Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 21/4/2012 alle 22:20

 
Chissà che la probabile vittoria di Francois Hollande in Francia non possa davvero cambiare in meglio la salute sociale, economica e politica dell’Europa.
La sua piattaforma mette molta enfasi sulla crescita e sull’equità e questo può essere un fattore di riequilibrio importante rispetto a politiche basate solo sull’austerità.
Mi auguro però che in Italia il suo successo non provochi l’effetto di indebolire la linea “riformatrice liberale” di una moderna sinistra di governo.
Mi convince Pierluigi Bersani quando afferma che “Un pezzo del debito europeo non deve cadere sul lavoro ma pagato dalla finanza; che gli eurobond sono una necessità; che servono più liberalizzazioni e più investimenti nelle infrastrutture”.
Tutto questo è funzionale a combattere la recessione in corso nel nostro Paese con i suoi costi enormi sbattuti sulle spalle dei più deboli. I conti in regola e il pareggio di bilancio, come dicono gli esperti più accreditati, non potranno essere dimenticati. Ma guai se l’Italia ritardasse ancora la cosiddetta “fase due” del rilancio e della competitività produttiva ed economica.
Restando nel medesimo filone culturale di Bersani, mi convince altrettanto Massimo D’Alema quando dichiara che negli ultimi decenni “c’è stata anche una sinistra nazionalista che voleva proteggere il welfare avanzato nei singoli Stati senza pensare che non avrebbe funzionato nel suo insieme europeo”.
Questo è il punto centrale. Oggi la politica nel nostro continente è fatta dagli Stati nazionali e quelli più potenti contano inevitabilmente molto di più, vedi la Germania.
Solo con l’Europa politica più forte e unitaria si può cambiare la piramide del potere che vede le istituzioni finanziarie in grado di esercitare fortissimi condizionamenti.
 

Commenti dei lettori: 28 commenti -
Se vince Hollande vince la sinistra meno riformista in Europa. Può darsi che serva nel breve periodo per contrastare la Merkel ma alla lunga il riformismo del centro sinistra italiano potrebbe pagare un prezzo troppo alto alla sinistra-sinistra.
Scritto da Francesco il 21/4/2012 alle 22:52
La speranza è un'Europa Ebraica, e Francois Hollande la incarna pienamente!
Scritto da Claudio Ennam il 21/4/2012 alle 23:13
25 aprile: Confiteor Nella ricorrenza del 25 aprile voglio ricordare il padre di mia moglie. Era un fascista, aveva aderito alla Repubblica Sociale, il 25 aprile avrebbe potuto facilmente rifugiarsi in Svizzera, ma scelse – per evitare ritorsioni sulla famiglia - di rimanere nella sua casa. Fu assassinato il 20 maggio 1945. Voglio anche ricordare mia suocera, donna di grande dignità e coraggio. Non ebbi mai il coraggio – di fronte al suo silenzio – di esprimerle la mia solidarietà per la tragedia. Confesso la mia viltà. Miserere. Ulderico Monti
Scritto da ulderico monti il 22/4/2012 alle 05:35
I profeti prevedono,quelli che lo fanno a posteriori sono u'altra cosa.E' evidente che l'Europa deve cambiare musica,noi non abbiamo tempo.Monti è incartato ,l'A;B,C italiano non risponde più è in catalessi.servono subito regole nuove per far ripartire la crescita e ide che,a mio avviso mancano,Le aziende chiudono,delocalizzano gli investimenti non esistono.Lo stato deve pagare idebiti e non può pensare di farli pagare alla doppia IMU,la gente non ha più soldi e i politici parlano senza decider
Scritto da luigi il 22/4/2012 alle 08:51
Caro@Francesco, perchè sempre fasciarsi tre volte la testa per il solo pericolo di cadere ? Pensiamo al prezzo altissimo che stiamo già pagando adesso, noi e tutta l'Europa a causa delle chiusure della Merkel e del suo sodale francese. Poi vedremo, Il rilancio della crescita dell'Europa non può avvenire che attraverso una collaborazione di tutte le forze progressiste e di sinistra di tutto il nostro continente.
Scritto da A.Vaghi il 22/4/2012 alle 11:37
E' anche la mia speranza sebbene Hollande non mi piaccia molto.
Scritto da Giovanna G il 22/4/2012 alle 11:50
di nuovo, questione di massimi sistemi : la sinistra riformista e la sinistra-sinistra (ma ci metto anche il solidarismo cattolico, altrettanto sfidato dai tempi nuovi), dovrebbero avere lo stesso obiettivo, una società libera ed eguale, dissentendo solo sui metodi per raggiungerlo. visto che sia la chiusura al mercato (comunismo classico) che l'eccessiva apertura ( gli ultimi trent'anni) hanno fallito, sotto questo aspetto, non resta che pensare il nuovo, senza avere totem intangibili.
Scritto da marco il 22/4/2012 alle 11:51
Faccio il ltifo per Sarkosy. I socialisti francesi di Mitterand in Francia e Jospin in Europa hanno fatto fiasco e sono stati i peggiori d'Europa.
Scritto da Fab il 22/4/2012 alle 12:17
@monti, ti capisco. nel '90 nella prima giunta PCI-DC di Sesto (e della provincia) a me è capitato di essere assessore insieme con Luciana Tamborini, figlia di un fascista ucciso nei giorni drammatici della Liberazione. Quando nel 1995 ebbi l'occasione di fare la mia prima commemorazione del 25 aprile me ne ricordai e -non so ancora come- trovai le parole per ricordare quella tragedia. Più ancora che a lei, ciò fece molto bene a me. non ho parole invece per il commento incredibile di tale Enn
Scritto da roberto caielli il 22/4/2012 alle 12:22
Mario Monti è un vampiro dei poveri. Spero che la vittoria socialista in Francia cambi l'indirizzo della politica europea e dia più voce alle masse operaie anche in Italia.
Scritto da Dino il 22/4/2012 alle 13:16
@Luigi, hai ragione, lo Stato deve cominciare a pagare i suoi debiti alle imprese fornitrici. Ma non dirmi che la responsabilità è delle regole che mancano e di Monti. Lui ci ha tratto dal baratro. E quelli che c'erano prima?
Scritto da L. Bernasconi il 22/4/2012 alle 15:13
signor ulderico, compagno di sambuche mai bevute, i fascisti, bisogna ammetterlo, hanno sempre dato prova di coraggio e dignità. Ma questo non li assolve dai terrificanti crimini che hanno perpetrato, soprattutto ai danni di Noi Ebrei. Non c'è paragone fra un fascista e un comunista. Il primo è sempre stato eroico, il secondo, quasi sempre, un bandito. Ma per Noi Ebrei pari sono: entrambi ci hanno perseguitato, umiliato, massacrato.
Scritto da Claudio Ennam il 22/4/2012 alle 15:21
Volevo proprio dirglielo, signor Adamoli: io sul suo blog mi trovo benissimo, molto meglio che a casa mia, con quella iena di mia moglie. So che lei, signor Adamoli, possiede una villa in campagna, a Varese. Mi offrirebbe asilo? Io non sporco. Puzzo un po’ ma non sporco. Sto dove mi mette e se non devo parlare non parlo. Resto lì, immobile, anche per ore. Per me sarebbe una vacanza. La notte, è vero, le saccheggerei la dispensa, come certi topastri di fogna, ma è sufficiente che lei metta cose di scarto, tanto io non me ne accorgo. La sera potremmo giocare a ramino pokerato. Io baro abitualmente ma sono onesto e in genere lo dichiaro prima, come sto facendo adesso. Non le sto mica chiedendo di farmi stare a casa sua tutta la vita. Diciamo qualche mese. Otto, dieci al massimo. Risparmierei, che in questo momento di crisi non è cosa da poco, e mi disintossicherei dalle tristezze della vita coniugale. Non le chiedo di rispondermi subito. Ci pensi pure.
Scritto da Claudio Ennam il 22/4/2012 alle 15:37
La dichiarazione di D'Alema che suona anche autocritica è molto fondata. La sinistra a tratti è stata poco europea e con lo specchietto retrovisore in mano.
Scritto da Maurizio il 22/4/2012 alle 15:49
Caro Giuseppe: rispetto alla globalizzazione e ai colossi come CIna e India sono troppo piccole da sole la Germania, la Francia, l'Italia, la Spagna, ecc ecc. Qui o si fa l'Europa politica con un unico governo dell'economia (e non solo) o si soccombe. Certo che se perdiamo tempo tra Padania e localismi non si faranno molti passi!
Scritto da Mauro Prestinoni il 22/4/2012 alle 16:26
Credo che ci hai azzeccato. La vittoria dei socialisti è positiva per certi aspetti ma contiene delle insidie per l'Italia. Si potrebbe tornare a parlare della foto di Vasto e si potrebbe perdere di vista che l'Italia non può essere governata solo da sinistra.
Scritto da Nicola il 22/4/2012 alle 17:05
Niente indicazioni fino alle 20 - ma il mondo sta cambiando, anzi è già cambiato #RadioLondres
Scritto da Giacomo il 22/4/2012 alle 17:25
Caro @Mauro (16.26), hai ragione da vendere. Per questo ho citato D'Alema contro i nazionalismi anche di sinistra. Oggi in Europa siamo in mezzo al guado. Bisogna fare il salto sull'altro lato del fiume valutando anche l'elezione diretta del presidente dell'Europa. Mi piacerebbe che questa diventasse, con tutti i crismi del caso, la proposta ufficiale del Pd.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 22/4/2012 alle 17:52
Dalle prime notizie sembra che vinca Hollande. Ma è con il secondo turno che si capiranno meglio le scelte di governo dei due candidati al ballottaggio. Mi auguro che il socialista compia una scelta riformista anche se ho qualche dubbio.
Scritto da Emanuela il 22/4/2012 alle 18:32
Battaglia apertissima, a sinistra di Hollande c'è un 10% soltanto. A destra di Sarkosy, c'è un 20% difficile da conquistare. Al centro è rimasto poco. Non vorrei che i socialisti si sposini con la sinistra come è avvenuto in passato. Venderebbero l'anima al diavolo.
Scritto da Nicola il 22/4/2012 alle 20:14
Gentile Adamoli, dati i contenuti,a mio modesto parere forviati da un'errata prospettiva sul presente, del dibattito in corso fra i commentatori di questo post, mi permetto di riportare una parte dell'articolo che Vito Laterza, docente di Antropologia Sociale all'Università di Cambridge, ha scritto sulla situazione italiana, ed apparso su affaritaliani.it, che credo possa aiutare molti lettori di questo blog a farsi un'idea chiara della situazione economico-politica attuale nel nostro paese e del suo futuro: "Gli italiani sono assediati dalle discussioni da corridoio della politica politicante sulla questione Monti e sul quesito che essa riporta: il professore della Bocconi resterà al governo, eletto o meno, dopo il 2013? Questo è un dibattito di basso profilo, senza visione né strategia a largo respiro, alimentato da grumi di interessi a breve termine che ignorano le nuove grandi questioni che la geopolitica del terzo millennio mette in campo. Il "montismo", senza dubbio, rimarrà e si sta sempre più connotando come la forza politica di una nuova maggioranza in linea con l'ordine nuovo della tecnocrazia neoliberale globale. Che tutto ciò accadesse anche in Italia era prevedibile da tempo. Il vero problema è lo scollamento tra il sistema come viene rappresentato dalle azioni dei leader politici tradizionali - non solo dei partiti, ma anche dei sindacati, delle associazioni di categoria, insomma di tutti i soggetti e le istituzioni che hanno fatto parte della vita repubblicana dal dopoguerra in poi - e le grandi turbolenze ed i cambiamenti radicali che stanno interessando l'economia e la società reale. Il "montismo" non è di destra né di sinistra, perché appartiene ad un mondo nuovo, dove questi schemi non significano più nulla. Non ha bisogno di essere rappresentativo di un blocco sociale specifico, perché è una forza indipendente e autopropulsiva, allineata con gli attori reali dell'economia, della finanza, dei mercati e della politica, vale a dire coloro che operano dietro la rappresentazione democratica, incidendo e dettando le condizioni, determinando di fatto il prezzo del pane, ma anche i modelli di produzione." e ancora: "Ma se i partiti e gli altri soggetti della democrazia consociativa repubblicana non sono più in sintonia con i tempi, e persino i massmedia sono troppo legati a questo vecchio sistema per comprendere le dinamiche reali che governano la società, qual è il vero fine del "montismo"? Cosa offre questa tecnocrazia all'Italia, o, se volete, al sistema mondo? Il "montismo" non è altro che la deriva militante di un sistema capitalistico che cerca di salvare se stesso al di là delle regole della democrazia liberale che per tanto tempo lo hanno rappresentato, almeno in gran parte dell'Occidente e nella sua parte cosiddetta "buona". Le argomentazioni sono semplici: il sistema è sull'orlo del collasso, ma può ancora salvarsi. Al fallimento del modello democratico, inadeguato ad affrontare in tempi rapidi i cambiamenti globali, bisogna, quindi, rispondere con soluzioni "neutrali" che ristrutturino questo sistema al di là dei partiti e dei modelli elettorali. Questa tesi non è molto diversa dalla teoria di Bush jr e compagni per combattere il terrorismo dopo l'11 settembre: per salvare la democrazia, dobbiamo metterla in standby, quando si tratta di affrontare il suo vero nemico, cioè il terrorismo, che è multiplo, informe, infido e non può essere contenuto o anche soltanto concepito dal sistema democratico in quanto tale. Allo stesso modo, il "montismo" chiede una sospensione della democrazia per evitare il "caos", si dice, che risulterebbe da un collasso del sistema capitalistico odierno. Questo "caos" è una massa informe di potenziali altre vie - terze, quarte, quinte, millesime... - che nella coscienza del cittadino, ancora imbevuto del dogma della democrazia liberale come ordine costituito e come salvezza dalla barbarie di uno stato di natura, emerge spesso come una chimera, un incubo da evitare a tutti i costi. È proprio su queste paure che il "montismo" rafforza la sua autorità, offrendosi come unica e necessaria soluzione." Cordiali saluti a tutti i lettori.
Scritto da Carlo il 22/4/2012 alle 20:35
La speranza si è è realizzata per il primo turno e mi auguro che sarà rafforzata anche al secondo. La realtà italiana però non è uguale a quella francese. Mi aspetto la dichiarazione soddisfatta di Bersani. va benissimo, purché non si appropri di un risultato che è tipicamente francese. La strada per il centrosinistra italiano è molto lunga e contorta.
Scritto da Piera Giudici il 22/4/2012 alle 21:16
Adamoli, non sbagliare, la strada per l'Eliseo ancora molto lunga per Hollande.
Scritto da Fab il 22/4/2012 alle 22:24
@Carlo, interessante l'articolo ampiamente riportato. Offre una visuale suggestiva del "montismo", fuori dalla polemica politica strettamente italiana e ancorata all'oggi. Ho qualche perplessità ma la lettura è istruttiva. In Francia tesi simili a quelle di Vito Laterza saranno molto presenti nelle prossime due settimane decisive. Vedremo se e quanto incideranno concretamente.
Scritto da Roseto senza rose il 22/4/2012 alle 22:42
L'ottimo commento di @Carlo dimostra la verità dell'aforisma di Churchill "La democrazia è un pessimo sistema, salvo che tutti gli altri sono peg­giori". In attesa del meglio, ci teniamo la nostra rabberciata democrazia. Sull'affermazione del socialista Hollande (poi si vedrà) si può dire che il socialismo europeo c'è ed è vitale. Da noi si cambiano i nomi dei partiti per mantenere al potere la vecchia casta (vedere dal PCI al PD...) "affinché nulla cambi".
Scritto da ulderico monti il 23/4/2012 alle 08:02
Mia moglie ed io cerchiamo di dare un contributo alle comunità tramite le istituzioni.In questi giorni abbiamo incontrato amici e conoscenti. Siamo tutti d'accordo:il quotidiano è pesante,la fiammella della speranza si affievolisce.Il consumismo pare diventato anche consumismo della cosa pubblica.Siamo,a mio modesto avviso, in mezzo ad un mutamento importante della società mondiale.Servono pensieri alti e solidi su cui costruire azioni concrete con e per le persone e non per i modelli economici.
Scritto da FrancescoG. il 23/4/2012 alle 08:25
A proposito della "fase due" del governo, sono convinto che Mario Monti dopo le amministrative ricomincerà con i decreti che il Parlamento dovrà approvare se non vuole provocare le elezioni anticipate. Lo spero vivamente.
Scritto da Luigi Rossini il 23/4/2012 alle 08:26
Mi auguro che Hollande diventi premier francese. Sono parole sensate e sacrosante quando dice che la tassazione deve passare dal reddito (lavoro dipendente) ai grandi patrimoni. Questo lo pensa anche Bersani e chiunque persona coerente e moderata con in testa il bene comune appoggerebbe questa tesi. Io penso che serve una vera politica anche in Italia di centrosinistra dove il focus sia sulla middle class, vero motore trainante per far ripartire i consumi di massa (economie di scala). Buon senso
Scritto da Simone Franceschetto il 23/4/2012 alle 08:54
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