato @Lele, ormai, è suggestiva solo per i più piccini. Man mano si cresce, è giocoforza considerarla un po’ banalina. Che sia stata scritta dal solito che sente di avere sulle proprie spalle le sorti del mondo? Prima di rendere migliore il mondo non sarebbe opportuno perfezionare se stessi? Questa sera sono un po’ spirituale, sarà per via della Quaresima e delle ceneri che mi hanno messo sul capo. Il Reverendo Dodgson ci tiene: ceneri e divieto assoluto di cioccolato fino al mattino di Pasqua. Mi spiace per il rifondarolo @Lele ma io ritengo più stimolante la scritta al binario 20 della Stazione Garibaldi: “il viaggio perfetto è circolare; la gioia della partenza, la gioia del ritorno a casa” (Dino Basili). Che c’entra, diranno i più materialotti? C’entra, c’entra, anzi centra il bersaglio. Chi lo desidera, rifletta. Volevo dire al Reverendo Adamoli che la notizia che ho riportato l’altro ieri sul vigile di Colnago non è una metafora ma, nel caso gli fosse sfuggito, un fatto vero accaduto la scorsa settimana. Colnago è una frazione di Cornate d’Adda (MB).
Scritto da Alice in wonderland il 26/2/2012 alle 21:56
Ringrazio tutti i commentatori per la bella discussione intercorsa fra loro. Non sono più intervenuto per due ragioni: non avevo molto da aggiungere a quanto avevo già detto e poi riprenderò l'argomento fra poco tempo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 27/2/2012 alle 11:42
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