Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/4/2012 alle 09:39

 

Quella volta, nella replica, mi ero cosparso il capo di cenere.
Era il 1990 ed ero assessore regionale ai lavori pubblici e alla casa.
Nella mia relazione iniziale davanti ad una sala piena di sindaci, professionisti e costruttori parlando di una legge che avevo presentato sul recupero edilizio ed urbano avevo messo la famosa Torre Velasca fra le costruzioni grandiose ma brutte di Milano.
Non vi racconto quante non me ne hanno dette.
In effetti avrei dovuto sottolineare l’importanza di tutelare le linee architettoniche delle città senza fare esempi che non avevo la competenza tecnica di fare. Mi sono scusato doverosamente per la mia supponenza ma non ho mai cambiato il mio giudizio estetico.
Ho letto su "Linkiesta" che per l’inglese Daily Telegraph la Torre è uno dei palazzi più brutti al mondo.
Magari non è vero ma spero che le nostre bellissime città sperimentino pure l’audacia visionaria degli architetti ma con un certo rispetto anche per il gusto di noi ignoranti.

 
Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 23 commenti -
Di brutture architettoniche a Milano ce ne sono tante. Basta guardare certi sottotetti scaldolosi lasciati costruire negli utlimi 10 anni.
Scritto da Nicola il 3/4/2012 alle 10:03
Le grandi case alla periferia di Milano sono orribili ma la Torre Velasca nel centro cittadino non è all'altezza degli altri bellissimi edifici milanesi.
Scritto da Il pirata il 3/4/2012 alle 11:47
Molti esperti hanno fatto tanto baccano l'anno scorso per le torri pendenti che dovrebbero essere costrute a Milano. Sicuramente più belle e rispettose del rapporto fra volume edilizio e verde circostante della Torre Velasca.
Scritto da Architetto a Varese il 3/4/2012 alle 11:59
Ciò che mi colpisce non è il giudizio personale sulla Torre Velasca (che comunque è entrata in tutte i testi di architettura come esempio di costruzione moderna che evoca i castelli medioevali) ma la focalizzazione del giudizio di un’intera platea di esperti su di un unico edificio Ciò avveniva in un’epoca in cui la distruzione dello spazio urbano e la dispersione della città nella campagna aveva già raggiunto un livello altissimo di scempio ambientale. La valle padana e le marine italiane sono state tutte cementificate in una misura che non ha l’eguale nei Paesi europei; le alluvioni, gli smottamenti, le frane di questi ultimi decenni, ma anche lo “sciopero” dei turisti stranieri, sono le conseguenze della insensata dissipazione del territorio a cui nessuno, neppure i responsabili della cosa pubblica, hanno mai prestata una seria attenzione. L’Italia è forse l’unico tra le grandi democrazie che non ha ancora una legge sul suolo e la Regione Lombardia non ha cero brillato per la programmazione territoriale e la salvaguardia del paesaggio. Mi sovviene Machiavelli: il popolo è (quasi) sempre infallibile nel giudicare il particolare ma è del tutto incapace di valutare le cose sotto l’aspetto generale nella loro coordinata complessità. E’ da questa mentalità individualistica che originano le nostre sciagure nazionali.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 3/4/2012 alle 12:30
ho da poco terminato di leggere un bel libro, La colata, edizioni Chiarelettere, dove con dovizia di esempi si illustra la situazione da nord a sud dell'Italia, grattaceli, autostrade,stadi e autodromi ecc , il tutto sempre piu spesso inutili e, spesso con gli esonenti locali del PD in prima fila, naturalmente pro, per fortuna qualcuno, FAI WWF LA Comitati locali, si è accorto che c'è la necessita di Salvare il paesaggio
Scritto da angelo m il 3/4/2012 alle 13:07
Anch'io ho sempre pensato che la Torre Velasca non fosse bella. Mi sembrava di essere raro come il panda, ma la famiglia sembra crescere :-) A me piacciono le città in cui si sono cucite le diverse epoche e la storia, dove si usa la luce ed il verde per creare spazi vivi e vivibili. Dove si interviene senza il timore di osare, ma con un grande rispetto per l'anima e la traccia del passato e della sensibilità comune. Ci sono ottimi professionisti che possono far molto bene. Vanno sostenuti.
Scritto da FrancescoG. il 3/4/2012 alle 13:08
Cosè bello? Cosè brutto? Brutto è legare due parole distinte omettendo l’apostrofo. Anzi, lapostrofo. Il brutto si riconosce, mia moglie me lo dice sempre: “Claudio, sei brutto. Con quella pancia! Con quel naso (lei può dirmelo: è Ebrea come me)! Con quel naso in quella faccia!” Insomma, il Brutto non ha bisogno di presentazioni: ci compare davanti e ci infastidisce. Il Bello s’impone, nessuno deve “spiegarcelo”. Ciò che ha costruito Brunelleschi, grazie al retaggio dell’arte persiana, o ha scolpito Michelangelo o ha dipinto Raffaello non ha bisogno di intermediari, il nostro spirito assorbe la magia di quelle opere e se ne nutre: l’arte antica è il nostro dape, il nostro alimento più importante (dopo il cavolotto al vapore, s’intende). Diverso il discorso sull’arte contemporanea in tutte le sue forme. Perché si affannano critici ed esegeti nel tentativo di tradurre per noi le opere di un Cattelan (Catte che?) o di un Vattelapesca qualsiasi? Forse perché quei “cosi” non sono arte, ma “cosi”. Berenson diceva: “tutto ciò che è inintelligibile, a mio parere non è arte”. Ma chi fu Berenson? Ma il figlio di Beren, immagino!
Scritto da Claudio Ennam il 3/4/2012 alle 14:11
All'università, facoltà di architettura, avevamo avuto una discussione accesa sulla Torre di Milano con alcuni professori che avevano opinioni positive ed altri negative. Il fatto che ne parlasse dimostra che si tratta di un palazzo comunque controverso. A me non piace molto. Queste discussioni fanno bene per tener vivo il gusto della gente.
Scritto da Francesco P. il 3/4/2012 alle 14:46
@FrancescoG: ottimo commento. "A me piacciono le città in cui si sono cucite le diverse epoche e la storia, dove si usa la luce ed il verde per creare spazi vivi e vivibili. Dove si interviene senza il timore di osare, ma con un grande rispetto per l'anima e la traccia del passato e della sensibilità comune". Anche a me piacciono queste città.
Scritto da Giuseppe V. il 3/4/2012 alle 14:59
@Camillo Massimo Fiori. I tuoi commenti sono sempre istruttivi con un valore culturale alto. Non ti do torto, anzi, quando parli di individualismo e dissipazione del territorio. A mio parere Adamoli sbaglia quando dice che la torre velasca è brutta ma penso che si possa parlare di questo senza fare considerazioni troppo generali. Non credi?
Scritto da Giancarlo il 3/4/2012 alle 15:51
Sarà, ma la "legge Adamoli" è stata un "lasciapassare" per i bruttissimi sottotetti di cui ha parlato @Nicola nel primo commento.
Scritto da Ambrogio L. il 3/4/2012 alle 16:28
Concordo in pieno con Francesco G e aggiungo che putroppo il nuovo quatriere Citylife, ex fiera campionaria, non va nella direzione da lui indicata, del resto lo hanno sottolineato anche grandi architetti milanesi e no. Non è un caso che a vincere non sia stato Renzo Piano. Quanto alla Torre Velasca ricordo la perplessità educata di Nimayer dopo una visita, anni '70, con il varesino Ettore Mocchetti alla Torre. Poi certo ci sono gli scempi indicati da Fiori e anche le villettopoli varesine
Scritto da cesare chiericati il 3/4/2012 alle 16:56
Caro @Ambrogio (16.28) - Ti sbagli proprio. Non è stata la legge che tu citi a sdoganare certi "bruttissimi sottotetti" ma la successiva legislazione della seconda metà degli anni Novanta che è stata poi corretta 7/8 anni fa su proposta e insistenza dell'Ulivo. Quella legge del 1990, osteggiata da Lega Nord e Sinistre, varie è stata poi prorogata anche per volontà di alcune amministrazioni di sinistra e della Lega. Quest'ultima in particolare a Milano.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/4/2012 alle 18:45
Il palazzo Pirelli è forse contemporaneo alla torre Velasca ma è di una bellezza eccezionale. Nessuna comparazione è possibile con la torre. Ancora oggi il Pirelli è l'edificio più bello d'Italia.
Scritto da Giordano S. il 3/4/2012 alle 20:09
Da qualche settimana non scrive più sul blog @Alice in wonderland e qualche settimana prima aveva cessato di scrivere anche @Mafalda. Mi piacerebbe sapere il perchè e anche mi piacerebbe avere l'opinione di Adamoli, se possibile.
Scritto da G.S. il 3/4/2012 alle 20:12
@Mafalda e @Alice in wonderland scrivono benissimo e sono molto interessanti.
Scritto da Una lettrice il 3/4/2012 alle 20:55
Condivido @FrancescoC e @Cesare Chiericati. Mi aggiungo anch'io nel dire che la torre Velasca è brutta, costruita su un fazzoletto di terra senza alcun rapporto con lo spazio retrostante e lo stile dell'architettura della zona.
Scritto da Luigi Brambilla il 3/4/2012 alle 21:26
@G.S. e @Una lettrice - A volte succede che i lettori si prendano una pausa nell'inviare i loro commenti. Se @Mafalda e@Alice scrivessero ancora sarei soddisfatto perchè arricchirebbero il blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/4/2012 alle 23:03
Milano sta decidendo in questi giorni il proprio piano di governo del territorio. Tenere desta l'attenzione su queste problematiche è importante.
Scritto da S. Fumagalli il 3/4/2012 alle 23:48
Quando ero ragazzina, anni '70, abitavamo fuori Milano, ma mio papà ha lavorato per anni sotto la Torre Velasca. Entrava e usciva dalla banca vicino a questo gigante. Io l'ho vista finalmente un giorno in cui ho potuto anche scoprire il Duomo, la piazza con la dattilografa dalle gambe luminose e i tram. Mio papà ci presentò la Torre dicendo: "Lì ci abita Gino Bramieri." Voi mi dite che è brutta, ma io penso a una delle sue barzellette e all'improvviso non mi sembra poi così male ...
Scritto da nicoletta il 4/4/2012 alle 08:24
Quello di nicoletta è uno dei migliori commenti che siano mai comparsi su questo blog. Questo è saper scrivere!
Scritto da Claudio Ennam il 4/4/2012 alle 10:49
chissà se dentro c'è l'amianto : visti gli anni in cui è stata costruita, probabilmente sì. Se così fosse, la demolizione verrebbe a costare 10 volte la costruzione...io proverei a imbellirla : la forma è brutta, ma più di tutto mi pare brutto quel colorino grigino -giallino-marroncino un po' rancido...io l'ho vista solo in foto, può darsi che dal vivo faccia migliore impressione. ricoprirla tutta a vetri, che somigli di più al pirellone ?
Scritto da marco il 4/4/2012 alle 13:42
Cara @Nicoletta, quella generazione di milanesi alla quale apparteneva tuo papà era giustamente orgogliosa della Torre Velasca. Era il simbolo della volontà “ricostruttiva” dell’Italia del miracolo economico. Dobbiamo essergli molto grati. Io facevo, come tu hai certamente inteso, un discorso di rispetto architettonico e storico, come ha ben sottolineato @FrancescoG.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 4/4/2012 alle 14:52
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