Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 11/6/2012 alle 13:54

 
Giorgio Napolitano era stato il primo a vagheggiare una donna al Quirinale. Ci ho pensato molto.
Detta così (ma il Presidente non poteva fare di più) l’idea era del tutto insufficiente, perfino anacronistica, una reminiscenza di un femminismo ormai defunto.
Quale donna, con quali meriti, con quale profilo politico-istituzionale?
Un gruppo di artisti ha fatto nei giorni scorsi il nome di Emma Bonino. Personaggio già molto in voga nel 1999 quando il Parlamento elesse con una grande maggioranza Carlo Azeglio Ciampi, un eccellente presidente.
Il nome di Emma Bonino, anche se parlarne adesso ha solo un valore culturale (che però è utile), è senza’altro suggestivo. In passato avevo già avuto una suggestione di questo tipo. Tina Anselmi, per esempio, l’avrei votata volentieri. Culturalmente molto distante dalla Bonino ma con lo stesso attaccamento alla Costituzione, alla legalità, all’etica istituzionale, lo stesso distacco dalla politica politicante.
Oggi servono gesti forti e simbolici. E’ necessario sparigliare, uscire dal “politicamente corretto”, solo a parole, che ha portato a scorrettezze inaudite.
Bisogna alzare, non abbassare l’asticella della discontinuità nella rappresentanza dei generi. Oggi è richiesta una rivoluzione a Palazzo (un ossimoro per certi versi).
Una posizione apparentemente stravagante per uno della mia storia, eppure con un forte senso logico.


Commenti dei lettori: 38 commenti -
Caro Giuseppe, comprendo appieno il tuo ragionamento. In una fase come questa occorre sparigliare, mischiare le carte, fare quello che nessuno si aspetta. Insomma, cercare, in un certo senso, quella “rivoluzione di palazzo” come la chiami tu che, passami l’esempio, non è riuscita a Cossiga il “picconatore”. Personalmente non amo le scelte dettate dai generi. Si voti una donna perché una donna è l’emblema della novità. Si voti il gay perché questo rappresenta una novità. Si voti l’uomo di colore o l’ebreo perché questo rappresenta una rottura….. Ho semplificato certo, ma io ho sempre pensato che le persone devono essere scelte per le loro capacità e per il merito e non per l’appartenenza di genere o per i loro gusti sessuali. Sulla “boutade” della Bonino francamente non ho nessuna perplessità. La Bonino non la voterei mai. E questo non certo perché sono cattolico e lei una radicale, ma per la totale distanza che provo nel suo fare politica e nell’interpretare la politica. Non metto certamente in dubbio le capacità e le conoscenze della Bonino. Esperta e preparata come ha dimostrato quando è stata Commissario Europeo. Ma, francamente, la ritengo portatrice di valori e di una idea di politica che nulla a che vedere con la mia storia e, credo, anche con il PD. La visione politica della Bonino è quella “americanizzante” di una società liberale, liberista e libertaria. E’ per il Presidenzialismo, per la limitazione delle forze sindacali ( vedi referendum promossi dai radicali ), per il totale liberismo in economia, per la sanità privata, contro i partiti, contro il finanziamento pubblico alla politica e credo, anche, con una visione delle Istituzioni che solo formalmente è di rispetto, ma che nella sostanza è ben distante da quello che ho i mente io. Io credo che anche il linguaggio sia parte del rispetto istituzionale. E quando si usa la parola “partitocrazia” come clava in testa agli avversari politici sono per distinguersi e additare al pubblico ludibrio chi non la pensa come te, bé, penso che anche questo faccia parte delle caratteristiche necessarie per ricoprire certi ruoli. Ovviamente questo non vuol dire che alcune battaglie che i radicali hanno compiuto in passato ed anche ora non siano da condividere anzi, ma un conto sono la condivisione temporanea su alcuni temi e finalità, altro è condividere una comune visione della politica e questo proprio non c’è.
Scritto da roberto molinari il 11/6/2012 alle 14:23
La Signora Bonino è portatrice di un peccato originale difficile da scrollarsi di dosso: non è mai riuscita a svincolarsi dall’abbraccio mortale di quel vanitoso e logorroico di Pannella. Lei Presidente? Secondo me sarebbe la Presidente di Pannella. No grazie. È giunto il tempo, e direi con colpevole ritardo, di eleggere una donna. Credo, però, che sia opportuno guardare altrove.
Scritto da Sic Est il 11/6/2012 alle 14:30
E allora perché non candidare Manuela Arcuri? Bella, giovane (troppo per la presidenza della repubblica, lo so, ma basterebbe una deroga) e politicamente molto scorretta. Quando apre bocca sembra uscita dal fumetto “Il camionista” ma sappiamo bene che un presidente meno parla e meglio è per tutti. Scelte non ne deve fare. L’ultimo presidente che ne ha fatta una ci ha fruttato Mario Monti, la più grande fregatura da Eliogabalo a oggi. Si è sempre detto che il presidente della repubblica deve essere rappresentativo. E quindi, non vorrete mica mettere la Bonino con la Arcuri?
Scritto da Claudio Ennam il 11/6/2012 alle 14:41
Mi piacerebbe, uscirebbe da tutti gli schemi vecchi e nuovi.
Scritto da Chiara il 11/6/2012 alle 14:50
E' chiaro l'intento di mettere sul tavolo la discussione uomo-donna. In questo senso sono d'accordo. Ilde Iotti era stata un ottimo presidente della Camera.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 11/6/2012 alle 14:58
Preferirei Barbara Pollastrini. ha un bel curriculum, ha prestigio in Italia e sopratutto è democratica.
Scritto da Lorenzo il 11/6/2012 alle 15:21
Perché no? Piuttosto che una sepolcro imbiancata alla Oscr Luigi Scalfaro molto meglio una donna alla Bonino.
Scritto da Qualunquista il 11/6/2012 alle 15:29
@Roberto Molinari, una parte del tuo ragionamento la comprendo bene ma non dirmi che in Italia non c'è una partitocrazia da combattere. Mi spieghi perchè ci sarebbe questa quantità enorme e pericolosa di antipolitica? Non è il segno che la gente non ne può più?
Scritto da Bianchi Giò il 11/6/2012 alle 15:38
Sarei più stata più favorevole a Tina Anselmi allora che a Emma Bonino oggi ma capisco lo spirito del post.
Scritto da Luisa B. il 11/6/2012 alle 15:42
Apprezzo quello che ha scritto @Roberto Molinari. La Bonino non è la candidata che riflette la mia storia politica e culturale però, a differenza di Molinari, se fossi costretto a votarla lo farei anche senza tapparmi il naso, perchè bisogna fare attenzione alle facili etichettature. Infatti, sulla carta Napolitano non è “americanizzante, liberale, liberista", non limita le forze sindacali, però ... c'è un però su Napolitano, eccome se c'è. Sicuramente non mutua le sue idee dalla dottrina sociale della Chiesa, nemmeno da quella comunista, ma, peggio, da quella migliorista psedo-riformista. @Lorenzo ha delle idee veramente balzane: dove starebbe il valore aggiunto della Pollastrini rispetto alla Bonino? Nel marito, il banchiere Modiano?
Scritto da V.R. il 11/6/2012 alle 15:44
Ho riletto due volte il tuo post. Dapprima ero saltato sulla sedia. Ma non era il caso, ti limiti a dire che il nome di Emma Bonino è una suggestione e che ci vorrebbe il coraggio di scelte molto innovative che riconciliano i cittadini con la politica. Inquadrato in questo modo intravedo anch'io un "forte senso logico".
Scritto da Nicola il 11/6/2012 alle 15:56
Sono in parte d'accordo con @Molinari. È vero che occorre eleggere chi più degnamente rappresenta l'unitarietà del Paese (tra quelli di entrambi i sessi), ma è anche vero che questa scelta verrà fatta da un ambiente perlopiù maschilista. Per la Bonino, l'ho detto prima, non sono d'accordo: non è riuscita ad emanciparsi dal suo pigmalione Pannella che guarda caso è un tipo ingombrante e difficle da rimuovere o, come si dice ora, rottamare.
Scritto da Sic Est il 11/6/2012 alle 15:56
@Lorenzo, Barbara Pollastrini? E chi è oltre ad essere del Pd e ad essere la moglie di un noto banchiere? La Iotti era un gigante in confronto. La Pollastrini è il prodotto del Pci milanese come Penati e molti di noi. Riconosciamolo con coraggio.
Scritto da Pd Sesto S. Giovanni il 11/6/2012 alle 16:00
Rivoluzione a Palazzo? sì, è necessaria! La Presidenza della Repubblica ha un ruolo eccessivo, fuori misura, rispetto alle prerogative fissate dalla Costituzione che ne determina il ruolo di "notaio". Anomalia accentuata dall'attuale Presidente. Allora,se vogliamo che la democrazia italiana divenga democratica, il primo atto di riforma sia l'elezione diretta del Presidente o, naturalmente, della Presidentessa.
Scritto da ulderico monti il 11/6/2012 alle 16:14
Giuseppe, dimmi la verità. Tu avresti mai votato Nilde Iotti come presidente della Repubblica?
Scritto da Colombo A. il 11/6/2012 alle 16:21
Adamoli, mancava solo questa: un ex democristiano che prende in considerazione una radicale come Capo dello Stato. Siamo matti? Il Pd lo consideri pochissimo..
Scritto da Iscritto Varese il 11/6/2012 alle 16:37
@Colombo A. (16.21) - Nilde Iotti è stata presidente della Camera dei Deputati per ben tre volte e per un totale di 13 anni. Lo è stata con il voto della Dc, naturalmente. Non so se sarebbe mai successo il contrario, cioè se il Pci avrebbe votato per un democristiano ma questo adesso conta poco. La Dc ricercava sempre la coesione sociale che è stata uno dei fattori di crescita dell’Italia. La presidenza della Camera (terza carica dello Stato) era il seggio più alto che allora si poteva offrire all’opposizione comunista, la più forte d’Europa. Dunque, non mi sarei sognato di votare per la Iotti come Presidente, ma bisogna sempre storicizzare, altrimenti si fa un esercizio accademico angusto e privo di significato.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/6/2012 alle 17:33
Caro @Ulderico (16.14), al presidenzialismo che ti sta tanto a cuore dedicherò un post domani o dopodomani .
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/6/2012 alle 17:35
Caro Giuseppe approfitto della tua ospitalità in questa piazza virtuale per rispondere ad alcuni interlocutori del tuo sito. Io credo che i partiti abbiano molte colpe. Presenti e passate. Ma un conto è denunciare le colpe ed un conto è dire che è tutto un “sistema partitocratrico” da affondare. La logica dei radicali che sono anch’essi un partito che prende i soldi del finanziamento pubblico e che prende i contributi per la loro radio è quella tipica delle élitè. Elitè che ritengono che la democrazia sia solo quella degli intelligenti, dei migliori e di quelli che come minimo hanno un master. Francamente, io penso che la democrazia si nutra anche della forza emancipatrice della politica, della forza della mobilità sociale e della promozione della rappresentatività popolare. Il problema è che molte volte queste caratteristiche sono degenerate nella lottizzazione fine a se stessa o al proprio clan o setta. Questo va denunciato e questo va combattuto. Io credo che il Parlamento decide seconde valutazioni politiche e non secondo valutazioni di genere. Certo non dobbiamo nasconderci che un Parlamento di nominati ha fatto si che scadesse e di molto il valore dell’Istituzione e della carica, ma io credo che quando ci si presenta a certi appuntamenti ciò che prevale sia la logica della politica e non il pregiudizio. Personalmente, poi, ho grande fiducia in Napolitano. Lo ritengo un grande Presidente capace di tenere la barra diritta e capace anche di dire, come ha fatto anche di recente, quando la sua storia personale è stata un errore e uno sbaglio. Questa non è una cosa che i politici amano fare spesso, figuriamoci uno che è Presidente.
Scritto da roberto molinari il 11/6/2012 alle 17:43
@Claudio Ennam, perchè non Nicole Minetti seguendo il tuo ragionamento? La Bonino è una delle personalità italiane più filo-ebree. Neanche questo vale per te?
Scritto da Maurizio il 11/6/2012 alle 18:01
Non so in quale occasione, intervista o blog o un incontro a Brescia alcuni mesi fa, ti ho sentito dire che eri un grande sostenitore di Napolitano. Non credo che una donna avrebbe fatto meglio, non credi?.
Scritto da Una Pd Brescia il 11/6/2012 alle 18:20
Sul Corriere della sera di ieri il direttore Ferruccio De Bortoli nel suo editoriale ha scritto: "I più recenti studi sulla composizione delle élite italiane ci dicono che la struttura è ancora quasi essenzialmente maschile. Nove su dieci sono uomini. Sette su dieci in Francia, sei nel Regno Unito". Ovvio che non basti eleggere più donne, che occorra scegliere le più capaci, serie e meritevoli, ma il problema c'è ed è grande.
Scritto da Giovanna G. il 11/6/2012 alle 18:40
Avrei voluto Emma Bonino anni fa. Condivido sempre i suoi metodi, non sempre le idee e le proposte. Apprezzo la caparbia volontà di imparare e informarsi prima di esprimere opinioni, la tenacia e la preparazione nell'argomentare le critiche e infine anche l'orgoglio di donna. Però ... Chissà perchè, ma sono convinta che per Emma sarebbe un castigo oltre che un grande riconoscimento diventare Presidente della Repubblica oggi ... più per demeriti altrui che per evidente merito proprio.
Scritto da Nicoletta il 11/6/2012 alle 18:56
Caro Adamoli, anch'io sarei stata molto favorevole a Tina Anselmi. Riguardo ad Emma Bonino: è donna, é una persona rispettosa delle Istituzioni, è di specchiata onestà, è conoscitrice delle Istituzioni europee.Non amo molto i radicali; però mi sembra una buona proposta quella della Bonino.
Scritto da bruna croci il 11/6/2012 alle 19:04
Ma a Monti cosa facciamo fare? Lo rimandiamo in Bocconi in qualità di senatore e basta? La Bonino mi pare incarni una bella figura di sintesi. Sara anche una pannelliana, però non è mai stata ferma, questa donna! Si è esposta, ha militato, ha discusso, ha protestato, ha sudato, ha versato lacrime e, forse, ha anche amato (si sa, questi Radicali sono un po' particolari ... avevo letto che aveva preso in affido due figli). Non dobbiamo sostenerla perchè è donna ma perchè è 'cosa viva'. A meno che il Pd non voglia lasciare disoccupata, dopo 7 legislature, la senatrice Finocchiaro e abbia in serbo per lei un ruolo prestigioso e, soprattutto, super partes, il super partes di 'scuola Napolitano'. 'Ottimo compromesso riformista' è stata la definizione data dalla capogruppo al Senato in occasione della approvazione dei maxiemendamenti alla riforma del mercato del lavoro, modifiche art. 18 incluse. Per inciso, il problema del numero delle legislature non è un grande problema. Se un politico ci sa fare può anche rimanerci a vita. La questione è un’altra e riguarda il decoro, il decoro di ammettere: ‘stiamo emanando/promulgando delle boiate pazzesche perché siamo bolliti’. Perché non sono solo i lodi di Berlusconi a essere boiate pazzesche. E va da sé che se siamo bolliti … a qualcun altro lo spazio dobbiamo lasciare, nella speranza sia migliore ...
Scritto da eg il 11/6/2012 alle 19:30
Il @qualunquista cita Scalfaro. La sberla che questi diede a una signora seduta al ristorante, per via di una audace scollatura, nel caso sia un fatto varo e non pura leggenda metropolitana politico-romana, non ha infangato la sua ascesa al Quirinale. Ecco, Scalfaro sì che aveva il senso del decoro!
Scritto da eg il 11/6/2012 alle 19:36
Maurizio, la Minetti è rifatta, l'Arcuri è (ancora) come mamma l'ha fatta. Sono tutti filo-Ebraici, se è per quello. Comandiamo il mondo, no? E allora, tutti in fila! E in ginocchio, a venerarci.
Scritto da Claudio Ennam il 11/6/2012 alle 19:42
@Bruna Croci, anch'io sarei stato molto favorevole a Tina Anselmi. Ma oggi chi abbiamo? la Bonino non mi fa impazzire ma almeno è cristallina. @Sic Est afferma che è al guinzaglio di Pannella, ma ormai Pannella non sa più tenere nessun guinzaglio.
Scritto da Albertone da Giussano il 11/6/2012 alle 20:41
Cara signora @eg, lei segue gli intenti del signor @Qualunquista che a noi non paiono eccellere di luminoso significato. Il signor Presidente Oscar Luigi Scalfaro ha tutta la nostra approvazione. Le nostre vesti debbono richiamarci alla memoria la colpa della nostra Prima Madre e, nel tempo stesso, la lunga catena di infortuni e di infermità che ne furono la punizione. Ma questi abiti così ricchi, così belli, così ricercati che costano tanto denaro e tante pene, che sono e a che servono davanti a Dio? Essi sono i nostri accusatori, i testimoni del nostro egoismo, della nostra vanità che vuole, ad ogni costo, essere soddisfatta; della nostra durezza verso i poveri che avremmo potuto vestire e sollevare con quel danaro così pazzamente speso; della nostra gelosia che vuole offuscare i nostri rivali; del nostro desiderio sfrenato di piacere e di brillare sempre. E perché, gran Dio, tante sollecitudini e tante inutili spese? Appena si ha il coraggio di dirlo e di confessarlo, per ottenere qualche vana lode, alcune bugiarde adulazioni, che sono dirette alla nostra bellezza e che spesse volte seducono e corrompono il nostro povero cuore. L’ornamento di una donna cristiana, ben differente dall’ornamento di una donna del mondo, deve continuare a distinguerla fra le altre. Semplice e nobile come la sua anima, questo ornamento deve evitare ogni ricercatezza, ogni singolarità e, diremo ancora, ogni eleganza da farla primeggiare. La modestia è quasi sempre la compagnia della grazia e tutte e due sono l’indizio di un’anima bella, assai più bella di quella che regna con un sì grande impero. Per chi si ornano le donne con così tanto lusso e tanta sollecitudine? Forse per piacere al loro marito? No, o almeno quasi mai. Sì, cosa troppo dolorosa a dirsi e più ancora ad immaginarla: è per piacere ad altri uomini, per comparire ai loro sguardi più belle e più di tutte le altre donne, non si bada, inebriandosi così del piacere di essere ammirata, che una donna cristiana deve piacere solamente a suo marito. Nell’abbandonarsi così a questo eccesso di vanità e di follia si dimentica che si va incontro al pericolo di eccitarsi nel cuore delle passioni funeste, dei pensieri, dei desideri, dei quali ogni donna onorata dovrebbe arrossire e dei quali queste povere stolte saranno forse un giorno responsabili, quantunque non vi abbiano preso parte. Vi fu un tempo nel quale per mettere freno al lusso degli abiti il re Carlo I d’Angiò fu obbligato di pubblicar un editto, chiamato anche “legge suntuaria”, che, a simiglianza di una antica legge di Lacedemone, proibiva gli abiti troppo lussuosi alle donne onorate e li permetteva solo a quelle di cattivi costumi. Da ciò, senza dubbio, provenne quel proverbio tanto frequentemente applicato alle donne troppo eleganti: “Una buona fama vale assai più di una cinta dorata”. Evitiamo, dunque, con ogni sforzo a noi possibile tutto ciò che potrebbe farci cadere in sospetto di leggierezza e di civetteria. Ah, la civetteria, questo piacere ipocrita, perfido e crudele, di cui tante donne si fanno un giuoco senza scrupolo e, ne siamo convinti, senza riflessione. Da dove mai derivi, in cuori così giovani e anche puri, appena liberi dalla materna sorveglianza, questo veleno, questo vizio così deplorevole che non si saprebbe abbastanza detestare, né troppo fuggire? Questo mostro è nato nello sfrenato amore della toeletta, si è nutrito ed accresciuto tra le adulazioni, i romanzi e l’ozio e, infine, ha sbandeggiato l’amor di Dio ed è divenuto tale che potrebbe, a giusta ragione, dirsi l’opera del demonio in un cuore corrotto, se non di fatto, almeno di pensiero, e nel quale la virtù ha cessato di abitare. Queste nostre linee, che potrebbero essere giudicate troppo severe, sono destinate alle spose tentate nel lusso e nella ricchezza, dimentiche che il buon Gesù volle scegliere, per sua culla, delle vesti semplici tessute dalle mani della Santa Madre; dimentiche di Santa Chiara e delle sue ammirabili vergini che, a piedi nudi nel più rigido inverno, vestite e nutrite grossolanamente e parcatamente, domandavano assiduamente perdono a Dio per le nostre colpe e per le nostre miserie. Il più bel ornamento e il più ricco fregio di una donna cristiana è la bontà di cuore e la virtù. Ci perdoni la lunghezza, caro signor Giuseppe Adamoli, ma tanto dovevamo. Pax et bonum.
Scritto da Mount Carmel il 11/6/2012 alle 21:53
Ma chi è 'sto Mount Carmel, la reincarnazione cattocristiana di Camillo Ottimo Massimo Fiori? La prossima volta, Monte Carmelo, perché non vai a vendere la tua enciclopedia porta a porta? Magari raccatti l'obolo domenicale.
Scritto da Claudio Ennam il 11/6/2012 alle 22:22
Nessuna reminiscenza femminista, per l'amor del cielo, ma una rappresentanza più forte dell'universo femminile, sulla base del mertito, è necessaria.
Scritto da Andrea il 11/6/2012 alle 22:56
@Mount Carmel - Perdonarla? Piuttosto mi perdoni lei l'ardire di dirle che questi lunghi sermoni non c'entrano niente con il blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 11/6/2012 alle 23:32
Per @Albertone da Giussano. Il rapporto Pannella Bonino è insolito: tra la tragedia greca e la farsa all'italiana. La Bonino non mi pare che rappresenti degnamente il vero universo femminile italiano che è, anche se poco appariscente, comunque costellato di tante eccellenze capaci di coniugare famiglia e lavoro. A dispetto della misoginia congenita del talebano "de noantri" @Mount Carmel.
Scritto da Sic Est il 12/6/2012 alle 00:58
Alcuni post sono molto interessanti e istruttivi ma anche molto lunghi. Mi dispiace non leggerli ma talvolta sono costretta. Stamattina mi ritrovo con 10' a disposizione, leggo quelli più brevi.
Scritto da Emanuela il 12/6/2012 alle 08:26
Come Pd preferirei Rosi Bondi mentre la Finocchiaro non ha la sufficiente personalità. Sarà interessante vedere cosa succederà l'anno prossimo e come sarà composto il parlamenrto, certamente molto diverso da oggi.
Scritto da Francesco il 12/6/2012 alle 08:54
@Emanuela dice bene sui post troppo lunghi e ancor più energico è il padrone di casa sui "sermoni". Dirò che se rileggo miei interventi di me medesimo di eccessiva lunghezza mi annoio mortalmente. Anche se ho la deplorevole tendenza a darmi ragione...
Scritto da ulderico monti il 12/6/2012 alle 09:18
@Sic Est, ho solo detto che non è giusto rappresentare la Bonino al guinzaglio di Pannella. Confermo la mia opinione.
Scritto da Albertone da Giussano il 12/6/2012 alle 09:34
Cara @Pd Brescia (18.20), ricordi benissimo. Stimo molto Giorgio Napolitano e mi sono messo sulla sua scia parlando del Quirinale al femminile. Volevo promuovere una discussione di carattere culturale, come tanti lettori hanno inteso bene (tu ricompresa sicuramente). I nomi si faranno seriamente solo dopo che si sarà insediato il nuovo Parlamento. Resta il fatto che ciò che ha scritto @Giovanna G.(18.40), citando il direttore del Corriere, è del tutto vero.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 12/6/2012 alle 11:52
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