Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 16/5/2012 alle 09:50


Le manifestazioni  pro-vita
sono espressione di un sentimento diffuso ed hanno il diritto di essere tenute nel rispetto che meritano.
Ma che brutta impressione la marcia di domenica scorsa a Roma organizzata da pezzi di mondo cattolico, da Forza Nuova, da Militia Christi, da vari settori della destra italiana con Maurizio Gasparri, Gianni Alemanno, Paola Binetti ed altri.
Se nella forma si è trattato di un raduno politico-ideologico, nel merito la riscoperta della battaglia contro la legge 194 è culturalmente regressiva. L’idea trasmessa è stata quella di una mescolanza anti-storica fra magistero religioso e ambizioni di potere pubblico.
Se si sfrutta l’aborto (scelta dolorosissima per la donna) come un’arma e uno scudo per le prossime elezioni per il Campidoglio e per il Parlamento significa sentirsi addosso una debolezza politica disperata e disperante.


Commenti dei lettori: 47 commenti -
Guardando la faccia di Gasparri si capisce che lui è un aborto mancato. Quindi, va compreso.
Scritto da Claudio Ennam il 16/5/2012 alle 09:45
Sono d'accordo. Puntualizzo che le forze di destra (con il motto Gott mit uns) sono anche incredibili: molti adepti hanno votato contro il divorzio e tanti sono divorziati, altri hanno votato contro l'aborto e poi si scopre che qualche peccatuccio di famiglia (magari commeso in cliniche estere) è stato nascosto sotto il tappeto. Questo Post si annoda a quello su C&L: la morale predicata agli altri e il potere senza vergogna per se. Ma i talebani che cosa hanno di diverso da questi personaggi?
Scritto da Sic Est il 16/5/2012 alle 10:20
Sarebbe uno sfruttamento ignobile. Ci aveva provato anche Giuliano Ferrara, l'Elefantino, e aveva fallito clamorosamente.
Scritto da Loredana B. il 16/5/2012 alle 10:38
Anche la Chiesa di Roma dovrebbe stare molto attenta a non mescolarsi troppo con queste combriccole politiche.
Scritto da P. Giudici il 16/5/2012 alle 11:17
Sono personalmente contro l'aborto ma in favore del mantenimento della legge 194 e della sua piena attuazione.
Scritto da Gloria il 16/5/2012 alle 11:52
D'accordissimo. La cultura regressiva è la stessa che ha causato i disagi dell'Europa, la stessa che guarda indietro e non avanti. Dimostra debolezza totale. Si declina, secondo me, in vari modo. A Como, ad esempio, succede così: http://www.mariolucini.it/images/documenti/manuale2.pdf. @ Sic est: i talebani sono diversi: hanno la barba.
Scritto da FrancescoG. il 16/5/2012 alle 11:59
Io non sono nemmeno d'accordo su queste manifestazioni di piazza. Il posto della religione è in chiesa. I laici debbono comprendere che decisioni delicatissime come queste vanno aiutate invece che negate a tutte le donne.
Scritto da Gianna S. il 16/5/2012 alle 12:00
Le strumentalizzazioni politiche su un tema così delicato sono sempre da condannare, ancor più quando sono operate da politici in caduta verticale di consensi ed argomenti, come Alemanno. Ciò non toglie che una riflessione seria sull’aborto andrebbe fatta a partire, secondo me, da due elementi. Il primo è riconoscere, con serenità ed onestà, che la previsione normativa (art. 4 della 194) per cui l’aborto è consentito nel caso in cui “la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua (della donna) salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” è ben più restrittiva di quanto avvenga in realtà. Il secondo elemento è la riflessione fatta nel 1991 da Norberto Bobbio, che, alla vigilia del noto referendum, ribadiva “il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. E' lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione dell'aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all'aborto” e sosteneva “mi stupisco che i laici lascino ai credenti il privilegio e l'onore di affermare che non si deve uccidere”.
Scritto da Mattia il 16/5/2012 alle 12:01
@Mattia, condivido tutto fino in fondo.
Scritto da Chiara il 16/5/2012 alle 12:55
secondo Post di fila da incorniciare ! la legge 194 è forse la causa prima della riduzione di aborti in italia, e lo sarebbe ancor di più se fosse interamente applicata. la scelta è sempre dolorosa, e ove ne esista un uso disinvolto e contraccettivo ( ma non mi pare possibile che esista) , va cercato nel mondo oscuro delle mammane, non certo nei consultori. Bravo Adamoli !
Scritto da marco il 16/5/2012 alle 13:22
Condivido e sottoscrivo il contenuto del post. Aggiungo solo un piccolo ma non trascurabile dettaglio: Alemanno non avrebbe dovuto indossare la fascia tricolore. Su altre considerazioni mi ha anticipato @ Sic Est col quale mi congratulo.
Scritto da Angelo Eberli il 16/5/2012 alle 13:36
Caro Giuseppe l’aborto è un tema, un problema etico e morale che tocca sempre, in ogni tempo, le coscienze. Ha fatto bene a ricordare Mattia le parole del laico e socialista Bobbio. Una voce alta e fuori dal coro dell’omologazione cui era caduta la cultura laica affascinata dal verbo radicale. Io credo che il problema di fondo stia sempre nei processi educativi. Oggi non è più tempo di battaglie all’arma bianca. Non lo era ieri e non lo è oggi. Personalmente sono sempre contrario ad affrontare temi etici come questo attraverso l’esaltazione delle piazze e la scelta dello strumento referendario. Credo ancora nella forza del confronto e del compromesso alto che deve sempre avvenire in quelle che sono le aule parlamentari. La nostra legge è un compromesso alto. Un compromesso che ha consentito di uscire dal dramma dell’aborto clandestino e di salvare la vita di migliaia di donne che rischiavano di finire in mano a macellai e mammane. Di donne povere perché, ovviamente, quelle che se lo potevano permettere andavano a Londra o in altri posti più sicuri. Il problema è però un altro. Il legislatore non poteva non tenere conto della realtà sociale nel momento in cui ha promulgato la legge. Una legge, è bene ribadire, che recita “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.”. Dunque non una legge per il controllo delle nascite, ma una legge per tutelare il valore sociale della maternità e la donna sottoposta anche a gravi condizionamenti. Tant’è che la legge prevede anche una serie di interventi per rimuovere le difficoltà che possono spingere la donna a questa drammatica scelta. Ecco, io penso che uno dei compiti del nostro welfare sia, appunto, anche quello della rimozione delle motivazioni che possono spingere una persona a fare questa scelta. Trovo ipocrita la difesa della vita che fanno certi strani personaggi che solo a parole si schierano “pro-life” e poi fanno di tutto per smantellare proprio lo strumento principe che può aiutare chi è in difficoltà. E manifestazioni come quella cha hai citato sono una vergogna che dovrebbe soprattutto far meditare chi proviene dal mondo cattolico. Ho parlato di scelta educativa prima. Io credo che allo Stato spetti l’organizzazione di quegli strumenti che possono rimuovere gli ostacoli che possono spingere una donna a scegliere di non avere un/a figlio/a. Spetta allo Stato creare il sostegno economico, creare l’aiuto di servizi per far crescere il/la nato/a perché la tutela non si esaurisce col dire no all’aborto, ma bisogna sostenere la persona in ogni suo passo. Ma questo è il compito di uno Stato, il credere nella vita sempre è frutto di scelte educative e culturali e il far crescere queste consapevolezze spetta ad altri perché toccano le convinzioni più profonde delle persone e non allo Stato. E perché c’è sempre una domanda che assilla le coscienze. Ma chi è la parte più debole in drammi come questi?
Scritto da roberto molinari il 16/5/2012 alle 13:50
La vita è sacra. Non dobbiamo uccidere. L'aborto è una pratica barbarica. Per queste ragioni sono per il controllo delle nascite, per la concezione consapevole, programmata e protetta, affinché ogni bambino che nasce sia desiderato, atteso e non sia una maledizione da sopportare o da eliminare. Questa per me è la civiltà dell'amore. La religione che neghi la responsabilità dell'amore è contro l'umanità, soprattutto contro le donne. La strumentalizzazione politica è abietta.
Scritto da ulderico monti il 16/5/2012 alle 14:14
A volte l’aborto può essere una mano santa. Nascere non deve essere consentito a tutti indiscriminatamente. Secondo gli antiabortisti, i fautori della vita a tutti i costi, chi è lì per lì per venire al mondo DEVE venire al mondo. E chi lo avrebbe stabilito? Dio? Facciamoci invadere, a questo punto! Che nascano tutti, belli e brutti. Bisogna cominciare a scegliere, invece. Tu sì, tu sì, tu anche, tu no, tu no, tu sì, tu no, neppure tu. Se mio figlio Davide non fosse nato, tanto per fare un esempio a caso, io avrei ancora due negozi e non starei qui a tediare il signor Adamoli, perché, sia chiaro, è colpa di Davide se io faccio uso e abuso del computer e della rete.
Scritto da Claudio Ennam il 16/5/2012 alle 14:33
Prova tecnica di sostegno reciproco fra criptofascisti e cattotalebani, fra campioni della violenza fisica e quella morale, fra i cultori della guerra e i magliari della pace eterna
Scritto da gaetano nino cattaneo il 16/5/2012 alle 14:33
Se @Claudio Ennam scherza su suo figlio è riprovevole, se dice il vero e mette in piazza i drammi di famiglia è riprovevole due volte. E' come un Abramo che per un incubo notturno vuole uccidere Isacco e afferma che è volontà divina!
Scritto da ulderico monti il 16/5/2012 alle 14:46
La discussione si è spostata sull'aborto. Io preferisco parlare della strumentalizzazione politica della marcia di Roma. Una cosa bruttina verso cui la cattolicità romana avrebbe dovuto prendere le distanze.
Scritto da E. Losa il 16/5/2012 alle 15:16
Signor ulderico, lei non è coerente. Stigmatizza il fatto che io metta in piazza gli affari della mia famiglia e poi tira in ballo una vecchia storia di mio nonno.
Scritto da Claudio Ennam il 16/5/2012 alle 15:54
Tanti non praticano aborti a prescindere dalla legge194, che è passata perchè l'aborto, che ne era preesistente e veniva praticato da mammane e anche da taluni medici compiacenti, venisse fuori dalla clandestinità. Se non erro, nei primi secoli dell'era cristiana, era legale per la Chiesa. Corretto chi parla di contraccezione e quindi nascita consapevole, ma in un Paese come il nostro anche questo è peccato. Chi ha detto no al referendum abrogativo ha detto no a pratiche contro le donne.
Scritto da Sic Est il 16/5/2012 alle 15:58
@Claudio Ennam, allacciandomi al commento che ho fatto ieri non ho più dubbi, Davide è un personaggio di fantasia. Non parlerebbe mai così di suo figlio. Data la delicatezza del problema non mi va neanche di scherzarci sopra. Il suo scritto di oggi non è affatto all'altezza degli altri per i quali ieri mi ero complimentato.
Scritto da Pd Pavia il 16/5/2012 alle 16:15
Interruzione volontaria di gravidanza, fecondazione assistita conseguente a infertilità, adozione: tre eventi con un forte portato emotivo, disciplinati da una legge. Sulle prime due pratiche, le persone più grette tentano di imporre la loro. Sarebbe stato propizio, domenica scorsa, un bel temporalone nei cieli di Roma. Avrebbe lavato le coscienze e dissipato i pregiudizi. Detto questo, io ho avuto modo di dialogare, in una sala d’attesa, in due occasioni diverse, con due donne in procinto di avviare l’iter dell’ivg. Mi hanno generato molto disagio. La prima era una signora di 43 anni (ne dimostrava anche dieci/quindici di più), già madre di una ragazza di poco più di vent’anni, alla quale, ironia della sorte, avevano già diagnosticato una seria malattia uterina che le avrebbe compromesso la riproduzione. La scelta abortiva di questa signora non dipendeva da questa dolorosa vicenda della figlia ma, come da sua stessa ammissione, dal fatto di inorridire all’idea di biberon e notti insonni. Forse non sapeva che il destino, quando è beffardo, andrebbe contrastato con gesti coraggiosi. Il secondo caso, era una giovane donna straniera, sposata con un italiano, già madre di un figlio di pochi anni. Una linea fisica perfetta, forse raggiunta a fatica, un lavoro serale in una birreria e la scusa che i nonni non avrebbero accudito anche un secondo nipote. Entrambe, le signore che ho descritto, convinte e serene. Forse era apparenza. Forse per difesa. Io, di solito, nei dialoghi di circostanza, mi adeguo al vissuto dell’interlocutore. In quei due casi mi è stato molto difficile e mi sono limitata ad annuire. A cosa stessi annuendo non l’ho capito ancora. Forse all’idea di un dio misericordioso che le proteggesse dalla loro insipienza.
Scritto da eg il 16/5/2012 alle 16:32
Complimenti per il post, mi trovi completamente d'accordo.
Scritto da Lele il 16/5/2012 alle 17:38
Lei, signor PD di Pavia, è un ipocrita e un conformista. Non a caso è di Pavia.
Scritto da Claudio Ennam il 16/5/2012 alle 18:12
Problema troppo serio per buttarlo in politica nel modo che si è fatto a Roma. Chi ha sentimento religioso, di qualunque fede, dovrebbe capirlo.
Scritto da Cittadina cattolica il 16/5/2012 alle 18:52
@eg, bella testimonianza descritta con garbo e gentilezza anche nel dubbio finale.
Scritto da Elisabetta C. il 16/5/2012 alle 19:19
Le parole di Norberto Bobbio, ricordate da @Mattia, sul “diritto fondamentale del concepito sul quale non si può transigere". sono da stampare bene in testa a tutti noi. Ancora : "Si può parlare di depenalizzazione dell'aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all'aborto”. Riflettere, riflettere, riflettere! Su questi brani, non si può fare che questo.
Scritto da L. Bernasconi il 16/5/2012 alle 20:19
Molto interessante, al solito, il commento di @Roberto Molinari. A sentire alcuni di Varese prima, durante e dopo la campagna elettorale sembrava che parlassero di un burocrate senza arte né parte, invece lo trovo sensibile e profondo, molto meglio di chi lo criticava, anche certi suoi ex amici di corrente dai titoli roboanti..
Scritto da C.L. il 16/5/2012 alle 20:46
@Giuseppe Adamoli, Ennam sta cercando di buttare il suo blog in vacca. La fatuità con cui ha affrontato un argomento così delicato è una prova di ciò che dico. Il suo blog non ha bisogno di animatori come questi, bastano già i suoi abituali frequentatori. Diffidi di @Claudio Ennam e, se può, lo cacci.
Scritto da Ferdinand il 16/5/2012 alle 21:19
Grazie a tutti per i commenti che non desidero a mia volta commentare e che potranno continuare stasera e domani. Grazie in particolare ad una cara e affezionata lettrice che mi ha suggerito l'argomento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 16/5/2012 alle 22:12
Penso che la Chiesa faccia il suo dovere nell'educare i giovani all'amore che è contrario all'aborto. Ma i casi della vita non possono essere imprigionati da regole ferree. Non mi persuade ogni rigidità moralistica che non tenga conto delle condizioni reali dell'esistenza. Non mi piace chi spara giudizi troppo facili sulle decisioni altrui. Sono del parere che la legge 194 sia da conservare e implementare con più energia attraverso un welfare famigliare serio, efficiente e amico.
Scritto da Anna il 16/5/2012 alle 22:43
Complimenti ai lettori per i commenti. Su questo tema è difficilissimo parlare in un blog. Mi piacerebbe sapere se ha fatto qualche censura ma so che è una domanda che non dovrei fare. Quindi non si senta obbligato a ripondermi.
Scritto da Prete anonimo il 16/5/2012 alle 23:55
Bene bene signor @Ferdinand, che torni la censura di sovietica memoria. Ma forse mi permetta di dire, e me lo permetta anche Giuseppe, che non conosce Adamoli ed il suo infinito "senso" di democrazia.
Scritto da paperoga il 17/5/2012 alle 08:11
Prima di sputare sentenze bisognerebbe aver provato certe situazioni. Non lo dico per questa discussione rispettosa ma in generale.
Scritto da Una mamma il 17/5/2012 alle 08:12
Caro @Prete anonimo, non ho censurato nessun commento a dimostrazione dei modi civili di chi interviene. La ringrazio molto perchè so che segue il blog con costanza.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/5/2012 alle 08:32
Ringrazio anche @Paperoga. Quando i blog, come questo e quelli di Varesepolitica, non sono liberi falliscono subito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/5/2012 alle 08:34
La mia opinione è che i figli debbano essere desiderati e concepiti nel tempo programmato dai genitori. Sono contrario alla castità imposta e sono favorevole all'applicazione di tecniche anti-concezionali che evitino il ricorso all'aborto nel caso di concepimento indesiderato. Sono favorevole all'aborto nel caso di concepimento forzato per violenza sessuale o indesiderato o causato da negligenza e altre cause. La mia avversione all'aborto si arresta di fronte al delitto di una nascita non voluta, o imposta. L'infanticidio è causato dai pregiudizi sociali e religiosi. La vita è sacra? Si, ma la sacralità della vita deve fondarsi sull'amore.
Scritto da ulderico monti il 17/5/2012 alle 09:02
@ Mattia. Grazie per aver condiviso le parole di Bobbio, che non conoscevo. Importanti e dense di significato. Mi permetto di dare un altro spunto, ricordando un articolo di Pasolini, alla vigilia dei referendum. Guardava alla vicenda sia dal punto di vista etico, come sacralità della vita. Aggiungeva delle originali considerazione sull'aborto come sfaccettatura del consumismo e della deresponsabilizzazione dei comportamenti.
Scritto da FrancescoG. il 17/5/2012 alle 09:08
La posizione di Adamoli è equilibrata e integralmente condividibile. Il commento di @Mattia potrebbe essere il mio. Ringraziamo @prete anonimo per la sua presenza ma non poteva dire qualcosa di più. L'anonimato protegge. Il Vangelo è Verità, non è paura.
Scritto da V.R. il 17/5/2012 alle 09:31
Caro Giuseppe, frequento assiduamente il tuo blog e i dibattiti che anima ( anche se non sono assiduo nello scrivere) e ne apprezzo molto il livello, generato innanzitutto dai tuoi post frutto di grande sensibilità e passione politica e umana. Cerco di non far mancare qualche mio contributo almeno quando il tema è di quelli che scuotono le coscienze ( senz’altro aggettivo ) per la qualità del tema trattato e quando...gli affanni familiari me lo consentono. E’ il caso di questo post e del dibattito che ne è nato. Ho letto tutto, il post e i commenti, quelli lunghi e quelli telegrafici, perché in ognuno ( tranne pochi casi ) ho trovato bagliori di luce, di verità e di sensibilità che condivido . Naturalmente condivido pienamente quanto tu stesso hai scritto ed in particolare la sintesi con cui chiudi: “Se si sfrutta l’aborto (scelta dolorosissima per la donna) come un’arma e uno scudo per le prossime elezioni per il Campidoglio e per il Parlamento significa sentirsi addosso una debolezza politica disperata e disperante”. Penso che con queste parole hai colto nel segno di quella che a me appare la cifra stessa della manifestazione di Roma e perciò non aggiungo altro. Per quanto riguarda il mio atteggiamento verso la legge 194, posso dire di condividere pienamente la esaustiva esposizione che ne ha fatto @Roberto Molinari. Chi tra noi cattolici e democratici ha voluto quella legge e chi si è battuto contro il referendum che puntava ad abolirla lo ha fatto con quello spirito, senza concedere niente a mode “libertarie” dannose quanto certi “fondamentalismi “. Ho parecchi anni e capelli bianchi per poter dire di aver vissuto “ i tempi delle mammane e degli aborti clandestini “ e poter sostenere con forza che pensare che possano ritornare mi fa accapponare la pelle. Grazie Roberto, per la tua efficace esposizione. In quanto alla citazione di Norberto Bobbio, fatto da @Mattia e ripresa da @L. Bernasconi, io penso che la stragrande maggioranza delle donne che interrompono legalmente la gravidanza, vivono disperatamente quel distacco e disperatamente convivono col ricordo e il rimpianto: a me pare che questa possa essere la condanna che esse da sole si infliggono. Io non riesco a pensare all’interruzione della gravidanza in termini di “depenalizzazione”, perché non riesco a pensare al “crimine” ,che la depenalizzazione comunque dovrebbe “codificare”, senza pensare al dramma esistenziale delle donne che persiste anche con la legge 194, oltre che a quello più violento che un ritorno della clandestinità imporrebbe. Sono la difesa della legge 194: di essa non si tocchi in niente, perché si regge su un equilibrio che basterebbe poco a far saltare. Battiamoci invece perché venga attuata tutta, tutta veramente e caparbiamente, perché sia veramente quello che il legislatore ha voluto che fosse: una legge per la tutela della maternità.
Scritto da giovanniderosa il 17/5/2012 alle 10:22
Dal punto di vista politico mi piace molto l'ultima frase del post. Chi sfrutta il dolore dell'aborto per finalità elettorali è debolissimo sul piano politico e culturale, aggiungerei anche sul piano umano.
Scritto da Roberto S. il 17/5/2012 alle 11:11
Che bella questa discussione! Sono troppo coinvolta per parlarne io stessa ma mi ha fatto bene.
Scritto da Una donna giovane il 17/5/2012 alle 11:28
L'aborto non può essere concepito come misura contraccettiva ma in alcuni casi è un doloroso ma necessario intervento. L'alternativa potrebbe essere una vita difficilissima per la donna non in grado di sopportare un peso enorme, il rischio di rovinarsi la vita con un uomo sbagliato e/o la dissoluzione della famiglia. Guardare il lato umano di queste vicende farebbe bene ai fondamentalisti di tutte le religioni.
Scritto da Federico il 17/5/2012 alle 12:51
@V.R. Le poche volte che ho scritto, 6/7 in tutti questi anni, non sono mai entrato nel merito dei post. I miei messaggi erano di incoraggiamento a proseguire il blog quando sentivo nell'aria qualche voce di chiusura.
Scritto da Prete anonimo il 17/5/2012 alle 13:55
Il don è solerte nella risposta. Grazie! Sono cattolico, praticante e impegnato in parrocchia. Mi sarebbe piaciuto conoscere la sua opinione non solo sull'aborto ma anche sulle associazioni che si professano cattoliche. Grazie!
Scritto da V.R. il 17/5/2012 alle 15:06
Un prete davvero anonimo non si firmerebbe mai @un prete anonimo. Questo è chiaro ad un qualsiasi studente di primo anno di psicologia. Si firmerebbe@ un prete, o @Don P. o qualsiasi altra cosa. @un prete anonimo è, in tutta evidenza, un tarocco.
Scritto da una rottamatrice il 17/5/2012 alle 21:15
Cara @Rottamatrice, tu hai il diritto di dire ciò che vuoi ma io ho l'obbligo di informarti che @Prete anonino ha scritto pochissime volte sul blog ma si è sempre firmato così fin da circa quattro anni fa quando questo blog, per quasi due anni, è stato il solo di Varesepolitica e quando i commenti erano pochi.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/5/2012 alle 22:34
Non capisco i toni sprezzanti della rottamatrice che mi sembrano fuori luogo. Al di là di tutto, il @prete anonimo ha perso un'occasione di dialogo. Magari non gli interessa. La crisi della Chiesa è evidente anche attraverso la vulnerabilità dei suoi ministri di culto. Il mio parroco ovviamente non prende posizioni politiche ufficiali ma è d'animo leghista e non ama i ciellini. E' un po' antiquato non tanto per problemi di età quanto per questioni culturali. Sa che sono di centrosinistra ma siccome sono segretario di una lista centrista, si tranquillizza.
Scritto da V.R. il 18/5/2012 alle 09:37
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