Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 30/5/2012 alle 11:54

 

“Cambiare il modello di sviluppo” è un mantra che non ho mai usato. Aveva contrassegnato le contestazioni del sessantotto contro le Istituzioni ed io ero schierato, fin da ragazzino, dall’altra parte.
Anche oggi preferisco non usarlo. Quando si parla di modello di sviluppo quasi sempre si rinvia alle forme del capitalismo, il che rimanda alle responsabilità dei governi. Io invece voglio riferirmi anche alle responsabilità delle autonomie regionali e locali.
Detto questo, la sostanza di un mutamento profondo nel modo di crescere e di svilupparsi del nostro sistema economico la ritengo da parecchio tempo una necessità reale.
Non avrà incidenza selle cause dei terremoti ma certamente ne avrebbe nel ridurne gli effetti devastanti che abbiamo visto ieri in Emilia come in tante altri luoghi nel passato.
Il consumo moderato e giustificato del territorio, i permessi a costruire case e capannoni; la messa in sicurezza di edifici vecchi, se non pericolanti; la difesa dell’agricoltura, dei corsi d’acqua, del verde; tutto questo è un onere che cade innanzitutto sulle spalle nostre e di chi amministra città e regioni.
In Lombardia siamo andati al di là di un limite pericoloso con normative urbanistiche troppo permissive.
I Piani di Governo del Territorio (i vecchi piani regolatori dei comuni) sono l’essenza della politica locale, ma a volte vengono presentati come strumenti tecnici di competenza solo delle élite specialistiche. E’ una fandonia da sfatare che serve a rinchiudere le scelte decisive dentro una stanza con pochi interlocutori.
Se non si parte dall’alto partiamo almeno da qui. E’ responsabilità nostra.


Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 36 commenti -
Vedo che hai criticato come è stata amministrata l'Emilia Romagna e le sue città. Tenuto conto che è la Regione rossa per eccellenza registro il fatto con soddisfazione.
Scritto da Fab il 30/5/2012 alle 12:20
I dati sulla cementificazione al nord sono terribili. Bisogna mettere un freno, anzi uno stop, alle nuove costruzioni se non sono assolutamente necessarie..
Scritto da Il pirata il 30/5/2012 alle 12:59
Partendo da questa tragedia emiliana alla quale stiamo partecipando tutti, quanto meno con sensibilità e dolore condiviso, il post giunge a trattare, con equilibrio, questioni complesse. L'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), in pieno periodo di crisi del settore edilizio, ha effettuato uno studio su un ipotetico 'Piano per le città' che accompagni la trasformazione urbana allo sviluppo sostenibile. Le questioni focalizzate sono state tre: patrimonio edilizio esistente, reti di mobilità urbane e spazi collettivi. Patrimonio edilizio: individua come necessarie le strategie finalizzate al risparmio energetico, al contenimento del consumo di suolo ed alla ricerca di risposte alle nuove domande abitative, attraverso la riconversione delle aree produttive dismesse, il recupero delle edificazioni obsolete, la riqualificazione dei tessuti urbani più dequalificati. Mobilità: l'Italia registra sia uno strutturale squilibrio modale a favore del trasporto individuale su strada, che un cronico ritardo infrastrutturale, che ha portato a una scarsa dotazione di reti metropolitane, a una obsoleta ed incompleta rete ferroviaria urbana, a errori storici nella gestione delle reti esistenti, come lo smantellamento delle linee tranviarie compiuto negli anni Sessanta. Incrociando uno studio sui trasporti di Confcommercio, l´estensione della rete ferroviaria italiana (923 km) è inferiore a quella tedesca (1.285 km) e meno della metà di quella francese (1.896 km) e spagnola (2.056 km). Spazi collettivi: l'attuale modello di sviluppo urbanistico ha inciso anche sulle dinamiche di aggregazione sociale che non hanno più come luogo privilegiato di prossimità le piazze ma i 'superluoghi', rappresentati dalla moltiplicazione delle grandi strutture di vendita e d'intrattenimento realizzate dalla grande distribuzione. Tra il 2005 ed il 2010 la superficie degli ipermercati è aumentata del 33,1%, quella dei grandi centri di vendita specializzati del 42,8%, mentre il numero di multiplex (cinema con almeno 8 schermi) è salito del 26,9%.
Scritto da eg il 30/5/2012 alle 13:06
Adamoli si sofferma sulla definizione 'modello di sviluppo'. In effetti, il 'cambiamento del modello di sviluppo' è spesso stato una bandiera, un must da inserire, a volte con ottusa caparbietà, nei discorsi e nelle relazioni di una certa area politica. Interessanti e utili le iniziative di Gesualdi, l'allievo di don Milani, che creò in Toscana il Centro Nuovo Modello di Sviluppo ma che si scontrano con la nostra quotidianità, fatta di fretta e di desiderio di comodità. Alla fine, il supermercato sotto casa è preferito ai mercati a filiera corta, la nostra auto è preferita al mezzo pubblico. Per un certo periodo è andato di moda parlare di 'car pooling' ma dubito sia stato ampiamente utilizzato. Meno che meno il 'car sharing', perchè vi voglio vedere prenotare un'automobile, andare a prenderla e riconsegnarla. Però fa molto 'modello di sviluppo sostenibile'.
Scritto da eg il 30/5/2012 alle 13:37
Quando si parla di sfruttamento dei suoli e di una logica di sviluppo scarsamente attenta alla salvaguardia dell'ambiente, valgono decisamente poco le differenze tra destra e sinistra. Ben conosciamo, infatti, in particolare nell'hinterland milanese, gli effetti devastanti dell'urbanistica concepita dalle amministrazioni di sinistra che hanno governato praticamente ininterrottamente in centri come Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Bollate, ecc. Senza dimenticare la grande sfida della riconversione delle vastissime aree dismesse ex industriali di Sesto San Giovanni, che hanno visto proliferare insediamenti commerciali, terziari e residenziali di grande impatto ambientale e paesaggistico, ma di dubbio valore sotto il profilo dell'effettiva riqualificazione del tessuto sociale. In Italia si continua a costruire troppo e male ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche in una regione come l'Emilia-Romagna, un tempo considerata all'avanguardia sotto il profilo della efficienza amministrativa e del buon governo del territorio. Nonostante tutti i partiti dicano di condividere l'idea di sviluppo sostenibile, in realtà tutti poi finiscono per rimanere prigionieri non solo del medesimo modello culturale, che subordina agli interessi speculativi la tutela dell'ambiente e la qualità della vita, ma anche dei perversi meccanismi della finanza pubblica locale, che vincola la parte più consistente delle entrate dei bilanci comunali proprio allo sfruttamento del suolo e del sottoruolo. Non mancano, poi, le giustificazioni ideologiche, come l'imperativo della crescita, che è diventato ormai l'alibi per una sistematica deregulation di tutte quelle regole minime che, considerate zavorra burocratica e freno allo sviluppo, garantivano la sussistenza di un minimo sistema di controlli. Oggi, grazie alla sbandierata semplificazione, sotto l'egida del federalismo regionale e municipale si possono realizzare capannoni ed avviare attività produttive senza bisogno di troppi nulla osta e autorizzazioni. Il problema, però, è che gli enti locali non hanno organici, né competenze adeguate per effettuare i necessari controlli. Poi succede che operai rimangano sepolti dalle macerie di capannoni, muoiano in cantieri poco sicuri, oppure siano vittime di produzioni per le quali non sono rispettate tutte le norme di sicurezza. L'Italia piange i suoi morti, ma sono lacrime sul latte ormai versato.
Scritto da Leonardo C. il 30/5/2012 alle 13:52
In Lombardia negli ultimi 6-7 anni il settore dell'urbanistica è stato gestito dalla Lega. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Pensate che la Lega doveva difendere il territorio contro le speculazioni...
Scritto da Albertone da Giussano il 30/5/2012 alle 14:20
Cara @eg, ti ringrazio per aver sintetizzato benissimo lo studio dell'Ance. E' molto interessante e consiglio tutti di leggere i dati essenziali che tu hai riportato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/5/2012 alle 14:28
Caro @Leonardo, condivido gran parte del tuo ragionamento con una sola riserva: se le autonomie locali vogliono, soprattutto le Regioni, hanno, eccome, la possibilità di effettuare verifiche e controlli. Lo sottolineo per non fornire alibi a chi evade da questo compito imprescindibile. Una tua considerazione implicita richiamo con forza: il fatto che i Comuni spesso diano delle autorizzazioni per grandi opere (in rapporto al loro territorio) per ricevere gli oneri di urbanizzazione. E' un grave errore anche qualora questi proventi siano spesi per servizi veramente utili alla collettività.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/5/2012 alle 14:33
@Leonardo C., nel grande elenco di amministrazioni rosse, cita Sesto San Giovanni. La Regione Lombardia ha costituito proprio ieri una Commissione d’inchiesta sul sistema di appalti nel Comune di Sesto. La presidenza è andata alla Fatuzzo dei Pensionati … Vedremo. I compiti di questa commissione saranno la verifica delle modalità di aggiudicazione degli appalti e la loro congruità alle leggi regionali. Questione principale sarà la trasparenza, anche se la commissione svolgerà le sedute a porte chiuse. Non mi intendo di urbanistica ma i capannoni che crollano e uccidono gli operai al lavoro, diurno o notturno come è successo l’altra volta, costituiscono una tragedia nella tragedia. Ma come chiude @Leonardo C., perché siamo un popolo che piange sul latte versato?
Scritto da V.R. il 30/5/2012 alle 14:35
Per essere il blog di un esponente del Pd la libertà crtica con cui complessivamente parlate delle amministrazioni di sinistra è encomiabile. Non vi voterò ma ammetto che siete bravi e capaci.
Scritto da Franca il 30/5/2012 alle 14:57
Mario Monti fra i terremotati. Gli si avvicina un agricoltore. “Presidente, mi aiuti, ho perso tutto: le stalle, le mucche, tutto. Monti, rivolgendosi a uno dei suoi segretari al seguito: “segna”. Interviene un imprenditore che era lì vicino: “signor primo ministro, è un disastro, non ho più niente. Fabbrica, capannoni, casa. Più niente. Mi aiuti lei!”. E Monti, al suo segretario: “segna”. Più avanti Il presidente incontra un uomo accasciato, disperato. “E a te, cosa è successo? Hai perso anche tu la casa?” Ma, no, presidente, ho la casa antisismica io. “Hai perso l’attività, allora”. Ma si figuri, il mio capannone è stato progettato da un ingegnere giapponese. “E allora perché sei così affranto?”. Perché ho subito una scossa violentissima mentre mi stavo facendo la barba con il rasoio e zac! mi sono evirato. Sono disperato! Monti si rivolge ancora al suo segretario: “segna”. Ma signor presidente, chiede stupito il segretario, cosa possiamo dare a questo disgraziato? Risposta di Monti:“un cazzo, come a tutti gli altri”.
Scritto da Claudio Ennam il 30/5/2012 alle 16:01
Il modello della Regione rossa per eccellenza è andato in crisi. Mi dispiace perché lo considero migliore di quello formigoniano. Bersani non è fortunato però non gli manca la forza di reagire e qualche battuta lo aiuterà a sopravvivere, ma solo a sopravvivere ancora per un pò.
Scritto da Grillino il 30/5/2012 alle 16:32
Brava signora @Franca, ammette che i PD sono bravi e capaci ma non li voterà. Continui pure a votare i cattivi e gli incapaci, è nel suo diritto.
Scritto da A. Vaghi il 30/5/2012 alle 17:13
Caro @V. R. (14.35), la presidenza di una commissione d’inchiesta nelle mani di un rappresentante dell’opposizione è un fatto positivo dovuto allo Statuto di qualche anno fa. Se ricordo bene (penso proprio di si), la commissione può decidere di rendere pubbliche le sue riunioni. Se non ci sono di mezzo indagini delicate sulle persone penso che le sedute pubbliche siano la scelta migliore.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/5/2012 alle 18:07
Caro @grillino (16.32), lascio stare la provocazione su Bersani e vengo al modello emiliano. Non è certamente esente da pecche ma quando ho potuto confrontarlo seriamente, e non per sentito dire, con quello lombardo (e io sono un fiero lombardo), ho riscontrato in quel modello urbano e industriale più solidità culturale e meno permissivismo che in Lombardia. Almeno in questo sono d'accordo con te. Inoltre la rete di coesione sociale in quella regione è molto forte e non è vero che sia in crisi. Sono assolutamente fiducioso che sapranno “ricostruire” con l’aiuto dello Stato ma soprattutto con la buona efficienza delle loro istituzioni locali. Bersani è stato presidente della Regione e in tutto questo c’è qualcosa anche di suo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/5/2012 alle 18:12
Ci vorrebbe un nuovo "Piano Fanfani" come nel dopoguerra. Allora c'era un'Italia da ricostruire dalle rovine del conflitto e occorreva dare case e lavoro ai tanti disoccupati; oggi, anche senza guerra, siamo in condizioni simili, c'è un'Italia da ripensare, aggiustare, riqualificare e lavoro da creare; non ci vuole molta inventiva: gli esempi sono già stati illustrati da @eg. Anche il premio Nobel Paul Krugman invoca il ritorno a Keynes. Purtroppo la Merkel e i suoi consigliori non sono dello stesso avviso e continuano con il mito della politica del rigore senza avvedersi che si sta correndo verso il baratro. E noi, per soprammisura abbiamo anche il terremoto. Mi auguro che non ci sia qualche sciacallo che rida soddisfatto come per quello dell’Aquila.
Scritto da Angelo Eberli il 30/5/2012 alle 18:15
Ci vuole un altro modello di sviluppo completamente diverso, altro che storie. Il capitalismo va criticato alla radice e va cambiato.
Scritto da Dino il 30/5/2012 alle 18:23
A Varese questi campioni leghisti il PGT quando lo faranno? INETTI.
Scritto da Varesino stanco il 30/5/2012 alle 18:30
I PGT vengono tenuti nascosti fino alla presentazione. Non ci sono riunioni pubbliche e i partiti sono fragili e chiusi. In questo modo i soliti noti fanno quello che vogliono.
Scritto da Maurizio il 30/5/2012 alle 18:45
Dino, lei scrive su un blog che appoggia incondizionatamente il Capitalismo, il peggiore, quello basato sulla finanza creativa e mortifera, quello incarnato da Monti. Lei dovrebbe scrivere in un blog di sinistra, non in questo.
Scritto da Claudio Ennam il 30/5/2012 alle 18:50
Post sereno e costruttivo. Senza la pretesa di entrare nel merito del terremoto, si mette in evidenza una serie di critiche sull'urbanistica in generale. Non m'intendo ma mi sembrano considerazioni di buon senso.
Scritto da Emanuela il 30/5/2012 alle 20:13
A proposito di Varese mi chiedo anch'io che fine ha fatto il piano regolatore. Tutto tace e loro stanno mettendosi d'accordo, ma su che cosa non si sa. Nessuna riunione pubblica, niente di niente.
Scritto da Lori il 30/5/2012 alle 20:58
Dell'Emilia Romagna. Con mia moglie e nostra figlia abbiamo abitato a Bologna dal 1961 al 1994. Avevamo casa anche a Ferrara. Una terra generosa e accogliente, ordinata e solidale. Un alto grado di coesione sociale, un livello eccellente di partecipazione. I grandi sindaci del Partito Comunista - socialdemocrazia d'avanguardia - garantivano ordine e armonia urbanistica. La salvaguardia delle colline a semicerchio della città, l'acquizione dei parchi delle ville signorili, esempio di civiltà.
Scritto da ulderico monti il 30/5/2012 alle 21:05
@Claudio Ennam. So che Adamoli pensa in modo molto diverso da me ma è meglio parlare con lui che con altri del Pd che ti danno ragione ma non valgono niente. Lei perché scrive su questo blog?
Scritto da Dino il 30/5/2012 alle 22:02
E' tutto uno scaricabarile, da Roma a Milano a Varese. Ormai lo Stato latita e il territorio ne fa le spese. I Piani urbanistici delle città sono oggetti misteriosi, incluso quello di Varese. Votavo leghista ma la prossima volta mi asterrò.
Scritto da Somaruga il 30/5/2012 alle 22:46
Ho letto e riletto i dati riferiti da @eg: sono impressionanti. E' stato fatto il contrario di ciò che perfino l'associazione dei costruttori raccomandava per tutelare l'ambiente. Anche in Lombardia è avvenuto questo. Formigoni sarà presto chiamato a pagare il conto di questi errori.
Scritto da Nicola il 31/5/2012 alle 08:28
Sul PGT di Varese non risponde nessuno. Almeno qualcuno del Pd dovrebbe dire qualcosa.
Scritto da Lori il 31/5/2012 alle 08:44
Adamoli, da vero "padre dello Statuto", ricorda proprio bene. Le sedute delle commissioni di inchiesta non sono pubbliche, salvo diversa disposizione della stessa commissione. Anche gli atti sono riservati fino alla fine dei lavori e sulla loro pubblicità decide il Presidente del Consiglio, d'accordo con quello della commissione. Più che altro, se ci fosse stato un Zamponi a fare il presidente di questa commissione, magari sarebbe stato più incisivo. D'altronde hanno già messo Patitucci (IdV) a fare il presidente di quella di inchiesta su una discarica di amianto e non potevano fare il bis con lo stesso partito. Mirabelli ha già quella di inchiesta sul San Raffaele. Ad ogni buon conto, li vedremo al lavoro.
Scritto da V.R. il 31/5/2012 alle 09:10
Scrivo su questo blog perché sono di sinistra e pensavo, ingenuamente, che anche il PD fosse un partito di sinistra. Invece è ultraliberista, appoggia Monti e la sua banda criminale di banchieri, il PD è il Tea Party nazionale. Dino, ti parti, mi resti chi: sono loro i compagni che sbagliano.
Scritto da Claudio Ennam il 31/5/2012 alle 09:34
Capita spesso che i comuni chiudano i bilanci di parte corrente grazie agli oneri di urbanizzazione. La norma "suggerisce" l'uso del territorio, non spinge all'efficientamento degli enti. Bisognerebbe studiare una soluzione diversa. Non si è tutti uguali. Le differenze nella pianificazione urbana e sociale ci sono, come sottolineano @Monti ed @Adamoli. Le fanno le persone ed i loro valori. Alcuni danno priorità alle necessità private, altri partono dalla "rete pubblica" per arrivare ai singoli.
Scritto da FrancescoG. il 31/5/2012 alle 09:34
Mi domando se fra i terremoti e i cambiamenti climatici ci sia una qualche relazione. L'ho sentito ieri su qualche radio e la cosa mi pare inverosimile. Mah. Qui si sta facendo del terrorismo psicologico e in questa maniera non si aiuta la fiducia del cittadini a lavorare e investire sul lavoro.
Scritto da R. Garbelli il 31/5/2012 alle 09:40
Sul Pgt di Varese continua un silenzio assordante da parte di tutti. Ma che cosa avete da nascondere?
Scritto da Varesino stanco il 31/5/2012 alle 10:38
@Lori e @Varesino stanco - Ho parlato diverse volte sul blog del Pgt di Varese, della necessità di una serie di dibattiti pubblici prima dell'approvazione che dovrebbe avvenire in tempi rapidi (siamo ormai alla scadenza dei termini fissati dalla Regione). A che punto sia l'iter del Pgt non lo so con precisione. Se qualcuno di Varese risponderà alle vostre domande sarò il primo ad esserne soddisfatto
Scritto da Giuseppe Adamoli il 31/5/2012 alle 11:37
Guardate varesini stanchi che questo Blog travalica i vostri angusti confini e sfocia radioso anche nella Grande Milano. Non solo, Adamoli ha conquistato tutta la Lombardia, isole comprese. Le vostre stucchevoli istanze campanilistiche non interessano tutti. Anzi, annoiano i più ed io (e dio) sono fra i più.
Scritto da Claudio Ennam il 31/5/2012 alle 11:52
Condivido il tuo post nella parte che riguarda le regioni e gli enti locali ma dico alto e forte che bisogna cambiare il sistema capitalistico che ci ha portati a questo punto.
Scritto da G. Pini il 31/5/2012 alle 13:09
Scrivo @R. Garbelli: non vi è alcuna correlazione tra Cambiamenti Climatici e Terremoti. Mi piacerebbe sapere da Lei quale è la trasmissione radiofonica che ha fornito questo accostamento completamente errato. Investire nella prevenzione e mitigazione degli impatti derivanti da entrambi i fenomeni (che riaffermo: sono slegati l'uno dall'altro) è una possibilità di crescita e sviluppo; fuorviare l'opinione pubblica facendo di tutta un'erba un fascio è sbagliato concettualmente e controproducente.
Scritto da Federico Antognazza (vice presidente Italian Climate Network) il 31/5/2012 alle 15:02
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