Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 20/4/2012 alle 09:54

 

Successo ieri sera per l’iniziativa culinaria di beneficenza organizzata a Varese dalla Fondazione Ascoli (a favore dei bambini).
Ai fornelli tre squadre di cuochi capitanate da Roberto Formigoni (con gli assessori Raffaele Cattaneo e Giulio Boscagli), Roberto Maroni (con Attilio Fontana e Dario Galli), Walter Bergamaschi (con Giovanni Daverio e Paolo Cherubino).
Scarto le ironie sulle “mani in pasta” dei politici. Ritengo che queste partecipazioni siano popolari e piacevoli.
Ma qualche buon cuoco non sarebbe stato rintracciabile anche fra personalità estranee al “forza leghismo”, magari dopo le elezioni amministrative del prossimo mese?  
E che c’entrano Bergamaschi e Daverio - ottimi direttori generali dell’ospedale di Varese e dell’Asl di Varese - con queste “imprese” dal sapore politico propagandistico? Non è che in questo modo si cucina anche qualche ulteriore “pasticcio” non esattamente culinario?
Resta intatta la mia simpatia per la Fondazione Ascoli.
 
 
Categoria: Lombardia, Sanità
Commenti dei lettori: 33 commenti -
Mi si permetta una citazione: Dum Romae consulitur, Saguntum oppugnatur. Mentre il Paese è in affanno e sull'orlo del baratro, "lor signori", pidiellini e leghisti in questo caso, si divertono a fare i cuochi, non so se eccellenti e mediocri,anzichè fare bene il mestiere per il quale sono stati eletti. Verrebbe anche da dire, in dialetto,"ofelè, fa ul to mestee". Ma il loro mestiere questi signori hanno smesso da tempo di farlo, preoccupati di prebende e privilegi per sè e per i loro sodali.
Scritto da mariuccio bianchi il 20/4/2012 alle 09:58
Le iniziative benefiche non andrebbero mai politicizzate.
Scritto da Cittadina cattolica il 20/4/2012 alle 10:05
Bravo, signor Adamoli, eviti facili battute e luoghi comuni come le mangerie dei politici. Non faccia come me che rimediai una denuncia e feci la più brutta figura della mia vita. Decenni or sono mi presentai a un’ennesima consultazione elettorale. Giorni prima avevo dovuto pagare una cartella esattoriale talmente salata che mi venne una forma acuta di piorrea. Ero molto mal disposto verso la classe politica e in cabina infilai una fetta di prosciutto nella scheda e scrissi: “vi siete mangiati tutto, mangiatevi anche questo”. Nel riconsegnare la scheda elettorale al presidente, un po’ di grasso maledetto di quel porco fuoriuscì ed egli stupito, aperta la scheda, proruppe: “E questo cos’è???” No so, risposi io, sarà una scheda imbottita. “Ma quale scheda imbottita, noi le schede le consegniamo aperte, vuote, come certe piade sul litorale di Cattolica!”. Insomma, per farla breve, fui denunciato per turbativa. Meno male che non mi comminarono una pena anglosassone, altrimenti avrei dovuto mangiare io quella fetta di porco, e non potrei perché io sono Ebreo (in verità mangio la mortadella ma solo di notte, per solitudine e tristezza).
Scritto da Claudio Ennam il 20/4/2012 alle 11:40
E’ una potenza questa Fondazione! Cena partisan! Non erano reperibili, in territorio varesino, cuochi e sommelier del centrosinistra? O qualche cameriere dell’Udc? Neanche a parlarne di Ratatouille di matrice Sel, Idv e Mov. 5 Stelle, perché troppo pepati e speziati. E dire che siamo in periodo di 5x1000 …
Scritto da eg il 20/4/2012 alle 11:46
Mano leggera ma incisiva. Quando ci vuole, ci vuole.
Scritto da Una lettrice il 20/4/2012 alle 13:24
Lo scopo dichiarato? Benefico. Ma siamo sicuri? Guarda un po’, la cena si tiene a poco più di due settimane dalle elezioni amministrative in alcuni importanti comuni della provincia. E i “cuochi”, a parte due ospedalieri che stanno al gioco, sono tutti politici attivi della stessa area. Nelle interviste rilasciate parlano del loro piatto o di quanto sono bravi come cuochi, praticamente di loro stessi. Dalle foto e dai video si nota un’organizzazione piuttosto complesssa.
Scritto da gigi il 20/4/2012 alle 13:28
Insomma sembrerebbe più una campagna elettorale che una manifestazione culinaria di solidarietà. Un’occasione troppo "ghiotta", tanto per rimanere in tema, per lasciarsela sfuggire. Ormai non c’è più da stupirsi. Un’associazione, però, dovrebbe essere neutrale. Ne va dell’etica del no profit.
Scritto da gigi il 20/4/2012 alle 13:29
Questa signor @Claudio Ennam, è vecchia come il cucù oltre che essere una delle sue solite incredibili panzane.
Scritto da Pontida il 20/4/2012 alle 13:44
Formigoni: da una resort lussuosissimo a sette stelle ai Caraibi con a disposizione vari chef (a gratis) a fare il cuoco lui stesso per solidarietà. Il passo avanti è enorme. Com'è bravo questo presidente.
Scritto da Giusy il 20/4/2012 alle 13:48
Signor Pontida, lei non crede che io sia davvero un commerciante?
Scritto da Claudio Ennam il 20/4/2012 alle 14:41
Le lobbies (e anche una Fondazione del terzo settore è a buon titolo una lobby)difendono per definizione lo status quo.Sono vent'anni che l'interlocutore politico locale è padanpidiellino ergo gli chef da invitare non potevano che essere quelli.E il messaggio mandato all'opinione pubblica è stato chiaro:noi della Fondazione Ascoli vogliamo ancora questi qua.Sta agli altri diventare interlocutori autorevoli e politicamente credibili (ahimè).
Scritto da a.b. il 20/4/2012 alle 15:08
Chiaramente questo è un "pasticcio" che non mi piace, ma con tutti quelli che ci sono in questo momento non è certo dei più gravi. La Fondazione Ascoli, come tempistica, è stata sfortunata, non c'era peggior momento di questo per Maroni e e Formigoni.
Scritto da L. Bernasconi il 20/4/2012 alle 15:37
Caro @a.b., concordo sul fatto che il problema dell'alternativa politica a Formigoni è di conquistare una credibilità e un'autorevolezza che finora l'elettorato lombardo non gli hanno riconosciuto. Ciò nonostante, un poco di saggezza imporrebbe alle istituzioni sociali di allargare la visuale a 360 gradi. Perché, io che non sono di destra, dovrei essere scoraggiato dall'offrire il mio contributo ad una Fondazione assolutamente meritoria?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 20/4/2012 alle 16:50
@Pontida. La trovata dialettica di @Claudio Ennam sarà vecchia però è simpatica.
Scritto da Chiara il 20/4/2012 alle 17:19
La pur meritevolissima Fondazione Ascoli è arrivata davvero fuori tempo come un calciatore che sbaglia l'entrata e rimedia un cartellino giallo. Sarà stata sfortunata con i tempi e il precipitare degli eventi formigoniani ma resta il fatto che la comparsata di ieri sera ha una uniderezionalità, nella scelta delle squadre, sospetta e inelegante. Suona come una scelta di campo che ha davvero poco a che fare con la solidarietà che non ha non deve avere colore alcuno. Un' occasione gettata al vento.
Scritto da cesare chiericati il 20/4/2012 alle 17:31
@Cesare Chiericati, sintetico e centrato come al solito. Sottoscrivo.
Scritto da M. Rosati il 20/4/2012 alle 18:29
Scusa Adamoli forse non mi sono spiegato bene. Le lobbies fanno il loro mestiere. Se i gruppi del Consiglio Regionale contassero qualcosa io lobbista avrei fatto pressione su tutti i componenti della commissione sanità. Ma siccome in Italia comandano i partiti il lobbying viene condotto dai gruppi di pressione sugli esponenti della coalizione di maggioranza. Lo so anche io che la solidarietà non ha colore.Ma grazie al sistema di potere italiano anche la solidarietà ha colore.Triplo ahimè .
Scritto da a.b. il 20/4/2012 alle 18:51
Quello che dice @a.b. sulla pochezza dei gruppi pilitici regionali è sconsolante ma veritiero e Adamoli lo sa benissimo.
Scritto da A. Colombo il 20/4/2012 alle 19:30
@Mariuccio Bianchi ha ragione e non ditemi che questa è antipolitica solo perchè parla di privilegi e prebende. E' un sindacalista a cui piace intervenire, partecipare e dire pane al pane e vino al vino. Lo conosco perchè abita dove abito io.
Scritto da Carla di Malnate il 20/4/2012 alle 20:15
Le Fondazioni possono fare lobby ma non sono lobby, sono organizzazioni del Terzo Settore che operano per la solidarietà nel nome di ideali che dovrebbero essere riconosciuti da tutti.. Lo ricordo ad @a.b. che dice alcune cose vere ma non deve dimenticare questo.
Scritto da Valceresio il 20/4/2012 alle 21:06
Ho letto solo gli articoli che raccontano l'evento ... sembra proprio che ruoli e incarichi che dovrebbero essere basati su capacità e competenza (direzione generale di strutture complesse in un settore delicato come quello della sanità) siano invece (implicitamente o esplicitamente) legati all'appartenenza e alla fedeltà a un partito ... e sembra normale e accettato da tutti (sic)
Scritto da Giacomo il 20/4/2012 alle 22:26
Caro Giuseppe, le Fondazioni si lasciano trascinare dove c'è la polpa e il centrosinistra ne offre ben poca. Sbagliano perché non dovrebbero avere colore politico e poi le cose potranno cambiare presto ma è così.
Scritto da Federico il 20/4/2012 alle 23:02
E' vero, signor Adamoli, che il blog chiuderà fra pochi giorni e per sempre? Guardi che Noi veniamo a sapere le cose anche prima degli interessati...
Scritto da Claudio Ennam il 21/4/2012 alle 08:23
Caro @valceresio,probabilmente tu annetti alla parola lobby un connotato negativo.Non sei il solo non affliggerti a pensare così.Nel nostro sistema politico strangolato dal partitismo dove l'accesso al potere e affare riservato il termine lobby assume il significato clientela,parentela etc.ma non e così soprattutto nelle democrazie pluraliste e ad assetto federale o in sistemi istituzionali non mediati dai partiti come l'UE.Li i gruppi rappresentativi di i sono considerati lobby senza scandalo.
Scritto da a.b. il 21/4/2012 alle 09:09
@Claudio Ennam - Voi, con la iniziale maiuscola, siete potenti ma non avete ancora il dono della preveggenza. No, questo blog non chiuderà presto. Nell’autunno scorso avevo, in realtà, intenzione di sospenderlo perché stavo cominciando a scrivere un secondo libro ma il direttore di Varesenews, Marco Giovannelli, dati alla mano, mi ha dissuaso. Spero che non le spiaccia.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/4/2012 alle 09:21
Caro Giuseppe, la sensazione che ho leggendo il tuo blog e ' quella di uno smarrimento tuo e di chi interviene nei dibattiti.La tentazione forte e quella di aggrapparsi al passato visto che il presente e oscuro e minaccioso.Ma il presente e figlio di quel passato.E necessita di analisi e di azione.Tranqulili:anche la scienza politica e sociale e imbalsamata.Sto pensando ad un una serie di seminari sul tema all'Insubria.Potrebbero interessare te e i tuoi lettori?
Scritto da a.b. il 21/4/2012 alle 09:22
Sono felicissimo che il suo splendido blog continui a correre. Io, stampellato come sono, cercherò di mettermi al passo.
Scritto da Claudio Ennam il 21/4/2012 alle 09:31
Caro @a.b., porsi certi interrogativi non è segno di smarrimento, almeno secondo me. Inoltre, non so dove ti scorga la mia voglia di aggrapparmi al passato ma se tu organizzassi dei seminari sul tema dell’Insubria parteciperei volentieri sia per il contenuto sia per la stima che ho di te.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/4/2012 alle 11:34
Per @a.b. (commento delle ore 9.22): abbiamo perso il senso dello spazio (complice internet, nel mondo globalizzato le distanze sono annullate) e anche quello del tempo. Non facciamo tesoro del passato e, attorcigliati nel presente, viviamo l’ansia del futuro, privi del senso di trascendenza. Un presente caratterizzato da grandi patologie individuali, sia quelle di chiusura individuale interna (apatia, depressione, anoressia e bulimia, dipendenza da droghe e da alcol, suicidi) sia quelle di crescente indifferenza per la vita collettiva. La soggettività vissuta all’eccesso e immersa in un paradosso: da un lato un’economia di mercato che offre un’ampia gamma di prodotti e servizi per soddisfare ogni desiderio e, dall’altro, l’incapacità di generare i desideri stessi. Penuria economica, paure sociali, profonda diffidenza verso la classe politica, crisi nelle relazioni sociali, crisi del sacro e diffidenza verso i vertici ecclesiastici, rimozione delle responsabilità individuali. E ancora, scarsa sincerità nei rapporti con l’altro, mancanza di chiarezza nell’agire e nel parlare. Poi, possiamo anche parlare del territorio insubre, analizzarne criticità e potenzialità, purchè questi momenti di studio e di analisi non si riducano a una passerella di politici (si è visto che ad alcuni viene meglio la attività di cuoco). Occorre partire dal basso. Occorrono progetti accompagnati da parole coraggiose. Chi ha il coraggio di pronunciarle?
Scritto da eg il 21/4/2012 alle 15:48
Sottoscrivo la prima frase del commento di @Claudio Ennam delle 9.31 di questa mattina.
Scritto da Un lettore affezionato il 21/4/2012 alle 18:10
Bello e ricco ldi spunti multidisciplinari il commento di eg.Giuseppe io credo che bisogna correre verso il futuro come se si fosse seduti in uno scompartimento di un treno volgendo le spalle alla direzione di marcia.Correre verso il futuro guardando alle macerie del passato ma anche raccogliendo le perle che vi si nascondono.Invece io non vedo nessuno disposto a mettersi in viaggio.Caro eg i seminari che ho in mente vogliono dare la possibilità di viaggiare.No passerelle ne burlesque.
Scritto da a.b. il 21/4/2012 alle 19:15
@eg - Il quadro sociale che tratteggi è vero, comunque verosimile, nel senso che (quasi) tutti possono ritenerlo uno specchio della realtà. Quando la situazione è questa, penso che non ci sia altra strada che ricorrere alle proprie risorse personali di cultura, buona volontà, partecipazione. L'Italia e l'Europa sono uscite da situazioni peggiori. Sarà l'ottimismo della volontà ma guai se non ci aggrappassimo almeno a questo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 21/4/2012 alle 20:52
Efficace la metafora di @a.b. sul viaggio. Ben vengano le opportunità di “viaggio” che sta ideando. Parole nettamente di buon senso quelle di Adamoli (commento delle ore 20.52).
Scritto da eg il 22/4/2012 alle 18:17
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